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Saturnia pyri

Ultimo Aggiornamento: 16/11/2010 20:28
17/07/2010 00:42
 
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Città: BAGNACAVALLO
Età: 31
Ninfa
Regno: Animalia
Phylum: Arthropoda
Classe: Insecta
Ordine: Lepidoptera
Famiglia: Saturniidae
Sottofamiglia: Saturniinae
Genere: Saturnia
Specie: Saturnia pyri


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N.B.: E' vietata la riproduzione totale o parziale del materiale senza l'esplicito consenso dell'autore. V. Legge del 22 aprile 1941, n. 633
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La saturnia pyri è un saturnide presente pressoché in tutta Italia ma ultimamente sta diventando sempre più rara a causa dei nuovi insetticidi che sono stati messi a punto e usati per trattare i frutteti. Questo saturnide nostrano ha una apertura alare che parte da 9 cm fino a 17 cm in alcune femmine. Si tratta di una specie affine alla saturnia minore (Eudia pavonia) con la quale può dare origine ad un incrocio.

ALLEVAMENTO:
l'allevamento dei bruchi può avvenire in gabbie in cui è meglio evitare un sovraffollamento perchè si tratta di una specie abbastanza incline alle malattie. Una gabbia come quella per i fasmidi, cioè con quattro pareti di tulle, alta 50 cm, profonda 40 cm e lunga 45 cm può contenere circa una ventina di bruchi all'ultimo stadio.

ADULTI
Gli adulti nascono in un periodo variabile da maggio a fine giugno, ciò è influenzato dall'altitudine.
Gli adulti, come tutti i saturnidi, non si nutrono e vivono poco più di una settimana. Se nasce una femmina la si può conservare in frigor alla temperatura di 4-5°C in attesa della nascita di un maschio, in questo modo la femmina rallenta il suo metabolismo. Questo è molto importante perchè le femmine, anche se non fecondate, depongono le loro uova già dalla terza sera.

Maschio:


ACCOPPIAMENTO
L'accoppiamento può avvenire già la sera stessa della nascita di entrambi i sessi in quanto già fertili; non è facile da ottenere in gabbie piccole, io utilizzo una gabbia di almeno un metro cubo posizionata all'aperto in modo che le correnti d'aria possano aiutare il maschio a trovare la femmina. Personalmente ho potuto notare che lo spazio non è l'unica cosa che può incidere sulla riuscita dell'accoppiamento perchè, pur disponendo di una voliera 3X2X2 m, non sono sempre riuscito a ottenerlo. Tuttavia se gli adulti non sono consanguinei, questo avviene più facilmente. Lo dimostra anche il fatto che, disponendo di una femmina vergine posta all'aperto, se la specie è presente in zona, arriveranno dopo il tramonto maschi selvatici che si vorranno accoppiare con essa. Se in zona è presente la specie la cosa più semplice è posizionare una femmina vergine in una gabbietta (va bene anche 20X20X20 cm) con maglie larghe 2 cm o poco più. In questo modo la femmina emetterà i feromoni (è scientificamente provato che riescono ad attirare un maschio fino a 5Km di distanza) che attireranno i maschi nella zona; una volta sopraggiunto il maschio, questo si arrampicherà sulla gabbietta e si accoppierà con la femmina. Rimarranno così attaccati per 22 ore circa ma può durare anche meno (basta anche meno di un ora perchè il maschio possa fecondare la femmina). La notte seguente l'accoppiamento la femmina incomincia a deporre le uova su una superficie disponibile. Personalmente io posiziono la femmina in una scatola da scarpe foderata con dello scottex in modo da poter ritagliare la sezione con le uova e posizionarle in una piastra petri in attesa che nascano. Le uova, disposte a gruppetti di 10-15, ammonteranno in totale a circa 250; questo dato dipende dalle dimensioni della femmina, se questa ha un addome molto capiente, potrà deporre anche 300 uova o più.

Immagine della gabbietta:


Immagine dell'accoppiamento in gabbietta:



UOVA
Le uova, bianche con qualche sfumatura marrone, sono lunghe 2,5 mm e larghe 2 mm e vi si può vedere bene il micropilo (foro da dove entra lo spermatozoo). Queste ultime, se feconde, tendono a diventare biancastre e schiudono di norma dopo due settimane.

Uova in piastra petri:


STADIO LARVALE
I bruchi al primo stadio sono lunghi 5-6 mm, di colore marrone con ciuffi color marrone più chiaro. Una particolarità di questo stadio è che i bruchi a risposo rimangono sotto la foglia con una posizione ad U.
Al secondo stadio diventano più grandi e il colore rimane lo stesso.
Al terzo stadio avviene il cambiamento di colore. Il colore di fondo diventa un verde chiaro con tubercoli color giallo e alcuni filamenti sottili come un capello e che hanno in cima una specie di protuberanza simile ad un bulbo pilifero.
Al quarto stadio il colore di fondo rimane sempre il verde anche se è un po' più scuro rispetto a quello dello stadio precedente. I tubercoli diventano invece di color azzurro/blu.
Al quinto stadio il colore rimane lo stesso sia per il corpo che per i tubercoli. Gli stigmi in questo ultimo stadio sono molto grandi, circa il doppio rispetto a quelli dello stadio precedente. A maturità il bruco arriva a misurare fino a 10 cm, a riposo. In questo stadio il bruco mangia moltissimo. All'approssimarsi della ninfosi, il colore di fondo del bruco cambia colore dal verde al bruno-rossiccio che fa risaltare i tubercoli azzurri. Inoltre le sue dimensioni si riducono (diventa più compatto). Il bruco incomincia a girare per la gabbia in cerca di un posto dove costruire il suo bozzolo. Generalmente lo costruisce negli angoli della gabbia ma a volte il bruco scende verso il centro del vaso di vetro dove è immersa la parte recisa del fusto affinché le foglie possano rimanere verdi per qualche giorno. Questo comportamento rispecchia l'abitudine dei bruchi a creare il bozzolo alla base del tronco della propria pianta nutrice. Qui il bruco si fa strada tra le foglie e costruisce il suo bozzolo tra i rametti. Personalmente preferisco far fare i bozzoli su un altro supporto. Io costruisco dei cubi in cartoncino che misurano 7 cm di lato, quando il bruco cambia colore lo posiziono dentro al cubo e lui si costruisce il bozzolo dove preferisce. Sinceramente trovo questo metodo molto utile sia per noi che per il bruco, infatti trascorre poco tempo prima che esso trovi il posto giusto per il proprio bozzolo. Trascorsa una settimana ritaglio il cubo in modo da poter appendere il bozzolo all'aperto.

Lo stadio larvale dura all'incirca 30-35 giorni.

Bruco appena nato:



Bruco in muta al 3° stadio:



Bruco in muta al 4° stadio:



Bruco dopo la muta, 5° stadio:


Bruco maturo, 5° stadio:


Bruco in prossimità della ninfosi:



BOZZOLO
Il bozzolo, di colore marrone, misura circa 20-25 mm di diametro e 50-65 mm di lunghezza. Costruito in doppio strato, possiede un polo più allungato dal quale uscirà poi l'adulto. Il bozzolo può essere tenuto all'aperto in attesa dello sfarfallamento che avverrà la primavera successiva. Durante l'inverno può essere tenuto in frigor fino a metà aprile. Di solito l'adulto emerge l'anno seguente il ciclo larvale ma può succedere che l'adulto nasca dopo due o anche tre anni. Questo fenomeno sembra essere influenzato dal tipo di inverno ma anche dai geni. Può essere considerata come una tattica per far sopravvivere la specie anche in anni non favorevoli. Ipotizziamo che ci sia un anno poco adatto allo sviluppo dei bruchi in una determinata zona e che pochissimi, per non dire nessuno, riesca ad imbozzolarsi, rimane sempre qualche bozzolo (è una bassa percentuale sulla totalità dei bozzoli) che può nascere l'anno seguente per far continuare la specie.
Personalmente ho tenuto 9 bozzoli in frigor nell'inverno 2009\2010 a una temperatura compresa tra i 4 e i 0°C per 110 giorni e dopo averli tirati fuori dal frigor e messi all'aperto, sono nate 7 Saturnia pyri e 2 non sono nate ma sembrano ancora vive.

Bozzolo attaccato ad un ramoscello:


Bozzoli nei “cubi”:



Risultato di una covata 2010 (107 bozzoli):


PIANTE NUTRICI
Le piante nutrici del bruco sono molteplici:
noce, frassino, prunus spp. (albicocco, prugnolo selvatico, pruno, mandorlo, pesco, ecc...), betulla, pioppo, ciliegio e pero.
Da esperimenti confermati personalmente, è meglio non cambiare mai la pianta nutrice del bruco perchè il suo sviluppo può subire un arresto per poi riprendere e proseguire più lentamente. Un bruco abituato a mangiare pruno fin dalla nascita, si adatta bene all'albicocco che viene innestato proprio sul pruno. Difficilmente si adatterà al noce.

Spero vi piaccia, Fabio.


[Modificato da Arky90 26/02/2011 17:35]
17/07/2010 12:36
 
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Età: 50
Neanide
Aggiungo una nota a proposito della gabbietta a maglie larghe utilizzata in esterno per attirare maschi selvatici: è meglio farla cilindrica e con la sommità sostituita da un disco di plastica liscia (es. un piatto per alimenti). Il motivo è abbastanza intuibile: in una gabbietta rettangolare e con rete anche sul tetto, può capitare che la femmina decida di spostarsi su uno degli angoli oppure arrampicarsi sul tetto in rete: in questi due casi, soprattutto nel secondo, l'addome si troverebbe in una posizione sfavorevole e non sarebbe più alla portata dei maschi che si avvcinano alle pareti.
[Modificato da fabbbio89 16/11/2010 20:28]
Mario
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