Capitolo 6 - "La Bestia nel cuore..."

"Il motivo che mi spinge a sfidare le forze dell'oscurità è molto semplice Lord Hirluin: quale responsabile della sicurezza è mio preciso dovere proteggere tutti i membri della Compagnia.
Il fatto che uno di essi sia scomparso misteriosamente è piuttosto seccante e non sono abituato a farmi soffiare da sotto il naso le persone che dovrei proteggere. Se succede mi impegno per ritrovarle, senza trincerarmi dietro scuse puerili e senza rimanere fermo, pregando devotamente Bèma, nella speranza che ritorni o che la tempesta passi finalmente oltre."

Eorein sorrideva, ma i suoi occhi azzurri erano freddi come il ghiaccio.

"Io credo che ci sia un collegamento tra la sparizione di Lasya, questo il nome della fanciulla scomparsa, e gli oscuri avvenimenti che hanno funestato la nostra permanenza in Lond Arador e credo che tale collegamento possa essere scoperto a bordo della nave nera. Per ciò che riguarda le altre risposte alle vostre domande, credo proprio che Ronan possa senz'altro rispondervi."

e fece cenno all'attore di parlare...

"Cosí va molto meglio, Capitano..." disse Hirluin con sincero rispetto. "Dunque, Ronan, a te far pendere l´ago della bilancia in vostro favore. Eorein ha giá fatto abbastanza. Non vi chiederó di rivelare nulla di compromettente, se é questo che vi fa esitare. É un rapimento? Beh, sappiamo tutto la prima cosa che si dice ai familiari del rapito. Se ne parli a qualcuno, lei muore. Il tuo parere, Ronan, sulla scena a teatro e la sparizione di Lasya, un fatto increscioso e una questione per la quale spero davvero di potervi aiutare"

*..che sappia giá?* pensó Ronan, colto da un attimo di agitazione. Forse lady Aini non era poi tanto in disaccordo col padre...o forse...no, non poteva essere una trappola

"Suvvia, a chi pensate? Chi credete ci sia su quella nave nera, che anima draghi di cartapesta e rapisce fanciulle senza alcun motivo?"

Le parole erano leggere, gli occhi brillanti, ma la voce era dannatamente seria...

*Ecco .. lo vedi cosa succede a scoprirsi subito? adesso non sappiamo più se ci possiamo davvero fidare..
perfino i cani della prateria si annusano un po’ prima di fare amicizia, maledizione..
adesso.. se lui non sa della figlia, qualunque cosa può andar bene.. se invece lo sa.. o se è d’accordo con lei nel bene o nel male.. devo dargli l’idea tra le righe di esserci stato tirato per i capelli... o anzi.. sì.. che ce li abbia portati io apposta.. così, alla peggio, Lady Aìni dovrebbe solo ringraziarmi.. e se i ragazzi si sono davvero compromessi, avrei ancora la possibilità di tirarli fuori dai guai in un secondo momento.. spero solo che almeno una volta mi reggano il gioco.. e non si mettano a contraddirmi..*


“Milord.. temo che ci sia stato una sorta di fraintendimento.. come ho detto, io ufficialmente sono qui come rappresentante della compagnia per ringraziarvi del vostro invito e per introdurvi alla chiacchierata coi nostri due amici. E, come dovevo, ho riportato il pensiero che tutti noi abbiamo riguardo i fatti recenti.. ovvero che Lasya è sparita senza motivo e, aggiungo ora, sulla storia del drago di cartapesta.. forse qualche rivale ci ha fatto uno scherzo di pessimo gusto e ha provato a sabotare lo spettacolo, sostituendo le polveri dei fumi di scena con chissà quale sostanza, pensando in tal modo di danneggiarci.. io stesso non mi ricordo bene ciò che è successo, ho delle impressioni sfuocate, immagini, ricordi un po’ confusi, come chiunque altro fosse abbastanza vicino da vedere bene, del resto.

Piuttosto, parlando di cose più attinenti al motivo della nostra visita.. Chi sono io per giudicare le premonizioni o i sospetti di un discendente di Nùmenore, studioso delle scienze e dei segni degli astri?
O per contrappormi alle convinzioni del suo compagno d’armi, un cupo cavaliere delle praterie toccato da funeste visioni?
Quando Athorman ed Eorein mi hanno confidato le loro opinioni su quella nave e su quanto hanno già detto or ora, non ho certo nascosto le mie perplessità al riguardo, ma ho pensato che la cosa migliore da fare fosse portarli qui… * e, se sei di quell’idea, servirli a te e a tua figlia su un piatto d’argento.. * .. perché i loro dubbi si dissipassero.. oppure ricevessero l’aiuto e i consigli necessari da una persona saggia e non ancora soggiogata alla paura, come invece chiunque altro in questa città.
*perché tu lo sai quello che sta per succedere..? *
Voi dunque eravate la persona più indicata. E questo luogo quello più consono.
Vostra figlia mi avrebbe consigliato la stessa cosa, suppongo, se avessi avuto occasione di parlargliene. * leggi.. non ho fatto a tempo ad avvisarla delle novità.. oppure.. sua figlia vi stima molto e nonostante le apparenze ai ricevimenti ogni tanto parla anche bene di voi..*

Ora, visto che mi viene richiesto di esprimere la mia opinione personale.. ebbene..
riguardo a Lasya, davvero sono perplesso, non capisco come si possa pensare a un rapimento, né quale sarebbe la necessità di una cosa del genere. Forse è solo un malinteso..
*leggi.. se siete stati voi.. siete degli idioti, non ce n’era alcun bisogno.. e sarà il caso che mettiate le cose a posto..*
Sinceramente temo si sia smarrita durante la tempesta, o piuttosto, visto che a quanto ho saputo stamani non è stata ancora ritrovata, immagino sia fuggita col fidanzato con cui si scriveva da tempo; avevo il dubbio ci stesse preparando uno scherzo del genere..
*..quella del fidanzato non ve l’aspettavate vero?.. se tuo padre ti riferirà queste cose, penserai di aver fatto uno sbaglio.. e forse Lasya sarà salva..*
Solo mi spiace essere costretto a dirlo ora, visto che si tratta di una cosa piuttosto riservata, ma naturalmente confido nella discrezione di tutti.
Naturalmente voglia il cielo che sia così e che non sia nulla di peggio, nel qual caso il vostro aiuto, Milord, sarà più che benvenuto, perché la cosa si risolva senza chiasso e nel migliore dei modi.
*..ovvero se c’entri anche tu, vedi di sistemare le cose o potrebbe venir fuori tanto di quel chiasso che non t’immagini..*

Veniamo ora a questa misteriosa nave nera.. che dovrebbe essere, a quanto ho capito, il motivo della nostra visita. * ovviamente io non ho nessun interesse a dare corda a questi due.. *
L’ho vista, in effetti, e mi sembra, invero, proprio una.. nave, né più, né meno.. un po’ lugubre, forse, certamente di pessimo gusto.. ma pur sempre una.. nave. Insomma, nulla di spaventoso. Non più di una nave di corsari, come immagino che sia.
Probabilmente viene da qualche maledetto porto del sud.. magari ha appena razziato qualche paese sulla costa qui vicino.. e noi stiamo qui a guardaceli spauriti sotto il nostro naso come se niente fosse.. solo perché quei dannati osano battere bandiera mercantile.
Forse si sono rifugiati nella baia a causa del maltempo e non vogliono semplicemente essere attaccati.. Una ruse de guerre, nè più, ne meno...
*ma guarda cosa sto tirando fuori.. *
E’ chiaro che, data la situazione non ben definita, allo stato attuale delle cose il conte o chi per esso non può far nulla, ufficialmente, senza violare una pletora di stupidi cavilli diplomatici, tanto più che sua grazia non sembra nemmeno presente alla rocca.
E tutti gli altri sono paralizzati come donnicciole spaurite, forse per via di quella triste vicenda di dieci anni fa.
Ora, se qualcuno con ancora un po’ di fegato ritenesse il caso di andare a darci un occhiata non ufficiale.. tanto per controllare che siano davvero una minaccia, di qualunque genere sia, sapersi regolare e trovare un motivo per colarla a picco.. *se proprio ci teniamo.. *
be.. per il bene della corona e del regno di Arnor potrei anche decidere di partecipare.. perché no? Anche per aiutare i miei amici, naturalmente.. * e tenerveli d’occhio, no?..*
Bèma non voglia che si caccino troppo nei guai senza di me.
A patto che ufficialmente nessuno sappia del nostro coinvolgimento, ovvio.
La compagnia non c’entra.
Come voi, del resto. Voi non ne saprete nulla.
E noi avremo agito di nostra iniziativa.

Per i dettagli pratici, credo che i capitani siano più esperti di me al riguardo, ma posso dire che un paio di marinai esperti contiamo già di trovarli, e un manipolo di uomini coraggiosi, molto abili con le armi e che sono ancora soliti farsi beffe della morte quanto del vento del nord, anche.
Io non sono abile come loro, ma so cavarmi d’impaccio.

Voi diteci solo cosa ne pensate * tu e lei.. e di conseguenza cosa dovrei fare io.. * e come, se è il caso, potreste darci indirettamente una mano nell’Impresa, ammesso che sia saggio intraprenderla. Noi, in fondo siamo appena arrivati, mentre voi siete qui da una vita.
Con le navi nere, avrete certamente più dimestichezza di noi..”

Quando Ronan ebbe finito, Hirluin se ne rimase zitto a guardarseli. Vagamente perplesso. Gli angoli della bocca accennarono un sorriso, come se in tutto quello che ha detto Ronan ci fosse del divertente.

"É incredibile..."disse infine

"Lo so, si stenta a crederci" continuó Ronan, ancora preso dalla sua parlantina

"Uh? No, no, non mi hai capito. Dicevo, é incredibile che siate ancora tutti vivi e liberi. Ho tutta l´impressione che questo sia solo l´ultimo posto dove siete andati a giocare agli investigatori e...beh, dovete essere proprio fortunati, o benedetti dai Valar, perché o avete trovato solo persone oneste, o dei criminali poco lesti a reagire...oppure avete qualche asso nella manica di cui non so"

"Milord, se voleste spiegarci in quale modo vi abbiamo divertito. Vi assicuro che siamo venuto qui con intenzioni serissime" disse Athorman

"Lo credo bene! Solo che, ragazzi miei, non ho mai visto un gruppo di curiosoni meno esperti e piú imbranati di voi. Ammeto, sono stato poco sportivo. Volevo aiutarvi fin dall´inizio. Ma volevo vedere un pó come e quanto avreste tentato di imbonirmi, se cosí si puó dire. Ronan, in tutta onestá, il tuo discorso é stato un lodevole tentativo di metterci una pezza, ma se io fossi stato dalla parte dei "cattivi", diciamo cosí, voi non lo avreste mai lasciato, questo tempio. Il che mi preoccupa"

"Milord, ho sentito bene? Volete aiutarci?"

"Ma si, ma si, ma certo che vi aiuto...non crediate che la discussione sia finita qui, comunque. Sopratutto con te, giovanotto!" disse a Ronan. "Dobbiamo parlare, e presto, e sai bene anche tu di cosa. Semmai, dicevo, sono preoccupato, e molto, per voi. Specie dopo questa discussione."

"Per quale motivo?" intervenne Eorein. Cercava di concentrarsi sui dettagli pratici per evitare di mandare Hirluin a decorare il soffitto del tempio con un ceffone.

"Perché mi sono giunte voci, sulle vostre indagini. Vaghi accenni sui vostri spostamenti. Sulle domande che avete fatto. Sulle uscite che avete fatto fuori cittá. Notizie confuse, comunque, ma che mi fanno immaginare il peggio. Se io, che a malapena vi seguivo attivamente, ne so cosí tanto...e poi, beh, ne ho avuto la prova. Lodevoli le intenzioni. Lodevole il coraggio, perché tutto siete meno che incoscienti, lo so dalla sera del drago. Sapete bene quello che affrontate. Ma poco affinate le abilitá. D´altronde, sono ben lieto di avere davanti tre persone di buon cuore e coraggiose in battaglia, piuttosto che tre furfanti eccellenti nello spiare"

"Cosa temete, dunque?"chiese Ronan

"Che vi stiano lasciando andare. Che con tutti gli errorini che avete fatto, se siete ancora in giro é per intercessione di qualcuno. In queste storie, ci sono sempre una serie di tipacci che 'rastrellano' i curiosi prima che diano fastidio. Qualcuno ha impedito che veniste ritirati. Il che, a ben guardare, potrebbe anche essere un bene. Forse hanno uno scopo preciso, per voi, o forse, e speratelo, c´é un anello debole nella loro catena, ed é questo che vi ha salvato la vita. Forse piacete a qualcuno."

"Milord, ce li siamo giá fatti, questi conti. L´acciaio non ci manca, e non siamo arrivati a 30 anni nascondendoci come delle femmine. C´é un problema da risolvere, e facciamo il possibile. Se serve, con la spada. Se poi ci ammazzano nei nostri letti stanotte stessa, pazienza. Vuol dire che era comunque ora. Mi assicureró di portarmene all´inferno un bel pó, comunque. Ed in ogni caso, non sta a me, ad Athorman o a Ronan salvare il mondo. Noi facciamo la nostra parte. Se ci lasciamo le penne, il mondo non finirá perché c´é un eothraim di meno in sella, giusto?". Eorein, mentre parlava, stava gradualmente lasciando andare le briglie. Non ne poteva davvero piú di doversi spiegare alla gente. Quasi nessuno capiva che per un vero guerriero, conservare la vita a tutti i costi era una sciocchezza, e che il giorno della sua morte, ad Eorein, era del tutto indifferente. Cercava di essere un uomo, e qui lo facevano comportare come una vecchia insicura ed inferma.

"Cavaliere, se avessi detto tutto questo dieci minuti fa, non credo che ci saremmo nemmeno seduti a parlare. Saremmo giá per mare, e terrei io il timone della nave, personalmente" disse Hirluin.

Intanto, alla darsena...

*dannazione, non riesco a sentire cosa si stiano dicendo... e adesso?*

con lo sguardo il cavaliere cercò un punto della sala che potesse di contempo giustificarne la presenza e permettergli di ascoltare le parole dei tre. individuò il camino acceso come zona ideale, avrebbe finto di volersi asciugare le ossa e il mantello ed avrebbe cercato di reperire informazioni sul perchè codeste persone si stavano incontrando e confabulavano. di certo il funzionario lo avrebbe riconosciuto come guardia del corpo degli Aranrim, ma confidava nel fatto che lo ritenesse solo uno stupido guerriero, come spesso i funzionari di castello facevano, e non se ne sarebbe preoccupato.

oh, ancora parole, parole da ascoltare stavolta, parole che potevano portare da Lasya lui avrebbe memorizzato in maniera perfetta, così da riportarle in modo preciso a chi sapeva utilizzarle. di certo se avesse scoperto che il funzionario sapeva qualcosa della cantante nulla lo avrebbe fermato dall'estrargli le parole dalla gola, non ci sarebbe stata pietà, nessuna pietà.

stava di nuovo avendo pensieri violenti, doveva calmarsi, era in una locanda di città, non all'aperto di fronte a nemici. c'era un sacco di gente innocente che poteva pagare le spese del suo nervosismo.

si alzò e si avviò verso il camino slacciandosi il mantello. arrivato di fronte al focolare girò una sedia con lo schienale rivolto al calore e vi appoggiò sopra il mantello sedendosi poi a cavalcioni. il tepore del camino gli riscaldava il viso, qualcuno brontolò che così si prendeva tutto il calore ma uno solo sguardo di ammonimento convinse il brontolone, e probabilmente molti suoi amici, a starsene calmo.

chiuse gli occhi e si concentrò sulle voci alle sue spalle, cercò di convogliare tutti i suoi sensi verso il punto dove stavano seduti il funzionario e i due figuri sorridenti. si sentiva calmo.

- nessuno, si capisce!
- certo certo...incapaci?
- ...te no. Ma ....prudenza...Ieri?
- uno o due. Niente di che
- ...feriti?
- Solo qualche...
- anticipo vero?
- o meno
- si ma
- ...pe domande. ....andare
- calmo eh?
- ...sono, tranquillo. I restanti ... 20....dopodomani
- niente argento
- ancora meglio
- nessuno in giro, tranquillo
- nessuna pietá
- solo cinque o sei giorni, forse
- si puó fare
- andate da Drawl.
- Regolare....che diciamo?
- Di morire ammazzato (ride)
- sicuro sicuro

Il dialetto in cui biascicavano e smozzicavano le mezze frasi era qualcosa di orribile. Il peggiore gergo portuale che si potesse immaginare, a malapena simile all´Ovestron. Sembravano cauti, affettando buon umore e sicurezza. Specialmente i due ceffi.
Dopo le ultime parole, il funzionario si alzó, lasciando la sala. I due ceffi riposero qualcosa di tintinnante, delle monete, in un sacchetto, e rimasero lí a bere ancora per qualche minuto

una decina di minuti dopo che i due personaggi poco raccomandabili se ne erano andati il biondo cavaliere uscì a sua volta dalla taverna, non senza aver regolato i conti, e si affrettò nella direzione di Arhiael dando un'occhiata alle strade laterali nel timore che qualcuno lo stesse spiando. non gli piaceva quel gioco, troppe incognite, troppi sotterfugi, lui era troppo grosso per non venir notato ovunque andasse. non faceva per lui.

si avvicinò alla ragazza e le raccontò tutto, del pagamento in oro e della promessa di completare il saldo a lavoro effettuato. quale lavoro? non si è capito ma di certo doveva essere qualcosa di poco pulito, un solo nome, Drawl, lo conosci? si è parlato anche di uno scontro ma erano parole per lo più incomprensibili...

probabilmente aveva parlato troppo in fretta, ma se non avesse fatto così di certo avrebbe dimenticato qualcosa. conclusa la propria esposizione annuì dopo un rapido riesame del racconto come a dire "si' ti ho detto tutto" ed attese la reazione di Arhiael.

lei sembrò pensarci ed infine annuì a sua volta, probabilmente aveva rimesso in ordine nella propria mente la confusionaria valanga di parole di Dalkest.

"forse dovremmo parlarne agli altri..." le disse il cavaliere
"lasciami pensare..."

Drawl...un nome ben conosciuto, un tipaccio dal coltello facile, un ladro, uno che ammazza senza tanti complimenti, un contrabbandiere.

"Drawl é un sorcio, ma non é un pezzo grosso..." mormoró Arhiael

"Si potrebbe anche provare a cercarlo."
"Ma sicuramente non sarà possibile passare inosservati."

Rimase un attimo in silenzio.

"E' un bel rischio, che vuoi fare Dalk?"

"per me si può fare, in effetti credo che il rischio sia notevole per chi cerca di farti del male, ma lo accetterò, in fondo la mia presenza dovrebbe portare consiglio. se abbiamo delle monete a disposizione possiamo ance solo andare a cercare informazioni su Lasya, in fondo... è solo questo che ci interessa no?"

il cavaliere la guardò, non v'era scherno nella sua voce e nel suo sguardo. evidentemente non aveva inteso il pericolo come rivolto verso di lui, esattamente come aveva fatto per tutta la sua vita di cavaliere. evidentemente la salvezza di Lasya era al di sopra della stua stessa vita.

"E sia"
Disse guardando Dalkest. Sospirò, volgendo lo sguardo alla darsena e la nave nera che troneggiava su quello scenario, che solo pochi mesi fa le era così familiare.
"Cominciamo da una bettola qualunque."
"A te l'onore."




Dalkest ed Arhi ebbero a che are con la gente del porto per tutta la giornata. Incontrarono individui scorbutici, ma che avevano anche qualcosa di utile da dire, ed individui ben disposti ad "aiutarli", dai quali un paio di volte riuscirono a disimpegnarsi appena in tempo.

Non ne potevano essere sicuri, in un posto come quello, facendo un mestiere a loro cosí poco familiare, ma credettero, almeno un paio di volte, di aver evitato una trappola. Qualche sguardo in tralice, occhi che li seguivano dalle finestre, la notizia della loro presenza che li precedeva di ore.
Ormai non contavano nemmeno piú sul fattore sorpresa, ma sul carattere, e su delle gambe veloci se le cose si fossero messi male. Dalkest aveva iniziato a capire che guardare con occhi assassini chiunque sembrasse una minaccia, NON era una buona idea. Avrebbe solo scatenato un bagno di sangue. Provocare, qui in questo posto dove l´onore si difende innanzitutto sostenendo lo sgaurdo, e dove non vi era legge, poteva solo finire male. Una presenza silenziosa ma ben visibile, fungeva invece da efficace spauracchio, o da segno di rispetto.

La gente se ne stava spesso abbottonata, tesa e nervosa, come se fossero stati dati ordini, molto severi, di tenere un basso profilo. Anche quella, in fondo, era un informazione.
Della giovane attrice, purtroppo, neanche l´ombra. Con qualche mancia, e qualche domanda ben posta, sembró loro che almeno su di lei non ci fosse omertá, ma semplice ignoranza. Chiunque se la fosse portata via, doveva essere ben altra persona che un delinquente di strada.

Disperati ed infreddoliti, iniziarono quasi a temere che Lasya se ne fosse davvero andata senza dire nulla a nessuno, in una notte di pioggia.

Da dove stavano, il quartiere portuale si poteva osservare quasi dall´alto. Una distesa, labirintica, di case, rimesse, magazzini, officine e botteghe. Piccolo, meno di un quarto di miglio di lato, ma piú intricato della tela di un ragno.

Case unite da corridoi al primo piano, e da chissá quali tunnel nelle cantine. Scale che portavano da una piazza ad una bettola e, da questa, ad un cortile dove vecchie navi in rimessa attendevano di essere demolite.

Una coltre di pioggia appiccicosa sovrastava ogni palazzo. Da piccola, lo aveva sempre visto come un luogo pittoresco. L´odore delle conserve, del pesce, delle spezie, del legno, dei cantieri, delle colle e dei mordenti, per quanto pungenti, sembravano raccontare una storia di vita e commercio. Per anni ci era venuta, con la famiglia, una volta al mese. Facevano la spesa per il mese successivo, e se ne tornavano a casa con un carretto carico.

Il quadro che aveva davanti adesso, invece, era molto diverso...
Quasi un lustro di trascuratezza avevano reso il quartiere un nido per la peggiore feccia. Piccoli criminali, taglieggiatori, personaggi in cerca di fama pronti a procurarsela con una coltellata. O forse...forse era solo tutta quella pioggia. Forse era solo triste e vedeva le cose in una luce troppo negativa.

Dopotutto, che ne sapeva lei del porto? Non aveva contatti, e quella era, per lei, ció che la sua amata foresta era per i cittadini. Un luogo di superstizione e mostri in agguato. Un luogo dove il buon senso suggeriva di non andare. Ironico che, alla fine, le cose fossero andate proprio cosí. ADESSO la sua foresta era davvero un covo di mostri.

Scacció il brutto ricordo della visita alla sua vecchia casa e cercó di concentrarsi sul suo compito. Trovare Lasya, giusto? Era davvero quello che volevano?

Forse, forse, forse...una parte di lei voleva solo andare a ficcare il naso nel quartiere piú pericoloso. Fare domande. Trovare informazioni. Rischiare la pelle contro la feccia della feccia. Scoprire se quel posto cosí eccitante ed avventuroso, era ancora solo il semplice, puzzolente mercato della sua gioventú.

Dopotutto, con Dalkest al fianco, cosa aveva da temere?

"Mi fa piacere sentirlo, Lord Hirluin."
rispose il biondo cavaliere,
"Ora però dobbiamo capire come salire su quella nave senza attirarci addosso tutte le guardie del porto. Come potete aiutarci? Abbiamo bisogno di una barca e di qualche marinaio in gamba che possa portarci sotto le murate."

"Non prenderlo come un tentativo di dissuadervi, ma secondo me state sottovalutando l´impresa. Posso fornirvi un mezzo, ed un equipaggio abile e fidato. Sanno manovrare una vela, ma lá fuori c´é un tempo difficile, ed anche un abile marinaio sarebbe messo alla prova. Aggiungi che sará notte, e che vorrete anche fare le cose in segretezza. Tutto molto molto difficile...bah...cerchiamo di essere pratici. Il mio primo dilemma é: quale mezzo utilizzare? Una barca piccola si manovra bene ed agilmente, é meno facile da individuare, ma é piú in balia delle onde e, una volta sotto la murata, vi aspetta una bella prova. Il dromone é bello alto! D´altronde una nave piú grande tiene meglio il mare, é piú vicina alla murata, ma non dá margine di errore nella anovra di abbordaggio e si vede piú facilmente...". La voce del Sacerdote era molto preoccupata.

"Senza dimenticare che...beh, rendiamocene conto ragazzi. Quella É la stessa nave di 10 anni fa. Non aspettiamoci piratucoli o marinai comuni a bordo. Sono professionisti, esperti, e molto molto sul chi vive. Sono una nave nemica in acque ostili. Dubito che troveremo gente appisolata o ubriaca..." aggiunse Ronan

"Mi preoccupa di piú il vento" concluse Athorman "Non me la cavo male con le vele. Le usavamo sul lago Vesproscuro, ed abbiamo comunque una certa tradizione...ma temo che il vento obbedisca un pó troppo al capitano di quella nave. E speriamo che non ci vedano al buio..."

"Resta il problema della murata...certo, molte cose le dovremo decidere lí per lí, ma la domanda é, siamo in gradi di scalarla silenziosamente?" disse Athorman

"Questo lo vedo assai difficile amico."
rispose Eorein,
"L'unica precauzione che può aiutarci è quella di lasciare a terra le nostre splendide ma rumorose e pesanti armature. Per il resto dovremo affidarci ad un paio di rampini ed a una buona dose di fortuna. E magari approfittare, per unavolta a nostro vantaggio, dell'oscurità e delle brutte condizioni del tempo"

Discussero animatamente ogni dettaglio con lord Hirluin. Il sacerdote sollevava obiezioni e faceva da avvocato del diavolo, ed Athorman ed Eorein avevano un bel daffare a troare delle risposte per lui.
Non solo le implicazioni della missione andavano considerate a puntino. Bisognava immaginare dei piani di emergenza, delle storie da raccontare in caso di cattura ed identificazione, concordare i segnali e anche prendersi cura dei dettagli piú banalmente nautici.
I venti, le correnti, le secche, la deriva. Per dare una mano ad Athorman, Hirluin prese con se Ronan, si diresse ad un salone sottostante e ne ritornó dopo qualche minuto carico di libri, portolani, carte batimetriche, ma anche strumenti di calcolo, carta, penna ed inchiostro, compassi, righe e squadre.

Una volta che ebbero studiato, ed infine deciso, il da farsi, si sentirono un pó piú sicuri. Hirluin avrebbe fornito loro una nave ed un equipaggio. Agli Aranrim il compito di arrivare ben equipaggiati e certi di NON essere seguiti da anima viva, nel cuore della notte, ad una torre a nord ovest della darsena militare. Qui avrebbero visto un segnale puntato verso la strada, una lanterna dalla luce verde ed azzurra.

Avrebbero consegnato i cavalli ad un paio di fidati marinai di Hirluin, che li avrebbero portati al punto di recupero. Sulla nave, avrebbero veleggiato con vele nere fin sotto il dromone. I remi e gli sbuffi di fatica li avrebbero potuti tradire, e rallentati. Sarebbe stata una manovra da effettuare al volo. Li avrebbero lasciati sotto lo specchio di poppa del dromone e si sarebbero subito allontanati. Sarebbero tornati a prenderli solo in vista del segnale verde e azzurro o, comunque, dopo sessanta minuti dalla separazione. Tutto doveva filare liscio alla prima, e non sapevano quante incognite li avrebbero attesi sulla nave nera. Tutto era misterioso, ed il loro attacco era improvvisato.

Se fossero riusciti a farsi recuperare, avrebero fatto rotta verso sud, ad un secondo porto, la rada dei pescatori del villaggio di Sket, poco prima dell´alba, dove avrebbero trovato i cavalli ad attenderli, se in due ore i marinai fossero riusciti a far fare loro tutto il giro della costa via terra.

Hirluin li lasció alle porte del tempio, dove Amdir li salutó e dove l´emozione per l´impresa che li attendeva svaní di colpo, sostitutita dal freddo, dalla crescente tensione, dalla paura e da un improvvisa voglia di andare a dormire per una settimana o di andare in un angolo a vomitare.

Vagavano ormai da tempo per le strade del porto, avevano visitato posti luridi e fetidi di cui Arhiael aveva ignorato l'esistenza per tutta la sua vita.
La luce cominciava a calare, anche se in quel grigiume parlare di luce era decisamente ottimistico.
"Non è così che troveremo Drawl."
Arhiael parlò al guerriero da sotto il pesante cappuccio, in cui si nascondva dal freddo e dagli sguardi indiscreti.
"Forse."
Rispose Dalk senza nemmeno girarsi.


"E non troveremo neanche lei."


Questa volta Arhiael vide la grossa figura di Dalk arrestarsi e rimanere per un attimo immobile, come una statua.
Un brivido le corse lungo la schiena, forse aveva esagerato.
Si avvicinò a lui poggiandogli delicatamente una mano sul freddo bracciale di metallo.
"Dalk, torniamo dagli altri, riferiamo quello che abbiamo saputo e vediamo se loro hanno delle novita."
Riusciva a sentire i muscoli contratti di lui anche senza vederli.
"Dalk non la ritroveremo facendoci ammazzare in qualche vicolo schifoso al porto."
Afferrò la mano del guerriero lui fece una leggera resistenza, Arhiael non si fece dissuadere e gentilmente cominciò a farsi seguire sulla via del ritorno.
Sentiva la mano di Dalkest che tremava... sperò che fosse per il freddo.

La compagnia degli Aranrim, o almeno la sua "sicurezza", era riunita intorno al tavolo della cucina, al secondo piano. Ormai quella era diventata la stanza piú sicura ed accogliente di cui ognuno di loro avesse memoria da molto tempo.

Meriel ed Athorman si consultarono a lungo, studiando carte ed appunti. La dama non aveva molto da dire, ma era curiosa di sapere ogni dettaglio. La questione era giá decisa, e non aveva senso alterare i piani adesso, senza Hirluin.

Al crepuscolo, Barak ritornó da un giro di ronda nel vicinato. Il berning li sorprendeva sempre di piú con le sue abilitá cosí "civili". Un uomo dei boschi che, con tutta quella mole, riusciva comunque ad essere un discreto ascoltatore ed a porre l domande giuste, qui e lá.

"Sembra che la nave nera abbia fatto scalpore, ragazzi. Si dice in cittá che tra poco arriveranno tutti i nobili del circondario. Il Conta ha ordinato loro di chiudersi nel Castello, o forse nelle rispettive dimore, non é ben chiaro. Non é ben chiaro nemmeno dove sia adesso, ma pare abbia dei messaggeri molto rapidi e fidati. Insomma, ci sará folla al castello stanotte. C´é aria di coprifuoco, di polizia in giro, di soldati ovunque e di domande poco benvenute"

"Miseria! Ariael e Dalkest sono in giro, a investigare!"disse Ronan.

"Nessuna fretta, ragazzi. Se lo fanno, lo fanno stanotte, dopo il tramonto, anzi, di notte, quando sono tutti in casa o a dormire o comunque incapaci di protestare. Se Dalk torna subito, non ci saranno problemi"

"Vorrei essere calma come te"aggiunse Meriel.

Poco dopo, Alex inizió a scodinzolare ed a grattare contro la porta. Dalkest ed Arhiael, intirizziti e con aria lugubre, erano tornati.