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alcuni avvistamenti

Ultimo Aggiornamento: 01/02/2009 21:23
01/02/2009 21:23
 
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Un UFO luminoso con tre punti neri roteanti
Venerdì 3 ottobre 1975, a Lexy in Meurthe-et-Moselle, verso le 18:45 un decina di bimbi stavano giocando tranquillamente a palla in un campo non illuminato, quando improvvisamente videro, nel cielo scuro e senza stelle, una luce arancione ricoprire tutto l'intera zona in cui si trovavano. I bambini notarono che tutti i lampioni delle vie circostanti si spensero e che un oggetto ovoidale lampeggiava lentamente restando immobile sopra di loro. Osservando al superficie dell'UFO videro tre punti neri che giravano su loro stessi in senso antiorario. L'osservazione si prolungò per 20 secondi dopo i quali improvvisamente scomparve (Ph. 1). I ragazzini terrorizzati si allontanarono in bicicletta per una trentina di metri dopodichè rividero l'oggetto più vicino al campo (a 600 m dalla loro posizione). L'oggetto in volo si comportò nella medesima maniera e poi scomparve nuovamente (Ph. 2). Alcuni bambini scapparono a casa altri rimasero a osservare ulteriormente. I lampioni, sebbene l'oggetto non risultasse più visibile erano ancora privi di corrente elettrica. Infatti l'UFO riapparve, questa volta alle loro spalle, stazionò per alcuni secondi e scomparve definitivamente; i lampioni si riaccesero (Ph. 3). Questi tre avvistamenti in sequenza eccitò a tal punto i ragazzi che passarono i giorni successivi a scrutare il cielo in attesa del ritorno dello strano velivolo. Tre giorni dopo furono ricompensati: lunedì 6 ottobre 1975 avvistarono l'oggetto per la quarta volta (Ph. 4). L'osservazione questa volta avvenne da un terrazzo del posteggio di fronte al campo nel quale avevano visto per la prima volta il velivolo, questa volta ancora più vicino, in quanto apparve loro molto più grosso. Seppur la nebbia e l'aria satura rendevano la visione un po' sfocata i testimoni riconobbero le caratteristiche del UFO (luce e punti neri roteanti). Come le altre tre volte dopo una trentina di secondi l'oggetto volante scomparve. Nei giorni successivi uno dei bimbi testimoni disse di aver visto altre volte dalla finestra della sua camera quella cosa, riferì anche una data: 26 ottobre 1975. Descrisse le modalità di apparizione nella stessa maniera delle precedenti.
Il numero di testimoni suscitò l'interesse della autorità che avviarono una minuziosa inchiesta, il cui risultato è riassumibile nelle seguenti affermazioni:
• l'oggetto aveva la forma di un disco appiattito;
• i contorni erano netti anche se la luce che emetteva li sfocava leggermente;
• sulla sua superficie vi erano tre punti neri di forma triangolare dai bordi smussati e disposti in modo da formare un triangolo equilatero;
• i tre punti neri giravano in senso antiorario;
• l'oggetto non si muoveva: stazionava;
• si manteneva a bassa quota;
• non emetteva suoni;
• le sue apparizioni si limitavano 20/30 secondi;
• spariva ogni volta con estrema rapidità;
• quando i bambini avvistarono l'oggetto i lampioni attorno si spegnevano ma in seguito non fu rilevato alcun guasto;
• ogni volta che l'oggetto scompare lascia una sorta di vapore per un breve periodo di tempo;
• non sono state rilevate irregolarità su onde radio-televisive;
• la luce che l'UFO emetteva pareva venire dai tre punti neri;
• la luce era di un arancione chiaro la cui intensità andava scemando verso i lati;
• l'intensità dei raggi luminosi diminuiva e aumentava regolarmente, lampeggiava;
• l'oggetto illuminava la superficie sottostante per una trentina di metri.











Riccardo Marano avvista un OVNI dal suo Piper
1 dicembre 1973, il signor Riccardo Marano, pilota di 28 anni, è partito da Genova con il suo piccolo aeroplano da turismo (un "Piper") e si dirige verso l'aeroporto civile di Caselle (situato nei pressi di Torino). D'improvviso, circa alle ore 19, la torre di controllo di Caselle comunica al pilota che un oggetto volante non identificato sta entrando nel suo perimetro di volo: Marano vede l'oggetto che gli è stato segnalato, somigliante ad un enorme globo luminoso che emette luci e bagliori che vanno dal violetto, al blu e poi al rosso; il velivolo sconosciuto si trova a circa 3,5 Km dall'aereo dell'avvistatore, che pur tentando di colmare questa distanza lo vede sempre più lontano.
L'oggetto fu dunque segnalato dalla base di Caselle, dal sig. Marano stesso, ma anche da due piloti civili della compagnia Alitalia provenienti da Parigi: anch'essi affermarono di aver visto distintamente l'UFO dal loro DC 9.
Ecco i commenti dei radaristi, riportati da Stampa Sera del 4 dicembre: "un oggetto luminoso delle dimensioni di un DC 8, che procede con movimenti sconcertanti, deviando orizzontalmente e verticalmente, con scatti improvvisi a velocità pari a quella di un missile ma con accelerazioni molto più rapide". La Stampa dello stesso giorno riporta invece quanto affermato alla radio dal pilota: "ora mi è passato di scatto da prua a poppa. Sta andando in verticale. Velocissima, incredibile. Se ne va, se ne va, è scomparsa."


Era una normalissima giornata di sole e X (che preferisce restare nell'anonimato) stava parlando al telefono con la sua ragazza quando, ad un tratto, un grande velivolo con la forma di un parallelepipedo (in figura) è passato a grande velocità sopra casa sua... Era bianco con una striscia nera centrale, senza ali, aveva due propulsori ma faceva il rumore di un normale aereo ed era velocissimo, tanto che in brevi istanti scomparve all'orizzonte... Inizialmente X si preoccupò poiché sembrava un missile ma per essere tale pareva decisamente troppo grande... Allora notò un'altra cosa assai curiosa: il fatto che questo ipotetico "UFO", che volava abbastanza basso, girava su se stesso...







Sintomi rapimento
• tempo perduto, a cui non si riesce a dare una spiegazione;
• cicatrici, lividi o ustioni di cui non si riesce a ricordare la causa;
• incubi su alieni, voli o la sensazione di essere mangiati da animali dai grandi occhi (come civette);
• insonnia provocata dalla paura di addormentarsi;
• disturbi fisici quali vomito, cefalea, stanchezza o eruzioni cutanee;
• depressione;
• apparizione di UFO;
• sensazioni di dejà vu;
• l'impressione di avere una "seconda vista", cioè la capacità di prevedere il futuro o di vedere fatti che avvengono altrove;
• il ricorrere nella mente di una certa immagine (forse immessa nel cervello per bloccare la memoria);
• inspiegabili segni neri sulle lastre cardiografiche.



La prima categoria
L'altezza degli antropoidi o umanoidi nani (detti anche, per metafora, pigmei dello spazio), come si può dedurre dal loro nome, si aggira attorno ai 90-135 cm e rispetto alla loro scarsa altezza hanno una testa enorme: hanno una fronte alta e rotonda; le orecchie sono piccolissime, forse inesistenti. Poiché hanno sempre lo sguardo fisso e gli occhi spalancati si suppone che essi siano quasi totalmente insensibili alla luce. Il naso sembra essere simile a quello degli esseri umani anche se in alcuni casi è stato descritto come due piccoli buchi al centro della faccia. La bocca è una semplice apertura dotata di labbra ed è simile ad un orifizio rotondo e molto rugoso. La mascella è ridotta al minimo ed è appuntita.
Le braccia sono molto lunghe e il collo è spesso o inesistente; in quest'ultimo caso le testimonianze sono divergenti ma potrebbero essere entrambe. Le spalle appaiono larghe e forti; il loro modo di vestirsi è solitamente descritto come tute metalliche o scafandri.
È stata individuata anche una sottospecie degli antropoidi nani: gli antropoidi deformi. La differenza sta nel fatto che in questo caso la simmetria bilaterale è assente; ciò significa che la parte sinistra del corpo risulta essere ipertrofizzata (molto più sviluppata).




Dischi di tipo Adamski
I dischi non luminosi di forma circolare sono chiamati in gergo tecnico ufologico "dischi tipo Adamski" (caso poco attendibile ma alla cui descrizione sono seguiti molti altri avvistamenti simili). Essi hanno una forma simile a quella di una campana molto appiattita, non emettono alcuna luce e la parte inferiore è formata da tre semisfere che potrebbero servire come appoggio per l'atterraggio.
L'oggetto appare di un materiale metallico ed è suddiviso in due parti:
• una base di forma emisferica sovrastata da una cupola centrale caratteristica di questo tipo di velivoli;
• una sopraelevazione verticale a forma di cupola con degli oblò sopra alla quale alcune volte è stato notata una struttura anulare.
L'apparecchio vola senza emettere alcun suono e può rimanere sospeso a mezz'aria del tutto immobile oscillando ininterrottamente, movimento probabilmente causato dal contrapporsi delle due forze equilibratrici che mantengono l'UFO in volo. L'ultima cosa che si nota è il suo continuo roteare su se stesso ad una velocità ridotta.










Le tesi di Perego sui black-out
I black-out, come tutti sanno, sono interruzioni di corrente (letteralmente in inglese oscuramento, anche chiamate power failure) che arrecano enormi disservizi a città o anche intere regioni. Il primo a parlare di black-out in relazione ad avvistamenti UFO fu l'ufologo italiano Alberto Perego nella seconda metà degli anni Cinquanta: egli riteneva che vi fosse una relazione stretta tra i black-out e i fenomeni UFO, ma non disponeva in realtà di prove tangibili per sostenere questa tesi che fu per questo messa da parte. Tuttavia le teorie di Perego furono almeno parzialmente riprese negli anni Sessanta in seguito all'ondata di black-out verificatasi in varie zone del pianeta tra il 1965 e l'inizio del 1966. Il 23 settembre del 1965 a Cuernavaca fu segnalato un UFO e poco dopo la città cadde nel buio. Ancora più nota è però l'interruzione di corrente del 9 novembre dello stesso anno, il big black-out che lasciò senza corrente per 8 ore New York, Boston e Toronto. Il problema copriva un'area di 200 chilometri quadrati, coinvolgendo 8 stati americani e la provincia canadese dell'Ontario; il tutto era stato causato da un'incredibile avaria in una centrale elettrica del Niagara. In seguito si ebbero black-out a Londra (forse per il freddo), Stoccolma, Bahaia, Rio de Janerio, Vancouver, Melbourne, Buenos Aires, Napoli e in Sud Italia, in Alaska, nel Canada settentrionale e in tutta l'Olanda orientale. Riportiamo una cartina completa dei black-out.
Il quotidiano Il Lavoro in quell'occasione titolò: "Sono i marziani a spegnere le fonti di energia elettrica?". Vi sono effettivamente molti indizi che inducono a pensare alla reale esistenza di una connessione tra fenomeni UFO e black-out, e si potrebbe persino pensare che in quegli anni qualcuno abbia voluto effettuare dei test per verificare la possibilità di bloccare la vita e i sistemi di difesa internazionali.





Oggetti volanti non identificati che emettono luce da una fonte ben localizzata
È capitato spesso negli anni di avvistare ordigni volanti che emettono luci da un punto ben precisato (al contrario di quanto accade in caso di fenomeni di ionizzazione) e dai dati raccolti grazie alle varie testimonianze si deducono i seguenti punti in comune: essi possono avere luci sia provenienti dall'interno, sia dalla superficie e in quasi tutti i casi esse risultano intermittenti quando il velivolo è in uno stato di quiete e fisse quando è in moto. Queste fonti di luce sembrano avere una stretta correlazione con il sistema di propulsione, in particolare negli UFO a forma di fuso, i cosiddetti sigari volanti.
I prototipi più piccoli, lunghi 5 o 6 metri e solitamente avvistati a terra, hanno alle estremità della parte superiore, simmetricamente ripartiti dall'asse, 4 rettangoli che lasciano filtrare una luce bianca simile a quella di un neon molto intenso.
I modelli di dimensioni molto maggiori (attorno ai 30 m di lunghezza e quasi sempre fusiformi) hanno lo stesso tipo di luci ma sono situate, anziché sopra, lungo i lati, spesso disposte su più file sovrapposte da 4 o 5 fonti luminose per ognuna.
Per quello che riguarda il colore si nota che le finestre più centrali emanano luce blu mentre quelle dalle estremità ne fuoriescono di verdi.



Avvistamenti disposti lungo linea retta
L'ufologo francese Aimé Michel in Oggetti celesti misteriosi (Mystérieux objets célèstes, 1958) espose la sua teoria a proposito dell'ortotenia. Ortotenia è un termine che deriva dalla parola greca orthotenos che significa "disposto in linea retta" e con esso, Michel, indicava quel fenomeno per il quale i fenomeni UFO si presentano lungo linee rettilinee secondo figure stellari che hanno un punto di dispersione comune che irradia più estremità. Questo fatto è stato spiegato dall'autore come dovuto alla possibile presenza di un velivolo "madre" (cilindrico e di grandi dimensioni) che gestisce UFO minori, ai quali sono dovuti le manifestazioni a bassa quota che osserviamo.
I due casi più noti di ortotenia sono identificati come BAVIC e SOUPO. BAVIC (nome coniato dall'ufologo americano Alexander Mebane) sta per Bayonne e Vichy, luoghi che segnano l'inizio e la fine degli avvistamenti dell'allineamento (ovvero la serie di avvistamenti che formano una linea retta); in dettaglio la linea BAVIC comprende le seguenti città francesi dove hanno avuto luogo avvistamenti: Bayonne, Lencouacq, Tulle, Ussel, Gelles e Vichy.
L'allineamento SOUPO (così denominato da Michel) è invece delimitato da: Southend-on-sea (Gran Bretagna), Calais (Francia), Aire-sur-la-Lys (Francia), Niffer (Francia) e Po di Gnocca (Italia). Se si osservano su una cartina la linea BAVIC e la linea SOUPO si può vedere che esse sono quasi perfettamente perpendicolari: sembra che siano stata scelte con cura per individuare le zone continentali più importanti, evitando accuratamente le zone sottosviluppate o meno industrializzate.









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