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La figura del boia (ottimi spunto per una poesia)

Ultimo Aggiornamento: 28/02/2010 21:41
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28/02/2010 21:41
 
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Voglio parlarvi di una figura che oggi nella gran parte del mondo occidentale è sparita, ma che ha lasciato dietro di sé ricordi e saperi troppo preziosi per essere dimenticati: la figura del boia. Lo faccio dividendo le varie parti a mo' di scheda tecnica, in modo da essere più leggibile e meno pallosa... ditemi che ne pensate!

I


Il boia è una di quelle figure che si tramandano dall'inizio della storia dell'uomo, fin dai primi agglomerati sociali infatti si contraddistingueva una figura che aveva il monopolio dell'esecuzione delle punizioni, figura -è giusto notarlo- che era sempre scissa da quella del giudice che comminava la pena. Ma quello di cui voglio parlarvi è il boia nel nostro occidente a partire dal Medioevo delle monarchie nazionali, infatti è in quest’epoca che la figura del nostro si delinea, assume le caratteristiche e i privilegi con cui il folklore ce lo tramanda.

Entrare nel ruolo: il boia diventava tale per nomina diretta del re, o in sostituzione di questo, della capo della comunità, una volta conferita la carica, questa era vita natural durante e poteva essere abbandonata solo con la morte: la carica di boia era ereditaria e passava di padre in figlio, nel caso il boia non avesse figli, la carica passava al parente maschio più vicino... la cosa interessante è che l'ereditarietà di tale carica non venne soppressa nemmeno con l'abolizione dei censi, che vietava ogni passaggio di mestiere pubblico fra parenti -questo sia in Francia, che in Spagna che in Germania-.

l'abbigliamento: scarpe nero lucide, rendigote e parrucca, il boia indossa la stessa veste del re nell'esecuzione delle sue mansioni, rappresentando la lunga mano del monarca sul corpo del reo.

L'abitazione: le regole a cui era sottoposto il boia per quanto riguarda la sua abitazione erano ferree: in Spagna era l'unica a dover essere pitturata completamente di rosso, in Francia e Germania era posta sempre al di fuori delle mura cittadine accanto al bordello e all'obitorio.

Orario di lavoro: la prima esecuzione del boia avveniva sempre all'alba, era sempre pubblica -tranne rare occasioni per motivi di ordine-, e si concludeva in mattinata. Il boia era anche addetto alla tortura ovviamente, e questa lo occupava fino al tramonto, momento in cui finiva il suo orario giornaliero. All'abolizione della tortura, il lavoro del boia si decurtò tanto da non occupargli più di poche ore la mattina.

Retribuzione: il boia veniva retribuito in varie maniere: stipendiato dal tribunale, aveva anche diritto sugli introiti dei bordelli, aveva palazzine proprie fuori città che poteva affittare anonimamente (ma se il contraente scopriva che il padrone di casa era boia, poteva rescindere il contratto senza pagar penale), aveva percentuali anche sulle merci esposte sui banchi dei pegni - Germania, Francia-.

Divieti: al boia era vietato entrare in luoghi pubblici, prendere l'ostia senza guanti neri, girare per le strade senza segni di riconoscimento (cappello nero a tubo, stemma con mannaia, ecc)

Privilegi: al boia dopo l'esecuzione passava la proprietà del corpo del reo, che veniva di solito venduto agli obitori o alle università, oppure "lavorato" dal nostro che ne estraeva grassi, filtri, succhi che avevano varie "poteri", sia come filtri d'amore che come veleni. In Francia il boia aveva diritto a mettersi in testa alle processioni religiose e anche quello di celebrare matrimoni, nel caso la Chiesa o i genitori della coppia fossero contrari. Il boia poteva anche esercitare legalmente la funzione di medico - Germania, Spagna, Finlandia - quando gli ambienti accademici avevano dichiarato incurabile il caso; era esentato insieme ai suoi figli dal servizio militare.

Status sociale: il boia era il "reietto" per eccellenza, insieme al becchino e al fabbricante di casse da morto, veniva riconosciuto un sapere sulla morte che lo rendeva un "contaminato", da non toccare né da guardare pena la morte stessa. Al boia era difficile trovare moglie, poiché nessuna donna era disposta a condividerne l'emarginazione, sebbene il nostro possedesse consistenti ricchezze derivanti dalla sua attività, allo stesso modo i suoi figli venivano ghettizzati e allontanati dalla comunità fin da piccoli.
Nonostante il boia fosse un lavoro legale, riconosciuto e con onoreficienze pubbliche (il boia, come i nobili, aveva lo stemma di famiglia), il suo nome era innominabile all'interno dell'apparato statale, tanto che il suo stipendio passava sotto la voce "spese straordinarie" o "spese speciali", e non aveva alcun contratto di assunzione (questo è tanto più paradossale perché continua ancora oggi, ad esempio in Turchia o negli Stati Uniti!).

Leggende e folklore: attorno al boia ruotano cospicui nuclei leggendari, che ancora oggi non sono stati sufficientemente analizzati. Prenderemo in considerazione -come paradigma- un racconto popolare sassone che affonda nell'Alto Medioevo: la leggenda ci narra di una festa in maschera data dalla regina nel palazzo reale, a cui partecipa anche il boia vestito completamente di nero, durante le danze la regina finisce per danzare con il nostro rimanendone ammaliata: la fuga dal palazzo in una notte senza luna e il rifugiarsi nel primo boschetto sono gli ovvi corollari, ma ecco il finale a sorpresa: quando il boia da il fatidico bacio alla regina, gli cade la maschera, e la regina scoprendo la sua identità, indietreggia terrorizzata, completamente folle.


Curiosità: Il boia veniva investito nel suo incarico in maniera assai strana: in Francia ad esempio il foglio con la sua nomina gli era consegnato direttamente dal re, facendoglielo scivolare sotto la tavola, in modo che il nostro dovesse strisciare sotto il tavolo per prendere servizio... e in Finlandia il boia del paese diventava l'ultimo che prendeva moglie all'interno di una generazione!
Nonostante il boia fosse una figura sempre ai margini, ci fu un brevissimo periodo storico in cui il nostro ottenne una rivalutazione pari solamente al disprezzo precedente: la Rivoluzione Francese. Durante quei pochi anni il nostro ottenne attestazioni pubbliche di grande prestigio: deputato all'assemblea con nomina presentata dai cittadini Robespierre e Sant-Just, in questo periodo la sua salita sul patibolo/palco veniva accolta con boati e giubili da parte dei giacobini, che lo presero a simbolo della giustizia implacabile contro l'antico regime, tanto che non pochi giacobini usarono la mannaia come suggello alle lettere o come stemma di famiglia.


II


Sacro e dintorni: adesso riprenderemo brevemente quanto scritto precedentemente, evidenziando come e in che modo la figura del boia fosse considerata sacrale, per facilità di lettura divideremo l'esposizione per nuclei tematici, ma non perdete di vista che è tutto strettamente legato.

Iniziamo dalla sua figura professionale: il boia è colui che applica la legge nel nome del re -tanto da aver l'onore di vestirsi come il re, nell'adempimento del compito- e come il re il boia è al di sopra di qualsiasi legge, tanto che quando è il primo a dover cadere sotto la legge, solamente il boia ha il diritto di mettere le mani sul corpo del sovrano (Rivoluzione Inglese e Rivoluzione Francese)... il boia è una figura legale, legittima, ricoperta per fino di onori, però soffre di una sostanziale ambiguità: se nell'applicare la pena al reo è rappresentate della luce e dell'ordine (le 2 cose erano strettamente legale nella civiltà medioevale), il suo avere a che fare con il corpo del reo, il fatto di infliggere torture e morti atroci che ricordano le pene infernali, lo rendono molto vicino alla figura del demone, necessario quanto i demoni ultraterreni che puniscono i peccatori, ma pur sempre un essere infero...

a questo si ricollegano anche le sue leggendarie abilità magiche, dovute alla sua vicinanza con i morti, morti che gli fornirebbero quantità di materiale con cui preparare filtri e veleni, in quanto è dall'inizio della civiltà umana che il corpo deceduto è visto come contenitore dell'oscurità, del Male, soprattutto se questo corpo -come quello del reo- viene oltraggiato e sepolto senza la benedizione/scongiuro della comunità. Attinente a questo, sono le sue "abilità" mediche: per necessità lavorativa il nostro doveva avere conoscenze fisiologiche minime, che gli permettessero di curare i rei che dovevano essere sottoposti prima a tortura e poi al patibolo (infatti se un reo moriva sotto tortura, responsabile ne era il boia)... questo faceva sì che il nostro accumulasse un serie di conoscenze mediche che poteva spendere anche per curare le persone comuni, se avevano il coraggio di rivolgersi al nostro.

Il boia e la Chiesa: qui il discorso è complesso, e ancora molto poco studiato: sappiamo infatti che al boia era interdetto il prendere la particola a mani nude, e per questo usava un guanto nero di velluto o seta, unico fedele –insieme alla prostituta- che poteva farlo (nemmeno il re poteva prendere la particola senza togliersi il guanto), eppure questo suo non era un privilegio, poiché si credeva che il suo corpo fosse impuro e potesse contaminare perfino l'ostia... allo stesso modo sappiamo che gli era vietato portare il crocifisso durante l'esecuzione, unico di tutto l'apparato repressivo che non poteva portare simboli della fede nell'adempimento della sua mansione (e questo pure quando lavorava per conto dei tribunali ecclesiastici)... eppure in determinati contesti liturgici, ad esempio durante le ceneri, il nostro guidava le processioni religiose, privilegio che avevano solamente le alte gerarchie delle Chiesa e dello Stato. Non voglio sbilanciarmi -visto che non lo fa nemmeno uno studioso come Le Goff-, però credo che il rapporto fra Chiesa e boia fosse ricalcato su quello di Cristo e i suoi carnefici, in cui i carnefici sono sì gli agenti del male che uccidono il Dio fatto uomo, però sono anche coloro che rendono possibile la redenzione, anche se ammetto che è un ipotesi molto azzardata.

ugualmente problematico è l'analizzare il perché il boia potesse sposare in mancanza del beneplacito di famiglia e/o Chiesa: se sappiamo che la cerimonia era quanto meno essenziale (la coppia si dichiarava eterno amore con le mani giunte sulla mannaia), difficile è interpretare per quale autorità il boia potesse congiungere due anime, visto che solamente la Chiesa rappresentante del volere di Dio poteva farlo (e molto più tardi lo Stato, che è il secondo detentore di Sacro nella nostra società): riflettendoci sono giunto a queste possibilità:

1- Il boia sposava per autorità della morte, visto che la mannaia altro non simbolizzava che la Triste Mietitrice, morte intesa come divinità pagana, al di fuori della giurisdizione di Dio.

2- il suo essere reietto, ma anche il suo essere sulla linea di confine fra sesso e morte (lo analizzeremo meglio più avanti), gli dava l'autorità necessaria per poter sposare non secondo il principio divino dell'unione fra anime, ma di quello "infernale" dell'unione fra corpi.

Boia, fra sesso e morte: arriviamo dunque al punto più controverso: la figura del boia nella civiltà medioevale era strettamente correlata a quella del sesso illecito, ossia quello esercitato con le prostitute: il boia infatti abitava fisicamente vicino ai bordelli (Spagna, Francia, Germania), percepiva da questi degli introiti, e spesso sposava donne che provenivano dal medesimo ambiente; i punti in comune fra le due professioni non sono certo pochi: il lavorare con l'impurità dei corpi, l'essere nello spettro del legale eppure essere de facto emarginati come "contaminati", avere entrambi fama di essere in contatto con mondi inferi dai quali si traggono abilità magiche, sono tutte caratteristiche comuni. Eppure c'è qualcos'altro: le numerose leggende che vedono protagonisti il boia e la regina -diffuse dalla Spagna alla Turchia-, in cui quest'ultima rappresenta la femminilità perfetta (Dea Madre, per chi mastica Bachofen), gettano strane ombre sulla linea di divisione fra la morte e il femminile, e fra quest'ultimo e il sesso. Sappiamo attraverso gli studi di psicologia, che nella cultura maschile la donna è associata al freddo e al vuoto, alla tentazione dell'abisso -come scriveva Weininger-, la stessa cosa per trasposizione semantica si può dire del boia, il cui regno di morte è quello del gelo e dell'abisso... credo che a questo passo ognuno possa dare una propria interpretazione, tanto è denso di contenuti.


Boia, la contaminazione ereditaria: analizziamo ora la cosa più paradossale: la civiltà cristiana si distingue da quella pagana poiché i peccati sono individuali e non sono in alcun modo trasmissibili alla prole, a questo c'è una sola eccezione storica, quella del boia... sappiamo che una volta diventati boia, la carica non si può più lasciare fino alla morte, la cosa strana è che questa è considerata così contaminante, che nemmeno il figlio può rifiutare la successione al padre, in quanto "contaminato" all'origine dal suo seme... nella storia questo ha portato più di qualche figlio di boia ad atti estremi, dalla fuga al suicidio, fino al richiedere di andare in guerra nelle prime file, e questo non ha fatto che accrescere l'aurea di maledizione attorno alla figura, senza per questo che fosse risparmiato alla discendenza dei boia la condanna al medesimo mestiere: la famiglia Sanson, boia per eccellenza della città di Parigi, si sono estinti solamente nel 1939, dopo più di VIII secoli di mestiere tramandato di padre in figlio, con tanto di articoli e biografia best seller dell'ultimo glorioso professionista della morte.




"Il poeta è puro acciaio, duro come una selce" Novalis

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