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)O( Nessuna Catena. )O( [ Riposo Nyule 1/2 ] ( ok ) [ CA EREBO ]

Ultimo Aggiornamento: 17/03/2015 14:06
11/03/2015 22:30
 
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Hagall va a trovare Nyule per vedere come si sente, consapevole che sta guarendo dal morbo dopo aver preso una delle pasticche.
L'Iniziata è in quella fase della convalescenza in cui si alternano fasi di gioia e di tristezza ma questo non sembra turbare la Dama del Lago, che anzi ne pare divertita, almeno inizialmente.
Le due decidono di passeggiare per far prendere un po' d'aria alla dorata, e la Somma l'aggiorna sugli ultimi avvenimenti.
Il discorso finisce inevitabilmente sull'incontro avvenuto fra Hagall e Gildor e Nyule si rende conto che la sorella non ha alcun ricordo sulla sua storia d'amore con il Wendigoo.
Ci pensa lei, dunque, a riportarla nel passato, mostrandole il giorno in cui la stessa Sacerdotessa le rivelò d'amarlo.
Hagall è imperturbabile e non è chiaro cosa accada nella sua mente dopo questa rivelazione.
Per il momento, l'unica cosa che importa è che vuole spezzare le catene che per troppo tempo hanno soggiogato le mendi delle Sacerdotesse.
La prima a venire liberata è Nyule, a cui concede la possibilità di tornare in forma draconica dopo averla promossa a Sacerdotessa del Meriggio.



Motivo Asterischi:
-Erebo sa già: dopo che Hagall vede le immagini mostratele da Nyule, riacquista la memoria o no?
-Altra cosa da annotare è che questa è la prima delle due role di degenza post guarigione che deve fare Nyule.







“Ma il punto è che dobbiamo smetterla di credere che tutto faccia parte del disegno della Dea.
È da generazioni che alle iniziate si insegna questo. Da anni che lo si racconta ai fedeli.
Non è vero.
La Dea non ci ha incasellate in un arazzo che si diverte a tessere ai nostri danni.
Lei ci lascia libere.
Non ho catene su di me e non voglio che le abbia nessuna di voi.
La prima cosa che voglio insegnare in qualità di Somma Stella, è a non metterci da sole catene che non esistono.”






NYULE [ stanza - forma elfica] Nonostante, da fin troppo tempo, il corpo elfico tenga imprigionata l'essenza della dragonessa, la sua percezione del tempo è rimasta quella della stirpe. E, secondo i suoi parametri, ne è passato davvero poco da quando l'iniziata è stata curata dal morbo che l'aveva messa in ginocchio, facendola sentire debole e impotente come un qualsiasi mortale. Era questo ciò che voleva la dea, nella forma di Eiluned, quando ha deciso di precluderle la possibilità di manifestare la sua vera natura. Una prova dura, che il morbo ha reso ancor più dura. Ora gli effetti più pesanti sono passati, ma il cuore della dorata è scosso da sbalzi di umore repentini: ride e piange per niente, da un momento all'altro, e si sente incredibilmente stupida. Il controllo, quello assoluto, è una caratteristica che non manca in nessun drago metallico, ma ora chi fu drago non ha nemmeno più una stilla di quel controllo e non sa nemmeno riconoscere se i sentimenti che prova siano veri o solo frutto degli strascichi della malattia. E' seduta sul suo letto, con indosso una semplice veste verde; i piedi scalzi posati sul pavimento, le mani raccolte in grembo e lo sguardo perso, puntato su uno degli angoli dove il soffitto si incontra con le pareti. C'è un piccolo ragno lassù, immobile al centro di una tela quasi perfetta.

HAGALL { Ala Sacerdotale > Stanza Nyule . FU } ∙ { Il Tempio è immerso in un piacevole silenzio. L’ora del crepuscolo è prossima e ormai le ombre sono più lunghe dei raggi del sole. Ha lasciato la propria alcova vestita in modo semplice, senza la casacca dorata delle cerimonie. A vederla così, se non fosse per l’oro della stella che ha in fronte, sembrerebbe la solita vespertina. I lunghi capelli biondi sono raccolti in una treccia arrotolata sulla nuca, a cui sfugge qualche ciocca ribelle che le conferisce quell’immancabile parvenza di disordine. È scalza e senza far troppo rumore si avvicina alla stanza di Nyule. Sente che l’altra sta li, immobile, e chiudendo gli occhi sospira. Ha ancora le ciglia abbassate, quando solleva la mano destra per bussare due volte. Tocchi delicati, che servono a farsi sentire solo nel caso l’Iniziata fosse sveglia. Non vuole turbare il suo sonno, poiché sa che si sta rimettendo solo ora dal morbo per cui ella stessa le ha procurato la cura. } Sono Hagall. { mormorerebbe in aggiunta, per poi entrare nel caso venisse invitata a farlo. Sa che la sorella è ora fuori pericolo e che, sebbene debba sopportare gli effetti della convalescenza, non sia più contagiosa. } Come stai? { chiederebbe una volta dentro, dopo essersi richiusa la porta alle spalle. }

NYULE [ stanza - forma elfica] Quando il suono sordo del bussare risuona all'interno della stanza, l'iniziata non reagisce. Gli occhi d'oro restano puntati verso il ragno e la sua ragnatela e registrano quelle impercettibili vibrazioni dei fili semitrasparenti, solitamente impossibili da notare. Al suono della voce di Hagall, invece, l'elfa ha un tremito. Risponde di getto ''Vieni. Entra pure!'' La voce trilla con tono gioioso e il sorriso che si apre sul viso elfico si allarga fin quando la somma stella entra nella piccola stanza. Nel vederla, senza alcun preavviso emotivo, un paio di lacrime scivolano dagli angoli degli occhi e scendono sulle guance candide della novizia. ''Sto bene'', mormora con la voce spezzata. Nonostante l'incongruenza, le sue parole sembrano sincere. Con gesti lievi e lenti, l'elfa si sposta per fare spazio alla consorella e la invita a sedersi al suo fianco sul suo letto con un cenno della mano. Con l'altra si asciuga le lacrime, con indifferenza. ''Ho solo qualche problema a controllare le emozioni'', spiega. ''Quasi non fossero le mie.'' Prende un sospiro, lungo e lento, e trattiene a lungo l'aria nei polmoni, mentre nuove lacrime lasciano le ciglia per infrangersi sui tessuti della veste verde. Poi, il fiato esce di getto e una risata squarcia l'aria. ''Hahhhahahahahaha... non sono le mie... e allora di chi sono?!'' Una domanda stupida, priva di senso, vicina al delirio di un folle. ''E tu?'' riprende tra un risolino e l'altro. ''Come stai?''

HAGALL { Stanza Nyule . FU } ∙ { Si ferma sulla soglia, poggiando la schiena contro la porta. Le mani s’incontrano fra il legno ed il suo corpo, e inconsciamente carezzano le venature del primo. Guarda il viso di Nyule, e quel fisico così sottile da far sembrare la veste della taglia sbagliata. Ma non è la misura della stoffa a non essere quella giusta: la malattia deve averla provata molto, così come ha fatto con tutte le altre. Tuttavia il Tempio ha retto anche a questo ed ora tutte le sue ancelle sono guarite. Non le sorride, ma è tenero lo sguardo che le rivolge nel risponderle } Mi fa piacere saperlo. { poi però, constatando la mescolanza di emozioni provate dal drago, scappa anche a lei una mezza risatina, che trattiene arricciando le labbra e serrandole fra i denti } Sono i sintomi di guarigione del morbo, ma considerati fortunata, perché credo tu sia il primo Drago che abbia mai avuto la fortuna –o sfortuna- di vivere ciò che ogni donna umana vive almeno una volta al mese. { fa dell’ironia, sorride abbastanza spontaneamente, a vederla così, è evidente che manchi qualcosa. È libera. A volte, disfarsi di ricordi piacevoli, evita che la loro assenza porti nuovo dolore. Scuote il capo quando l’altra l’invita a sedersi, e riapre la porta invitandola lei, a sua volta, ad uscire } Sei stata chiusa qui dentro per troppo tempo, andiamo a passeggiare in giardino. { non le chiede se sia o meno in grado di camminare perché, nel caso non lo fosse, sarà lei a sostenerla. } Sto bene anche io, grazie. { risponde sorridendole in modo sincero }

NYULE [ stanza - forma elfica] Se vivere come una mortale sia una fortuna o una sfortuna, la dragonessa non l'ha ancora capito e non si esprime a riguardo, limitandosi ad annuire all'affermazione della consorella. Al suo invito, annuisce nuovamente e si solleva dal letto sollevando istintivamente lo sguardo in direzione del piccolo ragno, che rimane lì, immobile, nell'angolo del soffitto. Le pupille verticali si soffermano sul temporaneo compagno di stanza dell'iniziata solo per un secondo e poi tornano a puntare verso Hagall. ''Hai ragione'', conferma sorridente. ''Uscire di qui mi farà bene.'' Due passi brevissimi, ed è di fronte alla Somma. L'iniziata indugia con lo sguardo d'oro sulla stella dello stesso colore, al centro della fronte della sacerdotessa. ''Cos'è accaduto? Sono troppe le cose che non so.'' Eccola un'altra lacrima, e un'altra ancora. Una vera e propria crisi di pianto anticipa le ultime parole singhiozzate dell'ancella. ''Dopo la nostra ultima riunione non sono più stata qui.'' Per *qui* vuole indicare Avalon, il tempio, il suo corpo... Era presente fisicamente, ma è stato come se non ci fosse, come se non esistesse. Attende che l'altra faccia strada, e le racconti qualcosa del tempo che la memoria draconica ha smarrito.

HAGALL { Stanza Nyule > Giardini Interni . FU } ∙ { L’ala sacerdotale è avvolta dalla penombra che viene creata dalla fusione di due luci: quella delle candele proveniente dalla Sala Circolare, e quella più tenue dei giardini interni, verso cui dirigeranno i loro passi le due figlie della Dea. } Per colpire con la maledizione i colpevoli, è stato fatto un rituale molto potente. Esso ha richiesto un sacrificio e tale sacrificio lo ha compiuto Eiluned. { stringe le mascelle dopo quel nome, impedendo a sé stessa di mostrare quanto le costi anche solo ricordare (//Imperturbabilità liv6) } La Dea l’ha presa con sé e ha scagliato un maleficio che è scomparso dopo poco, senza una ragione. { la ragione invero c’è, ma lei non può ricordarla. } In seguito però è tornato. { ed anche qui, il fatto che lei abbia così pochi dettagli è dato dal fatto che è stato fatto un secondo sacrificio, stavolta dalla Somma attuale, ed è stato scagliato un nuovo anatema. } Ho incontrato uno dei colpevoli: Gildor. È stato un incontro strano, sai? { la parte più dolorosa degli aggiornamenti viene immediatamente accantonata, poiché non vuole che le spalle convalescenti di Nyule vengano incurvate dal peso degli ultimi nefasti avvenimenti. } Era come se in qualche modo mi rispettasse. Sembrava persino affezionato a me. E sai, quasi mi vergogno di ammetterlo, ma ero come attratta da lui. Il mio cuore lo era. { sbuffa una risata dal naso, scrollando le spalle } Che sciocchezze… { sapesse… } Ad ogni modo credo il suo sia stato un addio. Ho ragione di creder che abbia lasciato queste lande per sempre. { in poche conoscono Hagall bene come Nyule. Ed ancora meno sono le persone che conoscono ogni cosa della sua storia con Gildor. Perciò l’altra troverà estremamente strana la sincerità con cui la sorella le narra questi fatti. E potrà anche usare i suoi poteri per leggerle la mente, poiché non troverà altri ricordi se non quelli che le sono appena stati raccontati. Nel frattempo, i giardini si fanno più vicini, annunciandosi con il profumo degli alberi e delle mele. }

NYULE [ stanza > giardini interni - forma elfica] L'iniziata lascia la sua stanza, assestando la lunghezza dei passi per assecondare l'andatura scelta da Hagall. Le sta al fianco e ascolta ogni sua parola in silenzio, lasciando che la voce della Stella sia l'unico suono a riempire le sale del tempio. Altri suoni però riempiono la mente della dorata: sono quelli dei suoi stessi pensieri. La malattia non le ha fatto perdere l'abitudine di riflettere e ragionare, e quando lo fa, il drago lo fa intensamente. Non chiede alcun dettaglio della maledizione, perché è colpita nel sentire dell'ennesimo sacrificio richiesto dalla dea. Tanto da riuscire quasi a dimenticarsi di quando ancora era regina e reclamava giustizia per gli abitanti della sua terra. ''Eiluned...'' mormora tra le labbra appena dischiuse, mentre l'immagine della fu Somma le torna alla mente, materializzandosi nitida, in quella trasfigurazione divina che l'iniziata ha potuto vedere l'ultima volta che l'ha incontrata. ''Perché anche lei?'' Una domanda quasi rabbiosa, seguita da una risata incontrollata. ''Non dovremmo essere noi a pagare... ahhhahhahahhahahahha.... no... non noi...'' Mentre ride, gli occhi si gonfiano ancora di lacrime. Il riso, in questo momento, non è roba sua. Le lacrime sì. Cerca di ricomporsi, fermandosi un istante per asciugarsi le guance. Tira su col naso. Sospira. ''Perché lo trovi strano? Tu lo amavi, lui altrettanto e, per quanto mi sia difficile comprendere quel sentimento, credo che il rispetto e l'attrazione reciproca ne facciano parte.'' Riprende a camminare, guardando il profilo dell'altra. ''Sei sicura di star bene?'' Non insiste, solitamente, ma in questo caso è doveroso farlo.

HAGALL { Giardini Interni . FU } ∙ { Le fronde maestose degli alberi si muovono impercettibilmente a causa della brezza dell’Isola. Pare che salutino queste due vestali, che insieme costituiscono i due estremi della scala gerarchica della congrega. Eppure i ruoli non contano nulla, poiché nell’Iniziata la Somma Stella ha sempre cercato consiglio e sostegno e la sua parola vale molto per lei. Si ferma quando lo fa l’altra e non la consola nel vedere che piange lacrime sincere (//Empatia +3) poiché non è mai stata brava col dolore degli altri } Amarlo? { domanda però improvvisamente, sgranando gli occhi a quelle parole. Ora è lei che si ferma, dopo aver compiuto qualche passo sull’erba umida } Ma che dici, Nyule??? Ho visto quell’uomo due volte in tutta la mia vita e la prima è stata la visione in cui uccideva Sandmar! { è sincera, dannatamente e spaventosamente sincera. Lo sguardo è confuso e cerca quello della sorella, che non sembra in vena di burle e soprattutto sembra sincera quando lei. } O intendi forse dire che in quell’unico incontro c’è stato un colpo di fulmine da parte di entrambi? { si, certamente è questo che intendeva. Sorride di nuovo, infatti, la Dama del Lago, seppure con meno convinzione } Ah, non credo proprio. Devo averlo sentito vicino per via del fatto che mi è parso molto solo e terribilmente addolorato. { riprende a camminare, senza una meta precisa. } Certo, te l’ho detto. { replica così all’ultima domanda di Nyule, ritenendo che sia riferita alla scomparsa di Eiluned } Ormai il dolore ha difficoltà ad attecchire su di me. { sussurra sospirando e, stavolta, mentendo ad entrambe }

NYULE [ giardini interni - forma elfica] E' quasi buio là fuori, ma l'oscurità dei giardini interni è rassicurante, avvolgente, come un abbraccio fraterno e l'iniziata cerca conforto nell'avvolgente tepore della notte e nel tocco fresco dell'erba sotto le piante dei piedi. Torna a respirare coi polmoni dell'isola, riallineandosi alle vibrazioni che questa emana. E lei si sente parte del tutto, sotto gli occhi vigili di una dea dai tre volti. Nell'immaginarla, quella dea, la dragonessa non ha fatto fatica a crederla giusta, dura, a volte impietosa, ma quello che non è mai riuscita a fare è stato dipingerla come una dea meschina, beffarda. Perché allora sembra comportarsi come tale? La novizia scaccia quei pensieri, concentrandosi sulle parole della Somma Stella. Parole insensate, frutto dell'ennesimo scherzo della volontà incomprensibile dell'una e trina. Il drago, tuttavia, di scherzare ha poca voglia. E' già tanto dover reggere le risate non desiderate e i pianti senza motivo. Il drago scalpita. La sua essenza si espande e il corpo elfico soffre nel tentativo di trattenerla. Ma non può fare altro che sopportare. ''Sorella'', si prepara scuotendo il capo, mentre la mente antica crea istantaneamente un legame profondo con i pensieri di Hagall. ''La tua dea ti ha giocato un altro brutto tiro. E, sebbene questo sia di gran lunga meno dannoso di quello che ti ha fatto in precedenza, temo di non poterti nascondere la verità. Verresti comunque a saperla da altri.'' Sospiri, sospiri, sospiri. Poi una risata. ''Hahhahhahaha, Hagall, due volte in vita tua?! HAhahhahhahhaha.... questa è davvero buona!!!!'' E ride, e piange, e sbuffa. Poi solleva la testa al cielo e si lascia andare ad un urlo liberatorio. ''BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!'' La voce dell'elfa contiene la furia del ruggito del drago e, in qualche maniera, quello sfogo riesce a placare gli sbalzi d'umore almeno il tempo necessario perché la mente possa focalizzarsi e inviare il suo messaggio. L'eterna accarezza i pensieri di Hagall e proietta al loro interno una scena vivida, reale, ripescata dalla memoria senza che sia stata contaminata in alcun modo. [**Guarda. E ascolta.**] E' il giorno in cui Hagall rivela a Nyule del suo amore per Gildor. Né più né meno. La somma stella ascolterà la verità attraverso la sua stessa voce [//Telepatia draconica 3].

HAGALL { Giardini Interni . FU } ∙ { Chissà cosa ne pensano le anime, di tutto questo. E chissà cosa ne pensa la Dea, che ha assecondato la scelta di quella che ora è la sua figlia più potente. Donne. Non sono altro che questo, in fondo. E che siano elfi, draghi o mutaforma, sempre di femmina è il cuore che hanno in petto. Potrebbe mai un uomo sopportare tutto ciò che sopportano loro? Eppure la Dea non è perfetta. Anche lei ha bisogno del suo Dio e forse sta tutta li la comprensione che ha mostrato di avere nei confronti della più selvaggia delle sue vestali. Lei continua a non capire, a scuotere il capo e sobbalza persino, al grido di Nyule, poiché distratta dalla situazione nella quale è assurdo che lei e Gildor si siano visti una volta sola. O almeno così pare. Poi però accade qualcosa di inaspettato, qualcosa che scaraventa a terra il dubbio che l’altra stia sbagliando persona o confondendo gli avvenimenti. La mente della Somma viene infatti invasa dai ricordi. Non i suoi, ma quelli di Nyule. O meglio, quelli che Nyule ricevette da lei molto tempo fa. Rivede se stessa raccontarle ogni cosa e rivelarle di amare Gildor. Le ciglia sono spalancate sul nulla, poiché lo sguardo guarda dentro e non fuori. Tutto torna. Torna lo stupore del drago e la scena assurda vissuta con il Wendigo. Ma che altro torna? Non si sa, perché quando lo sguardo dell’africana torna vigile, il suo viso è una maschera (//Imperturbabilità liv6) } Basta così. { chiude serafica questo discorso. Il tono non è arrabbiato, ma comunque abbastanza fermo da non ammettere repliche. } Voglio farti una domanda, Nyule. Hai mai odiato la Dea? { non è chiaro se questo quesito sia o meno collegato al discorso precedente, ma la serietà è rimasta immutata. }

NYULE [ giardini interni - forma elfica] Solitamente la telepatia non le richiede particolari sacrifici, ma da quando la dea l'ha privata della sua essenza draconica, anche quel piccolo compito risulta essere uno sforzo incredibile. Non aveva nemmeno mai più tentato di usare quel potere, dal giorno in cui Eiluned le tolse la possibilità di riacquistare la sua vera forma, e ora non sa se essere più felice nel constatare di riuscire ad utilizzarlo o più sbalordita nell'accorgersi di quanto farlo le sia difficile e doloroso. L'iniziata è costretta a slegare il legame mentale, non solo perché non ha più le forze per reggerlo, ma perché Hagall le ordina di smettere. La mano destra si solleva per andare ad afferrare le tempie: il pollice da un lato, indice e medio dall'altro. La testa si china lievemente verso il basso, mentre i polpastrelli iniziano a massaggiare con piccoli e lenti movimenti circolari. Mentre lo fa, l'iniziata riflette sulla domanda che la Stella le pone. Non perché non sappia la risposta, ma perché la vuole analizzare bene, la risposta, prima di pronunciarla. Ha già perso troppo. Quando solleva la testa e sposta la mano per liberare lo sguardo e incrociare quello di Hagall, l'elfa ha un'espressione sorridente, ma questo è un sorriso controllato, dolce, sincero. Uno dei veri sorrisi di Nyule. ''No'', mormora, accompagnando le parole con un movimento del capo da un lato all'altro. ''Ho provato a capirla, mi sono interrogata sul perché di alcune sue decisioni, ho ruggito alcune volte al destino, ma non ho mai provato odio. Hagall, quel sentimento non mi appartiene in alcun modo. Noi stirpedorata viviamo nel segno della giustizia, possiamo lottare per ciò in cui crediamo finanche a desiderare la distruzione di chi ci ostacola, ma non c'è mai odio a decidere le nostre azioni. Ma, anche se ci fosse, potrei mai odiare chi mi ha salvata?'' Le spalle si sollevano una volta, brevemente, ad indicare quanto sia scontata la risposta a quella domanda. ''Se devo essere del tutto sincera, piuttosto, ho pensato di essere io in errore. Di non averla compresa abbastanza bene da riuscire a giustificare certe punizioni. Potrei forse odiare me stessa per non esserci riuscita. Ma non mi voglio così male. '' L'iniziata tace poi per un attimo, cercando negli occhi della Somma un qualche indizio, prima di domandare apertamente ''Perché me lo chiedi?''

HAGALL { Giardini Interni . FU } ∙ { Annuisce alla sua risposta, comprendendo che è sincera. Non era una domanda trabocchetto e non avrebbe sbagliato in nessun caso. Era solo la curiosità di chi invece avrebbe detto il contrario. Non commenta la risposta ma risponde a sua volta alla domanda che le porge Nyule } Perché io credo di averla più odiata che amata, sai? Mi ha tolto così tanto, che ho sempre fatto molta fatica a vedere cosa mi dava in cambio. { lo sguardo si abbassa, le mani sollevano appena la gonna e un piede viene avanti, mostrando la caviglia magra } Quando ero bambina, immaginavo di avere una catena proprio li, che mi imprigionava in questo Tempio. In questa Isola. In questa Fede. { sorride appena, ora, ripensando a questo. Le mani lasciano andare la stoffa scura e il piede torna a nascondersi accanto al suo gemello } Ma il punto è che dobbiamo smetterla di credere che tutto faccia parte del disegno della Dea. È da generazioni che alle iniziate si insegna questo. Da anni che lo si racconta ai fedeli. { la fronte si corruga, interdetta } Non è vero. La Dea non ci ha incasellate in un arazzo che si diverte a tessere ai nostri danni. Lei ci lascia libere. Non ho catene su di me e non voglio che le abbia nessuna di voi. La prima cosa che voglio insegnare in qualità di Somma Stella, è a non metterci da sole catene che non esistono. { ora, lentamente, le sue labbra si inarcano in sorriso composto } Lascia che spezzi le tue, per cominciare. { e dicendo questo, con aria complice le indica il cielo } Sto per porti un’altra domanda, Nyule, e dopo la risposta che mi darai, a prescindere da quale essa sia, sarai libera di mutare e riacquistare la tua forma alata. { le lascia il tempo di comprendere e poi, tornando seria, le pone il quesito finale } Basta sangue e sacrifici. La Dea ti ha scelta, vuole che tu divenga Sacerdotessa del Meriggio. Ma tu accetti? Tu scegli la Dea, ora? { sorride. Non è una prova, questa. Può accettare o rifiutare. Sarà libera in entrambi i casi. }

NYULE [ giardini interni - forma elfica] Il racconto di Hagall e la vista sfuggevole di quella caviglia tanto magra fanno tenerezza. Per un istante l'iniziata torna a vedere la sacerdotessa come una bambina, ignara di cosa volesse dire essere donna e inconsapevole di cosa volesse dire essere sacerdotessa di Avalon. Le sorride lievemente, mentre incasella nella memoria quell'immagine, e solleva gli occhi al cielo. Il suo. ''Può essere che tu abbia assolutamente ragione, o che tu ne abbia solo in parte'', commenta seria. ''Ma, in entrambi i casi, il tempo ti darà la possibilità di provarlo.'' Libertà. Una parola che, mai come ora, risuona forte del suo significato più profondo. Che sia davvero tempo di cambiare le cose? Che sia davvero giunto il momento per togliere alla dea le responsabilità che, effettivamente, non le appartengono? La dragonessa non ha risposte a queste domande, ma un giorno le avrà certamente. Ad una domanda, però, la risposta non le manca. ''Hagall, mia signora, non ho mai avuto dubbi a riguardo. E se Lei mi ha concesso l'onore di scegliermi, tanto tempo fa, oggi io non posso che ripagarla con una rinnovata promessa. Io l'ho già scelta. Io l'ho già accettata. Io le ho donato la mia vita. E ora lo faccio di nuovo. Sì, sorella, io la accetto. Che Cerridwen alimenti il mio fuoco, se questo è il suo volere.'' Non c'è spazio per perdite di controllo. Non ci sono lacrime e risa questa volta. Solo una sensazione di sete che va soddisfatta e che la dragonessa prova a placare[//mutaforma 1/2]. Comunque vadano le cose, presto sarà libera in quel cielo. Un luogo per le stelle. E per i draghi.

Nyule risponde ed Hagall annuisce. Si avvicina a lei così tanto da sentirle addosso l’odore degli incensi del Tempio e degli unguenti usati per alleviare la sua degenza. Con le mani le raccoglie le spalle minute, così magre da far male al cuore, e delicatamente le va a baciare la stella grezza che ha sopra gli occhi. A quel punto un refolo di vento, più forte degli altri, raggiunge entrambe. Il cielo è sereno, le stelle numerose e la sera quieta e fresca. Ed è nell’istante esatto in cui le labbra dell’africana lasciano la fronte dell’elfa, che la stella di quest’ultima smette d’essere incolore. Ora è di un rosso rubino che, per un brevissimo istante, le concederà di sentire un piacevole calore sprigionarsi e avvolgere tutto il suo corpo, rinvigorendolo. Davanti a lei la Somma Stella arretra di qualche passo, spalancando le braccia per invitarla ad approfittare dello spazio a disposizione e mutare nella forma dorata. Non ci sono catene. Nessuna. Nyule è libera di volare e di farlo con il fuoco di Cerridwen nel cuore. Hagall le sorride fiera e con l’aria di chi è onorata di poter condividere con lei un momento così importante. Il vento avvolge la neo Sacerdotessa del Meriggio e continuerà a farlo finché le sue braccia non saranno divenute ali. Poi con lei si solleverà oltre l’orizzonte chiamandola per nome ed accompagnandola in volo.

[ Ultima azione Nyule e poi GdR End ]




NYULE [ giardini interni - forma elfica>FD] Quell'attimo così breve ha in sé l'immensità dell'universo. L'eternità dell'infinito. Le labbra di Hagall bruciano sulla fronte dell'iniziata e fanno da tramite per l'energia divina che si incanala nel suo corpo. I draghi d'oro sono immuni al fuoco, ne avvertono appena il calore, eppure la sensazione che la avvolge in questo momento è proprio quella che proverebbe un uomo circondato dalle fiamme più roventi. Quell'energia, tuttavia, non provoca dolore. Anzi, tutto il contrario. L'iniziata si sente rinvigorita, colma di energie, dimentica della debolezza provata durante la malattia. Sente dentro di sé una forza che mai ha provato prima. E non è la forza dei muscoli. No. E' qualcosa che va oltre il fisico e il materiale. La dea, che fin ora è stata solo attorno a lei, ora è dentro di lei. E l'iniziata, ora sacerdotessa, può finalmente comprendere a pieno la verità. Quella che le è sfuggita per tanto tempo. Quando la stella si riempie di rosso, il corpo di elfa viene avvolto da una luce intensa che nasconde le esili forme per mostrare al loro posto, dopo un lampo abbacinante, quelle di un immenso drago d'oro [//mutaforma 2/2]. Le ali si sollevano, allargandosi al massimo della loro estensione e il lungo collo si solleva verso il cielo. La dragonessa ruggisce e l'eco della sua voce si espande dal tempio per tutta l'isola, a sigillare l'importanza di quel momento. Poi, dalle fauci aperte, una colonna di fuoco si solleva verso le stelle. E' imponente e, sebbene bruci per solo pochi secondi, riesce ad illuminare a giorno la scena. Il tempo necessario perché il drago sbatta le ali e si sollevi dal suolo. Via, in volo, come non faceva da troppo tempo e come non smetterà più di fare. **Grazie** Un sussurro fugace, sincero e sentito, risuona nella mente di Hagall, prima che la dragonessa d'oro sparisca nell'oscurità della notte.



 


15/03/2015 12:41
 
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Pensavo che, nel caso Erebo non riuscisse a decidere, ci si potrebbe affidare ad un tiro di dadi.

Per esempio: da 0 a 50 ricorda, da 51 a 100 no.

Nel secondo caso però bisogna trovare il modo di giustificare le cose che le ha mostrato Nyule.


 


17/03/2015 13:52
 
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La maledizione è strettamente Legata alla perdita di memoria di Hagall, tanto che (cito responso)


"Quando cadrà la maledizione allora anche Hagall riacquisterà la memoria"



Questa cosa che fa Nyule in qualche modo affievolisce tutte e due le cose:

riporta a galla la memoria
rende più fragile la maledizione

Come non dirò.

Hagall ricorda Solo ciò che provava per Gildor. Sa che lo amava. Ma non ha ricordi di alcun genere di lui oltre quello mostrato da Nyule.
Ciò causerà una certa confusione nel pg, è ovvio.
Future scelte stanno a lei [SM=g27811]
17/03/2015 14:06
 
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Ok, grazie [SM=g27811]


 


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