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E' uscito il nuovo libro di Carmine Abate

Ultimo Aggiornamento: 26/09/2012 08:36
22/09/2008 10:12
 
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Gli anni veloci

Per la prima volta l’autore si racconta, e racconta in terza persona gli anni di Nicola vissuti a correre con tutta le sue forze, con tutta la sua rabbia per inseguire un’ombra di felicita. Succede spesso però, forse involontariamente ma non troppo, sopratutto alla fine di certi paragrafi che l’autore abbia come delle reminiscenze e allora finisce col parlare in modo diretto, con la passione di sempre, sono i momenti più coinvolgenti degli anni veloci.
È un Carmine Abate lontano da Hora, e quindi distaccato dal precedente ruolo di eterno emigrante, anche se chi lo conosce personalmente, chi condivide con lui lo stesso vento, lo stesso modo di parlare e di pensare, coglie perfettamente la volontà, la tentazione di tornare a parlare del suo paese, infatti molte volte prende la sua auto, fa qualche chilometro e poi torna indietro. Quando appare, il paese è come sempre, i luoghi diventano più reali, ci sono strade in discesa, linoni, colori e profumi che persino i gatti conoscono. Invece, quando è fuori da Hora i personaggi sembrano muoversi dietro le pareti di cristallo della memoria, dei ricordi. E quando i posti sono le città del nord sono semplicemente due luoghi diversi di intendere l’Amore. Quando invece l’Amore esplode con tutta la sua passione, i luoghi sono fantastici come un campo trapuntato di lucciole o un mare senza confini dove si l’Amore si perde.
Quegli anni non passavano mai. L’odore acre e pungente dei fumi della Montecatini, delle passeggiate sotto i portici e sul lungo mare, delle scappatine alla Upim o alla Standa, solo ora ti accorgi di come siano volati, e tu eri lì a sentirlo sulla tua pelle, a prendere coscienza di sé come “il giovane Holden”, a rimanere i soliti sognatori e perdersi nella tana del Bianconiglio, o a fare scioperi e manifestazione a combattere contro le ombre dei mulini a vento come dei cavalieri erranti della malinconica figura.
Comunque ho ritrovato tra le righe: il sole del “Ballo tondo”, il vento di “tra due mari”, l’azzurro della “festa del ritorno” e i sogni “della moto di skanderbeg” . Il modo di raccontare è quello puntuale e coinvolgente proprio dell’autore, questa volta sul filo delle canzoni di Lucio Battisti che fanno da colonna sonora a una bella storia d’Amore condita dalle pietanze piccanti e sfiziuse di Zza Pina, dal pesce fresco di Capocolò e purtroppo dal dolore delle assurde morti bianche, il tutto cantato con la voce malinconica, graffiante e un po’ blues di Rino Gaetano che tanto somiglia al modo particolare di scrivere di Carmine Abate.
Un abbraccio Peppino Pompò
[Modificato da byggym 22/09/2008 19:12]
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