Avventura: "L'alchimista" - Capitolo 2

Osservò stupefatto la quantità di merce che Venior era riuscito a comperare. "Ed io che pensavo di aver esagerato con le compere!" esclamò osservanto tutti quesgli oggetti.
Esamò tutti gli oggetti, ed arrivato alle pentole, ne prese una e guardando l'amico disse "Più che per una missione ale falde della Montagna Solitaria, sembra che ti sei preparato per una scampagnata all'aria aperta. Ti manca solo un bello spiedo per preparare un cinghialetto alla brace, un baio di barilotti di birra e la scampagnata e giabbella che organizzata" e fece finta di cucinare un frittata invisibile facendo volteggiare la padella, cercando di afferare qualcosa al volo.

Rise di gusto alla battuta del compagno.

"Buona questa."

Quindi perse anch'egli una pentola in mano soppesandola.

"Però non si sa mai nella vita, possono sempre tornare utili e se proprio diventano un peso le possiamo sempre buttare... Per quello che costavano non sarà una grossa perdita. Comunque vedo che anche tu ti sei dato da fare con gli acquisti."

Nel dire le sue ultime parole osservo la merce presa dal compagno.

"Perfetto, perfetto..." disse, mentre estraeva il piccolo sacchetto in cui aveva riposto la sua parte di bottino.
Li offrì al commesso e ripose tutte le scatole nel suo sacco.

Si affrettò ad uscire, e notò che la pioggia era cessata. L'aria era fresca e frizzante.
Si avviò verso la locanda, scansando qualche pattuglia di guardie, e allungando il percorso mentre transitava nei vicoli più malfamati.
Arrivato alla locanda, entrò circospetto e chiese all'oste di Wids.

Tornarono nella zona commerciale che avevano visitato pochi giorni addietro. C’era un continuo via vai di mercanti, donne, famiglie e bambini. Tutto era governato da un grande caos. Olaf aveva un vago ricordo del negozio che stava cercando e si incamminò, quindi, verso la sua destinazione finale. Sbucando da una via laterale si trovò innanzi l’armaiolo che, un paio di giorni prima, aveva ricevuto la visita dei suoi due compagni. “Io Venior dovrei fare alcuni acquisti in armeria, se hai voglia puoi accompagnarmi, altrimenti ci rivediamo alla locanda fra qualche ora” e così dicendo, attraversò la strada ed entrò

"Ormai sono qui, non mi costa nulla accompagnarti e potrei sempre trovare qualcosa di mio interesse."

Così dicendo seguì il compagno all'interno del negozio iniziandosi ad osservare intorno per vedere se vi fosse qualcosa di suo interesse.

In ogni direzione che guardava vedeva armi, lmi, bracciali schinieri. Su una pparete erano all'ineate in bell'ordine armature di cuoi rinforzato o di acciaio lucito, oppure di acciao brumato che davano un senso di invulnerabilità. Non aveva mai provato a chiudersi all'interno di quei barattoli tintinnanti e non ci teneva nenache.
Si ritrovò a fissare un'armatura che avevacome visiera il muso di un lupo con le fauci spalancate "Effettivamente è inquietante e genera timore, però chissà che caldo li dentro e poi se mi scappa una puzzetta l'odere mi accompagnerebbe per tutta la battaglia" si trovò a sorridere della sua battuta silenziosa e si ripromise di ricordarsela per poterla sfoggiare una volta tornato a casa, quando qualche soldato avesse voluto canzonarlo, cosa che a dire il vero accadeva di rado.

Si avvicinò al bancone, deserto, e chiamò a gran voce l'attenzione di qualche d'uno "Eilà della bottega, c'è qualcuno o posso servirmi e andare?" e strizzò l'occhio a Venior.
Dopo pochi secondi arrivò un ragazzetto, probabilmente l'aiutante del mastro d'armi, che avrà avuto 15 anni o poco più "No vi prego signore non portate via nulla, altrimenti il mastro d'armi mi farà pagare tutto a me" e lo guardò con occhi supplichevoli.
"Cominciamo bene" disse Olaf "vedo che hai il senso dell'umorismo simile a quello dei goblin di Moria" e vedendo che non aveva capito nenache quella allusione, alzò gli occhi al cielo e decise di proseguire, prima che la notte giungesse all'improvviso. "Ho bisogno di 10 coltelli da lancio, con rispettivo porta coltelli da mettere in vita, più 5 sciolti. INoltre volevo anche un arco, possibilmente in legno di tasso e una faretra completa di freccie. le frecce devono avere la punta seghettata, di modo che, quando si conficcano nella carne, lacerino la pelle, si attaccano ai tessuno ed è dolorosissimo estrarle" e così dicendo mimo il sibilo di una freccia, che volava verso il ventre del garzone. L'effetto dell'ennesima presa in giro fu l'opposto di quello che sperava poichè il ragazzo si buttò sotto al bancone gemendo "Prendete tutto quello che volete, Preferisco le botte del mastro che perdere la vita."

"Ma questo l'hanno assunto perchè è scemo oppure perchè ha vinto spesso la gara di rutti in taverna ed è quindi una celebrità?" chiese rivolto a Venior. "Alzati eroe, non voglio farti nulla di male, anche perchè se avessi voluto a quest'ora te ne avrei già fatto. Dimmi se hai quello che ti ho chiesto, dimmi il prezzo, fammi anche un bello sconto e poi me ne andrò" e così dicendo attese che il ragazzo uscisse da sotto il bancone. Guardandosi attorno, vide, buttati in una botte, una moltitudine di bracciali in cuoi che avevano la vunzionedi proteggere, seppur limitatamente, l'avambraccio. "Nel conto metti pure anche una copia di questi tanto che ci sei" e prese due bracciali di cuoio nero, con le borchiaute in ferro brunito e le appoggiò sul bancone

Sorrise alle battute del compagno e rimase abbastanza sorpreso dalle reazioni del garzone.

"Siamo sicuri che lavori qui questo..."

"Visto che siamo qui a me servirebbero invece una ventina di punte di freccia ed una corda di riserva per il mio arco."

Dicendo queste parole estrasse la corda del suo arco posandola sul bancone per farla vedere al garzone.

"Forse servirebbe anche a te prendere una corda di riserva per l'arco, non si sa mai nella vita, sempre meglio essere preparati a tutto."

ancora intimorito dalle parole pronunciate dal misterioso cliente. Si rialzo' piano piano da sotto il bancone. Prese quello che gli era stato chiesto e lo mise accuratamente in fila davanti a se sul bancone.
"Ecco vi costera' solo 5 monete d'oro" disse con la voce tutta tremante e gli occhi sgranati.

Pontelagolungo ore 6.30 del mattino.

Sul molo le prime luci dell'alba gettavano dei riflessi dorati e arancioni. Sulle pareti del traghetto si formavano cosi' piccole onde di luce colorata. Dondolando sul pelo dell'acqua ormeggiato con due potenti corde, il traghetto aspettava i suoi ultimi passeggeri.
I quattro cavalli erano gia' a bordo in apposite stalle.
Wids guardo' il sole sorgere a est e poi rivolse il suo sguardo verso nord, dove la montagna solitaria lo aspettava.

In uno dei passeggeri riconobbe il compagno Neor, abilmente vestito da mendicante, non vide pero' ne il lupo, ne Olaf e Venior.

Dalle vie della citta' vide spuntare pero' due figure ...

"Finalmente si parte."

Disse al compagno che camminava accanto a lui verso il molo dov'erano attesi.

*Era ora di uscire da questa noiosa città... Un po' di movimento è proprio quello che mi ci vuole, non vorrei rammollirmi troppo altrimenti i miei anni di allenamento sarebbero stati buttati al vento.*

"Speriamo che tutto proceda come da progetto, comunque ci siamo ben muniti per ogni evenienza."

Dicendo queste parole fece un cenno verso il proprio zaino e quello di Olaf.

*Mi sembra di aver preso tutto quello che mi serviva...*

*Ecco che arrivano*

Emise un sottile e quasi impercettibile sibilo, e da una delle casse abbandonate sul molo uscì il lupo, che venne a sedere di fianco a lui.

Attese poi l'arrivo dei compagni.

Il traghetto lentamente si stacco' dal molo. Il viaggio non duro' molto il sole era sempre a est, e durante il tragitto solo lo sciabordare dell'acqua, interrompeva il silenzio che abbracciava il lago.

All'approdo alla foce del fiume flutti, i quattro scenderono ognuno per se. I cavalli furono scaricati e Wids sul suo guido' gli altri tre ad un albero dove aspetto' gli altri suoi compagni.

Raggiunse l'albero dove si era posizionato Wids tirando le redini del suo grosso cavallo, mentre il lupo camminava al suo fianco.

"Eccoci qui. Il piano?"

Il viaggio trascorse quieto e senza alcun avvenimento. Si trovò a ripensare a quanto fosse lontano da casa e a quanta strada aveva fatto per arrivare fino a quel momento. Fissava la riva del lago che continuava a mutare di aspetto man mano che l’imbarcazione seguiva inesorabile i flutti.
Talmente era assorto nei sui pensieri non si accorse quando la barca attraccò e quanto tempo avevano percorso su quello specchio d’acqua. Dopo essersi sgranchito le gambe, intorpidite dalla posizione prolungata che aveva assunto durante il viaggio, raccolse il suo zaino e si apprestò a scendere.
Scese con il resto dei passeggeri e, appena la folla si fu diradata, cercò con lo sguardo i suoi compagni. Individuò Wids e Neor sotto le fronde di un albero con le cavalcatura già pronte. Facendosi largo fra coloro che ancora sostavano sul molo, li raggiunse. “Ne manca ancora uno e poi spero ci vorrete dire cosa avete in mente Wids.”

Attese l'arrivo dei suoi compagni. Monto' sul suo cavallo. "Cavalcheremo di buon passo fino a sera, ci accamperemo e domani riprenderemo il viaggio. Se siamo fortunati nessuno e' a conoscenza delle nostre intenzioni" si fermo' un secondo poi riprese "Ora andiamo".

Dopo aver annuito, montò a cavallo.
Cominciò a trottare in coda al gruppo, e il lupo avanzava tranquillo al suo fianco.

Il paesaggio era quello che conosceva bene: i boschi del Rhovanion, dove era nato e cresciuto, e dove aveva passato gran parte della sua vita.
Riconosceva nell'aria i profumi delle piante, l'odore della sua terra e lo scrosciare del fiume e dei ruscelli che ogni tanto incontravano.
La giornata era molto luminosa, piacevole e fresca.
La pioggia aveva lasciato una leggere umidità nell'aria, ma un fresco venticello rendeva l'aria leggera e frizzante.

Tuttavia, Neor restava all'erta, e con le orecchie ben aperte. Riconobbe tra il cinguettare degli uccelli il verso di un fagiano, e lasciò che il lupo si intrufolasse tra la boscaglia per sfamarsi.

Quando l'animale tornò, decise di parlare per qualche momento con il suo compagno, e rallentando un poco, dopo aver avvisato gli altri membri della compagnia, si concentrò e richiamò a sè le forze della natura.
Poco dopo, ringhiando e abbaiando, cominciò a colloquiare con l'animale. Si informò riguardo alla situazione nella boscaglia, su particolari odori nell'aria e altri e degni di nota che avrebbero potuto far presagire qualcosa di strano.
Chiese anche al suo fedele compagno di passare il resto della giornata in perlustrazione delle zone circostanti, e di riunirsi al gruppo solo a sera inoltrata; in caso di particolari problemi invece il lupo avrebbe dovuto tornare da lui immediatamente.

Poi proseguì il viaggio, riunendosi al gruppo dei compagni.

Il lupo torno' con delle notizie importanti dal suo pranzo. Infatti dopo essersi allontanato dal gruppo, subito avverti' nell'aria la presenza di alcuni esseri e si inoltro' nella boscaglia per indagare.
Dopo mezzora di cammino trovo' un accampamento di orchetti intenti dividersi orribilmente un cervo crudo. A parte questa scena disgustosa per gli umani ma non per un lupo non trovo' null'altro di strano. Riferi' questo e il numero degli orchetti 21.

Dopo che il lupo ebbe riferito, Neor si avvicinò ai suoi compagni e raccontò loro tutto quanto.

"Non so cosa ci facciano qui degli orchetti, ma pazienza. Non avrebbe molto senso andare a sterminarli, sarebbe però alquanto divertente. Comunque direi di proseguire senza far loro nulla. Non credete?"

Montò sul suo cavallo con estrema agilità e sicurezza. Fra lui e l’animale si era instaurato, col passare degli anni, una sorta di reciproco rispetto e fiducia.
Aveva proprio voglia di poter tornare a cavalcare , anche se per poco tempo, in modo spensierato, come faceva da ragazzo, godendosi gli scorci della terra che li ospitava e la compagnia dei suoi nuovi amici. Se non avesse saputo del motivo di quel viaggio, gli sembrava quasi di trovarsi in vacanza. Vedeva il lupo di Neor correre avanti e indietro, sparire nella boscaglia, per poi riapparire in un altro punto, più avanti, ritornare verso di loro e sparire di nuovo. “Anche lui aveva voglia di lasciare tutto quel rumore e quella confusione alle spalle e di ritornare nel suo ambiente naturale” pensò mentre spronò il cavallo per affiancare Wids. “Wids, non potremmo sfruttare il tempo del viaggio? Se ci anticipaste qualche cosa su cosa ci aspetta e cosa dovremmo fare?” terminò la domanda e sentì l’abbaiare di de can ialle sue spalle. Si voltò e vide Neor che abbaiava al lupo ed il lupo che gli rispondeva. “O questa è davvero bella. Adesso vi metterete pure ad ululare insieme?” E guardò divertito la scena in attesa di una spiegazione.

"Effettivamente non ha senso rischiare solo per attaccare un gruppo di orchetti, che oltretutto sono anche abbastanza numerosi..."

Rimase in silenzio per qualche istante riflettendo fra se e se.

*Potrebbe essere un buon esercizio ma sono veramente troppi per i miei gusti, se fosse per un qualcosa che riguarda la missione si potrebbe anche fare ma ora come ora non mi pare sia il caso di rischiare tanto.*

"E non penso abbiano qualcosa a che fare con la nostra missione, meglio proseguire senza farci notare da loro."