News da Prato nevoso

• Artesina: bando per il vecchio skilift. A Prato Nevoso arriva il fondo

• È uno degli impianti strategici per tutto il comprensorio del Mondolè: perché quel vecchio skilift, che ormai ha toccato i 30 anni di “età”, è quello che collega le piste di Artesina con gli impianti di Prato Nevoso. Il “Rocche Giardina”, che gli sciatori di Artesina conoscono da sempre: una pista storica (oggi si accede con la seggiovia quadriposto), ma soprattutto la partenza per la stradina di collegamento fra le due principali stazioni sciistiche frabosane.
  Oggi è giunto quasi al termine della sua “vita tecnica”, e deve essere rinnovato. Se ne parla dal 2011, ma solo la scorsa settimana il Comune ha aperto il bando per la progettazione. Ancora non si sa quante ditte parteciperanno. Al posto dello skilift di oggi (molto datato) potrebbe nascere sia una nuova sciovia, che una seggiovia biposto. «Molto dipenderà dal costo – spiegano dall’ufficio tecnico del Comune di Frabosa Sottana –. Gli impianti sono della stazione sciistica di Artesina, ma per questa sciovia è stato deciso di considerarla di pubblica utilità proprio a causa della sua importanza strategica per tutto il comprensorio. Ecco perché il bando è in mano al Comune. L’importo massimo per la progettazione è previsto in 11 mila euro: è molto, ma per questo tipo di impianti servono progetti molto particolareggiati».
  Nuova pista di Fondo a Prato Nevoso
  Aperta la nuova pista di fondo a Prato Nevoso in località Caudano, grazie all’impegno del Nordik Center, che va così a completare l’offerta sciistica della stazione. Il tracciato prevede tre anelli con diverse difficoltà e lunghezze, è lungo 5 chilometri e si snoda dalla località Caudano al Borgo stalle Lunghe. Alla partenza della pista è stato predisposto un noleggio di sci sia per la tecnica Classica che libera, sono disponibili ben quattro maestri di sci di fondo. Il nuovo centro convenzionato con la Rossignol mette a disposizione degli utenti i nuovi materiali prodotti dalla casa Francese leader nel settore dello sci di fondo. La direzione tecnica affidata ad Andrea Gola punta a fornire un servizio di eccellenza indirizzata sia agli utenti che si avvicinano per la prima volta allo sci di fondo che agli utenti più esperti. I primi commenti dei fondisti che nel week end hanno utilizzato la pista sono stati tutti positivi, ottima tracciatura, pista tecnica e paesaggio suggestivo. Un servizio che ancora mancava all’interno del Mondolè
  M.T.

 Da un anno lo Stato non paga il soggiorno: l’hotel li fa sgomberare

PRATO NEVOSO – Profughi abbandonati da tutti, inesistenti per lo Stato italiano, indesiderati dal tutore che li ha accolti “per legge e per scelta”: due sono stati accompagnati alla Caritas, tre sono scomparsi nel nulla, andati probabilmente ad ingrassare le file degli stranieri senza identità e senza storia. Sono gli ultimi 5 profughi “richiedenti asilo” arrivati dalla Libia, via Lampedusa, e alloggiati “temporaneamente” all’hotel “la Curva” di Prato Nevoso. Erano arrivati in 61 il 13 maggio scorso a Prato Nevoso, 40 furono traslocati il 30 dicembre 2011 da un pullman della Croce Rossa, in centri specializzati. I cinque, al momento del trasferimento di un anno fa, non erano presenti. Il proprietario dell’hotel Mario Mazza aveva dato allora la disponibilità ad accogliere i profughi e la Prefettura aveva acconsentito, attingendo dalle liste di strutture “disponibili” sparse in tutta Italia.

«Il signor Mazza – dice l’avvocato Luca Borsarelli che tutela il gestore dell’hotel – ha ricevuto i rimborsi stabiliti dallo Stato fino al 31 dicembre 2011. Dopo quella data non ha percepito più nulla. Chiaro che non potesse più sopportare una situazione simile e ha chiesto agli stranieri di andarsene dall’hotel. Loro non erano disposti a trasferirsi e Mazza ha chiesto l’intervento dei carabinieri». Dopo una notte (tra domenica e lunedì) trascorsa all’addiaccio, due dei cinque sono stati accompagnati alla Caritas di Mondovì. Una situazione complicata, fatta anche di incertezze burocratiche imbarazzanti e condita da manifestazioni di dissenso dei frabosani che manifestarono la loro contrarietà all’arrivo degli stranieri in modo plateale (c’è un procedimento penale in atto di cui scriviamo a pagina 11). Dal punto di vista giuridico, nonostante la confusione che regna intorno al loro status, i “richiedenti asilo” possono circolare liberamente sul suolo italiano, ma, come quelli di Prato, devono dichiarare al “tutore” dove sono diretti e, soprattutto, dovrebbero sempre rientrare nel luogo dove dimorano, entro tre giorni. Gli stranieri in questione provenivano soprattutto da Nigeria, Ghana, Congo, Mali. Il 30 dicembre 2011 il sindaco di Frabosa Sottana Giovanni Comino e il vice Adriano Bertolino assistettero i profughi nelle fasi (anche molto concitate) della partenza, consegnando loro gli attestati di iscrizione temporanea nello schedario comunale.

Gianni Scarpace