Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Nozioni generali allevamento Lepidotteri - Farfalle e Falene [in aggiornamento]

Ultimo Aggiornamento: 10/08/2013 17:54
02/12/2010 22:40
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 1.129
Post: 1.121
Città: ROLO
Età: 34
Moderatore
Accanito
Testo, video e immagini: Fabio Carletti
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
N.B.: E' vietata la riproduzione totale o parziale del materiale senza l'esplicito consenso dell'autore. V. Legge del 22 aprile 1941, n. 633
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Questa di seguito, vuole essere una semplice, e per quanto possibile completa, guida generale per la corretta stabulazione di tutte gli stadi del ciclo vitale di un lepidottero, che sono precisamente:
1. uovo
2. bruco
3. crisalide (con eventuale bozzolo)
4. adulto (o immagine)

Questa scheda offre consigli per l'allevamento sia di specie europee, da clima temperato, sia di, con i dovuti accorgimenti, specie tropicali, abituate a climi caldo-umidi.
Verranno fatti alcuni esempi di specie, ma è sottinteso che bisogna ricercare anche qualche scheda precisa sulla specie che si intende allevare; anche se -diciamocelo- a parte il problema della pianta nutrice le modalità di allevamento sono pressoché identiche tra le farfalle da una parte, e tra le falene dall'altra.

Innanzitutto vorrei dire due parole circa i due termini “farfalla” e “falena”.
Intuitivamente associamo il termine “farfalla” ad un lepidottero diurno mentre il termine “falena” a specie dalle abitudini notturne. In tassonomia però non sono accettati come discriminati validi per classificare specie, anche se in passato è stata proposta la suddivisione dei lepidotteri in Rhopalocera(farfalle) e Heterocera(falene diurne e notture). Non è così semplice fare una distinzione netta, infatti esistono specie a metà tra farfalle falene, come Chrysiridia rhipheus, ad esempio. Ciò nonostante questa distinzione falena-farfalla viene usata, generalizzando, perché comunque utile. In poche parole:
farfalla(Ropaloceri):
-antenne clavate,
-corpo esile,
-colori sgargianti,
-posizione delle ali in riposo "a libro", perpendicolari al corpo,
-abitudini diurne.
Esempio: Papilio machaon
falena(Eteroceri):
-antenne filiformi o pennate sempre prive di apice a clava,
-corpo massiccio e più peloso,
-colori spesso spenti, ma anche sgargianti
-posizione delle ali in riposo, ripiegate "a tetto" sul corpo ,
-abitudini notturne, ma anche diurne.
Esempio: Lymantria dispar

Non voglio fare un'inutile e generica descrizione morfologica degli stadi principali di un lepidottero, ma vorrei sottolineare una cosa che dovrebbe essere scontata, ma spesso non lo è affatto. Il bruco ha un'apparato boccale masticatore e si nutre di vegetali(foglie, boccioli e a volte anche fiori), la crisalide non si nutre(effettua solo scambi gassosi, per la respirazione, con l'esterno), mentre la farfalla ha un apparato succhiante(spiritromba) e si nutre di liquidi(fonti di acqua e sali minerali) come il nettare prodotto dai fiori, escrementi, sudore di animali, terreno umido ricco di sali etc...
Esistono però delle eccezioni, come Bombyx morii, ad esempio, in cui gli adulti non si nutrono poiché hanno l'apparato boccale atrofizzato. Esistono specie con atrofia dell'apparato boccale parziale o completa.


[SM=g28004] Premessa
Temperatura e umidità inevitabilmente dipendono dalla specie che si sta allevando. Per le specie autoctone, o generalizzando, europee, l'umidità non è un problema e nemmeno la temperatura, visto che si presume che specie autoctone si allevino in periodi dell'anno in cui naturalmente vivrebbero e perciò non bisogna ricreare condizioni particolari, ma "sfruttare" quelle presenti.
Invece, nel caso si vogliano allevare specie da clima temperato durante l'inverno, quando invece farebbero diapausa invernale, basterà mantenere gli esemplari ad una temperatura di almeno 21°C. Personalmente sconsiglio quest'ultima pratica perché oltre ad aumentare le difficoltà dell'allevamento, va contro i principi di chi alleva specie autoctone con lo scopo di liberare gli adulti ottenuti, in quanto "sfasa" l'orologio biologico degli esemplari allevati e inevitabilmente si avranno esemplari di ridotte dimensioni e deboli.
Altro discorso sono le specie tropicali che richiedono temperatura di almeno 25°C(o anche più se possibile) costanti e umidità alta(80%) specialmente per il mantenimento di bruchi e crisalidi o bozzoli.
=► Quindi come "attrezzatura" di base, consiglio di acquistare uno o più termometri ed un igrometro.

1. UOVO
E' sempre consigliato raccogliere le uova dalla pianta, o dal materiale, su cui sono state deposte per proteggerle da eventuali predatori o da muffe. Controllarle all'interno di un contenitore diminuirà drasticamente le perdite e permetterà di intervenire facilmente nel caso si formino muffe.
Raccogliete quindi le uova dalla pianta o sul materiale(nel caso di Saturniidae o altre falene) su cui sono state deposte le uova. Per staccare le uova, adese alla superficie con una sostanza collosa prodotta dalla (farfalla) femmina mentre depone, è sufficiente usare:
- un pennellino cilindrico(i semplici pennellini da tempera), per le uova più delicate e piccole (es.: Papilionidae, alcuni Nymphalidae);
- un cappuccio di penna bic, nei casi di uova più grandi, e meno fragili (es.: Saturniidae, Sphingidae); è utilissimo per fare leva dal basso e staccare l'uovo, ma attenzione a non farlo volare via!
Può succedere anche con il pennellino, quindi non fate mai eccessiva pressione, dovete dare piccoli colpetti, altrimenti l'uovo viene sbalzato in aria e poi lo si perde.
Sconsiglio unghie, forbici o altri arnesi che per pressione danneggerebbero inevitabilmente l'uovo.
Anche un semplice pezzo di foglio di carta può risultare utile per staccare le uova.
1a. Come stabulare le uova? Contenitori.
E' sufficiente un contenitore di piccole dimensioni, comodo per poter osservare le schiuse e per evitare che i bruchetti neonati si perdano...
una capsula Petri(di plastica) è un ottimo contenitore, soprattutto perché il coperchio non chiude completamente la scatolina, ma lascia giusto poco meno di 1 mm, per permettere ossigenazione nel contenitore.
Altri contenitori possono essere scatoline in plastica di piccole dimensioni, di qualsiasi tipo. Importante è che non abbiano buchi di diametro superiore al millimetro, altrimenti c'è il rischio che qualche bruco possa scappare.
C'è chi inserisce già una piccola fogliolina della pianta nutrice nel contenitore di schiusa per fornire già nutrimento ai primi nati; io personalmente lo sconsiglio fortemente, proprio per evitare l'insorgere di muffe e anche per questo motivo(vedi N.B. seguente).
E' poi importante monitorare giornalmente il nostro contenitore con le uova, per verificare schiuse e sistemare qualsiasi problematica sul nascere.
Mantenere umidità e temperatura (specie tropicali)
Consiglio di adagiare le uova su ovatta imbevuta d'acqua e spruzzata con qualche goccia di limone(come antifungino preventivo).
Per mantenere la temperatura si possono usare comuni tappetini riscaldanti, l'unica raccomandazione è quella di non appoggiare direttamente il fondo del contenitore al tappetino, per evitare fatali surriscaldamenti e rapido disseccamento.
1b. Tempo : (indicativamente) il tempo di durata dell'uova va da un minimo di 7 giorni fino anche a 15-16 giorni. Come tutti gli stadi vitali, anche le uova sono influenzate dalla temperatura. Ad esempio, le Sfingi dell'oleandro in estate, a temperatura ambiente, schiudono dall'uovo anche in 72 ore e per le Argema e soprattutto le Automeris - ed altre Hemileucinae- possono essere normali tempi di incubazione di 3 settimane.



2. BRUCO osmeterio e filiera
Una volta prelevati i bruchi neonati dal contenitore di schiusa, sistemiamoli un contenitore più grande con la corretta pianta nutrice. Nei primi stadi vitali potremo allevare tutti i nati insieme, ma superata una certa lunghezza è consigliabile e saggio separare i bruchi in più contenitori, oltre che per praticità, soprattutto per prevenire cannibalismo(solo in alcune specie) e prevenire diffusioni di batteriosi(o altre infezioni contagiose) e quindi evitare la totale moria dei bruchi in allevamento.
2a. Come stabulare i bruchi? Contenitori. Esistono diverse possibilità, a scelta dell'allevatore, su quali tipo di contenitori scegliere per allevare bruchi. La premessa essenziale è che bisogna evitare assolutamente che Ditteri o Imenotteri parassiti possano entrare in contatto con i bruchi, i quali non possono in alcun modo(salvo rari casi) difendersi da questi "ingegneri del parassitismo".
I contenitori più usati sono rettangolari e cilindrici in plastica. Nel caso si debbano adattare scatole in plastica chiuse con coperchio, importante è fornire un adeguato ricircolo d'aria creando (intagliando) una “finestra” sul coperchio che verrà poi coperta con tulle o altre reti a maglia molto fine.
Bucherellare un contenitore (invece di creare un'apertura) può essere utile per il primo stadio vitale dei bruchi, il più fragile, per avere un ambiente poco “ventilato” e un po' più umido.
Per quanto riguarda il mantenimento di umidità e riscaldamento, questo per le specie tropicali, vale ciò detto al punto **1.UOVO, ovvero avvalendosi di un tappetino riscaldante e di ovatta tenuta umida. Se si dispone di un acquario o altro contenitore più ampio(ad esempio cestoni da biancheria IKEA o altro) si possono posizionarvi all'interno tutte le scatole di allevamento(contenti i bruchi) e posizionarvi un barattolo alto in vetro che conterrà a sua volta un termoriscaldatore da acquario. Funzionando a resistenza e utilizzando l'acqua(come vapore acqueo) per diffondere il calore, il termostato è ottimo per mantenere condizioni di temperatura e umidità stabili. Ricordo che questo sistema è utile solo per specie tropicali, non necessario per specie autoctone/europee.


2b. Tempo
visto che lo stadio di bruco è suddiviso in intervalli dalle mute, il tempo è molto variabile, non solo tra specie diverse, ma anche tra esemplari di una stessa specie, in quanto oltre alle temperature e alla quantità di cibo, entrano in gioco gli ormoni. In media si va dai 20 giorni fino anche a 6-7 settimane per alcune grandi specie.

N.B.: Nelle prime ore di vita, i piccoli bruchi non cercano subito di nutrirsi, ma spesso "perdono tempo" girovagando senza meta. In alcune specie, l'interesse per le piante si mostra dopo quasi 24 ore dalla schiusa.

Come si maneggiano i bruchi?
La cosa migliore sarebbe cercare di non maneggiarli mai e di trasportarli spostando il legnetto o la foglia sulla quale stazionano.
Gli uncini e le setole che sono presenti sugli pseudopodi del bruco gli offrono una presa straordinariamente tenace sulle superfici non lisce come la pelle umana, corteccia, etc..., mentre sulle foglie e superfici lisce viene costruito un tappeto di seta filato dal bruco stesso al quale può ancorarsi. (I bruchi durante ogni spostamento, sono soliti costruire un percorso di seta.)
Se per una qualche necessità, si volesse prendere il bruco, ovviamente non bisognerà mai afferrarlo con pollice e indice, e nemmeno tirarlo.
Si può posizionare un dito davanti il capo del bruco e infastidirlo leggermente da dietro, in modo da farlo avanzare sul nostro dito, anche se poi il problema sarà levarlo; per questo ancora dovremmo spingerlo a spostarsi su un supporto(legnetto/foglia) che offriremo.
Un'altro metodo (fattibile solo con bruchi ancora piccoli, che non superano 1,5 cm) è quello di usare un pennello e rotolarlo sotto il ventre del bruco (usando la punta con le setole del pennello) iniziando dal capo e spingendo il pennello verso l'alto, costringendo quindi il piccolo bruco a salire e senza arrecargli alcun danno.


3. CRISALIDE (con eventuale BOZZOLO)
Una volta che i nostri bruchi hanno effettuato l'ultima muta, e formato la crisalide, aspettiamo almeno 1-2 giorni prima di spostarla, per sistemarla nel contenitore apposito per lo sfarfallamento. Se avete introdotto rami secchi, bastoncini e quant'altro nel contenitore con i bruchi prossimi all'incrisalidamento (e se siete stati fortunati) potrete raccogliere più facilmente le crisalidi o i bozzoli; se invece avete qualche crisalide/bozzolo fissato alle pareti (della scatola di allevamento dei bruchi) dovrete comunque spostare
Contenitore: scatola per lo sfarfallamento. Questa fase del ciclo vitale dei lepidotteri è particolarmente delicato in quanto all'interno della cuticola stanno avvenendo drastici cambiamenti, ma l'unica cosa di cui ci dobbiamo preoccupare è mantenere una temperatura adeguata e un'alta umidità; come già detto queste considerazioni vanno fatte per le specie tropicali, in quanto le specie europee vanno stabulate alla temperatura ambiente stagionale. Quindi, tornando alle specie tropicali, come ho già descritto prima, il sistema migliore per mantenere un'alta umidità(indispensabile per un corretto sfarfallamento) e temperatura costante sarà quello del termoriscaldatore da acquario.
Sistemare i bozzoli è molto facile, in quanto sono molto comodi da infilzare con uno spillo e si possono tranquillamente appendere addossati ad una parete ruvida(velcro, fibra di cocco, corteccia); mentre il discorso per le crisalidi è più differenziato. Le modalità di incrisalidamento sono princiapalmente
vedi 2);
vedi 3)

Mobiletto per lo sfarfallamento di crisalidi e bozzoli. Ci sono due ripiani estraibili per il fissaggio delle crisalidi. Ogni ripiano ha fissato un pannello di polistirolo. Per aiutare a mantenere un'umidità ottimale basta inserire un barattolo di acqua in cui viene immerso un termostato per acquari collegato ad un timer.


3b. Tempo
N.B.: svernamento diapausa crisalidi bruchi uova diverse possibilità
Esiste anche la diapausa estiva per le specie tropicali che in alcuni periodi dell'anno nei loro luoghi d'origine estivano durante perché le temperature sono troppo alte. In allevamento questo non si verificherà mai, tranquilli, un problema in meno!

NOTA- Le modalità di impupamento nei Lepidotteri sono principalmente 4:

1) Tessitura di un bozzolo di protezione, dentro il quale il bruco si impupa.
L'impupamento non avviene in un verso preciso, dato che la pupa è libera dentro il bozzolo.
Esempio: Saturniidae
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
2)Tessitura di sostegno alla base dell'addome e tessitura di una cintola di sostegno attorno il torace.
Impupamento è prevalentemente verticale, leggermente inclinato, con capo rivolto verso l'alto, ma
può avvenire anche orizzontalmente, con la pupa che pende dal sostegno o appoggiata alla superficie stessa.
Esempio: Papilionidae, Pieridae, Lycaenidae
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
3) Tessitura di sostengo alla base dell'addome.
Impupamento verticale con capo rivolto verso il basso.
Esempio: Nymphalidae
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
4) Semplice impupamento(non viene prodotta seta). La pupa non è fissata ad alcun sostegno(nè protetta da
bozzolo), ma libera sul terreno; in alcune specie interrata alla profondità di pochi centimetri nel substrato.
Impupamento orizzontale.
Esempio: Sphingidae, Brahmaeidae
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
-Pupe evoiche: 1)
-Pupe anoiche: 2),3),4)
---------------------------


4. ADULTO (o IMAGO)
Finalmente, se siamo fortunati, potremo assistere ad uno sfarfallamento. Gli sfarfallamenti avvengono solitamente di prima mattina molto presto all'alba o nel primo pomeriggio e durante le 24 ore seguenti questa fase, non bisogna assolutamente disturbare, né toccare la farfalla. Appena uscita dalla crisalide(ed eventualmente anche da un bozzolo) la farfalla trova un appiglio comodo e sta ferma a pompare liquido nelle venature delle ali. Questo liquido una volta indurito nei vasi delle ali saranno come le ossa di un'ala di pipistrello, come le stecche di un ventaglio, permettendo alla farfalla di volare. Se durante questa delicatissima e breve fase(pompaggio) la farfalla cade dalla crisalide/bozzolo è molto probabile che spezzerà alcui vasi ancora cavi delle ali e che quindi il liquido, perdendo pressione, non riuscirà a far stendere le ali alla farfalla. Questo a volte capita e non è certo colpa dell'allevatore, ma non bisogna disperarsi(non troppo almeno!) perché l'esemplare può essere benissimo usato per l'accoppiamento artificiale. Nel caso di falene come Saturniidae, anche se con ali malconce e incapaci al volo, l'accoppiamento avverrà naturalmente senza dover ricorrere all'hand pairing, strettamente necessario per tutte le specie diurne e anche per alcune falene.

4a. Come stabulare gli adulti sfarfallati? Gabbie. serra, in alternativa gabbia in rete. Consiglio di costruirsi da sé le volerie per farfalle, in quanto superate certe misure, non esistono in commercio soluzioni.
Bastano listelli in legno, viti da legno, zanzariera(o altra rete resistente e sempre a maglie medie/fini), due cerniere metalliche(o in alternativa velcro adesivo per un'apertura più “easy”) e ovviamente un certo senso pratico. Le misure per costruire una voliera cambiando in conseguenza delle dimensioni dell'imago, tenete comunque conto che sarà difficile che gli esemplari si accoppino all'interno di questa, in quanto le specie diurne devono compiere rituali di accoppiamento in aria che nemmeno in una teca di 2 m3 riuscirebbero a fare. Tutt'altro discorso va fatto per Saturniidae e altre falene che non hanno problemi di corteggiamento e possono benissimo accoppiarsi in gabbiette di 30 cm3.
Sicuramente se si dispone di una serra si può contare anche su qualche fortuito accoppiamento naturale e la deposizione risulterà in parte facilitata, ma questo non è sempre vero, in quanto le farfalle, attirate dalla luce, vengono spesso a ritrovarsi costantemente a contatto con le pareti, sbattendoci, invece che volteggiare all'interno della serra; diciamo che -sembrerà strano-


struttura serra in alluminio, pareti di pannelli in policarbonato alveolare


4b. Tempo

Come si maneggiano le farfalle?
Esistono due modi per maneggiarle le farfalle, senza fare loro, involontariamente, del male. Il primo, più comodo se si deve controllare la salute di un esemplare o se si sta procedendo con l'hand-pairing é quello di afferrarlo vicino il torace e soprattutto prendendo la venatura principale delle ali anteriori, questo per bloccarle completamente. Se la prese viene fatta più verso il basso, la farfalla proverà(e riuscirà) a muovere le ali, rompendosele. In questo video, prima di posare la farfalla, si intuisce quanto ho appena descritto http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9377788&a=2#last
Se invece vogliamo maneggiare un esemplare semplicemente per mostrarlo a qualcuno, oppure per spostarlo delicatamente, ci basterà farlo salire su un dito. Ora immaginatevi la farfalla, ha le zampe "divaricate" ovviamente, basta inserire un dito nello spazio(tra le zampe, proprio sotto l'addome) e sollevare verso l'alto con delicatezza, la farfalla si staccherà dal supporto e si aggrapperà al vostro dito. Più facile a farsi che a dirsi.

Per quanto riguarda l'accoppiamento artificiale o hand pairing, rimando a queste due utilissime discussioni:
1) Hand-pairing farfalle - accoppiamento alla mano di macaone (Papilio machaon): http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8998802 (VIDEO dimostrativo, di Fabio Tondini)
2) Accoppiamento artificiale Farfalle: http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7381352


Piante nutrici e piante da nettare
Per quanto riguarda le piante nutrici dei bruchi, ovviamente ogni specie di lepidottero necessità di una particolare specie di vegetale, in alcuni casi si tratta di diverse specie appetibili appartenenti ad uno stesso genere botanico e in altri casi di specie che si possono nutrire di piante facenti parti di una stessa famiglia botanica. Per ogni specie andrà fatta una ricerca.

Per quanto riguarda invece la nutrizione degli adulti, ovvero delle farfalle e di quelle specie di falene che hanno un apparato boccale funzionante, ecco una lista delle piante adatte al nostro giardino:
Buddleja spp. (molto resistene e consigliata la B.davidii)
Lonicera spp.
Centranthus ruber
Sedum spectabile
Zinnia elegans
Lavandula spp.
Hebe spp.
Iberis umbellata
Verbena bonariensis
Alyssum saxatile
Heliotropium arborescens, H.peruvianum
Origanum majorana
Salvia spp.


Piante tropicali (adatte a climi caldi o serra in inverno)
Lantana camara, L.montevidensis
Pentas lanceolata
Ixora coccinea
Stachytarpheta jamaicensis
Clerodendron speciosissimus, C.bungei
Cestrum spp.




Letture consigliate:

1. Libro. Le Farfalle(Come allevare e tenere le farfalle in giardino e in serra) di Rothschild Miriam e Clive Farrell. Franco Muzzio Editore.
2. Libro-Atlante fotografico. Enciclopedia illustrata delle farfalle di Paul Smart. Istituto Geografico de Agostini, Novara 1984.
3. Libro-Atlante fotografico (in inglese). Worldwide butterflies di Bernard d'Abrera. Hill House Publisher 2006.
4. Libro. Nel mondo delle farfalle: i bruchi di Ancilotto A., Grollo A. e Zangheri S. Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1970.
5. Libro. Farfalle e falene(Guida fotografica a oltre 500 specie di farfalle e falene di tutto il mondo) di David Carter. Fabbri Editore.
6. Libro. Farfalle delle nostre Alpi di Marktanner Thomas. Athesia, Bolzano 1986.
7. Libro. Saturnidi. Guida all'allevamento di Mario Ioppolo. Edizioni Wild 2008.
8. Libro. Impariamo a conoscere le farfalle di I.Novak e F.Severa. Istituto Geografico de Agostini, 1983.
9a. Libro (in inglese). Collins Butterfly Guide: The Most Complete Guide to the Butterflies of Britain and Europe di T.Tolman e R.Lewington. Editore: HarperCollins.
9b. Libro (in francese). Guide des papillons d'Europe et d'Afrique du Nord di T.Tolman e R.Lewington. Editore: Delachaux & Niestlé.
10. Libro-Atlante fotografico. Farfalle d'Italia a cura dell'IBC della regione Emilia-Romagna. Editrice Compositori.
11. Si accettano suggerimenti circa altri testi utili.


Link consigliati: (clicca sul titolo)

1. Il giardino per le farfalle. Manuale di istruzioni per l'allestimento e la cura di aiuole, bordure, prati, siepi e terrazzi.
2. Utile glossario per i termini più usati
3. www.leps.it - Sito per il riconoscimento e l'identificazione
4. www.bubuleps.com - Sito per il riconoscimento e l'identificazione
5. Archivio con con piante nutrici per farfalle tropicali e europee




Ora non ho messo molte foto, ma sarà mia premura aggiungerne al più presto. Se qualcuno ne ha e le vuole prestare(ovviamente verrà indicato da chi sono state fatte) sarebbe gentile.
Sicuramente sono sfuggite alcune riflessioni e precisazioni, quindi è scontato dire che la scheda verrà aggiornata con aggiunte in futuro.
--> Se avete integrazioni, correzioni, libri consigliati, foto, considerazioni per migliorare questa scheda generale, fate sapere...
[Modificato da fabbbio89 15/12/2011 02:00]

Fabio
____________________________________________________________________________________________________
"Quando l'ultimo albero sarà stato abbattuto,
l'ultimo fiume avvelenato,
l'ultimo pesce pescato,
vi accorgerete che non si può mangiare il denaro..."
Capo Toro Seduto dei Sioux Lakota
13/03/2011 16:38
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 1.994
Post: 1.994
Città: ROMA
Età: 30
Moderatore
Accanito
EntoAllevi
Come sempre non ti si può che ringraziare per la cura, la passione e l'impegno con il quele contribuisci a rendere vivo e sempre mmigiore qualitativamente parlando l'intero forum!

Per adesso mi vengono in mente un paio di cose che ho notato:

1) Dopo la definizione di farfalla e falena, penso che la locuzione "esempio eseplificativo" sia pleonastica... Si potrebbe optare per "esempio tipico" o cose del genere.

2) Un altro buon testo per la bibliografia potrebbe essere Guide des papillons d'Europe et d'Afrique du Nord, T. Tolman e R Lewington, Les Guides du naturaliste - Delachaux et niestlè oppure la corrispondente versione inglese della Collins.
27/05/2011 22:42
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 2.318
Post: 2.310
Città: ROLO
Età: 34
Moderatore
Accanito
rendo la discussione pubblica per tutti gli utenti, anche se continuerò a sistemarla.

Fabio
____________________________________________________________________________________________________
"Quando l'ultimo albero sarà stato abbattuto,
l'ultimo fiume avvelenato,
l'ultimo pesce pescato,
vi accorgerete che non si può mangiare il denaro..."
Capo Toro Seduto dei Sioux Lakota
14/06/2011 00:54
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 189
Post: 158
Città: TREMESTIERI ETNEO
Età: 50
Neanide
Ottimo lavoro Fabio!
Una prima osservazione: se come ho capito ti riferisci in generale sia a specie autoctone che tropicali, puoi estendere gli estremi dei tempi di incubazione - precisando magari anche che possono essere variabili in base alla temperatura (es. a me le Sfingi dell'oleandro in estate, a temperatura ambiente, schiudono dall'uovo anche in 72 ore e per le Argema come soprattutto le Automeris - ed altre Hemileucinae- possono essere normali tempi di incubazione di 3 settimane).
[Modificato da Atlasct 14/06/2011 00:55]
Mario
www.ecosicilia.net/saturniaweb
www.facebook.com/saturniaweb.italia
14/06/2011 21:54
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 2.357
Post: 2.349
Città: ROLO
Età: 34
Moderatore
Accanito
@ Atlasct: grazie delle informazioni, aggiungo alla scheda.

Fabio
____________________________________________________________________________________________________
"Quando l'ultimo albero sarà stato abbattuto,
l'ultimo fiume avvelenato,
l'ultimo pesce pescato,
vi accorgerete che non si può mangiare il denaro..."
Capo Toro Seduto dei Sioux Lakota
18/07/2011 11:42
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 8
Post: 8
Città: VIRGILIO
Età: 28
Uovo
volevo segnalarvi un libro che mi è stato molto utile:

The Living Tropical Greenhouse
Creating a haven for butterflies
(lingua inglese) di John and Maureen Tampion
editore: Guild of Master Craftsman Publication

è un libro di circa un centinaio di pagine ma molto ricco di informazioni
[Modificato da PZZ96 18/07/2011 12:05]
03/07/2012 15:00
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 1.444
Post: 1.444
Città: MONTECCHIO EMILIA
Età: 25
Accanito
Ottima scheda Fabio!
Magari si può aggiungere che per recuperare facilemente le uova, si può far deporre la femmina in una scatola foderata di scottex o carta.


Sciao!

--------------------------------------------------

Mens sana in corpore sano.
10/08/2013 17:54
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 1
Post: 1
Città: IVREA
Età: 78
Uovo
Come si possono posizionare le uova in natura?
Buongiorno a tutti.
Sono un nuovo iscritto. Da giovane collezionavo farfalle e perciò le uccidevo. Adesso che sono vecchio sto cercando di favorirne il ripopolamento, dal momento che la loro presenza è enormemente diminuita nel tempo. A questo scopo ho più volte acquistato uova di farfalle di specie presenti dalle mie parti, ma ho avuto pochi risultati positivi (liberazione di un individuo adulto), specialmente perché non mi è possibile avere una presenza continua nella mia abitazione. Credo che per me sarebbe meglio poter sistemare le uova direttamente su una pianta nutrice in natura.
Esiste un modo per fissare le uova ad una foglia o a un rametto? Ho cercato di arrangiarmi cercando di sistemarle in incavi, ma la pioggia e il vento mi hanno sempre fregato. Esiste una colla che potrebbe andar bene? In generale è un'idea sensata?
Grazie!
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 06:32. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com