Cari fratelli, quante volte vi hanno detto che siete degli estremisti, o che fate parte di un'ala estrema della Chiesa, che bisogna essere più moderati etc.
Ecco la risposta di Mons. Umberto Benigni, collaboratore di San Pio X nella lotta la modernismo.
Mons. Benigni, assieme all'ultimo Pontefice canonizzato, è stato oggetto di calunnie nella montatura dei presunti lati oscuri della repressione (benedetta e - ahime - non completata, a causa della morte di San Pio X) del modernismo.
Per la verità storica, ovvero su come San Pio X fu santo anche nella lotta al modernismo, potete vedere qui: http://www.floscarmeli.org/disquisitio/
Leggiamo ora le parole di Mons. Benigni:
L'eccesso è dato dai rigoristi, riflessivi od impulsivi che siano, i quali tendono all'ingiusta od inopportuna costrizione con vincoli e gravami indebiti almeno nella loro esagerazione. Tale è l’eccesso di tradizionalismo statico (Statico, cioè immobile ed inattivo; mentre la vera e sana tradizione è dinamica, cioè contiene ed esplica una forza di questa evoluzione espansi va e complessiva), di tuziorismo, di neofobia.
Il difetto é personificato dai latitudinari o lassisti che tendono ad una indebita libertà od esagerazione di libertà (licenza), ad una ingiusta od inopportuna soppressione di freni e di cautele. Questo difetto é a sua volta un eccesso di riformismo rivoluzionario, d'indisciplinatezza, di neomania.
Il giusto mezzo è segnato dagli equilibrati ai quali spessissimo è riservata la sorte di vedersi combattuti dalla coalizione tanto assurda quanto spontanea dei neofobi e dei neomani uniti nella comunanza del proprio squilibro, salvo di essere poi gli equilibrati i vincitori dell'ultim'ora quando gli eccessi dei rigoristi e i difetti dei lassisti hanno persuaso – qualche volta, troppo tardi – la cosiddetta opinione pubblica, che gli equilibrati avevano ragione.
Ed a scanso di equivoci, bisogna ben fissare che cosa s'intenda per equilibrati (…) Alcuni credono che l'equilibrio, il giusto mezzo consista nel dirimere ogni questione con il dare tanto di qua e tanto di là; prendendo alla lettera il giudizio di Salomone, essi tagliano il bambino per darne la meta a ciascuna delle due donne che se lo contendono. Orbene, questo non è l'equilibrio, il giusto mezzo; ne è soltanto la inintelligente ed immorale caricatura. Il vero ed onesto equilibrio sta nel mezzo non materiale ma morale, non astratto ma pratico; sta nel mezzo tra il vero eccesso ed il vero difetto, fra il veramente troppo ed il veramente troppo poco. (…)
Al contrario, non sarà squilibrato né colpevole di eccesso o di difetto colui che, stante lo straordinario squilibrio momentaneamente determinatosi verso una parte, piega più spiccatamente verso la parte opposta. Parrà allora al superficiale spettatore ch'egli manchi del giusto mezzo; ma egli invece lo trova e lo ferma in quel modo, come l'auriga od il nocchiero che vedendo i suoi cavalli o la sua barca inclinarsi pericolosamente a sinistra, dà una tale violenta scossa a destra, che realmente farebbe perdere l'equilibrio se i cavalli o la barca si trovassero in posizione normale, ma che invece rimette cavalli o barca in quell'equilibrio che avevano perduto.
Nella Chiesa esistettero parecchi di questi supposti squilibrati, di tali presunti eccessivi o difettivi, che invece furono personaggi dotati di un intuito geniale per poggiare vigorosamente da un lato onde evitare il minacciato tracollo dall'altro opposto. Quando ebbero cosi obbligato la nave a rimettersi in equilibrio, ed essi caddero sacrificandosi per salvarla e lasciando il timone ad altri non obbligati ad un simile sforzo già fatto in tempo dal caduto, – allora gli spettatori microcefali, gli equilibristi (cosi diversi dagli equilibrati) giudicarono che chi cadde fu una figura rispettabile per le sue convinzioni e per il suo carattere, ma eccessiva, fanatica, senza equilibrio.
Testo tratto da: Umberto Benigni, Storia Sociale della Chiesa, Vol II, Da Costantino alla caduta dell’impero Romano, tomo primo, Milano: Vallardi, 1912, pp. 13-15.
Per la cronaca, Mons. Benigni morì poverissimo e al suo funerale parteciparono pochissime persone.
(don Alfredo Morselli)
Dal canto nostro e a quanto abbiamo letto sopra, ci fa piacere constatare cosa abbiamo postato nel nostro: IL REGOLAMENTO DEL GRUPPO
Queste parole pronunciò san Pio X (prima di diventare Pontefice)......agli inizi del secolo appena trascorso.....esse sono parole e moniti ancora validi per noi oggi, così fortemente turbati e trascinati da dottrine contrarie...
" Si guardino i sacerdoti dall'accettare nessuna delle idee del liberalismo, che, sotto la maschera del bene, pretende di conciliare la giustizia con l'iniquità...
I cattolici liberali sono lupi coperti dalla pelle di agnello; perciò il sacerdote, che è veramente tale, deve svelare al popolo, commesso alle sue cure, le loro perfide trame, i loro iniqui disegni. ]Sarete chiamati papisti, clericali, retrogradi, intransigenti. Vantatevene! Siate forti, ed ubbidite a quel comando che è ricordato in Isaia :"Grida, non darti posa, alza la voce come una tromba, e annunzia al popolo mio le sue scelleratezze e alla casa di Giacobbe i suoi peccati"......"