Uno su quattro fa male alla salute
Dopo il recente caso di cronaca della giovane donna in coma per un’infezione provocata da un anellino al sopracciglio, è più che mai di attualità mantenere alta l’attenzioni sulle condizioni igieniche in cui vengono effettuati tatuaggi e piercing. Al di là di questo singolo caso, eccezionale per la gravità delle conseguenze, gli esperti ricordano che i problemi non sono poi così rari: un piercing su quattro provoca infatti problemi di salute.
Lo rivela uno studio realizzato dai ricercatori della Health Protection Agency e della London School of Hygiene and Tropical Medicine, pubblicato sul 'British Medical Journal'. Per molti giovani, l‘anellino al sopracciglio o il brillante applicato al naso costituisce un irrinunciabile accessorio di moda Vista la grande diffusione della piercing mania, gli studiosi hanno cercato di verificare se si tratta di una pratica innocua o se comporta rischi o conseguenze negative sulla salute. La ricerca, la prima di questo genere, ha coinvolto 10mila soggetti di nazionalità britannica, di cui circa mille avevano un piercing. Un fenomeno questo tre volte più comune nelle donne.
Il più diffuso tra gli uomini è risultato il piercing al capezzolo, mentre
tra le donne il più comune è applicato all’ombelico. I risultati dello studio hanno anche evidenziato che un adulto su 10 sfoggia un gioiello sul corpo in parti diversa dal lobo delle orecchie. Di questi, più di un quarto (il 28 per cento) ha riportato complicazioni e uno su 100 ha dovuto essere ricoverato in ospedale. I più rischiosi sono proprio i piercing fatti dai ragazzi più giovani, soprattutto tra i 16 a 24 anni di età: tra loro infatti sono state riscontrate in maggiore misura complicazioni di vario tipo, tra cui gonfiore, infezione e sanguinamento. Piuttosto rischiosi anche i piercing alla lingua, mentre quelli che hanno dato origine alle complicazioni più gravi e che hanno comportato il ricovero in ospedale, sono quelli fatti dai non specialisti.
Quattro piercing su cinque erano stati eseguiti in centri appositi, autorizzati e quindi “doc”, in questo caso i problemi si sono rivelati meno diffusi. Un gruppo di persone ha però ammesso di essere ricorso al fai da te per sfoggiare forellini su lingua, labbra e genitali. In particolare, il 9% dei piercing sulla lingua è stato eseguito senza l'aiuto di uno specialista.
Spiega Fortune Ncube della Health Protection Agency: “Questo è il primo studio che ha osservato le complicazioni di un popolare pezzo di body art. Se il piercing continua a essere di moda, al fine di evitare complicazioni e oneri per il servizio sanitario, è di vitale importanza continuare un'azione di sensibilizzazione circa l'importanza della sicurezza e di una buona igiene rivolto a chi i piercing li fa, ai loro clienti e agli operatori sanitari". Da un’applicazione fatta con strumenti non sterili potrebbe derivare anche il contagio da epatite B e C, e addirittura da Hiv.