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Ultimo Aggiornamento: 02/07/2012 14:21
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04/02/2011 22:03
 
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Ho saputo che oggi e' stato fatto un flash mob o come cazzo si chiama in Piazza della Vittoria contro il puttaniere, a noi allo Shalom ci chiesero i documenti perche' si fece una "terribile" adunata sediziosa, ma allora i play mobil usano due pesi e due misure, quando ci sono ultras nel mezzo bisogna rompere il cazzo, altrimenti non fanno niente (non con questo dovevano chiedere i documenti oggi, ma tantomeno li dovevano chiedere a noi per una manifestazione pacifica)!!!
ULTRAS LIBERI
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25/01/2011 19:23
 
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CUCCHI: PM, FU PICCHIATO DA AGENTI E NON CURATO DA MEDICI

Roma, 25 gen. - Stefano Cucchi fu picchiato dagli agenti di polizia penitenziaria mentre si trovava nei sotterranei del tribunale di Roma, dove ci sono le celle di sicurezza, poco prima dell'udienza di convalida dell'arresto, e mori' sei giorni dopo perche' non curato dai medici dell'ospedale Pertini. Il personale sanitario, e' il convincimento della procura, pur avendo ben presenti le patologie di cui soffriva il ragazzo nel corso della degenza, "volontariamente ometteva di intervenire". Secondo quanto ricostruito dai pm Vincenzo Barba e Maria Francesca Loy, Cucchi, gettato a terra dai tre agenti e sottoposto a pestaggio, riporto' ferite alle mani, alle gambe e alla colonna vertebrale. Per gli inquirenti, il 17 ottobre, il giorno del ricovero in ospedale, il funzionario del Prap e la dottoressa Caponetti si sarebbero attivati subito per nascondere le lesioni riportate da Cucchi nel pestaggio. Per questo, contrariamente a quanto rilevato dai medici del carcere di Regina Coeli e del Fatebenefratelli, dove era transitato per qualche ora il detenuto, Marchiandi e la Caponetti avrebbero "indicato falsamente in cartella clinica che Cucchi appariva in condizioni generali buone, con stato di nutrizione discreto, decubito indifferente, apparato muscolare 'tonico trofico'".
In realta' - secondo i pm - si sorvolava sul fatto che il ragazzo era "un paziente allettato con decubito obbligato, cateterizzato, impossibilitato alla stazione eretta e alla deambulazione, con apparato muscolare gravemente ipotonotrofico". Marchiandi e Caponetti, insomma, avrebbero fatto in modo che Cucchi venisse ricoverato al Pertini, struttura ritenuta dagli inquirenti non idonea perche' normalmente destinata a ospitare 'pazienti non acuti'. Cucchi, invece, era un 'politraumatizzato a rischio'. In ospedale, il personale medico e paramedico avrebbe volontariamente omesso di "adottare qualunque presidio terapeutico". Dal 18 al 22 ottobre 2009, Cucchi, "incapace di provvedere a se stesso", e' stato letteralmente abbandonato al suo destino, senza che nessuno gli dicesse che i suoi familiari si stavano battendo per avere sue notizie. Addirittura - secondo la procura - il medico Flaminia Bruno, in servizio il 22 ottobre, scrisse il certificato di decesso di Cucchi "attestando falsamente che si trattava di morte naturale". Con il loro comportamento, medici e infermieri, assieme al funzionario del Prap, e' la conclusione della procura, "aiutarono i tre agenti di polizia penitenziaria a eludere le investigazioni dell'autorita' giudiziaria".


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05/01/2011 23:10
 
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UN ANNO DOPO ROSARNO:NIENTE E' CAMBIATO
A UN ANNO DALLA RIVOLTA DI ROSARNO. TUTTO E’ CAMBIATO MA NULLA E’ CAMBIATO

MOBILITAZIONE 7 GENNAIO 2011


appello alla partecipazione alle organizzazioni alla società civile, ai cittadini/e






PIATTAFORMA

• PER UNA VERTENZA MERIDIONALE SUL DIRITTO DI SOGGIORNO DEI LAVORATORI MIGRANTI RIFUGIATI, IRREGOLARI MA INESPELLIBILI, SFRUTTATI NELLE CAMPAGNE DEL SUD ITALIA

• PER UN NUOVO PIANO AGRICOLO DELLA PIANA, POLITICHE DI RICONVERSIONE, MARCHIO DI QUALITA’, SUSSIDI DI BUONA AGRICOLTURA, EMERSIONE DAL LAVORO NERO

• PER IL PROTAGONISMO DEGLI ENTI LOCALI E LA VALORIZZAZIONE DELLE BUONE PRATICHE DI OSPITALITA’ COSTRUITE DAL BASSO: MODELLO DROSI

• PER L’ISTITUZIONE DI UN TAVOLO REGIONALE SULLE POLITICHE DEI MIGRANTI, SU UN NUOVO MODELLO DI INCLUSIONE SOCIALE E ACCOGLIENZA, SUL LAVORO IN AGRICOLTURA

• PER IL RILANCIO DI UNA NUOVA QUESTIONE AGRARIA: DARE CENTRALITA’ ALLE CAMPAGNE E VALORIZZARE LA FUNZIONE ECONOMICA, SOCIALE, AMBIENTALE DELL’AGRICOLTURA

• PER UN’ALLEANZA TRA I PICCOLI PRODUTTORI,I LAVORATORI MIGRANTI SENZA DIRITTI, I CONSUMATORI, PRIVATI DEL DIRITTO AD UNA ALIMENTAZIONE SANA, I CITTADINI ONESTI TRUFFATI DALLA POLITICA CLIENTELARE E DALLA ‘NDRANGHETA

• PER IL SOSTEGNO AI BUONI AGRICOLTORI CHE RISPETTANO IL CONTRATTO E LA QUALITA’ DEL PRODOTTO

• PER UN LAVORO IN AGRICOLTURA SICURO

• PER I DIRITTI DI TUTTI: NO AL PACCHETTO SICUREZZA E ALLE POLITICIHE SECURITARIE DEL GOVERNO BERLUSCONI

• PER IL RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI E DELLA DIGNITA’ DEI LAVORATORI STRANIERI SULLA BASE DELLA PIATTAFORMA DEL MOVIMENTO ANTIRAZZISTA DEL 17 OTTOBRE 09

• PER IL RICONOSCIMENTO DEL REATO DEL CAPORALATO, EQUIPARATO AL REATO DI TRATTA DEGLI ESSERI UMANI

• PER L’INCLUSIONE SOCIALE, PER L’ACCOGLIENZA, PER DARE LE GIUSTE SOLUZIONI ALLE QUESTIONI ABITATIVE E SANITARIE



ORE 09.00 CONCENTRAMENTO IN PIAZZA VALARIOTI, ROSARNO

ORE 12.00 PRESIDIO PIAZZA ITALIA-PREFETTURA, REGGIO CALABRIA


Rete Radici - Cgil Gioia Tauro - Comunità Migrante di Rosarno e Drosi
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02/01/2011 22:05
 
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Re:
fish76, 28/12/2010 22.39:

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Concordo in pieno Fish !!!!
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Desaparecidos
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E c'e' sempre la notizia della trasferta per Livorno...
O amministratori...mangiate meno pandori!!!
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DISERTORI DI MURO!!!


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23/12/2010 02:34
 
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Firenze, uova e vernice contro le vetrine
300 studenti in corteo non autorizzato
Partita da piazza San Marco la manifestazione degli universitari si dirige verso il centro.
Apre lo striscione "Blocchiamo la riforma, blocchiamo la città"




Firenze, uova e vernice contro le vetrine 300 studenti in corteo non autorizzato

Uova e vernice contro le vetrine delle boutique e una filiale della Unicredit, poi fumogeni e petardi. Il centro di Firenze attraversato da circa 300 giovani che prendono parte al corteo contro la riforma Gelmini. Non autorizzata, la manifestazione organizzata dai Collettivi universitari ha puntanto alle vie dello shopping senza mettere in atto il blocco del traffico sui viali annunciato alla vigilia. Il corteo era partito da piazza San Marco, sede del Rettorato dell'ateneo fiorentino. In testa un grande striscione con la scritta "Blocchiamo la riforma, blocchiamo la città". I giovani, tra rulli di tamburi, hanno scandito slogan contro politici, forze dell'ordine e giornalisti.

GUARDA LE FOTO

"Obiettivo di questa manifestazione sarà quello di bloccare il traffico oppure colpire obiettivi sensibili dal punto di vista simbolico per la nostra protesta: valuteremo cosa fare durante il corteo", ha spiegato il portavoce del Collettivo di Scienze Politiche (una delle sigle promotrici dell'iniziativa) Matteo Lottini. In precedenza, in Piazza Santissima Annunziata, si era conclusa un'altra manifestazione, questa autorizzata, promossa dagli studenti della facoltà di architettura.

Uova e vernice contro le vetrine di un negozio e di una filiale di Unicredit sono state lanciate nel corso della manifestazione. Sulla vetrina della banca è stata tracciata in rosso la scritta "Vampiri".

I giovani hanno pecorso le vie dello shopping nel centro fiorentino, lanciando, senza aver causato alcun danno, fumogeni e petardi. Il corteo si è fermato anche sotto la Prefettura, sede del Consiglio regionale e della Provincia, esponendo lo striscione con la scritta "La vostra repressione non ci fermerà".

La manifestazione è passata con in testa la camionetta del Soundsystem nella piazza del Duomo pedonalizzata. "In piazza stiamo portando una generazione che si è rotta i coglioni", ha detto al megafono il portavoce del Movimento.


firenze.repubblica.it
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18/12/2010 19:39
 
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Re:
Avanti Ultras, 15/12/2010 13.09:





che bello!!!
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18/12/2010 01:39
 
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15/12/2010 21:24
 
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Assalto a camionetta della guardia di Finanza
www.youtube.com/watch?v=THXRFXyczPQ

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15/12/2010 13:09
 
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15/12/2010 13:08
 
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15/12/2010 13:05
 
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Scontri di Roma, 10 domande a Maroni

15 dic


Ieri il centro di Roma è stato devastato. Prima cosa: netta condanna nei confronti di chi si è reso responsabile di atti di violenza contro le persone o di chi ha danneggiato e distrutto i beni privati dei cittadini e della collettività. Seconda cosa: solidarietà a tutti quelli che hanno subito le conseguenze di quella follia collettiva: i cittadini, i manifestanti pacifici, il movimento studentesco che ha visto fagocitare dalle violenze le ragioni della protesta e le forze dell’ordine. Detto questo, noi crediamo che vada fatta piena luce sulle responsabilità che hanno provocato i disordini.

Ieri abbiamo pubblicato una fotosequenza che ha fatto il giro del web. Il nostro blog ha registrato quasi 200.000 accessi in poche ore e la denuncia è stata ripresa da tantissimi altri blog. L’atteggiamento dei media (ad eccezione di Repubblica, L’Espresso e Vanity Fair) è stato di condanna nei confronti delle violenza ma di superficialità nei confronti delle responsabilità che sono state attribuite acriticamente a non meglio precisati “Black Bloc”. Nessun interrogativo, nessuna domanda, tante contraddizioni.

Noi, invece, siamo convinti che qualcosa vada chiarita affinché ciò che è accaduto ieri non si ripeta o che non si riproponga in una versione più drammatica.
Dieci domande al ministro Roberto Maroni

1) Perché il finanziere ha il dito sul grilletto?

2) Chi è l’uomo col cappuccio grigio che prima sembra aggredire il finanziere e poi lo soccorre?

3) Chi è l’uomo col walkie talkie a terra?

4) Chi è l’uomo col giubbotto beige che prima impugna un badile, poi un bastone e poi un manganello e manette e che ritroveremo dopo dietro il cordone delle forze dell’ordine?

5) E’ vero, come sostiene l’ApCom, che l’uomo con la giacca a quadri, travestito da manifestante, che protegge il finanziere è un esponente delle forze dell’ordine?

6) Che rapporto c’è tra l’uomo col giubbotto beige e quello con la giacca a quadri ritratti assieme in una foto in cui sembrano dialogare?

7) In due diverse dichiarazioni, riportate dal Corriere della Sera e dal Messaggero, il Comando della Guardia di Finanza, prima esclude che i finanzieri possano operare in “abiti civili” e poi ammette che il finanziere con la pistola è stato soccorso da un “collega in abiti civili”. Perché questa contraddizione?

Otto) Erano presenti tra i dimostranti esponenti della Guardia di Finanza in “abiti civili”?

9) Erano presenti tra i dimostranti esponenti delle Forze dell’ordine in “abiti civili”?

10) Se erano presenti tra i dimostranti, come pure ammette la Guardia di Finanza, esponenti delle forze dell’ordine in abiti civili con quale quale mandato operavano?



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14/12/2010 20:31
 
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Cosa ci fa un finanziere con la pistola in mano tra i manifestanti?




Non dovrebbe mai accadere che in una manifestazione, per quanto problematica come quelle di oggi a Roma, un esponente delle forze dell’ordine giri con una pistola in mano tra i manifestanti. Poteva finire male.
Osservate bene la foto: c’è un tizio col cappuccio grigio tra i facinorosi in prima fila.


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[Modificato da Avanti Ultras 14/12/2010 20:38]
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14/12/2010 20:25
 
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Una seconda foto mostra lo stesso finanziere che, una volta rialzatosi, viene soccorso amorevolmente da un giovane (il “facinoroso” in prima fila che poco prima lo “aggrediva”) che vorrebbe sembrare un manifestante di quelli tosti: imbavagliato e incappucciato. Ma notate il guanto del presunto manifestante: è quello in dotazione alla Guardia di Finanza. Ora ci chiediamo: come si fa a distinguere un vivace manifestante da un esponente delle forze dell’ordine infiltrato tra i dimostranti? E soprattutto, se infiltrato, con quale mandato?

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[Modificato da Avanti Ultras 14/12/2010 20:38]
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14/12/2010 20:24
 
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In questa foto, sempre il “facinoroso” in prima fila col cappuccio grigio, quello che soccorrerà il finanziere. Sulla destra notate un altro facinoroso” col giubbotto beige che poco dopo rivedremo brandire indisturbato un manganello e un paio di manette.

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[Modificato da Avanti Ultras 14/12/2010 20:38]
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14/12/2010 20:23
 
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In una quarta foto si vede un altro presunto manifestante (il “facinoroso” con giubbotto beige) con un paio di manette ciondolanti e un manganello. Non vorremmo che in questa sequenza di violenza, alla fine, non siano presenti più infiltrati che autentici manifestanti.

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[Modificato da Avanti Ultras 14/12/2010 20:38]
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E adesso (scioccante) guardate dov’era poco prima il facinoroso col giubbotto beige:tra i black bloc con un bastone in mano

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[Modificato da Avanti Ultras 14/12/2010 20:39]
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14/12/2010 20:19
 
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Il facinoroso col giubbotto beige e il bastone in mano adesso impugna un manganello!


Insomma criminalizzano gli studenti e la verità è solo una: erano finanzieri in divisa contro finanzieri infiltrati. Una scandalosa fiction su cui chiediamo risposte immediate.

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[Modificato da Avanti Ultras 14/12/2010 20:39]
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06/12/2010 14:09
 
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http://www.mrbrownforhaiti.org/

ACQUISTATELO!!!

www.youtube.com/watch?v=mSWOquhr_lA&feature=related

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Processo Cucchi: Avvocato tira in ballo i carabinieri

Nell'ultima parte dell'udienza preliminare per l'omicidio Cucchi, tornano alla ribalta i carabinieri e sembra squarciarsi il cono d'ombra delle indagini relative alla morte del trentunenne romano ucciso in sei giorni in sei giorni dal mix malapolizia/malasanità. «Dico con certezza chi non è stato. Gli atti del processo ci portano a un momento preciso, le 9.05 del mattino del 16 ottobre 2009 quando Stefano viene portato alle celle del Tribunale. Lì, tutto quello che doveva succedere era già avvenuto prima», ha detto l'avvocato Diego Perugini, difensore di uno degli agenti penitenziari accusati di aver picchiato Stefano Cucchi. «In più, vi sono tutta una serie di dichiarazioni dello stesso Stefano, a lui attribuibili, dal momento in cui entra nelle celle del Tribunale a poco prima di morire, in cui fa riferimento a chi lo ha malmenato. E non indica gli agenti di polizia penitenziaria, ma fa riferimento al suo arresto. Stefano è stato arrestato alle 23 e 30 dai Carabinieri e fino al giorno dopo - conclude Perugini - è rimasto in diverse caserme dei carabinieri».

fonte:
www.osservatoriosullarepressione.org
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Ciao grande compagno..

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25/11/2010 19:55
 
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Proteste e scontri a Novoli: il riassunto della mattinata

Le previsioni allarmanti relative alla visita del sottosegretario Daniela Santanchè si sono purtroppo rivelate reali.


Questa mattina già dalle 9 e 30 circa cento studenti hanno presidiato l’edificio d4, dove era previsto il dibattito organizzato dagli Studenti per le Libertà sul tema immigrazione e trattato di Lisbona.

Verso le ore 10 le forze dell’ordine (in assetto antisommossa) si sono riversate presso l’edificio d15, dove era stato spostato il dibattito su ordine della Digos (per consentire al sottosegretario di raggiungere l’aula tesi direttamente dal parcheggio, in ascensore).

Gli studenti hanno così raggiunto l’edificio d15, attraversando il Polo in corteo. Giunti nella piazzetta Ugo di Toscana, davanti all’edificio, un cordone di poliziotti gli ha impedito l’accesso.

Si sono levate così dal corteo urla e slogan, ci sono stati pacifici lanci di uova, bottiglie e due bengala verso il cordone di poliziotti. In seguito, nel giro di dieci minuti, si sono verificati scontri tra la polizia e gli studenti presenti, circa 200 (guarda i video www.unicitta.it/2010/11/25/scontri-tra-polizia-e-studenti-... Le cariche mosse dai poliziotti in tenuta antisommossa, ben tre nel giro di pochi minuti, hanno causato il ferimento di tre persone.

Daniela Santanchè e gli altri ospiti hanno raggiunto l’aula tesi direttamente dal parcheggio sotterraneo. L’accesso è stato consentito (con selezione delle forze dell’ordine) solo a giornalisti, docenti e rappresentanti degli studenti delle liste di destra. Presenti anche consiglieri del pdl, compresi Giovanni Donzelli, Giovanni Gandolfo, Tommaso Villa.

Gli studenti hanno contestato il divieto imposto all’ingresso. La Preside della Facoltà di Scienze Politiche, prof.ssa Franca Alacevich, ha chiesto ai rappresentanti dei Collettivi di entrare (un massimo di due persone) per leggere un comunicato. Gli studenti hanno rifiutato, ribadendo “o si entra tutti o nessuno“. Ad un certo punto l’accesso è stato vietato a tutti, anche ad alcuni ricercatori, per una questione di “sicurezza”. A nulla è valso l’intervento del prof. Sorrentino.

All’ingresso del’aula è dovuta intervenire nuovamente la Preside Alacevich per permettere l’ingresso a Diana Kapo, consigliere di Facoltà per Studenti Democritici e responsabile immigrazione dei Giovani Democratici.

L’intervento di Kapo è stato però impedito da contestazioni della platea, in maggioranza composta da studenti rappresentanti delle liste di destra e da politici del Pdl. La Preside ha cercato nuovamente di permettere il dibattito, ma senza esito poichè il sottosegretario Santanchè ha dovuto lasciare l’aula (intrattenendosi però con i giornalisti).

Il senatore Pd Livi Bacci ha confermato che durante il dibattito non era al corrente degli scontri e degli studenti feriti (due, uno con uno zigomo fratturato secondo gli studenti). Verso le 12.00 gli studenti si sono diretti sui viali adiacenti al Polo delle Scienze Sociali, bloccando il traffico e rovesciando alcuni cassonetti. Alle ore 13.00, gli studenti sono ritornati presso il Polo di Novoli, radunandosi nell’atrio dell’edificio D5 e decidendo successivamente di dirigersi in presidenza (edifico D1). La Preside Alacevich è stata invitata a partecipare ad un’assamblea per far luce sui fatti della mattina.




www.youtube.com/watch?v=QBMdSMjOfuQ





www.youtube.com/watch?v=sZrdv7M8K6c&feature=player_embedded

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24/11/2010 02:55
 
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Gli elenchi che avrei letto stasera a "Vieni via con me", il programma di Fazio.
ELENCO DELLE OFFESE RICEVUTE PER IL SOLO FATTO CHE FEDERICO E’ MORTO PER MANO DI QUATTRO POLIZIOTTI


- 54 lesioni. Ciascuna di queste avrebbe dato luogo ad un processo (Giudice F.M.Caruso)
- 3 invocazioni di aiuto rivolte da Federico agli stessi poliziotti, prima dei rantoli mortali.
- “Federico è morto perchè drogato” : dichiarazione dell’allora questore Elio Graziano
- la pm che non si è degnata di andare sul posto e noi siamo stati avvisati solo dopo 5 ore
- il fatto che a me e mio marito è stato impedito con la menzogna di vedere il corpo di mio figlio abbandonato sul selciato a poca distanza da casa
- le parole “io so sempre dov’è mio figlio” pronunciate dalla prima pm per farci sentire in colpa dopo che il blog aveva scatenato la polemica e l’urgenza di chiarezza
- “calunniatori”, “sciacalli” sono le offese e le umiliazioni dichiarate da alcuni sindacati di polizia ai media su di noi e chi ci aiutava
- il rifiuto di riceverci da parte del vescovo di Ferrara
- l’indagine per calunnia subita dagli avvocati Fabio e Riccardo che si ribellavano alle dichiarazioni ufficiali rilasciate dai vertici di Procura e Questura
- le offese rivolte alla memoria di Federico dai difensori degli imputati durante il processo nell’impossibilità per lui di difendersi
- le offese rivolte alla memoria di Federico definito “povero disgraziato” dal procuratore Minna intervenuto nel processo bis a difesa della dott.ssa Guerra
- la querela della dott.ssa Guerra nei miei confronti, nonostante lei non sia andata sul posto, non abbia sequestrato i
manganelli, le auto, non abbia raccolto testimonianze se non quella spontanea di Anne Marie Tsegueu e non abbia indagato i poliziotti che 6 mesi dopo, poco prima di lasciare il caso. Non ha avuto conseguenze disciplinari eppure ha querelato me e Lanuovaferrara che ha riportato la notizia della condanna in primo grado di suo figlio per spaccio di droga

ELENCO DEGLI ANGELI INCONTRATI DOPO CHE MIO FIGLIO E’ MORTO PER MANO DI QUATTRO POLIZIOTTI

è un elenco qui molto parziale perchè la realtà include una moltitudine di persone che ci hanno sostenuto manifestando il loro senso civico, l’esigenza umana e sociale di trasparenza e di giustizia.

- FabioAnselmo, avvocato. A lui si sono affiancati Venturi, Gamberini e DelMercato. E’ diventato la voce di Federico in Tribunale e fuori dalle aule. E non solo per Federico, anche per Stefano Cucchi, e Giuseppe Uva, e diversi altri. Assume un ruolo politico perchè non ha paura di schierarsi contro chi commette abusi di potere. Riceve minacce, richiami e querele.

-il popolo del blog costantemente presente

- il cardinal Ersilio Tonini, Arcivescovo di Ravenna. Insieme a don Domenico Bedin ci ha trasmesso il calore della fede e il calore umano della condivisione e della solidarietà

- Anne Marie Tesgueu, la cittadina di via Ippodromo. Ha dato a tutti una lezione di civiltà.
- Nicola Proto, il magistrato che ha avuto il coraggio di fare il suo dovere senza condizionamenti e lavorando in un clima difficilissimo perchè fosse fatta giustizia
-Gaetano Sateriale, sindaco di Ferrara, che si è ribellato all’ipocrisia delle versioni ufficiali in una città che aveva paura di conoscere la verità, rompendo il nostro isolamento
-Dean Buletti, Checchino Antonini, Cinzia Gubbini e tutta la stampa che ha impedito che venisse calato un velo sulle circostanze della morte di mio figlio, e Filippo Vendemmiati che ha salvato la memoria di ciò che è successo con il suo prezioso film “E’ stato morto un ragazzo”
- Francesca Boari, che ha messo nel libro “Aldro” i sentimenti miei e di Federico togliendoli dall’oblio della morte
- gli amici di Federico, a cui voglio un gran bene, e che per me sono ciascuno una parte di lui.


www.federicoaldrovandi.blog.kataweb.it
[Modificato da nicco rangers 76 24/11/2010 02:56]
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14/11/2010 20:49
 
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Poliziotti con la carta di identità

Il manganello è un'arma ignobile e classista. Ignobile perché colpisce cittadini inermi che hanno il solo torto di manifestare. Classista perché è usato solo su studenti, operai, persone comuni che protestano a favore degli immigrati come a Brescia o della propria terra come a Terzigno e in Val di Susa. Mai il manganello si è abbattuto su un politico, un banchiere, un industriale con le pezze al culo del club di Confindustria. Non ricordo neppure un mafioso che sia stato preso a manganellate in pubblico. L'uso del manganello va proibito. Come è possibile picchiare, rimanendo impuniti, sulla pubblica piazza, persone incensurate, le stesse che mantengono il poliziotto manganellatore con le loro tasse? Picchiare ragazzi e anziani senza neppure poter essere riconosciuti è incivile. Va abolito l'uso del manganello e va introdotto il numero di riconoscimento sul casco dei poliziotti come avviene nel resto d'Europa. Poliziotti con la carta di identità.

www.ultrasblog.biz
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La morte di Simone La Penna: ucciso per incuria. Sei indagati

Simone La Penna aveva 32 anni, di Viterbo. È morto in carcere, soffriva di anoressia nervosa e, dalle analisi, risultava una carenza di potassio nel sangue. A Regina Coeli era arrivato il 28 giugno 2009 dal reparto medico per detenuti dell'ospedale Belcolle di Viterbo. E subito, viste le sue condizioni, era stato trasferito nel centro clinico del penitenziario romano. Sembra che avesse chiesto l'aiuto di uno psichiatra. Ma Simone è stato ucciso dall'incuria e dalla inefficienza. Lasciato morire, come fu per Stefano Cucchi. Morire di fame, questa volta e senza "l'aiuto" delle percosse. Sei persone tra medici e infermieri dell'ospedale romano Sandro Pertini e dell'infermeria del carcere Regina Coeli sono indagati dalla Procura di Roma per omicidio colposo Simone è morto per negligenze imputabili a chi doveva garantirne lo stato di salute. «Un'altra morte nelle carceri italiane e del Lazio che poteva essere evitata e su cui è necessario fare immediatamente chiarezza». Lo afferma in una nota il consigliere provinciale di Sel e coordinatore del Gruppo Federato della Sinistra in Provincia, Gianluca Peciola. «Un caso che si va ad aggiungere alle altre 12 morti nel Lazio e 159 in Italia, dall'inizio dell'anno - aggiunge -. Tra l'altro, come nel caso di Stefano Cucchi, anche il giovane morto a Regina Coeli si trovava in stato di custodia cautelare in carcere per reati di droga. Ma soprattutto soffriva di anoressia nervosa per cui le sue condizioni di salute erano assolutamente incompatibili con il regime detentivo. Le misure cautelari troppo spesso diventano un'anticipazione della misura afflittiva della carcerazione, in stridente contrasto con il dettato costituzionale del principio della presunzione di non colpevolezza».
Il ragazzo era stato arrestato per detenzione di stupefacenti nel gennaio 2009. In passato era stato malato di anoressia e da quando era entrato in carcere aveva iniziato a perdere molti chili di peso. Ricoverato anche al Pertini, era stato rimandato in carcere, dove poi è morto per un arresto cardiaco imputabile alla denutrizione. La Penna era in carcere per reati legati alla droga (doveva scontare una pena fino al 2011).


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