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Come riconosci l'uomo violento?

Ultimo Aggiornamento: 19/04/2012 01:54
22/10/2007 03:27
 
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Questo è un compito che spetta a voi,

da cosa riconoscere un uomo violento. Spesso si cela dietro l'immagine della persona accondiscendente, che quasi non ti lascia il respiro per tutte le attenzioni che ti dona.

Ma vediamo quali sono gli indici che li accomunano: le parole che utilizzano, il comportamento che assumono fuori e dentro quando rimanete soli, come conducono la loro vita sociale e in che misura collaborano in casa, cercando dalle vostre indicazioni di realizzare un identichit dell'uomo violento.

Questo non è un gioco, serve perchè molte volte, leggendo storie di violenze siano esse fisiche che psicologiche, si tende sempre a giustificare un eventuale comportamento anomalo nella propria casa al fine di proteggere la nostra "apparente tranquillità esistenziale"

Può, senzaltro, aiutare ogni donna realizzare l'archetipo dell'uomo violento, in termini di maltrattamenti fisici e di offese verbali.

A voi la parola...
23/10/2007 19:17
 
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NON lo riconosco
Cara Ines, grazie, che bella domanda ci hai fatto.
Non so per le altre, ma , così, a caldo, mi viene da risponderti che il mio problema principale è soprattutto quello di NON riconoscere la violenza, di non riuscire a identificarla ma di tendere a giustificarla, a colpevolizzarmi...
Forse una caratteristica degli uomini violenti è quella di saper "fiutare" le nostre fragilità (in termini di carenze di autostima, senso di inadeguatezza, facilità ai sensi di colpa...) e a innescare su di esse le sue stretegie di prepotenza, di controllo e di distruzione dell'identità.
Questo in termini generali: poi, poichè ogni persona ha le sue fragilità, i suoi punti deboli, sono diverse le manovre di "aggancio" e di manipolazione.
Qualche tempo fa, una mia amica mi ha raccontato che il marito le ha detto che poichè lei ha il seno piccolo voleva fare un regalo a se' stesso e pagarle l'operazione al seno per ingrandirlo. Non è anche questa una violenza?
Ciao a tutti,
Lilli
23/10/2007 20:41
 
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Ciao Ines,
sono d'accordo con Lilli, non è sempre facile riconoscerli, sanno fiutare perfettamente la preda , per poi appropriarsene.
Sono certamente molto bravi a fingere, a far passare ciò che fanno per amore,a farti credere che tu sei quella che sbaglia,forsecome ho detto già in alcuni miei interventi farti passare dalle stelle alle stalle in men che non si dica, a farti credere che tutto o per la magior parte delle cose che fai sono sbagliate e che se ottieni qualcosa di buono è per loro merito.Mentre da tu senza di lui sei nulla.


Un abbraccio
23/10/2007 21:43
 
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l'uomo violento fa della donna un proprio oggetto di possesso..le entra dentro come un "cancro",all'inizio è silente,non da segni,agisce nel silenzio con l'apparente paravento di amore,di buoni propositi,intanto la intacca nelle parti più vitali...comincia a disgregarla dai suoi punti più nascosti,la rosicchia piano piano e quando lei comincia ad avere i primi campanelli d'allarme,le metastasi hanno già cominciato a distruggere ogni pilastro fondamentale di sè stessa..l'autostima,la sicurezza,e coltivato al loro posto la paura,il terrore..questi due sentimenti continuano il lavoro che lui ha cominciato rendendo la donna sempre più insicura e quel che è peggio totalmente dipendente da quell'uomo e cosi il cerchio si chiude..egli ora ha nelle mani un "robot" pronto ad obbedirgli solo e soltanto per paura è riuscito a raderle al suolo la personalità e a fare dentro alla donna il vuoto che verrà riempito giorno dopo giorno da sentimenti e sensi di colpa che lui si prodigherà a mantenere vivi come il senso di inferiorità,di sporcizia,di colpevolezza e finchè questo cerchio non verrà spezzato quella donna continuerà a "giocare" alla roulette russa dove però a pagare con la vita è solo lei...
un uomo che ama dovrebbe offrire alla donna che gli sta accanto un abbraccio sicuro dove poter sbocciare e crescere per quella che è,fare un cammino con lei tenendola per mano...i campanelli di allarme ci sono ma noi siamo disposte a vederli nel momento in cui ci innamoriamo?se non amiamo noi stesse,non sapremo sentire quei campanelli d'allarme,ma diffidate di qualunque uomo che vi chieda di essere ciò che non siete per amore suo,evitate di cedere sempre per amore,diffidate anche di chi è ossessivo nelle attenzioni anche se in apparenza gentili,negli eccessi c'è sempre qualcosa di sbagliato...l'amore dona e non chiede nulla in cambio tutto il resto sono solo specchietti per le allodole...
Micol..
24/10/2007 01:42
 
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Grazie a ciascuna di voi per il proprio intervento: sì, l'uomo violento non è facile da individuare e forse, come dicono Lilli e Marylv, fiuta le sue vittime, scegliendo le prede più fragili.
Ma ATTENZIONE!!! ha ben detto Micol quando ha parlato di campanellini: sono racchiuse nelle sue parole le caratteristiche dell'uomo violento:
un uomo che impone e non propone, che chiede e non dona, che imprigiona la tua essenza e non la fa fiorire, che ti svalorizza invece di acclamarti, che critica i tuoi sogni invece di condividerli...

GRAZIE...
24/10/2007 07:30
 
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E' vero, ciò che ha scritto Micol i campanellini d'allarme ci sono e non siamo disposte a vederli quando ci si innamora, quando però ci si accorge che questi campanellini sono segnali ben evidenti, sei già dipendente da lui, già ti ha reso insicura ti ha già privato di te stessa.
Solitamante è un'uomo che con le persone ci sa fare, è furbo, spesso in presenza degli altri ti circonda di attenzioni, anche criticandoti, ma non da a vedere ciò che in realtà accade dentro le 4 mura.
La collaborazione in casa è quasi del tutto inestistente, è compito della donna svolgere tutto, se lui collabora lo fa per sminuirti e farti sembrare che ciò che fa lui è meglio di quanto faccia tu.

Ti rende responsabile di qualcunque cosa accada, dal benessere dei figli,dall educazione che tu cerchi di dargli; dalle spese domestiche,spesso controllate perchè non si fida di te,controlla chi frequenti, e critica chiunque entri in contatto con te, ti allontana dalle tue amicizie del passato e spesso dalla tua famiglia di origine.

Ti fa credere che chiunque voglia farti del male, mentre lui è li a proteggerti e a consigliarti.

Cerca di farsi perdonare spesso dei suoi atteggiamenti di rabbia, dicendoti che lo fa per il tuo bene, che sei tu che te le vai a cercare non comportandoti bene, che lui sarebbe diverso se tu fossi diversa e più buona con lui.

Mette in dubbio l amore che tu provi per lui, che sei tu a comportarti male, perchè lui ti ama.

Che è solo di lui che devi fidarti, nessuno oltre a lui renderebbe una come te, e tu devi essergliene grata.

Speso ti dicono che sei pazza.

Sono piccoli dettagli ch ogni tanto mi vengono in mente, ce ne sarebbero molti altri, ma è come ripercorrere la strada ancora una volta, sono dei flash di ricordi che sto cercando di allontanare, ma che servono come spia per non ripetere gli stessi errori.

Sono molto bravi a piangere a chiedere perdono, Lilli lo sa perfettamente, per tenderti trappole, per destabilizzarti ulteriormente, per prenderti quel poco che forse ti è rimasto.


Un abbraccio





24/10/2007 09:51
 
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Ciao Ines e ciao a tutte,
la domanda e le risposte che avete dato mi hanno fatto molto pensare. Tanto più che pensando a me credo che si potrebbe parlare di imparare a riconoscere la persona violenta e non solo l'uomo violento.
O per lo meno imparare a difendere se stesse dai comportamenti violenti.
Ci ho riflettuto molto e, anche se la mia è forse una storia un po' diversa dalle altre, penso che, al di là dei maltrattamenti fisici, degli insulti, delle minacce che ognuno di noi ha avuto la sfortuna di subire in modo più o meno intenso, per quanto mi riguarda è sopruso soprattutto l'alimentare in una persona un senso (fasullo) di dipendenza, il farle credere che da sola è una nullità e non potrà mai reggersi in piedi con le proprie gambe.
Tutti i giorni noi ci diciamo che non è vero: lo sappiamo, lo sa la nostra "ragione", la nostra parte pensante. Credo però che occorra convincerne anche la "bambina" che è in noi, che ha interiorizzato questo senso di paura e ne ha fatto il suo sentimento dominante. Credo che questo sia un lavoro faticoso, lungo e paziente. Credo che faccia parte della psicoterapia, ma anche dell'autoterapia che ognuno di noi deve cercare di farsi, anche se non è facile trovarne i modi.
Voi che ne pensate?
Un abbraccio.
p
24/10/2007 11:52
 
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Tutti i giorni noi ci diciamo che non è vero: lo sappiamo, lo sa la nostra "ragione", la nostra parte pensante. Credo però che occorra convincerne anche la "bambina" che è in noi, che ha interiorizzato questo senso di paura e ne ha fatto il suo sentimento dominante. Credo che questo sia un lavoro faticoso, lungo e paziente. Credo che faccia parte della psicoterapia, ma anche dell'autoterapia che ognuno di noi deve cercare di farsi, anche se non è facile trovarne i modi.



Sono daccordo con te Paola...

La violenza spesso non arriva subito se non ciclicamente e gradualmente, questa è la grande prima difficoltà che ha la donna di comprendere che si trova di fronte a un partner violento.

Avete tutte sperimentato il primo ciclo che si verifica mediante critiche, osservazioni sprezzanti e forme lievi di violenza fisica. L’individuo violento comunica insoddisfazione, ma è relativamente controllato. Qual'è la risposta della donna all'insorgenza di questi primi segni? Cerca di compiacerlo, nella speranza di calmarlo. È convinta che, se si comporta proprio nel modo giusto, potrà controllarne l’ostilità ed evitare di irritarlo ulteriormente.
Insomma la donna si rende conto che qualcosa non va... però pensa che possa "curare" questo suo atteggiamento/carattere violento.
La tattica usata dalla donna può avere successo per un certo periodo, col risultato paradossale e sfortunato che la vittima arriva a ritenersi personalmente responsabile dell’umore e del comportamento del violento... "se mio marito si è calmato sono io che devo modificare il mio modo di vivere" Allora si è entrati già nella seconda fase, quelle che è l'anticamera del silenzio, della distruzione della propria dignità di donna.
Tutti voi avete sperimentato la manifestazione evidente di rimorso da parte del vostro partner, che promette che quanto accaduto non si ripeterà più. Voi vi siete illuse che questo sia un nuovo inizio e vi convincete di dover restare nel rapporto per “farlo funzionare”.
Allora il ciclo si ripete, la violenza diventa maggiore e più subdola e grave, le scuse pian piano cesseranno e il vostro partner assumerà una dominanza sempre maggiore nei vostri confronti e voi non tenderete più a ricercare il suo perdono ma vi abbandonerete al suo controllo, perdendo la vostra autostima...
In questo stato di sofferenza, di alienazione, di silenzio e di demoralizzazione, la donna tipicamente trova difficile uscire dalla relazione violenta, anche se ha i mezzi e l’opportunità per farlo.

Allora ecco che non è difficile riconoscere l'uomo violento, deve partire da voi stesse la consapevolezza che quell'inizio tale deve rimanere e che non può, non deve convivere con voi!

Un abbraccio a tutte
Gae


25/10/2007 11:19
 
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Oppressivo e assente
Cara Ines,
ripenso ad alcue cose che hai indicato nel tuo post: l'uomo violento è spesso una persona che non ti lascia respiro per tutte le attenzioni che ti dona.
Non so se fa parte solo della mia esperienza, ma io credo che queste attenzioni siano soprattutto:
1) non richieste;
2) molto "di apparenza": ovvero, gesti eclatanti, sbandierati come atti di amore, passione, disponibilità - "grandi gesti" rumorosi e occasionali, a fronte di una quotidianità segnata dall'assenza e dalla fuga.
Un comportamento contraddittorio ed una assenza oppressiva, perchè pendeva sempre sulla mia testa il terrore delle sue critiche ed esplosioni di rabbia, ma anche perchè dietro queste critiche e esplosioni c'era sempre il riferimento al fatto che "lui" faceva tante cose per me, ed io?
Lui mi amava, lui me lo dimostrava, ed io?
Neanche fargli trovare le cose a puntino come piacevano a lui?
Ti ripeto, forse è la mia esperienza personale.
Ma di mio marito ricordo benissimo i fasci di rose, i regali splendidi, le poesie che mi scriveva, l'avermi regalato a sorpresa un viaggio esotico, il fatto che quando avevamo ospiti cucinasse davanti a tutti piatti elaborati...ma poi, nella quotidianità, quando eravamo soli io e lui, tornava a casa, si spogliava lasciando i vestiti in giro per casa e poi criticava il "mio" disordine, si arrabbiava se il piatto non era in tavola esattamente nel momento in cui lui aveva finito di spogliarsi (questo lo faceva letteralmente andare in bestia), si immusoniva se avevo prepatato qualcosa che non gli piaceva, mettendo via il piatto con un gesto sgarbato, poi si buttava a letto senza degnarmi di uno sguardo o di una parola...
E questi silenzi ostili erano la nostra "ordinaria amministrazione", poi se c'erano decisioni da prendere (anche banali), momenti di tensione, intrusioni della sua famiglia, ecco che il silenzio immusonito diventava una raffica di insulti, minacce e offese, con qualche scapaccione se reagivo senza abbassare la testa.
Perchè lui era quello che si impegnava, lui era quello che ci metteva l'anima nel nsotro matrimonio ed io, con la mia inettitudine, la mia incapacità di cogliere al volo i suoi ordini prima ancora che me li dicesse, io ero quella che lo faceva arrabbiare, io con la mia fragilità ero "una pietra al collo" rispetto alla sua voglia di godersi la vita...
E tuto questo, mentre lo scrivo, mi sembra perfettamente vero: che quella sbagliata ero e resto io.
Ciao a tutti,
L.
25/10/2007 11:58
 
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No, Cara Lilli,
non fa parte della solo tua esperienza personale, credo che sia una cosa comune a molti uomini violenti.
Leggendoti mi sembra la stessa storia, lo stesso uomo.


Un abbraccio
25/10/2007 14:28
 
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Ciao tutti!
anche mio problema è di non riconoscere...
se guardo dal esterno...persona comune,sembra buonaciola,disponibile...indagine piu detagliata:disponibile-serve sequire le sue indicazioni se no,attegiamento cambia,non solo con me,anche nelle amicizie...da brava persona diventi peggiore,io sono di casa,cmq.sua a me si puo dire anche in facia...altri dietro spale,nei racconti diventano peggiori...cosi posso cmq.osservare quando male puo fare una persona che sparla.
Campanelini,si,sicuramente ci sono...quando al parere diverso ricevi silenzio o grida...una parola che mi è rimasta di una cosa che ha scrito Gae:"dialoghi da costruire"...questi non esistono.
Forse riesco descrivere con una frase che un po mi divertiva primi tempi perche la vedevo un paradosso lampante...però ora comprendo che cosi dovrebbe funzionare.Spesso a chiedermi di fare qualche cosa di lavoro sentivo:"sai che cosa vuoi fare!?"non era domanda poi sequiva quello che dovevo fare...dovrebbe essere lui a dire cosa voglio fare...
Come dice Lilli-opresivo asente...ogni tanto mi mancano parole giuste per descrivere,ma qui lo dite voi anche per me...
Un abbracio a tutti
[Modificato da potucek 25/10/2007 14:32]
26/10/2007 11:24
 
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Tosti con i mosci e mosci con i tosti
Ciao, grazie Mary per il tuo messaggio, come al solito siamo sulla stessa lungezza d'onda.
Vorrei riflettere sulle cose che, con la sotlita immediatezza, Potucek ci ha ricordato: certi comportamenti non sono rivolti solo a noi, ma anche ad altre persone.
Mio marito è un uomo che non ha amici.
Per me, l'amicizia è una relazione profonda, assolutamente paritaria e basata sulla sincerità e sulla lealtà. Queste relazioni sono assenti dalla vita di mio marito.
Perchè non reggono: la sua ipocrisia può ingannare per un po', ma poi, se una persona non è costretta a subirlo per un rapporto di dipendenza o di paura ed ha un minimo di cervello, ne coglie subito l'arroganza e la falsità e si allontana.
Frequenta delle persone che lo conoscono poco (amicizie di lavoro), oppure gli devono qualcosa, dipendono da lui in qualche modo (è una persona che ha un ruolo sociale di un certo rilievo) o dalle quali lui dipende (è dunque costretto a frequentarle).
Le sue uniche relazioni forti sono con i suoi parenti.
Ma, anche qui, non si tratta di relazioni paritarie ma di relazioni di potere/sottomissione: mio marito obbedisce ancora agli ordini di suo padre, così come invece l'ho sentito fare dei rimproveri in tono autoritario, da "padre-padrone", ad altri componenti della sua famiglia, in situazioni del tutto fuori luogo.
Quando l'ho conosciuto, mio marito mi raccontò di aver "fatto piangere" sua madre. Perchè gli "aveva dato sui nervi" per le sue manifestazioni di affetto. Poichè viveva, in quel periodo, un momento di sconforto, l'ho giustificato, anche se mi è sempre rimasto in mente il suo tono di arroganza: come a dire, "io non rispetto nemmeno mia madre".
In realtà, non è sua madre che lui non rispetta, ma le persone che, di volta in volta, assumono un ruolo dolce, subordinato, dipendente.
Infatti, quando ci siamo poi sposati e sua madre ha iniziato a intromettersi pesantemente nella nostra vita coniugale (non attraverso mio marito, ma attraverso me), mio marito non ha reagito anzi, ha abbassato la testa e si è sempre schierato dalla parte di sua madre, che ora assumeva un ruolo di potere.
Racconto queste cose personali perchè penso che forse se ne possono trarre conclusioni generali: al mio paese si dice (dei vigliacchi), che sono "tosti con i mosci e mosci con i tosti".
Credo che questo sia un aspetto non irrilevante del carattere dell'uomo violento.
Qualche tempo fa, il mio macellaio (adesso siamo alle citazioni colte), mi ha raccontato che, dopo un tamponamento, un tale ha aggredito verbalmente sua moglie. Il mio macellaio passava per caso di là ed è intervenuto con molta veemenza.
Poichè so che vive in una gran brutta zona, ho commentato che ha rischiato di finire male, ma lui mi ha risposto che sapeva benissimo invece di non rischiare nulla, perchè un uomo che se la prende con una donna non è che un vigliacco e infatti il tizio in questione se n'è andato con la coda tra le gambe.
Da questo possiamo trarre anche noi una morale pratica, che poi è quella che nei centri antiviolenza si cerca sempre di portare avanti: abbassare la testa di fronte alla violenza, mostrare la nostra fragilità e la nostra paura, ringalluzzisce questi vigliacchi, mentre dobbiamo imparare (con fatica) a rispondere sempre con un comprotamento non certo aggressivo (cosa che, a volte, ci riesce nell'esasperazione e poi può essere usata contro di noi, soprattutto per alimentare quei famosi sensi di colpa!) ma dobbiamo imparare ad avere un comportamento ASSERTIVO.
Lo dico - ovviamente - prima di tutto a me stessa.
Ciao, vi abbraccio,
L.
26/10/2007 15:37
 
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Cara Lilli il tuo discorso è giusto e saggio.
Mi auguro che ciascuna di voi, anche attraverso questo pseudo gioco dell'identichit sull'uomo violento, possa acquisire maggiore consapevolezza sul ruolo che spesso costoro pretendono di assumere nella vostra vita: come se gli fosse dovuta qualunque richiesta a voi fatta, qualunque potere decisionale.

Quello che vorrei accadesse è togliere quel senso di responsabilità, quasi colpa, che si insinua nelle vostri menti relativo alla violenza subita.
Non sono autorizzati a manipolarvi a loro piacimento. Il dono forse più bello che abbiamo a questo mondo è la LIBERTA': come si può accettare che qualcuno ce la porti via.
E nello stesso momento in cui sentiamo che ciò viene a noi meno, è allora che il primo campanellino d'allarme si deve far sentire.

Non buttate un solo giorno della vostra vita per chi non merita, vogliatevi più bene, prendetevi principalemte cura di voi stesse, non consentendo a nessuno di rapire la vostra essenza vitale, il vostro essere, la vostra vita...




25/08/2008 08:22
 
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Il mio identikit:
Nelle relazioni sociali al di fuori della famiglia, lui e' affabile, gentile, premuroso, tiene banco, e' al centro dell'attenzione in un gruppo di amici e parenti, lui fa divertire tutti con le sue battute e gli scherzi, spesso nelle sue battute scherzose appaiono allusioni e denigrazioni verso la compagna, per sminuirla agli occhi dei presenti, ma in snso di battuta di scherzo cosi'che nessuno dei presenti percepisce ma solo lei. Ma quando gli amici se ne vanno arrivano le critiche su di loro...

Nessun amica/amico parente di lei e' degno della sua amicizia, cerca di evitare che lei si trovi sola con loro , lui e' sempre presente.
La spesa la fa' lui o insieme ma e' sempre lui che decide cosa acquaistare ed e' meglio per la famiglia, anche se chiede il tuo parere alla fine si compre cio che va bene a lui se sei concorde bene altrimenti amen...
Il violento cerca di cambiarti, e di importi il suo modo di pensare, di mangiare, di vestire, ecc. criticando cio che fai o cio che ti e' stato insegnato in famiglia.
Il violento parla molto a raffica ti umbriaca di parole per convincerti che hai torto per farti sentire in colpa, qualsiasi cosa succeda la colpevole sei tu, anche delle sue ire,anche solo perche avevi il muso lui povero e' esploso perche non sopporta vederti cosi!

Queste sono alcune delle cose che mi vengono in mente.
Comunque la caratteristica principale nel mio caso e' che nessuno si sarebbe mai immaginato che lui fosse cosi e' troppo simpatico agli occhi degli amici e conoscenti...
21/09/2008 02:16
 
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L uomo violento
Io non posso esprimermi per quanto riguarda l'uomo che usa violenza fisica (a parte qualche schiaffo sporadico) ma dopo anni ho capito che mio marito usa violenza psicologico. Io lo descriverei così:

- Immensamente dolce e comprensivo i primi anni ma facile a far arrabbiare.

- Appassionato e geloso. (se rido con altri gli da fastidio, controlla scollature etc)

- EGO - I discorsi si devono ruotare intorno a lui per renderlo contento. Si dovrebbe parlare di questi argumenti, lui, sua madre, sua famiglia, suo paese di origine oppure politica o religione. Chiaramente è meglio evitare questi argumenti se si ha opinioni diversi da lui. E capace di litigare anche con persone fuori casa.

- Maniaco/fobico. E maniaco della pulizia, sopratutto orale. Bisogna quindi sempre lavare le mani, maniglie, rubinetti etc.

- Sospettoso. Pensa spesso male degli altri e qualche volta devo anticipare i suoi pensieri. Se parlo con una persona in sua presenza non mi posso far vedere troppo interessata o allegra altrimenti diventa geloso o sospettoso. Crede spesso che le persone gli dicono bugie. Fruga negli armadi.

- Permaloso. Non si può dire niente di negativo di lui.

- Agressivo. Si arrabbia per qualsiasi cosa: se una figlia piange, se sbatte una porta.

- Attaccato ai soldi/tirchio. Ecco; questo è qualcosa che gli è venuto negli ultimi anni. Prima era molto generoso, ora compra molte cose che costano poco ma che non servono a niente. Non da mai soldi alle figlie neanche per una merenda. Compra invece apparecchi technologici di valori abbastanza alti e dice che la madre gli da i soldi. Compra anche vestiti e scarpe per se.

- Fanatico. Trovo che sia diventato abbastanza fanatico ultimamente. Si specchia dovunque ma pensa che non si nota. Compra spesso vestiti e gli piace cambiarli anche più volte nella stessa giornata.
[Modificato da anna64. 21/09/2008 02:20]
14/01/2009 16:32
 
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rileggendo
Rileggendo vedo che ci sono molte cose in comune con la mia storia.
1. All'inizio era meraviglioso. Sempre presente: almeno tre, quattro messaggi al giorno, due telefonate fisse sempre.
2. si è fatto in quattro per me - almeno così diceva - ma i risultati sono stati nulli... (io faccio la fotografa, ho fatto molte mostre, lui me ne ha organizzata una: in un posto orrendo, dove non passava nessuno). Quando ho provato a dire che non era stato scelto un bel posto l'ha presa come affronto personale...
3. tirchio, sì. Estremamente tirchio ed attaccato ai soldi. Salvo buttarli dalla finestra per le sue cose.
4. Raccontava bugie ai suoi figli. Anziché scusarsi, inventava di non aver potuto comprare la tal cosa perché... aveva forato, c'era un ingorgo. Io seduta in auto vicina sapevo che non era vero.
5. Beveva. Sempre. Ogni giorno l'aperitivo era un appuntamento fisso. se entravamo in un bar non chiedeva il caffé, ma un bicchiere di bianco. A qualsiasi ora del giorno, anche al mattino.
6. La sua casa era un disastro di sporcizia e di incuria.
7. quando sono andata ad abitare da lui è scomparsa la donna delle pulizie...
8. Doveva sempre fare il simpatico con tutti e mi redarguiva se trattavo male un/una suo/a amica/o
9. Mi metteva sempre a confronto con le altre. Spesso invitava sue ex con cui diceva essere rimasto amico. E sapendo che io pativo quelle situazioni.
Adesso so che il primo che mi manca di rispetto (anche solo arrivare in ritardo senza avvisare) è da scartare a priori. Bisogna tenere gli occhi aperti e ripetere a sé stesse: mai più. Mai più!
08/11/2011 14:56
 
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"oppressivo assente" è vero!!!si è cosi,non ho mai trovato le parole esatte brava lilli.Lui mentre mi ricopre di messaggi assillanti chiamate,anonime e non,attenzioni ossessive ecc poi mi ignora,magari quando smette di parlarmi perchè io sbaglio qualcosa e lo faccio innervosire,se oso parlare con amici ecc..sparisce per giornate intere durante le quali io invece lo cerco gli mando mess e gli chiedo cos'abbia e magari quando si rifa vivo sapete che dice?"tu non mi mandi mai messaggi non mi chiami non mi cerchi"..IO????a volte mi chiedo se lo fa apposta..forse anche questo mi ha tenuta tanto tempo legata,la domanda senza risposta "perchè fa cosi?".mio cugino mi risponde sempre "con i pazzi non puoi usare il ragionamento perchè appunto son pazzi non li si puo capire nei comportamenti" scherzandoci anche su ma a me tutte queste domande assillano
08/11/2011 15:01
 
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Re: rileggendo
tina_63, 14/01/2009 16.32:


9. Mi metteva sempre a confronto con le altre. Spesso invitava sue ex con cui diceva essere rimasto amico. E sapendo che io pativo quelle situazioni.



Tina mi trovo anche io in questi punti.Mi mette sempre in discussione con le altre,ad esempio guarda delle tipe passare e magari sono piu "accollate "di me e mi chiede perchè non mi vesto cosi.Ad esempio giorni fa passo' una ragazza con un cappotto lungo e disse "vedi?perchè non ti metti anche tu un cappotto cosi?che almeno ti copre il sedere..non lo fai perchè vuoi essere guardata?vuoi essere guardata di la verita'" mi deve far sempre sentire una poco di buono in tutto...
19/04/2012 01:54
 
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Registrato il: 19/04/2012
Sesso: Femminile
Utente Junior
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Voglio ringraziarvi
Sono approdata in questo forum tramite ricerche su internet, mentre cercavo risposte alle mie domande e mentre cercavo di capire se fossi normale e quale fosse il mio problema...
...beh, è da un bel pò di tempo che leggo tante testimonianze di donne che vivono / hanno vissuto la mia situazione.
Credevo di essere io... credevo di essere sbagliata io, che fosse il mio carattere a fargli perdere le staffe, a farlo urlare con gli occhi sgranati e le mandibole serrate, a farlo bestemmiare nonostante poi mi imponga di andare a messa la domenica, a minacciarmi..
Non mi ha mai messo le mani addosso. Percui non ho MAI pensato di essere vittima di violenza.
Ma mi stava uccidendo lentamente. Quando ho iniziato ad avere attacchi di panico in mezzo alla strada ho capito che non potevo continuare.
Dopo un anno e mezzo di relazione siamo andati a convivere. Vivevo con lui da un mese. E ho deciso di andare a vivere con lui per non sentirlo urlare, per non sentirmi più dire che ero sbagliata, che non volevo prendermi le mie responsabilità, che ero un'egoista che voleva vivere ancora come una bambina.
"Siamo una coppia, e una coppia vive insieme"
E gli ho dato ragione. Nonostante da un anno ci fossero problemi. Nonostante tanti miei atteggiamenti, comportamenti, ESPRESSIONI DEL VISO, azioni, parole scatenassero in lui esplosioni di rabbia fortissima.
Sapeva che non le tolleravo. Sapeva che non sopportavo le bestemmie. Ma ogni volta, dopo essersi scusato, avere pianto e implorato, ricominciava, ogni volta più forte, con manifestazioni violente verso oggetti. Buttava per terra cose, tirava pugni e calci alle macchine e ai muri. Ma non a me. E quindi non lo ritenevo un "violento"
Con sua madre urlava, bestemmiava e sfogava fisicamente con pugni ai tavoli o calci alle porte ancora più forte, anche se ora penso che fosse solo una mia impressione, dal momento che in quei casi io ero la "spettatrice" (reagiva così con sua madre anche davanti a me, non si poneva problemi anzi, dopo "continuava" a sfogarsi contro di me)

Ho provato la terapia di coppia ma lui ha detto che non poteva permettersela. (nel frattempo però ha acquistato tutta una serie di cose personali e costose, per sentirsi qualcuno: moto, corsi per la memoria, abiti e scarpe di grande firma...)
Ho deciso quindi di uscire di casa, di trovarmi un'altra sistemazione.
E questo grazie alle storie che leggevo qui, e ai consigli che ricevevano da altre donne che avevano vissuto le stesse situazioni. Dopo aver comunicato la mia decisione di spostarmi, che sarebbe dovuta avvenire a maggio, sono cominciati un sacco di problemi e di nuove umiliazioni. Mi rinfacciava (urlandomi in faccia, ovviamente) che "questa mia idea di volere andare a vivere da sola a lui sarebbe costata un bel pò di euro", che stavo scappando e che ero una vigliacca, perchè avremmo dovuto risolvere insieme e sotto lo stesso tetto i nostri problemi e che tutte le coppie li hanno.
Pretendeva di fare sesso con me anche se non mi andava. Quando mi scansavo si arrabbiava tantissimo e temevo seriamente che potesse mettermi le mani addosso. Un paio di volte l'ho fatto lo stesso, per evitare di sentirlo urlare.
Una notte, mentre continuava a rinfacciarmi cose e a dirmi che io avevo un grande difetto: "tu non sai accettare le critiche, tu pensi che tutto quello che dico sia sbagliato e che io sia cattivo" io gli ho detto, con tono lamentoso e a voce bassa "per favore, basta, andiamo a letto"
E' diventato una iena. Mi ha minacciato dicendomi di non azzardarmi mai più a dirgli basta, che io non mi potevo permettere di dire basta a lui e che lui poteva parlare quanto voleva e io dovevo stare zitta.
Io ero sdraiata a letto. eravamo in penombra (solo la luce del bagno era accesa) e ha ripetuto queste frasi di nuovo, vicino a me.
Ero impauritissima. non ho dormito.
Appena si fa giorno scendo dal letto. Avevo la tachicardia. Lui con voce amorevole e dolce mi dice "ma dove vai? rimani a letto a fare l'amore con me".
SONO SCAPPATA. Era qualche giorno prima di pasqua.
Sono scappata e l'ho lasciato per telefono e gli ho detto che avrei preso tutte le mie cose (sapevo che lui era via, quindi potevo farlo senza rischi)
Ho raccolto TUTTE le mie cose e me ne sono andata.
Ora sono passati 10 giorni.
E' durissima.
Non l'ho più sentito.
Ho paura che mi cerchi ma una parte di me desidera che lui ritorni e che capisca che quello che fa è dannoso.
Mi sento male. Pare sia normale, perchè fin'ora a quanto pare ho vissuto una situazione di violenza anch'io, anche se "solo" psicologica.

E vi ringrazio.
Vi ringrazio perchè ogni testimonianza è per me fonte di grande forza.
Sento che questo male passerà, sento che potrò andare avanti nella mia vita. E che quello che adesso penso sia amore passerà.
E che lui è un violento, anche se era in grado di coprirmi di attenzioni che nessun uomo prima mi aveva mai dato.

Spero che queste mie righe possano aiutare qualche donna così come tante donne sono state in grado di aiutare me

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