Le nefandezze dell'informazione

Sashimi, 18/02/2023 12:54:

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Ancora Gilioli sulla deriva di Repu&Express e di tutto il collegato mondo editoriale.

La ricostruzione è puntuale. Un po' (un po' tanto) con occhiali rosa il finale: Rep era così sostanzialmente ab ovo, anche se in modo meno plateale d'oggidì, e la decadenza dell'Expressus palese da tempo.

Il che non toglie che qualcuno provasse a salvare baracca, spesso più nei blog sul sito che negli articoli veri e propri, e scrivesse qua e là cose ancora "de sinistra" o anche solo utili/interessanti, o persino coraggiose a volte (penso a GF.Turano, Gatti, Bruschi, financo Magister).

Ma -citando le parole di Scozzari dal fondamentale "Prima pagare, poi ricordare" - vedendola a posteriori l'ottica dell'inserire questi pezzi era probabilmente quella di "fornire profumo di fragola a uno sformato di sterco".

Sash

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Ho pochi ricordi lontani di La Repubblica come di un buon quotidiano. Ne ho moltissimi, invece, e ben più recenti, in cui i giornalisti che la popolano sono stati tra i principali propagatori del verbo liberista.
Non vedo perché si debba auspicare l'eutanasia per Dylan Dog, ridotto alla discarica attuale, e non si possa fare invece lo stesso per una cloaca che durante la pandemia è stata tra le voci più accanite e spietate contro una frangia della popolazione... mentendo con costanza e rendendosi costantemente responsabile dello stravolgimento dei fatti. La Repubblica ritengo che mi abbia -indirettamente, ma fattivamente- danneggiato, infamato, deriso e sfiancato. Ne considero i giornalisti come infami imbrattacarte, quando non come lacchè servi del liberismo e il fatto che in mezzo possano esserci persone invece ancora valide è possibile e forse addirittura fisiologico, ma a livello percentuale rappresentano comunque cifre irrisorie o ininfluenti.

Imho il problema è che se fosse solo per La Repubblica, che come giornale è inqualificabile, saremmo quasi messi bene.
Non ce n'è uno decente.

Tutti inquadrati che manco nell'esercito...

BertAdams, 2/21/2023 6:49 PM:

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Non ce n'è uno decente.

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That's it. E non è che all'estero stiano messi tanto meglio, in media...

Per Carlin preciso che i 4 nomi che citavo erano dell'Expressus, non di Repu.

Per Repu faticherei anche di più e dovrei pescare esclusivamente tra i ben poco visibili blog, per altro ormai quasi tutti ridotti a dei rivoletti, se non proprio abbandonati: Rosaria Amato che si occupa/va di statistiche socioeconomiche, Paternostro che scriveva di mafie, G.Pepe che spesso esprimeva posizioni "eretiche" su sanità e ricerca scientifica (e ora è nella costituente piddì, vabbe'). Gocce nel mare, comunque.

Sash

Un lungo articolo di un professore di storia.

La questione dell'origine è, devo dire, anche più incerta e complessa di quanto immaginassi.

Tuttavia, se quand'ero bambino dell'incendio nella fabbrica sentivo comunemente parlare come dell'evento che portò a istituire la festa o meglio la giornata della donna, da anni ormai questo riferimento mi sembra del tutto sparito sia dal dibattito che dai discorsi ufficiali, rendendola di fatto una celebrazione generica e astratta.

Oggi al tiggì uno, nel solito diluvio di gonfia retorica ad usum di agende esclusivamente legate all'OGGI e alle contingenze di politica e potentati vari, come unico e vago riferimento storico hanno preferito parlare delle suffragette londinesi e della lotta per il diritto al voto...

Tutto, insomma, pur di non legare in alcun modo la ricorrenza ai temi del lavoro, della sicurezza, del sindacalismo e -ohibò- a quel giurassico social che finiva con -ismo e che mi pare sia venuto ancor prima di Feisbuk e addirittura dei vetusti Friendfeed e Second Life.

Dunque, giustamente, tutta roba vecchissima e superatissima.

Sash

Gli unici diritti delle donne di cui si parla sono quelli delle star (o aspiranti tali) dello spettacolo. Per carità i soprusi sono ripugnanti a qualsiasi latitudine, senonché delle vessazioni spesso anche più odiose delle donne comuni si parla al massimo per qualche minuto, durante lo show che poco dopo si occupa della grave situazione di Megan e Harry.

La tragedia occorsa alla giovane madre toscana morta al lavoro in una fabbrica tessile poco tempo fa (a volte ritornano) e che aveva scioccato per qualche giorno tutta l'Italia dimostra come i miglioramenti sono sempre a macchia di leopardo, rimanendo tante sacche di arretratezza, specie in periodi di crisi come l'attuale.

I padroni delle ferriere si sono solo un po' mimetizzati, nulla più e sperare nella magistratura è da ingenui, infatti nessun capitalista neanche oggi finisce in carcere per aver causato la morte dei/delle dipendenti.

Quindi si. È la festa delle poche donne che ce l'hanno fatta. Per le altre al massimo auguri e le mimose.