Trottolone93, 02/02/2011 19.01:
Ahah proviamoci :P Provo a sveltire un po', dai u.u
Dunque, appurato che il carattere è influenzato da tutta questa serie di cose, e che porta continuamente a catalogare in sé ciò che è "bene" da ciò che è "male" o semplicemente "meno bene" (ovviamente può sbagliarsi in questo), di fronte ad una scelta tenderemo sempre a fare, se non vi sono costrizioni, ciò che consideriamo più bene?
Oppure "libertà" significa che anche se noi, col nostro carattere, il nostro pensiero, tendiamo ad A perché consideriamo A più adatto possiamo scegliere anche B? Il che tradotto significa che "libertà" significherebbe scegliere casualmente anziché ragionando; scegliere la cosa che riteniamo meno giusta piuttosto che quella che riteniamo più giusta.
Ha senso un'idea così di libertà? E se non è così, allora in cosa sta la "libertà" di scegliere? Ovvero che di fronte ad A e B possiamo scegliere indifferentemente sia l'uno che l'altro.
non sempre si cataloga come cioè che è bene e ciò che è male.
ma anche cosa piace cosa non piace.
cosa ci conviene (quando si ha una buona veduta d'insieme della situazione e in prospettiva)...cosa conviene in vista dell'implicazione di altre persone. Voglio soddisfare me stessa in questo momento oppure sono disposta a sacrificare la scelta in base al bene che posso portare ad altri, a chi amo per esempio? (vedi le scelte di sacrificio delle madri)
Se devo mangiare un gelato e scegliere il gusto, entrano in gioco fattori personali che non influenzano la scelta dall'esterno..potrei dire d'istinto Vaniglia..e scegliere quindi con casualità o secondo un fattore che non sono in grado di individuare razionalmente
(salvo poi pentirmi, perchè a me piace il gusto torroncino)