[Inuyasha] Siguiriya di Jekka

Titolo: Siguiriya
Autore: Jekka
Fandom: Inuyahsa
Rating: Giallo (VM14).
Genere: Long-fic
Personaggi: Rin, Sesshomaru, un po' tutti
Conclusa? Sì.
Nota: Romantico, avventura, introspettivo, drammatico, storico
Avvertimenti: Alternate Universe
Introduzione: Sesshomaru la guardò allontanarsi, senza perderla di vista fino all’istante in cui scomparve. Strinse rabbioso i pugni: non era ancora venuto il momento. Ma, sul suo onore, si sarebbe vendicato…a qualunque costo. Avrebbe assaporato ogni singolo spasmo di dolore di quegli occhi insolenti, finché quella maledetta lingua velenosa non gli avesse chiesto pietà con un ultimo grido straziato.

"1808. Quella data. Era stata l’inizio della fine.
Le truppe francesi, ancora inebriate dall’esperienza rivoluzionaria, avevano invaso la Spagna: la religione di stato abolita… i beni della chiesa confiscati…l’estatica percezione che qualcosa stava cambiando. Nell’aria era iniziata a spirare una nuova, sconosciuta, irresistibile brezza che portava il nome Libertà."

Questo è l’Alternative Universe in cui viene ambientata questa bellissima fan fiction. Ambientazione che merita ben più di due parole: infatti non ci troviamo solo di fronte a una ricostruzione storica a dir poco perfetta, ma anche a una ricostruzione sociale e culturale non indifferente. Due popoli sono i protagonisti di questa storia: gli spagnoli, in particolare i gitani andalusi, e gli inglesi. Sullo sfondo la guerra con i francesi e l’invasione di Cordova che segnerà poi la fine della storia.
I personaggi, pur non mantenendo gli stessi rapporti presenti nel manga, sono comunque IC.
Lo è Sesshomaru, "Quarto Duca di Hamilton, Colonnello della 18ª Divisione dei Dragoni di Sua Maestà e, per tua sfortuna, governatore di Jerez", demone freddo e impassibile che subirà – nella storia – una notevole evoluzione, mai scontata o banale. Lo è Inuyasha, sposato con Kagome, che – in fin dei conti – è l’uomo di fiducia di Sesshomaru che lo tratta con la consueta superiorità ma che "gli è affezionato anche se non lo ammetterebbe neppure sotto tortura". Lo è Koga, che ci viene presentato come marito di Rin, premuroso e gentile con la donna che ama (anche se nel manga è Kagome), ribelle e violento contro tutti gli altri. Infine lo è Rin, l’altra grande protagonista della storia, che è qui troviamo nelle vesti di una giovane donna, un’avvenente gitana, il cui carattere è stato temprato dalla guerra, dalla vita in un popolo che considerato feccia da tutti gli altri.
Ma questa storia non è la classica storia d’amore fra Rin e Sesshomaru: neppure i fan più sfegatati di Kagura rimarranno delusi. Infatti troviamo la Signora dei Venti come sposa infelice di Naraku, il quale mantiene le sue caratteristiche di affabile e pericoloso manipolatore. Come nel manga, è Naraku a possedere la libertà di Kagura: entrambi nobili inglesi, uniti da un matrimonio di convenienza, in una società dove il dovere e il decoro contano molto di più dei sentimenti e della ricerca della felicità.
Anche Sesshomatu è innamorato di Kagura, profondamente. E nello stesso tempo si innamorerà di Rin. E no, non è un triangolo: sono due amori diversi, entrambi passionali, entrambi strazianti, ma su due livelli diversi. Come su due livelli diversi si trovano demoni e umani.

Ho apprezzato molto che la distinzione tra umani e demoni non si basi solo sulla superiorità di questi ultimi, ma anche su una distinzione sociale: vivono racchiusi dentro un rigido protocollo di corte, retaggio di una cultura e di una società secolare - lunga quanto le loro vite.
Gli uomini invece sono liberi, brevi ed effimeri ma in grado di lasciare i segni più profondi. Non padroni, ma consapevoli dei propri sentimenti, dice Kagome stupendo il nostro Lord, l’immortale che ha dovuto confrontarsi con la mortalità - non solo con la morte, ma con la natura umana e il suo corredo di sentimenti. E Inuyasha, da mezzo-demone qual è, comprende entrambi i punti di vista: sembra quasi che abbia fatto pace con la sua natura per essere finalmente completo e sereno.

Il finale… a voi la scelta se sia lieto o meno. Perché questa storia in certi punti è molto amara: porta con sé il gusto venefico della guerra e dell'abbandono. Della solitudine.
La guerra è protagonista assieme ai nostri beniamini, le vittime sono lì, a portata di mano e cuore. E il clima e le ambientazioni prendono un nuovo significato: sono lo specchio dell'anima dei nostri beniamini: Rin solare come l'Andalusia e Sesshomaru freddo quanto la Scozia. Buffo come cambino allontanandosi dal loro ambiente naturale: il demone che viene vinto dalla passione e la gitana che viene spezzata dal gelo. Un Sesshomaru che, suo malgrado, sente il tempo degli uomini passargli – ineffable – tra le dita e una Rin a cui succede il contrario, fino a renderla simile a Kagura... ma se a un demone il passare del tempo porta un’inquietudine che non sa spiegarsi, per una umana l'immortalità diventa immobilità e i ricordi sono più graditi - o solo più possibili? - dei sogni...

In conclusione: è una storia che mi ha appassionato, che ho amato dalla prima all’ultima riga. Per i personaggi, l’ambientazione storica, la cura dei dettagli e per lo stile magistrale di questa a autrice che avvolge, accarezza e taglia solo con la forza delle sue parole.