| | | Post: 509 | Registrato il: 21/06/2004
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L'ENAM, alla fine, è stato assorbito dall'INPDAP per mezzo di un provvedimento legislativo inserito nella manovra di Tremonti. Questo Ente, sempre governato in particolare dalla CISL, negli ultimi anni era stato completamente accentrato dal Consiglio Nazionale (con CGIL, e SNALS a fare da comparse). Invece di renderlo più trasparente e democratico, estendendo le competenze dei Comitati provinciali, il Consiglio Nazionale ha avocato a sé tutte le competenze, eliminando di fatto gli assegni di solidarietà, alzando le franchige per l'erogazione dei contributi sanitari in modo da restringere di molto la platea dei beneficiari, fissando in un redditometro inadeguato le "fasce" percentuali per erogare i contributi (così, col cumulo dei redditi fra coniugi, alla stragrande maggioranza toccavano ridicole percentuali di recupero delle spese sanitarie), rimanendo sotto il quantum erogato dall'INPDAP per i piccoli prestiti, continuando a non prevedere un intervento in materia pensionistica o di anticipo sulla liquidazione. Il decentramento massimo, l'eliminazione delle franchige (ottenuta con il nostro successo elettorale dei primi anni del 2000 e poi rimangiato dall'Ente), portare a cinque le mensilità del piccolo prestito, fondo pensione automatico ed anticipi sulla liquidazione erano miglioramenti proposti dall'Unicobas.
L'accentramento dell'ENTE è stato giocato di concerto con i tentativi di vari governi (ed in particolare dell'ultimo), volti a considerare l'ENAM come fosse un Ente pubblico-economico, mentre invece era un ente solo di diritto pubblico. Vale a dire che non percepiva un euro dallo stato, basandosi esclusivamente sui contributi degli insegnanti. In tal modo, già alcuni anni fa lo stato bloccò i fondi ENAM per lungo tempo, impedendo l'erogazione delle prestazioni ed acquisendo illegittimamente circa 3 milioni di euro. La "difesa" dell'Ente è stata quanto meno singolare, non avendo puntato chiarire in fatto di diritto la differenza rispetto agli altri enti (tutti pubblici e non solo di diritto pubblico). Ci siamo a lungo chiesti come mai potesse passare una cosa del genere (capacità del tutto singolari o lungo "confronto" politico?).
Alla fine, il capitale dell'ENAM, quantificabile in circa 60 milioni di euro (proprietà immobiliari, probabilmente sottostimate, comprese), è confluito all'INPDAP. Ma si tratta di soldi di fatto appartenenti alla categoria, accumulati negli anni grazie alla trattenuta obbligatoria pari allo 0.80%. Ora, confermandosi peraltro con estrema chiarezza la giustezza della nostra posizione relativa alla volontarietà che avrebbe dovuto avere la trattenuta, siamo giunti all'assurdo: questo patrimonio viene acquisito dallo stato. A quale titolo? Ci riflettano i fiancheggiatori favorevoli all'operazione d'acquisizione INPDAP come la Gilda! Sono soldi dei quali va pretesa la restituzione alla categoria, con una redistribuzione paritaria almeno a quanti sono in servizio, che si trovano così ad essere stati soggetti di fatto ad una sorta di tripla "tassazione" da parte dell'INPDAP (la cui aliquota è pari allo 0,35%). Inoltre la trattenuta deve sparire subito e tutto ciò che è stato prelevato dopo l'assorbimento dell'ENAM, avvenuto praticamente dalla fine di giugno, deve essere restituito.
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