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Le origini del Canone secondo il GRIS di Roma

Ultimo Aggiornamento: 01/03/2008 23:18
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24/02/2008 15:08
 
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Re:


Da capo: i Padri della Chiesa non si allontano dagli insegnamento biblici perché vengono prima della Bibbia, non possono allontanarsi da qualcosa che è dopo di loro. E con “dopo di loro”, l’intendo l’esistenza di un corpus chiamato Nuovo testamento di valore normativo, come è noto infatti nei secoli precedenti non era quest’insieme di libri il metro di misura della rivelazione, bensì la Traditio ecclesiastica, che riconosceva anche parte dei libri dell’attuale canone come ispirati.



si, ma continuiamo a girare attorno...
Lasciamo stare per un attimo il valore delle Scritture. La Chiesa si basa esclusivamente sulla Bibbia, o nel tempo ha sviluppato dottrine autonome che se ne discostano?



Quando dico surrogato intendo semplicemente che lo scritto nel cristianesimo primitivo è solo qualcosa a cui si ricorre in seconda istanza qualora non sia possibile essere presenti e catechizzare a viva voce.



e qualora colui che catechizzava a viva voce esprimeva ragionamenti in contrasto con il NT, cosa succedeva? Che vi siano state influenze e contaminazioni con dottrine e religioni che col cristianesimo c'entrano come i cavoli a merenda è cosa ammessa anche dal Papa. Evidentemente qualcuno cominciò ad agire di testa propria...




No so di cosa parli. Qui c’è un passo di Girolamo che è chiarito da altri passi di Girolamo. Cosa c’entra la questione dell’anima e perché questo ragionamento non dovrebbe valere per quest’argomento? Non ho mai negato di chiarire il significato del termine psychè con dei confronti, naturalmente è una cosa molto diversa perché si tratta di raffronti tra autori diversi e di epoche distinte.


Ok, quindi per te la Bibbia non è il libro di Dio, ispirato da un'unica persona, ma un'accozzaglia di idee e pensieri diversi. Rispetto l'opinione eh. :-)



Forse vorrai dire che mostrano discrepanze con la tua lettura della Bibbia.



La differenza è che la Chiesa dà la priorità alla tradizione.
[Modificato da Chameleon. 24/02/2008 15:08]
24/02/2008 16:15
 
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Re:
Signor Polymetis,
beh, viste le ore che passa in Internet non dovrebbe essere difficile per lei aggiungere anche la formattazione no?

Polymetis, 2/24/2008 1:12 AM:

Per Simon

“Quello che lei afferma non è esatto e l'avevo già fatto notare al suo collega Petitio. Cito a proposito: www.cappellauniss.org/catechesi/canone_NT.htm”




Scusa, cosa esattamente di quello che ho detto non sarebbe esatto?



Se lei non mi spezzettasse la frase si capirebbe il ragionamento. Non è esatto che il canone venne formalizzato dai padri della chiesa nel IV-V sec. Si dovette aspettare Trento e la sua argomentazione riguardante il passaggio obbligato per la sua madre chiesa a quel punto non ha valore.


“Ci fu anche chi non era d'accordo, pur senza aspettare Lutero.”




Certo, ma come ripeto si arrivò alla definizione dogmatica di Trento unicamente come reazione al fatto che questa volta l’eresia era dilagante.



La sua chiesa dovette reagire sotto molti altri aspetti e le accuse del Luther non partirono certo dal canone. Tuttavia, se il canone non era dogma di fede ed non era univocamente accettato neppure dagli stessi cattolici non ha senso vantarne il primato della definizione. Penso avrà colto il punto.


“Sull'infallibilità dei suoi concili stendo un pietoso velo e lascio a lei la libertà di credere alle favol”




Le definizioni di fede dei Concili ecumenici sono infallibili, e non vedo cosa lo smentirebbe.



Lei è liberissimo di non vedere, noi di ridere di quello che lei non vede.


“Quella è una sua, pur rispettabile, opinione.”




Il NT non esiste prima del 367 d.C., data della sua prima attestazione. Quanto al primato petrino puoi leggerlo secoli prima, ad esempio in Ireneo (180): “...
la Chiesa fondata e stabilita a Roma dai due gloriosi apostoli Pietro e Paolo. Mostrando la tradizione ricevuta dagli apostoli e la fede annunciata agli uomini che giunge fino a noi attraverso le successioni dei vescovi…
...” (Contro le Eresie, 3,3,2)



Come già piu' volte detto, gli scritto del NT sono tutti assolutamente precedenti il 180, mentre per il canone della sua chiesa di dovrebbe attendere il 1500 inoltrato. Scelga lei cosa preferisce.
La sua citazione è di un secolo posteriore ai presunti fatti, non so se lei se ne rende conto. Nel frattempo si sono dimenticati tutti di trattare dell'argomento, compreso i diretti interessati?
Inoltre si parla di due persone. In base a cosa lei ne scarta una?


Quando dico che il primato petrino viene prima nella Chiesa del canone del Nt sto affatto dando un’opinione.



Come già detto, dovrebbe risalire alla chiesa tridentina?


“Prima di leggerlo da documenti extra biblici sarebbe buono fondarsi su quelli biblici e far notare dove agli apostoli venne insegnata la teoria del "primato".”




Come ripeto questo va fatto, ma è addirittura secondario. Ciò che è utile sapere è che senza una successione apostolica a distinguere la Grande Chiesa dagli eretici questi libri perdono automaticamente il loro valore di testi ispirati in quanti scelti da gente senza alcuna legittimità, e il canone della Grande Chiesa diventa solo uno dei tanti canoni coevi attestati tra gli eretici, senza alcuna possibilità di stabilire perché si voglia proprio questo, visto che non c’è modo di fondare il perché meno umano dei primi.



Infatti il canone della sua chiesa è coevo, o addirittura successivo, a Martin Luther. Considerate le abitudini dei rappresentanti della sua chiesa, che spinsero il Luther alla denuncia e alla rivolta, davvero non saprei chi definire "eretico". Avrei un'ampia scelta.

La mia domanda per lei resta valida: dove troviamo Gesu' che insegna ad un apostolo ad essere primus? Di seguito, una questione che lei ha tagliato dal mio post, dove troviamo Pietro che reclama il suo diritto alla primogenitura?


“Poi occorrerebbe trovare uno scritto ispirato che testimoni il passaggio del "primato" ad un successore.”




Come ripeto la successione del primato di Pietro non si basa su alcuno scritto ispirato, come del resto la Chiesa non si basa su alcuno scritto ispirato. Da capo: la Chiesa esiste da prima di avere quest’insieme di scritti ispirati, e non s’è regolata su come comportarsi in base a questo corpus di libri, visto che come ripeto li precede. A me interessa far notare che la stessa Chiesa che ha creato il canone, ancora prima di fare quest’operazione credeva a dottrine come il primato o la Trinità.



Dovrebbe specificare che è la sua chiesa a comportarsi un quel modo, non la chiesa autentica, che mette per iscritto l'ispirata parola di Dio per lasciare insegnamenti pratici e modelli da seguire durante il processo di evangelizzazione di "tutti gli uomini del mondo". E' ovvio ed evidente, a chi ha letto la Bibbia, che la sua chiesa non "s'è regolata su come comportarsi in base" alle Scritture.
Questo fatto pero' non è ancora chiaro a molti milioni di persone che s'illudono non sia cosi' e stentano a credere a quello che noi diciamo loro, Bibbia alla mano. Se volesse darci lei una mano a fare informazione corretta...


“Tutto avvenne nell'arco degli anni trattati dagli scritti del NT. “




Ma di cosa parli? Gli Atti finiscono ancora prima che Pietro muoia, e sono l’unico libro interessato a darci una storiografia. Altri testi non parlano della successione apostolica di qualsivoglia comunità perché banalmente sono dedicati ad altri argomenti. Sarebbe come stupirsi di non trovare isruzioni su come montare le lego in un libro di cucina.



Mi spiego portando esempi pratici, che speravo citasse lei.

Atti 1 comincia e si preoccupa subito di informarci che Giuda si suicido' e gli apostoli lo sostituirono. Cita anche il Salmo per stabilire il principio della sostituzione.

Atti 12 narra che Giacomo venne ucciso e Pietro imprigionato. Ecco una novità: questa volta non si fa minimo cenno alla sua sostituzione o al, presunto, passaggio di autorità dell'eventuale successore.

Giovanni scrive a fine secolo, quando ormai gli apostoli sono praticamente tutti passati a miglior vita, e menziona varie persone anche per nome, senza illuminarci in alcun modo sulla sua teoria della "successione apostolica".


Come ripeto il NT non è minimamente interessato ad esser l’unica fonte d’informazione su questo periodo, né chi ha redatto i suoi scritti pensava che sarebbe servito con questa funzione.



Non è solo questione di interesse da parte degli scrittori. E' anche questione di 'ispirazione', che attribuisce un certo qual valore normativo al testo. Valore che, dunque, manca al concetto di "successione".


“ei dovrebbe potermi indicare i passi dove il Cristo e gli apostoli istituiscono la pratica della successione e menzionano”




Come ripeto la Chiesa non si è mai posta il problema di vedere in quali passi Cristo additi la successione apostolica perché la Chiesa pratica la successione apostolica da prima di avere il Nuovo Testamento.



Non è esatto: gli scritti del NT esistevano e parlavano degli avvenimenti del Cristo e degli Apostoli già molto tempo prima che la sua chiesa medioevale formalizzasse il suo canone. Che non esistesse il canone della sua chiesa è irrilevante ai fini di stabilire se gli apostoli ritennero di passare la loro autorità ad altri e se il testo ispirato ne parla.


... Come ripeto è una vostra pura teoria che i singoli redattori di questi scritti abbiano mai pensato di scrivere un manuale unico e completo di quello che doveva fare la comunità cristiana primitiva. E’ l’esatto contrario, come in tutte le società orali l’istruzione veniva data oralmente, cioè la tradizione apostolica, e quelli che tu chiami scritti del NT altri non sono che un surrogato scritto di minoritaria importanza rispetto ad un annuncio che veniva dato oralmente.



La sua è una rispettabile opinione. Il testo del NT parla di una missione da adempiere a livello mondiale, quindi di un messaggio da portare a popoli e nazioni completamente estranei ad esso. La formalizzazione scritta era un passo necessario per poter trasmettere una dottrina autentica. Tra l'altro da modo a tutti i lettori anche oggi di constatare che, all'atto pratico, alla sua chiesa non importa praticamente nulla di quanto scritto sotto ispirazione.


Quando Paolo infatti dice di mantenersi saldi alle tradizioni che i suoi ascoltatori hanno appreso dalla sua parola e dalla sua lettera, mette prima la parola. L’organizzazione ci come era la Chiesa, quell’organizzazione che vediamo sin dal I secolo ubicata in metà globo grazie ad Ignazio, non derivava da “istruzioni esclusivamente scritte”, che nessuno nel cristianesimo si sognava di dare visto che comunicavano a voce con gli apostoli. Se gli scritti del NT ci danno indicazioni su come funzionava la Chiesa primitiva non è per darci delle istruzioni ma perché incidentalmente parlando d’altro si tocca l’argomento.



Questo è irrilevante, in quanto sia Paolo che Ignazio agirono in un contesto, e per un periodo di anni, irrilevanti rispetto alla grandiosità dell'opera da compiere. A tal fine le loro "istruzioni orali" hanno un compito del tutto trascurabile.


“In mancanza di un mandato di Cristo, o comunque apostolico, il concetto stesso di "successione apostolica" perde gran parte della sua autorità.”




La testimonianza del fatto che i vescovi siano una creazione degli apostoli è attestata sin dal I secolo con Clemente Romano (Ai Corinzi, 42,2-4)



Questo è irrilevante. I "vescovi" non erano in alcun modo "successori" di Pietro piuttosto che di Paolo. A meno che lei non mi porti "indizi" che Paolo nominasse metodicamente "successori" in ogni comunità da lui fondata.


“Penso si renderà conto anche lei che, in base al suo ragionamento, la sua chiesa avrebbe stabilito il canone dei libri divinamente ispirati, indicando pero' solo libri che non giustificano in alcun modo la, a questo punto presunta, successione apostolica.”




Non gli sarebbe passato neppure per la mente di tentare di tentare di giustificare una giustificazione della loro successione apostolica in degli scritti, perché sapevano che giustamente non è così e che la successione apostolica non dipende da alcuno scritto.



Beh il suo punto di vista è abbastanza ingenuo: dal momento che secondo lei quegli scritti furono scelti da uomini, e per di piu' tutti appartenenti alla sua chiesa, avrebbero perlomeno potuto fabbricarsi scritti in modo da dare autorità divina a questo presumibilmente importante concetto.


“In questo modo la sua chiesa arriva al paradosso di costringere se stessa a basare la propria successione su scritti di uomini non ispirati”




Guarda che la successione apostolica non si basa sugli scritti dei Padri della Chiesa, semmai gli scritti dei Padri della Chiesa la attestano, ma questo non vuol dire che la producano. La successione per quella gente era materiale e non derivava da alcuno scritto, dipendeva dall’aver ricevuto l’imposizione della mani dal vescovo precedente, e dal vedere che tutta la grande Chiesa faceva altrettanto.



Si, se lei è cosi' ingenuo da pensare che la successione sia avvenuta "di padre in figlio" come se si trattasse di una famiglia unica, unita nel proprio amore per le scritture. Questo è da dimostrare, ma siccome ha già problemi a dimostrare la successione del solo Pietro, deve ricorrere a testi a lui posteriori di 100 anni, posso immaginare quali conigli dovrà tirar fuori dal cappello per giustificare quella degli altri 11 apostoli!


“Per come lei sta ponendo la questione, la prima è piu' immediata conseguenza sarebbe quella di concludere che la CCR non ha alcun bisogno di una Parola di Dio”




Ma è verissimo, è possibile un cristianesimo senza la Bibbia attuale ed anzi è stato possibile per 4 secoli.



Questo non è esatto. E' stato possibile un simil-cristianesimo nella sua chiesa per circa 15 secoli. Ma siccome anche oggi le scritture vengono di fatto ignorate, possiamo abbondare e parlare di 20 secoli.


In teoria la verità è comunque contenuta nell’annuncio kerygmatico orale. Anzi, è tipico della mentalità della Chiesa, secoli prima di avere il canone, cioè in epoca di canoni parziali, dire che se anche non ci fosse alcuno scritto il cristianesimo ci sarebbe comunque. Ireneo scrive: “Se gli Apostoli non avessero lasciato nulla di scritto, si dovrebbe egualmente seguire l'ordine della tradizione consegnata da loro ai capi della Chiesa. Questo metodo è seguito da molti popoli barbari che credono in Cristo. Senza carta e senza inchiostro essi hanno scritto nel loro cuori la salvezza per opera dello Spirito Santo: essi conservano accuratamente l'antica tradizione" (Contro le eresie III, 4, 2)



E' un'altra opinione rispettabile. Di fatto osserviamo anche oggi che si hanno problemi a vivere il cristianesimo anche avendo a disposizione il testo biblico anzi, ci si rende perfettamente conto che non lo si vive, proprio a motivo dell'esistenza del testo normativo.


“a questo punto non vedo il motivo per cui lei e la sua chiesa dovreste investire il proprio tempo a studiarla e a parlarne.”




Il fatto che teoricamente potrebbe anche non esserci non toglie il fatto che ci sia, ergo perché non studiarla visto che è una delle due fonti della rivelazione, sebbene cronologicamente la II?



Semplicemente perchè all'interno della sua chiesa non ha alcun valore pratico.


“Qui non stiamo parlando di un semplice "soggiorno", ma di una rapida carriera spirituale che lo avrebbe visto a capo indiscusso della chiesa di Roma. “




Quando dico che nessuno mette in discussione il soggiorno di Pietro a Roma intendo dire la sua predicazione nella città, non una vacanza.



Infatti non intendevo una vacanza ma nemmeno una campagna di predicazione. Per svolgere un ruolo di guida è necessario giustificare in primis il suo trasferimento a Roma, poi la sua competenza linguistica e infine la sua capacità di guidare una comunità di lingua straniera all'interno di un paese di lingua straniera, di cui non possedeva neppure la cittadinanza.


“Mi chieso a questo punto se tutti i fedeli di lingua latina si fossero messi ad imparare il greco per scopi religiosi,”




I romani sapevano il greco, ma non ho nessuna intenzione di spiegare il fenomeno del bilinguismo romano a ques’ora della notte. Dirò solo Graecia capta ferum victorem cepit, chi ha un’istruzione classica e conosce gli studi di linguistica storica capisca. Se proprio lo vuoi sapere ci sono dei magnifici studi sulla diffusione del greco in epoca neotestamentaria in Israele che hanno mostrato come qualunque ebreo avesse in ballo dei traffici commerciali parlava greco, una sorta di inglese dell’epoca, ma molto più diffuso. A questo proposito gli studi del papirologo tedesco Thiede che ha raccolto tutte le prove del fatto che Gesù e gli apostoli parlassero greco.



Torno a ribadire che la lingua di Roma non era il greco e che Pietro non era cives romanus.


“Ergo, Pietro non disponeva della competenza linguistica necessaria per svolgere la sua presunta attività pastorale.”




Credo che parlasse greco, e, per i plebei che non conoscevano la lingua, si servisse di Marco.



Dunque siamo ai livelli di un moderno telepredicatore con l'interprete?


“Se va alla voce "trono" di Wikipedia.it troverà citata anche la presunta "cattedra di S. Pietro".”




E’ semplicemente ridicolo. Non sedeva su nessun trono, a meno che con “trono” non si intenda una semplice cattedra di pietra.



Se non le piace wikipedia puo' guardare anche qui:

www.macrolibrarsi.it/libri/__chi_siede_sul_trono_di_pi...

blog.ilgiornale.it/tornielli/pio-xii-un-uomo-sul-trono-di...

www.italyday.net/antiquitas/biblica/del_vangelo_di_giuda_e_del_trono_di_pie...


“Evidentemente abbiamo due possibilità: o non c'è stata successione oppure non era affatto un argomento importante.”




No, c’è la terza: le cose importanti, proprio perché le conoscevano tutti ed erano oggetto di catechesi orale primaria, non le scrivevano. Tutto il Nuovo Testamento, dalla cristologia all’etica, è un immenso trattato asistematico e difficile da ricostruire proprio perché prevede un pubblico che già sa e deve solo puntellare.



Sicchè le scritture formalizzerebbero la "sostituzione" di Giuda iscariota ma si dimenticherebbero di menzionare la "successione apostolica"?
Tertium non datur!


“Per prima cosa non occorre attendere la morte degli apostoli per formalizzare una eventuale successione, qualora fosse stato necessario.”




Ma visto che la successione di Pietro è avvenuta alla sua morte, visto che fu martirizzato mentre era a Roma, è del tutto evidente che non posso aspettarmi di trovarla in testi che trattano di un altro arco di tempo.



Ma possediamo una lettera "ai romani" dove lui non viene menzionato, e Giovanni scrive a fine secolo, quando casi di presunta "successione" si sarebbero già dovuti ripetutamente verificare.


“Seconda cosa, Atti parla della morte di Giacomo, che presiedette il concilio di Gerusalemme, ma non parla affatto della sua sostituzione o dell'eredita andata a vantaggio di qualcun altro.”




Perché in quel passo non stavano parlando di successioni in seno a qualche Chiesa ma della storia della persecuzione. Da capo: tu parti dal presupposto che questi testi siano completi di ogni informazione che voglia sapere un uomo del 2008, cosa che chi li ha redatti non s’è mai prefisso, e soprattutto lo pretendi anche quando il testo sta parlando di tutt’altro e una digressione non c’entrerebbe nulla.



Dal momento che il messaggio era da portare al mondo intero, la formalizzazione scritta era fondamentale. Per il resto ho già commentato.


Comunque se vuoi sapere chi è succeduto a Giacomo lo puoi leggere in un altro scrittore del I secolo, Egesippo. Autore originario della Palestina, conosceva il greco, l’ebraico e il siriano, e apparteneva alla prima generazione degli apostoli (Eus, hist. Eccl. 2,23,3), morto a inizio II secolo, costui è tra l’altro il primo a dirci che due dei “fratelli” di Gesù, cioè Simone e Giacomo, sono suoi cugini: “Dopo che Giacomo il Giusto aveva subito il martirio per lo stesso motivo del Signore, fu insediato vescovo (di Gerusalemme) ancora il figlio di uno zio dello stesso, Simeone, figlio di Cleofa, gli diedero tutti la preferenza, perché era un secondo cugino del Signore” (cit. in Eus, Hist. Eccl. 4,22,4)



Egesippo scrisse oltre un secolo dopo gli avvenimenti e non aveva neppure Internet. Lascio a lei intuire la validità di tale fonte, se non si è in grado di ritrovare testimonianze archeologiche delle sue affermazioni.


“In realtà la chiesa a cui si rivolgevano gli scritti neotestamentari era una realtà in rapidissima espansione”




Espansione controllata e gestita con catechesi orale e fondazione apostolica in loca. Gli scritti sono solo un surrogato per coprire la distanza.



Surrogato di vitale importanza se lei considera, come sta evitando di fare, la reale portata dell'opera che era stata avviata, di fronte alla quale i suoi pettegolezzi orali restavano tali.


“Una differenza fondamentale tra la mia e la sua chiesa non sta tanto nel fatto che la mia mette a frutto e applica nella pratica, con profitto, gli insegnamenti e le informazioni ricavate da scritti vecchi 2000 anni,”




Il vostro mito di rappresentare l’oasi in mezzo al mondo dominato da Satana è così commovente…



La prego, non pianga. [SM=x1408431]
Siamo cosi' reali che lei è costretto a risponderci! [SM=x1408426]

Simon
24/02/2008 16:57
 
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Caro Chamaleon,


si, ma continuiamo a girare attorno...



Infatti... non se ne esce perchè il ragionamento di Polymetis è puramente un artificio sofistico, un esercizio filologico che non ha nessuna base nei fatti.

La chiesa è nata dall'insegnamento orale di Gesù e degli apostoli, questo insegnamento è stato messo per iscritto molto presto, in base a quell'insegnamento scritto (che la chiesa successiva ha ricevuto, e non creato e di cui è ministro è non magistrata) sono stati, in seguito, selezionati i libri del NT, a volte anche in constrasto con l'insegnamento della chiesa ortodossa tanto che, come sappiamo, in diversi epoche cercò di manipolare il testo per piegarlo a questa o quella dottrina che cercava di imporre.

Se diamo troppo importanza alla funzione della chiesa finiamo per toglierne ai testi, che diventano sacri non in sè ma solo in funzione della scelta fatta successivamente.

Ma se quella scelta ci fu essa non dipende (solo) dalla chiesa, ma dai testi che erano già dall'origine apostolica (nel senso che erano riconosciuti dagli apostoli), considerati ispirati e in armonia con il kerygma apostolico, piuttosto che con il dogma.

Shalom

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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

FORUM TESTIMONI DI GEOVA
24/02/2008 17:23
 
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Caro Polymetis,


Ho risposto a tre post altrettanto chilometrici, e non è colpa mia se non sono d’accordo con una sola riga di quanto scrivete



Cerca di evitare i dettagli e vai al cuore del discorso esponendo con chiarezza la tua tesi. Cerchiamo (tutti) di restare sul tema senza digressioni rapsodiche su argomenti accessori. Eventualmente apri un 3D dedicato a quello, per esempio la presenza petrina a Roma.


Chi vuole il mio parere li legga, non lo chiedo a nessuno



Certo, ma da una persona intelligente ed istruita si presuppone che possegga sufficiente padronanza comunicativa ed un uso appropriato della lingua a seconda delle circostanze. Un trattatello apologetico, una tesina universitaria, un articolo di giornale e un post di un forum richiedono forme di comunicazione scritta diverse.

Lo dico per te, finisci per non comunicare nulla o di comunicarlo in maniera poco chiara.


Non vedo perché, mi sono divertito enormemente a confutare tutti i tuoi sofismi e dunque godo della sistematicità, come ogni filosofo



Guarda a me i tuoi degli esercizi interessano poco, un riassunto in punti evita risposte di lunghezza chilometrica che come i tuoi "divertissement" si perdono in mille rivoli poco attinenti al tema in discussione.


Il mio autore preferito è Duns Scoto, il dottor Sottile, io mio passatempo preferito è analizzare una questione che i plebei trovano semplice dividendola in un’infinità di sottoproblemi.



Prova a farti piacere anche un pò Guglielmo di Ockham e Thomas Reid,qui non sei tra plebei nè tra persone che ignorano la compessità dell'argomento.

Qui l'unico che vuoe ridurre tutto ad una questione apologetica sei tu.


Non c’è un solo copia&incola nella mia risposta al tuo post



Ho solo visto che hai risposto al post successivo dopo sei minuti dal mio... va bene essere veloci a scrivere! Comunque non era un rimprovero, semplicemente, capisci bene, che post tanto lunghi rendono il tutto ingestibile.

Shalom




[Modificato da barnabino 24/02/2008 17:31]
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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

FORUM TESTIMONI DI GEOVA
24/02/2008 18:16
 
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Per Chameleon

“La Chiesa si basa esclusivamente sulla Bibbia, o nel tempo ha sviluppato dottrine autonome che se ne discostano?”

Tu stai ancora ragionando come se prima ci fosse la Bibbia, poi a partire da quella si sia sviluppata una dottrina, e in seguito da quella dottrina a base biblica ci si è allontanati. Al contrario prima c’è la Traditio, cioè la predicazione orale della Chiesa, di cui il NT è trascrizione. Se dunque la domanda è: la Chiesa cattolica crede solo a dottrine contenute nella Bibbia? La risposta è no, perché noi crediamo quello che crediamo non basandoci sulla Bibbia ma da prima che la Bibbia attuale esistesse, essa è un prodotto ecclesiastico che raccoglie e rispecchia parte dell’insegnamento ecclesiastico. Questo ovviamente non vuol dire che Bibbia e Traditio siano in contrasto, avendo la medesima origine, cioè Dio.


e qualora colui che catechizzava a viva voce esprimeva ragionamenti in contrasto con il NT, cosa succedeva?”

Quando ho detto che la maggior parte dei libri del NT sono stati scritt come surrogato per coprire la distanza evidentemente sto parlando della fase in cui il NT non c’era ancora, proprio perché lo stavano scrivendo. Non c’era dunque un NT con cui essere in contrasto.

“Che vi siano state influenze e contaminazioni con dottrine e religioni che col cristianesimo c'entrano come i cavoli a merenda è cosa ammessa anche dal Papa.”

Forse ti mancano le categorie culturali per capire cosa intende il papa, lo capiresti se avessi letto la I Apologia di Giustino Martire. Tutto quello che è stato detto di vero dai pagani nel corso dei secoli appartiene a noi cristiani, perché la verità è sempre la stessa ovunque si presenti, anche se fuori dal cristianesimo è solo in forma embrionale.

“Ok, quindi per te la Bibbia non è il libro di Dio, ispirato da un'unica persona, ma un'accozzaglia di idee e pensieri diversi.”

Il fatto che la Bibbia sia parola di Dio non toglie che sia spesso in contraddizione, e questo è ammesso da chiunque. Per noi cattolici la chiave di lettura per trovare un filo rosso all’interno delle Scritture, cioè per andare oltre la patina che le rende figlie del loro tempo, è dato solo dalla Chiesa.

“La differenza è che la Chiesa dà la priorità alla tradizione”

Priorità cronologica non veritativa.

Per Simon

“Non è esatto che il canone venne formalizzato dai padri della chiesa nel IV-V sec. Si dovette aspettare Trento”

No, il canone è fisso dal IV secolo, come testimoniano i vari Concili e livello regionale e i decreti papali, come il decretum gelasianum. A Trento si è semplicemente arrivati a mettere il canone tra i dogmi, ma questo non vuol dire che non fosse già fisso da un ben pezzo.Anzi se devo essere preciso non è neppure Trento la prima definizione dogmatica sul canone, ho dimenticato il Decretum pro Iacobitis del Concilio di Firenze (4 febbraio 1441)

“e la sua argomentazione riguardante il passaggio obbligato per la sua madre chiesa a quel punto non ha valore.”

Ha valore eccome. Anche spostando ipoteticamente la formazione del canone di sedici secoli per voi la questione non cambia: sareste sempre gli eredi di un canone stabilito da altri. Comunque come ripeto, anche se non fosse stato fissato il canone neppure a Trento, sarebbe sempre comunque un canone sviluppatosi all’interno di una tradizione ecclesiastica che voi non potete più giustificare, perché sarebbe comune il canone della grande Chiesa. Ma se questa Chiesa non è al legittima chiesa di Dio il suo canone vale tanto quanto altri canoni in circolo.

“La sua chiesa dovette reagire sotto molti altri aspetti e le accuse del Luther non partirono certo dal canone.”

Il punto focale della disputa con Lutero è la giustificazione, ma come ripeto questo è irrilevante, Trento inserisce una decreto sul canone perché Lutero voleva buttar fuori dal Nuovo Testamento Giacomo e dall’AT i deuterocanonici.

“Tuttavia, se il canone non era dogma di fede ed non era univocamente accettato neppure dagli stessi cattolici”

Guarda che il fatto che un eretico contesti la dottrina della Chiesa non dice nulla sul fatto che la Chiesa abbia o meno una dottrina. Lutero ad esempio era contro il libero arbitrio, ma questo implica forse che la Chiesa prima non credesse al libero arbitrio e che solo dopo Lutero, proprio perché lui lo contesto, si decide a credervi? E’ palesemente ridicolo. Inoltre non ha senso dire che “il canone prima non era condiviso dagli stessi cattolici”, non ci sono dispute sul canone dal V secolo all’interno della Chiesa.

“ome già piu' volte detto, gli scritto del NT sono tutti assolutamente precedenti il 180”

Ma io non sto parlando della data di composizione degli scritte, ma del loro riconoscimento come parola di Dio. Come ripeto la Chiesa credeva alla trinità ancora da prima di credere che la lettera agli Ebrei fosse Parola di Dio, questo testo è entrato nel canone solo nel IV secolo. Sembri non distinguere i due problemi, e cioè che senza la Chiesa non è che i libri del NT spariscano, semplicemente cessano di essere il Nt, cioè quel corpus riconosciuto dai cristiani come parola di Dio. E’ la Chiesa che riconosce e presenta la Bibbia, non l’inverso.

“La sua citazione è di un secolo posteriore ai presunti fatti”

No, perché il fatto di cui sto parlando non è la stesura degli scritti del NT ma il loro riconoscimento come parola di Dio, in caso contrario ogni altro scritto cristiano del I secolo dovrebbe automaticamente entrare a far parte del canone.

“Inoltre si parla di due persone. In base a cosa lei ne scarta una?”

Non scarto nulla, la Chiesa si Roma si basa sulle sue due colonne. Semplicemente se non si mette Paolo tra i vescovi di Roma è perché le liste episcopali più antiche, come quella di Egesippo, riferiscono che solo Pietro ebbe la carica di episkopos.

“Come già detto, dovrebbe risalire alla chiesa tridentina?”

Scusa ma forse non ti rendi conto di quale frase hai citato: “Quando dico che il primato petrino viene prima nella Chiesa del canone del Nt sto affatto dando un’opinione.” Se mi dici che il canone fu stabilito a Trento, la mia frase diventa doppiamente vera, perché nessuno dubita che il primato esista da prima del XVI secolo. Non capisco proprio in base a quale logica ragioni.

“nfatti il canone della sua chiesa è coevo, o addirittura successivo, a Martin Luther.”

No, leggersi i decreti di Cartagine o il decretum Gelasianum, o la lettera festale di Atanasio del 367 d.C.
Inoltre la questione non cambia: indipendentemente dalla data di formazione del canone resta sempre una creazione ecclesiastica, e non vedo proprio a cosa ti serve posticiparla.

“La mia domanda per lei resta valida: dove troviamo Gesu' che insegna ad un apostolo ad essere primus? Di seguito, una questione che lei ha tagliato dal mio post, dove troviamo Pietro che reclama il suo diritto alla primogenitura?”

Non ho risposto alla domanda perché come ripeto la Chiesa non deriva la dottrina del primato dal NT, bensì crede a questa dottrina da prima che avesse un NT a cui credere. Non stiamo parlando sullo stesso piano. Non è possibile sostenere che la fede dei cristiani sia da ricavare dal solo NT, altrimenti per 4 secoli i cristiani avrebbero avuto una fede tronca, in quanto non esiste il tuo NT attuale prima del 4 secolo. Questo non vuol dire che la Bibbia non tratti il primato petrino, ma come ripeto dal punto di vista cattolico non è la Bibbia che lo fonda, al massimo la Bibbia lo conferma. Il primato petrino si fonda sull’investitura che Gesù dà a Pietro, non sul libro che la racconta. Come dice il buon K. Schatz “Se interroghiamo i dati del Nuovo Testamento relativi alla questione del ministero petrino, sembra delinearsi sempre più, fra gli esegeti cattolici e non cattolici un consenso sui seguenti punti: Non solo dai tre passi classici riguardanti Pietro (Mt 16,13-19; Lc 22,31ss; Gv 21m 15-17(, ma anche da molti altri testi, fra i quali va ricordato fra l’altro quello della prima testimonianza di Pietro sulla risurrezione (1Cor 15,5), emerge la posizione di leader di Pietro nella cerchia dei dodici ed anche nella primitiva comunità di Gerusalemme: una posizione direttiva, conferita da Gesù ed esercitata per suo incarico” (K. Schatz, Il primato del papa, Brescia, 1996, Queriniana, pag 35)

“Dovrebbe specificare che è la sua chiesa a comportarsi un quel modo, non la chiesa autentica, che mette per iscritto l'ispirata parola di Dio per lasciare insegnamenti pratici e modelli da seguire durante il processo di evangelizzazione di "tutti gli uomini del mondo".”

Come ripeto la Chiesa predica sulla base del kerygma, di cui la Scrittura è solo un deposito scritto. Ma si predica da prima che la Scrittura esistesse, e si sarebbe continuato a farlo anche se non fosse esistita.

“E' ovvio ed evidente, a chi ha letto la Bibbia, che la sua chiesa non "s'è regolata su come comportarsi in base" alle Scritture.”

La mia Chiesa agisce quando parla come Chiesa, cioè nei Concili, nelle definizioni di fede, e quant’altro. Altre azioni sono della Chiesa ma di alcuni figli della Chiesa, ed è illogico, oltre che insensato dal punto di vista legale (art 27 Costituzione), attribuire colpe di singoli ad un soggetto plurale.

“Mi spiego portando esempi pratici, che speravo citasse lei.
Atti 1 comincia e si preoccupa subito di informarci che Giuda si suicido' e gli apostoli lo sostituirono”

Perché nella sua storia stava trattando la comunità di Gerusalemme a quelle date. Come ripeto tuttavia, gli Atti non possono trattare della succesione apostolica di Roma, perché non trattano di quel periodo storico.

“Giovanni scrive a fine secolo, quando ormai gli apostoli sono praticamente tutti passati a miglior vita, e menziona varie persone anche per nome, senza illuminarci in alcun modo sulla sua teoria della "successione apostolica".

E perché mai l’apocalisse dovrebbe parlare di “succesione apostoliche”? Non c’è nessuna ragione per farlo, a meno che una delle Chiese dell’Asia a cui scriveva, proprio nel momento a cui scriveva, avesse perso il suo vescovo.
Inoltre, come ripeto, tu dai per scontato che i libri del NT siano scritti per dare istruzioni sistematiche, quando invece come ripeto la catechesi di base era orale e i libri erano solo un surrogato qualora non si potesse essere presenti di persona a predicare. Non ci possiamo dunque aspettare un trattato sistematico su alcuna dottrina, né su alcun modo di organizzazione la Chiesa. Se ci viene detto qualcosa di queste cose dobbiamo aspettarcelo come un’allusione accidentale fatta mentre si parla d’altro.

“Non è solo questione di interesse da parte degli scrittori. E' anche questione di 'ispirazione', che attribuisce un certo qual valore normativo al testo. Valore che, dunque, manca al concetto di "successione".”

Questa frase non ha senso. Il fatto che un testo sia ispirato non ci dice nulla sul fatto che quel testo ambisca o meno ad essere l’unica fonte di informazione per qualcosa. Fai come quelli che citano 2Tm 3,16 in cui si dice “tutta la Scrittura è ispirata”, come se invece ci fosse scritto “solo la Scrittura è ispirata”.
Come ripeto Gesù disse “andate e predicate”, non “andate e scrivete”, e la fede viene dall’ascolto della predicazione. Se abbiamo difficoltà a ricostruire molti temi del cristianesimo primitivo, da come era organizzata la Chiesa, all’etica, fino alla cristologia, è proprio perché nessuno di questi autori s’è mai sognato di dover addestrare qualcuno da zero con questi testi, essi suppongono già una catechesi alle spalle e vogliono solo tappare dei particolari buchi creatisi. In pratica tu stai supponendo che se la successione apostolica fosse vera allora il NT ne parlerebbe sicuramente, ma per fare questo parti dal presupposto che la sola base della fede dei cristiani sia il NT. Ma per un cattolico, per cui come ripeto non è così, la tua argomentazione non vuol dire un emerito nulla. Esattamente come non vuol dire un emerito nulla dal punto di vista storico, perché come ripeto il canone attuale non esiste prima del IV secolo. Che dire dunque? Che i cristiani non potevano attingere a tutta la verità nel corso di 4 secoli perché quella che a vostro avviso è l’unica fonte della rivelazione era ancora mutila? E’ palesemente un’assurdità. I cattolici e gli ortodossi non vanno incontro a queste contraddizioni perché sanno che la base del cristianesimo primitivo non era un’inesistente nuovo testamento la voce degli apostoli, di cui il Nt è solo uno dei due mezzi di trasmissione, motivo per cui la pienezza della fede è stata garantita dalla catechesi orale dei vescovi anche nel periodo dove il canone attuale non era completo.

“Non è esatto: gli scritti del NT esistevano e parlavano degli avvenimenti del Cristo e degli Apostoli già molto tempo prima che la sua chiesa medioevale formalizzasse il suo canone”

Come già detto non conta se i singoli scritti ne parlassero, ma se i cristiani sapessero che lì andava cercata la parola di Dio. Non puoi andare a leggere un manuale di istruzioni se non sai che è un manuale di istruzione, e soprattutto non può essere il solo manuale d’istruzioni se non è esistito per 4 secoli.

“he non esistesse il canone della sua chiesa è irrilevante ai fini di stabilire se gli apostoli ritennero di passare la loro autorità”

Non è irrilevante perché tu presumi che se gli apostoli avessero voluto dire qualcosa l’avrebbero di sicuro scritto. Invece come ripeto da capo nessuno di loro s’è mai sognato che si sarebbe creato quello che viene definito NT, che i cristiani avrebbero avuto questo corpus di libri come normativo per stabilire cosa fare, ecc. In definitiva se gli apostoli volavano dire qualcosa lo dicevano a voce. Ciò implica che per recuperare cosa hanno detto ci si deve servire di tutte le fonti storiche possibili.

“La sua è una rispettabile opinione”

No, altrimenti mi dovresti dire dove nel NT si direbbe che qualcuno ha in mente di diffondere la fede col NT anziché con la parola.

“Il testo del NT parla di una missione da adempiere a livello mondiale, quindi di un messaggio da portare a popoli e nazioni completamente estranei ad esso.”

Sì, infatti c’erano dei missionari, come oggi. Mandare una persona è molto più efficace che mandare un libro.

“La formalizzazione scritta era un passo necessario per poter trasmettere una dottrina autentica.”

Perché? Gli apostoli e Cristo hanno predicato a voce per la maggior parte del tempo, cosa avevano di meno autentico di quando scrivevano?

“A tal fine le loro "istruzioni orali" hanno un compito del tutto trascurabile.”

Ma stai scherzando? Ti risulta che si sia creata anche una sola comunità cristiana con delle lettere? Tutto il cristianesimo primitivo si basa sulla predicazione orale e sui viaggi missionari. Gli stessi fatti che vedi narrati negli Atti mettono in scena gli apostoli che convincono la gente a parole.

“uesto è irrilevante. I "vescovi" non erano in alcun modo "successori" di Pietro piuttosto che di Paolo. A meno che lei non mi porti "indizi" che Paolo nominasse metodicamente "successori" in ogni comunità da lui fondata.”

I vescovi sono successori di chi gli ha imposto le mani. C’è scritto che gli apostoli istituivano i vescovi nelle comunità in cui andavano, cosa vuoi di più chiaro.

“: dal momento che secondo lei quegli scritti furono scelti da uomini, e per di piu' tutti appartenenti alla sua chiesa, avrebbero perlomeno potuto fabbricarsi scritti in modo da dare autorità divina a questo presumibilmente importante concetto.”

Gli scritti non si fabbricano, si riconoscono. La Chiesa, tra i vari apocrifi in circolo, tra le beghe su questa o quella lettera paolina, tra i piagnistei di metà Oriente contro l’Apocalisse, ha semplicemente sancito quello che doveva essere il canone comune. Non si sono scelti degli scritti per poi dire “vedete, è quello che diciamo noi”, perché avrebbe voluto dire dipendere da quegli scritti, semmai il punto era dire “riconosco questo scritto perché insegna quello che credo”.

“Si, se lei è cosi' ingenuo da pensare che la successione sia avvenuta "di padre in figlio" come se si trattasse di una famiglia unica, unita nel proprio amore per le scritture.”

Sebbene non possediamo “liste” di ogni singolo singolo apostolo, sappiamo dalle fonti collaterali che agivano così sin da fine I secolo. E’ semplicemente un criterio evidente. Morto un vescovo se ne fa un altro, e non è possibile sostenere che in tutto l’impero ad un certo punto i vescovi abbiano smesso di ordinare tutti i loro successori, cioè che sia mai esistito un momento nell’impero in cui ciascun vescovo era senza imposizione delle mani da parte di un vescovo precedente. Per di più il problema delle liste è nostro che viviamo nel 2008, ma la Chiesa ha sempre proclamato questo criterio nel corso dei secoli e l’imposizione delle mani era dunque sotto i loro occhi. Noi abbiamo problemi a ricostruire elenchi perché viviamo secoli dopo, e si chiede un tasso di documentazione che non è possibile per la storia antica. Tuttavia se come le fonti attestano per la grande Chiesa il criterio dell’ortodossia era la successione apostolica non si può certo ritenere che questa gente abbia smesso di praticarla, chissà in quale anno, e che dunque si sia creata una frattura.

“Semplicemente perchè all'interno della sua chiesa non ha alcun valore pratico.”

La mia chiesa ha un 800 milioni di aderenti circa, il tuo giudizio è del tutto pressappochista e qualunquista.

“ne. Per svolgere un ruolo di guida è necessario giustificare in primis il suo trasferimento a Roma”

Predicare ai giudei della diaspora, come dice anche Paolo. Pietro è l’apostolo dei circoncisi, lui dei Gentili. Pietro se per questo va molto in giro. Ad esempio va ad Antiochia, ma non sapeva certo il siriaco.

“poi la sua competenza linguistica e infine la sua capacità di guidare una comunità di lingua straniera all'interno di un paese di lingua straniera, di cui non possedeva neppure la cittadinanza.”

Questo non è decisamente mai stato un problema. Nel mondo romano c’era libera mobilità, e non aveva la cittadinanza né a Roma né a Gerusalemme, che come spero ricorderai era tributaria dei romani.

“orno a ribadire che la lingua di Roma non era il greco”

E’ qui che ti sbagli, come ripeto la liturgia della Chiesa di Roma era in greco, e non sto dicendo un mio parere, semplicemente i testi più antichi pervenutici della liturgia della Chiesa di Roma sono nella lingua dei miei adorati elleni. Tutti a Roma parlavano greco, dai commercianti ai senatori, ma è difficile spiegarlo a chi non ha in mente la mobilità del mondo antico.

“Dunque siamo ai livelli di un moderno telepredicatore con l'interprete?”

Veramente non vedo proprio cosa ci sia di strano ad essere bilingui, è una cosa del tutto naturale.

“Se non le piace wikipedia puo' guardare anche qui:”

Imprecisioni semantiche in testi che non sono documenti ecclesiastici. E poi ripeto, trono può essere una semplice metafora per dire “luogo da cui si esercita il potere”. Trono di Pietro non vuol dire legno intarsiato.

“Sicchè le scritture formalizzerebbero la "sostituzione" di Giuda iscariota ma si dimenticherebbero di menzionare la "successione apostolica"?”

No, perché tu poni le cose in una scala di importanza. Come dire “se menzionano questo che è secondario, perché non menzionano questo che è più importante”. Ma ancora stai ragionando in base al presupposto che stessero scrivendo un manuale di istruzioni, con l’idea che sarebbe diventato il NT, e dunque sarebbero stati lì a chiedersi cosa fosse essenziale mettere perché era importante e dunque assolutamente da comunicare. La realtà è un’altra, e cioè che le Scritture, senza alcuna pretesa di voler essere un prontuario con tutto l’occorrente, parlano di una cosa sì e dell’altra no per puro caso, cioè per il fatto che casualmente all’interno di una narrazione che parla di qualcos’altro venga in mente o no all’agiografo di fare dei cenni. La successione apostolica si basa sull’idea che bisogna essere designati da un apostolo per fare una missione, e Paolo stesso va a Gerusalemme a farsi confermare un incarico per entrare nei ranghi della Chiesa sebbene avesse ricevuto la missione direttamente da Cristo. Questo rituale di designazione e ciò che nel NT vediamo con l’imposizione delle mani da parte degli apostoli o dei loro delegati.

“Ma possediamo una lettera "ai romani" dove lui non viene menzionato”

Il problema in primis è la datazione della lettera ai romani, di solito si oscilla tra il 51 e il 57. Supponendo che la data di composizione sia il 51-52 Pietro non era ancora nella capitale poiché Paolo non avrebbe certo omesso di salutarlo.
E se invece volessimo sostenere che era già a Roma in quella data? A questo proposito si possono trarre interessanti informazioni dal classico testo di Arialdo Beni, La nostra Chiesa, Firenze, 1976, pag. 477 ss. e da Salvatore Garofalo, “La prima venuta di S. Pietro a Roma nel 42”, Roma, 1942; a cui anch'io mi rifaccio. Si fa notare innanzitutto che il silenzio di uno, o di pochi, non può mai annullare un coro così potente di voci tutte concordi ed unanimi. Tanto meno, quando ci siano delle ragioni che lo giustifichino appieno. Prima di tutto, se si ammette che Pietro era presente a Roma quando Paolo scriveva, è necessario fare un'osservazione ovvia. Quando Paolo ha inviato la sua lettera alla comunità di Roma, a chi l'ha indirizzata? Alla comunità, naturalmente; ma una lettera non si consegna ad una folla; si consegna ad una persona, la quale, in questo caso, non poteva essere che il capo della Chiesa. E allora che bisogno c'era, in una lettera mandata alla comunità, tramite il capo, di nominare il capo stesso? ( S. Garofalo, op. cit p. 19). Non va dimenticato, d'altra parte, che siamo in tempi calamitosi, in cui è necessario uno spirito di somma discrezione per non arrecar danno alla Chiesa nascente. Ora, se l'eucaristia era una cosa da nascondere, certamente non era meno da nascondere il capo della Chiesa, S. Pietro. Del resto, nell'elogio caloroso della fede dei Romani "celebrata in tutto il mondo " (1, 8), nella confessione che Paolo fa di aver come regola di non invadere il campo degli altri "per non edificare su fondamento altrui " (15, 20), nella protesta di voler venire a Roma non per insegnare, ma per consolarsi (1, 11 e 12), per "saziarsi " (15, 24), ecc. Non c'è, forse, tutta una trasparente, allusione ad un fondatore, di quella Chiesa, più importante dell'apostolato stesso dei pagani, una allusione a S. Pietro? Comunque, una risposta più radicale all'obiezione è quella già data all'inizio: Paolo non saluta Pietro, perché costui si trovava momentaneamente assente da Roma.
Nessuno ha mai sostenuto che Pietro sia rimasto a Roma ininterrottamente, anzi le fonti antiche parlano di due soggiorni.
La testimonianza più antica di questo è del I secolo: Papia vescovo di Gerapoli (70-150) ci dice che Pietro venne a Roma e vi predicò; su richiesta della comunità primitiva, che voleva conservare le parole dell’apostolo dopo la sua partenza, cioè dalla trascrizione della sua catechesi orale, nacque il Vangelo di Marco. Il fatto che si parli di una partenza da Roma implica che debbe tornarvi in un II tempo per far quadrare la cosa con le altre testimonianze che parlano di martirio nell’Urbe. Per i contesti e gli studi sulla venuta dell’apostolo a Roma e sul tipo di comunità ci si basa su quella che da decenni è opera di riferimento, di recente uscita in nuova edizione, “I cristiani e l’impero romano” di Marta Sordi, Milano, Jaka Book, 2004, pag. 31 ss
Un ultimo rilievo, che ci riporta, anch'esso, alle caratteristiche petrine della prima comunità romana e alla sua grande antichità: è stato osservato da più parti (J. Daniélou) il carattere «giudaizzante» della antica chiesa di Roma, che non comportava peraltro il mantenimento della circoncisione e le osservanze rituali, sostenute da alcuni giudeo-cristiani del seguito di Giacomo, ma che è rivelato soprattutto dal modo di pensare presente in alcuni antichi scritti della cristianità romana, come il Pastore di Erma e le Lettere di Clemente romano. Uno scrittore del IV secolo, l'Ambrosiaster, dice che i Romani susceperunt fidem Christi, ritu licet iudaico. (CSEL, LXXXI, Vienne 1966, pag. 6 ed, Vogels) Una caratterizzazione di questo tipo si capisce assai bene se cristianesimo di Roma deriva direttamente, in una data molto alta, da quello di Gerusalemme: esso rifletteva l'esperienza di Pietro, che senza pensare ancora ad un distacco dal giudaismo, aveva sperimentato, nella conversione di Cornelio, l'adesione e l'accoglienza nella fede li pagani, senza che essi fossero passati attraverso la circoncisione e le pratiche legali.
Queste caratteristiche del cristianesimo romano si ritrovano al tempo di Domiziano nelle accuse mosse agli aristocratici romani convertiti al cristianesimo di «ateismo e costumi giudaici». Il cristianesimo vincente a Roma non è dunque quello strettamente paolino ma quello petrino.

“Giovanni scrive a fine secolo, quando casi di presunta "successione" si sarebbero già dovuti ripetutamente verificare.”

Mi spieghi perché si sarebbe dovuto mettere a parlare di come funzionano le comunità cristiane a livello di gestione interna in un testo apocalittico?

“Dal momento che il messaggio era da portare al mondo intero, la formalizzazione scritta era fondamentale”

Continuo a non capire perché. Come ripeto la predicazione orale è alla base, anzi non è mai venuta meno. Inoltre lo scritto genera fraitendimenti, mentre se parli con qualcuno puoi fornire chiarimenti. In nessuno dei testi del NT esiste la consapevolezza di essere scritti o di diventare un testo “per il mondo”, nel senso di un testo base e fondante per la fede.

“Egesippo scrisse oltre un secolo dopo gli avvenimenti e non aveva neppure Internet.”

Egesippo è una palestinese che nel I secolo c’era nato, ne sapeva più di me e di te, perché nella Chiesa primitiva, esattamente come nel mondo antico in generale, la trasmissione del sapeva avveniva sempre oralmente e con dei canoni rigorosi. Ad esempio Platone disse che non aveva mai messo per iscritto le cose che gli interessavano veramente ma, anche per i dialoghi scritti, imponeva ai discepoli che li imparassero a memoria. Così avviene per qualunque scuola filosofica dell’antichità dagli epicurei agli stoici, ma, cosa più rilevante, così avveniva nell’ebraismo. Il passaggio di dottrine tra il discepolo e il maestro era un’istruzione orale, conservata gelosamente. Il talmud stesso non è altro che la tarda trascrizione di insegnamenti “di scuola” imparati a memoria dagli allievi dei grandi rabbini anche 4 secoli prima. Non è un caso che la scuola scandinava ritraducendo dal greco all’aramaico abbia scoperto che il NT quando riporta frasi di Gesù è pieno di giochi fonetici per facilitare la memorizzazione, in quanto esse è la trascrizione di una catechesi orale.

Ad maiora
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
24/02/2008 18:30
 
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Per Barnabino


La chiesa è nata dall'insegnamento orale di Gesù e degli apostoli, questo insegnamento è stato messo per iscritto molto presto, in base a quell'insegnamento scritto sono stati, in seguito, selezionati i libri del NT,”

No, non ci si basa su un’insegnamento scritto se prima non lo ritieni parola di Dio, e la funzione della Chiesa è appunto questa, all’interno di un mare di sette che additavano rivelazioni apostoliche in altri etsti ha selezionato quelli apostolici in base ad una corrispondenza in quello che credeva, processo che come ripeto è andato avanti fino al IV secolo. Non ha “ricevuto” un bel niente, la scelta e la selezione sono dei processi attivi.
Inoltre tu supponi che i libri del NT siano stati selezionati in base ai libri del NT, il che è un circolo logico.

“volte anche in constrasto con l'insegnamento della chiesa ortodossa tanto che, come sappiamo, in diversi epoche cercò di manipolare il testo per piegarlo a questa o quella dottrina che cercava di imporre. “

a)non c’è alcun passo del NT contro la dottrina della Chiesa, al massimo ci sono interpretazioni del testo contro la dottrina della Chiesa.
b)La manipolazione non è stata sistematica né pipi provare che sia di matrice ecclesiastica.
c)Non puoi neppure provare che sia una manipolazione volontaria. Testi come il comma giovanneo possono non essere manipolazioni intenzionali bensì glosse dei copisti scambiate per parti del testo dal copista successivo.

“Se diamo troppo importanza alla funzione della chiesa finiamo per toglierne ai testi,”

No, i testi l’acquistano proprio perché la Chiesa li indica.

“he diventano sacri non in sè”

Infatti non sono sacri in sé, anche i testi degli eretici pretendevano di esserlo.

“Ma se quella scelta ci fu essa non dipende (solo) dalla chiesa, ma dai testi che erano già dall'origine apostolica (nel senso che erano riconosciuti dagli apostoli)”

Dove starebbe un decreto apostolico che parli del NT? Ma sogni? E poi ogni setta diceva che i suoi scritti erano quelli apostolici, così non si va da nessuna parte.

“Cerca di evitare i dettagli e vai al cuore del discorso esponendo con chiarezza la tua tesi. Cerchiamo (tutti) di restare sul tema senza digressioni rapsodiche su argomenti accessori.”

Se mi chiedono un parere su qualcosa, io rispondo.

“erto, ma da una persona intelligente ed istruita si presuppone che possegga sufficiente padronanza comunicativa ed un uso appropriato della lingua a seconda delle circostanze”

Io non vario la lunghezza in base al genere letterario, la dimensione è esagerata a causa della mole di cose a cui rispondere.

“Ho solo visto che hai risposto al post successivo dopo sei minuti dal mio... va bene essere veloci a scrivere!”

Scusa ma non so di che parli. Il mio post è segnalato come del 24/02/2008 1.48, il tuo post precedente è delle 24/02/2008 0.33. C’è in mezzo più di un’ora, e, se ti interessa, quel cronometro non è affidabile. Ho inserito quella risposta alle 4 del mattino. In effetti anche l'ora del mio precedente post è errata. Ah, dimenticavo, dal prossimo post inizierò ad usare il quote visto che ci tenete tanto.


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Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
24/02/2008 18:57
 
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Caro Polymetis,


Non bastano i testi, devi anche sapere di andare a leggerli, cioè che siano parola di Dio



I testi dell'AT (qualunque forma avesse, ma siamo sempre a discutere su dettagli) erano considerati ispirati, ed insieme con il riconoscimento della posizione speciale degli scritti apostolici, cioè riconosciuti dagli apostoli successeri di Gesù , divennero il parametro che permisero a questi libri di affermarsi fin dai primi anni ed essere riconosciuti ancor prima del sorgere delle eresie, che erano eresie in base allo scostamento da quegli scritti.


Ti ricordo che non mi hai ancora detto dove starebbe questa citazione, ergo fino a dora non esiste



Esiste solo la tua ignoranza degli scritti di Ireneo, che evidentemente o non hai letto o leggi solo superficialmente e dove tu intressa. Questo inficia ogni tua citazione di quest'autore.


Se l’ha progressivamente tradito, allora non è infallibile, e nulla ci impine di pensare che tra i parziali tradimenti non ci sia anche il canone, che a questo punto diventa una scelta opera di una Chiesa non infallibile. Ma, se così è, che garanzia ho che sia la scelta corretta?



Infatti nulla ci impedisce di pensarlo. Tanto è vero che non accettiamo il canone della tua chiesa.


No, è impossibile, perché destituite ciò che distingue la mia Chiesa dagli eretici, la successione apostolica



Noi non destituiamo nulla, semplicemente crediamo (ed è evidente) che quei successori si allontanarono progressivamente dall'apostolicità, cioè dall'insegnamento di Cristo.


Così facendo la Chiesa del IV secolo non c’entra nulla con quella del II, non c’è nessun canone trasmesse e sviluppatosi nella grande Chiesa, perché questa grande chiesa smette di esistere, diventa un insieme di eretici come un altro



La chiesa non è diventata eretica, ma ha apostato e questo processo è avvenuto progressivamente. Apostata non significa eretico, la chiesa per noi non è il demonio ma la "rete a strascico" della parabola di Gesù a cui dobbiamo tantissimo.


Il kerygma della grande Chiesa, che è tutto fuorché il vostro. Dogma è solo il nome dato dal kerygma quando è dichiarato irreformabile



Io parlo del kerygma apostolico contenuto nei loro scritti. E' quello a cui ci riferiamo e non troverai nei TdG nulla che non sia espressamente affermato da quel kerygma: niente elaborazioni dogmatiche successive.


Come già detto se così fosse non ci sarebbero stati litigi, ne eretici che additavano altri testi, o, all’interno della grande Chiesa, contestazioni sui libri medesimi. E con tutte le ragioni aggiunge



Perchè mai? Liti ed eresie c'erano già in epoca apostolica. Anzi, gli pseudoepigrafi mostrano a fortiori che vi erano libri ormai ritenuti con sicurezza apostolici, tanto che gli eretici dovevano in seguito produrne di altri attribuendone la paternità a questo o quel'apostolo.

Ciò dimostra che la Chiesa già nel I-II secolo considerava l'apostolicità come fattore importante e non l'autorità dei vescovi, che potevano benissimo diventare eretici.


perché dei testi del NT non sono per davvero di origine apostolica



Cosa significa? La critica spesso è divisa su chi ha scritto un libro, ovviamente cattolici e protestanti liberali da una parte e critici altrettanto rispettabili ma conservatori dall'altra. Ma questo è indifferente, perchè l'apostolicità era nel riconoscimento che gli apostoli davano ad un libro, sia pure scritto da un'altra persona, per esempio un segretario o un discepolo che ne riassumeva le idee.


Allora come spieghi che invece proprio al contrario di discute su questi testi? Perché se tutti erano d’accordo a tuo dire?



Perchè alcuni testi (cioè una minoranza!) avevano diffusioni forzatamente più limitata di altri. Quindi nonostante i dibattiti successivi quello che attesta la canonicità di un certo scritto era che i credenti contemporanei lo avessero accettato come apostolico. E questo non in base all'autorità del vescovo di Roma.

Per quanto riguarda gli apocrifi "ortodossi" nessuno di essi, nonostante vi possa essere stato un certo dibattito, godeva più di un riconoscimento locale o temporaneo, una volta chiarite le questioni circa la paternità rimasero pochi dubbi sulla loro non canonicità.


Se i testi avevano tale autorità da soli, mi spieghi perché testi come Giacomo ed Ebrei entrano nel canone solo nel IV secolo?



Per la loro diffusione minore, ma come ti ho detto coloro che li accettarono in origine non avevano dubbi sulla loro apostolicità. I dubbi sorsero dopo.


Cosa diavolo c’entrano le manipolazioni “ortodosse” del testo? Non sappiamo minimamente di che mano siano, ne sono la maggioranza. Tra l’altro non sono manipolazioni ma glosse scivolate nei testi per delle copiature di successivi scribi.



A volte sono glosse, come tu dici, altre volte si tratta di vere e proprie manipolazioni teologiche che per il tipo di manipolazione sembrano essere dovute alle controversie cristologiche del IV-VI secolo.

Fatto è che i copisti ortossi (o eretici) pur accettando un canone pensavano di fare variazioni al testo per rendere più ortodosso...


Ma come diavolo si fa a dire che decidere se inserire un libro o meno è secondario?



Dico che è secondario rispetto all'idea di chiesa che "crea" il canone. La maggior parte di testi era accettata come apostolica fin dalla fine del I secolo e sull'armonia a questi testi, semmai, si presero le decisioni successive relative ai libri ritenuti dubbi, ma comunque ritenuti apostolici da coloro che li avevano ricevuti.


Ripeto: tu vuoi un canone parziale o lo vuoi a 27? Quali testi vuoi buttare fuori?



L'analisi delle citazioni, degli elenchi mostra che vi era accordo sulla maggior parte di libri, F.F. Bruce scrive che "quando alla fine un Concilio della Chiesa, il Sinodo di Ippona nel 393, elencò 27 libri esso non conferì loro alcuna autorità che essi non possedevano già".

Da allora non vi è stato più alcun dibattito importante su quei 27 libri accettati dalla CCR, quella Ortodossa e dai Protestanti. Evidentemente la decisione non era stata un atto di autorità della Chiesa ma il riconoscimento di una situazione di fatto che non destò ulteriori dibattiti. Per cui mi pare che neppure oggi abbiamo ragioni importanti per "buttare via" qualcuno di quei libri.



Questa frase è del tutto circolare, perché sta dicendo che i testi vennero selezionati in base al kerygma dei testi, cioè i testi in base ai testi. Ma cosa vuol dire? E’ ovvio che chi selezione lo fa in base a quello che lui crede, e qui siamo davanti alla grande Chiesa tra II e IV secolo.



La selezione avvenne già nel I secolo, quando si raccolsero gli scritti apostolici, quegli scritti contenevano in forma scritta il kerygma ed erano riconosciuti come tali dagli apostoli stessi.

In seguito, quando comparvero altri scritti che pretendevano di essere apostolici, il kerygma contenuto in quegli scritti (insieme alle Scritture Ebraiche) divennero il metro per escludere apocrifi e pseudoepigrafi eretici o ortodossi. Con il tempo quegli scritti, che si erano imposti da secoli, divennero il "canone".


Sono precedenti agli apocrifi nel parere della Grande Chiesa, non degli eretici



Gli scritti sono precedenti cronologicamente, molti di essi potevano essere sconfessati dagli apostoli stessi, da questo punto di vista. Gli eretici nel II secolo produssero molti scritti, ma gli scritti apostolici erano ormai solidamente conosciuti, basti vedere la reazione che si ebbe a Marcione.


Altra circolarità. La grande Chiesa infatti ha ereditato gli insegnamenti più vicino agli apostoli proprio perché ci basiamo sugli scritti selezionati dalla grande chiesa.



Selezionati in base al contenuto dei libri che divennero il NT e non in base a quello che la chiesa credeva nel V secolo o nel XVI secolo. L'insegnamento orale degli apostoli si trovava già del I secolo in quegli scritti, ritenuti importanti per quello e per la loro aderenza alle Scritture Ebraiche, l'autorità non era della chiesa, ma delle scritture che contenevano l'insegnamento apostolico. Di fatto la chiesa fu costretta a selezionare quei libri.

Shalom

Sulle questioni di Roma e di Pietro ho aperto un 3d apposito!

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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

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24/02/2008 19:13
 
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Ripeto,


No, non ci si basa su un’insegnamento scritto se prima non lo ritieni parola di Dio



Quell'insegnamento era accettato perchè apostolico e perchè in armonia con le scritture ritenute ispirate, le scritture ebraiche che erano l'altro metro di paragone.


Non ha “ricevuto” un bel niente, la scelta e la selezione sono dei processi attivi



Attivi ma non arbitrari, basati sul concetto di apostolicità contenuto negli scritti selezionati già alla fine del I secolo e all'Antico Testamento. La chiesa del IV secolo non ha inventato o creato nulla, ma ereditato testi già ritenuti apostolici dai secoli precedenti.


a)non c’è alcun passo del NT contro la dottrina della Chiesa, al massimo ci sono interpretazioni del testo contro la dottrina della Chiesa



Questo è tutto da dimostrare... nessuna religione cristiana, ovviamente, dice che la sua dottrina è contro il NT. Gesù sarebbe di parere contrario vedendo i cristiani andare in guerra, adorare un dio trino, venerare idoli e madonne, con tanto di visioni...


La manipolazione non è stata sistematica né pipi provare che sia di matrice ecclesiastica.



Non vi era ragione che lo fosse, i copisti si limitavano, in varie epoche, a fare correzioni che ritenevano rendessero il testo più "ortodosso", segno che nei libri canonici non trovavano piena soddisfazione...


Non puoi neppure provare che sia una manipolazione volontaria. Testi come il comma giovanneo possono non essere manipolazioni intenzionali bensì glosse dei copisti scambiate per parti del testo dal copista successivo.



La maggior parte di variazioni testuali non spiegabili con errori di copiatura mostra choaramente un intento di rendere un testo più ortodosso (o viceversa!). E non parliamo del comma giovanneo, una glossa come tu dici, poi accettata come canonica dalla tua chiesa... in base al suo insegnamento (che l'ha potata ad una scelta palesemente errata!). Leggiti il bel saggio di Didier Fontaine in merito, dove parla anche del nome di Dio nel NT.

Ora devo andare!

Shalom


[Modificato da barnabino 24/02/2008 19:20]
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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

FORUM TESTIMONI DI GEOVA
24/02/2008 20:42
 
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L'esser rimasto in piedi fino alle 4 di notte per postare una risposta, evidenzia una mancanza di equilibrio che del resto già traspare dai tuoi post. Ho letto le prime 15 righe del tuo messaggio e poi mi sono arreso all'evidenza di una incomunicabilità che credo sfiori il patologico.

La successione apostolica esiste solo nelle tue fantasie.
- Ti cito il Menozzi e tu fai finta di niente.
- Per la questione dell'episcopato monarchico, della lettera di Clemente, del vescovo di Roma, ti cito Penna che è professore ordinario di Esegesi del Nuovo Testamento alla Pontificia Università Lateranense e tu ti permetti non solo di ignorarlo ma di etichettare le sue affermazioni come baseless.
- Per non contare tutte gli altri storici moderni che ti ho citato.

Corsani, che ha curato l'edizione greco-italiana della Nestle-Aland, scrive nella sua Introduzione al NT:

"E' solo dalla metà del quarto secolo d.C. che con il termne "canone" si indica la raccolta dei libri inclusi nell'elenco degli scritti sacri riconosciuti ufficialmente come normativi: il nome sanziona quindi il fatto, non lo determina"

e ancora ...

"le deliberazioni degli organismi direttivi ecclesiastici ci sono state, ma solo in un secondo tempo. E si sono limitate a registrare e ratificare un fatto compiuto"

e ancora ...

"L'idea che all'origine del canone vi sia stata una pronunzia autoritaria della gerarchia ecclesiastica, ein seguito a questa l'adozione dei 27 libri nelle chiese, è antistorica"

Tu invece ... chi saresti, scusa? ... ma vaaaa vaaa...

Eup
24/02/2008 22:18
 
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Re:
Sig. Polymetis,

stasera riassumo, sia perchè voglio andare a dormire presto, sia perchè mi pare proprio che lei abbia fretta di scrivere, dimenticando ragionamenti già discussi in precedenza.

Tra i punti già trattati:

- il canone venne fissato a Trento. Inizialmente era d'accordo, adesso vuol far sembrare che sia io a volerne posticipare la data. Le avevo citato una fonte cattolica, le riporto ora il commento di wikipedia che presenta una tabella sintetica a riguardo:


Complessivamente, fino al concilio di Trento nel XVI secolo all'interno della chiesa latina prevalse direttamente o indirettamente la posizione dell'autorevolissimo Girolamo: i deuterocanonici erano usati e citati anche se non erano considerati propriamente alla stregua dei protocanonici (cioè i testi contenuti nella Tanakh), nonostante alcune esplicite direttive pontifice equiparassero protocanonici e deuterocanoni (Decreto di Damaso, Decreto di Gelasio).



Ergo, il canone della sua chiesa è posteriore a Martin Luther

Lei afferma:


Ha valore eccome. Anche spostando ipoteticamente la formazione del canone di sedici secoli per voi la questione non cambia: sareste sempre gli eredi di un canone stabilito da altri. Comunque come ripeto, anche se non fosse stato fissato il canone neppure a Trento, sarebbe sempre comunque un canone sviluppatosi all’interno di una tradizione ecclesiastica che voi non potete più giustificare, perché sarebbe comune il canone della grande Chiesa. Ma se questa Chiesa non è al legittima chiesa di Dio il suo canone vale tanto quanto altri canoni in circolo.



ma il suo ragionamento è irrilevante. Chiunque oggi puo' ricostruire gli eventi storici, leggersi i documenti e farsi un'idea propria della canonicità o meno degli scritti piu' o meno ispirati. In aggiunta oggi siamo ulteriormente avvantaggiati: sappiamo che la sua chiesa pretende di essere precedente agli scritti ispirati e di averli creati, accantonando il concetto stesso di "Parola di Dio".

- Il canone non venne contestato solo da eretici. La fonte che le ho citato parla del Codex Claromontanus, di Niceforo e della lista dei 60 libri. Ribadisco che si dovette attendere Trento.

- Lei afferma: "... Sembri non distinguere i due problemi, e cioè che senza la Chiesa non è che i libri del NT spariscano, semplicemente cessano di essere il Nt, cioè quel corpus riconosciuto dai cristiani come parola di Dio. E’ la Chiesa che riconosce e presenta la Bibbia, non l’inverso."
e mi pare sia lei a non comprendere il problema: i libri ispirati, come lei ben dice, non cessano di esistere senza la sua chiesa, in questo modo la mia chiesa puo' stabilire autonomamente cos'è l'AT e cosa il NT, senza bisogno alcuno di appoggiarsi alla sua chiesa.

- Io scrivo:


“La sua citazione è di un secolo posteriore ai presunti fatti”



Lei risponde:


No, perché il fatto di cui sto parlando non è la stesura degli scritti del NT ma il loro riconoscimento come parola di Dio, in caso contrario ogni altro scritto cristiano del I secolo dovrebbe automaticamente entrare a far parte del canone.



Peccato che io mi riferissi, come è chiaro dal contesto, alla sua citazione di Ireneo riguardate il presunto primato petrino. Il canone qui non c'entra un tubo.

- io scrivo:

[QUOTE[“Inoltre si parla di due persone. In base a cosa lei ne scarta una?”




Non scarto nulla, la Chiesa si Roma si basa sulle sue due colonne. Semplicemente se non si mette Paolo tra i vescovi di Roma è perché le liste episcopali più antiche, come quella di Egesippo, riferiscono che solo Pietro ebbe la carica di episkopos.



Dunque la sua citazione di Ireneo, anno 180, in sé non testimonia affatto il presunto primato di Pietro. Occorre rifarsi ad altri scritti, suppongo ancora piu' tardi.

- Lei afferma:


Non ho risposto alla domanda perché come ripeto la Chiesa non deriva la dottrina del primato dal NT, bensì crede a questa dottrina da prima che avesse un NT a cui credere. Non stiamo parlando sullo stesso piano. Non è possibile sostenere che la fede dei cristiani sia da ricavare dal solo NT, altrimenti per 4 secoli i cristiani avrebbero avuto una fede tronca, in quanto non esiste il tuo NT attuale prima del 4 secolo.



tornando a credere che gli scritti del NT non sussistessero senza la sua chiesa. Di fatto, al di là dell'ispirazione, sono le primissime testimonianze dei fatti accaduti, di cui stiamo discutendo or ora. Invece lei vuole spostare la discussione su narrazioni e ricostruzioni posteriori di oltre un secolo rispetto ai fatti.

- Lei mi riporta l'opinione del gentile Schatz ma io le avevo chiesto:
"La mia domanda per lei resta valida: dove troviamo Gesu' che insegna ad un apostolo ad essere primus? Di seguito, una questione che lei ha tagliato dal mio post, dove troviamo Pietro che reclama il suo diritto alla primogenitura?”

Cioè dove i diretti interessati parlano di "primato" o superiorità della figura di Pietro. Il suo ruolo di leader, vero o presunto, non è qualcosa di equivalente, come lei ben sa.

- Secondo lei si sarebbe predicato il messaggio anche senza la scrittura, eppure di fatto lo si fece per pochissimi anni, giusto il tempo necessario a mettere per iscritto le prime esperienze cristiane. Subito dopo chi predico' lo fece col libro alla mano.

- Lei afferma che: "... Come ripeto tuttavia, gli Atti non possono trattare della succesione apostolica di Roma, perché non trattano di quel periodo storico. "

Infatti non è quello il problema. Lei prima dovrebbe dimostrare che gli apostoli dettero vita alla pratica della "successione", che sarebbe valida a prescindere dal luogo in cui vivevano. Pietro sarebbe solo un caso particolare, pur ammettendo che vivesse a Roma.
Di fatto, al di là dei giochi di prestigio, io non trovo alcuna testimonianza da parte dei diretti interessati.

- Quando cito Giovanni non intendo la sola apocalisse ma anche le sue lettere. Non c'è menzione nè riferimento indiretto ad una ipotetica "successione", che già sarebbe avvenuta. Non sto' supponendo, come dice lei, che gli scritti ispirati debbano contenere ogni informazione. Anzi, è proprio l'evangelista a testimoniarci il contrario, nel caso se lo sia scordato. Tuttavia le sue lettere vennero scritte per edificare la fede dei cristiani piu' giovani, proprio all'apprestarsi del cambio generazionale e una ipotetica "successione" qualora fosse mai esistita, sarebbe stata un tema importante, fondamentale, sotto l'aspetto spirituale.

- Riguardo a Paolo, le scritture testimoniano che fece nomine in molte e diverse comunità. Se fosse vera la sua "teoria della successione" dovremmo supporre che litigarono tra di loro per contendersela, oltre che notare che Paolo non ne parlo' affatto.

- Io scrivo: “Semplicemente perchè all'interno della sua chiesa non ha alcun valore pratico.”
Lei replica:

La mia chiesa ha un 800 milioni di aderenti circa, il tuo giudizio è del tutto pressappochista e qualunquista.



e io le rammento, perchè conosco i metodi e i modi di fare le statistiche della sua chiesa, che tra gli 800 milioni compaio anch'io.

- Lei scrive: "E’ qui che ti sbagli, come ripeto la liturgia della Chiesa di Roma era in greco, e non sto dicendo un mio parere, semplicemente i testi più antichi pervenutici della liturgia della Chiesa di Roma sono nella lingua dei miei adorati elleni. Tutti a Roma parlavano greco, dai commercianti ai senatori, ma è difficile spiegarlo a chi non ha in mente la mobilità del mondo antico."

E io le ripeto che la sua chiesa deve avere avuto manie di protagonismo già agli albori. Sarebbe come istituire la messa in inglese per il fedele italiano: ci provi lei!

- salto il discorso della lettera ai romani perchè è tardi e le ricordo che Egisippo nacque attorno al 110, cioè nel II sec. non nel I.

Simon
24/02/2008 22:22
 
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Re:
Eupeptico, 2/24/2008 8:42 PM:

L'esser rimasto in piedi fino alle 4 di notte per postare una risposta, evidenzia una mancanza di equilibrio che del resto già traspare dai tuoi post. Ho letto le prime 15 righe del tuo messaggio e poi mi sono arreso all'evidenza di una incomunicabilità che credo sfiori il patologico.
...

Eup



Beh, pero' va riconosciuto al sig. Polymetis che in questi giorni (e ogni tanto anche di notte) ci si è messo di buona volontà e, soprattutto, non usa piu' un tono strafottente che prima caratterizzava i suoi post. [SM=x75]

Simon
01/03/2008 23:12
 
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Linfallibilità della tradizione
Vorrei completare con un mio modestissimo commento; premettendo che a me interessa valutare più la logica o illogicità di certi pensieri e relativa condotta.
La logica del Polimetis è la logica di una certa chiesa, e che a me fa impressione.
Costoro credono che a Dio interessa più l'infallibilità o attendibilità della tradizione, che quella della stessa sacra scrittura su cui dice a parole di basarsi.
Questo giustificandolo sulla base delle varie possibili interpretazioni dello stesso testo, della sua fragilità formale.
(Spesso io mi accorgo della manipolazione di una parola o di una frase, sulla base del senso contestuale, poi confermata da ulteriori ricerche.. ma questo non è ammesso su quel tipo di logica grissina, almeno fino a quando non fa comodo).
In pratica rendendo dogmatico il come e perchè questo non accadrebbe nella tradizione orale o tramandata.
E pertanto in nome di questa sua presa di posizione si è arrogata il diritto e il potere di giudicare condannare e perseguitare senza scrupoli chiunque antepone la scrittura alla tradizione.
Questo sulla scusa che una classe apostata non poteva riconoscere
e convalidare l'autenticità e la canonicità degli scritti, e che pertanto sta al di sopra di questi.
Praticamente a questo punto dovremmo fare che più di tutti in quanto a tradizione e autorità lo sono i giudei, i quali in base alla loro tradizione potevano distinguere gli scritti ispirati da quelli apocrifi.
Ma da un punto d vista cristiano o cattolico come spiegare che essi poi non accettarono e non accettano colui del quale le stesse scritture indicavano come il Messia, avendo perciò apostatato sotto questo aspetto, mediante le loro opere dallo stesso messaggio da loro stessi creduto e tramandato?
Sembra che per la mentalità del Gris, o di una certa chiesa non possa ritenere possibile l'esistenza dell'ipocrisia di chi predica bene ma razzola male, credendo e comprendendo i sacri testi quali siano e cosa dicono, ma sconfessandolo nella interpretazione teorica e pratica.

Non a caso un certo monsignore in vaticano, rispondeva ad un giornalista che se la chiesa non faceva la guerra a quest'ora eravamo tutti musulmani, perciò continuando ad onorare i loro padri.
Tradizione cristiana?

D'altronde non faceva capire lo stesso Polimetis che Dio come padrone di casa è al di sopra delle sue stesse leggi?
Dio vieta la comunicazione con i morti o con i demoni, ma lui ci parla, e ci discute. Esempio così preso tradotto è copzioso, fraudolento.
Dunque lo può fare anche una certa chiesa.

Non è un caso che un ex tg, è dovuto andarsene via dai podii del Gris, perchè gli fu fatto notare che le sue critiche ai tg, valevano anche per la chiesa, e quindi doveva riaggiustarle.

Una mentalità essenzialmente contorta, producendo un certo lavaggio mentale, di cui sono consci solo parte dei loro autori. E per paradosso accusato in toto ai testimoni.
In ogni caso io inorridisco nel vedere cosa vi è dietro una tale mentalità medievale, e arcana.

Ma ad ignorare pure la tradizione della chiesa, vuoi per semplice ignoranza o per ipocrisia, lo fanno anche le anime dei trapassati, uccisi di morte violenta, che se ne vanno in giro per la terra, chi specializzati in filosofia, chi nella musica, chi nel cattolicesimo, ignorando di quale è il loro posto secondo tradizione cattolica; cioè l'inferno o il paradiso.

E quale stato di perdizione, si divertono pure. La loro unica angoscia è che il loro tempo è giunto al tramonto.

Spero in qualche altra discussione di trattare le ragioni psicologiche che vi sono dietro all'adorazione perpetuata mediante oggetti e immagini.
Provo ad inserire un allegato a testimonianza di dove ha portato e porta la tradizione. insegnamenti di uomini. Provo ma non so per i byte, forse troppi dell'immagine.



[Modificato da dispensa. 01/03/2008 23:18]
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