| | | OFFLINE | Post: 51 | Registrato il: 21/03/2007 | Sesso: Maschile | Utente Junior | |
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16/10/2009 01:49 | |
Candidatura pg: Sdresha
A)
Razza attuale: Umana 5° livello
Sottorazza: Famiglia dei Felidi - Puma
Animale:
Il puma, chiamato anche coguaro o leone di montagna, è un carnivoro appartenente alla famiglia dei Felidi.Recenti studi sui geni suggeriscono che il puma sia imparentato in modo relativamente vicino al ghepardo. Il puma non è certamente imparentato in modo vicino con i veri grandi felini (il leone, la tigre ecc.), e viene tassonomicamente classificato con i piccoli felini, ma, fra questi ultimi, è uno dei più grossi. Il puma è alto 70 cm circa dalla spalla. La sua lunghezza, esclusa la coda, è in media di 130 cm per i maschi e 110 cm per le femmine, cui si aggiungono tra i 66 e i 78 cm di coda. Il suo peso varia dai 50 ai 70 kg circa per i maschi (ma alcuni esemplari possono arrivare anche a 120 kg) e dai 35 ai 50 kg circa per le femmine. Il pelo è corto, morbido, folto e dal colore uniforme e molto variabile. Le zampe anteriori hanno 5 dita, mentre quelle posteriori 4, con unghie retrattili. I puma sono tra gli animali più agili, potendo fare salti alti 4 metri e lunghi 10. La loro testa è piccola e tondeggiante. Nella bocca hanno 4 grandi canini e vari incisivi più piccoli. I puma emettono numerosi richiami, che si differenziano da maschio e femmina, ma, a differenza dei grandi felini, nessun ruggito.
•by Wikipedia
- Mezzodemone -
Sensi Sviluppati:
- Olfatto Triplicato:Capacità olfattiva di individuare e riconoscere nelle brevi-medie distanze (50m max) gli odori. Potendo memorizzare un odore appartenente ad una persona, così come un uomo fa con la voce, riuscirà a sentire gli odori di particolari soggetti anche se non ci sono, purché vi sia qualche legame concreto (come vestiti, lenzuola, amanti).
- Vista Raddoppiata: Capacità di distinguere immagini lontane 2 volte più di un essere umano. Se, per esempio, un uomo non riesce a vedere un oggetto a 200 metri, il mezzodemone lo percepirà come se fosse a 100 metri.
2 abilità:
- Reattività fisica: Raggiungendo picchi di agilità estrema, il mezzodemone in questione sarà reattivo oltre le comuni capacità, avendo una prontezza di riflessi 10 volte superiore alla media. Dovendo sfruttare la maggior parte dei muscoli, dei nervi, delle ossa e una minima concentrazione, questa abilità si può usare UNA volta ogni DUE turni, quindi a turni alternati.
- Balzo: La particolare struttura fisica permette alla colonna vertebrale di sopportare più peso e avere maggiore flessibilità. Sfruttando questa dote riuscirà a caricare maggior potenza e ad assumere pose aerodinamiche, potendo compiere balzi fuori dalla norma: in media 10 metri in lunghezza e 4 in altezza (variazioni del caso le stabilisce il master, come ad esempio vento contrario o favorevole, o sfruttare gli appoggi di pareti o gradini, con rincorsa o piedi uniti).
1 abilità bonus:
- Arrampicata: Sfruttando agilità e riflessi, una buona dose di forza e un pizzico d'esperienza, non dovrebbe esistere parete impossibile da scalare per questo mezzodemone. Gli basterà trovare appigli per mani e piedi, anche piccoli fori o mattoni sconnessi, per poter scalare anche con pendenze superiori ai 90%. Per poter SALIRE rapidamente (1 metro al secondo), dovrà avere equipaggiamento leggero, nessuna armatura e sfruttare tutti e quattro gli arti. In altre circostanze il master calcola ogni malus a sua discrezione.
1 malus:
- Affaticamento: Qualunque azione di prolungato e intenso sforzo fisico (Combattimento corpo a corpo, scalata libera ecc) o mentale (influssi magici avversi, pressioni psicologiche ecc), gli causerà turni di stanchezza. I turni totali sotto attività intensa, prima di risentirne i malus, vengono calcolati con livello del mezzodemone moltiplicato per 1.5 arrotondato per difetto (Es: 4° livello, 6 turni. 5°livello 7 turni), mentre i turni di stordimento sono calcolati con la metà del livello del mezzodemone, arrotondato per eccesso (4° livello, 2 turni. 5° livello, 3 turni).
Caratteristiche Fisiche:
- Lungo tutto il bordo delle palpebre presenta una sottile linea nera, come se fosse sempre truccata con una matita, ma leggermente, quasi impercettibilmente.
- La sclera dell'occhio, bianca in un uomo, sembra rivestita di una sottilissima e leggerissima patina giallastra.
- Canini più acuminati e incisivi inferiori più corti, rispetto ad umano.
- Voglia rosso scuro a forma di zampa di felino, disegnata dietro il lobo sinistro.
- 4 dita per piede. Non possiede i minoli.
B)
Sdraiata al suolo vedevo in controluce la figura di un uomo grosso due volte me e il corpo di mio fratello a terra un paio di metri più indietro.
[ - Ti è piaciuta la tua vita? - ]
Mi chiese. E io risposi:
[ - Il mio corpo ha circa venticinque anni, ma la mia vita potrebbe averne solo dieci.
Da quando la mia testa è stata capace di fare pensieri coerenti mi sono sempre chiesta che razza di Dio mia madre ha bestemmiato per farmi convivere con il più squallido paesino mai esistito nelle Quattro Terre.
Il primo ricordo risale all'infanzia più remota. Avevo all'incirca quattro anni e mi ricordo che mi stavano portando in braccio, in una fila di persone a due a due, verso un monastero. Era la canonica del villaggio e tutti si riunivano una volta al giorno per pregare, ringraziare gli Dei, sperare nel futuro, dimenticare il passato e vivere il presente. Succedeva ogni giorno a mezzogiorno, ma quella volta me la ricordo perchè, non so come, ma la il monastero prese fuoco. Tutti scapparono, si salvarono e lo ricostruirono identico nel giro di quarantotto giorni. Da allora quel giorno in cui a mezzogiorno c'erano le fiamme venne battezzato come il "segno del quarantottesimo giorno". E via con altre feste religiose a palate. E' zucchero per i fanatici una cosa del genere. Questa storia poi, mi venne raccontata ogni sera prima di andare a letto, quindi capisci lo strazio assurdo che provavo e non riuscivo a dormire.
Ad otto anni alla mia festa venne tutto il paese. Non che fossi speciale, ma l'ottavo anno d'età si usava far così e la festa durava otto giorni. Tutti felici, allegri, canzoni, ma a mezzanotte tutti a letto, niente sesso, niente droga, niente alcol.
A dieci anni si finivano le lezioni, perchè tutti studiavano e si iniziava il percorso religioso. Lo facevano tutti e nesusno protestava, anzi, erano apprezzati coloro i quali si aggiudicavano in tempi record la nomina di chierico del villaggio. Ne avevamo centoquarantotto e la popolazione totale era ducentonove.
Per avere rapporti sessuali si doveva aspettare fino a vent'anni. Per poter uscire di casa dopo le nove di sera, dovevi averne diciotto, per poter paralre con un adulto di un'altra famiglia dovevi averne sedici.
Casti, puri, immacolati, dei santi su questa dannata terra, nessuno che protestava, nessuno si lamentava, nessuno piangeva o scappava, non c'era il minimo segno di essere Vivi.
Fra tutti soltanto mio fratello, più grande di dodici anni, sembrava quanto meno compatirmi. Non avrebbe mai pronunciato parole contro il villaggio, contro i miei genitori o contro qualunque altra persona, ma nei suoi occhi sapevo che stava pugnalandosi il cuore quando mi rispondeva.
E per quindici anni ho visttula la sterilità di una piccola minoranza bigotta, che mi ha imposto dei canoni assurdi.
C'è chi nasce sotto il banco di un mercato di frutta e chi invece in una campana di vetro ovattata protetta da ogni elmento esterno.
Ho sofferto in silenzio mentre la mia testa, la mia mente e il mio corpo cambiavano. Sono stata deformata da tutto quello che c'è stato e quando una notte, un mese prima dei miei sedici anni, dei corni da guerra suonarono, ero pronta ad andarmnene nell'anonmimato più assoluto.
Venni strappata di notte dal mio letto e in sella ad un cavallo, avvolta in un lenzuolo, trascinata per chissà quanti chilometri. MIo fratello mi aveva portata in salvo, da soli. Ci misi un altro mese per ricominciare a parlare.
Mio fratello mi spiegò che dei troll dell'est ci avevano invaso distruggendo, razziando e bruciando. Rimasi impassibile, come se tutto questo non poté che essere un bene.
Tuttavia col mio unico legame di sangue ancora in vita, riuscii a scappare, da cosa non lo sapevo, per qualche settimana. Giunti nei pressi di KeRn, mentre alloggiavamo in una locanda fuori città, la porta della nostra stanza una notte venne sdradicata. Un vento impetuoso e acido investì gli interni e mentre io volai a terra cercando riparo sotto il letto, riuscii a notare appena i piedi di mio fratello porsi dinanzi quelli di qualcun altro. Dopodiché quelli di mio fratello sparirono e il mio letto venne spostato come se a farlo fossero stati otto uomini assieme.
E questo è tutto quello che c'è da dire se mi chiedi se mi è piaciuta la mia vita. - ]
Smisi di parlare. Dialogavo come non avevo fatto mai prima con nessun altro.
[ - Sta bene, non ti preoccupare - ] Replicò quel bestione con voce poderosa, mentre io per la prima volta non ero costretta a strozzare le parole in gola o a fingere di non provare paura e tristezza. Libera. In questa circostanza è più follia che altro.
Ma la cosa sorprendente doveva ancora arrivare. Quel bestione si chiamava Klevart e mi riportò al mio vecchio villaggio, a cavallo. Quasi volammo. Raggiuntolo, mi accorsi che era così come lo lasciai. Cosa era successo vuoi sapere? Nulla. Non c'è mai stato nulla. Klevart mi spiegò che lui l'invase un mese prima che io compissi sedici anni. Da solo, era solo venuto a prendermi e per proteggere me hanno suonato un corno e mi portarono via. Perchè? Klevart mi disse anche che quella era finzione. Io non nacqui qui, non ero di queste parti e tutti per quindici anni mi hanno mentito. Quello era un villaggio inesistente, creato ad arte dalla mente di genitori malati per cancellare le sfumature dalla vita di una ragazzina. Quando lo seppi il cervello parve esplodermi. Iniziai a sperare davvero una catastrofe imminente che risucchiasse per intero tutta quella prima parte della mia vita. Ma i miei pensieri ormai degenerati nella confusione si interrupperò quando Klevart, che s'era preso cura di me in un due giorni più di quanto fece un intero villaggio in quindici anni, aggiunge quattro parole destinate a sconvolgere il mio futuro:
[ - Sono io tuo padre! - ] Il demone aveva parlato. Mi spiegò che sedici anni prima aveva trovato una donna infertile per gli umani, ma fertile per i demoni che possiedono seme blasfemo. Aveva girovagato secoli su questa terra alla ricerca di qualcuno capace di ospitare suo figlio e finalmente lo trovò. Lasciò in balia di se stessa la donna che in combutta con un centinaio di persone, tutti per la maggior parte parenti alla lontana, decise di mettere in piedi un villaggio isolato dal mondo, al fine di tenermi nascosta. Sapevano che un giorno Klevart sarebbe toranto, per questo mi costruirono addosso fandonie e leggi morali inesistenti. Mi corrupperrò in una maniera che quando seppi la veirtà non riuscii più ad ignoralra. Avevo sangue demoniaco nelle vene. Cosa sentivo? Nulla. Il mio vero padre biologico e demoniaco mi dimostrò magnanimità lasciando in vita mia madre e mio fratello, bugiardi che avrei ucciso con le mie mani. Gli anni a seguire passati con lui furono la cosa più meravigliosa mai capitata. Ce ne andavamo in giro senza paura o problemi, soddisfacendo i nostri bisogni, di ogni genere, e assumendo ogni sostanza capace di sollevarmi. Mi accudì e mi insegno a sfruttare le armi, la mente e la furbizia. Capii che ero diversa, speciale, non per questo per forza malvagia, ma in continua evoluzione, dannazione, maledizione, disperazione. Passarono sei anni, in cui io crebbi, Klevart invece restava uguale, anche se a volte spariva per settimane senza dirmi nulla. Poi un giorno l'epilogo di questa storia che ti sto raccontando.
Eravamo nei pressi di Varfleet, poco a sud da qui, quando in un'imboscata ci apparvero davanti due elfi. D'un tratto la radura attorno venne illuminata a cerchio, in un diametro di quindici metri. Torce ovunque, elfi ovunque. Avevano trovato Klevart e volevano rispedirlo nel divieto. Lui fece in tempo ad abbattere un paio di elfi e aprirmi la via per la fuga. A cavallo seminai tutti e lui rimase la. Non ho mai saputo cosa gli fosse accaduto fino ad oggi. Fino a quando mio fratello mi ha trovata e mi ha spiegato. Sei stata tu a mandare gli elfi, Mamma. E per questo dovrai morire. -]
Sdresha teneva un coltello da cucina poggiato sulla gola della mamma mentre le raccontava la storia. In quella piccola casa di quel villaggio finto giaceva al suolo il marito della madre, colui che per quindici anni è stato il padre fittizio e ha cresciuto Sdresha come se non dovesse aspettarsi nulla dalla vita. Non aggiunse altro la ragazza mezzosangue. Rivoli rossi lentamente uscivano dal collo della madre, mentre con lo sguardo fisso nel vuoto si allontanava dalla vita.
Ci ha messo quindici anni a trovare la sua vera natura. Non sarebbe mai stato un veicolo di dolore, come invece i bigotti popolani del villaggio pensavo e cercavano di proteggerla. Ha vissuto per sei anni la sua vita e dopo la vendetta, il demone, artefice di ogni cosa, aveva ottenuto ciò che desiderava.
Il demone Klevart aveva previsto ogni mossa dei mortali, li aveva costretti con le circostanze a corrompere Sdresha anche se in maniera inconsapevole, così lei avrebbe odiato loro e amato il vero padre Infernale e alla fine, rimasta sola, senza più alcun legame con la vita, sarebbe diventato il legame demoniaco di Klevart nelle Quattro Terre.
Se gli uomini sapessero controllare la loro vena d'onnipotenza, quella mania che hanno di cambiare le persone, forse oggi il male avrebbe un soldato in meno nelle sue fila. Alla fine, quindi, i mortali meritano tutte le sofferenze che hanno. Loro le creano, loro le subiscono. Demoni e Angeli non sono altro che meccanici, pronti ad intervenire per far si che tutto si compia nel migliore dei modi, a seconda dei punti di vista.
C)
Esperienze di roling:
Ho ruolato la prima volta a settembre 2006, in una land di nome Alter Ego. Dopo qualche mese mi iscrissi su LDS con il pg Sdresha, che tutt'ora reputo il mio primo personaggio. Ho avuto anche Vladorius, il troll, Guida dei greggi nella vecchia gilda ora divenuta "Koden del Nord". Inoltre ho gestito un pg di razza a numero chiuso, lo Spettro Balshoy Celavjek, che è schiattato recentemente. In mezzo a questi 2 anni e passa su LDS sono stato iscritto per un anno alla land "The sword of mystiria", col personaggio Rasheed, divenuto Demone (razza chiusa) e con l'incarico di Master. E ultimamente ho anche un pg negli artisti, Julian_Yossel.
Per rassicurare, al momento quando faccio GDR online mi occupo solo di due pg ed uno di questi due è Sdresha. Quindi la presenza è più che assicurata.
D)
Motivazione della scelta di questa razza:
Appena mi sono iscritto, quasi 3 anni fa, mi creai Sdresha per farla diventare mezzodemone. Vabbè, le altre razze aperte non mi ispiravano, quindi comunque sarebbe stato umano il pg che avrei creato, e comunque avrebbe odiato gli elfi. Quindi prima o poi sarei arrivato in questa sezione del forum per proporre il cambio razza. Negli anni a seguire è cambiato il mio pg ed è cambiato il mio modo di giocare, ma io ho sempre visto Sdresha come incompleta, capace di svilupparsi al 100% solo diventando mezzo demone. Adoro la dualità che contraddistingue questa razza e al contempo il fatto che possano comunque intgrarsi tra gli esseri umani, non essendo totalmente incompatibili come spettri, demoni o ombrati. Inoltre credo che il mio pg già combatta quotidianamente contro se stessa, lunatica e nevrotica, e il fatto che possa diventare Mezzo Demone non farebbe altro che ampliare questi spunti di gioco. Questa, tra l'altro, sarà la terza o quarta volta che mi propongo e non l'avrei mai nemmeno più pensato se non sapessi che è questo che VOGLIO fare!
Basta come motivazione?
E)
Varie:
Anticipando eventuali domande a riguardo, spiego il perché della sotto razza. Ho sempre giocato Sdresha come un'assassina a sangue freddo, irascibile e istintiva, che sfrutta più le sue capacità fisiche di agilità e reattività che quelle psicologiche. Inoltre la sua parte non combattiva risulta accidiosa, sfaticata, nullafacente, che preferisce passare i giorni a fumare e bere piuttosto che allenarsi o mettere in piedi complotti di stato.
Così anche il puma, capace di grandi salti e rapide rampicate, a parte rari momenti di caccia, passa il giorno sdraiato su un ramo, sotto il sole, gozzovigliando senza alcun ritegno.
Come carattere e comportamento fisico non potevo trovare nulla di più simbiontico.
Aggiungo che l'abilità di balzo non l'ho copiata dalla schedina di Saghrat (o come diavolo si scriveeeee). Che ci crediate o no, questo BG l'ho fatto 4-5 mesi fa. E comunque, è prerogativa del Puma il balzo fuori dall'ordinario e non potevo non metterla, nonostante condivida appieno il pensiero del player di Sag circa la ripetizione di abilità identiche in diverse schedine. Sorry. E se da' fastidio o non si può fare, anche se a malincuore la cambio senza remore.
E' tutto. A disposizione per altri chiarimenti.
Buon gioco e scgiaooooo.
[Modificato da Sdresha 16/10/2009 21:21]
.La nostra vita è dipendente dal denaro e finalizzata al sesso. |