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Muddy Waters (La Vita, I Luoghi, Il Tempo) By Robert Gordon (VII Parte)

Ultimo Aggiornamento: 29/03/2011 23:45
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Fonti: (La Vita e il tempo di M.Waters Robert Gordon)
King David:(Considerazioni e revisioni per il formato attuale)

“Rollin' and Tumblin'”
(1947 – 1950)

“L'influenza della sua voce e del suo personaggio arriva anche alla nuova musica”

Chuck D

C'era sempre musica nell'aria al mercato di Maxwell Street, nel Near West Side.
Il mercato, il cuore di Jewtown, si estendeva per 8 isolati in lunghezza e almeno 1 per un lato in larghezza.
Dietro le strette porte e le larghe vetrine c'erano diversi tipi di negozi; Mercerie – prodotti freschi – carne e pesce – tessuti e indumenti – gioiellieri e barbieri – farmacie e banchi dei pegni.
Le stanze sul retro di questi negozi erano adibite al gioco delle carte o dei dadi, alcune per il divertimento dei propietari, altre col preciso scopo di raggirare i clienti.
Fuori c'erano carretti scassati su cui si vendevavo oggetti di seconda mano e cianfrusaglie, aggeggi inutili mischiati a cose utili.
Lo scenario era simile a quello di Handy Park su Beale Street a Memphis, ma – come ogni cosa a Chicago – molto, molto più grande.
I musicisti si sistemavano lungo la spianata, alcuni si litigavano gli angoli più affollati, altri cercavano un posto più isolato in qualche rientranza degli edifici: Un cappello, una scatola di cartone o un sudicio sacchetto di carta sul marciapiede, si suonava e cantava per raccogliere qualche spicciolo. “A Jewtown, il sabato e la domenica tra le 11 di mattina e le 17 del pomeriggio”, diceva Jimmy Rogers che abitava appena dietro il mercato, “Se ci si metteva in 3 o 4 si facevano più soldi che suonando per una settimana intera in un club. Ragazzi, c'erano in giro centinaia di persone e centinaia di suoni”. “Ho sentito quell'armonica una domenica mattina: Mi ha svegliato!”, ricordava Rogers. “Mi sono vestito e sono sceso tra la folla di Maxwell Street.
Il suono di Little Walter mi era familiare, l'avevo incontrato a Helena, nell'Arkansas, quando era ancora un ragazzino. Proseguo lungo la strada e me lo trovo davanti! quel ragazzo con la faccia da scoiattolino”.
Il suono di Walter aveva un'agilità acrobatica, un'oscillazione capricciosa – aveva ascoltato i dischi Jump and Jive del complesso di (Louis Jordan). “Ero affascinato”, ricordava Rogers, “Quel ragazzino soffiava dentro un armonica e quello era proprio il mio strumento.
Egli aveva un bassista, un chitarrista e un batterista che suonavano con lui, ma l'unica cosa che risaltava per me era il suono di quell'armonica. Mi sono messo a suonare con loro e ci siamo divertiti un sacco – è così che ci siamo incontrati veramente, e quindi entrati in comunicazione”.
Walter era un tipo a cui piaceva il lusso – abiti nuovi, camicie alla moda, per il suo vestiario spendeva un mucchio di soldi, quando ne aveva: Un giorno faceva baldoria, il giorno dopo tirava la cinghia.
Walter era un giovane snello è attraente, (Walter Jacobs), aveva un viso intelligente e la sua pelle era di un colorito rosso, indizio di una discendenza dagli indiani d'america.
Aveva i capelli ondulati e tagliati corti e pettinati all'indietro, gli occhi erano scuri e penetranti. “Walter era un selvaggio”, diceva Rogers. “Walter era capace di uccidere chiunque lo ostacolasse.
Un giovane pellerossa con un gran temperamento – aveva più coraggio che cervello.
Faceva un sacco di fesserie: Abbiamo dovuto tirarlo fuori di prigione, io e Muddy”.
Sotto la tutela di Muddy e Jimmy, Little Walter sarebbe diventato un suonatore di armonica che esercitò un'influenza non inferiore a quella dei due Sonny Boy.

Marion Walker Jacob (Little Walter), nacque ad Alexandra in Louisiana, il 1 Maggio del 1930 (o forse a Marksville, sempre in Louisiana, il 2 Maggio del 1931), aveva sentito il richiamo di un' armonica solitaria levarsi nello sconfinato cielo notturno, e all'età di 8-12 anni decise di rispondere a quel richiamo.
“Quello che mi ha veramente spinto a scegliere (l'armonica) è stato il fatto che quasi tutti i ragazzi della mia età, e anche mia madre, cercavano di dissuadermi dal suonarla. Questo ha fatto si, che il mio interesse aumentasse e più cercavano di farmi cambiare idea, più mi ci appassionavo.
Se ti arrendi perdi la battaglia”. (Cominciò a saltare sui treni in corsa, seguendo i raccolti e le feste).
A Monroe in Louisiana, nel 1943 frequentava regolarmente il Liberty Night Club, facendo sporadiche puntate a Helena, dove – quando non seguiva come segugio Sonny Boy Williamson II per rubargli i trucchi del mestiere – dormiva sui tavoli da biliardo.
A Helena frequentò anche l'autorevole chitarrista (Houston Stackhouse) e (Robert Lockwood Jr), dai quali apprese i rudimenti della tecnica chitarristica. Poi andò a New Orleans, a Memphis e a St. Louis - “Suonando”, diceva “Accanto a qualche piedistallo di lustrascarpe e nelle sale da biliardo”.
Quando arrivò a Chicago, Walter era ancora un Teenager e trovò una stanza all'incrocio tra Newberry e la 14^, a un paio di isolati da Jimmy Rogers. “Dissi a Muddy che giù a Jewtown avevo trovato un ragazzo che sapeva suonare sul serio un'armonica”, diceva Rogers.
Quindi, Rogers condusse Walter a casa di Muddy, che si trovava a 1 Km e ½ di distanza, in direzione ovest. “Avevamo le nostre chitarre e cominciammo a darci dentro; Capimmo subito che poteva inserirsi. Io e Muddy eravamo in grado di creare armonie differenti con la chitarra, ma non riuscivamo a trovare nessuno che suonasse in quel modo.
Lasciai a Walter il privilegio di suonare l'armonica e io mi dedicai completamente alla chitarra”.
“Quando l'ho conosciuto non beveva altro che Pepsi-Cola”, diceva Muddy. “Era ancora un ragazzetto – ma ascoltatemi...avevo il miglior suonatore di armonica sulla piazza, ragazzi.
Non andava molto a tempo, ma io e Jimmy gli abbiamo insegnato come fare, e inoltre gli dicemmo di iniziare a darsi una calmata.
Walter, era frenetico, doveva suonare veloce! Era sempre in movimento, passava di continuo da una cosa all'altra.
La sua mente era così rapida che pensava a una velocità doppia della tua, ecco perchè aveva imparato così bene a suonare l'armonica”.
A proposito di Walter, Rogers aggiungeva: “Il vero grosso problema era riuscire a calmarlo prima di suonare. Lui avrebbe fatto tutto di corsa – era peggio di Bird, Charlie Parker. Gli dicevo: 'Senti, non m'importa quanto ti arrampichi sul muro, basta che ci incontriamo all'angolo'”.
...Così il passato incontrava il futuro e ne godeva la compagnia.
Muddy – Stolido, composto, autoritario, radicato nella polvere del Mississippi. Walker, che aveva la metà dei suoi anni e cavalcava il Funky delle paludi della Louisiana e lo Swing di Kansas City – e Jimmy Rogers a fare da mediatore.
Il sabato sera il trio riceveva un ulteriore impulso dalla spigliata batteria di (Baby Face Leroy).
“Eravamo in quattro”, diceva Muddy, “Ed è stato allora che abbiamo cominciato a picchiare duro”. Jimmy Rogers dichiarava chiaro e tondo che “Io, Muddy e Walker con un batterista, si...noi quattro... potevamo vendere qualsiasi cosa”.
Continuarono a incontrarsi a casa di Muddy per le prove – lì non c'era nessuno che ci disturbava”, diceva Rogers. “Così si beveva un po', e Muddy cucinava riso e rigaglie di pollo.
In cucina c'era la pentola che andava, prendevamo una brocca d'acqua, qualche bottiglia e continuavamo a suonare”.
Muddy proponeva un'idea di canzone e, versi che suggerivano un certo andamento ritmico – molte erano variazioni su brani già conosciuti che ognuno di loro aveva imparato in modo differente, in diverse contee del Delta. “Trovavamo uno schema musicale che si adattasse alle sue parole”, diceva Jimmy, “Io ricavavo gli accordi e Walter si inseriva, trovavamo uno spazio per lui – poi cominciavamo a suonare queste sequenze di accordi, e come spingere un'auto – una volta che sei riuscito a farla partire non si ferma più”.
L'automobile trovò un garage nel 1946, quando fu aperto un locale chiamato Zanzibar all'angolo tra Ashland e la 13^, a mezzo isolato dall'appartamento di Muddy.
Muddy cominciò a farvi sosta per comprare da bere e diventò amico del propietario, Hy Marzen.
“Muddy abitava nei dintorni del nostro negozio”, diceva Marzen. “Sembrava quasi uno di quei perdigiorno che stanno in strada, era ancora agli inizi”. Lo Zanzibar era più carino di un armadio a muro, ma non molto più grande. Il palco si trovava nel retro, al centro c'era un bar semicircolare e all'entrata un banco per liquori e alimentari. “Vendevamo una quantità di Sandwich con carne di manzo, uova sode, Hot Dog, Zampetti di maiale, e insalate miste, e avevo 2 furgoni sempre in strada per le consegne a domicilio”, continuava Marzen.
La band di Muddy fu di casa al locale fino alla sua chiusura, avvenuta 8 anni dopo, nel 1954. “Intestavo gli assegni a McKinley Morganfield. Gli davo 100$ a settimana, più le bevande, lui pagava gli altri musicisti”.
Allo Zanzibar il gruppo prese forma ed era un'esperienza entusiasmante sia per i suoi componenti, sia per il pubblico.
Marzen fu costretto a mettere un poliziotto fuori servizio di guardia accanto al palco “per essere sicuro che la gente si comportasse bene”. I musicisti suonavano seduti e gli spettatori, sopratutto nella parte finale della serata, tendevano a stare in piedi. “I locali erano molto violenti”, diceva Rogers.
“Sopratutto nei club più grandi, c'era sempre qualcuno che litigava, per questioni di donne o altro. (Qualcuno veniva accoltellato, a volte partiva qualche revolverata).
La licenza ordinaria permetteva ai locali di rimanere aperti fino alle 2, e se volevi stare aperto fino alle 3 pagavi una cifra extra, una specie di corruzione legalizzata. Era un trucco ideato dai gangster”. “Andavo con lui allo Zanzibar”, diceva il Bluesman (R.L.Burnside), cugino di una ragazza di Muddy. “Il sound era grandioso – elettrico, un gran suono e, ottimo sopratutto.
A quel tempo non erano in tanti a usare strumenti elettrici. Ho imparato un sacco di cose semplicemente stando a guardarlo”. Non era il solo a studiare la band e, prima ancora che la loro popolarità si consolidasse allo Zanzibar, la gente cominciò a conoscere Muddy, Jimmy e Walter per nome, Sound e reputazione. “Andavamo in giro facendoci chamare Headhunters (Cacciatori di teste)”, diceva Muddy. “Giravamo per i club cercando i gruppi che vi suonavano per tagliarli la testa (Ossia; sfidarli a un duello musicale). 'Eccoli', dicevano”. “Lo facevamo solo per divertimento”, diceva Jimmy Rogers, “Tanto per non starcene seduti a casa. Appena arrivavamo in un posto, qualcuno ci chiedeva di suonare – andavamo in macchina a prendere un amplificatore e tornavamo dentro per fare una Jam Session su qualche pezzo. Volendo, avremmo potuto tenere una vera è propia serata, ma non ci avremo guadagnato nulla, così preferivamo bere qualcosa e divertirci un po'.
Ciò significava però avere un sacco di gente nei posti dove avremmo suonato nei Weekend, perchè lo annunciavano in queste occasioni. (Era pubblicità gratis) – nel periodo in cui le taverne chiudevano alle 2, ne giravamo 4 o 5 a sera, a volte anche 6, e si facevano molti soldi, dai 15 ai 20$ a testa. E quelli delle altre band erano contenti quando arrivavamo noi, perchè cercavano di imitare il nostro stile”.
Quando Muddy, Jimmy e Walter piombavano in un locale, i musicisti posavano i loro strumenti, non in segno di resa ma piuttosto di invito, ansiosi di ascoltare da vicino quel suono del futuro, di sperimentare la scossa della loro corrente industriale. (Muddy stava ricreando il Blues).

I fratelli Chess, Leonard e Phill, non erano afroamericani e non venivano dal sud – essi però, come Muddy, Jimmy e molti artisti che avrebbero reso famosi con la loro etichetta discografica, erano immigrati a Chicago che cercavano di inserirsi in questo nuovo mondo metropolitano.
Erano ebrei polacchi arrivati con la madre a New York nel Columbus Day del 1928.
Erano subito saliti su un treno per raggiungere il padre Joseph: Si era stabilito a Chicago diversi anni prima e cominciava a vedere realizzato il sogno di una vita migliore che aveva inseguito attraverso l'oceano.
All'inizio la loro attività si era svillupata nel commercio di bevande alcoliche – avevano acquistato negozi di liquori sempre più grandi e avevano ottenuto la licenza per aprire un Night Club.
Chicago, gli alcolici e i Night Club seguivano da tempo un percorso comune, e anche se i Chess non erano degli Al Capone, condividevano la stessa tendenza a creare una grande organizzazione partendo da un piccolo business. “Il loro locale, il MACOMBA, era piccolo”, diceva il batterista Freddie Cruthfield, che vi aveva suonato occasionalmente con la Band residente di Tom Archia.
“Aveva i separè da un lato e il bar dall'altro – era stretto e lungo, ma era un bel posticino”.
Si trovava in una zona musicale, vicino a posti come...il Green Gabel Hotel, dove spesso si esibiva Lionel Hampton.
Ben presto i Chess si accorsero che i clienti del MACOMBA avrebbero desiderato portarsi a casa la musica ascoltata nel locale.
Tramite un amico propietario degli Universal Recording Studios, i Chess appresero che una neonata etichetta discografica cercava investitori.
Entrarono nell'affare - “La Aristocrat Records allora faceva esclusivamente roba per bianchi”, ricordava Phill Chess, il più giovane dei 2 fratelli, “Roba tipo... Get On The Ball, Paul, suonata da una manciata di gruppi che non avevano mai sentito nominare.
Tuttavia vendeva un po' di dischi nei dintorni di Chicago – noi avevamo le band di neri che suonavano nel nostro locale, quindi pensammo di fare un tentativo e registrare uno di questi gruppi. (Ecco come siamo entrati nel Business”).
All'epoca era un business che stava nascendo e l'intima familiarità di Leonard col South Side fu essenziale per il suo successo. Stava entrando in quel genere di affari, come avrebbe ricordato in seguito, quando “qualsiasi facchino, guidatore d'autobus, istituto di bellezza e negozio di barbiere si era messo a vendere dischi”.
Un pomeriggio, nella sala del sindacato musicisti, Sammy Goldberg, un afro americano appena ingaggiato dalla Aristocrat come talent scout si imbattè in Muddy e gli chiese di fargli sentire qualcosa. “Leonard, aveva Goldstein (sic), un nero, come scopritore di talenti”, diceva Muddy”, e voleva sentirmi suonare un pezzo. Non avevo la chitarra con me, ma lì c'era Lonnie Johnson che aveva la sua. Lonnie disse: 'No amico, io non presto la mia chitarra a nessuno'. Il tipo allora gli dice: 'Lasciagli fare un pezzo con la chitarra – cosa vuoi che faccia? Mica te la può mangiare”.
Quello che Goldberg udì confermò le voci sul talento di Muddy.

Quel giorno d'autunno del 1947, Muddy non era a casa per ricevere la telefonata che avrebbe cambiato la sua carriera – era impegnato nel suo lavoro diurno, al volante del camion per le consegne, ignaro del prossimo incontro come era stato ignaro dell'arrivo di (Alan Lomax).
Muddy faceva l'autista per la (Western Grade Venetian Blinds Company). “Faceva le consegne, poi passava da casa, ci rimaneva un po' a crogiolarsi e quindi tornava in fabbrica”, diceva Jimmy Rogers.
“Vedevi quel maledetto camion parcheggiato davanti casa sua per molto tempo – lui era dentro a mangiare o a badare alle sue cose, insomma se la prendeva comoda”.
Proprio in quel periodo Annie Mae aveva trovato una propia sistemazione e Bo, amico d'infanzia di Muddy, si era trasferito nella seconda stanza da letto, aiutando Muddy a pagare l'affitto.
L'invito a incidere per Leonard Chess gli fu riferito dal pianista Sunnyland Slim, che aveva di recente partecipato a una sessione di registrazione per la Aristocrat.

Sunnyland, uno che non si perdeva una serata, un musicista che agì da catalizzatore per numerosi artisti della generazione di Muddy, sapeva che Leonard stava tentando di far funzionare la sua etichetta e le voci di un altro imminente bando sulle incisioni spingevano i propietari delle case discografiche ad accumulare materiale.
Leonard, aveva appena registrato una band al completo, quindi era piuttosto interessato a tentare con gruppi più piccoli, coi quali si avevano meno complicazioni, si sfruttavano al meglio le ore prenotate in sala d'incisione e si ottenva un risultato – 2 canzoni su un 78 giri da 10 pollici – pressochè identico.
In quel periodo andavano forte artisti come Lightnin' Hopkins e John Lee Hooker.
Sunnyland, che era stato in giro a suonare con Muddy, disse a Leonard che aveva l'uomo giusto per il suo nuovo Sound.
Goldberg, il talent scout di Leonard, era presente in studio e confermò il talento di quel nuovo artista.
Sunny telefonò a casa di Muddy, il quale però era in giro col camion. Leonard disse a Sunn: “Diamine, bisogna rintracciarlo” e Sunny chiamò di nuovo a casa di Muddy e, insieme al suo coinquilino Bo, studiò un piano d'azione. Bo telefonò all'ufficio della Western Grade e lasciò un messaggio per Muddy, “Mac” per i colleghi di lavoro: Sua madre era malata e doveva tornare a casa al più presto. Sua madre era morta da diversi anni, quindi Muddy capì che c'era qualcosa in ballo.
Nel frattempo Sunnyland saltò su un autobus diretto verso il West Side.
Quando Muddy arrivò a casa, Sunny era già lì, piuttosto nervoso, perchè il tempo utile per la registrazione si stava esaurendo, cosa che spiegò subito a Muddy.
“Bang””, esclamò Rogers... “Andava proprio a pennello per Muddy”.
Raggiunsero immediatamente in auto un altro luogo dove si doveva svolgere la sessione.

Sotto l'aspetto prettamente finanziario, il lavoro alla WesternGrade sarebbe stato più redditizio.
Dal punto di vista discografico, presto Muddy avrebbe fatto di meglio. Tuttavia l'importanza storica di quella sessione fu enorme; Infatti inaugurava un rapporto tra Muddy Waters e i fratelli Chess che sarebbe durato 28 anni!.
Giorni dopo quella sesssione , Muddy mi disse che aveva inciso un nastro per la Chess, diceva Rogers. “Muddy mi disse: 'Non so come sarà venuto, ma comunque penso di avere infilato un piede nello spiraglio della porta'. Alla fine ci hanno dato una copia del disco e l'abbiamo messa nel grammofono”.
Rogers fù sorpreso dalla vacuità di ciò che ascoltò – tutto il loro lavoro per costruire un sound da band era stato ignorato in favore dell'incauto tentativo di Leonard di ricreare un'atmosfera Country-Blues.
Per la sessione non era stata impiegata la band con cui Muddy suonava regolarmente; Ernst “Big” Crawford, un bassista, si trovava allo studio per registrare con Andrew Tibbs e Sunnyland lo aveva ingaggiato al volo insieme a un batterista per accompagnare Muddy.
Inoltre, c'era dell'altro...Leonard voleva un disco di successo Country-Blues, ma lui di Country-Blues non ci capiva niente. I pianisti venivano ingaggiati dai locali notturni; Leonard era semplicemente incapace di concepire la chitarra come uno strumento solista – così, quando in “Little Anna Mae” di Muddy dovrebbe attaccare un assolo di chitarra, è il pianoforte ad assumere la linea solista, il talento di Muddy veniva ancora una volta frustato.
Le traccie registrate da Sunnyland furono pubblicate subito (“Sunnyland Slim con Muddy Waters”), ma Leonard tenne nel cassetto quelle di Muddy per diversi mesi di agonia.
Quando finalmente nel febbraio 1948 uscirono “Gipsy Woman e Little Anna Mae”, non misero certamente Chicago a ferro e fuoco, ma destarono un certo interesse.
Muddy avrebbe dovuto attendere fino all'aprile del 1948 prima di essere invitato per la seconda volta in studio.
Nonostante un altro bando di petrillo, le etichette indipendenti continuavano a lavorare, puntando forte sul mercato del blues. Eppure Leonard continuava a muoversi nella direzione sbagliata, opponendo resistenza ai tentativi di Muddy di registrare con la propia band.
Rimanendo attaccato alle propie predilezioni, Leonard introdusse un sassofono nella formazione.
Come risultato, “Good Lookin' Woman e Mean Disposition”), finirono anch'esse in un cassetto e furono pubblicate solamente dopo la morte di Muddy.
Dopo Muddy, Sunnyland registrò 2 tracce con la stessa formazione – quando la sessione era ormai finita, secondo il modo di vedere di Leonard – Muddy non riuscì più a trattenersi.
“Dissi: 'Lasciami fare un pezzo'”, raccontava Muddy, “'Da solo'”. E' allora...partì con il suo materiale, suonando il Blues del Delta con una chitarra elettrica. Nella scelta dei brani andò sul sicuro: Una canzone dall'innegabile impatto che aveva funzionato con Alan Lomax, stava funzionando nei locali di Chicago e, come per incanto, avrebbe funzionato anche con Leonard Chess: (I Can't Be Satisfied).
Il sound non rispecchiava pienamente il Blues urbano della band di Muddy, ma l'amplificatore lo sosteneva più di una chitarra acustica: Le note rimanevano sospese nell'aria come l'umidità del Delta, e il risultato complessivo era di un'inaudita ferocia. Big Crawford tirò fuori dal suo contrabasso un suono assatanato, accentuando il ritmo. “Mi sorrideva”, ricordava Muddy. “Diceva: 'Questo è proprio il tipo di roba che fa per me'”. Lo slide evocava le sonorità del sud, lo strumento elettrico parlava il linguaggio del nord.
Leonard chiese ad alta voce: “Che diavolo stà cantando?”. Continuava a non sentire.
“Leonard Chess non capiva cosa fosse”, diceva Muddy del suo Country Blues amplificato. “Non gli piaceva il mio modo di cantare. La donna che stava con lui, Evelyn Aron, invece mi apprezzava”. (Muddy restava pur sempre il beniamino delle signore).
Il disco Aristocrat 1305, “Muddy Waters With Rythm (sic) Accompaniment: I Can't Be Satisfied – I Feel Like Going Home – fu subito pubblicato un weekend di aprile del 1948.
Sono le stesse canzoni che furono incise nel 1941 per lo studio sulla contea di Coahoma condotto dalla Fisk University in collaborazione con la Library Of Congress.
Forse non ci dovremmo sorprendere del fatto che, anche se le note rimangono sostanzialmente le stesse (Eppure notevolmente più ricche), l'atmosfera – e il testo – sono differenti.
Muddy non canta più seguendo un mulo o sotto un cielo aperto: è diventato un operaio che lavora in fabbrica, la cui immagine di DIO dietro le stelle è limitata da un dedalo di edifici.
Pizzica le corde con l'impeto di uno che sta combattendo contro un'insensibile macchina metallica, e quando le percuote per prendere gli accordi lo fa con l'energia sufficiente per abbattere un tram.
“Country Blues – è diventata (I Feel Like Going Home), un travisamento della frase a doppio senso “Feel Like Blowing My Horn”, con la quale comunque presenta delle analogie: dal momento che entrambe esprimono uno struggente desiderio di confronto e compagnia.
Il verso che dice “Leaving This Morning If I Have To Ride The Blinas” (Devo partire stamattina se voglio rivedere la luce) è stato eliminato; Muddy e il suo pubblico cominciavano a rivedere la luce.
Il disco uscì di venerdì, il sabato sera le copie della prima pressa erano già quasi esaurite – il primo bando di petrillo era stato come un'inondazione che aveva spazzato via tutto il falso mondo della musica di Chiffon, e Muddy, come un Noè del Blues, coltivava una musica votata all'emozione, al sentimento, alla verità. “Non si riusciva a trovare una copia in tutta Chicago”, diceva Muddy.
La gente ne comprava 2 o 3 per volte. Dovettero importare un limite, uno per ogni acquirente”.
I negozi cominciarono ad alzare i prezzi: Il disco, che costava 75 Cent., fu subito venduto a più di 1$.
Nel negozio alla Radio Company a Maxwell Street, Muddy esclamò: “Ma io sono quello che l'ha fatto!”.
Muddy uscì dal negozio con una sola copia – il disco attrasse l'attenzione di Billboard, la rivista di settore più importante dell'industria discografica.
Pur senza ottenere recensioni particolari e favorevoli (“Una registrazione scadente distorce la voce e l'accompagnamento di Steel Guitar”), raggiunse l'undicesimo posto nella classifica dei “Dischi Race Più suonati nei Jukebox” stilata dal giornale. E anche se Muddy ne giudicava “Vuota” la musica senza la sua Band, la popolarità del disco lo rese accessibile a molti. “Mentre Muddy suonava io aravo i campi dietro a un mulo”, ricordava BB King. “Quando ho sentito parlare di Muddy Waters per la prima volta, non avevo ancora lasciato il Mississippi.
Poi finalmente cominciarono ad arrivare i suoi dischi – I Feel Like Going Home - ( Aveva qualcosa che nessun altro aveva), adoravo sentirlo suonare”.
C'erano anche altri a cui piaceva ascoltare Muddy Waters. “Poi Chess cominciò a mostrare più interesse verso di me, dal momento che Andrew Tibbs (Sul quale Chess aveva puntato forte) aveva fatto fiasco”, diceva Muddy. 'Vieni a prendere un caffè con me. 'Non bevo caffè'.
'Prenderemo un sandwich. Vieni giù in ufficio'. Si, mi parlava come un vecchio amico, ma io ero contento, ragazzi. Era una vita che mi davo da fare per vedere il mio nome su un disco.
Ha fatto molto per me, ha pubblicato il mio primo disco e tutto il resto.
Non ho mai firmato contratti con lui, niente. Era una cosa tipo: 'Io appartengo alla famiglia (Chess)'”. Fare parte di una famiglia era un modello di sistemazione confortevole a cui Muddy era già abituato.
In Mississippi, Muddy era “Appartenuto” a una famiglia, sapeva cavarsela – e tirare avanti – grazie all'esperienza di un rapporto personale con un padrone.
Le fabbriche di Chicago, viceversa, erano luoghi assolutamente impersonali – e attraverso il lavoro svolto insieme, tra Leonard e Muddy si sviluppò una vera amicizia: Un'amicizia duratura tra due Outsider che catturarono lo (Zeitgeist) non soltanto di un'epoca, ma anche di una popolazione e di un luogo. Quando Muddy posò per la prima foto promozionale era raggiante.
Il successo del disco non tardò a pagare, in termini di pubblico più numeroso e di esibizioni meglio retribuite: Allo Zanzibar e al vicino Boogie Woogie Inn, in Rosvelt Street.
Poi vennero il Chicken Shack, il Purple Cat, e il club di Lowell King, vicino allo stadio di baseball dei White Sox.
La domenica tenevano esibizioni pomeridiane da Silvio's, dove finivano verso le 8 per raggiungere i locali dove avrebbero suonato dalle 9 alle 2 di notte.
Docie's Lounge nel Southside, Romeo's Place, Lo Squeeze Club, Brown's Village, il 708 Club (un posto grazioso nonostante le tubature visibili lungo le pareti), l'Ebony Lounge.
Al Dudrop Lounge, al 3609 di Wentworth, condivisero il cartellone con (Big Bill Broonzy e Memphis Minnie), uno spaccato di storia dai recenti cambiamenti musicali incapsulato in un'unica serata.
Profeticamente, nell'etichetta stampata sul suo disco era stata aggiunta una “S” al cognome di Muddy. (La trasformazione dell'anonimo McKinley Morganfield era ormai completa).
Circa un mese dopo l'uscita del disco, Muddy stava tornando a casa dopo aver suonato in un locale. “Sentivo suonare quel disco dappertutto nelle case della gente. Ho fermato la macchina, ho alzato lo sguardo e sono rimasto un po' ad ascoltare. Oh, ho avuto un po' di paura. Mi chiesi cosa sarebbe successo se fossi morto! All'improvviso era diventato Muddy Waters - nel giro di una notte”. Era diventato una star del Blues.
Nei 2 anni di contratto con la Aristocrat Muddy incise 35 facciate: 25 come leader.
Se Evelyn Aron, la donna di Leonard, apprezzava la sua musica, Leonard ben presto apprezzò le vendite che gli garantiva.
Muddy sapeva che la sua band stava forgiando un sound sconvolgente e non smise mai di pressare Leonard chiedendogli di registrare il gruppo al completo.
Alla fine...Leonard si decise a fare una capatina allo Zanzibar – nel locale le facce bianche non erano comuni, ma Leonard era abituato a situazioni simili. “Muddy disse: 'Leonard è quì”, ricordava Rogers. “'Vuole sentirci suonare un po' della roba che facciamo di solito'. Leonard si sedette ad ascoltare, si guardò in giro per vedere come reagivano gli spettatori. (Erano entusiasti).
Leonard commentò: 'Sì, suona bene'”. (Suonava bene allora, suona bene adesso e suonerà bene per sempre).
Ma l'idea di portare quel suono all'interno dello studio era molto lontano dalle idee di Leonard. Aveva registrato dei complessi, ma mai dei gruppi aggressivi come quello e, dato l'andamento delle vendite dei dischi di Muddy, non vedeva la necessità di fare una simile esperienza.
Le vendite erano buone, ma le Royalty non arrivavano. “Muddy non riusciva a pagare le rate della sua auto”, diceva Rogers. “Avevano perso l'abitudine di nasconderla per evitare che la compagnia finanziaria la sequestrasse. Lui rimaneva al volante e mandava qualcuno nei negozi a comprare quello che serviva, poi lo portava a casa mia a la nascondeva nel mio garage.
Chess lo evitava, si faceva negare e roba del genere, perchè si sentiva in colpa – ma Muddy doveva pagare l'affitto – diceva 'Maledizione! Con Chess non si cava un ragno dal buco'”.
Per garantirsi un tetto, cominciarono ad accettare ingaggi per sessioni presso altre case discografiche.
Sunnyland Slim riunì Muddy, Little Walter, Baby Face Leroy Foster e qualche altro in una sessione per la piccola etichetta (Tempotone).
Nella registrazione, effettuata con povertà di mezzi si sentono praticamente solo il pianoforte e Walter che canta.
Jimmy Rogers, grazie al fatto che accompagnava (Memphis Minnie) nei locali, nel 1949 approdò a una sessione per la (Regal Records). Si introdussero tutti nello studio con lui – Muddy, Walter, Big Crawford, l'onnipresente Sunnyland Slim e un batterista. Walter afferrò il microfono che avrebbe dovuto amplificare il pianoforte, relegando Sunnyland all'accompagnamento, buttandosi a pesce con la sua armonica tra le chitarre e assumendo il ruolo di solista.
La band al completo incise una sola canzone, Ludella, e la resa sonora fu ancora una volta inficiata da un'attrezzatura inadeguata: Non coglie appieno la potenza della band, ma ne fornisce un primo eccitante abbozzo.
Nelle 2 sessioni effettuate per la Aristocrat nell'estate del 1949, Muddy sfoggia una notevole bravura con lo slide. “Il suo assolo su Canary Bird, si apre con frenetici, violenti colpi sulle corde che si prolungano follemente per diverse battute.
Con “Little Geneva” presentava ai fan la sua nuova ragazza, Geneva Wade, che divenne Geneva Morganfield nel corso dei (quasi) 25 anni vissuti insieme, anche se la loro unione non fu mai sancita dai registri della contea. Geneva, era nata il 3 settembre del 1915 a Lexington, Mississippi, non lontano da (Rolling Fork). “Ho conosciuto tante, tantissime donne, ma sembra che uno lo capisca subito quando trova quella che è fatta esattamente per lui”, avrebbe dichiarato in seguito in un servizio speciale – intervista venduta ai giornali letti dalla popolazione nera.
“Quando l'ho incontrata, anche se ormai ero un musicista di successo, erano ancora in molti quelli che disprezzavano la mia musica.
Geneva mi ha incoraggiato a ignorarli e a battermi per quello che volevo ottenere. “Non riuscirò mai a esprimere con parole quello che provo per lei”.
Quando si conobbero, lei aveva 2 figli, Dennis e Charles, e Muddy li ha cresciuti come fossero suoi.
Cookie, nipote di Muddy, anch'essa allevata dalla coppia, ricorda discorsi molto riservati a proposito di una bambina morta durante il parto. “Non se n'è mai parlato”, diceva, “Ma dopo quella volta Geneva non ha più potuto avere figli”.
L'impatto dello scarno Sound che caratterizzava i singoli pubblicati dalla Aristocrat, era rafforzato dai testi di Muddy.
Il suo terzo disco, “Train Fare Home”, scavava nella nostalgia di casa ancora presente in fondo all'animo degli immigrati recentemente urbanizzati. La chitarra elettrica, che inizia con alcune note lamentose suonate con lo slide, ha un tono intimo e intenso, più delicato sulle corde rispetto al suono accanito del suo primo successo. Il basso di Crawford, poco appariscente, aggiunge al ritmo l'appropiata pesantezza.

Muddy canta:

Blues and trouble Just Keep On Worring Me (2 volte)
They Bother me so bad, i just can't stay here, no peace
If i could get lucky and win my train fare home (2 volte)
I believe i'll go back down in Clarksdale, little girl,that's where i belong.
It seem so sad, child i wonder just how can it be (2 volte)
Everybody seems welcome in this old place but me.

Traduzione:

(Blues e guai continuano a tormentarmi / blues e guai continuano a tormentarmi /
mi fanno stare così male che non posso più rimanere qui, non trovo pace.
Se fossi così fortunato da trovare un biglietto del treno per tornare a casa / se fossi così fortunato da trovare un biglietto del treno per tornare a casa / penso che tornerei a Clarksdale, ragazza mia, è a quel posto che appartengo. / sembra troppo triste, figliolo mi chiedo come è possibile / tutti sembrano trovarsi bene in questo vecchio posto tranne me).

Insieme a Leonard, Muddy aveva fatto un paio di giri promozionali fuori città per fare visita ad alcuni Disk-Jokey e si era reso conto che i loro dischi arrivavano oltre i confini di Chicago.
Chiamò allora Mr Anderson alla KFFA Helena, Arkansas, e prese accordi per un programma radiofonico.
Verso la fine di settembre del 1949, prima del tempo della raccolta, portò Jimmy Rogers, Little Walter e Baby Face Leroy nel delta per un mese intero.
Trovarono il modo di prendere delle ferie o lasciarono addirittura il loro lavoro diurno per realizzare una vecchia fantasia: Diventare essi stessi quelle voci disincarnate che avevano tanto ammirato quando Sonny Boy aveva cominciato a trasmettere per radio.
Alla KFFA il loro sponsor era un negozio di Helena: Katz Clothing.
L'orario, comunque, era piuttosto sorprendente: Le 6 di mattina, ogni mattina.
Leonard poteva essere contrariato per il fatto di perdere temporaneamente il suo nuovo artista di maggior successo, ma d'altra parte ebbe modo di apprezzare il mercato che si sarebbe aperto per i suoi dischi con la puntata a Sud di Muddy. “Per tutto il tempo che siamo stati a quella stazione Radio, abbiamo suonato in giro per il sud”, diceva Jimmy Rogers.

Andavamo avanti a suonare magari fino all'una di notte, poi lasciavamo il Mississippi, prendevamo il traghetto per Helena e andavamo a dormire.
Alle 5 ci dovevamo alzare e prepararci per andare in studio.
Andavamo in onda dalle 6 alle 7 “Era dura”. Una mattina io e Little Walters non ci siamo svegliati.
Noi stavamo in un posto e Muddy Waters in un altro. Quando lui arriva allo studio c'è solo Leroy Foster, il batterista; Allora cominciano a suonare, chitarra slide e batteria – avevamo la radio accesa all'hotel dove stavamo noi e mi sono svegliato. Finito il primo pezzo, l'annunciatore dice: Bè, Jimmy Rogers e Little Walter stanno ancora dormendo da qualche parte.
Se ci ascoltano, sono pregati di venire'. Allora ho dovuto svegliare Walter, ci siamo vestiti e ci siamo precipitati allo studio.
Quando siamo arrivati avevano già suonato 3 o 4 pezzi.
Ho dato una sbirciata dentro e ho visto Muddy che mi guardava fisso, ragazzi. Poi ci ha fatto cenno di entrare a sistemare gli strumenti approfittando di un annuncio pubblicitario prima che cominciasse il brano successivo.
Siamo schizzati dentro e abbiamo cominciato a suonare. Bè, ci siamo divertiti un sacco.

“Abbiamo fatto un paio di seratine a Helena”, diceva Muddy.
Ma fin dove arrivava il segnale della radio, in tutto il Mississippi e parte dell'arkansas, la gente continuava a chiamarmi.
Abbiamo suonato in tutte quelle piccole città – Clarksdale. Shelby, Cleveland, Boyle, in tutti i posti del genere.
Mi chiamavano alla stazione radio e mi proponevano delle serate. Così, ho avuto un sacco di ingaggi”.
La Band si esibiva nei Juke Joint gestiti da vecchi amici di Muddy e veniva ingaggiata da sconosciuti che l'avevano sentita alla radio.
Suonarono anche alla grande inaugurazione del cinema teatro New Roxy di Clarksdale.
Gli strumenti elettrici si stavano diffondendo in tutto il sud, ma il suono del gruppo di Muddy era una novità assoluta. Anche quando suonavano solo con gli strumenti acustici, nelle campagne dove non arrivava elettricità, era l'impronta che davano alla vecchia musica a destare sensazione.
Una Band suona Blues, 4 musicisti che creano un unico grande suono: Era ancora una cosa fuori dal comune.
Robert Morganfield, fratellastro di Muddy, lo vide suonare in un piccolo locale di Glen Allan, non lontano da Jug's Corner.
“Durante il giorno era un posto dove si mangiava, aveva un piccolo (Juke Box), e in questo piccolo locale c'erano delle canzoni di Muddy, che era un beniamino del pubblico.
La sua band era composta da 2 chitarre, batteria e armonica. Aveva una chitarra elettrica, da noi solo i negozi avevano l'elettricità. C'era una folla enorme – non entrava nel locale”.
E poi ci fu la performance a casa del colonello (Stovall), una serata a cui non si poteva rinunciare.
“Quando è tornato, nel 1949, aveva un furgone e una band. Aveva dato un party – il colonello Stovall – e Muddy arrivò col furgone e la sua band alla casa dove si svolgeva la festa”, diceva Myles Long.
“E Muddy ha suonato lì fino a tardi. C'erano una trentina di persone: Lo conoscevano tutti.
Muddy aveva già inciso diversi dischi – era già giorno quando se ne andò, verso le 5 del mattino.
Muddy era in compagnia di una donna – ogni volta che è venuto, con lui c'era una donna diversa”.
“Non mi permisero di ripartire finchè non andai a suonare per il (Colonello Stovall)”, diceva Muddy. “Stavo per tornare a Helena, lui mi fa: 'Tu non vai da nessuna parte'.
Ci ha dato, oh, 7$ o 8$ a testa e un buon bicchiere di Whisky. Quando vivevo lì, guadagnavo a malapena 1 $ ½”.
Il 6 novembre la band era di nuovo a Chicago per partecipare a una promozione al 708 Club.
Era stato eccitante lasciare la città, gratificante tornare al sud dopo aver fatto successo, e corroborante riascoltare la vecchia musica suonata alla vecchia maniera.
Ma ora la band – il gruppo musicale inteso come insieme che lavora con l'unita di intenti per comunicare l'emozione e le sensazioni di un singolo artista Blues – era su di giri, eccitata e ispirata, e ormai stufa di vedersi chiudere in faccia la porta dello studio di registrazione (Chess).
Nel gennaio del 1950, si ritrovarono in un capannone a registrare per la Parkway, un'etichetta minore, “Rollin' And Tumblin”, un urlo di vittoria, una collisione tra il brivido di aver fatto un tuffo nella propia vita precedente e la fretta di riprendere quella attuale.
Jimmy Rogers arrivò in ritardo e compare solamente in 2 delle 8 traccie registrate in queste sessioni.
Jimmy Rogers arrivò in ritardo e compare solamente in 2 dell 8 tracce registrate in quell'occasione: In queste sessioni per la Parkway in studio la band che accompagnava Muddy nei Locali suonava insieme in studio per la prima volta.
“Bool Weevill” vede impegnata la band al completo ed è veramente un pezzo d'insieme, nessuno dei componenti e nessuno strumento assume il ruolo di solista.
Il testo è una variazione su un canto di lavoro: parla della rapida proliferazione di un insetto che attacca i bulbi della pianta di cotone, ma da un punto di vista squisitamente musicale la canzone sancisce l'estirpazione, se non di questo infestante dei campi, certamente del Blues vecchio stile proposto dalla Bluebird.
La traccia più notevole fu incisa dai soli Muddy, Walter e Baby Face Leroy. Questa Rollin' and Tumblin' (pubblicata a nome di Little Walter e Baby Face Leroy) avrebbe facilmente potuto degenerare in un brano sguaiato e festaiolo.
La canzone è poco più che un'armonica, una grancassa in distorsione, qualche feroce irruzione della chitarra slide e l'orgiastico mormorio di diversi maschi adulti.
I suoni sono pieni di aggressività e di una forte carica sessuale. (Qualcuno Guaisce – qualcun'altro gli risponde).
La frequenza casuale delle interiezioni è inquietante, le improvvise scariche di batteria disorientano.
Lo slide di Muddy tintinna come i raggi allentati di una ruota metallica che sbattono disordinatamente. (L'armonica è ipnotica).
Grida, e mormorii...è ancora gridi...aleggia un clima di violenza, di sesso crudo riscaldato.

Il testo, racconta la storia di un'eccitazione e dei suoi postumi.

“I Roll and i tumble / I cry the whole night long / I woke up this morning baby / All I had was gone”


Traduzione:

Rotolo e cado / piango tutta la notte / mi sono svegliato questa mattina, piccola / tutto quello che avevo era perduto.

(E induce i musicisti a perdersi nella Performance). I mormorii che all'inizio della canzone erano sporadici, ne dominano la seconda metà. (Le parole sono troppo limitanti).
E' una musica che gronda sudore, fatta di individui sommersi nel proprio essere, trascesi nella loro passione, perduti.
La qualità del suono è pessima, però il pezzo ne risulta rinvigorito, come se questa particolare atmosfera non si fosse potuta ottenere in uno studio meglio attrezzato, ma fosse stato necessario un luogo oscuro e segreto per germinare.
La presenza prominente di Muddy, anche se il suo nome non compariva sull'etichetta del disco, attirò l'attenzione di Leonard Chess e ne provocò l'ira.
Non certo lieto del fatto che il suo artista di punta aiutasse una casa rivale, mandò immediatamente Muddy agli Universal Studios e, con l'accompagnamento del solo Big Crawford gli fece registrare un'altra versione di (Rollin' And Tumblin').
La versione Aristocrat è efficace – il suono della chitarra di Muddy è in primo piano – ma non raggiunge la trascendenza di quella della precedente versione (della Parkway Records).
Eppure la predominanza sul mercato della Aristocrat garantiva che la loro avrebbe presto soffocato la diffusione di quella della Parkway – (è fu così)!.
In quella sessione di Muddy per la Aristocrat furono registrate altre 2 canzoni, che però sarebbero rimaste in attesa di pubblicazione per diversi mesi.
Avrebbero fatto parte del primo lotto di uscite per una nuova etichetta, costituita quando Leonard e Phill Chess acquisirono le quote dei loro soci.
Il lato B del disco (Chess) 1426 – La nuova etichetta aveva assunto il nome dei propietari – guardava alle radici di Muddy, al Mississippi, era una versione della canzone che Robert Johnson aveva inciso col titolo “Walkin' Blues”.
Il lato A aveva un occhio rivolto al passato, ma l'altro guardava al futuro. (Come i contadini che facevano esperimenti per migliorare il raccolto, Muddy aveva dissotterrato le propie radici, raccogliendo il prezioso Humus di cui erano impregnate, trapiantandole in un nuovo terreno).
Non aveva fretta – le aveva lasciate acclimatare.
Nel corso di 7 anni era diventato un abitante di Chicago – e adesso, era questa la canzone che avrebbe conquistato quei giovani d'oltreoceano un decennio più tardi e che, nei giorni in cui nasceva il RNR, avrebbe dato il nome a una rivista musicale.
Per anni nel (Delta) avevano cantato (Catfish Blues), ma niente di paragonabile a (Rollin' Stones).


Fine VII Parte
29-03-2011
[Modificato da (King David) 29/03/2011 23:51]
29/03/2011 23:45
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