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Il ritorno del lupo, ora non fa più paura

Ultimo Aggiornamento: 16/02/2010 13:04
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16/02/2010 13:04
 
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Si ripopolano i branchi nel Parco della Majella. Merito dell'intesa con gli allevatori e della lotta al bracconaggio
Al via il progetto «WolfNet» per il coordinamento delle politiche di tutela della specie


MILANO - Il problema, per certi versi, è Cappuccetto Rosso, la prima fiaba che si impara da bambini. Lì dentro, nelle parole raccontate da Perrault e dai fratelli Grimm, il lupo è decisamente cattivo. Anzi, è il cattivo per antonomasia, le ha tutte lui: subdolo, crudele, perfido, insaziabile. Tutto, forse, parte da lì. E da credenze e falsi miti attorno a questo predatore che si sono tramandati nel tempo. Ma il lupo, fuori dalle favole, è anche e soprattutto un anello importante della catena alimentare. L'immagine negativa che si è portato appresso per tanti, troppi, anni ha fatto sì che nella storia sia stato spesso considerato una minaccia, per l'uomo e per il suo bestiame. E di conseguenza è stato additato come un nemico da eliminare. In alcuni casi lo sterminio è riuscito e in diverse aree la sua scomparsa ha provocato uno sviluppo incontrollato di quelle che sono sempre state le sue prede, con uno squilibro che ha poi avuto ripercussioni anche sulla vita dell'uomo.



INVERSIONE DI TENDENZA - A volte, però, ci sono anche le notizie positive. E in questo 2010, anno dedicato dall'Onu alla difesa della biodiversità, dal Parco nazionale della Majella, in Abruzzo, arriva l'annuncio che lascia ben sperare: il lupo è tornato. Nella riserva abruzzese sono stati censiti dodici branchi per un totale di un'ottantina di lupi. Tra i primi in Italia a mettere in atto un sistema di sorveglianza sanitaria sulla fauna selvatica, il Parco della Majella ha lavorato negli ultimi anni per raggiungere l'obiettivo di una serena convivenza tra i lupi e le popolazioni locali. «Nei 75 mila ettari del suo territorio protetto, negli ultimi 7-8 anni il conflitto con il settore zootecnico si è trasformato in gestione collaborativa del rapporto uomo-lupo - spiegano dalla sede di Badia Morronese, presso Sulmona -. Indennizzi economici, incentivi per l'adozione di misure di prevenzione, attività investigativa sul controllo delle morti illegali, sistemi di controllo e monitoraggio del lupo altamente tecnologici come la radiotelemetria satellitare hanno permesso di abbattere la mortalità del bestiame e di migliorare il rapporto tra lupi e allevatori». I radiocollari consentono di seguire gli spostamenti dei lupi fino a 12 volte al giorno e di intervenire in caso di un loro avvicinamento eccessivo alle mandrie.

TUTELA E CONTROLLO - Il parco della Majella, assieme a quello delle Foreste Casentinesi e a quello del Pollino e ad una serie di altri enti territoriali, sta promuovendo anche un progetto Life (che usufruisce del sostegno dell'Unione Europea) per il coordinamento delle misure di monitoraggio del lupo sugli Appennini. «Wolfnet», così si chiama, sarà presentato venerdì a Sulmona in occasione del workshop che darà il via all'iniziativa. L'operazione mira a tutelare da un lato la sopravvivenza della specie (ad esempio con interventi contro il bracconaggio o con una maggiore protezione dei territori in cui vivono nei periodi riproduttivi e alle diverse fasi del ciclo biologico della specie), dall'altro alla messa a punto di di politiche di controllo e di contenimento che rendano sempre più compatibile la convivenza al fianco di realtà urbanizzate.

MODELLO DA ESPORTARE - L'obiettivo è inoltre quello di esportare un modello di gestione, sostenibile sul lungo termine e rimodulato sulle caratteristiche locali ecologiche e socio-economiche, all'interno di altre aree protette e territori non protetti della rete Appennino Parco d'Europa. Per realizzare il progetto, che ha un costo complessivo di un milione e 600 mila euro di cui un milione finanziati da Bruxelles, saranno tra l'altro sviluppate nuove procedure di accertamento dei danni causati dai lupi agli allevamenti e creati gruppi operativi specialistici composti anche da veterinari che avranno il compito di effettuare attività diagnostiche e medico-legali e attività investigative di contrasto alla persecuzione illegale nei confronti del lupo. «I danni causati al bestiame domestico sono uno dei motivi principali per i quali i grandi carnivori, orsi e lupi in particolare, sono stati perseguitati per secoli. L'approvazione del progetto Life Wolfnet - spiega il direttore del parco Nicola Cimini - rappresenta il coronamento delle attività intraprese negli ultimi anni dal Parco nazionale della Majella con impegno e professionalità sulle problematiche della coesistenza lupo-uomo».

Al. S.
09 febbraio 2010
[SM=x1169385]



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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