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Doveri?!...Diritti:LOTTA DI CLASS!

Ultimo Aggiornamento: 08/02/2008 00:57
08/02/2008 00:57
 
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leggere per credere ancora che i cittadini abbiano un cervello!!!

Ciao a tutti: ho trovato questo interessante articolo che ho pensato di condividere,la fonte è "il mensile dei consumatori coop" e per ulteriori informazioni consiglio il sito stesso

www.e-coop.it/portalWeb/coop.portal


"LOTTA DI CLASS

Consumatori alle cause collettive

di Silvia Fabbri

I diritti dei consumatori diventano anche collettivi,il danno subito viene risarcito in moneta sonante. e tutti i danneggiati,in caso di condanna,potranno ricevere l'eventuale indennizzo.
sono le novità delle class action,o azione collettiva di risarcimento,normativa approvata in via definitiva il 21 dicembre scorso e che entrerà in vigore a partire dall'1 luglio 2008:una rivoluzione,per il nostro ordinamento,e come tale la giudicano le associazioni di categoria dei consumatori. "E' un colpo di fortuna,il fatto che-dopo anni di battaglie-sia stata finalmenet inserita come emendamento nella legge finanziaria",commenta Rosario Trefiletti,presidente Federconsumatori. "Una novità che difende i consumatori e contribuisce a combattere la concorrenza sleale tra le imprese",sottolinea Paolo Landi,presidente di Adiconsum. Ma c'è chi non la pensa così. Confindustria,ad esempio. "E' un atto di grave ostilità contro l'impresa-dicono gli industriali-che costituirà un pesante disicentivo a investire nel nostro paese che è già agli ultimi posti per attrazione di capitali stranieri. Un provvedimento rozzo che espone aziende e lavoratori a gravi rischi." Accuse cui controbattono le stesse associazioni di consumatori:"Non è affatto un provvedimento contro le imprese-risponde Landi-è un provvedimento contro le imprese che si comportano in modo illegale.""La class action-ricorda anche Trefiletti-è nata negli USA,cioè il paese in cui il libero mercato è bibbia.Perciò non si comprende perchè le imprese si sentano minacciate."
Ma come funziona la class action?
E' uno strumento processuale che consente a una pluralità di soggetti che vogliono far valere un medesimo diritto di rivolgersi all'autorità giudiziaria con un'unica causa i cui esiti si riflettano su tutta la categoria. insomma,vinta la causa,il risarcimento è per tutti."Questo è uno degli elementi di novità della class action-spiega Landi-e cioè che è previsto un risarcimento che spetta a tutti, qualora il giudice riconosca il comportamento illegale da parte di un'impresa. Il punto è-continua-che ottenere indennizzi in denaro è sempre stato molto difficile per il singolo consumatore,sia nel caso di grosse cifre che ne caso di cifre irrilevanti. Magari si tratta di pochi spiccioli per il consumatore-che per lo più sono piccole truffe,piccoli raggiri,come la società dell'acqua che addebita qualche euro in più-ma che,moltiplicati per milioni di persone,diventano milioni di euro da risarcire." Un bello spauracchio per le imprese"Fino ad ora-continua Landi-le imprese si sono difese resistendo fino all'ultimo grado di giudizio,non conciliando mai in sede stragiudiziale. e questo per scoraggiare tutti gli altri consumatori a non ricorrere contro di loro". Insomma,colpirne uno per educarne cento. Come per dire:vedi che succede se mi attachi?!non solo dovrai spendere una quantità di quattrini in cause lunhe anni e anni,ma in più troverai grandi studi legali che non te la daranno mai vinta.
"C'è anche chi dice-spiega il presidente della Federconsumatori-che con l'azione collettiva di risarcimento i tribunali italiani,già prossimi alla paralisi,si interesseranno sempre di più.Invece è vero proprio il contrario:perchè al posto di innumerevoli azioni singole ce ne sarà una sola collettiva. E poi a chi teme decine di class action,rispondiamo che la normativa prevede già un filtro alla presunta corsa all'azione risarcitoria,ovvero l'ammissibilità della causa da parte di un giudice"."Per noi-commenta il presidente di Adiconsum,Landi-andrebbe addirittura rafforzato l'elemento della conciliazione,aumentando gli spazi di conciliazione tra consumatori e impresa". E infatti il testo approvato tradisce l'evidente obbiettivo di arrivare a risolvere il contenzioso nel più breve tempo possibile,senza perdersi in battaglie legali lunghe ed estenuanti che andrebbero a tutto svantaggio del consumatore.
Ma quali sono i casi più tipici di applicazione della class action?
La restituzione,da parte di una banca,di una commissione illegittimamente addebitata sui conti correnti di migliaia di utenti. Ma anche il risarcimento dei danni causati ai consumatori da una frode finanziaria e da un prodotto difettoso,da una pratica commerciale sleale o da un comportamento anticoncorrenziale(come ad esempio l'azione di "cartello",ovvero di accordo tra produttori per fissare un prezzo e sottrarsi alle regole di mercato). Infine,può essere applicata la class action anche nel caso ci si voglia far rimborsare il prezzo pagato e i danni causati da disservizi come un black out energetico,viaggi organizzati annullati o non rispondenti a quanto contenuto nei contratti,voli cancellati.
Non tutti potranno essere "titolari" di una class action. tale manovra potrà essere avviata dalle associazioni dei consumatori presenti nel Consiglio Nazionale Consumatori e utenti,ma amche da parte di investitori e altri soggetti,portatori di interessi collettivi "legittimati",cioè considerati tali dal giudice chiamato ad esprimersi sull'ammissibilità dell'azione legale.
"E' esattamente questo il filtro che impedirà l'esplodere delle class action che gli industriali temono-spiega Landi-perchè ci sarà un giudice che dovrà valutare in una prima fase,che la causa sia rispondente al rispetto della norma".
Dopo la dichiarazione dell'ammissibilità della causa,il giudice stabilisce i criteri per la determinazione del risarcimento per ciascun consumatire o utente. Per quantificare concretamente gli indennizzi,il presidente del tribunale competente promuove una Camera di conciliazione-tra impresa e consumatori-per un accordo definito della questione. Questo atto costituisce "titolo esecutivo",ovvero consente al giuduce di promuovere l'esecuzione forzata del risarcimento.
Infine,va ricordato che la class action non ha carattere retroattivo,cioè dovrà riguardare gli illeciti contrattuali e i comportamenti anticoncorrenziali avvenuti dopo l'entrata in vigore della nuova norma. Un colpo di spugna rispetto al passato? " Come associazioni di consumatori non siamo per niente d'accordo-commenta Trefiletti-,ma per noi la questione prioritaria era introdurre comunque la class action. Discussioni ulteriori avrebbero rimandato ancora."
Un altro "filtro" all'azione risarcitoria è il cosidetto "opt-in". Che significa? In sostanza,solo il consumatore che aderisce all'azione collettiva con comunicazione scritta-ovvero entra a far parte della "class"-potrà ottenere il risarcimento. Un meccanismo che rende la class action italiana molto più "morbida" di quella che c'è negli altri paesi d'Europa. Anche se,c'è da dire,il sistema italiano si è dotato di uno spauracchio in più:la parcella degli avvocati dei ricorrenti sarà pagata(anche se parzialmente)dalla società condannata. "Dal primo luglio 2008-coclude Federconsumatori-per i vessati e umiliati consumatori italiani,saccheggiati da banche e assicurazioni,truffati e traditi nei loro inestimenti con prodotti bidone,si apre una nuova era del riscatto collettivo"."


Volete un po' di storia:un inviato autorevole,già autore di saggi giornalistici come Federico Rampini("La speranza indiana" edito da strade blu Monadori),scrive quest'articolo che ho trovato su un sito veramente utilissimo di cui vi aggiungo il link

www.disinformazione.it/

(che avevo postato anche nella sezione dedicata a MYF)
ve lo consiglio anche perchè di un certo ironico spasso!


"Basta un prodotto difettoso, un danno alla salute dei clienti e scattano sanzioni per miliardi di dollari. Da Ralph Nader in poi

In Usa si chiama "class action" è l'incubo delle multinazionali
dal nostro inviato Federico Rampini - "Il Nuovo"

In nessun altro Paese la tutela del consumatore è così efficace
Il maxi risarcimento serve a riparare al torto e fa da deterrente

SAN FRANCISCO - "Class action": è il terrore della grande industria americana, l'arma di distruzione di massa in mano ai consumatori (e ai loro potenti avvocati).
Basta un prodotto difettoso, un danno alla salute dei clienti, e negli Stati Uniti scattano sanzioni economiche che possono mettere in ginocchio le più grandi multinazionali: dal tabacco all'automobile. In nessun altro paese la protezione del consumatore è così efficace.
Il "consumerismo" americano nacque nel 1965 quando l'avvocato Ralph Nader mise sotto accusa un modello della General Motors, la Chevrolet Corvair, in un best-seller intitolato "Unsafe at any speed" (insicura a qualsiasi velocità). La Gm che ancora si credeva intoccabile lo trascinò in tribunale per diffamazione e perse, fu condannata a pubbliche scuse e a risarcire Nader. Da quella vittoria nacquero riforme legislative - la cintura di sicurezza, i paraurti rinforzati, i test antishock obbligatori per i nuovi modelli - che dagli Stati Uniti si sono diffuse nel mondo intero.

Le vittorie dei giovani avvocati militanti riuniti attorno a Nader aprirono la strada a migliaia di emulatori, finché la "tort litigation" (le cause civili per danni) è diventata una delle più grandi industrie d'America. Ma perché negli Stati Uniti il cliente è così forte e la grande industria è sotto pressione, assediata dagli avvocati? Il segreto della forza dei consumatori sta in quattro peculiarità del sistema giudiziario americano, alcune antiche ed altre recenti: le giurie popolari, l'istituto della "class action", il sistema di retribuzione degli avvocati, i "punitive damage".
La giuria popolare risale alle origini della democrazia americana quale fu studiata nell'Ottocento da Alexis de Tocqueville, e può spiegare i verdetti favorevoli alla parte debole, cioè il consumatore. Estratti a sorte fra i cittadini, i giurati simpatizzano con i loro simili più che con le grandi multinazionali. Ma questo è vero solo in parte. Dovendo applicare la legge, le giurie possono essere influenzate dalla bravura dei legali, e gli avvocati migliori spesso lavorano per chi paga di più.

Qui interviene l'importanza della "class action", il principio che consente ad un'intera collettività di costituirsi parte civile. Se la Microsoft mette sul mercato un software difettoso, tutti i clienti che l'hanno comprato possono essere rappresentati come una singola parte lesa, da uno studio di avvocati. E non solo: è consentito a uno studio di avvocati "promuovere" il processo alla Microsoft, poi pubblicizzarlo fra i consumatori, in modo da reclutare via via un numero sempre più ampio di clienti.
La "class action" ha l'effetto di riequilibrare i rapporti di forza. Se un singolo consumatore fa causa a una grande azienda, rischia di essere schiacciato dall'arsenale della difesa avversaria. Ma se decine o centinaia di migliaia di consumatori fanno tutt'uno, diventano essi stessi una potenza.
Questo effetto perequativo della "class action" viene a sua volta rafforzato da un'altra peculiarità americana: qui la legge consente che gli avvocati si prendano una percentuale sull'indennizzo che riescono a ottenere per i propri clienti, se vincono la causa in tribunale o se convincono l'azienda a patteggiare dietro pagamento. A questo punto il fior fiore dell'avvocatura americana è dalla parte dei consumatori: non solo difende una causa nobile, ma guadagna bene.

La quarta arma segreta che la giustizia americana riserva al consumatore, è l'istituto del "punitive damage" o indennità punitiva. E' previsto dalla legge che, una volta stabilità la responsabilità di un'impresa (prodotto difettoso, insicuro, nocivo alla salute), la giuria possa stabilire un risarcimento molto più alto del danno reale subito dall'acquirente. Il risarcimento ha una doppia finalità: riparare le sofferenze morali e materiali della parte lesa, ma anche scoraggiare comportamenti delittuosi o irresponsabili da parte delle aziende.
E' cioè consentito alzare l'indennità a un livello tale da farne un deterrente, che funga da esempio per l'impresa condannata e anche per le altre: "colpirne una per educarne cento". La sua applicazione più celebre si è avuta nelle cause intentate alle multinazionali del tabacco Philip Morris e Reynolds da ex-fumatori ammalati di cancro: alcuni processi si sono conclusi con indennità in miliardi di dollari, tese non solo a rimborsare ai pazienti i costi delle cure e i danni morali, ma anche a disincentivare i comportamenti dei produttori di sigarette (pubblicità ingannevole, promozione del fumo tra i minorenni, aggiunta di additivi che creano tossicodipendenza).

Una "class action" si concluse con una punizione esemplare nel 2001 contro Ford e Firestone per i pneumatici difettosi dei fuoristrada Explorer, che tendevano a sbandare ad alta velocità. La sola Firestone ha perso dieci miliardi di dollari. Anche la corporazione dei medici è sotto tiro: i pazienti fanno causa facilmente per "malpractice" (errore professionale) e i chirurghi pagano cari i loro sbagli.
Di recente gli avvocati hanno cominciato a studiare un nuovo filone promettente, le cause contro i fast-food per il dilagare dell'obesità infantile. Proprio perché i costi per l'industria americana sono altissimi, il partito repubblicano e l'Amministrazione Bush hanno più volte proposto di riformare la "tort litigation" in senso restrittivo, riducendo la possibilità dei risarcimenti punitivi. Finora non ci sono riusciti. La lobby degli avvocati - al primo posto tra i finanziatori del partito democratico - è un avversario agguerrito.

(30 novembre 2003)"


Per concludere:non sono sempre rose e fiori,un sacco di magagne persistono,e potremmo imputare questo ai consumi esagerati di certe nazioni(chissà quali...),ma sta di fatto che provvedimenti come questo,con necessari adattamenti a causa delle varie esigenze,possono tranquillamente essere presi a modello come ricerche di garanzie per i cittadini da parte dei cittadini stessi. Prima che la legge diventasse una realtà(e speriamo rimanga tale,le elezioni mi fanno francamente tremare),è stata avviata una petizione sull'argomento,essendo poi scaturita come esigenza dalla legge finanziaria,speriamo che ci si decida magari in un futuro non troppo lontano di rendere più partecipi i cittadini circa i problemi di cui soffrono!
...insomma un passo importante verso l'approvazione di un REFERENDUM PROPOSITIVO e non solo abrogativo!!!! [SM=g6956]






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