Non ho partecipato per svariati motivi, comprese delle motivate riserve su organizzatori e partecipanti.
Ho però esaminato il link con l'intervento di Luigi, e mi sembrano opportune alcune considerazioni.
Partiamo senz'altro dagli aspetti positivi: in tutta franchezza, le osservazioni di Metrogenova non sono mai state così pertinenti, azzeccate e sincere: vengono riportati senza "cautele diplomatiche" i dati sulla contrazione del servizio di AMT, vengono riconosciuti i limiti della politica trasportistica genovese da vent'anni a questa parte, si pone il dito nella piaga della mancanza di pianificazione nello sviluppo della metro (soprattutto)e dei mezzi elettrici.
La tabella ssull'evoluzione dei livelli di servizio dovrebbe rappresentare per ciascuno motivo di preoccupazione: il numero di corse è calato
mediamente (i dati considerano tutti i servizi, dalle linee ultraperiferiche agli impianti speciali)del 27% nel ventennio 93/13, e
del 14% nel solo triennio 10/13. Significa, in altre parole che
negli ultimi tre anni, in termini percentuali, abbiamo perso oltre la metà delle corse perdute nell'ultimo ventennio (!!)
Valori analoghi per le percorrenze (-30% 93/13, -14% 10/13) e soprattutto per il traffico (-19% 93/13, -11% 10/13).
Veniamo agli aspetti che mi suscitano qualche perplessità.
Primo, siamo sicuri che i dati forniti dal Comune sulla ripartizione modale siano attendibili? No, perchè a fine anni '90 gli stessi dati davano il 41% di utilizzo del TPL, una paio d'anni fa (2011) siamo sul 44%. Visto che l'offerta, come si è argomentato sopra non è certo cresciuta, è credibile che lo share modale del TPL sia cresciuto di tre punti?
Secondo: la potenzialità teorica della metro di 18000 passeggeri/h per direzione di marcia è
moooolto teorica. Significherebbe un treno ogni 90 secondi, oltre 500 mila passeggeri al giorno...con 7 km di linea e i convogli che abbiamo/avremo? Ragazzi, non scherziamo, e una domanda così chi la crea?
Terzo: si dovrebbe cominciare a ragionare seriamente su espressioni da manuale di fantaeconomia come "il miglior servizio al costo più basso", che è semplicemente un ossimoro, o in parole più semplici, un controsenso.
Quarto ma non ultimo: il contesto in cui certi argomenti sono stati sviluppati. Passi la
par condicio, passi che , come ho già avuto modo di precisare, Musso mi sembra una brava persona ed è anche competente. Non mi piace il suo entourage industrial-finanziario, con la consueta retorica del
fare , e ancor meno gente come Carlo Stagnaro, dell'Istituto Bruno Leoni che, per chi non lo sapesse, è un'emanazione dei più radicali think-tank ultraliberisti ed ultraconservatori statunitensi. A gente così (una delle loro pubblicazioni si intitola "Privatizzare anche il chiaro di luna", e non è uno scherzo)parlare di servizio pubblico è come parlare di castità a Rocco Siffredi.
Poi, per carità, partecipare è lecito e magari pure auspicabile. Però....
[Modificato da Trammax 02/04/2014 11:05]