capisco perfettamente quanto possa essere affascinante l'idea di collegare i testi alla pittura astratta o surreale (non so se hai mai pensato alla possibile relazione delle prime tre copertine con "Les mots et les images" di René Magritte. se vuoi un giorno ne parliamo). Anche se faccio fatica a seguirti fino in fondo mi piacciono molto i tuoi interventi. Non sono appiattiti sulla medietà del sentire comune...
Inoltre mi fanno capire quanto siano opinabili anche le mie congetture. La comprensione non è univoca. Capire è interagire col testo. E sono meravigliato dall'impossibilità convincere un altro a vedere la stessa cosa che a me appare evidente. Anche per questo ammiro Panella. Non sapremo mai a cosa pensava quando scriveva queste canzoni. Il suo gioco è questo. Finché non svela l'arcano è lui che vince e non penso dirà mai una parola a riguardo, anche perché ne ha già dette molte e inascoltate.
Tuttavia non penso sia riduttivo soffermarsi sull'apparenza della parole. La metamorfosi nel metaforico taglia pasta per disegnare il bordo ai pasticcini: il coraggio di Achille viene scherzosamente sostituito da una rotella, tramutandolo in un ridicolo piè veloce con i pattini a rotelle, perché fare l'orlo alle pastarelle significa fare dei pasticci, mettersi in situazioni disastrose...
buonanotte vate