Allora, dopo rapide ricerche ho trovato alcuni indizi... ma data la mia beata ignoranza in materia ci ho capito meno di niente
Quindi lascerei a voi le debite conclusioni
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I BUONI (
i sistemi di protezione dei files)
LINK
Per motivi di spazio, non sara’ in questa sede che faremo un riassunto esaustivo delle possibilita’.
Tuttavia, una piccola panoramica rappresentativa puo’ essere utile.
La soluzione della "bassa risoluzione" che pareva essere anni addietro un buon deterrente, di fatto si e’ dimostrata per quella che e’: una limitazione qualitativa che lascia in realta’ assolutamente il tempo che trova. Un file diffuso a 480x640 pixel non puo’ essere usato per grandi stampe, ma va egregiamente bene per un sito internet od una applicazione multimediale. Con un briciolo di interpolazione, puo’ essere usata anche per illustrare riviste e depliant, con risultati accettabilissimi.
Per limitare i "furti" di immagini in rete e da CD, abbiamo i "watermark", cioe’ i marchi "trasparenti", inavvertibili, che siglano le immagini come soggette ad una paternita’ morale ed economica.
Anche se questi sistemi non impediscono fisicamente la riproduzione delle immagini, forniscono uno strumento utilissimo: alle persone in buona fede danno la possibilita’ di assolvere i diritti; contro quelle in malafede, invece, consentono di opporre la prova evidente della sottrazione indebita, che altrimenti, paradossalmente, potrebbe spesso non essere dimostrabile (quale file e’ la copia dell’altro…?)
In questo ambito, ovviamente, va citato il sistema della Digimarc, il PictureMarc. Si tratta del sistema di "watermark" forse piu’ diffuso in assoluto, anche perche’ il relativo programma e’ diffuso in "bundle" con programmi come Photoshop (dal 4.0 in su), Corel Draw, Photopaint, ed altri.
In verita’, sono molti gli utenti di tali programmi che nemmeno sanno di avere (nel menu’ filtri od effetti) anche questa possibilita’.
Digimarc modifica i pixel dell’immagine in maniera visivamente assai poco avvertibile, agendo particolarmente sui contorni di maggior contrasto.
Il codice e’ "diffuso" su tutta la superficie del fotogramma, in maniera da essere riconosciuto dal lettore anche se la foto viene tagliata, od alterata, o compressa. La numerazione di identificazione viene conservata anche nell’immagine retinata e stampata ad inchiostro, e torna ad essere identificabile semplicemente riscansendo la stampa, e passando il file al "lettore" Digimarc.
Le informazioni si perdono solo a seguito di pesanti modifiche, di stampa in bianco e nero a getto d’inchiostro, oppure… grazie ad alcuni accorgimenti, vedi piu’ avanti.
Altri interessanti sistemi di "watermarking" sono quelli della SysCoP, l’algoritmo EPFL (progetto Talisman, JK_PGS, lo Eikonamark .
Un altro modo di proteggere le immagini (dagli usi sottratti dalla rete) e’ quello proposto da applet Java come il sistema SafeImage .Sistemi come questi disabilitano la possibilita’ di salvare le immagini, come opzione offerta dal browser.
Ancora, va ricordato il sistema Netrights’ Creators Toolbox (con i suoi "@ttributes") che permette di fondere nell’immagine un link permanente ad una pagina contenente in forma di box i dati dell’autore.
Proseguendo, va certamente segnalato il sistema FBI (Fingerprinting Binary Images), della HighWater Designs, una ditta inglese. Il sistema e’ stato concesso all’archivio stock della British Telecom ed alla BBC. Anche la Highwater – come la Digimarc – tiene un archivio dei nominativi degli autori, a cui si possano rivolgere gli utenti che si imbattano in una immagine "marchiata". In America questa tecnologia e’ stata battezzata Sure Signum, consultabile al sito Signum Technologies
Date anche un’occhiatina al sistema CopySight, raggiungibile al sito http://www.ip2.com
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Oppure ho pescato
QUESTO
Mi spiace di non sapervi dire di più, almeno per il momento