I figli d'arte sono all'altezza dei genitori? Vieni a parlarne su Award & Oscar.



 
 
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Figlio

Ultimo Aggiornamento: 18/08/2008 16:03
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11/07/2008 16:25






Figlio




Ti partorivo, figlio, senza doglie
tu eri il mio divino, più bel Cristo,
smentivi - illuminando - il non sapere
tu, figlio senza sangue, senza carne
- respiro in questo corpo dell’assurdo -
impossibile non sentirti vivo

Nel grembo accarezzavi la mia voce,
o forse proprio tu mi generavi,
dal nulla fui la goccia tutta-luce
l’alone della lampada sul muro,
miraggio dentro l'anima sospesa,
miracolo inatteso della sera...

perché lo sai, non servono le stelle,
e stanca anche la luna può dormire
se nasce dentro, l'astro che sorride:
consapevole bellezza
di tutto il firmamento














Rosanna
[Modificato da Versolibero 11/07/2008 16:28]


______________________________________________________________________________
"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF)
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11/07/2008 18:33



Sei adorabile, dolcissima Ros



R
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11/07/2008 22:33


Meravigliosa... dolcissima! Speciale.

Tutta piace... ma mi trovo a non comprendere questo punto:

"tu, figlio senza sangue, senza carne
- respiro in questo corpo dell’assurdo -
impossibile non sentirti vivo"


probabilmente sarà per la mia ottusità, Rosanna... ma vorresti gentilmente spiegarmi? Come può il figlio, portato in grembo o già nato, essere senza sangue, senza carne?
Deve voler dire qualcosa di non così evidente...

E quanto belle sono le immagini scelte Rosanna!

Ti abbraccio, cara [SM=x832013]

aurora



_________Aurora Ageno___________
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12/07/2008 00:57

Re:
Rebby., 11/07/2008 18.33:



Sei adorabile, dolcissima Ros



R




Piccola adulatrice [SM=x831999] [SM=x831999]

Non vuoi piuttosto spiegare a modo tuo la poesia? Scusa se non mi soffermo sulle tue in questo momento. A presto [SM=x832013]

Rosanna


______________________________________________________________________________
"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
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Re:
auroraageno, 11/07/2008 22.33:


Meravigliosa... dolcissima! Speciale.

Tutta piace... ma mi trovo a non comprendere questo punto:

"tu, figlio senza sangue, senza carne
- respiro in questo corpo dell’assurdo -
impossibile non sentirti vivo"


probabilmente sarà per la mia ottusità, Rosanna... ma vorresti gentilmente spiegarmi? Come può il figlio, portato in grembo o già nato, essere senza sangue, senza carne?
Deve voler dire qualcosa di non così evidente...

E quanto belle sono le immagini scelte Rosanna!

Ti abbraccio, cara [SM=x832013]

aurora






Nessuna ottusità mia cara, la colpa è sempre delle poesie ermetiche o degli ossimori... ma ti sarà spiegata in seguito, ti tengo un po' in sospeso, eh?

Ciò in quanto non voglio "svelare" in anticipo a chi altro. eventualmente, volesse tentare di dare la sua interpretazione, e mi riferisco per es. a Sebastiamo (lazharus) che pare conoscere di me ogni segreto [SM=x831998] [SM=x832028]

A un'altra volta [SM=x832000] [SM=x832015]

Ciao, Rosanna





[Modificato da Versolibero 12/07/2008 01:04]


______________________________________________________________________________
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13/07/2008 04:21






Ti partorivo, figlio, senza doglie
tu eri il mio divino, più bel Cristo,

L'essenza dell'essere donna e madre riassunta in Maria
Accettando il mandato senza capirne il perche' ma solo affidandosi alla propria fede, si china al destino di futura e giovane mamma.
Pare quasi che, il fatto di non essere madre grazie ad un uomo, renda impercettibile anche sentire il dolore del parto.


smentivi - illuminando - il non sapere
tu, figlio senza sangue, senza carne


Venuto al mondo per colmare le lacune dell'uomo dettate dall' ignoranza, hai portato la verita'; tu, che nella tua natura divina, non hai carne e ossa come l'uomo.

- respiro in questo corpo dell’assurdo -
impossibile non sentirti vivo

Sei una vita che cresce in un grembo mai sfiorato da nessuno, ma esisti e gia' ti amo!

Nel grembo accarezzavi la mia voce,
o forse proprio tu mi generavi,

Io, piccola creatura terrena, facevo vivere te, padrone di tutte le vite.
Tu mi hai creata. Non sono io che sto creando te.



dal nulla fui la goccia tutta-luce
l’alone della lampada sul muro,
miraggio dentro l'anima sospesa,
miracolo inatteso della sera...

Mi hai scelta per generarti tra il mio stupore. Mai avrei immaginato tanta considerazione da un Cristo e sono felice di avere accettato questo onore

perché lo sai, non servono le stelle,
e stanca anche la luna può dormire
se nasce dentro, l'astro che sorride:
consapevole bellezza
di tutto il firmamento

Potrebbero anche scomparire i pianeti e gli astri perche’ cio’ che porto in grembo e’ di maggiore splendore.
E gioisce il mondo intero al mio partorire il miracolo.



Questo e' quello che ci ho visto io.
Che si guadagna se si vince??????????? [SM=x832026]

ciao ciao
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13/07/2008 06:35


Rebby!!!!!!!!!!! [SM=x831999]

Brava... BRAVA... B R A V A!!!

Sentivo che era questo, che era così... ma mi ha bloccato e fuorviato il verso:
"tu eri il mio divino, più bel Cristo,"

come fosse più un paragone, che la realtà in atto.

E' stupenda la poesia di Rosanna e la tua spiegazione, Rebby, è Superlativa!!!

Cosa hai vinto?
Non so cosa ti darà Rosanna, ma da me ricevi un abbraccio fortissimo e tanti, caldi, sonori bacioni!!!


[SM=x832007] [SM=x831996] [SM=x831996] [SM=x832007]


[SM=x832026]



[SM=x832013] [SM=x832013] [SM=x832013]







_________Aurora Ageno___________
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Re:
auroraageno, 13/07/2008 6.35:


Rebby!!!!!!!!!!! [SM=x831999]

Brava... BRAVA... B R A V A!!!

Sentivo che era questo, che era così... ma mi ha bloccato e fuorviato il verso:
"tu eri il mio divino, più bel Cristo,"

come fosse più un paragone, che la realtà in atto.

E' stupenda la poesia di Rosanna e la tua spiegazione, Rebby, è Superlativa!!!

Cosa hai vinto?
Non so cosa ti darà Rosanna, ma da me ricevi un abbraccio fortissimo e tanti, caldi, sonori bacioni!!!


[SM=x832007] [SM=x831996] [SM=x831996] [SM=x832007]


[SM=x832026]



[SM=x832013] [SM=x832013] [SM=x832013]









Oddio che carina la mia Aurora! [SM=x832007] [SM=x832026] [SM=x832007]

Questa e' la mia versione ma credo che Ros abbia voluto dire molto ma molto di piu' celandolo tra i versi in maniera divina.

Un baciotto ad entrambe

Miau! [SM=x832025]


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14/07/2008 02:19

Rosanna carissima, non è facile parlare delle tue poesie e non lo è per me che, per mia natura, cerco di entrare fino in fondo a certe logiche e a certe simmetrie. Se non ho ancora espresso dei commenti a te, in questo forum, è perche ho deciso di farlo su questo brano e sul"pavimento dell'assurdo". Su quest'ultima poesia credo già di esserci, mentre su "Figlio" ho ancora qualche riserva ma già mi sono chiari i passaggi fondamentali.
Quindi Ros pazienta un attimino e cercherò di darti le mie impressioni con chiarezza. Non sono certo il tipo che elogia gratuitamente, tuttalpiù passo ma se dico che un brano è bello e che mi piace è assolutamente perche è così.

A molto presto

Sebastiano.
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14/07/2008 20:24

Re:
Rebby., 13/07/2008 4.21:






Ti partorivo, figlio, senza doglie
tu eri il mio divino, più bel Cristo,

L'essenza dell'essere donna e madre riassunta in Maria
Accettando il mandato senza capirne il perche' ma solo affidandosi alla propria fede, si china al destino di futura e giovane mamma.
Pare quasi che, il fatto di non essere madre grazie ad un uomo, renda impercettibile anche sentire il dolore del parto.


smentivi - illuminando - il non sapere
tu, figlio senza sangue, senza carne


Venuto al mondo per colmare le lacune dell'uomo dettate dall' ignoranza, hai portato la verita'; tu, che nella tua natura divina, non hai carne e ossa come l'uomo.

- respiro in questo corpo dell’assurdo -
impossibile non sentirti vivo

Sei una vita che cresce in un grembo mai sfiorato da nessuno, ma esisti e gia' ti amo!

Nel grembo accarezzavi la mia voce,
o forse proprio tu mi generavi,

Io, piccola creatura terrena, facevo vivere te, padrone di tutte le vite.
Tu mi hai creata. Non sono io che sto creando te.



dal nulla fui la goccia tutta-luce
l’alone della lampada sul muro,
miraggio dentro l'anima sospesa,
miracolo inatteso della sera...

Mi hai scelta per generarti tra il mio stupore. Mai avrei immaginato tanta considerazione da un Cristo e sono felice di avere accettato questo onore

perché lo sai, non servono le stelle,
e stanca anche la luna può dormire
se nasce dentro, l'astro che sorride:
consapevole bellezza
di tutto il firmamento

Potrebbero anche scomparire i pianeti e gli astri perche’ cio’ che porto in grembo e’ di maggiore splendore.
E gioisce il mondo intero al mio partorire il miracolo.



Questo e' quello che ci ho visto io.
Che si guadagna se si vince??????????? [SM=x832026]

ciao ciao




Rebby carissima, non svelo ancora, o forse mai, i particolari, ma dico solo che, come per l'altra mia poesia sul colibrì e sul cieco, sei stata una fantastica interprete di questi strampalati versi, che ancora devo spiegare bene a me stessa...
Perché inizio con un'idea precisa, o meglio con un'istanza, un'esigenza interiore, e poi succede che la poesia mi faccia scrivere quel che vuole lei...

A voi succede? [SM=x832028]


Un abbraccio non te lo leva nessuno [SM=x832007]


Ah, che si vince???

Ma la lettura della prossima poesia [SM=x832017]



Miaooooooooooooooo


Ros













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14/07/2008 20:31

Re:
lazharus, 14/07/2008 2.19:

Rosanna carissima, non è facile parlare delle tue poesie e non lo è per me che, per mia natura, cerco di entrare fino in fondo a certe logiche e a certe simmetrie. Se non ho ancora espresso dei commenti a te, in questo forum, è perche ho deciso di farlo su questo brano e sul"pavimento dell'assurdo". Su quest'ultima poesia credo già di esserci, mentre su "Figlio" ho ancora qualche riserva ma già mi sono chiari i passaggi fondamentali.
Quindi Ros pazienta un attimino e cercherò di darti le mie impressioni con chiarezza. Non sono certo il tipo che elogia gratuitamente, tuttalpiù passo ma se dico che un brano è bello e che mi piace è assolutamente perche è così.

A molto presto

Sebastiano.




Sebastiano, ti confesso una cosa: già questa tua volontà di capire meglio, di scavare, rileggere, sentire con la tua anima ciò che prova un'altra...

mi commuove.


Ciò è bellissimo, è già di per sé un regalo [SM=x831995] [SM=x832013]


Lo è tanto di più quanto penso che questa profondità non è comune.

Anche tu scrivi poesie difficili, che io non so commentare. Però quando ho il tempo e l'opportunità di farlo lo faccio col cuore, anche se dimostro sempre di meno le sensazioni che provo: è come se i versi avessi paura di banalizzarli.


Ti abbraccio,


Rosanna












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16/07/2008 20:37

Il collegamento mariano evidente, mi pare voglia mascherare il desiderio di una maternità che va aldilà della definizione conosciuta. La condizione generata-generante quindi figlia che diventa madre di sua madre la leggo con più chiarezza del contrario nella prima strofa:

Ti partorivo, figlio senza doglie

tu, figlio senza sangue e senza carne

in quanto già uomo, non in grembo, sangue e carne fatti al di fuori di me, in quella mente/utero propria dei generati-generanti.

-respiro in questo corpo dell’assurdo-

alito d’amore comunque per un figlio che mai si abituerà all’esser padre del padre.
Nella seconda strofa, la voce che sento sembrerebbe più quella del figlio

dal nulla fui la goccia tutta-luce

perché penso che il miracolo riguarda proprio lui in quanto noi siamo solo veicoli.

Mi pongo una domanda con la terza strofa, perché la luna dovrebbe essere stanca? Chi sarebbe la luna in questo gioco di metafore?
Mi vengono in mente alcuni versi de “C’è sempre una casa”

Se te ne vai quando arriva l’autunno
portati via le foglie


----

Ma io qui ho tutto un inverno
e legna da ardere dentro il camino


----

e sempre ti sento
come la mano a soccorrere i vinti


----

sei il figlio che vorrei

Ci trovo delle analogie e non solo come struttura concettuale ma anche come suono, come significato intrinseco che nella prima è velato dall’argomento religioso e fa da sostrato alla seconda dove alcuni desideri sono mostrati in maniera più palese.
E’ ovvio che questo mio discorso si basa su personali opinioni
sulle quali l’autore può concordare o meno.

Rosanna carissima, mi trovo davanti a poesia pulita ed è ammirevole come riesci ad emozionare con i tuoi versi.

Con stima e affetto

Sebastiano




[Modificato da lazharus 16/07/2008 21:21]
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16/07/2008 21:31

Re:






perché lo sai, non servono le stelle,
e stanca anche la luna può dormire
se nasce dentro, l'astro che sorride:
consapevole bellezza
di tutto il firmamento




Rosanna



Ci leggo anche il sacrificio in questi versi, la rinuncia a qualcosa di grande per qualcosa di più grande.
E quando sai d'aver dato tutto quello che si può e la coscenza è limpida, puoi mandare a dormire la luna e non importa che vi siano le stelle perche l'intera bellezza del creato ce l'hai dentro.

Un bacio

Sebastiano












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16/07/2008 21:32

Credo di aver capito la luna.
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18/07/2008 02:05

Re:
lazharus, 16/07/2008 20.37:

Il collegamento mariano evidente, mi pare voglia mascherare il desiderio di una maternità che va aldilà della definizione conosciuta. La condizione generata-generante quindi figlia che diventa madre di sua madre la leggo con più chiarezza del contrario nella prima strofa:

Ti partorivo, figlio senza doglie

tu, figlio senza sangue e senza carne

in quanto già uomo, non in grembo, sangue e carne fatti al di fuori di me, in quella mente/utero propria dei generati-generanti.

-respiro in questo corpo dell’assurdo-

alito d’amore comunque per un figlio che mai si abituerà all’esser padre del padre.
Nella seconda strofa, la voce che sento sembrerebbe più quella del figlio

dal nulla fui la goccia tutta-luce

perché penso che il miracolo riguarda proprio lui in quanto noi siamo solo veicoli.

Mi pongo una domanda con la terza strofa, perché la luna dovrebbe essere stanca? Chi sarebbe la luna in questo gioco di metafore?
Mi vengono in mente alcuni versi de “C’è sempre una casa”

Se te ne vai quando arriva l’autunno
portati via le foglie


----

Ma io qui ho tutto un inverno
e legna da ardere dentro il camino


----

e sempre ti sento
come la mano a soccorrere i vinti


----

sei il figlio che vorrei

Ci trovo delle analogie e non solo come struttura concettuale ma anche come suono, come significato intrinseco che nella prima è velato dall’argomento religioso e fa da sostrato alla seconda dove alcuni desideri sono mostrati in maniera più palese.
E’ ovvio che questo mio discorso si basa su personali opinioni
sulle quali l’autore può concordare o meno.

Rosanna carissima, mi trovo davanti a poesia pulita ed è ammirevole come riesci ad emozionare con i tuoi versi.

Con stima e affetto

Sebastiano





Carissimo Sebastiano, ti ringrazio con tutto il cuore per la tua attenta lettura, molto vicina alle mie intenzioni in molti punti.

Volevo solo dire che sono sempre io che parlo, o meglio, è la figura femminile, l'io della seconda strofa:


Nel grembo accarezzavi la mia voce,
o forse proprio tu mi generavi,
dal nulla fui la goccia tutta-luce
l’alone della lampada sul muro,
miraggio dentro l'anima sospesa,
miracolo inatteso della sera...



ma se questo vale per la grammatica, posso dire che per quanto riguarda i significati sono sovrapponibili ad entrambe le figure, che si compenetrano come generandosi a vicenda.

Bravo ancora una volta anche a te, mentre io sto ancora cercando in me d che cosa sia scaturita questa poesia, come al solito in arte inconscia, non del tutto rivelata.

Un abbraccio,

Rosanna





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18/07/2008 02:07

Re:
lazharus, 16/07/2008 21.32:

Credo di aver capito la luna.



Cioè?






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18/07/2008 11:42

In ritardo per motivi tecnici, ti rimando il bacio.

Che carino il miciottoooooo! [SM=x832026]
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18/07/2008 23:15

C'è una luna lassù, che veglia le nostre notti serene, illumina quelle buie, ascolta i pianti, sorveglia i vinti, conforta i vincitori, riordina il creato dopo le discolerie delle meteore...
e poi ce n'è una quaggiù: Rosanna Spina del livornese...

con affetto

Sebastiano
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20/07/2008 02:11



ah ah ah [SM=x831999]

se intendevi quella del livornese

ci sono caduta ben bene [SM=x832009]

ma è perché sono un [SM=x832017]


un bacione,


Rosanna





[Modificato da Versolibero 20/07/2008 03:45]


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16/08/2008 18:38

Ho finalmente definito la versione in metrica di questa poesia anche negli ultimi versi e nell'ultima riga della prima strofa, che avevo lasciato in verso libero...






. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .



. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .














Figlio




Ti partorivo, figlio, senza doglie
tu eri il mio divino, più bel Cristo,
smentivi - illuminando - il non sapere
tu, figlio senza sangue, senza carne
- respiro in questo corpo dell’assurdo -
così irreale eppure così vivo

Nel grembo accarezzavi la mia voce,
o forse proprio tu mi generavi,
dal nulla fui la goccia tutta-luce
l’alone della lampada sul muro,
miraggio dentro l'anima sospesa,
miracolo inatteso della sera...

perché lo sai, non servono le stelle,
e in cielo anche la luna può dormire
se nasce dentro, l'astro che sorride:
soffusa, consapevole bellezza
nel palpito di tutto il firmamento














Rosanna


[Modificato da Versolibero 16/08/2008 18:56]


______________________________________________________________________________
"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
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16/08/2008 19:04



C'è una lettura che mi ha colpito e da cui stralcio brani che voglio condividere con voi, e che mi hanno riportato in qualche modo a questa poesia:

Etty Hillesum - Una giovane donna che ha protetto Dio dagli orrori del lager - di Laura Di Lecce

La bellezza della spiritualità di Etty è nella semplicità con cui ha vissuto e comunicato emozioni complesse, ai limiti della follia, incomprensibili alla logica umana che risponde all’odio con l’odio.
Quale luogo migliore per far saltare parametri, valori, equilibri emotivi… limiti fisici…?
Etty Hillesum era una giovane ebrea, vissuta durante la Seconda Guerra Mondiale. Ebrea di famiglia, non di credo. Ma quello che voglio raccontare non è il lato storico-biografico della sua deportazione, quanto quello spirituale. È una riflessione su come una donna abbia potuto custodire, nella deprivazione più radicale, una luce vitale dentro di sé, e difendere così la sacralità dell’esistenza che è Dio nell’umanità.
Nonostante fosse terrorizzata, provata fisicamente e alienata dagli eventi che viveva nel campo di smistamento di Westerbork, dov’era dapprima ausiliaria per il Consiglio Ebraico, poi ella stessa prigioniera, Etty scriveva a un’amica:
«Eppure la vita è meravigliosamente buona nella sua inesplicabile profondità […] devo ritornare sempre su questo punto. […] E se solo facciamo in modo che, malgrado tutto, Dio sia al sicuro nelle nostre mani».

Campo di smistamento di Westerbork
Il lavoro interiore di preservazione del nocciolo di sé dall’orrore a cui era sottoposta, e che piegava centinaia di persone innocenti, era il fondamento che consentiva a Etty di andare incontro agli altri prigionieri. Le permetteva di creare legami, offrire conforto, soprattutto con la sua presenza.
Spesso non esistevano parole adeguate a consolare.
«C’è un limite a tutte le sofferenze, forse a un essere umano non è dato di sopportare più di quanto non possa? oltrepassato quel limite muore da sé. Ogni tanto qui muore qualcuno perché il suo spirito è a pezzi e non riesce più a capire, in genere sono persone giovani».
Durante il nazismo, l’esperienza radicale del male la mette di fronte a un vuoto di senso, che la riporta a sé. Qui Etty ritrova l’origine: Dio. Nasce in lei l’idea-sentimento di dover mettere in salvo il Creatore, di proteggerlo, racchiudendolo nell’anima.
Il dolore non viene da lei respinto, bensì affrontato e, con una sorta di fotosintesi, inglobato e riformulato. Il male eroso con la preghiera, il silenzio
(«io sono la persona più silenziosa del Consiglio Ebraico», scriveva) e l’ostinazione perpetuati nella segreta gioia interiore di vivere, il lavoro per gli altri svolto e lo sguardo rivolto intrepidamente al futuro.


Etty muore ad Auschwitz nel novembre del 1943. Le lettere e i diari che raccolgono i suoi pensieri nei tre anni più bui e nel contempo illuminati della sua breve vita, furono salvati da un’amica e pubblicati circa quarant’anni dopo.
Oggi esistono dei veri e propri studi accademici sugli scritti e sull’evoluzione interiore della giovane olandese.
Uno di questi è il saggio di Wanda Tommasi, Etty Hillesum. L’intelligenza del cuore, nel quale vengono messe in risalto le caratteristiche propriamente femminili del rapporto col divino.
L’autrice la definisce una «mistica assoluta», perché slegata dalle religioni ufficiali. Etty vive la spiritualità partendo da sé stessa e non da ritualità definite. Non frequentava sinagoghe o chiese di alcun tipo. Era una ragazza inquieta e curiosa, che amava studiare, scrivere e vivere.
Nel suo percorso personale hanno avuto certamente peso gli studi filosofici e la relazione con lo psicologo ebreo Spier, che lei non dimenticò mai. Questi le fece conoscere i testi fondamentali della tradizione cristiana. Ma il rapporto intimo che Etty lentamente costruisce con Dio, quell’alleanza-luogo, in cui lei dice di riposare, raggiunge la maturazione negli anni della persecuzione nazista. Momento in cui, probabilmente, l’esperienza radicale del male la mette di fronte a un vuoto di senso, che la riporta a sé. E qui Etty ritrova l’origine: Dio.
«Quella parte di me, la più profonda e la più ricca in cui riposo, è ciò che io chiamo Dio
».

Cenni biografici
Etty nasce nel gennaio del 1914 a Middelburg in Olanda in una famiglia della borghesia intellettuale ebraica. Si laurea in Giurisprudenza e si iscrive alla Facoltà di Lingue slave. Prima del divampare della guerra, intraprende lo studio della psicologia.
Personalità tormentata da tensioni spirituali che le procurano malesseri fisici, Etty vive relazioni sentimentali complicate, che la rendono ancor più infelice. L’incontro con lo psicologo Spier sarà fondamentale per la sua vita affettiva e spirituale. Nel 1942 viene assunta nel Consiglio Ebraico e chiede di essere mandata come assistente sociale nel campo di smistamento di Westerbork. Muore nel lager di Auschwitz all’età di 29 anni. Nessuno della sua famiglia si salvò.
Nel pensiero della differenza sessuale, corrente filosofica contemporanea, che si occupa di ricercare le modalità proprie del femminile, risulta centrale l’attenzione per la corporeità sessuata. Il corpo, le sensazioni, sono gli elementi da cui tutto ha inizio. Il tramite che ci mette in relazione con il mondo esterno e ci consente di conoscerlo. Il corpo femminile, in particolare, è l’inizio, in quanto datore di vita. Un corpo che accoglie, offre uno spazio, nutre un altro essere nel periodo della gravidanza e nei mesi successivi.
In tutti gli scritti di Etty è presente la caratteristica del dono e della condivisione. A tal proposito Tommasi scrive:
«C’è l’idea del femminile come capace di accogliere, di dare ospitalità, di far crescere e maturare qualcosa dentro di sé, che la Hillesum svilupperà fino all’immagine dell’ospitare Dio dentro di sé».
Quindi emerge una concezione materna dell’amore per l’Altro. L’istinto di proteggere nella propria anima, come si protegge nel proprio corpo un figlio.
Tale idea-sentimento di Etty di mettere in salvo il Creatore viene interpretata da Wanda Tommasi, piuttosto, come relazione di figlia-Madre. Dove, nel gioco metaforico della genealogia femminile, se non è la madre a proteggere la piccola, allora sarà lei a proteggere la madre.
Questo ribalta la concezione comune del rapporto Creatore-creatura tipico di ogni religione. Etty non chiedeva aiuto a Dio. Non gli lanciava il fardello delle domande ultime. Non lo invocava, ma riconosceva la necessità di farsi carico del male dell’umanità, salvando, al contrario, Dio da esso. È un corpo, il suo, divenuto tempio, divinizzato appunto.
Difficile comprendere i sentimenti di Etty e difficile condividerli di fronte alla paura e alla morte. Lei lo sapeva. Non parlava molto con gli altri prigionieri di come, in alcuni momenti, fosse felice nonostante tutto.
Il fatto è che Etty voleva a tutti i costi che la Vita vincesse sulla Morte.
Voleva dare un senso all’incomprensibile. Sentiva di far parte di un destino più grande. La sua stessa interiorità non apparteneva solo a lei. Bisognava salvarla, per salvare il futuro di coloro che sarebbero venuti dopo e di Dio stesso.

«Se noi abbandoniamo al loro destino i duri fatti che dobbiamo irrevocabilmente affrontare? se non li ospitiamo nelle nostre teste e nei nostri cuori, per farli decantare e divenire fattori di crescita e di comprensione?, allora non siamo una generazione vitale».

Questa è l’eredità che [Hetty Hilesum] ci ha lasciato.


“Lettere 1942-43” - Etty Hillesum

Lettera indirizzata “A Johanna e Klaas Smelik e altri”, datata 3 luglio 1943, Westerbork
Volevo solo dire questo: la miseria che c’è qui è veramente terribile eppure, alla sera tardi, quando il giorno si è inabissato dietro di noi, mi capita spesso di camminare di buon passo lungo il filo spinato, e ancora dal mio cuore si innalza sempre una voce: non ci posso far niente, è così, è di una forza elementare, e questa voce dice: «la vita è una cosa splendida e grande, più tardi dovremo costruire un mondo completamente nuovo. A ogni nuovo crimine o orrore dovremo opporre un nuovo pezzetto di amore e bontà che avremo conquistato in noi stessi. Possiamo soffrire ma non dobbiamo soccombere. E se sopravvivremo intatti a questo tempo, corpo e anima ma soprattutto anima, senza amarezza, senza odio, allora avremo anche il diritto di dire la nostra a guerra finita». Forse io sono una donna ambiziosa: vorrei dire anche io una piccola parolina. […] La strada principale della mia vita è tracciata per un lungo tratto davanti a me e arriva già in un altro mondo. È proprio come se tutte le cose che succedono e che succederanno qui siano già, in qualche modo, date per scontate dentro di me, le ho già vissute e assorbite e già partecipo alla costruzione di una società futura. La vita qui non consuma troppo le mie forze più profonde ? fisicamente si va forse un po’ giù e spesso si è immensamente tristi, ma il nostro nucleo interiore diventa sempre più forte. [...]


[Da: Ripensandoci – Salotto di cultura]





R.


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"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
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16/08/2008 21:04

Come si fa a dire qualcosa in merito alla chiusa dei commenti?

La questione dei campi di sterminio mi e' sempre stata molto a cuore ed i libri che ho letto , la maggior parte, riguardavano l'argomento.

Quanta stroria e quanto DIO c'e' tra le pieghe della vita cosi' breve di questa scrittrice ma nel contempo cosi' vissuta!

Sentire Dio dentro di se, partorirlo nell'idiozia e nell'odio piu' totale, vedere la pianta germogliare anche dove non si e' posato seme.

Una spititualita' fortissima che va oltre ogni credo per concentrasi in un unico essere comune a tutti.

Una splendida persona di tale profondita' d'animo e' un peccato non averla conosciuta.

Ros, a me ( ma penso a tanti ) hai dato un pezzo di universo da tenere custodito come, per la ragazza, nel nostro ventre.

Grazie.

Sono molto, molto toccata da tutto: dalla tua maestria nel concentrare un tale complesso pensiero, dal tuo forte senso di maternita' che da esso traspare e dalla stupefacente visione della vita che ha saputo materializzare questa fantastica persona che ci hai fatta conoscere.

Stupendo....stupendo. Tutto.

Sono stata a Mathausen anni fa.
Dio che dolore a livello del midollo osseo!

Gli uomini e Dio non permettano piu' che tale scempio dell'essere umano possa ripetersi ancora in tale misura.
Ricordo la precisione strutturale del campo: ogni baracca a precisa distanza l'una dall'altra, tutto studiati nei minimi particolari per condurre una marea di gente a morire!

Non lo sopporto davvero. Non la sopporto questa idea.

Io e il mio ex, dopo la visita, abbiamo passato la giornata senza avere il coraggio ed il pudore di pronunciare una sola parola.


E lei, questa giovane donna, aveva il coraggio di interiorizzare tutto quell'odio e sentirsi giaciglio di un dio!

Incredibile.

Scusate, ma mi sento molo toccata.

Un bacio, Ros, ma non saprai mai di che grandezza.


R


[Modificato da Rebby. 16/08/2008 21:07]
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17/08/2008 17:03


Non dovrei essere qui... ma sono passata a dare un'occhiata e non posso non fermarmi in questo topic, per risponderti, Rosanna.
Non potevi dare alla tua poesia migliore collocazione e luce di quanto hai fatto con questo ultimo post!
E' indescrivibile quello che si prova, leggendo...

Sai, mi sento molto vicina alla spiritualità di Hetty.

Penso che sarebbe molto bello mettere la tua poesia, i commenti e il post su Hetty anche in Orizzonti dello Spirito. Ci starebbe benissimo!

Ti abbraccio e ti ringrazio con tutto il cuore, Rosanna. E anche Rebby, per quello che ha saputo dire, qui sopra!


aurora




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18/08/2008 10:19

Sono io che devo ringraziare voi, Rebby e Aurora, per l'opportunità di condividere con voi tutto ciò [SM=x832000] [SM=x832000]

Vado a postare anche nell'altra sezione...

Un abbraccio a voi.

Rosanna


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[SM=x832022] [SM=x832026]
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