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Papà di un piccolo angelo di nome Alessandro

Ultimo Aggiornamento: 02/03/2013 12:13
Federico
[Non Registrato]
04/01/2012 17:26
 
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Buonasera a tutti
sono Federico, ho 36 anni, e sono ormai due mesi che il mio piccolo Alessandro ci ha lasciati, senza avere avuto neanche il tempo di nascere e di conoscerci.
Il suo cuoricino, quel piccolo miracolo di vita che aveva iniziato a battere 8 mesi prima, si è fermato improvvisamente, lasciandoci con una manciata di sogni infranti, di speranze tradite.
E' stato un bimbo cercato, voluto, amato fin dal primo istante.
Ricordo ancora il momento in cui ho saputo della sua esistenza.
Ero in aereoporto a New York, di passaggio per San Francisco.
Avevo chiamato mia moglie per dirle che ero atterrato e lei, con il suo silenzio emozionato, mi ha dato la notizia più bella del mondo.
Ricordo di aver sempre pregato Dio, durante quel viaggio, perchè mi facesse tornare sano e salvo a casa, per riabbracciare la mia Laura e la meravigliosa nuova vita che stava crescendo nel suo grembo.
E poi la felicità nel sapere che sarebbe nato un maschietto, in coppia perfetta con la femminuccia di 2 anni e mezzo che già abbiamo.
La scelta immediata del nome, Alessandro, quello che avevamo già selezionato durante la prima gravidanza, messo momentaneamente da parte nell'attesa del bis.
La sua breve vita è stata accompagnata da tutto il nostro amore, e dalle grida della sua sorellina che aveva già imparato il suo nome "Ale". Ogni volta che le chiedevo chi ci fosse nella pancia della mamma, lei rispondeva "Ale, un bimbo vero".
Il destino ha voluto però che non venisse al mondo, che non assaporasse questa vita nemmeno per un istante, che non potesse neppure scorgere, per un solo momento, il viso di chi l'ha aspettato tanto.
Porterò sempre nel mio cuore il nostro primo ed ultimo incontro, quando, dopo il parto, l'ho trovato ad aspettarmi in silenzio, avvolto in un telo verde. Era bellissimo, perfetto, piccino, immobile nel suo sonno senza risveglio, con i pugnetti chiusi, quasi ancora attaccati alla vita, la testina con tanti capelli neri, sopra a due piccoli occhi per sempre chiusi.
Sono rimasto a guardarlo incapace di fare qualsiasi cosa, mentre tutto il peso del dolore, della disperazione, dello sconforto si abbatteva sulle mie spalle.
Poi l'hanno avvolto in un sacchettino di carta bianca, destinazione obitorio.
L'ho rivisto due giorni dopo, vestito di una tutina bianca e azzurra, adagiato in una piccola bara bianca.
Gli ho detto addio, o forse solo arrivederci, e ho tenuto la sua manina nella mia.
Conserverò questo infinito istante nell'anima, sino alla fine dei miei giorni.
Questa è la storia di Alessandro, una delle tante stelline che illuminano il paradiso.
Paolo_67
[Non Registrato]
04/01/2012 23:11
 
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Caro Federico,

ho 44 anni e sono il papa’ di Emma, nata per il cielo il 24 marzo 2006, e di Emanuele, un vivace bimbo di quattro anni e mezzo.
Leggendo le tue parole, dalle quali si capisce quanto sia viva e lancinante la mancanza di questo bimbo tanto desiderato, ho rivissuto tutte le emozioni di sei anni fa.
La nostra Emma era nata viva, ma era subito entrata in crisi respiratoria non appena venne reciso il cordone ombelicale. Dopo tre ore di attesa fuori dal reparto di patologia neonatale, quando il medico di turno mi disse che la nostra piccola non ce l’aveva fatta, mi sentii crollare il mondo addosso. Ed era la seconda volta in poco tempo, pochi mesi prima una triste telefonata mi avevo annunciato che il cuoricino del mio nipotino Matteo si era misteriosamente fermato all’inizio del nono mese di gravidanza, così come il vostro Alessandro.
In questo lungo tempo abbiamo imparato a convivere con la mancanza della nostra piccola, a trasformare il dolore in emozioni meno sconvolgenti, a cogliere tutti i segnali d’amore che Emma ci manda ogni giorno. Bisogna avere pazienza, perché il cammino è molto difficile, prima di riuscire a rompere quella corazza che il dolore costruisce tutto intorno al nostro sentire, e che ci impedisce di cogliere invece l’amore che questi figli speciali portano con se’.
La cosa più importante è realizzare che il vostro piccolo Ale è quotidianamente parte della vostra famiglia, anche se non potrà mai essere un “bimbo vero”, come avreste voluto. Sono figli speciali e bisogna imparare ad amarli in modo diverso.
Succede raramente che, nella coppia di genitori, sia il papà a “farsi avanti” nell’esprimere i sentimenti e le emozioni che contraddistinguono questo periodo terribile nella vita della famiglia (ne è prova l’esiguita’ della sezione del forum a noi riservata). Noi uomini più facilmente neghiamo il dolore, ci chiudiamo in noi stessi o cerchiamo di mitigarlo “facendo altro”.
Credo invece la via migliore sia proprio quella di condividere con la propria compagna tutto questo processo di elaborazione del lutto: il vostro rapporto ne uscira’ rafforzato, e sarete in grado di sorridere più facilmente alla sorellina di Alessandro. E lei ha tanto bisogno di serenità, perché comunque sta vivendo nel suo “mondo di bimba di tre anni” la mancanza di questo fratellino vero, che fino a due mesi fa era nella pancia della mamma.
E non dimenticate mai che non siete soli in questo duro e lungo cammino. In questa piccola piazzetta “virtuale” trovate sempre qualcuno pronto ad ascoltarvi, ed a cercare di esservi di aiuto.

Un abbraccio
Paolo

PS: se ci dici l’iniziale del cognome, Ilaria puo’ aggiungere la stellina di Alessandro nel nostro cielo
Federico
[Non Registrato]
05/01/2012 10:05
 
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Caro Paolo,

Ti ringrazio per la bellissime parole che mi hai regalato, che mi hanno fatto sentire meno solo e che hanno confortato un pò il mio dolore.
Hai perfettamente ragione quando dici che sono di solito le donne a farsi avanti e a raccontate le proprie storie, l'avevo notato anche io scorrendo le varie sezioni di questo sito.
Il fatto è, come hai detto tu, che sono costretto a mantenere un apparente controllo, a mostrarmi agli altri con un immagine di sicurezza, soprattutto in famiglia, per la serenità della mia bimba.
Dentro però sono lacerato dal dolore, dal ricordo, dai desideri e dalle speranze infrante.
Nel corso della giornata il mio pensiero va sempre al mio Ale; sono tante, quasi tutte, le cose che in qualche modo mi richiamano alla memoria la gravidanza, l'aspettativa, il desiderio di conoscerlo.
Non ultimo il fatto che si sta avvicinando la data prevista per quella che sarebbe stata la sua nascita (16 gennaio).
Inoltre, sia io che mia moglie, siamo circondati da amici e conoscenti in attesa, compresa la sorella di mia moglie, con parti previsti in prossimità di quello di Ale.
Dulcis in fundo, ho scoperto appena ieri che per l'anagrafe della mia città Alessandro è tutt'ora considerato un bimbo vivente, tanto che abbiamo già ricevuto tessera sanitaria ed invito per presentarci alla prima vaccinazione.
Tutto questo rende la naturale elaborazione del lutto estremamente più difficile, facendo sì che il nostro cammino sia ancora più strenuo.
Il fatto di sapere che siete qui, che avete creato questo piccolo paradiso virtuale per i nostri bimbi speciali, non mi fa sentire solo. Già il solo scrivere le mie emozioni mi aiuta.
Grazie.
L'iniziale del cognome di Alessandro è P. e non vedo l'ora che la sua stellina brilli insieme a tutte le altre, nel cielo stellato dei nostri piccoli angeli.
Un abbraccio e ancora grazie di cuore.
Federico

P.S.: mia moglie mi ha detto di aver già visitato diversi siti come questo, non se se anche il vostro, ma penso che presto anche lei scriverà la storia di Ale, non appena di sentirà pronta.
Ilaria
[Non Registrato]
05/01/2012 10:35
 
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Carissimo Federico, stamani mattina ti ho risposto e invitato dalla community di "Libero" a questo piccolo angolino sereno e tranquillo e te eri già quà, a parlare con Paolo, meraviglioso papà ... per me Romano (mio marito) è stato un mistero, le sue reazioni, i suoi sentimenti che affioravano come piccole gocce sulla pelle, aveva paura a parlarmi perche temeva di ferire ancora di più il mio cuore, temeva di turbare un momento apparentemente tranquillo, ma sarebbe stato bello che lui mi confessasse, anche solo per una volta, tutto il suo dolore e le sue debolezze, un marito dalla scorza dura ma dal cuore tenero.
Siete le nostre colonne, i nostri scogli, ma nelle vostre debolezze vi amiamo ancora di più.
Metterò la stellina di Alessandro [SM=g7558] oggi pomeriggio!
Intanto ti mando un grandissimo abbraccio!
Ila
[SM=g9433]
Federico
[Non Registrato]
05/01/2012 11:20
 
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Cara Ilaria,
mi sono ritrovato in pieno in quello che hai scritto su tuo marito.
Anche io finora ho dissimulato con mia moglie l'interminabile flusso di emozioni che mi accompagna dalla mattina di quel 5 novembre, quando l'irreale, l'impossibile, l'inimmaginabile è diventato purtroppo realtà e ho sentito pronunciare anche io la frase "putroppo, signora, le sue paure sono fondate. Non c'è più battito..."
E si, perchè anche la nostra storia, come tante che ho letto qui, è iniziata proprio con la sensazione di mia moglie che ci fosse qualcosa che non andava, perchè non sentiva più muoversi Alessandro.
Ma è stato il succedersi degli eventi ad essere stato a dir poco beffardo: la sera del 3 novembre, alle 19, Laura si è sottoposta alla consueta visita presso la sua ginecologa. Tutto a posto, anche il battito cardiaco del piccolo, che ho visto con i miei occhi sul monitor dell'ecografo.
Poi, nel pomeriggio del giorno successivo, il 4 novembre, mia moglie mi chiama in studio, prima alle 15, poi alle 17, dicendomi di essere preoccupata perchè il bimbo non si muove.
Io l'ho rassicurata, pensando anche alla visita di poche ore prima.
Andiamo a letto, la sera, dicendoci che, rimanendo così la situazione, l'indomani mattina saremmo andati al pronto soccorso dell'ospedale.
Io mi addormento solo verso le 3 mentre Laura si rialza alle 4 e passa tutta la notte in piedi con la consapevolezza (questo me l'ha detto poi) che Ale se ne sia già andato.
La mattina successiva siamo al pronto soccorso e, dopo un'attesa fuori dal reparto di quasi 40 minuti (il ginecologo di turno, alle 8 della mattina, non era ancora arrivato e nessuna delle ostetriche/infermiere presenti si è preoccupata non solo di far accomodare mia moglie in reparto, ma anche solo di applicarle un monitoraggio...) ecco l'ecografia e la terribile verità. Ho dovuto allontanarmi dall'ecografo e sedermi, perchè stavo iniziando a sentirmi male.
Tutto il resto scorre come al rallentatore, quasi privo di emozioni, che sono arrivate tutte dopo, fortissime: l'arrivo all'ospedale provinciale, il ricovero nella stessa camera dove è nata l'altra mia bimba, Beatrice, l'attesa con la morte nel cuore e nell'anima, il taglio cesareo (il bimbo era trasverso ed il parto naturale sarebbe stato estremamente difficoltoso) e... l'incontro con Alessandro, come ho scritto nella presentazione, nato morto a causa di un cordone ombelicale lungo, spiraliforme, attorcigliato stretto, per più giri, intorno al corpicino, che ha determinato l'arresto del suo cuoricino.
I primi risultati dell'esame autoptico, di cui sto aspettando la risposta definitiva, non hanno evidenziato nulla a parte il problema del cordone. Alessandro era un bimbo sanissimmo, perfettamente sviluppato per il periodo di gestazione.
HO dovuto pensare io alle incombenze burocratiche, al trasporto ed al seppellimento. Laura non ha potuto essere presente perchè ancora ricoverata dopo l'intervento subito.
E così ho dovuto salutare da solo il mio bimbo, tenergli la manina per l'ultima volta.
Tutte queste emozioni disperate sono rimaste sepolte nel mio cuore ed ora iniziano ad affacciarsi, prepotenti.
Anche io, come tuo marito, evito di farne partecipe mia moglie per alleviare il suo cammino che, lo vedo ogni giorno, la vede arrancare in cerca di sollievo.
Forse è per questo che mi sono fatto avanti, raccontando la nostra storia e sono contento di averlo fatto, perchè sento già un pò più leggero il macigno che opprime le mie giornate.
Grazie Ilaria, grazie Paolo, dal profonro del mio cuore.
Un abbraccio grande a voi tutti
Federico
Post: 338
Registrato il: 22/10/2007
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05/01/2012 13:39
 
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Caro Federico
sono contento di esserti un po' d'aiuto.
Anche per l'asl di pavia Emma era viva, ed anche noi subimmo lo
strazio di ricevere la lettera per le vaccinazioni. Nei primi mesi si e' molto sensibili e sembra che il mondo intorno complotti contro di noi, tra decine di amiche in attesa e pubblicita' di prodotti da neonato che arrivano via posta.

UN ABBRACCIO
PAOLO
Federico
[Non Registrato]
05/01/2012 15:19
 
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Hai perfettamente ragione Paolo, è come se potessi leggere nel mio animo, dando forma, con le tue parole, ai miei pensieri, sentimenti, oppressioni.
Ci sentiamo infatti così, oppressi dagli altri, vittime dell'altrui invidia, malevolenza, troppa attenzione.
So che è una grandissima stupidaggine, ma solo ora mi vengono in mente le tante frasi che ci sono state dette, sia a me che a mia moglie, durante la gravidanza da amici e conoscenti.
Tra le tante ricordo i troppi "beati voi", "ma chi ve lo fa fare", "avete già una bimba piuttosto piccola, non sarebbe stato meglio aspettare un pò?", "Ma sei di nuovo incinta? Fai i figli anche per me", "per me l'ideale, come differenza d'età tra fratelli, è 5 anni, così mi sembra troppo poco", e via dicendo.
Ora, alla luce di quello che è succeso, sembrano tutte piccole maledizioni, tanti giudizi mai richiesti, consigli stupidi provenienti da persone invidiose.
Per non parlare delle frasi di circostanza dette subito dopo l'evento, tipo "siete giovani, vi rifarete", "bè, avete un'altra bimba, peggio sarebbe stato se fosse stato il primo", "non mi sento di farti le condoglianze perchè in fondo non c'è un lutto", ed altre di questo genere.
E' come dici tu: è il frutto del particolare momento in cui ci troviamo, anche se tutto questo ti fa riflettere.
Un abbraccio
Federico
Marcella
[Non Registrato]
06/01/2012 01:54
 
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Ciao Federico,
benvenuto insieme a Laura nel nostro prato di margherite.. non è mai facile accogliere una nuova famiglia, perchè ognuno di noi entrando nel nostro forum lo fa sempre sperando che ci sia un nuovo post in una delle sezioni legate ai lieti eventi e alle belle notizie, mentre ogni nuovo nome è una ferita nel cuore, proprio perché dietro quel nome c’è un bimbo e la sua famiglia e la loro storia, che poi alla fine è anche la nostra storia.
Come scrive Paolo, di “papà” sembra che ce ne siano pochi, ma in realtà sappiamo bene che ci siete, che siete accanto a noi mamme a vivere il vostro dolore in modo differente, perché ci si aspetta che siate delle rocce. Ma in realtà non è così, il nostro lutto va vissuto come coppia ma purtroppo è anche e soprattutto un percorso individuale, che va affrontato rispettando i differenti tempi che ciascuno di noi richiede, in relazione alla propria personalità. Parlo per esperienza, a distanza di due anni e mezzo dalla morte di Simone ho adesso la lucidità di rivedere il percorso che io e Luciano abbiamo compiuto e che sappiamo non terminerà mai veramente: e questo cammino è fatto di cadute e risalite in tempi e modi diversi, e non sempre è facile nella coppia essere di sostegno l’uno verso l’altra. Ho capito solo nel tempo che devo “accettare” il modo differente che abbiamo io e mio marito di vivere il nostro lutto, e soprattutto che non dobbiamo giustificazioni nei confronti di nessuno nell’affrontare il dolore della perdita.
Chi ti dice determinate sciocchezze non merita di essere ascoltato! Ti dirò di più: da mamma che ha avuto un percorso opposto al tuo, e cioè avendo perso il mio primo figlio subito dopo il parto, più di una volta ingenuamente all’inizio mi sono detta (o mi sono sentita dire!) “certo che se avessi già un altro figlio sarebbe diverso…”. E come considerazione era giusta, ma partiva dal presupposto sbagliato: diverso non sempre è meno peggio… Simone mi ha insegnato ad essere una mamma, la mia Viola che è nata da pochi mesi mi sta insegnando a fare la mamma, e a rivedere tutte le mie precedenti valutazioni e i mei paradigmi. In particolare, due mamme speciali con cui da pochi mesi condivido il cammino di amicizia mi stanno facendo vedere tutto sotto una nuova luce: loro, come te e Laura, hanno perso un figlio avendo già un altro bimbo ancora piccolo, e mi accorgo di quanto sia dura affrontare il lutto dovendo in più rispettare l’inevitabile strascico che questa perdita immensa porta nella vita dell’altro figlio. A voi va tutto il mio rispetto, perché il doversi confrontare nel dolore tra adulti è molto differente dal dovere di protezione e senso di responsabilità che dobbiamo avere verso i bambini che sono tra le nostre braccia. Proprio le mamme, i papà, i fratellini e le sorelline di questo bellissimo angolo di condivisione mi danno la speranza di saper crescere Viola nell’amore per Simone, nel rispetto sempre della sua individualità perché lei è un altro figlio; lei merita di sapere che nel cuore di mamma e papà c’è e ci sarà per sempre amore per un bimbo che è stato pensato, accolto, amato e pianto, ma che ci ha donato anche l’immensa gioia di renderci genitori ancora desiderosi di accogliere un altro bambino.
Un abbraccio col cuore a te, Laura e Beatrice, e un dolce pensiero al vostro amatissimo Ale
Marcellina, mamma della stella Simone, di una piccola stellina e di Viola, che ha 7 mesi e mi dona ogni giorno la serenità e la gratitudine
Federico
[Non Registrato]
07/01/2012 10:33
 
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Cara Marcellina,
non sai quanto sollievo mi abbiano dato le Tue parole, come quelle di Paolo e Ilaria.
Mi sono reso conto che solo parlando con persone come voi che hanno già vissuto la mia esperienza, posso trovare un pò di sollievo al mio dolore.
Perchè tutti gli altri, familiari, parenti e amici compresi, non riescono a capire ciò che veramente stiamo passando. Non lo fanno per cattiveria, o menefreghismo.
Il problema è che gli altri pensano che la soluzione sia il negare la perdita, o anche solo il cercare di minimizzarla, senza invece capire che è la condivisione, l'aprirsi, il poter esprimere la nostre emozioni che ci permetterà, con il tempo, di elaborare il nostro lutto.
Il far finta che non sia successo niente non fa che peggiorare la già difficile situazione.
Hai proprio ragione quando dici che non si può generalizzare sul fatto che sia meglio e peggio subire la perdita alla prima gravidanza.
Per me è esattamente l'opposto, perchè ogni volta che abbraccio, coccolo o gioco con la mia Beatrice, non posso non pensare all'infinita gioia che avrei provato nel farlo anche insieme ad Alessandro.
E poi penso anche a quanto sia stato sfortunato il mio piccolo angelo, per non aver mai provato il nostro amore, per non essere mai stato stretto, insieme alla sua sorellina, nel nostro abbraccio, per non aver potuto vivere nella nostra famiglia.
Tutto questo mi rende più difficile affrontare il mio quotidiano cammino di marito e papà, che però continuo a svolgere cercando di dare tutta la sicurezza, l'amore e la serenità di cui sono capace, per il bene di mia moglie e della mia piccola Beatrice.
Anche se, dallo scorso 5 novembre, una parte del mio cuore è volata in cielo insieme ad Alessandro.
Grazie Marcellina, un abbraccio di cuore anche alla Tua bellissima famiglia.
Post: 340
Registrato il: 22/10/2007
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08/01/2012 01:13
 
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Caro Federico,

a proposito delle frasi "inopportune", c'e' una discussione nel forum proprio dedicata a questo:

http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9017753
(si chiama stupidario del consolatore inetto - nella sezione Suggerimenti e idee per il sito, il blog e il forum)

Hai proprio centrato il punto. L'errore piu' grande che "gli altri" commettono nel cercare di aiutarti e' quello di minimizzare o addirittura negare l'esistenza di questi figli.
Non capiscono invece e' che noi abbiamo proprio bisogno invece di realizzare che questi bambini ci sono comunque nelle nostre vite, anche se non sono fisicamente con noi.

Paolo
Antonio
[Non Registrato]
20/01/2012 18:41
 
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Ciao Federico, sono Antonio marito di Loredana, noi abbiamo una figlia di nome Chiara che ha nove anni ed è dolcissima, un "terremoto" di nome Petru in affido che presto adotteremo;
abbiamo subìto la perdita della nostra Anna per distacco di placenta il 23 Aprile 2008, e, tra l'altro, anche mia moglie ha rischiato a seguito di questo. Volevo darti la mia vicinanza e la mia partecipazione al Vostro dolore anche se non ci conosciamo e devo dire che mi riconosco, anch'io nella descrizione di Ilaria sono ermetico nel far trapelare le mie emozioni anche se, ovviamente le vivo in pieno, il mio primo obiettivo è sempre quello di preservare e lenire dal Dolore mia moglie e mia figlia anche, se non ti nascondo che delle volte vorrei abbracciare forte forte mia moglie e chiederle perchè (chiederselo è tempo perso secondo me). Molte volte mi rammarico di non averle tenuto la manina come invece hai fatto tu ma ero completamente paralizzato dagli eventi, non ci sono ricette di alcun tipo per stare meglio; posso solo dirti di cuore che qui ci sono Vere Persone che possono condividere con voi emozioni e sensazioni avendole, ahi noi, provate, un saluto e se ci sarà l'occasione spero di vedervi presto.
Antonio
Post: 2
Registrato il: 11/01/2013
Utente Junior
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02/03/2013 12:13
 
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Caro Federico lassù ci sono tante stelle e quaggiù tante mamme e papà on le braccia vuote. Io sono tra queste......7 maggio 2011 ero in 40 settimane, cioè nove mesi mancava una settimana alla scadenza e poi sarebbe nata e lei invece è volata in cielo senza una chiara spiegazione. Noi genitori già di un bimbo speciale,non potevamo credere che dovevamo sopportare anche questo immenso dolore. I mesi intanto sono trascorsi e così quasi 2 anni, è dura, il dolore è ancora forte ma.....io vivo di quei piccoli segni che lei mi manda e prego Dio per aiutarmi a trovare la strada giusta. Non mi faccio più tante domande, mi sono detta che c'era bisogno di lei in Paradiso e sento che ci ama. Un giorno la riabbraccerò e sarà per sempre. Non la dimenticherò mai e sono felice di averla tenuta tra le mie braccia anche solo se per poco tempo.....ecco il mio angioletto silenzioso se n'è andata ma forse è meno lontano di quanto immaginiamo. Abbraccio te e tua moglie. Gabriella
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