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Omelia e conferenze SULLA PRESENZA REALE DI GESU' NELL'EUCARESTIA

Ultimo Aggiornamento: 02/04/2010 01:17
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Sesso: Femminile
03/09/2009 11:27

Allora prendendo sul serio questo parlare di Gesù, questo dire : "Questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue, se i sacramenti della nuova alleanza producono ciò che significano, vuol dire che in questo sacramento e solo in esso il Corpo di Gesù è realmente reso presente. Quindi solo l’Eucarestia ha questo privilegio, tra tutti i sacramenti, di rendere presente non solo la grazia di Dio, ma lo stesso Datore di grazia. Vedete la grandezza di questo sacramento! Sono grandi tutti, notate bene, guai a me se volessi asserire qualcosa di diverso, sono grandi tutti i sacramenti, però l’Eucarestia è il sacramento dei sacramenti, un sacramento proprio trascendente. Non a caso persino nell’arte sacra (i nostri antenati avevano molta sensibilità di questo), soprattutto nelle abbazie cistercensi voi potete vedere sette finestre in una parete. Una cosa bellissima, queste finestre gotiche che creano spazi di luce in quella parete. Ebbene vi è sempre una finestra centrale, la settima appunto, che in qualche modo è superiore a tutte le altre e che significa, nel settenario sacramentale, il sacramento dei sacramenti, il sacramento più eccelso, il sacramento della divina Eucarerstia.

Allora bisogna che abbiamo questa profonda fede, che nell’Eucarestia, a differenza degli altri sacramenti, non ci viene data solo la grazia, ci viene data anche questa, non c’è dubbio, l’Eucarestia è per eccellenza comunione, nutrimento, cibo spirituale, ma guai a ridurla a questo, miei cari! Qui comincio un poco ad agitarmi, ma voi mi conoscete già, ma è proprio per l’attenzione a quel grande mistero, di cui temo molto la profanazione. Il fatto è che l’Eucarestia è anche questo, è anche nutrimento, Gesù disse chiaramente: "Prendete e mangiate, prendete e bevete", ma non è solo questo, è anche : "Questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue", quindi è anche realmente il Corpo e il Sangue del Salvatore.

Quindi vedete ci sono delle teologie che talvolta dicono delle mezze verità, ma, notate bene, una mezza teologia è generalmente una intera bugia. Bisogna stare molto attenti a questo. Ci sono delle circostanze in cui non si è tenuti moralmente a dire tutta la verità, ma ci sono altre circostanze in cui dire metà della verità è dire proprio il falso e questo è il caso dell’Eucarestia. Quindi dire : "Finalmente l’era postridentina si è eclissata, noi abbiamo preso una nuova coscienza", tutte storie, guai a noi se dovessimo abbandonare questa profonda e viva fede cattolica nella presenza reale del Salvatore. Tutto il resto sono delle mode. Si dice : "Bè, gli antichi mettevano in evidenza la presenza reale, noi mettiamo invece in evidenza il banchetto conviviale". Per carità, cari fratelli, nel banchetto quello che conta è appunto il cibo che si prende, poi anche l’amicizia delle persone con cui affabilmente ci intratteniamo. Ebbene capite che il banchetto eucaristico perderebbe tutto il suo significato, se non ci fosse il nostro Amico celeste Gesù Cristo, nostro Signore, se Lui stesso non si costituisse nostro cibo.

Allora vedete come questi due temi, quello del banchetto conviviale, soprannaturale, si capisce e quello della presenza reale, questi due temi non si contraddicono, ma anzi si postulano a vicenda.

Quindi quando vi si dice : "Ma l’Eucarestia è banchetto, quindi tutti siamo invitati, quindi tutti mangiamo", per carità, miei cari, per carità! Alla mensa del Signore (non voglio suggerire scrupoli, guai a me, perché non bisogna avere coscienza angosciata, però bisogna avere coscienza pulita, onesta, anche giustamente severa con noi stessi. San Paolo giustamente dice: "Quel pane non è un pane comune", perché non è un pane comune? Perché quel pane non è più pane, c’è Gesù Cristo, nostro Signore realmente. Allora guai a colui che non vive di Cristo e pretende di nutrirsi di Cristo, mentre è cadavere quanto alla vita in Cristo. Lui anziché professare la sua fede, la rinnega. Quindi è gravissimo, quindi dice San Paolo : "Colui che fa così, mangia e beve la sua condanna". Vedete come il sacramento più sublime e santificatore tra tutti, può diventare un male per l’uomo. Perché lo dico? Non per dare degli scrupoli, miei cari, veramente per allontanarci dal banchetto eucaristico bisogna veramente che ne abbiamo combinata molto, ma molto grossa. C’è solo il peccato mortale. Ci sono fedeli che si fanno scrupolo di peccati che veramente ovviamente veniali e mi dispiace. Invece è solo il peccato mortale che separa, ma quello sì, sul serio, separa dalla mensa eucaristica, proprio per il rispetto della realtà di quel sacramento che è Gesù Cristo realmente presente.

Ora perché lo dico? Perché al giorno di oggi si sentono dare dei consigli, che io veramente, di nuovo, tremo. Cioè si sente dire, soprattutto nella catechesi dei giovani: "Ma il Signore ci invita tutti a mangiarlo, quindi vieni anche tu", senza esame di coscienza. Questo è assolutamente aberrante. Quindi partecipare alla santa Messa non comporta l’obbligo di comunicarsi. Certo è tanto meglio comunicarsi,. Ma questa presunta teologia della Messa convivio, costringe quasi i fedeli a comunicarsi comunque. Tanto per dire : "La Messa senza comunione non è Messa" Ebbene no, la Messa, anche senza comunione, là dove ci si astiene per motivi validi, ebbene la Messa è pienamente Messa e io ho adempiuto al mio precetto domenicale ed ho avuto anche il piacere di stare vicino al Signore, perché obbiettivamente il Signore mi è stato lì vicino, lì dinanzi a me, a distanza di pochi metri, lì sull’altare io ho incontrato il Figlio del Dio vivente.

Una volta che abbiamo affermato la realtà della presenza di Gesù nell’Eucarestia, bisogna subito eliminare le interpretazioni errate, cioè che diminuiscono in qualche modo il significato di questa presenza reale. Qui c’è il Papa Paolo VI,( potete poi leggerlo qui), che ci da una interessante interpretazione nella sua Enciclica "Misterium Fidei", il mistero della fede. Dice appunto il Papa: "Cristo è presente alla sua Chiesa che prega", vedete i diversi modi di presenza "alla Chiesa che prega, che esercita le opere di misericordia, alla Chiesa che predica, la Chiesa che regge il popolo di Dio. E’ presente alla sua Chiesa pellegrina, anelante al porto della vita eterna, è presente alla sua Chiesa che in suo nome celebra il sacrificio della Messa e amministra i sacramenti, ma in quest’ultimo caso della Messa la presenza è ben diversa. Ben altro è il modo", prosegue la "misterium Fidei", "veramente sublime con cui il Cristo è presente alla sua Chiesa nel sacramento dell’Eucarestia. Tale presenza si dice "reale" non per esclusione, quasi che le altre non siano reali" invece sono reali tutte "ma per antonomasia, per eccellenza, perché è anche corporale e sostanziale" E’ reale anche nel senso di essere corporale e sostanziale "e in forza di essa Cristo, Uomo Dio, tutto intero si fa presente"

Ora Gesù è certamente, come ci ha promesso (Gesù è sempre fedele alle sue promesse), quindi quando ci ha dato quella bella promessa dicendo appunto: "Quando due o tre sono radunati nel mio nome, là ci sono io in mezzo a loro" è verissimo, due o tre cristiani che pregano nel nome di Gesù, che sono uniti nella verità di Gesù (si capisce, non quando fanno un conciliabolo), quando proprio in qualche modo si radunano per pregare il vero Dio nella verità del suo Cristo, lì Gesù è in mezzo a loro, non ci sono dubbi. Però è una presenza non come quella Eucaristica. E’ reale anche quella, perché lo spirito è una realtà. E Gesù lì è presente pneumaticamente, spiritualmente. Mentre nell’Eucarestia Gesù è presente realmente non solo spiritualmente (questo lo è comunque), ma è anche presente, questa è la difficoltà da spiegare, è presente anche corporalmente e sostanzialmente. E’ come se Gesù fosse lì come persona, come gli apostoli che hanno avuto la fortuna di conversare con Lui, a noi per sfortuna nostra ciò non è dato, però la sua presenza reale, corporale è lì, anche se è diversa da quella in cui Gesù parlava con gli apostoli e si manifestava a loro.

Adesso, dopo aver escluso questa errata interpretazione, bisogna appunto dire questo, che la presenza corporale del Salvatore è possibile solo in un modo, cioè è possibile solo come una presenza sostanziale.

Quindi il concilio di Trento, quel grande concilio (oggi se ne parla tanto male, miei cari, ma non credeteci, il concilio di Trento è stato uno dei concili più sublimi che ci siano stati nella Chiesa di Dio), ebbene il concilio di Trento parla della transustanziazione, cioè la parola, non è dottrina del cinquecento, perché ci sono i nostri spavaldi teologi, i quali dicono che il magistero della Chiesa è determinato ad tempus, quindi queste cose, transustanziazione, valevano nel cinquecento, per qui sempliciotti, per noi che viviamo nell’epoca della meccanica quantistica, dell’esplorazione dello spazio, per noi invece queste cose non valgono più. Ecco questo magistero relativizzato, ad tempus. Ebbene, miei cari, ricordatevelo sempre, non solo nel contesto dell’Eucarestia, ma sempre, una cosa o è vera, ed è vera da sempre e per sempre, ovvero se muta allora o non è vera ora o non era vera prima. Quindi questa storicizzazione della verità è un togliere alla verità la sua caratteristica di essere vera. Una verità storica è una contraddizione. Notate poi che una cosa è la verità obbiettiva e un’altra cosa è il vivere soggettivo la verità, questo è chiaro, questo muta, per sfortuna, perché poi si diventa progressivamente infedeli alla verità. Ma la verità in sé non muta mai.

continua.....


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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