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(Foresta di luce) Fuoco e fiamme

Ultimo Aggiornamento: 06/08/2016 18:16
06/08/2016 18:16
 
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RIASSUNTO

In foresta per esercitarsi sulla propria forza, l'areldar viene presto raggiunto da dei rumori strani che lo portano in una radura dove eserciterà e metterà comunque alla prova la propria forza per salvare un isolano dalle fiamme e portarlo in spalla.

COMMENTO

Cercherò di non ammazzarlo nelle prossime role, promesso XD. Ho fatto quattro azioni per aumentare la potenza, togliere la pietra, estrarre l'ascia, rompere la porta e portarmi a spalla l'umano. XD

REGISTRAZIONE

DRAUGCELEB [folto] La notte è passata e la luna ha ceduto il posto al sole. E' giunto il momento di aumentare la propria forza, così come suggerito dal silvano, effettivamente, poco può fare rispetto ad altri più capaci di lui. Non ha la lunga elfica con se, e si muove silenzioso ed elegante nel folto alla ricerca di qualche appiglio per poter cominciare. La tunica verdone che indossa, confonde maggiormente l'alta figura con quello che lo circonda, e libera la mente da cupi pensieri o cerca di farlo perchè l'allenamento sia quanto più fruttuoso possibile. Tuttavia, ha imparato l'immortale che ogni qual volta cerca di allenarsi, puntualmente accade qualcosa che gli permette di farlo ma non certo nel modo voluto e difatti è così. La foresta è irrequieta, ci sono strani rumori che provengono dal folto, dalla zona più nascosta, una delle tante. (senso sviluppato) Continua ad inoltrarsi guardingo, con le orecchie e tutti gli altri sensi pronti a captare qualsiasi suono che possa tradire la presenza di altri esseri viventi. Forte del proprio corpo, scavalca facilmente alcuni tronchi, accatastati l'uno sopra l'altro per creare uno sbarramento alto 3 metri. Non dovrebbe essergli difficile dunque, arrivare dall'altra parte, trovandosi così in una radura nascosta, abbastanza larga ma chiusa dai tronchi da un lato e da una parete rocciosa dall'altro. Nulla di strano infondo, e lo sguardo cangiante di ghiaccio e smeraldo si muove nello spazio, i rumori sono finiti, niente più lascia intravedere che ci sia qualcosa. (agilità +4)

DRAUGCELEB [folto] Percorre l'intera radura, di circa 5 metri appena, analizza, cerca di vedere se vi sia qualcosa che sfugga al suo sguardo affilato ma nulla e si volta per tornare indietro, quando quelli che potrebbero essere definiti uggiolii, tornano di nuovo a farsi sentire, e adesso comprende da dove provengano. Un masso abbastanza pesante chiude un'apertura grande quanto un'uomo. La dx viene portata tra il masso e la pietra, sentendo al contatto dell'aria che cozza contro il palmo aperto, se c'è dell'aria, sicuramente di deve essere anche qualcosa o meglio, qualcuno. Non gli è nuova questa zona della foresta, tuttavia era da molto che non passava a controllare la presenza di possibili problemi. Quei suoni aumentano, d'intensità quando l'elfo posa l'orecchio contro la pietra, percependo che si tratta di un umano o comunque di un essere senziente che si tratta. Dovrà spostare il masso, per poter passare dall'altra parte, qualcosa di non proprio semplice per uno come lui. Si posiziona sul lato destro del masso, e con la spalla destra, comincia a fare pressione, scaricandovi contro tutto il peso del proprio corpo lasciando che oltre che la schiena e le braccia, anche le gambe, flesse e disposte più larghe delle spalle, facciano pressione contro il suolo per far scivolare verso il lato sinistro l'intero masso. Si prepara così poi, spinge stringendo i denti, mettendo alla prova se stesso ma facendo in fretta, o cercando, per poter vedere cosa accade dall'altra parte. Fuoriesce l'aria dai polmoni nello sforzo, appoggia anche le mani contro il masso e continua a fare forza.


DRAUGCELEB [folto] Niente, non si muove, riempie i polmoni di nuovo fiato e riprova di nuovo a spostare il masso, lo farà fino a quando non ci sarà riuscito, di nuovo, l'aria sfugge, digrigna i denti bianchi e perfetti e mostrandoli più a se stesso che non allo stesso masso. Un ulteriore sforzo, preme sulla gamba destra, cercando di smuoverlo. Finalmente si muove, si sposta rotolando di lato fragorosamente, il che da fastidio alle orecchie dell'areldar già provato dallo sforzo precedente. Deve fermarsi per un attimo, aumentare la massa muscolare aveva detto Herualdar, davvero faticoso ma producente. Si appoggia alla roccia, respirando a fatica, lo sforzo fisico è stato davvero notevole. (res. -1) Lascia che il respiro e la muscolatura prendano fiato, chiudendo gli occhi e concentrandosi sul suo ritmo che deve tornare regolare e si impegna perchè sia così. (vol. +1/fermezza di Aule) Impone lui un ritmo, a fatica lo mantiene, ma la mente antica dell'areldar riesce a proporlo al proprio corpo, e quando sente che i muscoli sono di nuovo tranquilli e il suo viso è freddo e marmoreo come sempre, solo allora si staccherà dalla roccia permettendo alla sua figura di incedere in quel corridoio fino a trovarsi in un piccolo spazio, sufficiente tuttavia alla costruzione di una piccola abitazione ormai vecchia e fatiscente, dove un'ascia e alcuni cocci di legno tradiscono una presenza assai recente perchè l'arma non è arrugginita, anzi è fresca di mercato se così si può dire. Ma non è solo, affatto, ci sono almeno altri due uomini sul retro di quella catapecchia, più uno all'interno, il cui respiro è più rauco e affaticato, da lui provengono quegli uggiolii che aveva sentito precedentemente. Lo hanno sentito arrivare, il masso purtroppo lo ha tradito. Se la memoria non l'inganna, questa zona prima era un tutt'uno, non vi era mai stato un masso a coprirne l'ingresso.

DRAUGCELEB [folto] E' martellante il rumore dei loro respiri nelle sue orecchie e delle loro parole dette sottovoce, impaurite. Silenziosamente l'algida figura si muove verso quell'ascia, di certo non la sua arma preferita ma può quantomeno usarla ad una mano. (manto di Yavanna) E' ben ancorata al ceppo l'arma, non perde tempo, le si para di fronte, un nemico da debellare, o lasciarsi debellare. Una regolazione di conti, ne è sicuro, le loro parole gliel'hanno detto, le corde con cui è legato l'uomo stridono contro la sedia contro cui è legato. Punta il piede sinistro, l'elegante figura, sul ceppo mentre entrambe le mani si stringono sulla presa provando a levare l'ascia dal giogo del legno. Spinge sul piede sinistro, e la mente antica si agita non sentento ancora arrivare quei due, una fortuna forse o forse no. Usa come perno il piede sinistro e la schiena per cercare di prenderla quell'arma, regolarizzando il respiro, inspirando nel momento in cui tira l'ascia a se ed espirando quando le braccia chiedono all'areldar tregua per potersi riposare.


DRAUGCELEB [folto] Riprova, e alle sue orecchie giungono suoni che vorrebbe non aver mai sentito, fuoco è stato acceso, i due sono fuggiti in preda al terrore, e la porta è stata bloccata già in precedenza, probabilmente lo avrebbero bruciato vivo anche prima quegli umani, cosa che non fa altro che aumentare un sentimento negativo nei loro confronti, un sentimento che solo un'areldar può provare e prova di nuovo, ancora. Deve fare presto. [Ed’ i’ear ar’ elenea! (Per il cielo e le stelle!] Non è uno sprovveduto l'areldar per permettere che queste difficoltà possano annebbiare la sua coscienza eterna ed antica, nessuno potrebbe farlo, e un sorriso affilato distende le cicatrici del volto dell'elfo. E' caparbio, come tutti quelli della sua razza, orgoglioso e di certo riuscirà a prendere l'arma, prima che le fiamme possano espandersi là dove non dovrebbero.

DRAUGCELEB [folto] L'ascia si sfila dalla sua postazione, dal suo strano fodero, è affaticato, in parte ma presto si dirige verso la porta, un unico mulinello, ben caricato dal braccio destro, partendo con il piede destro arretrato che poi passa avanti al gemello per scaricare il peso del corpo dell'elfo. Mira alla porta, alla serratura, un colpo preciso dell'arma affilata e poi aiutato dalla gamba destra, si lancia con una spalla contro la porta, una, due volte, tre, riuscendola infine ad aprire. La spalla fa terribilmente male e anche i muscoli, il silvano aveva proprio ragione. I muscoli cominciano a bruciare, prende fiato per ogni volta che deve cominciare un esercizio. Il fumo comincia ad infestare l'ambiente, a riempirlo e la porta aperta è l'unico spiraglio perchè possa uscire. Si avvicina all'uomo, con la sinistra gli prende il mento, e lo solleva. Non è cosciente ed ha un occhio pesto, le mani legate dietro la schiena e altri segni di colluttazione addosso. Si porta alle sue spalle tentando movimenti il più fluidi possibile e taglia le corde che lo legano, liberando i polsi gonfi. Si sta anche riprendendo dall'ultima prova, ma non può rimanere lì ancora a lungo, nè per lui, nè per l'umano. La mano perde la presa sull'ascia che cade a terra, mentre va a sorreggere il busto dell'uomo che cede in avanti. Adesso forse arriva la parte più difficile.

DRAUGCELEB [folto] Torna a lui frontale, si piega sul ginocchio dx e fa scivolare il torso dell'uomo sulla propria spalla, piegando il collo di lato e legando in una stretta delle braccia le gambe dell'altro perchè non scivoli lungo le spalle. Qualche attimo, breve, e poi senza esitazione, da fora alla gamba sinistra per alzarsi e alzare con se l'uomo. Stringe i denti, aggrotta le sopracciglia e i passi si dirigono fuori l'abitazione, verso il corridoio e poi verso l'altra radura. Cercherebbe di correre o di dare alle gambe la forza necessaria alle spalle per sostenere il peso dell'uomo, e di certo pensa che la prossima volta, si allenerà nella propria caverna, forse lì non dovrebbe avere nessun imprevisto. La radura più piccola, viene avvolta dalle fiamme purtroppo, che dopo essere divampate per alcuni minuti, si riducono a cenere e brace. Fortunatamente poca vegetazione e la presenza di pietra intorno, ha fermato le fiamme. Tuttavia, la muscolatura dell'elfo, lasciata senza riposo e costretta a sforzi fisici per molto tempo, chiede adesso il suo giusto riposo, e difatti il respiro è pesante e la spalla fa molto male. Sistema meglio l'uomo sulle spalle, non può ancora lasciarlo lì. La foresta è piena di ruscelli, anche quelli più piccoli e il suono dell'acqua è dove l'areldar si dirige, portando a spalla il malcapitato. Lo lascia nei pressi di un albero, ancora incosciente e prima di poter andare via, si siede, lasciandosi scivolare lungo un tronco. Il petto si alza e si abbassa in maniera ritmica ma non regolare, deglutisce e chiude gli occhi.

DRAUGCELEB [folto] Aspetta che il respiro diventi regolare, che la muscolatura, faccia meno male, per oggi gli basta. Lascia lì l'umano, non è più qualcosa che lo riguarda, è in un posto sicuro e non lo troveranno ma almeno per il momento potrà stare tranquillo. Si rialza, per dirigersi versa la propria caverna, forse più forte di prima oppure no, ma ha ottemperato ai propri doveri di cavaliere per oggi, e questo gli basta, dopotutto, è ancora un protettore dell'isola.





DRAUGCELEBஒ CAVALIERE ESPLORATOREஒ ELFO ARELDAR
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