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PAGANESIMO GRECO/PRE-ELLENICO: Afrodite

Ultimo Aggiornamento: 09/11/2011 21:54
29/04/2008 00:38
 
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Canto la dea,d'aurea corona cinta la testa,
la bella Afrodite,l'augusta signora di Cipro
marina,la dove ilsoffio sereno di Zefiro
la portò sovra l'onda spumosa del mare.
Le Ore,d'oro velate,l'accolsero liete,
di vesti divina coprendola;al capo
immortale deposero un serto
bello,d'oro,den rifinito,e alle orecchie,
nei lobi forati,fiori d'oro scolpiti;
intorno al tenero collo,al seno che argentea
luce mandava,la cinsero d'aurei monili,
di cui brillano anch'ese,le Ore,
quando a danzare tra i numi si recano,
alla casa del padre.E poi che le membra
d'ogni grazia furon composte
la condussero ai numi.Essi al vederla
esultarono e la preser per mano,e ciascuno
bramava d'averla in sposa legittima
e a casa propria condurla:
le forme stupende tutti ammiravano
di Citerea,cui viole il capo incoronano

Salute,dea cui lampeggiano gli occhi
e dolce sorridi;fa' tu che il mio canto
nell'agone riporti vittoria.Te loderò
ricordandoti,un nuovo inno cantando

Inni omerici

Afrodite immortale,signora
dal trono iridato,figlia di Zeus
che trami illusioni,ti prego,
non abbatermi l'anima
d'angoscia e pena,ma
vieni qui,se già udendo
da lontano la mia preghiera,altre volte mia hai ascoltato [...]

Saffo

E come ebbe tracciato i cenitali con l'acciaio
li scaglio dalla terra ferma nel mare dai molti flutti;
così furono portati sul mare per molto tempo,e attorna una bianca
schiuma sorgeva dall'immortale membro:in essa una fanciulla
crebbe;e prima a Citera divina
giunse,poi di qui andò a Cipro cinta dalle acque.
Scese a terra la dea veneranda e bella,e l'erba attorno
agli agili piedi cresceva,Afrodite
la dea nata dalla schiuma e Citerea dalla bella corona
la chiamano dei ed uomini,poichè nella schiuma
crebbe[...]
e ha ottenuto in sorte
quale fato tra gli uomini e gli dei immortali,
discorsi di vergini,sorrisi e inganni
e dolce volutta e l'amore di miele.

Esiodo,Teogonia


Con queste parole la splendida Dea di Amore e Bellezza è stata descritta anticamente. Ci sono una miridade di cose da dire su questa splendida figura, e a poco a poco spero di riuscire a metterne giù chiaramente qualcuna.
La Violetta mi ha promesso la descrizione che se ne fa nel libro sulle dee pre elleniche, per ora però vi riporto qualche notizia comunemente accettata.
E' una dea i cui contorni sono sfumati e vari, forse perchè l'Amore(quello vero) è un energia così forte e percepita in maniera così intensa che la si riesce a descrivere difficilmente.
C'è incertezza anche riguardo la sua nascita: Esiodo chi dice che è nata fallo di Urano, tagliato da Crono e gettato nel mare (da qui l'etimologia che vorrebbe il nome della Dea derivato da aphros 'spuma' che è comunque falsa perchè la parola non è greca); secondo altri è figlia di Zeus e Dione (letteralmente “Dea”, che aveva un santuario a Dodona famoso per il suo oracolo).

Quando nacque dalle acque fu trasportata su una conchiglia fino alle sponde di Citera (ed è per ciò detta Citerea) e poi a Cipro (Cipride); le Ore la accolsero (figlie di Zeus e Temi,impersonavano lo scorrere ciclico del tempo e l’ordine universale) e dopo averla ornata e vestita la condussero al cospetto degli olimpi,i quali rimasero incantati dalla radiosa bellezza della fanciulla, che fu data in sposa a Efesto,il dio fabbro zoppo. La nostra voluttuosa divinità però, ebbe molteplici amanti; primo fra tutti Ares, il dio guerriero al quale diede come figli Eros (secondo alcune versioni non sarebbe loro figlio, impersona la passione amorosa) Anteros (dio dell’amore ricambiato), Armonia, Fobos (la paura) e Dimo (lo spavento). Un giorno, però, il suo sposo accortosi del tradimento annunciò un suo viaggio alla moglie, la quale approfittò della sua assenza per invitare il dio guerriero nel talamo di Efesto; questo però aveva steso sul letto una rete sottilissima nella quale, al mattino, i due si ritrovarono imprigionati. Il dio frabbro allora chiamò gli altri olimpii, chiedendo in restituzione la dote che aveva pagato a Zeus (padre adottivo di Afrodite) mentre gli altri dei guardavano il bellissimo corpo nudo della Dea; Posidone (essendosi Zeus chiamato fuori dalla discussione) garantì che se Ares non avesse pagato pegno, lui stesso avrebbe preso come sposta Afrodite, ma non appena il dio guerriero fù libero dichiarò che se Zeus si era rifiutato di pagare, così poteva fare anche lui. Efesto lasciò dunque perdere la questione, essendo molto innamorato della moglie e non volendo cederla ad altri.

Giaque anche con altri immortali: Posidone (i loro figli furono Rodo e Erofilo), Dioniso (Priapo,dio dalle forte caratterizzazioni sessuali), Ermes (Ermafrodito, dio dalla doppia natura).

Possedeva un magico cinto, forgiatole dallo sposo, che aveva il potere far innamore di chiunque lo portasse; a questa influenza non poteva sottrarsi neanche Zeus. In più la Dea si vantava di non aver mai avuto amanti mortali, il signore dell’Olimpo quindi la fa innamorare di Anchise, un pastore del monte Ida il cui figlio, Enea sarebbe stato destinato a grandi cose.

Un altro amante mortale fù Adone (“signore”), il bel figlio di Mirra,tramutata nell’albero omonimo; Persefone e Afrodite volevano entrambi questo giovane come amante per ciò fu stabilito che per un periodo sarebbe stato con l’una,un periodo con l’altra e per un certo tempo solo (Afrodite però, indossando il magico cinto lo tenne con sé anche per il periodo in cui doveva stare solo). Ares allora, ingelosito per le attenzioni che la dea riservava al mortale, si trasformò in un cinghiale e lo uccise sotto questa forma; le gocce di sangue stilate dalle ferite si trasformarono in anemoni.

Da Bute (uno degli argonauti salvato dalle sirene) ebbe invece Erice (l’erica).
Paride le affidò la mela d’oro ed in cambio ottenne Elena; inoltre la Dea difese il figlio Enea durante la guerra di troia (essendo addirittura ferita da Diomede).E’ importante anche nel mito di Psiche, poiché la sottopone a difficili prove per poter riguadagnare l’amore del figlio Eros.
Inoltre trasformo la statua di cui Pigmalione si era innamorato in una donna, Galatea; fece vincera la gara di corsa a cui Atalanda sottoponeva tutti i suoi pretendenti a Ippomene.
Con chi disprezzava l’amore sapeva però essere dura e inflessibile, tramutando spesso gli sfortunati.

I suoi principali luoghi di culto sono dunque Citera, Capiro, Pafo (dove andava ad immergersi per riguadagnare la verginità dopo ogni amplesso…come dire che anche se sposata e con molti amanti non perde mai la sua libertà e unità in sé stessa), Corinto (dove le sue sacerdotesse, le Ierodule, la onoravano con rapporti sessuali), Cnido, Atene e sul monte Erice.

Le erano sacre le colombe e i passeri che si diceva tirassero il suo cocchio, i delfini che tirarono la sua conchiglia sulle rive di Citera, la mela, il mirto, la rosa, il limone, lo specchio (dietro a quali era spesso raffigurata).

Facevano parte del suo corteo Peito (la persuasione), Himeros (il desiderio), le Cariti (splendore, gioia, prosperità), le Ore ed Eros.

Mi rendo conto che per lo più queste informazioni sono un po’ sterili e nozionistiche però in alcune si potrebbe forse percepire come realmente era vista questa dea.
Aggiungo ancora solo qualche epiteto, che sono davvero splendidi:
Ambologera, che non invecchia
Despina, sovrana
Etera, compagna (nella società greca le etere erano delle prostitute molto istruite che avevano amanti nell’aristocrazia, come il tiranno Pericle)
Porne, prostituta
Calliglutea o Callipigia, dal bel sedere
Colpode, sinuosa o colei che indossa il kolpos (cintura che stringeva la veste sotto al seno)
Basilis, regina
Anosia, l’empia
Melaina, la scura
Philommeides, amante del riso
Philommeidea, amante dei genitali
Doloploke, tessitrice d’inganni
Adrofone, assassina

Direi che per questa sera basta…a breve qualche riflessioncina personale.
[Modificato da Elke 29/04/2008 00:49]


...per lasciare agli esseri umani la scelta di scomparire nel tempo dell'eternità o vivere nell'eternità del tempo.

Haria

29/04/2008 02:42
 
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Ho aggiunto al titolo anche "pre-ellenico" così facciamo una ricerchina completa su di Lei cercandone le origini più pure!
Secondo il testo Lost Goddesses of Early Greece, la Aphrodite pre-ellenica, ovvero priva delle successive manipolazioni patriarcali/olimpiche che la vogliono moglie di un altro dio, era totalmente libera, indipendente, languida e splendente, unica in se stessa, ovvero completa, seppur amante dell'Amore e della sessualità sacra e bella.
Vi riporto ciò che traggo e traduco liberamente dal libro:

"Aphrodite è la Dea della fertilità, la prima madre di tutto ciò che si genera e si crea. E' una Vergine nel senso originale del termine (unica in se stessa, che non si astiene necessariamente dal sesso ma rimane sempre indipendente), e possiede una bellezza eterna. La sua nascita dal mare è solo un'altra versione (simile a quella di Pandora e Persephone) dell'anodos, l'erigersi della Dea ("the arising of the Goddess"). Il suo bagno rituale di rinnovamento è associato a quello di Hera e Athena.
A Creta l'epiteto Antheia (Dea fiorita, Dea dei fiori, Dea fiorente) era connesso ad Aphrodite a Knossos. Il titolo rivela un suo antico collegamento con le erbe magiche ed Ella è associata al mirto (Apple myrtle - correggetemi se non è il mirto), al papavero alla rosa e alla menta d'acqua (water-mynt - anche qui correggetemi se ho tradotto male).
Ella è colei che crea la rugiada del mattino.
Aphrodite giunse in Grecia da Cipro e originariamente dall'Asia occidentale (...). La Dea è assimilabile specialmente ad Ishtar e Astarte."

Poi si dice che quando fu assimilata al pantheon olimpico le fu "inutilmente" affiancato un marito, dato che non poteva certo essere "unica in se stessa" in un simile sistema di idee, ma nonostante questo la sua non fu una vera e propria manipolazione e il suo aspetto frivolo e traditore è chiaramente una lieve superficie che le è stata posta addosso, oltre la quale emerge ciò che era realmente, la pura attrazione dell'Amore, dell'Unione, della Bellezza, eppure dell'Indipendenza al contempo.

Un pezzetto tratto e tradotto (molto) liberamente dal mito ricostruito da Charlene Spretnak, autrice del suddetto libro:

"Magicamente Ella li toccò col desiderio e li spinse ad accoppiarsi gioiosamente. Ella benedì il ventre delle donne, vegliando sulla sua crescita.
In ogni luogo Aphrodite sparse la nascosta promessa di vita. Ogni giorno Ella bacia la terra con la rugiada del mattino.
Le sue Grazie erano: Fioritura, Crescita, Bellezza, Gioia e Radiosità. Esse coronavano la Sua fronte col mirto e tracciavano un sentiero di petali di rosa ai suoi piedi.
Attraverso le stagioni, gli anni, le ere, i misteri di Aphrodite rimangono inviolati, perchè Lei sola comprende l'amore che dà inizio alla vita."


Io la trovo splendida e la percepisco proprio come l'Amore supremo e quell'energia naturalissima e potentissima che crea attrazione e spinge all'amore, alla sessualità... eppure riempie tanto da non permettere la perdita di noi stessi nell'altro/a, perchè questa pienezza rende completi e indipendenti...
Ciò che erano le Vergini Arcaiche... [SM=g27822]

Violet




"Oltre ogni tempo e tuttavia nel cuore del tempo."
Haria

"Incappucciate e velate, con le trecce color notte, le Fate porteranno ciò che nessun profeta intuì."
Lord Dunsany

Il Tempio della Ninfa

29/04/2008 10:35
 
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Splendido Violettina mia!
La dea senza Madre poichè lei stessa è tale,la Dea in sè e per sè, non generata da altri fuorchè da quel sentimento di Amore voluttuoso che essa stessa incarna.
Ciò che avevo tratto anche io dalle varie letture è il suo carattere di Vergine indipendente che però sa gioiosamente congiungersi; non ha importanza che i Padri le abbiano dato marito, non possono cambiare la sua voluttuosa natura. Inoltre i nomi dei suoi figli e di coloro che l'accompagnano lascia intendere tutto il languido splendore che questa Dea rappresenta: Ermafrodito, colui che ha doppia natura, maschile e femminile ed è per ciò completo (come la madre); l'indomabile Eros che spinge gli uomini e le donne ad unirsi in qualsiasi tempo; le radiose Ore e le Cariti soavi che con balli corali risvegliavano il fuoco languido e scandiscono il tempo a passo di danza.
La sua forza, simboleggiata dal cinto che porta, agisce su animali, uomini ed immortali, è il principio generatore di ogni cosa che porta all'unione,all'aggregazione e all'Armonia, dolce ed antica figlia.

Mi sono soffermata a riflettere del perchè fosse rappresentata dietro agli specchi; potrebbe essere perchè, semplicemente, essendo lo specchio strumento "di bellezza" ben si addiceva a questa dea. Ma forse l'invito di Afrodite è più profondo: nello specchio si può vedere un volto luminoso solo se il nostro volto è tale, solo se si assomiglia alla Dea dai molti nomi esso rifletterà la divina bellezza di Afrodite.

Bellissime riflessioni amorina [SM=g27838]

[SM=x728033]



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Haria

29/04/2008 12:28
 
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Care amiche,
alle già splendide ricerche aggiungo alcune informazioni tratte dal nostro sempre prezioso U. Pestalozza, in “I miti della donna giardino, da Iside alla Sulamita” (pag.35).
Lo sto iniziando a leggere e stamani sono davvero rimasta allibita dal passaggio in lingua greca tra la parola “melon”, mela (cara ad Afrodite, pensiamo anche al senso della scelta di Paride…) e la parola “myllas”, ovvero meretrice.
In uno stupefacente e misogino percorso, si passa dall’indicare la “vulva” (“mela” in greco, ovvero “le intime le labbra del mistero femmineo”, dice Pestalozza) con un meraviglioso frutto della Natura a “myllas” (meretrice), nel senso di “quella di certe labbra, quella della vulva”.
In pratica dall’esaltazione della potente-creativa vitalità femminile si passa alla sua castrazione-denigrazione.
Tant’è che la dea Romana Flora, festeggiata proprio in Maggio, nella tradizione greca si narra che abbia avuto in dono il dominio sul mondo vegetale dal marito Zefiro, dopo che egli, per possederla, l’aveva stuprata.

Ovidio, I Fasti, libro V, mia libera traduzione dall’Inglese:
Era primavera, io girovagavo: Zefiro mi vide: mi allontanai.
Lui mi inseguì: io fuggii: egli fu più forte,
e Borea dette a suo fratello il permesso di abusare di me
Con l’ardire di rubare un premio dalla casa di Eretteo.
Eppure, egli fece ammenda per la sua violenza,
concedendomi il nome di sposa,
e non ho nulla di cui lamentarmi a letto.
Mi piace l’eterna primavera: la sempre luminosa tra le stagioni,
Gli alberi hanno foglie: la terra è sempre verde.
Ho un rigoglioso giardino nei campi che erano la mia dote,
areati dalla brezza, e innaffiati dalla pioggerella primaverile.
Mio marito lo pienò di fiori, riccamente,
E disse: "Dea, sarai la signora dei fiori.”


E, se si può dir peggio: durante le Floralia Romane, gli uomini eccedevano in atteggiamenti licenziosi, costringendo le attrici, che partecipavano alle rappresentazioni teatrali, ad esibirsi nude in palcoscenico, mimando gesti e pose allusive.

Dalla voce:
Floralia, o Ludi Florales, di "Dictionary of Greek and Roman Antiquities edited William Smith (1870)
Da Valerio Massimo apprendiamo che rappresentazioni teatrali e mimiche costituivano la parte più importante dei vari divertimenti, e che era uso per il popolo riunito in questa occasione chiedere alle attrici – femmine - di comparire nude sul palco e divertire le persone presenti con gesti e danze indecenti.

Be’, l’importante è recuperare questo “Sapere” pre-patriarcale…

Maria Teresa
http://img1.freeforumzone.it/upload1/1066523_danae.jpg
29/04/2008 19:59
 
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Ringrazio Elke e Violet per queste notizie su Afrodite, dalle quali ho appreso molte cose che ignoravo, e per le loro osservazioni, che aiutano a comprenderla. Insieme alle qualità meravigliose raissunte benissimo da Violet nel suo commento sull’amore che unisce senza annullare, mi affascinano specialmente l’antichità primordiale e l’assoluta autonomia della dèa. E’ molto più bello sentirla e immaginarla come «prima madre di tutto ciò che si genera e si crea», piuttosto che nata dal membro evirato di Urano. Così, ho cercato altre notizie sulle sue origini e vi propongo ciò che ho trovato ne «Gli Dèi e gli Eroi della Grecia», di Karoly Kerényi (Milano, Garzanti, 1982, pp. 65-66).

«La nostra grande dea dell’amore non è stata mai esclusivamente nostra. Essa è la stessa divinità che anche i nostri vicini orientali veneravano, sotto nomi barbarici come Ashtoret o Ishtar, che noi più tardi abbiamo reso con il nome di Astarte. In Oriente essa era una dèa estremamente assetata d’amore, ma che sapeva anche donare una illimitata voluttà amorosa».

La leggenda orientale della nascita di Afrodite, identificata con Astarte, narra che «alcuni pesci avevano trovato nel fiume Eufrate un uovo meravigliosamente grande. Lo spinsero sulla riva: una colomba lo covò e così nacque la dèa di cui si affermava che fosse la più benigna e la più misericordiosa verso gli uomini».

Aggiunge quindi Kerenyi, di nuovo dal punto di vista greco: «Da noi la corrispondente storia si riferiva alla nostra dèa dell’amore, Afrodite, il cui nome ricorda pur sempre un po’ il nome di Ashtoret. In quella storia, Afrodite resta fuori dalla cerchia degli dèi olimpici, anche dopo che vi è stata accolta. Ma essa rimaneva al di fuori dell’Olimpo anche a causa della sua più ampia sfera di potenza, circa come Ecate, alla quale risulta anche strettamente affine, quando accetta sacrifici di cani sulla costa tracia come Afrodite Zerintia o su quella attica come Genetillide. Per gli Ateniesi essa era la più antica Moira. Altrove era considerata anche figlia di Crono, insieme con le Moire e con le Erinni».

Questo passo, anche nell’indicare la connessione di Afrodite con Ecate, le Moire e le Erinni, mi sembra confermare, appunto, l’antichità e l’autonomia della dèa rispetto agli Olimpi, come narrato in «Lost Goddesses».

A proposito della versione omerica della nascita della dèa, Kerenyi riferisce: «Ma Afrodite non era da noi l’unico nome della grande dea dell’amore. Con parola greca essa si chiamava anche Dione. È la forma femminile del nome Zeus, paragonabile nella sua formazione al nome latino Diana, e significa una dèa del cielo luminoso. Dione era nota anche come dea dell’acqua. A Dodona era venerata insieme a Zeus, dio della sorgente, come sposa del dio supremo e dea della sorgente dalla quale si ottenevano gli oracoli. Esiodo l’annoverava tra le Oceanine, mentre secondo gli Orfici essa era una figlia di Urano. La fondazione dell’oracolo di Dodona veniva attribuita a una colomba. Coloro che, come Omero, volevano completamente subordinare la grande dea Afrodite a Zeus, raccontavano che essa era figlia dell’Olimpio e di Dione».

Tre pagine sono dedicate da Kerenyi agli epiteti di Afrodite, che indicano fra l’altro le sue connessioni con le Moire, con Ecate, con le Erinni, con la Luna, e con gli Inferi. Se vi sembra interessante, posso elencarli in un prossimo intervento…

Cercherò anche d’indagare sull’associazione di Afrodite con lo specchio, che mi intriga molto... [SM=g27822]





E sempre il vento e l’ombra misuravano il tempo,
il sole portava riflessi come grate di gioia
alloggiata là fuori, incurante degli agguati—
quella che si sarebbe dovuta cercare.


Crevice Weeds






01/05/2008 17:05
 
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Aggiungo qual cosina anch’io dopo le vostre splendide osservazioni

Afrodite, giunta in Grecia dall’oriente, era originariamente la Dea della fecondità e dell’amore dei Babilonesi , dei Fenici e di altre popolazioni asiatiche. In principio era anche definita “Dea del Cielo”.
Sull’isola di Cipro, dove la Dea avrebbe messo piede per la prima volta sulla terra, i crostacei sono ritenuti sacri per via della loro forma simile alla vulva.
Anche quando Afrodite diventa figlia di Dione e Zeus, il ricordo della sua origine marina non viene del tutto dimenticato; Dione, infatti, è una delle figlie di Oceano.
Tutto ciò che vive ha avuto origine dal mare e dal mare sono giunte sapienza e profezia (qualità che sono sempre state associate all’eterno femminino).

Cito la definizione che ne da Walter Friedrich Otto in Teophania:
“Afrodite è la ricchezza stessa, l’aurea sovrabbondanza, la gemma che impreziosisce il mondo: ella sempre solamente dona , né mai per tale donare perde della sua ricchezza; ella è l’oggetto dell’amore, che par beato in se stesso, e che sempre è disposto a irradiare felicità… colei che trascina all’estasi. Per questo il suo regno abbraccia tutte le delizie, dall’amore sessuale fino al celeste incanto della bellezza eterna.
Tutto ciò che noi diciamo amabile – sia esso figura o gesto, parola o azione – trae da lei il nome.”

Afrodite era venerata anche come Dea del mare, perché la bellezza che permea tutta la natura comprende anche il mare. La sua divinità, quindi, si estende a tutto il vivente. L’area del suo dominio non è un frammento di mondo ma il mondo, ed è questa caratteristica che fa di lei una divinità autentica.
Afrodite è la dea della natura nel momento del suo fiorire, ed è quindi legata alle Càriti, geni benefici della vegetazione. “ Ella danza con loro e da loro vien lavata, unta con l’olio immortale e di preziose vesti vestita.”

La dea dell’amore può anche sopraffare l’uomo, con una potenza tale, da portarlo alla follia (un po’ come Dioniso).
Afrodite si rivela anche nelle sfere più alte dello spirito e nelle sue creazioni più sublimi.
Nell’amore è lei a far battere il cuore degli uomini, è lei a riempirli di desiderio, e lei che, nei grandi cicli cosmici, ricostruisce armonia ed equilibrio, è lei che parla del desiderio che spinge il cielo ad accostarsi nuzialmente alla terra per generare frutti.



Con il nostro pensiero noi creiamo giorno per giorno il mondo che ci circonda
Marion Zimmer Bradley

Ogni momento governato dall’anima è sicuramente un “occasione speciale”
Clarissa Pinakola Estés


01/05/2008 17:21
 
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Ho riflettuto sulla sua associazione con Morie ed Erinni. Le Morie sono le filatrici del destino, coloro che intessono forse fili d'oro ed argento per coloro che possono accedere all'Armonia universale, ed il loro nome significa "misura" (parola associata a mese,luna e mestruo); le Erinni invece (nate dalle gocce di sangue cadute nel momento dell'evirazione di Urano e quindi un pò sorelle di Afrodite se vogliamo) erano coloro che perseguitavano i criminali, soprattutto coloro che commettevano crimini contro la famiglia (inseguirono ad esempio Oreste che aveva ucciso la propria madre Clitemnestra) chiamate anche Eumenidi, ovvero gentili. Tutte queste divinità hanno in comune il mantenimento di un Ordine universale...non stupisce, quindi, che siano dette sorelle.
Inoltre alcuni degli appellativi di Afrodite lasciano intendere questo suo carattere, temuto da uomini e dei, poichè tutti devono rispettare questa Legge Universale.

Leggendo "Delle antiche danze femminili" ho trovato una citazione di "Religione mediterranea":[...] di una Potnia che pur chiamandosi Parthènos, si attribuiva al tempo stesso l'appellativo di Prostituta (inteso come donna libera) e di Porne, Hètaira, Pàndemos nel mondo greco-anatolico, dove questi tre termini non vanno considerati come frutti più o meno tardivi di un corrotto decadentismo religioso, ma come designazioni superstiti dell'antica Potnia preellenica, riaffioranti qua e là in Grecia e nell'Asia Minore [...] E in questi appellativi apparentemente opposti a Parthènos si vedeva il paradossale e quasi esasperato affermarsi di un'altra fondamentale funzione della dea: quella di largitrice instancabile e inesausta della vita universa, necessariamente connessa al possesso e all'uso di una illimitata libertà sessuale, trascendente le leggi e i costumi della vita associata."

Afrodite trascende la società degli dei Olimpici pur essendo chiamata a farne parte, così la Donna che a lei assomiglia trascende morale e inutile pudore, ignorando le artificiali leggi del mondo in cui vive.

Tellus le tue riflessioni e le parti che hai riportato sono bellissime, Afrodite come dea totale, che permea il mondo...

Ogni giorno di più penso che questa sia una faccia della divinità davvero splendida... [SM=g27838] [SM=g27838] [SM=g27838]


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Haria

28/05/2008 14:16
 
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Un'immagine di Afrodite di Michele-lee Phelan che a mio parere è molto bella ed esprime la gioiosa sensualità di questa Dea [SM=g27817]



30/05/2008 23:08
 
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L’aspetto che maggiormente mi colpisce è che Afrodite rispecchia la libertà di vivere l’amore come dono, condivisione, passione sacra, senza quell’attaccamento tipicamente umano che si trasforma in possesso, gelosia, quella libertà di essere donna-dea al d là degli odierni pregiudizi, quella capacità di gestire l’energia sessuale e che tanto ha spaventato gli uomini!!

Vi riporto a riguardo un piccolo passo dal libro “oscure madri splendenti” di Luciana Percovich:
“Essere stata inserita nell’olimpo come Dea dell’amore è sicuramente legata al fatto che nei templi dedicati alla fenicia Astante si praticavano riti di fertilità e feste connesse con la sacralità del sesso, che i pudibondi studiosi dell’antichità hanno definito Prostituzione sacra non riuscendo ad immaginare un'altra lettura del fenomeno. Essere diventata dea dell’amore, congelando un solo aspetto della vicenda cosmica di eros, pathos e generazione in una ristretta visuale di pulsioni umane, è un ulteriore esempio della parcellizzazione dell’immagine primigenia della dea e dello strappo tra visione panica e universo meramente umano sancito dagli Olimpi.
Anche Afrodite aveva in origine la facoltà di profetare ed era presente sui campi di battaglia, era cioè ben diversa all'innocua e molle etera che è stata fatta diventare.








...nel richiamo di sensazioni persiste il sogno..
27/09/2009 15:25
 
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Splendide riflessioni, mi ero fatta scappare il tutto [SM=g27831] , leggere il tutto è una vertigine complicatissima da definire, quante nozioni [SM=g27836] [SM=g27836] U. Pestalozza è sempre raffinatissimo nelle sue intuizioni [SM=g27836]

Riflettevo su questo punto portato da Elke:


Facevano parte del suo corteo Peito (la persuasione), Himeros (il desiderio), le Cariti (splendore, gioia, prosperità), le Ore ed Eros



Le prime da accogliere la Dea furono le Ore, le guardiane dell'Olimpo simboli anche dell'ordine universale.
Bellezza quindi si accompagna a tutti gli Dei Armonia, Ares, Anteros, Fobos, Dimo, Poseidone, Ermes, Dioniso e via dicendo.
Si può forse dire: una volta entrata nel raggio dell'ordine universale e ciclico, la Bellezza, ha abbracciato ogni elemento dell'esistenza, ogni aspetto delle passioni ed emozioni umane e da essi abbia generato altri incomparabili aspetti dell'esistenza a cui noi cerchiamo di dare un nome e un volto.
Come ha detto Elke è anche assassina: chiunque non rispetti e non comprenda la reale Bellezza e l'Eros che ha generato non sarà mai degno di lei e delle passioni che Ella conduce tanto da farle degenerare a danno degli uomini.
L'unico in grado di ricondurre gli uomini verso la Bellezza è appunto Dioniso, nel tentativo di risvegliare l'irrazionale che ci abita silente a causa delle nostre auto-costrizioni e vestimenti.

Forse per questo la Bellezza è soprattutto, Se-duzione, ovvero ripotare a se la Bellezza, lasciarsi sedurre dall'ordine universale e ritornare a se, ricondurlo alla propria essenza.

[SM=g27817]







Ascolta, Dea regina,
portatrice di luce,
Luna divina,
Mene dalle corna di toro,
che corri di notte,
ti aggiri nell'aria,
notturna, portatrice di fiaccole, fanciulla,
Mene dai begli astri,
crescente e calante, femmina e maschio,
splendente, ami i cavalli, madre del tempo, portatrice di frutti,

Inno Orfico- Luna




06/08/2011 20:31
 
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Afrodite è una Dea affascinante dalle molteplici aspetti e sfumature.
Ne "I miti greci" Graves dà questa interpretazione di Afrodite:
Afrodite (tr.nata dalla schiuma) è la medesima Dea dall’immenso potere che nacque dal Caos e danzò sul mare.
In questo passo Graves si rifersce al mito pelasgico della creazione, dove l’antica Dea pre-ellenica Eurinome emerge dalla acque e danza:

All'inizio Eurinome, Dea di Tutte le Cose, emerse nuda dal Caos e non trovò nulla di solido per posarvi i piedi: divise allora il mare dal cielo e intrecciò sola una danza sulle onde. Sempre danzando si diresse verso sud e il vento che turbinava alle sue spalle le sembrò qualcosa di nuovo e di distinto; pensò dunque di iniziare con lui l'opera della creazione. Si voltò all'improvviso, afferrò codesto Vento del Nord e lo sfregò tra le mani: ed ecco apparire il gran serpente Ofione. Erinome danzava per scaldarsi, danzava con ritmo sempre più selvaggio finché Ofione, acceso di desiderio, avvolse nelle sue spire le membra della dea e a lei si accoppiò. Ora il Vento del Nord, detto anche Borea, è un vento fecondatore; infatti spesso le cavalle, accarezzate dal suo soffio, concepiscono puledri senza l'aiuto di uno stallone. E così anche Eurinome rimase incinta.
Subito essa, volando sul mare, prese la forma di una colomba e, a tempo debito, depose l'Uovo Universale. Per ordine della dea, Ofione si arrotolò sette volte attorno all'uovo, finché questo si schiuse e ne uscirono tutte le cose esistenti, figlie di Eurinome: il sole, la luna, i pianeti si, le stelle, la terra con i suoi monti, con i suoi fiumi, con i suoi alberi e con le erbe e le creature viventi.
Eurinome e Ofione si stabilirono sul Monte Olimpo, ma ben presto Ofione irritò la dea perché si vantava di essere il creatore dell'Universo. Eurinome allora lo colpì alla bocca con un calcio, gli spezzò tutti i denti e lo relegò nelle buie caverne sotterranee.


Questo antico mito racchiude in sé la concezione matrilineare del mondo antico, quando ancora non si conosceva il potere fecondatore dell’uomo, ma solo quello vitale della donna che quindi deteneva il potere, anche e soprattutto quello sessuale: era la donna a scegliere il proprio partner e a lasciarlo quando più le aggradava.

La nascita della Dea in ambiente marino è significativa non solo perchè la nascita stessa della vita, la storia dell'evoluzione e dell'uomo sia partita dagli stessi oceani da qui emerse Afrodite, ma anche perchè il feto, il bambino prende forma in un luogo ricco di liquidi: l'utero.
Di questi due eventi, uno più primordiale, l'altro a livello inconscio e profondo, l'uomo serba quindi un ricordo che viene associato alla sessualità.
Il quieto e ritmico muoversi delle onde così come il muoversi sinuoso del corpo che nuota ci ricordano il ritmo di due corpi intenti in un atto d'amore profondo, quell'amore profondo di cui Afrodite è l'emblema e ispiratrice.
Inoltre la Dea è attratta dalla spiaggia inumidita dalle onde, essa sparge la rugiada nei campi, così come invita l'essere umano all'abbandono e lo invita (soprattutto nel caso della donna) a bagnarsi così come succede alla terra, per diventare feconda.

Tutto ciò a mio parere dà l'impressione che Afrodite sia più che una Dea dotata di straordinario potere seduttivo.
E' anche una Dea vitale, la dea dell'amore fautore di vita, l'amore più intenso, gioioso e puro che si possa vivere e dona la vita non solo intesa come concepimento di un bambino, ma anche perchè attraverso un'esperienza Afroditica possiamo arrivare all'essenza divina che ci dona conoscenza e comprensione aiutandoci ad intraprendere un nuovo cammino.
Quest'aspetto di innalzamento alla divinità è proprio della cultura greca, che all'opposto del successivo cristianesimo accusatore percepiva appunto nell'unione un elevamento spirituale, un'importante esperienza estatica piuttosto che un abbassamento alla materia ed alla sfera animalesca dell'uomo.

Per ora mi fermo qui, ma è uno studio così affascinante che ci tornerò presto su [SM=g27823]


09/11/2011 21:54
 
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C'è un interessante supposizione di Luciana Percovich, in " Oscure Madri Splendenti ", sotto il pezzo che ha riportato Thellein:

" .. Secondo alcuni, la statua della Venere di Milo, che ha un braccio solo, manca dell'altro non perché perso accidentalmente, ma perché le fu mozzato in quanto quel braccio reggeva una lancia: si trattava cioè della sua antica rappresentazione, che però ormai dava fastidio rispetto al cliché che doveva rappresentare, cioè una perfetta e provocante amante che, se con la lancia in mano, non era quanto di più rassicurante potesse desiderare un maschio. "

Anche in questo caso la cultura patriarcale ha svilito una figura antica e troppo potente per rientrare nei prestabiliti canoni ellenici.

Un passo del " Dizionario Mitologico " del professore Salvatore Alia propone, invece, una descrizione di Afrodite, che mi ha sempre affascinato da piccola: " .. Era rappresentata, col capo cinto di rose e di mirto, velato il fiore della sua femminilità da una misteriosa cintura, tirato il carro da passeri, colombi e cigni, col corteggio del riso, dei giochi, dello zefiro, delle grazie e degli amorini. .. All'antichissima, e certo più diffusa, tradizione di Afrodite terreste e sensuale, fu col tempo contrapposta, sull'autorevole testimonianda del poeta Esiodo, l'altra celeste e spirituale, simbolo della forza animatrice della natura e benigna pròluba, rappresentata con in mano lo scettro ed in fronte una stella. " [SM=g27821]
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