Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.
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Non c'è via di scampo, Lei si è liberata noi siamo rimaste sole

Ultimo Aggiornamento: 02/11/2010 21:13
02/11/2010 17:47
 
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Sono una ragazza di 26 anni rimasta orfana di madre insieme a mia sorella di 16 da circa un mese, il genitore che ci è rimasto è nostro padre che fino all'ultimo ha usato violenza psicologica e non solo su mia madre malata terminale di cancro "lo faceva incazzare vederla soffrire".
Premetto che mio padre è due persone in una, da una parte un genitore comprensivo attento e preoccupato, non ci ha mai fatto mancare niente, un uomo su cui si può sempre fare affidamento per ogni problematica pragmatica, un brav'uomo insomma. Dall'altra un uomo violento.
Parlo sia di una violenza fisica (sporadica nei mesi) che di una violenza psicologica continua ed incessante.
Vorrei descrivere cosa fa, ma mi sto sentendo in colpa solo a rileggere queste poche righe penso di essere io esagerata e ho paura di ferirlo quello che io voglio sapere è come devo fare per obbligarlo a curarsi perchè qui non si va avanti
02/11/2010 19:44
 
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Cara Oppressa,
comprendo bene il tuo stato d'animo, quel senso di vuoto incolmabile e quel dolore che ti lacera dentro, quando purtroppo viene a mancare la propria mamma è come se una parte di te morisse con lei, se poi si rimane da soli ad affrontare quel dolore diventa tutto ancora più insopportabile..la mia mamma è volata in cielo 5 anni fa, avevo 25 anni e mio padre un mese dopo la tragedia mi lasciò completamente sola andandosene al nord e facendo perdere le tracce di sè perchè anche lui diceva che non sopportava vedermi stare male, mi disse che stavo rovinando la sua vita e che per questo mi cancellava come figlia..quanti sensi di colpa per questo, sono stata malissimo per molti anni ma alla fine ha vinto la vita e sono tornata a vivere..so che è ancora molto presto e che la parola "vivere" ti sembra un'utopia ma io ti chiedo col cuore di non mollare, vivi tutto il tuo dolore, piangi, urla se ne senti il bisogno ma vivilo quel dolore..per il tuo papà invece prova a parlargli, digli che il suo comportamento è inaccettabile e che tu e tua sorella avete bisogno di lui come figura paterna che si prenda cura delle proprie figlie...ma se questo non dovesse bastare e se lui dovesse continuare con la violenza rivolgiti ad una persona competente che vi possa aiutare. NOn sentirti in colpa per questo cara, ricorda che sei tu ad essere la figlia, siete voi che avete diritto di essere protette..parla, scrivi se ti va, ma tira fuori tutto il tuo dolore..qui troverai solo persone disposte ad ascoltarti e ad accogliere la tua sofferenza senza alcun giudizio...non sei sola credimi e anche se adesso ti sembra non vi sia via d'uscita ti assicuro che il sole tornerà a splendere anche per te, fidati anche io ho passato degli anni terribili e Gae, Ines e altre splendide persone del forum che hanno avuto modo di conoscermi in quel periodo sanno bene come stavo ma oggi a 30 anni amo la mia vita....la via d'uscita esiste...se me lo permetti, ti abbraccio forte forte..
02/11/2010 20:15
 
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grazie
Vanu grazie per questa tua pronta risposta, non so dirti se soffro per mia mamma o meno, stiamo giocando al "non è mai successo" in casa c'è ancora il suo spazzolino e quando cambiamo la biancheria la mettiamo anche per lei. Nel bucato sbuca sempre qualcosa di suo come se fosse ancora qui è tutto inverosimile. Quello che invece è reale è il disagio in cui mi e ci mette mio padre. Se leggo su internet le cose che definiscono la violenza psicologica mi ritrovo in tutte e rivedo mia mamma che lo ha difeso fino all'ultimo e giustificato io le dicevo di chiamare gli assistenti sociali o che avrei chiamato i carabinieri alla prossima lite violenta e lei mi diceva di non umiliarlo di non rovinare la famiglia. E quanto la facevo piangere e soffrire quando la mettevo difronte ai problemi ma lei insisteva che mio padre ci vuole tanto bene e anche io penso ci ami ma in un modo molto malato.
Gli scoppi di rabbia per le cavolate sentirlo urlare tutto il giorno il suo borbottare offese continuamente mi snervano, tutto quello che non fa lui è sbagliato l'ansia incessante, un momento è calmo quello dopo sta urlando e bestemmiando sbatte oggetti. Magari è una reazione mia ma sto malissimo a sentire i rumori la sua voce quando è rabbioso.
Oggi sono arrivata a scrivere perché ultimamente si arrabbia troppo con il mio cane, ho due pastori tedeschi di 4 e 2 anni e lui gli urla si arrabbia ci parla come fossero persone e vorrebbe che stessero imbalsamati non va bene se abbaiano, se scavano se fanno le feste in realtà.. a mio padre non va bene niente. Ma vederlo sfogarsi con i cani mi fa rivivere la mia infanzia ed adolescenza quando lo subivo passivamente senza capire cosa accadesse.
Soffro da circa 10 anni di depressione e di big eating disorder (che in 3 anni mi ha fatto prendere 50kg)per il quale sono andata anche in clinica psichiatrica all'età di 22 anni e da quel momento ho cominciato a combattere il mio disturbo, ma mio malgrado ho scoperto che tutta la parte riguardante la bassa autostima i pensieri malati che avevo non erano altro che le parole di mio padre "fai schifo, non avrai mai amici, rotola in camera tua, puzzi, nessuno ti vorrà mai bene, sei una deficiente". Parole continue di svalutazione di offesa parole tese a vanificare ogni cosa che faccio perché secondo lui "così mi sprona" nella realtà mi spinge a dormire tutto il giorno per evadere dal reale.
02/11/2010 21:13
 
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Tesoro non sono pensieri tuoi, non sei tu ad "esagerare" la situazione, sono le dinamiche familiari ad essere profondamente malate, non volermene per le mie parole forse troppo dure ma vorrei tu capissi che non è normale, che non è quella che vivi e che hai vissuto sino ad oggi la normalità, questa è solo una realtà malata e sai una cosa? credo che dentro te tu lo sappia, ne è testimone il tuo disturbo, il tuo stare male già da tempo, il tuo aver provato a parlare alla tua mamma, il tuo averle chiesto inconsciamente protezione e so quanto fa male sentirsi dire quelle parole, ci si sente traditi dalle persone che rappresentano il nostro mondo ed è allora che quel mondo ci cade addosso...non sentirti in colpa per le parole dette alla tua mamma, una mamma non smetterà mai di volerci bene, anche nelle situazioni più difficili, e cerca di comprendere una cosa fondamentale: per la tua mamma era NORMALE essere succube di quel sistema, era normale dover sottostare alla volontà di tuo padre e tu, tesoro mio, non potevi e non avresti potuto fare niente per convincerla del contrario, non dimenticare MAI questo, tu non potevi fare niente per cambiare la sua vita perchè era lei la prima a non voler cambiare quella vita, a non voler vedere, ma adesso TU puoi fare molto di più, tu puoi e devi riprendere in mano la tua vita, fallo anche per lei che so quanto ti manca e quanto le vuoi bene e so cosa significa quel "far finta di niente" ma ti prego, affrontalo invece quel dolore..io per anni ho fatto finta di niente perchè non potevo parlarne con nessuno e ti confesso una cosa, anche se non vivo più nella "casa di famiglia" io sino a poco tempo fa mi portavo dietro le sue cose, i suoi trucchi, il suo spazzolino, i suoi vestiti...solo poco meno di un anno fa ho capito che in realtà era un modo per "punirmi", un modo di farmi altro male per i miei sensi di colpa nei suoi confronti e quando finalmente ho tolto la sua roba mi sono sentita libera..libera di amarla veramente con tutto il mio cuore senza più quei sensi di colpa per tutte le volte in cui le dicevo di ribellarsi a mio padre, di non accettare la sua violenza ma lei, come la tua mamma, non poteva e non voleva capire perchè aveva SCELTO di vivere in quel modo..anch'io ho sofferto di depressione e di DCA ma soltanto adesso ho capito che era una sorta di autodifesa quel mio stare male, paradossalmente io ero la persona più sana della mia famiglia...non ti nascondo che la strada da percorrere sarà lunga e a volte tortuosa ma ne vale la pena, quando deciderai di intraprendere un percorso terapeutico vedrai che ogni giorno farai un piccolo passo in più che magari ti sembrerà banale o irrilevante ma che invece è parte fondamentale di quel percorso che ti porterà alla tua libertà, credimi ce la puoi e ce la devi fare..
..non devi ringraziarmi piccola, la cosa che mi preme maggiormente è farti capire che non sei sola, ti sono vicina..
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