QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Memorie di un Sacerdote (meravigliose, imperdibili!)

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2009 21:59
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 1.222
Sesso: Femminile
03/09/2009 21:48

[SM=g27998] Un dono davvero speciale in questo Anno Sacerdotale....


MEMORIE SACERDOTALI [SM=g27998]

“IO SONO IN MEZZO A VOI”

Avvertenza



Sono stato per molto tempo indeciso se inviare agli amici dell'Opera della Propagazione della Fede un pic­colo grappolo di note personali, scritte in vari ntornerrti e città, nel mio girovagare missionario.

Ciò che uno porta dentro di sé è bene metterlo davanti agli occhi degli altri?

Eppure arrivano momenti, ricorrenze e situazioni in cui sembra che ciò si debba fare. D'altronde, non appar­tiene tutto a Colui che ci dona di sentire e di vivere un po' del suo amore?

Certo, se la mia cetra fosse ben intonata, le Sue dita sprigionerebbero una musica più immacolata.

Spero proprio che Lui si decida ad aggiustare questa vecchia cetra per farla vibrare di canti nuovi, per la sua gioia e quella della Chiesa.

L'unica ambizione che dovrebbe accomunare tutti i battezzati e gli apostoli è l'avidità della santità: questa è l'unica carta d'identità che bisogna esibire alle porte del Regno.

La santità è la forza più potente che ciascuno di noi può far scatenare a vantaggio della Chiesa missionaria. Lo Spirito Santo è all'opera anche oggi, in ogni parte della terra. Il suo compito è questo: rinnovare i cuori e renderli dimora della Gloria trinitaria.

Allora la Chiesa splende della bellezza dello Sposo e diviene ancor più la madre dei popoli.

Proprio questo «sogno» i veri missionari inseguono con le fatiche, le preghiere, il tormento di desideri senza numero.

Coloro che eventualmente leggeranno queste pagine non abbiano la curiosità di reperire delle novità singolari. E non è consigliabile che leggano più di un pensiero al giorno.

Qui è contenuto semplicemente questo messaggio: Gesù è vivo e con Lui l'anima trova la sua libertà e l'im­mediatezza più spontanea.

Chi ha incontrato Gesù vivo in un giorno di prima­vera - quella che Lui ha fatto improvvisamente fiorire ­sa che la propria vita è segnata da quèsta presenza, per sempre. Ma anche dal tormento che non basta mai amar­Lo.

E dove l'anima si acquieta per un po' e riprende la sua strada - quella della Missione quotidiana - è la santa Eucaristia.

La data di pubblicazione di questo libretto ricorda - come anniversario - un lontano, ma vivissimo momen­to, in cui Gesù non poteva amare di più.

Se ami le Missioni prova anche tu a fare della s. Eucaristia la tua sorgente di pienezza quotidiana. Diverrai un'anima limpida e ardente, a vantaggio del mondo intero.

Roma, 29-6-1986

Il segretario nazionale

***************************************************************

Consapevolezza di solidarietà

Alla sera di questa giornata, il pensiero dominante è sulla mia missione: come presbitero sono un inter­cessore!

Il fatto che Dio mi concede di incontrare tante ani­me, con le situazioni più diverse, che si aprono al sacer­dote con fiducia, è perché devo intercedere per loro davanti a Lui.

Dio me le dona, perché vuole che io metta la mia parte affinché Lui intervenga a loro vantaggio.

Ogni sera, con calma, devo ripassare tutti i volti visti e tutte le storie ascoltate .... Devo offrire tutti a Dio. Devo far mia la causa dei «poveri» nell'anima o per le difficoltà della vita.

Devo vivere dentro di me, nel cuore, nella carne dolente, le sofferenze, le lagrime, il pianto, le speranze di chi mi viene affidato da Dio.

Signore buono, che ami i tuoi figli, è l’ora della notte.

Ti offro me stesso, la mia stanchezza, il mio cuore, per tutti e ciascuno. Io sono la loro stessa preghiera, ora.

Sì, te li raccomando, prego in loro; e con loro; ascoltaci, Padre!

Io sono loro intercessore, perché tu l'hai voluto, unendomi al Cristo sacerdote, vittima, fratello nostro primogenito, colui che è morto per noi...

Io vengo a te portando le anime che hai messo nel mio cuore; ed io e i miei fratelli veniamo a te per mezzo di Gesù, nello Spirito Santo.

Ed anche insieme alla presenza di Maria santissi­ma. Il mio riposo è quello di un « mietitore, la cui opera per la copiosa mietitura, è sempre in ritardo».

I bisogni sono molti e le forze sono poche... Le mie, e quelle dei confratelli... Gesù, supplica il Padre per tutti coloro che mi hai dato, oggi.

Ti offro per loro anche il riposo. Ma anche per coloro che mi affiderai domani, secondo la tua volontà!

Io sono un intercessore...

Davanti a Dio, non mi dissocio dalle anime che incontro e mi appartengono.

Il bene e il male, la grazia e il peccato degli altri sono miei.

La loro grazia da custodire, conservare ed accre­scere è mia; il peccato di ogni specie, per ripararlo, è mio. Faccio unità con gli altri davanti a Dio: io sono la preghiera «degli altri»; attraverso me, essi si rivolgono a Dio. Dio vede gli altri legati a me...

Davanti agli altri, io devo fare ciò che Dio è e fa. Gli altri devono sapere attraverso me, come è fatto Dio, come reagisce, come si comporta, quale Cuore abbia...

Io sono il segno vivente di-Dio. Come lo era Gesù in mezzo a noi.

«Chi vede me, vede il Padre; chi ascolta me, ascolta Colui che mi ha mandato. Voi non conoscete né me né Colui che mi ha mandato...» Potrei ripetere - secondo le cirostanze - anch'io queste parole.

Per vivere bene il compito dell'intercessore, devo avere davanti Gesù, il sacerdote della Nuova ed Eterna Alleanza.

Lui è l'unico, sommo, perfetto Intercessore.

Io sono a Lui congiunto e identificato; e rinnovo tra gli uomini, prolungandola, visibilizzandola, la stessa ed unica Missione di Gesù...

Ho tre sguardi, allora, un unico Cuore: il Padre, le anime-Chiesa, il Cristo.

Mi unisco al Figlio nello Spirito Santo; ardo di zelo per la gloria di Dio e la salvezza delle anime nella fiamma pura e altissima dello Spirito-Santo.

Mio Gesù, le anime quotidiane sono molte! A quelle che conosco, se ne aggiungono sempre altre ancora. Senza fine.

Il fardello si fa pesante; la mia Messa è sempre più «carica» di tutti...

Lo so, questa è la mia missione, la mia vita, la mia morte: salvare gli altri, solidarizzare con tutti, perché tutti siano salvi.

Anche oggi molte anime sono entrate nel mio cuo­re. Ecco, sono tue, come ora sono anche mie.

Ciò che ho, è la mia povertà e incapacità. Ma con­fido in Te e te le affido. Esse ne troveranno beneficio, solo perché con loro mi abbandono a te e alla tua gra­zia...

Il mondo è più buono, se ogni sacerdote sa - e lo vive - di essere mediatore di salvezza... Allora è il più grande amico dell'umanità.

E il più necessario per la società...

La sua missione di portare nel cuore l'umanità è senza confini.

Egli raccoglie in sé le preghiere dei buddisti, indù, musulmani, insomma di tutti, anche quelle di chi dice di non pregare più e di tutto il respiro del mondo ne fa un'unica offerta «in spirito e verità» al Padre.

Perché il presbitero è nel cuore di Cristo e della Chiesa e tutto arriva al Padre per questa via, che il Padre stesso ha tracciato per noi.

Ma non è anche di ogni battezzato la missione di abbracciare tutta l'umanità e offrirla al Padre?



Vigilia fervida

Gesù, domani - festa del Corpus Domini - è la tua e nostra festa d'amore nel sacramento del tuo Corpo e del tuo Sangue.

Tu resti ancora «terreno», e noi siamo già «cele­sti»!

Come dovrei saper parlare di te!

Suggerisci le parole ardenti, di chi conosce una viva esperienza del fuoco nascosto nella s. Eucaristia! Chi più del sacerdote sa cosa sia la tua presenza nel ss. Sacramento?

Siano parole di vita, di profondità, di amore con­creto e sorpreso, ogni giorno, dalle tue iniziative verso di me e con me verso gli altri.

- Sacramento dell'eternità, della vita eterna... - Sacramento della carità sacrificale, che è il solo vero amore...

- Sacramento della povertà, ossia della fede: che cosa ha Lui? Niente... ma può tutto!

Impariamo ad essere niente, eccetto amore e dono per gli altri; anzi, anche inutilità; ma questa sia il manto dell'amore, il vestito dell'amore... L'amore, quando è silenzioso, è anche più forte...

- Sacramento della gioia e della pace: la pace è dell'anima... in quella profondità dell'essere da cui sale per invadere l'intera persona, anche il mio corpo...

- Il segreto del mio sacerdozio è Gesù Cristo vivo... è l'Eucaristia! (7.6.1980).



Unione per salvare

Aspiro, Gesù, a che la mia comunione con te, ogni giorno, sia un costante evento nuziale.

Dove l'anima inappagata del mondo, e affamata di infinito, può trovare la sorgente e la consumazione della pienezza?

Ma come puoi, Gesù, che sei torrente di fuoco, Amore puro e senza confini, riversare qualcosa del tuo Amore, se non me ne sto aperto, avido, sereno, immobi­le, libero da tutto, solo rivolto a te?

Non importa che la natura non vi partecipi; anzi è anche bene questa sua assenza o estraneità; può essere anche pericolosa, perché distoglie da Te; quando la natura vi prende troppo parte, l'evento spirituale non è sempre autentico.

La natura non deve divenire dominante; invece deve essere docile, spoglia, rispettosa, inutile quasi, al fatto spirituale.

Esso discende dall'Alto, e deve conservarsi puro. È reale Gesù che viene; è reale il suo incontro con me; non è solamente esterno, ma avviene interiormente, in profondità spirituale; è reale la sua dimora in me; è reale il suo interessamento per me, la sua volontà di comunione con me, di trasformazione di me in Lui; è reale il suo adattarsi a trovare la via più umile per donarsi a me e a tutti...

Fredda, pesante, ostile, inadeguata che sia la natu­ra, l'anima vivificata dalla fede, nel suo fondo, ha biso­gno di Lui; è capace, per lo Spirito Santo, di apertura infinita per venir invasa dall'infinito Vivente. Dalla persona di Gesù... Voglio catturare Dio?... So che l'a­more è l'Altro, che diventa mio, principio-termine di relazione; io non so altro, so che Lui mi ama e l'amore è quello che è; è una ricerca di pienezza accolta ed effu­sa... reciprocamente, in pura totalità. E quando coloro che si amano, si incontrano e si scambiano il loro dono, cioè il dono di sé, avviene una moltiplicazione di vita; ci si ritrova in «una nuova realtà», che, prima era nostra e ora non è più solamente nostra... E davanti a noi... libera e piena... Quando il dono è intimo, esso tra­bocca e diviene, al di là, un «dono comune», che appar­tiene sì tutti e due, inseparabilmente; ma, nello stesso tempo, è «se stesso»... è la «vita nuova»... è la Chiesa, sono le anime «salvate», ogni anima «salvata»...

Quella «nuova realtà vivente» è così meravigliosa­mente «duplice», che in essa l'uno si ritrova nell'altro; l'uno non può negare l'altro, senza che si neghi anche il frutto comune... Ma nello stesso tempo è così una, che nessuno può riprendersi il suo dono o la sua parte; è talmente una, che è se stessa...

La «nuova vita» è unità vivente, autonoma.

I due sono diventati uno, trascendendosi in una realtà nuova e splendente, che ha la sua forma origina­le, distinta, individuale, esclusiva, completa; liberà e cosciente che si chiama un'«altra persona»... che sta a sé, diversa da coloro da cui è provenuta, e a cui pur deve tutto...

E coloro che hanno tutto dato di sé vicendevol­mente, vedono ora davanti il miracolo, che è questa persona, che è un tutto, senza di loro...

Cioè è una libertà, che non dipende più da loro, e deve muoversi da sé nella vita e nel destino... Quando Gesù viene in me nella santa Comunione, e io mi consegno a Lui, quale è il frutto di questo incon­tro?

Anche a livello della grazia, l'amore produce la vita: Cristo e l'anima fanno fiorire una immensa novi­tà, che nella Chiesa si chiamano le anime salvate e san­tificate... Una o migliaia la novità delle anime salvate, si chiama «Chiesa»...

Ogni comunione con Gesù crea un fiotto di grazia vivificante, che investe il mondo spirituale e lo realizza di novità viventi: le anime! (17.6.1980).



Il di più

Brama grande di amore! Ma di nessuna creatura! Anche la più pura amicizia resta lontana.

È più un peso da portare a te, che un dono di cui potermi compiacere e godere per me...

Nessuna creatura basta.

Anzi, è infinitamente lontana dal bisogno dell'ani­ma.

Non basta, in ogni senso.

Non v'è nulla, che possa stare alla pari di quello che tu infondi, fai avvertire, Gesù! Non come idee, ma come stato d'animo profondo, che si fa vivo nella calma e nel silenzio, che resta vigile e ritornante anche in mezzo a situazioni di contatto, di convivenza, nel mondo e con il prossimo...

In me v'è come uno sdoppiamento: è la realtà di quello che sono quando devo fare e dove devo stare nei compiti quotidiani, anche dentro la varietà dei viaggi, degli incontri occasionali o previsti o preparati, nelle letture, informazioni, e l'altra realtà pure di me, che dentro di me, nel profondo, affiora sempre per reclamare un di più per appagarsi, più come spinta a correre che a fermarsi, più come fretta che come sosta, più come ansia che come dolcezza; e spesso svelatamente, più come tocco di generale incompiutezza, più come trepidazione per il tempo che scorre, più come brivido del faccia a fac­cia, più come timore di responsabilità non adempiuta e piuttosto appesantita davanti al giudizio eterno, che come pace e compiacenza.

Più chiaramente ancora, questa parte di me si rivela quando penso a Gesù, lo attendo, sto davanti a Lui, e Lui viene... Anche allora Gesù è più presente come esigenza che come pace...

Sì, perché Lui non è amato, e l'anima lo avverte; non è seguito, e l'anima è trascinata dentro la sua pena... E allora bisogna sempre aumentare qualcosa, l'anima è come afferrata a dover crescere verso di Lui, nei suoi riguardi e alle sue richieste... Se aumentasse questa presenza inquietante di Gesù, potrebbe dive­nire anche paura, angoscia, a causa dei miei peccati, della mia corruzione a contatto con le vanità a cui non so rinunciare mai definitivamente... Sono ancora tanto capace di capricci e di poca memoria con Lui... (18.6.1980).



Il «segreto» di Cristo in me

Gesù, soffocato bisogno di amore! Quale senso ha, cos'è l'amore?

Senza la persona che mi ama e per questo mi per­mette di amare, donare, io sarei un essere chiuso, senza respiro, senza apertura, senza orizzonte!

Senza Amore c'è oppressione; v'è come un peso che schiaccia, una montagna che annulla. V'è solitudi­ne, dovunque ci si volga; non v'è nulla e nessuno; e poi, si è senza libertà; anche se l'ho, che me ne faccio? Dove vado, cosa intraprendo, dove mi rivolgo, per chi faccio ciò che potrei?

Manca anche l'ispirazione e lo sbocco del mio agi­re; non sono capace di estrarre da me le risorse creative e porle in atto...

Senza Amore che fine avrei?

Quale possibilità di movimento e di spazio dispon­go?

Senza Amore, nemmeno l'io è qualcuno.

Se non viene illuminato da un sorriso, cercato o atteso da qualche altro, se non viene chiamato, se non diventa vero interesse per qualcuno, l'io è niente.

Si ripiega e avvizzisce.

Senza Amore, ognuno può divenire un imputato universale: tutto si mette contro di lui; tutto congiura contro di lui; egli diviene insopportabile anche a se stesso, a tutto, e non sa nemmeno come sfuggire a que­sto senso dell'inutilità; sente una specie di repulsione universale...

Anch'egli allora si mette contro tutti e si rifiuta alla vita...;

Gesù, ti amo e mi basti; anzi mi sopravvanzi! Devo sentirmi amato da Te; va bene così, allora, sulla terra.

Nell'esilio.

Va bene, allora, questa ansia inappagata, che è più deliziosa di ogni affetto limitato del mondo che spesso si rivela inganno. Ogni piacere diventa insipido e inuti­le... Questo tormento è più dolce delle offerte monda­ne!

Gesù, fammi penetrare nel mistero della tua esi­stenza terrena. E, anche di quella celeste. Quanto devo ancora esplorare come tu sei vissuto tra di noi!

Voglio conoscere « il segreto» del tuo vivere tra di noi, perché così accetterò di più me stesso, la vita, quanto accade...

Io voglio entrare nel «tuo segreto» che ti accompa­gnava quando eri sulla terra, perché così comprenderò i tuoi passi, le tue parole, tutto ciò che pure sappiamo che tu hai vissuto...

In me v'è questo bisogno intimo, ma non è piena­mente chiaro, né compiuto.

Tu riversavi sul mondo la piena del tuo Cuore; io ho bisogno dì accogliere, di riempirmi, fino a quando anch'io - avendo accolto in me il «tuo segreto» - non mi vedrò colmo dello Spirito Santo e avvertirò che il mio cuore si è trasformato in una fonte e in un fiume di eternità sul mondo. (19.6.1980).



Gioia di vivere

Gesù; fammi vibrare di tenerezza verso te, perché tu sei il più gran bene della mia anima.

Devo accogliere la tua venuta - nell'Eucaristia - con alacre trepidazione, ma anche con incantata sem­plicità!

Tu vuoi un'attenzione, animata da fervido amore, che sa gioire e assaporare l'unica festa che esiste sulla terra: la tua venuta in me!

La tua presenza rende superflue le parole, perché basta lo sguardo; rende superfluo dedicarsi a mille cose, perché la tua persona è tutto...

La tua venuta rende piccola la mia persona, i miei interessi, diminuisce tutto ciò che talvolta sembra superarmi e incatenarmi.

Gesù, la tua presenza mi rivela povero: cosa potrei darti?

Cosa tu puoi trovare in me di interessante? Quanto mi trovo ridicolo e goffo di fronte alla tua bellezza! E resto muto. Il silenzio è il miglior linguaggio con uno sguardo umile, ma incantato, adorante.

So che non badi a ciò che sono, ma mi investi dei tuoi doni; è la tua luce, che mi fa risplendere; è la tua presenza, che crea il nostro paradiso; allora fiorisce l'umiltà, un bisogno di verginale freschezza, per cui tutto di me viene disinquinato e riacquista un nuovo splendore...

Ricompare la fiducia con la gioia di esistere, immensamente; allora io sto bene con te, sono perfino audace; e condivido ogni tua impresa per il Regno del Padre! (25.6.1980).



Fiducia

Gesù, questa è l'ora dell'intimità sponsale fra te e la mia piccola anima. Quanto una piccola creatura viene ad interessare chi è Grande, allora essa esulta e diviene libera.

Gesù, questo è il momento in cui l'anima sa che deve tutto a te: tu vieni, la visiti, la assumi, la fai gioire d'amore.

Ma cosa le concedi, perché con te trionfi la gioia? Niente altro che Te.

Restano la sofferenza, magari l'incomprensione altrui, i mille disagi nella vita quotidiana, le piccole sconfitte, che fanno anche piangere; ma ora è festa; tu ti doni alla mia piccola anima, che non sa nemmeno balbettarti parole assennate...

È qui, trepida, commossa. Tu sei il suo Amore.

Ho bisogno di dirti queste cose; devo anche farlo e te ne ringrazio. Ciò è vero.

Si tiene sempre dentro; ma come è bello poterlo dire, talvolta, a voce alta, perché lo sappiano tutti, quasi che le parole attraversassero muri e distanze e penetrassero i cuori e si facessero intendere!

Le creature non bastano; anzi diventano un peso quando oso sostituirti con loro.

Però è anche vero che mi stupisci di quello che sai fare per loro; e anche questo è dono, il più commoven­te, che ricevo da te... Esse diventano spesso un invito, e sempre una dura lezione per me, che faccio solo qual­che passo, se pure ciò avviene a loro vantaggio... Mai potrò dimenticare lo splendore di anime incontrate anche per un solo momento e per una sola stagione di vita... le porto ancora dentro con te!

Ti ringrazio, comunque, che serbi per te il mio cuore, immettendovi continuamente un sottile distacco dalle creature, alle quali potrei sempre arre­stare la mia ricerca, estraniandomi da te li mio cuore non può andare né a destra né a sinistra, deve rimet­tersi sempre per la via principale, che porta a Te. Tu mi ami, tu ami questo grumo di terra e lo illumini come una gemma.

Sono una goccia breve e inconsistente su un petalo tremante; ma tu mi visiti con un raggio e fin dal mat­tino rallegri la mia povertà.

Gesù, invadi la mia anima, con tutte le iniziative del tuo amore. Non so proprio cosa io possa rappresen­tare ai tuoi occhi; eppure ho anch'io una coscienza, che mi fa affermare «io»!, che mi fa bramare tutto, mi fa aver l'audacia di scegliere Colui che unicamente è tut­to.

Gesù, talvolta sono un peso per me stesso; ma tu mi aiuti a prendermi con soave libertà.

Fammi continuare a credere al tuo amore per me. Fammi trovare la mia libertà in te, che consiste nell'a­marti e nel vivere per te.

Gesù, fammi abbracciare l'universo.

Rendimi anche creativo; dammi la fecondità che proviene dalla pienezza dello Spirito Santo.

Che sia docile, puro e sottomesso alla forza crea­trice dello Spirito Santo.

Insegnami però il nascondimento: Lui ama fare le cose nell'intimità, nella separazione da tutto.

Senza umiltà, i suoi doni vengono sciupati. È nel cuore, che essi devono depositarsi e venir conservati.

Gesù, so di essere debole, e riprovevole sotto molti aspetti.

Per questo anche i momenti di dolore sono un dono.

Grazie anche di questo perdurante momento di pena grande; lo voglio vivere con l'anima stretta al tuo Cuore, per una purificazione intima di me, affinché abbia più forza per te e verso le anime. (1.7.1980).



Bisogna crescere

Gesù, il mio cuore è veramente libero per un amore sempre maggiore?

Gesù, incatenami a te fino al punto da sentir le creature, che pure mi attraggono, come un ostacolo, un legame, che sarebbe schiavitù insopportabile.

Gesù, grazie! Tutto mi riconduce a te!

La terra, le sue offerte, le persone, le parole, le tante parole, le ricchezze, i suoi divertimenti, tutto mi stanca.

Persino ciò che sull'inizio suscita interesse, dopo un po' sbiadisce e mi annoia. Che non sia vecchiezza, ma solo un bisogno di superamento, un richiamo insopprimibile d'eternità, di totalità!

Gesù, fa' che la mia comunione con te diventi pie­nezza crescente di vita; ogni giorno per me la tua venuta sia ansia e dolcezza; sia luce e quiete, alleanza rinnovata, incontro che attendo e non si compie mai allo stesso modo; e dove arrivo, sia inizio da cui riparto per la vita di ogni giorno.

Fa' che cerchi te per te stesso, e non per me. Voglio amarti, perché non fai altro che proporti a me, sempre di più.

Gesù, che ti cerchi in ogni intenzione e situazione e condizione, in ogni ambiente in cui mi trovi e negli istanti che si succedono; ti trovi nel prossimo, in tutti coloro che sono sulla mia strada; sì, il prossimo mi fac­cia rimbalzare, riflettere la tua presenza; devo vederti negli altri e devo mostrarti agli altri.

Gesù, gli altri che devo portare al Padre, mi condu­cono al Padre con te e nello Spirito Santo.

Gesù, cosa porto a te ad ogni incontro? Porto nulla, solo ostacoli, peccati, diversioni... Fà che ti accolga sempre con vivo desiderio, con commozione mai sca­duta; tu sei la mia fiamma, che brucerà - almeno nella prossimità della visione - tutto il mio negativo, perché almeno allora possa essere degno di te.

Gesù, non farmi perdere! Meglio morire che offenderti! (2.7.80).



L'eternità

Fra cento anni, quale ricordo di me vi sarà? Cosa sarò io per coloro che saranno? Nella solitudine di que­sto monastero ad Assisi, io già sento l'eternità.

È l'eternità che conta, non il tempo, la storia, il mondo.

No, non voglio interessarmi delle creature! Nemmeno per me voglio avere alcuna preoccupa­zione.

Voglio Dio, voglio l'Eterno!

Tu solo, mio Dio, sei il mio tutto.

Di te solo, crescono ogni giorno desiderio e ansia grande!

È verso di te, che la mia strada, ogni strada deve portarmi.

Attirami con forza!

Ma perché non portare a te tutto?

Quale rimorso mi dovrebbe lacerare, ed anche ora mi assilla, se non ti porto tutti. Voglio che tutti si fac­ciano santi, ecco il mio tormento.

Devo volere che le persone, già da adesso nella figura di ognuna, abbiano il loro rivestimento eterno. Questa persona che incontro e non conosco, la rivedrò un giorno nell'eternità; ella mi dirà: «Perché non hai parlato»?

Io mi domanderò: « Perché non le ho detto nulla del cielo e di Dio»?

Questo bisogno mi agita sempre di più ogni gior­no, quando sono davanti ad una sola persona come davanti a folle, che viaggiano sulle strade delle città... Perché non rivelo a tutti l'eternità? (6.7.1980).



Moltissimi cuori per il Regno

Il mio sogno - non è mio, ma è tuo, Signore!


- è questo: un piccolo e vivace gruppo di persone

- in ogni parrocchia

- in ogni diocesi

- in ogni regione

- anche a livello nazionale e internazionale, che siano preparate, disposte ad animare, a seminare l'i­deale missionario tra la gente!

Bisogna proporre: Ve la sentite di assumervi que­sto compito apostolico fino a dare la vita per attuarlo? Il problema missionario nella realtà pastorale va fatto crescere in questo modo: occorrono molti aposto­li, che aiutino i cristiani ad assumersi personalmente «il Regno di Dio» ogni giorno, nelle condizioni di vita ordinaria e tutti questi siano sorretti, guidati, spronati, illu­minati, - come una grande famiglia apostolica - da altri che ne sono gli animatori e le animatrici...

Siamo agli inizi? Occorre attendere ancora? La messe è sempre molta nel mondo!

Lo sviluppo missionario, dovuto all'inruizione di P. Jaricot, si ebbe mentre la vita pastorale giaceva devastata, negletta e in difficoltà.

È Segno che, anche oggi, mentre ci si preoccupa di risvegliare la vita cristiana in una situazione di neopa­ganesimo, vi siano spazio e speranza e attesa e bisogno per l'animazione missionaria!

S. Maria Goretti, grazie! E’ un tuo segno per me, a gloria di Dio! (6.7.1980).

OFFLINE
Post: 1.222
Sesso: Femminile
03/09/2009 21:51

Il tesoro

La croce, ecco la ricchezza della vita e dell'aposto­lato!


Qualunque nome abbia e da qualunque parte ven­ga, è tuo dono, Gesù, e tua visita! (7.7.1980).



Per vincere

Devo combattere contro un rischio di esaurimento nervoso; e credo che il miglior modo sia quello di «ac­cettare» la situazione, con semplicità.

Senza dar peso a nulla, vedendo in ciò che accade, un modo delicato di Gesù nel chiedermi di aver fiducia in Lui.

E questo è molto costruttivo: il mio sforzo di aumentare la fiducia in Gesù!

Vincerò ogni problema, solo con la fiducia in Lui. Può di più, chi più si fida di Gesù. (9.7.1980).



Silenzio e croce

Anche oggi v'è un dono da parte tua, in questo eremo di s. Francesco, ad Assisi!

Tu sei sempre l'Amore: fosse vero che sapessi rico­noscere i tuoi doni, anche quando nulla sembra prove­nire da parte tua!

Fà che sappia riconoscere sempre le tue invisibili mosse, quelle che non rientrano nelle mie pretese, e anche nelle mie buone intenzioni!

Devo riportare da questo giorno trascorso all'ere­mo due grazie:

- Amore alla solitudine.

Solo l'anima libera dal mondo e da se stessa, ama il silenzio e trova nel silenzio una immediatezza di incontro con il Dio vivente.

L'anima non ha bisogno di molte cose, come invece crediamo e ci affanniamo.

L'anima ha bisogno solo di Dio. E più si tolgono le cose, più Dio si fa trasparente; e l'anima è recettiva. Perché il silenzio è una forma di libertà, e di pos­sesso di se stessi; è una forma di vivente pienezza: ritrovarsi, godendo solo di essere e di essere se stessi... Non sono le cose che colmano; ma è la «grazia» nell'a­nima la pienezza della persona.

Ora l'anima, nel silenzio, affiorando nella sua purezza, va cercando il suo Amato; e si sente cercata dal suo Amore. L'incontro è «grazia»; è eternità.

Il silenzio è come una verginità autentica; è come un'attesa, che Dio colma; è la cornice, è la difesa di una reciprocità di presenza, che si stabilisce tra Dio e l'ani­ma, la quale va velata perché questa vicendevole pre­senza viva la sua intimità...

- Amore alla croce.

Sì, s. Francesco ebbe le stigmate, dopo una lunga dimora nel silenzio e nella preghiera. Aver le stigmate vuol dire essersi talmente configurato a Cristo da por­tare in sé anche questi segni viventi d'un amore immo­lato...

Non si può essere simili a Gesù, far comunione con Lui, se evitiamo i suoi «segni» forti...

Già nella vita ordinaria bisogna avere l'anima ferita dalla potenza dell'amore di Cristo, che per noi volle la passione, come massima espressione di dedi­zione...

Il dolore di Gesù... se non ci colpisce, cosa altro può impressionarci e scuoterci?

Facilmente si cerca un impegno, dove non ci sia la croce; anche delle forme, che passano per vera religio­sità, le preferiamo perché sembrano offrirci la pace senza la croce...

Anche i ragazzi vogliono togliere la croce, nel cer­care la felicità: la droga e impurità... Ma ne escono avviliti e ridotti più male...

Bisogna passare attraverso la croce per vivere, per aver la gioia e saper amare...

La croce è la grazia delle grazie!

Beati coloro che ne sono insigniti e ne avvertono la sua preziosità.



Sempre attenti

Considero, in questa sera, due momenti dell'ap­pello di Dio, a mio vantaggio e a vantaggio delle anime affidatemi:

1) Dio, anche oggi, ci raggiunge con un appello personale nuovo!

Sì, anche ieri, l'altro ieri, un anno fa... Ma oggi è un invito nuovo, che ha la sua importanza ancora più grande:

- per me stesso: nuova freschezza, comprensio­ne, profondità, riedizione, rinnovamento...

- per la Chiesa: ogni appello personale è per l'u­tilità di tutti...

Tutto ciò che Dio ti chiede o ti dona, è sempre legato al Tutto...

Ti viene, in certo senso, dal Tutto, anche se l'ori­gine è divina; ma, poi, si deve riversare sul Tutto, per­ché tu non respiri o non cresci o non ti muovi senza che ciò non appartenga o non abbia risonanza sul Tutto vivente, che è la Chiesa dell'eternità. Solo ciò che con­tiene l'eterno giova alla storia del nostro tempo.

Questa può sembrare profana, mondana, terre­stre; può mostrarsi o essere indifferente a Dio o alla Chiesa o ai valori spirituali...

Ebbene i santi sono importanti proprio per coloro che sembrano farne a meno... anzi, soprattutto per loro sono dei segni, delle sfide nei loro riguardi...

Non è una storia parallela quella del mondo a quella di Dio; Dio opera con i santi i suoi interventi di salvezza proprio dentro la storia del mondo...

Allora questa ne va sembra coinvolta, scossa, anche suo malgrado; nel mondo viene a inserirsi una salvezza, che sembrerebbe esclusa...

È una forza che «rompe»; il Vangelo dice anche che bisogna portare in cielo «a forza» talvolta... la gen­te!

2) Il secondo appello è quello finale... quello del­l'eternità...

Devo avere il mio olio abbondante, la mia lam­pada accesa, la mia veste bianca; devo essere pronto per la festa della luce, che si svolge «dentro»...

«Fuori» ci sono le tenebre.

Devo essere pronto, perché quando viene l'ora, nessuno più può aiutarmi... Nessuno può essermi di aiuto... Io sarò quello che avrò fatto e voluto essere di me stesso... adesso, nel tempo.

Quando la porta si chiude, restar fuori è la «se­conda morte»... Per chi entra, non v'è ormai più nessun pericolo o rischio... Tutto è salvo!

Ormai si vive Dio e la sua pienezza, in libertà!

La porta di luce che si apre è l'eternità che mi chia­ma; la porta che si chiude è l'eternità, che mi accoglie e mi custodirà sempre con sé, in sicurezza...



Una parabola inesauribile

È una descrizione completa dell'esistenza cri­stiana quella di Mt 25, 1-15.

- Il Regno dei cieli è la realtà suprema, definiti­va, presente già, ma soprattutto estrema...

È il disegno di Dio, che si deve compiere a nostro vantaggio...

Vivere in questa luce, in questa prospettiva eterna rende la vita intensa, ricca, e le dà un carattere di festa e di ansiosa fretta verso la luce...

Si vive guardando il grande futuro, quello eterno, quello della bellezza senza appannamento.

- Le dieci ragazze sono il simbolo di ogni ani­ma...

Dio ti ha già dato la notizia, che vuol farti parteci­pare alla sua festa; solamente la Trinità è la festa della gioia e della comunione...

Ivi è la perfezione della vita e dell'amore...

Non si finisce mai nella vita di scoprire quanto Dio sia interessante e pieno di fascino, anche se la sua san­tità esige rispetto e purificazione...

È bello essere amati da Dio... È insuperabile que­sta esperienza, che un giorno si tramuterà in estasi... - L'appello decisivo è quando suona l'ultima ora... Noi conosciamo che ci attende una festa, ma non ne conosciamo l'ora...

Quest'ora va attesa; tutto nella vita deve farsi in funzione dell'eternità...



Ogni giorno bisogna ascoltare Dio!

La Parola di Dio è fuoco, spada, balsamo, energia vivificatrice; essa esalta, sferza, eleva, scombussola, ferisce, risana, consola, incoraggia, umilia e prostra fino a terra; attrae, spossa, ammansisce, rasserena, ingelosisce; soprattutto assorbe e unifica Chi la profe­risce e chi la custodisce...

Essa esige rispetto, ricerca, ascolto, attenzione, commozione, silenzio, attesa, vibrazione, purezza, venerazione, calma, custodia, gelosia, profondità, pri­mato, canto, proclamazione...

Essa esige di essere vissuta! Essa esige fedeltà eroi­ca! (10.8.1980).



Nella notte

Mio Dio, Trinità Santa, fà che ascolti la tua voce. Parlami, visitami, prendimi, trasformami.

Dio Amore, vieni, fammi udire la tua voce, mostrami il tuo volto.

Il tuo silenzio, che continua, è duro. Non m'impor­tano le voci delle creature, il chiasso del mondo; anche i miei pensieri, i sentimenti, le azioni, tutto è vuoto e freddo.

Mio Dio, in questa solitudine muta, fammi udire la tua voce.

Trasalirò tutto; smetterò abitudini mondane, mi libererò di me stesso, dal peccato, dalle inutilità che pesano.

Solo tu puoi attrarmi; solo da Te io voglio sentire i richiami dell'amore. Io voglio subire solo il tuo fasci­no, essere afferrato solo dal peso del tuo amore: Mio Dio, parlami! Trova tu la via per arrivare al mio cuore; ho bisogno solo della tua parola per vivere. Niente vale sulla terra di fronte a te; tutto è così precario e inconsistente! Rompi la durezza del mio esi­lio, con qualche tua visita.

Ciò che in me hai già cominciato, portalo a compi­mento!

Chi ti ha gustato, anche solo per un attimo intenso, trova vano tutto ciò che il mondo può offrire alla sua anima.

Vieni a me, Tu, perché nessuno può avvicinarsi a Te e trovarti, se tu non vieni e non lo attiri.

Parlami al cuore, nella solitudine delle creature; riempi il mio vuoto, che le offerte del mondo non fanno che accrescere.

Vieni, parlami! Una sola tua parola creerà in me tutta una novità di festa. Io ti amo, per questo voglio udire la tua parola.

Se tu non mi parli, questo amore mi tormenterà inguaribilmente.

Se tu non mi parli, come potrò riamarti compiuta­mente?

Tutta la mia vita è una attesa di te; questa attesa diventi ora ascolto.

Sì, tu tardi, ed io devo permettertelo; anche tu hai la tua libertà, ed io devo darti fiducia.



Parlami, Padre!

Padre, parlami nel Figlio tuo.

Io conoscerò il tuo volto, in quello del tuo Figlio. Conoscerò l'immensità del tuo Cuore nella tene­rezza del tuo Figlio.

Rivelati a me nel tuo Figlio, con la irruenza dello Spirito Santo.

Padre, parlami!

Il mondo è muto per me, è sordo ai miei gemiti. Ciò che esso mi dice, lascia la mia anima più arida e desolata che mai. Quando io grido o cerco un'eco alle mie invocazioni, il mondo non si desta e non intende. Mio Dio, ho bisogno della tua parola, del tuo volto! Quando mi giunge la tua voce, mi scuoti tutto; la mia persona arde come se un fuoco irresistibile l'avvi­luppasse; allora tu mi prostri a terra, mi riduci senza vigore.

Eppure questa violenza mi fa vivere; e la tua voce mi fa risorgere!

Mio Signore, troppa esistenza ho speso per correre dietro alle promesse del mondo.

Poi sei venuto Tu, ed io ho capito. Ho ritrovato me stesso; ora voglio riservarmi unicamente a Te.

Non tacere, non vedi che semino e riempio le strade e le piazze di questa ansia d'incontrarti e ascol­tarti?

Vienimi incontro, raggiungimi se sto correndo lontano da te; accompagnati alla mia solitudine per­ché questa possa scomparire, se io mi sto allontanando da te.

Vieni e fammiti riconoscere, aprimi il tuo Cuore; rivolgimi il tuo invito a venire con te e a fermarmi in tua compagnia. Io bramo la tua familiarità!



Il tuo volto mostrami!

Dio Amore, Trinità Vivente, che sei Comunione di gioia eterna, parlami fino a rompere la mia sordità.

Non voglio udire più le mille voci che da ogni parte vogliono arrestarmi, rinnovando ed acuendo la mia infelicità.

Parlami fino a toccarmi, a ferirmi il cuore. Feriscimi con una piaga che sanguina di ardore! Non m'importa nulla del mondo; voglio te, mio Dio, bellezza infinita.

Rispondimi come tu sai e puoi. Altre volte l'hai fat­to. Ora sta prolungandosi troppo il mio deserto e la mia sete.

Abbi pietà di questa creatura sola, che muore di sete, sperduta nel mondo, che si muove tra gli altri solo per cercare il tuo viso, una volta già scoperto ed ora perduto.

La mia infelicità è troppo grande; non hai tu com­passione del mio pianto? Non offrirmi nient'altro, per­ché la mia anima non sa cosa farsene.



Io voglio Gesù?

Padre, mandami il tuo Figlio.

Egli conosce le nostre miserie, ha pianto anche Lui.

Tu non sei un Dio lontano, adatto ai filosofi, avvolto d'irreperibilità nelle complicate astrazioni. È nel tuo Figlio, che io ti cerco.

E Lui è venuto in nome tuo a cercarmi. Ma ora dov'è?

Gesù, questo tuo nome respira con me; il tuo volto è stampato a fuoco in ogni mia memoria.

Ma ora non ti sento e vedo.

Tu hai molte ragioni per non interessarti di me, eppure so che il tuo Cuore considera come nulla i miei peccati; e tu hai di me più brama di quella che io posso pensare.

Allora vienimi incontro e parlami; così avrò la vita. Io ti amo, Gesù!

Come potrei dirtelo ancora, come potrei provarte­lo?

No, non serve. So che per me hai dato tutto, fino alla morte, proprio per me.

Io ti grido il tuo amore infinito offertomi e dimo­stratomi per sempre.

Questa è la mia sfida, questa è la mia pace!

Verrà la tua parola, vedrò il tuo volto, trasalirà la mia anima; e questa città con me e con te; questo uni­verso con me e con te; il tuo stesso cielo sussulterà per te e per me! Perché anche per il più piccolo e perduto il cielo tutto vibra di riconoscenza, quando si salva! (Roma, 3 dicembre - a notte).



Perché Lui soffre

Gesù, tu mi mandi alle anime (continenti e nazio­ni, città e paesi, case, lavoro, treni e strada); ma anch'io Ti mando a tutte le anime!

Tu le doni a me, anche se non sanno; ma io pure continuo a donare tutte le anime a te, anche se non san­no.

Mi fai capire come esse siano, quale sia la situa­zione in cui versano; mi riveli che talvolta sono domi­nate dal peccato e dalla morte spirituale. Mi riveli che tu soffri in loro. Mi fai capire che loro portano dentro un tormento di morte. Sono senza di te: sono in balìa di satana e corrono il pericolo di perdizione. Ma la tua pietà è tale che non vuoi per nessuno né quello né que­sto inferno terreno...

Gesù, come non posso separare la mia vita dalla tua, salvo follia diabolica, così non posso separarla da quanti sono miei: le persone che mi sgomitano anche occasionalmente, anche nei bus; e più ancora, quelle di cui mi fai intravedere lo stato interiore...

Gesù, tu sei una cosa sola con noi li Padre ti ha dato a noi, a tutti e a ciascuno; e farti uno con noi ti è costato rifiuto, odio, menzogna, violenza e morte... Ti abbiamo trattato nel modo peggiore...

Dov'è la dolcezza dei sentimenti, il rispetto, l'o­nore che avremmo dovuto avere per te?

La tua passione non si ripete in ogni epoca storica, in ogni comunità, anzi in ogni anima?

Tu sei nostro, perché vieni per ciascuno, vieni come « dono di Dio», come pace soave e profonda, come splendore di sguardo, purezza di felicità...

Ma noi che siamo peccatori, ti offriamo rifiuto, ti carichiamo della croce, ti condanniamo a provare il frutto dei nostri peccati.

Ti diciamo che sei un illuso, un mitomane, sei un impostore, sei molesto, sei senza credito... E ti flagel­liamo, ti respingiamo; ti uccidiamo...

Tu soffri in noi per come siamo irretiti nel peccato e ridotti male; ma soffri anche perché non vogliamo cambiare; ci piace spremerci nell'assurdo tormento del peccato; soffri, perché quando osi fare per noi qual­cosa, tentare qualche cosa, ci ribelliamo e ti eliminia­mo.

Gesù, ecco cosa facciamo di Te... Ma amarti, cosa è?

Rivelami tale amore: muoio, se non ti amo... E questo accade per ogni anima che è senza il tuo amore. (1.4.1982).



OFFLINE
Post: 1.222
Sesso: Femminile
03/09/2009 21:54

Il santo Sacrificio

La Messa è un evento di sangue.


Non è una cerimonia, in cui non accade nulla; dove solo i sentimenti vengono un po' toccati, ma il fatto resta lontano dalla memoria che li evoca.

La Messa non è così, no; i sentimenti possono anche non esserci o non essere adeguati.

Questo fatto si compie: Gesù muore, muore in un mare di pena, il suo soffrire è tra i più incredibili che possano accadere.

Ed è imputato a me il suo soffrire... Da me vanno a Lui: odio e violenza; da Lui vengono a me: offerta e silenzio.

Gesù, travolgimi, dunque, con la tua pena. Perché devi avere davanti una creatura che non sente, non vibra, non è scossa, non partecipa come deve?

Gesù, fa' qualcosa per te nei miei riguardi. Sono per te inutile, sono come stordito davanti a te. Non accettarmi più così!

Tu soffri; ed io ignoro o evado, non capisco, non reagisco.

Tu soffri; la marea del male si abbatte su di te, le anime sono sull'onda delle peggiori alienazioni ed io resto indifferente, impotente, legato, senza muovere né piedi, né mani, né dita...

Gesù, la tua Messa sconvolga la mia vita. Mi dia la forza per non accettarmi più così.

Gesù, i tuoi chiodi trasformino le mie preghiere nel coraggio della conversione; le tue spine rendano dolci le umiliazioni che non amo; la tua lancia mi renda indifferente verso l'amore delle creature che soffro di non avere, tuttavia voglio darlo ad esse sinceramente; l'acqua e il sangue, che hai versato fino all'ultima goccia, siano il mio dono sincero agli altri, in mille for­me; la tua povertà mi conceda la piena sincerità del cuore, della parola, dello sguardo; la tua sete diventi per me l'ansia di conquistare tutte le anime a te; i tuoi flagelli siano la mia vergogna e la mia pena per i miei peccati; il tuo fiele m'infonda il disprezzo dei piaceri... Gesù, io ti amo! Griderò ciò per farlo sentire a tut­ti; anche a te?

Come si esce dalla Messa? Stravolti, malandati... È una fatica, è un'angoscia, è una morte... con Lui e in Lui per gli altri...

La Messa è la sorgente da cui nasce la mia giornata apostolica, la mia missione... da cui ho già ricevuto le persone, che oggi devo incontrare e salvare... e far vivere di Cristo e della sua grazia... Allora durante il giorno continua la dedizione sacrificale e l'oblazione d'amore... (2.4.1982).



Gesù è mio!

Atto di fede, visione, certezza, contatto con la realtà divina-umana: Gesù è mio, io sono suo.

È mio, nella sofferenza che patisce per me, per cia­scuno, per tutti nel mondo.

È mia la sua pena universale, è mia la sua offerta d'amore, è mia la sua debolezza, la sua prostrazione, l'agonia del suo Cuore...

È mio il rifiuto che riceve, è mio ciò che lo colpisce ogni giorno da parte nostra, da parte di tutti nel mon­do, soprattutto dei cristiani e dei consacrati...

È mio Gesù, così come viene continuamente ridot­to.

La Messa è un evento ogni giorno nuovo, perché ogni giorno gli uomini e le donne vivono da capo un'e­sperienza di dedizione o di rifiuto nei riguardi di Cri­sto; e ogni generazione si fa contemporanea a Lui nel­l'amore, o nell'odio folle e furioso.

Gesù è mio, così calpestato, respinto, dissanguato, assetato, denudato, maledetto, sfidato dal rancore; ma poi, perché?

Gesù è mio, vestito di sangue e di polvere e di dolo­re...

Gesù è mio, il Gesù-dolore, il Gesù agonizzante, il Gesù Crocifisso, il Cristo morente nell'estremo palpito di convincermi del suo dono, di darsi a me ancor più lucidamente; di consegnarmi anche la sua morte...

La Messa non è una cerimonia, una finzione vestita di solennità, un «come se»,..

La Messa è Lui che soffre, soffre, soffrirà fino a quando il mondo conoscerà un solo peccato. Quando il mondo, questo mondo finirà, Lui emetterà finalmente l'ultimo rantolo d'agonia, cesserà l'ultima sofferenza, morirà l'ultima morte. E la risurrezione sarà comple­ta! Atti sinceri di amore... verso di Lui! (3.4.1982).



Serviti di me

Gesù, dobbiamo - ora - parlarci fra di noi. Guar­darci e intenderci.

Gesù, il mio è un tentativo incapace di amarti: tu ami con tranquilla effusione di pienezza.

Tu ami e basta: non alterni i moti del cuore e i gesti del dono come me... Io invece non sono capace: sono instabile, disperso e ridicolo. Come mi sopporti?

Dove sono dignità, rispetto, coerenza, supera­mento di me e di quanto è in me per affissare la mia anima in te?

Vorrei essere una pura fiamma che arde; invece sono un tizzone che fumiga e ti fa male; vorrei essere una limpida corrente, che se ne va scorrendo sempre generosa; invece non ho che qualche goccia da offrire alla tua sete.

Gesù, vieni a visitarmi e parla forte. Tu puoi, se vuoi. Se vuoi compiacerti in me di qualcosa, conce­dimi i tuoi doni, perché possa essere per te un amico e un confidente secondo il tuo Cuore.

Questo vuoi da me: devo essere per te motivo di gioia, di consolazione. Devo essere talmente a tua disposizione con la volontarietà gioiosa ed umile, da gareggiare con te nello scambio di attenzione, e nel lavorare per il Regno del Padre.

Gesù, quanto più io t'intendo, tanto più fra me e te vi sono le anime, e il Padre con lo Spirito Santo.

Gesù, so che mi ami senza stanchezza, senza delu­sione... tu non ti meravigli di me, perché sai bene chi sono... E siccome mi hai preso per mano, mi eviterai che possa dispiacerti... Non è mai troppo grande questa mia fiducia verso di te. Ma non basta; mi adopere­rai per le anime, come tu vorrai... (6.4.1982). « Per ora no, ma più tardi » - dice Gesù a Pietro...­.



Salvami!

Gesù, quanto difficile mi appare questo tempo perché mi impedisce di vedere il tuo viso! Invece si romperà e io sarò davanti a te.

Ma anche adesso il tempo mi aiuta a camminare verso di te: mi distacca dalle cose, dalle persone, e anche da me.

Anch'io, se mi volgo indietro, ho la mia storia pas­sata. È stata sempre vissuta con te e per te? Non ne sono soddisfatto. -

Dov'è quella santità che - tu mi hai proposto nelle stagioni di sole - e sognavo tanto, per cui mi emozionavo? Dov'è quella dolce e totale annichila­zione nel tuo amore, che mi faceva tanto ansimare? Le cose più belle le ho vissute nel desiderio, tu lo sai. È stato questo un tempo pieno tutto di propositi, slanci, ardori, ma di fatto, mio Signore, che cosa ti presento? Come mi vedi, ora? Sono lontano dal tuo progetto!

Gesù, il tempo che gradualmente mi dispensi è già stato molto. Non voglio pensare se sarà ancora molto o poco.

So che il mio dovere è aver puro il cuore da tutto, concentrare il desiderio e stringere la mia anima a Te. Io voglio vivere per te. Una volta credevo che amarti voleva dire fare per te cose grandi; ora so che consiste nel donarti me stesso, nel modo più puro e totale. Non è ancora così, ma voglio che diventi così.

Voglio venir nell'ora in cui mi chiamerai all'incon­tro definitivo, almeno con la mia anima vibrante per Te.

Le opere non mi interessano? Compile tu, se vuoi. Il mio compito è purificarmi, distaccarmi, addolcirmi, liberarmi da me, dal mondo, dalle passioni malvage che mi disturbano... Vorrei essere una dimora degna di te; vorrei avere un cuore immenso e puro, che viva solo per Te.

Vorrei essere a tuo servizio con la forza dell'Euca­restia, che mi rende ogni volta più conforme a te, per la tua gioia.

Il mondo va salvato. Se sarò così, non passerò invano. Se il lavoro apostolico è vuoto, portalo tu a quell'essenzialità, che faccia esistere solo una pienezza e una fecondità d'amore. (7.4.1982).



Lavorare, lavorare per Te!

Gesù, devo guardare a tutto il mondo per portarvi la tua risurrezione; ma come è pesante la mia natura. Mi rendo conto di essere nemmeno quasi catecu­meno!

Dov'è quella purezza totale, di cui dovrei essere rivestito e che dovrei esprimere?

Dov'è il mio «io» sostituito da Te? Dov'è quello slancio, quella delicatezza, quell'intimità e insieme quella disponibilità di cui dovrei dar prova costante, quasi con spontaneità e naturalezza?

Dov'è quella creatività che produce ovunque un ambiente spirituale, in cui tutto splende di libertà e di grazia?

Dov'è quell'energia, quel decoro, da cui traspare sempre, in me e da me, quel qualcosa che è segno vivo e indubitabile di te?

Gesù, come è ancora lontana la mia persona dal­l'essere tutta invasa e posseduta e trasformata dalla novità della tua risurrezione!

Accadrà tutto questo finalmente? Lo spero per la tua misericordia.

Per ora, intanto, devo rendere dolci le fatiche, serene le ansie, dedizioni le angustie e i ritardi; devo vivere morendo, ma d'amore, d'appartenenza a Te, di prodigalità per il tuo Regno.

Per ora, devo come abituarmi a ricominciare con gusto, sperimentando, a tratti crescenti, anche l'incan­descenza nello Spirito di ciò che intraprendo per te e solo per te.

Impediscimi di cercare me, di desiderare me, di idealizzare me, di coltivare il mio io, di servirmi di te e del tuo appello per me e la mia vanità.

Fammi essere realista: la tua resurrezione chiede di abbracciare l'intera realtà, di assumere l'intera società concreta e quotidiana, e in essa immettervi e scoprirvi e farvi risplendere la tua grazia.

Soprattutto, fammi abitare già dove tutto è defini­tivo, ossia nel tuo Regno.

Resti qui fin quando vuoi, eppure come se prove­nissi continuamente da un'altra sponda, per destare anche in altri il desiderio e la certezza della tua eterni­tà. (16.4.1982).



Il cuore di Maria

Accostandomi a te, Gesù, e accogliendo e vivendo in me il « mistero vivente» dell'Amore, offerto in consu­mazione per i peccati del mondo, dovrei tendere ad avere il cuore di Maria.

Tutto di lei passi in me: la sua grazia, la sua anima, tutta la sua persona, perché solo in lei, ciò che è Gesù ed è di Gesù trova pienamente risonanza, dimora e comunione compiuta.

Solo lei ha tutto condiviso con Gesù; e Gesù ha tro­vato silenziosamente e sconfinatamente solo lei ca­pace di seguirlo e comprenderlo.

Solo loro due han fatto unità: una sola carne, un solo spirito, un solo sacrificio, un solo amore e un'uni­ca vittoria, un'unica Chiesa.

L'uno si ritrova pienamente nell'altra e insieme sono dentro ciascuno; c'era una tale intesa, una così pura, delicata, intimissima partecipazione, che ognuno aveva il cuore dell'altro in sé, ognuno portava e viveva l'altro in sé.

Lo Spirito Santo, a causa della sua disponibilità, ha potuto talmente operare in lei, che Lei è una per­fetta immagine del Figlio; e il Cristo deve tutto di sé, nella sua natura e vibrazione umana, a lei. Lei ha edu­cato Gesù con la sua presenza ed esempio; più ancora con la sua anima!

Quando Dio creò l'uomo gli alitò un soffio di vita, dicendo: Facciamo l'uomo a immagine e somiglianza nostra.

Lo Spirito, che conquistò Maria, prima fece di lei in anticipo un'immagine perfetta di Colui, che ella doveva ricevere nel suo grembo e nel suo cuore; e dopo fece sì che lei donasse al Figlio la sua stessa immagine. Ognuno ha il volto interiore dell'altro: ecco Maria e Gesù!

Gesù, che vivi nella s. Eucaristia e così vieni in me, io devo avere il Cuore di Maria.

Solo così tu sei il mio Amore. Nascondimi, Gesù, in lei.

Allora, il tuo infinito Amore mi si dispiegherà per me in novità prima apostolica, poi eterna.

Se Maria mi troverà docile e umile, compirà in me il miracolo.

E quale sarà questo miracolo, se non il tuo volto, il tuo cuore, la tua parola, il tuo respiro in me? (18.4.1982).



Ad ogni ora l'unica allerta!

Gesù, dopo la s. Messa devo riprendere contatto con la realtà, piano piano.

Devo vivere dentro di me con te, pur facendo le cose di fuori; devo conservare la mia anima legata a te, anche se i molti doveri, che mi impongono di essere assolti, mi portano fuori.

Gesù, mi chiedi che prolunghi, per quanto è possi­bile, questo «tu a tu» profondo, silenzioso, ma lucido e avvertito con te...

È un'unione nella sofferenza, ma anche nella purezza, nella calma...

Devo resistere nel mantenere questo contatto con te, perché non è facile.

Mi tocchi e avvolgi come fuoco; e io devo accettare questa purificazione.

Ma di più, devo con te assumermi le atrocità del mondo e farmi vicino spiritualmente a tutti per far sca­ricare su di me l'orrore dei loro peccati, l'incoscienza della loro disinvoltura, quando vivono e operano senza di te o contro la tua volontà...

Gesù, devo uscire dalla Messa segnato a fuoco e inserirmi nella vita quotidiana, come un estraneo che vive al di là del presente abituale; o che lo vive come avesse un altro sguardo, come conoscesse un altro mondo pur operando sempre decisamente in questo presente - come gli interessasse un altro futuro, che già porta nell'anima.

Gesù, fa' che anche arrivato a sera, il tuo Sangue e la tua Carne offerti per il mondo, abbiano visto com­pleta la mia parte, a te congiunta.

Devo fare ogni cosa e stare fra tutti, sempre come sull'altare; devo, in ogni momento, vivere «offerto in sacrificio per voi... in remissione dei peccati di tutti...».

L'Eucaristia è da viversi come ripetendo in me ciò che ha vissuto con Gesù anche Maria!

Non è qui che lo Spirito mi vuole portare? (18.4.1982).



Per la risurrezione

Gesù, ciò che accade sull'altare non mi deve solo sfiorare, ma deve farmi precipitare nell'evento in cui tu sei «viva passione»!

La Messa non è una cerimonia; è una realtà immensa in cui tu prolunghi veramente una morte d'amore, l'oblazione totale per noi.

Se non vi entro, il gran fiume scorre e io sono estra­neo a tutte le possibilità della grazia, alla continua redenzione del mondo.

Se non entro nell'Eucarestia, sono fuori anche dal mondo.

Pretendo di far qualcosa, ma cerco solo il mio angolo di tranquillità.

Come è possibile l'egoismo, ben peggiore se fosse spirituale, quando invece la tua richiesta per me, gli assilli della gente, il tuo vivo solidarizzare con tutti, trovano nella croce l'unica forza di salvezza?

La tua croce è violenza di sofferenza, che fa risal­tare il tuo dono d'amore che tutto supera e attrae con veemenza.

Gesù, come entrare nella tua agonia, che è di ogni momento e nella Messa si esprime e si fa attuale per raggiungermi e coinvolgermi?

Gesù, anche il mio corpo ne deve essere toccato. Anche la mia carne deve essere gettata dentro il braciere del tuo dolore infinito. Anche la mia anima deve sentire tutta la solitudine desolante del silenzio, del rifiuto, che crescevano attorno a te, mentre tu invo­cavi compassione e amore.

Anche la mia anima deve sentire in sé il gemito dei popoli, la devastazione che le anime subiscono, l'op­pressione che il peccato attua nel mondo.

Gesù, non posso entrare nella Messa se non l'av­verto come l'evento, in cui tutto il tuo Amore si con­verte in sofferenza e morte e tutta la disperazione umana si concentra per schiacciarti; ma essa è anche l'evento in cui la Trinità santa v'è implicata e l'umani­tà, che celebra la sua storia di follia, ne viene redenta, salvata. Ciò che accade sull'altare non deve sfiorarmi, ma deve sconfiggere la mia indifferenza. Deve far sca­turire più forte la risurrezione. Se mi chiami ad entrarvi totalmente... aiutami a portarne il peso. (19.4.1982).



Nascondermi nel Padre

Dopo tanta attività - quale settimana intensa! - l'anima ha il bisogno di nascondersi con te, nel Padre.

Nascondermi alle creature, appressarmi al Mistero e stare alla presenza di Dio!

Fissarmi davanti allo sguardo divino, che scruta, purifica, mi alleggerisce. E mi ama.

Davanti a te, io raccolgo me stesso, mi unifico e sono pronto al dono... per ricambiare il tuo.

Gesù, avrò mai la purezza sufficiente e l'intensità necessaria per il dono che attendi?

Sarò mai così tuo da permettere a te di amarmi come desideri? Gesù devo nascondermi con Te, nel Padre.

Le creature non distolgano mai il mio cuore e il mio desiderio da te.

Gesù, va crescendo in me il desiderio di te.

Fa' che il tuo Spirito renda la mia vita più pura, estraniata dal mondo e più raccolta in te.

Mi vesti di eternità, mi sveli i segreti del cielo, mi partecipi ciò che sei, perché anch'io faccia parte con te della gloria del Padre.

Nascondermi, allontanarmi dalle creature e con te entrare nel segreto del Padre. Qui, sono me stesso nella luce di vita eterna...

Qui, il Padre mi ama e mi ripete le compiacenze che trova in te...

È mai possibile che Dio si prenda così cura di me? Che io sia così importante per lui?

È mai possibile verso di me una gelosia d'amore? È mai possibile che lui mi chieda tutto e non sop­porti che ciò non avvenga? Padre, lo Spirito che invii nella mia piccola anima compia il tuo disegno su di me. Anch'io sento un amore che nonostante le sue debolezze e incertezze, solo in te brama riposarsi.

Tutto trovo in te, infinitamente più di quanto pre­sagisco!

Al di fuori di te la mia anima si ritrova arida, scon­tenta, senza quiete.

Gesù, nscondimi nel Padre! Allora comprenderò la tua missione e vi parteciperò.

Nel tuo silenzio e nella solitudine dell'Eucaristia, tu vivi e ci salvi riparando e morendo per noi, offren­doti al Padre nel totale sacrificio... Qui sono anch'io!

L'umanità più dolce verso Gesù è Maria! Delicatezza... che è energia interiore ed esteriore per Gesù (24.4.1982).



Riparare è amare

Gesù, sei vivo nel mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue; sei vivo tra noi a prolungare la tua passione reden­trice e il dono del tuo amore offerto finti al sacrificio; sei vivo per continuare ad addossarti i nostri pec­cati ed espiarli per impedire che il loro peso non schiacci noi...

Noi, che ne siamo i responsabili, non ne siamo le vittime.

Noi, che ne siamo i colpevoli, ne siamo risparmia­ti; e tu, che sei innocente, ne diventi la vittima.

Gesù, se non ci fossi tu, il mondo non ne sopporte­rebbe il peso. Il peccato è somma rovina che produce conseguenze senza controllo e ad effetto illimitato. Il peccato provoca eventi di morte e di rottura, che si ripercuotono in conseguenze senza misura.

Il Padre viene offeso, viene contrastato e abbando­nato; da ciò l'uomo comincia una distruzione di sé e di quanto lo riguarda, che ha come segni e conseguenze, sempre irreparabili, la morte e l'inferno, la prima morte e la seconda morte - dice l'Apocalisse...

L'uomo che pecca, da sé non può far più nulla per liberarsene.

Solamente Gesù, il Figlio di Dio, può venirgli in aiuto.

E Gesù viene in nostro aiuto, sia liberandoci dal peccato e dalle sue conseguenze, sia offrendo al Padre quell'onore, gloria, adorazione, riparazione, ringra­ziamento che l'uomo gli deve; quell'obbedienza e donazione totale che tutti gli dobbiamo. E come ciò avviene in Gesù?

Con il suo vivere umile, puro, nascosto; poi, con la sua missione di obbedienza, di fedeltà e di misericor­dia; infine, con la sua morte oblativa e sacrificale.

Gesù, tu ci salvi con il tuo Corpo offerto e il tuo Sangue versato; cioè, con la tua estrema, asprissima desolazione e morte. Con il tuo amore portato alla fine.

Gesù, fa' che l'Eucaristia mi conquisti intera­mente perché tu, che vivi in essa, ci salvi riparando e morendo per noi, offrendoti al Padre nella totale con­sumazione d'amore... continuamente (28.4.1982).



Aver cuore per Gesù

Gesù, non vivo ancora il tuo sacrificio come meri­ta.


Io vi resto fuori, la mia vita non è scossa, non ho cuore e pianto e sangue per te, che pure versi il tuo dolore come un fiume sul mondo inaridito e smarrito. Tutto ciò avviene anche oggi, ma io dove sono?

Il tempo e gli eventi che trascorrono, io non so ancora vederli pieni della tua passione; perché ignoro ciò che di più profondo esiste dentro la storia di ogni anima e popolo; ed è, che tu sei lì dentro a espiare, offrire e redimere tutto di tutti. Adesso è come allora.

Allora venivi insultato e tradito e condannato, venivi poi condotto a morire, senza l'altrui compassio­ne; anche Simone di Cirene era tutto fuori della tua pena: - che ne sapeva di te e del tuo destino? lui aveva la sua famiglia e il suo lavoro... aveva da pensare abba­stanza... aveva scelto di non interessarsene...

E tu lo hai chiamato: Aiutami, non ignorarmi; prendi su di te la mia croce, muori un po' anche tu come me, caricati di vergogna per me davanti a tutti... entra nella mia solitudine e nella mia spossatezza...

Abbi cuore per me! Siimi vicino fino a prendere il mio posto...

Gesù, non ti serve la « mia Messa » se io non prendo la tua, che è sacrificio, goccia a goccia distillato in infi­nita amarezza.

Gesù, che ne so io dei chiodi alle tue mani e ai tuoi piedi, dei colpi che lacerano la tua carne, della tua sete, della febbre allucinante?

Che ne so delle parole infami, del disprezzo, della solitudine, delle accuse ingiuste?

Che ne so della condanna vile che salva l'altrui onore - o ipocrisia - e infanga senza pietà la tua dignità?

Gesù, so che la tua passione è viva nella Messa, e che se voglio essere nella verità del tuo sacrificio, anche la mia vita quotidiana deve essere dentro il tuo morire e la tua morte d'amore deve essere dentro il mio vivere.

Morire d'amore ogni momento con te è vivere, è salvarmi, è salvare il mondo! (6.5.1982).



OFFLINE
Post: 1.222
Sesso: Femminile
03/09/2009 21:57

Il rispetto

Gesù, Ti adoro in me! Sei con me, sono con Te.


Opera verso di me; fa' pure quello che io non saprò mai fare verso di me, di Te e il Padre; non conosco ciò che sono, né quello che dovrei essere ad ogni occasione.

Gesù, non lasciare incompleto ciò che hai intrapreso verso di me.

Ti chiedo una immensa forza per essere delicato con te, e anche con me!

Essere delicato comporta il rispetto verso le pic­cole cose, il buon gusto nelle piccole cose, l'ordine e l'armonia nelle piccole azioni, pensieri, gesti; è il sentimento vivo e instancabile, ma tenero e affettuoso verso di te, che sa offrirti l'omaggio di ogni primizia, non si distoglie da te mai, ti cerca ovunque, ti interroga per cercare solo la tua compiacenza in ogni cosa intrapresa e condotta avanti...

Essere delicato verso di te è capirti nei sentimenti, non offenderli o sottovalutarli; è avere il senso della tua presenza, del tuo sguardo, del tuo Cuore soprat­tutto.

Non sono mai lontano né a te indifferente: allora devo sentirti vicino e trattarti con premura, con nitore e rispetto immensi.

Tutto in me deve essere accettevole ai tuoi occhi; le mie parole devono essere gentili e discrete, lo sguardo sobrio e raccolto nel custodire i segni della tua eterna bellezza, senza volgermi o perdermi mai ai richiami mondani o pagani.

Gesù, donami il senso del rispetto verso di te, e anche verso di me, perché la mia persona possa essere un profumo vivente, offerto alla tua gloria.

Essere la tua gioia, ecco!

Essere una presenza amica, riservata e pronta, attenta e docile, senza quel «più» o quel «meno», che sa di forzatura o di pigrizia verso di te; il rispetto è anche distanza e prossimità, la prima per non invade­re, la seconda per capire e accogliere... Gesù, se sapessi vivere con te, accanto a te, in tante ore di seguito, sarei forse ancora rozzo, pesante, invadente?

Sarei ancora offensivo, presuntuoso, banale? Accoglimi; e infondimi il senso della più schietta delicatezza... (12.5.1982).



Una sola parola...

Gesù, non tacere!


Non lasciarmi in questo silenzio di morte. Se non mi parli, sono perduto, io muoio. Ascoltami, rispondi­mi, se grido a te! Solo se mi parli tu, mi acquieterò. La gioia m'inonderà. Io sussulterò tutto.

Gesù, parlami! Le parole umane sono noiose; i libri degli uomini sono per me muti; ciò che gira attorno a me non riempie la mia solitudine.

Gesù, potessi udire «una sola tua parola»! (cf Mt 8,8).

Se un solo accento tuo penetrasse in me e mi ferisse d'amore!

Solo così vivrò in questa vita, che diviene insoste­nibile, quando la tua presenza si nasconde.

Gesù, non vuoi anche tu la stessa cosa? Ecco, io sono davanti a te, incapace e inerte. Invece vuoi davanti a te un cuore ardente e fre­mente.

Io ti tratto con indifferenza; sono ignaro della tua grandezza; non sono scosso di fronte alla tua santità; non mi sfiora nemmeno la potenza terribile che sei tu, che lascia vinti e annichiliti coloro che ti conoscono per reale esperienza.

Gesù, è qui davanti all'Eucaristia, che io cambie­rò. Qui tu devi investirmi con il tuo fuoco d'amore.

È in questa vicinanza, dove io subirò i tuoi assalti. E sarò vinto. È qui dove il tuo silenzio riduce a nulla le mie pretese e svela la mia vanità. Vorrei ascoltarti, è vero! Eppure amo il tuo silenzio come la musica più soave, l'intimità più profonda, il colloquio più vivo, la presenza più convertita in dono: questo silenzio l'amo, perché contiene la più completa risposta alla mia soli­tudine.

Ed è qui dove io sono messo a soqquadro, sono messo all'evidenza perché mi vedo egoista, sensuale, avaro, orgoglioso...

Nulla di ciò che è peggiore in una creatura umana mi è estraneo. Io sono davvero malato nello spirito e nella carne. Gesù, è qui dove mi atterrisci e mi risol­levi.

Questa presenza, che è sempre pacificatrice, mi attrae, mi prepara alla croce, mi rende familiare una comune condivisione di destino e di offerta.

Gesù, è qui, davanti a te, nel silenzio dell'Eucari­stia, dove io sono solidale con l'umanità e riprendo la strada dei miei doveri più consapevole della mia responsabilità verso tutti; ed anche in agonia per le mie continue omissioni o distrazioni.

Gesù, non permettere che - venendo qui davanti a te, richiamato da ogni distanza per fermarmi invariabilmente ogni giorno, anche più volte ad adorare il mistero del tuo dono e del tuo silenzio senza fine, - resti fuori da ciò che vivi continuamente in mezzo all'umanità del mio tempo.

Qui scopro il tuo Cuore quale abisso di partecipa­zione: tutto ti raggiunge, sei proteso a tutto quello che ci accade.

Le cose velate ti sono palesi; le intenzioni degli animi e le azioni più segrete non possono scacciare mai la tua presenza, e spesso la tua sofferenza.

Qui ti pervengono gli atti di amore più squisiti che cuori innamorati di te emettono per le strade, nelle case, in ogni ora del giorno, nella gioia e nel pianto.

È questa presenza che rende coloro che ti amano più esigenti nel rafforzarsi nella fedeltà, nel testimo­niarti un amore che nessuna barriera impedisce di rag­giungerti.

Gesù, parlami senza parole, fammi alzare e par­tire da qui con il cuore carico di quel che tu vi accendi e deponi. Gesù, sono qui per amarti.

So che quando vuoi, inondi la povera carne di impossibili dolcezze e d'insopportabili croci. E poni la sua esistenza come dilaniata, dentro e fuori.

So pure che sono io ad impedirti di amarmi. Mi sottraggo alla tua azione milioni di volte; per paura, incapacità, ignoranza...

E ricomincio sempre, anche se spesso solo a pa­role.

Opera un cambiamento in me. Perché attendi ancora? Perché deve andar perduto il tuo Amore? Gesù, insegnami che il sacrificio è il modo più effi­cace per amarti. È il silenzio, la povertà, il non essere capace, il contare poco, anzi nulla; anche il non riusci­re, dove tutto potrebbe sembrare facile e possibile. Non cerchi mai me stesso; non devo regolarmi secondo la gioia che me ne viene, e secondo le soddisfa­zioni che provo.

A me deve importare solo la tua volontà, la tua verità.

Non devo appropriarmi eli nulla; sani un ladro. Non sia trattenuto dall'amarti dalla paura, dalla timidezza, dal timore del disprezzo, del fallimento... Liberami dal manto della vergogna, che mi strin­ge; dall'ipocrisia che mi deforma, dalla codardìa umana che mi atrofizza ogni volta che mi lai intendere le tue esigenze...

«Vuoi prendere la tua croce?

Io l'ho voluta per me. Vuoi anche tu la tua? Vuoi forse amarmi senza croce? Se vuoi segurmi, prendila e seguimi...».

La croce rende vera la sequela... Chi cammina die­tro di te senza la croce, in verità si allontana.

Posso illudermi di starti vicino, perché cerco eli pregare, di fare il mio dovere, perché sono nella stima e nel rispetto degli altri... perché sono ricercato nei consigli... Mi illudo di servirti, perché so regolarmi nei miei compiti... Mi illudo, ecco la verità!

Dov'è la mia croce? Dove sono le mie lagrime? Dov'è la mia morte continua? Dov'è il mio cuore ferito da incomprensioni, rifiuti, offese, insulti? Dove sono la soavità, l'amorevolezza, la gioia che so donare agli altri nascondendo il tesoro prezioso del pianto, degno solo della intimità d'amore?

Sì, dov'è la gioia nel pianto? Dov'è la desolazione, che fa morire e fa vivere (cl I Sain 2, 6)?

Dov'è la consolazione che so offrirti compren­dendo che tu sei crocifisso e assetato e tormentato d'a­more?

Dov'è la mia libertà sovrana sui sensi interni ed esterni?

Dov'è la fede pratica e universale, che mi guida in ogni circostanza, anche nella più piccola? Ed è croce, che umilia il mio io, che invece vorrebbe affermarsi, magari nel bene?

E non raramente è sensibile pure alla follia del mondo?

Dov'è il distacco reale dai beni, dagli onori, dal prestigio, per far trionfare su di me e attraverso di me, la pura gloria di Dio? E la stanchezza, gli impegni eccessivi, non sono anch'essi un limite alla purezza dell'amore?

Temo per la salute, per il sonno perduto; forse dedico le mie forze ad impegni che non esprimono, o da cui non emerge, la nettezza del tuo Amore... Gesù, eccomi davanti a te!

Converti in amarezza le gioie di ogni giorno, e in gioia le amarezze!

Gesù, voglio te, solamente te... crocifisso!

Fino al punto che anch'io nello spirito e nella carne porti viva la tua passione.

Gesù, se amarti e questo, accetto di amarti così. Me ne darai la forza! Per te, per le anime, per questo nostro tempo, per i problemi dei continenti, per il destino singolo di ogni anima...

Gesù, sono ancora qui a pregarti per il movimento di spiritualità missionaria. Quale è la tua volontà? Che rientri nei tuoi disegni. Talvolta mi chiedo: chi sono io per fare ciò - Mi presto forse alla vanità delle creature?

Gesù, ho Fiducia in le. Voglio farlo per la gloria del Padre tuo. E voglio farlo sapendo che sei tu a volerlo e a condurlo, perché c'è dentro la gloria del Padre e il bene delle Missioni.

La tua Grazia può anche fare il miracolo nono­stante la mia debolezza.

Lo Spirito Santo agisce quando trova una piena corrispondenza alle sue iniziative. Non è forse venuto il momento di abbandonarm alla potenza dello Spi­rito Santo? Non viene sempre l'ora giusta per far acca­dere nella Chiesa le opere della tua gloria? Non è il mondo missionario ancor più bisognoso di generosità, e dedizione, di santità, di immolazione?

Gesù, aiutami a muovermi Nella Volontà Sovrana del Padre e ad aver come unico fine la sua gloria, den­tro questa immensa impresa missionaria che riguarda tutta 1'umanità.

Vieni, Spirito Santo!

Prorompi dal Cuore di Cristo presente nel Sacra­mento dell'altare!

Vieni, come fuoco che, partendo dal Cristo Eucari­stico, incendia la nostra debolezza!

Vieni, chiarezza divina a illuminare la nostra mente!

Vieni, forza creatrice, e impossessati di tutti noi per farci agire solo per la Gloria del Padre!

Vieni, Amore irresistibile, consumaci nella tua fiamma per farci segni viventi della tua santità! Vieni, forza rinnovatrice della storia umana in evento di salvezza e di eternità.

Noi certamente sappiamo chi sei tu; però vor­remmo vedere il tuo Volto. Ma questo ci è riservato nella chiarezza dell'eternità.

Per la parola e la risurrezione di Gesù, noi cono­scianmo il tuo amore, noi sentiamo la tua azione pode­rosa, noi crediamo - con tutta la forza che tu stesso ispiri al nostro cuore - che tu sei l'Amore infinito, che consumi in unità il Padre e il Figlio; e ti stai adope­rando con invisibili iniziative, mai cessate, a traspor­tare l'umanità nella gloria eterna. (4 febbraio, notte di ritiro).



Ti amo!

Gesù, constato quasi continuamente che per i aco­sidetti» cristiani... non sei una persona viva e vicina. Essi non sanno dirti le parole semplici e quotidia­ne, non sanno usare con te le parole del cuore; questi cuori non hanno quel desiderio rispettoso e ardente dell'intimità.

Essi non ti chiamano familiarmente.

Non ti riservano sguardi e dimostrazioni d'amore, non sanno affrontare la vita con i rischi e le fatiche insieme a te, per te, per le anime.

Gesù, fa' che possa aiutarli in ciò: per loro stessi, per la verità che sei tu; fa' che possa destare il loro cuo­re, far brillare la realtà della fede... Gesù, rivelati a me.

ancora più apertamente; donami una forza interiore senza un minimo cedimento, ma anche semplicità, tra­sparenza, ardore maggiore...

Ti rivela solo chi vive di te e in te. Allora la sola presenza può essere sufficiente.

Ai grovigli interni delle anime, basta un raggio di sole; fa' che la mia parola sia di fede, sia puntuale e chiara, abbia forza in se stessa, perché ciò che tra­smette è esperienza e, più ancora, è la tua stessa paro­la...

È la tua stessa forza e veemenza, che penetrano e toccano i cuori.

Gesù, fa' che con le anime non sciupi il mio tempo. Far presto è fare di più! Gesù, nelle anime non cer­chi me, in alcun modo.

Gesù, fa' che le anime che conosco e quelle che incontro, di frequente o in presenze varie ed occasiona­li, anche per strada, arrivino a te, gustino la tua gioia.

S'incamminino nella santità vera ed eroica, per i servizi apostolici della Chiesa.

Non importa che io sappia: importa che nei cuori avvenga qualcosa per te e ad opera tua in questo tem­po, che è difficile e rischioso; eppure anche oggi pre­pari e avvii nuovi periodi di santità...

Gesù, fa' che le anime dicano e si donino folle­mente nel: «Ti amo, Gesù»! (25.5.1982).



Ricerca

Gesù, ancora non ti amo al punto da essere una sola «vita» con Te!

Gesù, vieni in mio aiuto!

Gesù, abbattimi fino ad essere tu colui che regna totalmente in me.

Fa' che dia la mia completa risposta per te e per ciò che ogni giorno mi fai scoprire di necessità, sia di pec­cato da togliere che di santità da incrementare.

L'uno va riparato, arginato, vinto; la santità va sollecitata, aiutata, potenziata.

Gesù, quando sarà che potrai trovare in me un per­fetto discepolo, che vive di te; un apostolo che ti dona alle anime e fa vivere queste di te e le lancia per le tue vie?

Gesù, fa' che ti ami.

Anche se giungessi ad amarti senza fine, non avrò che una goccia di tenerezza di fronte al mare del tuo dono.

Gesù, convincimi che mi ami, che mi dai la pace, nonostante che io meriti nulla e tu non trovi in me alcuna compiacenza, come ti devo apparire deforme. Ebbene mi ami e in un attimo puoi rivestirmi e trasfi­gurarmi di bellezza... Gesù, fa' che il mio cuore sia per te tenero e forte, puro e deciso; arda nel tuo e del tuo incendio.

Fa' che la mia povertà non mi attardi dal vestire a te. Ad aver fiducia in te. Fa' che ti segua e canti il più bel canto d'amore per te in questo tempo che vuole discepoli e testimoni, martiri, vergini, vittime d'amo­re, e santi senza numero, in ogni ambiente di vita, sii ogni continente... (16.6.1982).



Gesù, ricomincia ancora!

Gesù, questo è il tempo più vivo della giornata: tu sei in me e io in te. E in te sono con Io Spirito Santo, nel Padre.

La SS. Trinità è in me.

Toglimi il peccato e donami la tua grazia.

Fra te e me, Gesù, non vi siano ostacoli; tu possa essere mio, ed io tuo. Sei tu che ami, mi guardi, sei preso da interesse per me; la tua infinita capacità di amare è rivolta verso di me.

Io devo farmi amare; cioè, devo volerti, unirmi a te; fare la tua volontà e perdere la mia; la mia anima deve realizzare ad ogni passo un continuo anelito di essere tua, di compiacerti, divenire più bella ai tuoi occhi, compiendo tutto per te.

Gesù, devo renderti talmente concreto nella mia persona ed esistenza, che tu possa prevalere sempre; averti nello sguardo, perché ciò che è mondano perda il suo fascino; averti nel cuore, perché non senta se non il bisogno di amarti, offrirmi, cercarti; devi arrivare ad essere la persona a cui la mia è tutta consegnata, con il risultato che tu tenda a crescere in me, a venirne fuori, a esprimerti attraverso di me e io mi esprima attra­verso di te.

Finora non sono ancora tutto tuo; v'è in me troppo che appanna la tua evidenza; troppo di me ti è sot­tratto come sentimenti, pensieri, gesti, scelte, reazio­ni; sono ancora «carne e sangue». Non sono ancora «grazia»...

Gesù, so che il sacrificio è il mezzo eletto per essere una cosa sola con te. Ma sono debole; e non amo supe­rare la mia debolezza, buttandomi nella fiducia della tua grazia.

Ho paura e non so fare per te quello che devo; e tal­volta lo capisco bene.

Gesù, prevali, vincimi tu, forzami tu...

Gesù, di te abbia forte la presenza e la visione; le tue parole siano spade, che mi tocchino in profondità, e frecce di fuoco che mi brucino con violenza; la tua passione sia viva in me; la tua grazia in me diventi fiume inondante da riversare su altre anime.

Gesù, ricomincia ancora una volta con me: umiltà, silenzio, croce, soavità, forza invincibile, fiducia senza limiti, zelo universale, preghiera senza fine, carità verso prossimo fino alle minuzie...

pienezza di Spirito Santo e presenza di Maria, passione della Chiesa e sguardo missionario, tutto ciò che mi è necessario per essere un cuore amante del tuo, un apostolo del tuo Sangue sparso, un rifugio per tante anime ingannate, che cercano la pace nella tua verità di compassione e di perdono... S. Teresa, prega per noi! (15.10.1982).



Avere volontà

Gesù, ora sono una cosa sola con te!

Un solo essere, un Corpo solo e un solo Spirito in te e coli te.

Tu, vivo e vero, sei in me; io, che ti accolgo, mi identifico a te.

È realtà tutto ciò? Oppure sogno? E realtà e sempre meta da raggiungere.

È dono tuo a me, ma è ancora una meta a cui devo pervenire.

L'unità è frutto di una lunga trasformazione di me in te, ad opera dello Spirito Santo.

Il peccato in me deve scomparire del tutto, nei suoi frutti esterni, nelle sue opere, ma anche nelle sue radi­ci, nelle nascoste e irraggiungibili motivazioni e rami­ficazioni.

In me, la tua grazia deve completare l’«essere nuo­vo» a cui hai già messo mano; deve tutto conquistare e risanare e rinnovare... Devo insistere sulla «volontà».

Qui, devi esserci tu; qui, tu devi regnare, con tutto l'amore...

Devi trionfare nella volontà, che è debole, orgo­gliosa, volubile, ostinata; che non vuole piegarsi, addolcirsi, morire, morire, morire...

La volontà è anche «cuore»; questo non ama il vuoto, il contrasto, l'umiliazione; non ama morire in te e per te, per averti tutto e appartenerti tutto...

Questo «cuore» deve essere grido costante d'amo­re, ansia crescente di amore, esaltazione vivace di amore.

Quando l'amore si impossessa di una creatura, infonde pace e assillo insieme; amarti è sempre poco, anche se è sommo ciò che si vive.

Gesù, mi metto nel tuo cuore e lascio che la fiam­ma, che ivi vampeggia, mi purifichi e mi trasformi. Devo volere te e vivere di te.

Tu sei il mio mondo: pensarti, goderti, vederti, acconsentirti, offrirmi, accoglierti, stringermi a te, disprezzare tutto il resto, essere libero da tutto, essere in pace in te, e bruciare per incendiare i cuori col tuo Amore, riparare e piangere per te: ecco la mia vita. (16.10.1982).



Capire Gesù

Gesù, pur essendo Dio e avendo tutto in tuo potere, per umiltà e per aver davvero rivestito la debolezza della nostra natura, ad eccezione del peccato, accogli con compiacenza l'anima che ti si appressa e ti offre sentimenti e gesti di amicizia e compassione.

Tu brami di essere amato, di essere il centro del cuore umano; tu accogli con riconoscenza l'anima che intuisce e condivide quanto di penoso costituisce anche per te l'esperienza umana.

Fame e sete, incomprensione e rifiuto: la tua pre­senza tra noi ha conosciuto ciò e cose ben peggiori... Anche odio, e pericolo sovente di vita.

Tu eri paziente e soave sempre, anche quando il tuo Cuore s'intristiva e lagrimava per la durezza umana che ti resisteva.

Gesù, anche tu conosci il bisogno e l'esperienza di una comprensione sincera, pura e discreta; quella vici­nanza intima, forse taciuta, di cuori che trepidano in silenzio per te, completamente a te devoti, anche se protetti da un riserbo casto e inviolato.

Tu vedi in profondità e ripaghi con chiari segni l'a­more che arde in noi, quando questo nasce da una volontà che sa elevarsi alla generosità senza ritorni. Amarti così trova la tua compiacenza.

Non devo trovare me stesso, non devo volerti per me, non devo importi i miei desideri... Questa è la purezza del cuore: vivere in te e per te, in perdita di me; non me ne deve venire nulla; non devo ambire consola­zioni e ricompense; invece, sento che non dovrei sfio­rarti nemmeno, perché avverto che tutto di me è ancora inquinato e pericoloso; tutto in me si agita in oscuro rigurgito.

Ma quando l'anima fosse diventata limpida e libe­ra, allora il tuo sguardo e il tuo tocco generano l'incen­dio.

Tuttavia ora devo amarti così; pensarti e offrirti incessantemente frammenti di me, e desolarmi per la tua solitudine; per il poco amore che gli uomini ti offrono... per me che non so amarti come attendi. (25.10. 1982).



La mia preghiera

Gesù, ora mi sento onnipotente! Tu sei con me, sei mio; e con te, in me è il Padre e lo Spirito Santo! Quale mistero di intimità e di gioia e di forza abita in me!

Io vi adoro! Il mio niente si perde per amore nella vostra eterna infinità di bene, gioia, luce, vita e gloria. Ti prego, o Santissima Trinità, glorificati in noi! Tu non hai bisogno di nulla.

Hai bisogno di consigli, di doni, di interessamento da parte mia o nostra? No, assolutamente no. Eppure vuoi che io preghi così; e sei disposto a concedere ciò che ti chiedo.

Gesù, Amore del Padre e del mondo, créati, dun­que, scegliti, conferma, porta alla più alta perfezione spirituale e alle più efficaci possibilità apostoliche le anime che ti diano gloria e facciano brillare in mezzo al mondo la tua misericordia e la tua bellezza!

Gesù, guarda il Padre e donaci dei santi!

Per te, mio Dio! Per te solo, perché l'infinita tua santità possa traboccare ed effondersi come i torrenti in piena su queste creature di ogni popolo e terra; e la tua gioia sia piena; perché l'umanità, che ami, possa celebrare la tua gloria ancora una volta, di fronte ai prodigi del tuo amore meraviglioso.

Chiedo per te, mio Dio, santissima Trinità, che l'inferno sia chiuso e gli uomini si salvino, giungendo tutti alla piena verità.

Tu sei l'Amore; non trattenere la forza della tua tenerezza, riversala su di noi... Tu hai voluto crearci

per amarti, goderti, vederti e glorificarti; noi abbiamo bisogno di te e della tua felicità.

La nostra vita è partecipare alla tua, comunicare alla tua eterna beatitudine.

Gesù, dirada lo strano velo che nel nostro tempo copre la faccia della terra, per cui l'umanità avanza smarrita, confusa, e non produce se non violenza. Sembra che non sappia fare altro che ribellarsi a te.

Impedisci che satana ci usi a strumenti per offu­scare la tua gloria!

Quale vantaggio ce ne viene? Non opera uno scon­volgimento profondo questo tragico non amarti e resi­sterti e ignorarti?

Non ne sei toccato anche tu sanguinosamente e più ancora con l'assalto dell'agonia nel tuo Cuore? E la SS. Trinità non ne è forse offesa?

Gesù, è interesse tuo donarci dei santi, risvegliarci dal torpore, liberarci da satana.

Noi siamo deboli. Devi farlo per la gloria del Padre! Gesù, Gesù... (26.10.1982).



In me v'è Lui!

Festa dei ss. Giuda Taddeo e Simone, lo zelota.

Di s. Giuda ricordo la sua domanda nel cenacolo, che provocò la tua mirabile risposta.

Egli ti chiedeva cosa voleva dire la tua manifesta­zione a loro e non al mondo. E tu hai risposto: Il mondo non mi ama perché non osserva la mia pàrola; ma voi, e coloro che come voi osserveranno la mia parola, sapranno che sono amati dal Padre e da me; e saranno abitati dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo...

Ecco una verità commovente per la grandezza, la soavità, la profondità dell'Amore: io sono tempio della SS.ma Trinità.

Fa' che mi senta amato dall'Amore infinito; fa' che da questo Amore mi senta preso e condotto; fa' che la mia anima si senta colmata, illuminata e fortificata dalla santa Presenza trinitaria. Gesù, questa verità sia sorgente d'amore!

Con chi vivo, dove mi trovo ogni momento! Dio è la mia casa; io sono la sua.

Il tempo che scorre è già dentro l'eternità; non dovrei abitare se non dentro di me; devo sentire la mia anima vasta e vestita di gloria infinita.

SS. Trinità, rivelati a me; afferrami perché ti lasci vivere e dominare in me, in una grandissima avven­tura d'amore.

Il mio corpo, i sensi, la persona, i sentimenti, gli eventi, tutto in me deve trasformarsi in questo fuoco d'amore.

SS. Trinità, attraimi; fa' qualcosa, serviti di me. Io non devo arrestare la tua azione, non devo impedire la tua gioia e il tuo movimento, non devo disturbare il tuo silenzio, offuscare la tua chiarezza; non devo impedirti di irradiare da me e attraverso di me ondate di grazia nei cuori.

Dov'è il mio centro? Dov'è la mia identità? Come sono fatto?

A che servo? La santa Presenza di amore, in me, è dove devo dirigere ricerca e ascolto, affetto e umiltà, attività e riposo, sicurezza e dolcezza. La SS. Trinità in me!

Val bene essere nel deserto del mondo perché la gioia di questa intimità mi attragga e conquisti, mi raccolga tutto e tutto mi consumi in Amore... (28.10.1982).



Adesso e dopo

Gesù, amami! E spalancami la tua eternità.

Allora vedrò il Padre; e Te, Verbo Incarnato; e lo Spirito, fuoco e silenzio d'amore del Padre e del Figlia che in Lui gioiscono e si calmano; allora vedrò il Cielo schiuso; anzi, ivi entrerò e sarò con gli angeli, i santi di ogni ordine e tempo e splendore.

Allora vedrò la dolce e bella Maria, la Vergine Madre, che è tutta di Dio e piena di clemenza per noi, per tutta l'umanità.

E capirò la Chiesa, Madre dei santi e Sposa del Verbo, gloria viva del Padre e bellezza inondante dello Spirito Santo.

SS. Trinità, donami nel tempo di essere sempre più in esilio e ospite appena d'un giorno nella casa degli uomini; ispirami la fretta di vederti, il distacco dalle cose del mondo, la libertà di sapermi già in anti­cipo nel tuo Regno e schiacciami col peso d'amore di tutte le anime della terra, che devono anch'esse rag­giungerti.

SS. Trinità, dammi di vedere l'eternità nella mia anima, perché ivi arde già il fuoco della tua grazia; anche tu vi dimori in generosa donazione per me, che devo appartenerti totalmente e per sempre.

SS. Trinità, che gioisci nel rivelarti ed effonderti, comunicami e compi per me qualcosa che torni alla tua maggior gloria.

Se vorrai e mi comunicherai appena un raggio della tua possente santità, tutta la mia natura ne verrà investita: io desidero rivestirmi della tua santità; ti supplico di venir trasformato dall'Amore in amore; voglio che tu, Dio Vivente, compia di me un segno della tua misericordia.

Padre e Figlio e Spirito Santo, Amore infinito, vieni in me per rivelarti, effonderti e conquistarmi a te! E dilagare sul mondo!

Non è solo il « dopo » che conta; conta che fin da ora tu possa glorificarti riversando su di me e su tutte le anime che vorrai, il maggior numero possibile, la mul­tiforme grazia di Cristo, che celebra ogni volta quell'e­vento d'amore - l'Eucaristia - che, dal Cuore trafitto, passa in noi, e da noi per Lui torna nel seno del Padre, come lode di gloria! (13.11.1982).



OFFLINE
Post: 1.222
Sesso: Femminile
03/09/2009 21:59

Vorrei tutto

Gesù, sono come ad una soglia, in attesa che avvenga in me qualcosa di grande e di semplice, insie­me!

Qualcosa che sia come un'invasione di te in me! Come se tu finalmente arrivassi, e con la tua libertà intraprendessi ad agire come più ti aggrada, e comin­ciassero le belle novità dell'amore.

Gesù, senza di te io sono spento e abbandonato. Non accada che sciupi il tanto amore che già mi concedi, sia sordo ai tanti appelli che già mi rivolgi. La tua azione è continua e profonda; se non sem­pre l'avverto, è perché il mio cuore non è sempre libero per te; la mia debolezza non sempre accetta di essere caricata della croce, che invece rafforza ed eleva... Avverto talvolta che in me v'è una certa paura verso di te, verso le cose più grandi che vuoi fare; anche la mia adesione a te è calcolata e difensiva.

Gesù, non posso continuare a vivere sempre alla soglia, né tu devi restare sempre in attesa d'un pieno consenso.

Gesù, la tua persona conquisti la mia e avvenga lo scorrere della santità da te in me, e per me alle anime; e le anime, moltissime che tu già conosci, vengano a te e trovino in te il Salvatore, l'amico, l'amore.

Gesù, è per pietà che devi agire su di me e verso le anime; Gesù, porta avanti ciò che hai cominciato, per la tua gloria.

Non so più cosa e come chiederti; so solo che devo amarti, devo seguirti, devo rivelarti alle anime; so che bisogna trovare moltissime anime, aperte agli oriz­zonti missionari della Chiesa del nostro tempo, perché la tua Sposa deve essere conosciuta ancora più in là; so che la Chiesa è aperta anche agli orizzonti di un futuro nuovo per tutta l'umanità; presso dei noi il peccato attuale dovrà essere riparato, scomparire e tu devi divenire davvero il nostro Re; e presso i gruppi umani dei continenti tu devi finalmente rivelarti come il Re dei popoli... (19.11.1982).



Il mio vocabolario

Gesù, il mio vocabolario non cambia: ti amo! Il mio cuore vuole Te. Soffre te.

Anche se non ne sono degno, anche se i miei pec­cati invece di diminuire sembra che aumentino, io non posso fare a menu di rivolgermi a te e ripeterti: ti amo! Ho bisogno della tua luce e forza!

Luce: se mi vedessi in te, mi scoprirei insopporta­bile a me stesso; il peccato, che è in me, dal quale non su distaccarmi, nel quale mi trovo immerso e affogato, emanerebbe un fetore. Gesù, liberami da me stesso.

In me vi sono vigliaccherie continue, debolezze meschine, chiusure atroci: causa di sofferenza per te; più ancora, io sono attaccato a me stesso e nutro l'am­bizione nascosta di affermarmi, anche per tuo mezzo. Gesù, liberami da me, dal mondo, dal peccato antico e nuovo, fammi capire in quale stato mi trovi e dammi forza.

Forza: superare e liberare me da me stesso è opera grande!

Gesù, per la tua gloria, per il tuo Sangue sparso, per la gioia del Padre, per la tenerezza dello Spirito Santo, per le lagrime di Maria e le sofferenze dei tuoi martiri, fa' che la mia vita cambi totalmente.

Sia come la tua, offerta alla croce, all'amore, alla salvezza delle anime, ma nell'umiltà, nel nascondi­mento, nella lenta, reale immedesimazione a te e ai tuoi stati di vita...

Nel silenzio totale, io m'immergo nella tua pas­sione a bene della Chiesa e a consolazione del tuo Cuo­re.

Se l'amore è tutto, questo voglio; e null'altro voglio, se non l'amore. L'Amore che sei tu; perciò voglio identificarmi a te, sentire in me la travolgenza delle tue iniziative, la soavità del tuo volto compassio­nevole, il riposo del mio cuore... nel tuo Cuore ferito e ardente.

Voglio l'intimità con te, Gesù mio! E tutto di me vada per la tua Chiesa universale.

Per la tua Chiesa da rinnovare ogni volta, dove essa è; ma anche per la tua Chiesa, dove ancora non è! È lì che voglio tendere e arrivare per affrettare il tuo avvento e la fioritura della nuova santità... che deve inaugurarsi negli uomini e nelle donne di paesi, che attendo l'aurora... (22.1 1.1982).



Con Maria, la santità universale

Qui è la più grande gloria del Padre. Nell'Eucaristia, lui parla e mi dice: «Questo è il Figlio che amo, in lui trovo ogni delizia; accoglilo, rispettalo, amalo, ascoltalo»... Il Padre mi dona se stesso in Gesù.

Qui è la più grande gioia di Gesù: «Venite a me, rimanete nel mio Amore; venite, prendete, mangiate... bevete... facciamo alleanza»...

Solo chi ama, intende e vive questo amore genero­so, oltre ogni limite.

Qui è la piena effusione dello Spirito Santo: ora mi viene veramente dato «senza misura», perché Gesù è qui, e vuol identificarmi a sé e lo fa con lo Spirito San­to!

Il Padre prima, durante, e dopo la venuta in me di Gesù, prepara, dispone e finalmente consuma tale comunione con la forza dello Spirito Santo.

Lo Spirito Santo mi fa con Gesù un «solo Corpo e un solo Spirito»; mi rende verso il Padre «sacrificio d'amore», gradito e soave...

Qui, Maria ripete il suo Magnificat, perché come allora lei ne fu piena, ora lo dona, perché anche la mia anima sia piena di Cristo; anche la mia anima sponsale e materna canti verso Gesù la sua gioia, nella pienezza dello Spirito Santo.

Maria, che mi aiuta a prepararmi e poi si unisce a me per un'unica preghiera a Gesù, è lieta del dono che mi fa, perché vuole che il suo Figlio sia amato e così si prolunghi in altri cuori la realtà della sua maternità universale e spirituale.

In Gesù, siamo tutti a lei dei figli spirituali. Vederci una cosa sola con il Figlio è vedere il frutto della sua offerta verginale e sponsale a Nazaret, della sua immedesimazione dolorosa al Calvario, della sua pienezza d'intercessione al Cenacolo.

Qui, gli angeli esultano e glorificano la SS. Trini­tà: essi sono in comunione con Gesù nel cielo; e vedono che il Figlio eterno del Padre è il Salvatore degli uomi­ni; vedono che la loro comunione comprende e si veri­fica anche tra di noi e con noi. Il Padre che dona Gesù a loro, lo dona pure a noi; e noi siamo pure con loro in comunione gloriosa.

Qui, i santi e le sante del cielo fanno festa; essi godono pienamente di quello che noi non possiamo ancora: possedere svelatamente Gesù, Gesù come gioia, come pienezza di gioia. Sempre, Gesù è tutta la gioia per loro e per noi...

I santi vivono la loro esperienza svelata, e noi nella fede; ma è la stessa.

Qui, le anime del purgatorio ne traggono il mag­gior vantaggio; Gesù, svuota il Purgatorio! Le anime che attendono la gloria, liberale!..

Qui, diventiamo potenti su Gesù; qui, siamo capaci del maggior amore e aiuto alle anime purgan­ti... Gesù, libera le anime che anelano a vederti!

Qui, avviene il maggior aiuto all'umanità!

Ogni giorno, la Messa rinnova il mondo, purifica i peccatori, soddisfa il Padre, rafforza i buoni, suscita le conversioni, impedisce i peccati più gravi e numerosi... spinge alla.santità e all'eroismo, sostiene i martiri, allena i vergini all'amore, provoca i testimoni, chiama nuovi discepoli.

Qui, la mia anima con Gesù si fa più solidale; il male ha maggior sconfitta e ostacolo...

Il mondo, con l'Eucaristia, porta dentro di sé una forza di rinnovamento incessante. Porta la risurre­zione!

Questa umanità è tutta nella piccola Ostia, perché tutti sono di Gesù.

Gesù si sacrifica per tutti ogni volta di nuovo, e tutti ne hanno un beneficio.

Qui, satana è colpito da confusione e vergogna ed è vinto dalla potenza dell'Amore.

Qui, lui non può superare l'Amore. L'odio che semina nel mondo è contrastato dall'Amore offerto in sacrificio di salvezza...

Qui, la mia anima si rende immensa e potente... Qui, ho Gesù, il Verbo eterno e incarnato. Ho tutto. Gesù, tu sei l'Amore!

Voglio pregarti per tutte le anime; tu vedi la mia piccola e debole anima. Te l'affido ancora una volta. Ma volgi la tua attenzione a quante anime mi affidi, che ben conosci, e sai anche quale sia il disegno divino su di loro... Compi - per la, tua gloria e la salvezza del mondo - la santità. V'è solo bisogno di questa per tutti.

La santità, però, comporta la croce nel cuore e nel corpo dei tuoi testimoni. Siano forti nell'amore...

Un santo vale un'epoca; un santo conquista folle di altre anime; opera efficacemente, senza tanti mezzi e per lunghi anni!

Un santo sulla terra rappresenta un evento sempre nuovo e smisurato per la salvezza delle anime; la sua presenza non scompare con gli anni, né si limita a pochi spazi, ben stabiliti. I santi sono sempre univer­sali.

Gesù, ecco ciò che devi fare per il nostro tempo. Te lo chiedo, e ripeterò questa supplica senza Fine.

Per la gloria eterna dell'Amore trinitario, per la bellezza della tua Chiesa, per la redenzione dAle anime di tutta la terra, per la gioia esultante degli eletti nel cielo! (4.1 1.1982).



Missione d'amore

Mio Dio, ti amo.


Ti fai conoscere perché possiamo amarti, e trovare in te la nostra gioia. Tu sei la gioia.

Non è vero quello che il mondo va dicendo: Tu non ci ami! Non è vero quello che il mondo va proponendo: tu non sei interessante! O peggio, tu non esisti. È colos­sale questa menzogna. E sfacciatamente diabolica!

Tu sei la mia vita, la mia gioia. Tu sei il mio tutto. Queste parole non riescono ad esprimere quello che la mia anima prova davanti a te.

La mia anima arde di un amore che non tace mai, non ha mai pace, non trova mai appagamento; la tor­menti di te, e rimandi sempre più in là la consuma­zione di questo Amore.

So che quando questo sarà, sarà per me l'eternità. Ora sto camminando, correndo, accrescendo desi­deri e sforzi per te. Il tempo in cui vivo, mi trattiene; io voglio lacerarlo per uscirne fuori e trovare te, per sem­pre.

I passi che faccio su questa terra, in ogni continen­te, non fanno altro che farmi cercare te ovunque, come se tu fossi più in una parte e meno in un'altra. Sei ovun­que nello stesso modo; e il non afferrarti mai, rende ogni terra il luogo del mio esilio.

Ovunque, io trovo più bello il momento quando posso raccogliermi in te e sprofondarmi nella pre­ghiera e nell'esperienza della tua presenza.

Questa mia anima che supera ogni cosa creata, ti contiene; in essa ci troviamo insieme; eppure, in ogni posto e in ogni tempo, essa si ritrova più assetata e più estranea in mezzo al tutto che la circonda.

Ti cerco nelle anime, non importa chi siano le per­sone che avvicino e o tra le quali seggo o passo scono­sciuto.

Mio Dio, ti riveli e nascondi in questi volti che mi passano davanti; ormai non guardo più all'esterno, all'apparenza, tu vuoi che io vada nel profondo della loro anima e trovi te, corrispondendo all'appunta­mento che mi dai ogni volta di te, in ogni nascosta pro­fondità spirituale.

Mio Dio, aiutami a cercarti, aiutami a trovarti. Aiutami a farmi trovare da te.

Ormai lo so: tu vuoi essere amato da me, da ciascu­no, da tutti.

Nessuno deve rimanere fuori dal tuo Amore. A tutti ti rivolgi, per tutti sei lo stesso: il Dio dell'Amore infinito.

Tu vuoi essere amato da tutti; tutti esistono solo per questo: essere immensamente felici, per sempre, in te e con te.

Questa è l'unica verità che regge la creazione, che spiega perché esistiamo, perché ci hai voluto, e ci fa anelare alla pienezza, che è l'eternità.

No, non sei crudele con noi, nemmeno con chi sof­fre l'impossibile. Quante cose sbagliate si dicono di te, mio Dio!

È vero che nel mondo vi sono sofferenze insoppor­tabili; è vero che tanta esistenza talvolta appare come inutile, assurda, folle... eppure questa non è la verità.

La verità è che tu ci sei, ci ami, e non desisti un attimo di interessarti di questo uomo e di questa don­na, ovunque e di qualunque età siano, fino a commuo­verti, a soffrire anche tu per ciascuno di noi; e alla fine a volerci riscattare, a qualunque costo.

La verità è che il tuo Amore ora vuole salvarci; e alla fine vuole offrirsi a tutti come sovrabbondanza di felicità.

Mio Dio, fa' trionfare la verità in questo nostro tempo, quella che riguarda te: Tu sei la gioia per cia­scuno di noi e per tutti.

In te stesso prima, e poi dilagante in noi. Tu sei la misericordia, la tenerezza, la compassione.

Mio Dio, chi ti ha incontrato non può tacere il tuo nome.

Come si può portare il fuoco dentro di sé e non bru­ciare, non correre, non gridare che il tuo Amore è forte? Bisogna rivelarti a tutti; cominciando da quelli vicini, fino a non fermarsi se non quando si è arrivati a tutti.

Non v'è impresa più bella di questa, né più urgen­te: Il Dio vivente c'è e ci ama».

La nostra infelicità dipende solo da questo: l'uomo vive senza Dio.

Allora è incatenato dentro se stesso, è prigioniero delle illusioni del mondo, pone la sua riuscita nei beni della terra, nei suoi piaceri, nei successi, nelle evasioni.

No, fratello, sorella; la tua anima dentro di te è fatta solo per Lui, l'infinito e l'eterno Vivente.

Allora chi sa, si dia da fare, vada presso ciascuno, scuota chi dorme, liberi chi è affossato, commuova chi ha il cuore indurito, riprenda chi è sviato.

Non si fermi se ha fatto conoscere Dio, solo a qual­cuno; guardi la società, anzi il panorama del mondo. Dio vuole essere conosciuto a vantaggio di ogni uomo e donna del mondo.

Questo uomo o donna che incontri, che ieri non conoscevi, ti vengono inviati da Lui appositamente. Comincia con una preghiera intima e forte per loro. E desidera parlare ad essi. Desidera e procura che final­mente dai tuoi occhi, dalla tua pace, dalla tua chia­rezza interiore, esca il fuoco che faccia bruciare anche la loro solitudine.

Dio te li manda apposta; e ha preparato questi attimi, affinché a te fosse stato possibile averli davanti almeno per un po'.

Perché avvampi l'incendio basta una scintilla. Mio Dio, accendi e accresci in me il fuoco della tua presenza.

Non solo per me, ma anche per le persone che mi fai incontrare. So che niente è facile; so pure che quello che si potesse vedere è ancora nulla di fronte alla comunione reale, ma invisibile, che i tuoi santi possono stabilire con tutti.

Mio Dio, fammi sentir questa vocazione come la più necessaria: possederti dentro la mia anima; anzi la mia persona sia posseduta dalla tua grazia, sia assor­bita dallo Spirito Santo, al punto che io parli e debba parlare di te, senza reticenza e falso timore.

Chi parla di te, chi porta in sé il tormento delle ani­me, che devono conoscerti e incontrarsi con te, è il più innamorato delle anime, soprattutto di quelle che vorrebbero restarsene nell'incoscienza del loro vuoto e del loro pericolo.

Mio Dio, non si farà mai troppo per farti cono­scere.

Ma perché io senta che per te faccio poco o quasi, ogni giorno devo sentirmi in angustia; e ciò può prove­nirmi solo dal tuo Amore, che viene e fa violenza alla mia ritrosia, alla mia pigrizia, alla mia inettitudine.

Mio Dio, non risparmiarmi! A che servirebbe, d'al­tronde?

Non buttarmi da parte, quando io non corri­spondo alle tue iniziative. Tu non sai che amare; e allora lascia libero il tuo Amore su di me.

È vero che il tuo Amore è già la mia vita ed io non lo so respirare se non pensando e cercando te; tuttavia, se questo Amore non arriva a rompere ogni misura, se tu non porti i miei desideri alla follia dell'impossibile che Dio saresti?

Se l'anima talvolta osa bramare tanto, è solo per­ché ha scoperto che tu ci sei e che conte l'Amore è vero quando osa ciò che non si può osare.

Mio Dio, lasciami pure nel più grande tormento, perché solo da questo deriverà il più puro Amore.

E le anime tutte, tutte e senza numero, ti gridino questa Gioia di amarti in ogni parte del mondo! (11 maggio '84).


[SM=g27998]

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 11:40. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com