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Arbitri, è l'anno della rivoluzione. Collina difende i suoi: "Colpa della tv"

Ultimo Aggiornamento: 01/01/2008 18:01
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01/01/2008 18:01


Il designatore Pierluigi Collina difende la sua squadra: "Ci sono stati degli errori ma sta cambiando anche il modo in cui viene analizzata una partita grazie anche all'uso della tecnologia. Oggi un arbitro viene messo in discussione per non aver visto un episodio che solo grazie a una telecamera si può intuire". Il suo traguardo, spiega, è quello di "garantire un gruppo che sia preparato per gestire il campionato e di costruire un gruppo che sia capace di durare nel tempo". Ad inizio stagione ha dovuto fare a meno di arbitri di peso: Messina (191 presenze in A) che si è dimesso, Paparesta (136), Bertini (110) e Pieri (68) sospesi per Calciopoli e in attesa di conoscere il loro destino (ma è molto difficile possano rientrare).

Collina si è affidato al veterano Farina (oltre 200 gare) alla sua ultima stagione, ha ripescato un arbitro messo ai margini (Morganti) e si è affidato ad una pattuglia di giovani (Gervasoni, Orsato, Damato, ecc.) che ha diretto 6-7 gare in A, "ma tutte importanti".

L'operazione-gioventù insomma procede: anche se Collina ha avuto un Trefoloni ancora scosso da Calciopoli e, a mio avviso, ha sbagliato ad affidarsi ancora ad arbitri come Ayroldi e Dondarini. Forse un pizzico di coraggio in più non guastava anche se sinceramente è difficile condividere quello che sostiene Paolo Casarin: "Bisognerà lavorare tantissimo con veri talenti del fischietto". Dove sono questi talenti? C'è un buon gruppo di arbitri che deve trovare uniformità e fiducia in se stesso. E pazienza se anche club importanti come Juve e Milan sinora si sono lamentati: il progetto va avanti.

"Ci sono più trattenute in assoluto e quindi aumenta il numero degli episodi da segnalare - continua Collina - L'arbitro deve preoccuparsi di essere nella posizione giusta, di conoscere gli atteggiamenti dei giocatori e occorre poi essere uniformi nelle valutazioni. Ma è difficile competere con sette telecamere personalizzate, che seguono ognuna una coppia di giocatori. Che senso ha paragonare quello che può far vedere una telecamera? L'arbitro non può scomporre il suo occhio per vedere sette realtà diverse".

Lasciamo perdere la moviola, e puntiamo di più sulla preparazione: questa strada è stata già intrapresa con raduni continui a Coverciano, lezioni dell'ex numero 1 al mondo. Tanta scuola, insomma per cementare il gruppo e fare crescere chi merita di crescere. Collina tra l'altro è sotto scorta "permanente" da un mese. Non l'ha chiesta lui: lo ha stabilito il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal prefetto di Lucca. La decisione è stata presa dopo che Collina ha ricevuto minacce per lettera, definite dalla stessa questura toscana "pesanti e assolutamente attendibili".

Collina, che vive a Viareggio, avrebbe ricevuto le lettere minatorie per posta (o una sola lettera?) nella sua abitazione e, secondo quanto appreso, queste riguarderebbero "la sfera del calcio". Qualche tifoso folle ma pericoloso. Su questa scorta, è stata fatta ironia assurda: non l'ha voluta Collina, ma è stata imposta da prefetto e questore di Lucca. E' la prima volta che un designatore vive con due poliziotti a fianco. "E' come essere agli arresti domiciliari", ha confidato amareggiato Collina ad amici. E Michel Platini, n.1 dell'Uefa, gli ha espresso la sua "stima e solidarietà". Con una puntina di ironia sul nostro mondo: "Certo, non vi fate mancare niente".

Petrucci-Melandri, continua il grande freddo
Chissà quando e se il 2008 porterà alla pace fra il ministro Giovanna Melandri e il n.1 dello sport italiano, Gianni Petrucci. I rapporti fra i due si sono guastati dopo che il ministro ha spinto (invano) per cancellare la Coni Servizi. Petrucci se l'è presa a male e molto si è mosso, ai vertici politici, per salvare una "creatura", la Coni Servizi appunto, che fu non da lui voluta ma dall'allora ministro Giulio Tremonti.

Per la Melandri la Coni Servizi va chiusa entro il 2008 ma c'è il rischio che a chiudere sia prima il ministero dello sport. Speriamo di no, ovviamente, perché ha fatto buone cose (e altre ne ha in cantiere: legge '91, merchandising, stadi, ecc.).

Petrucci nel 2009, a primavera inoltrata, si ricandiderà per il suo ultimo mandato (come da statuto): è presidente del Coni dal 29 gennaio 1999, e si diverte un sacco. Ora lo aspetta Pechino, Olimpiade dove l'Italia, ormai Nazione leader nello sport, può davvero recitare un ruolo importante.



Violenza negli stadi, interviene Amato
Il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, nel suo messaggio on line alle forze dell'ordine, ha trattato anche il tema della violenza negli stadi: "Il 2007 è stato un anno difficile, un anno che era cominciato per tutti gli italiani con una terribile tragedia, l'uccisione di Filippo Raciti. A lui, oggi, per primo va il mio ricordo, a sua moglie e ai suoi due figli i miei auguri più cari, i primi, insieme a quelli che rivolgo ai familiari degli altri caduti sul dovere". "Alla tragica morte di Filippo Raciti - prosegue il ministro - dobbiamo la svolta che è poi intervenuta nella dotazione degli stadi di calcio dei dispositivi di sicurezza che hanno poi tanto ridotto gli incidenti e gli infortuni. E' assurdo che ci sia voluta quella morte per ottenere questo risultato. Non per questo è scomparsa la violenza, che è ancora tristemente e ottusamente alimentata e che noi, ma non solo noi, abbiamo il compito di spegnere: continueremo a lavorare per farlo".

Il 2008 sarà l'anno della verità: in febbraio dovrebbe partire l'esperimento della carta del tifoso, entro marzo i club dovranno essere in regola col progetto-steward (e chi non è in regola, giocherà a porte chiuse). Ma ci vogliono uomini preparati, anche di buon senso: di recente a Roma uno di loro ha cercato di strappare dalle mani di un bambino un pallone che era arrivato sino in tribuna. Ne è nata una rissa e il malcapitato steward ha preso un sacco di botte.

L'Osservatorio dei Viminale, diretto da Felice Ferlizzi, lavora a tempo pieno per riportare la normalità negli stadi. A Firenze ed Empoli, un questore, Francesco Tagliente, ha iniziato un percorso di dialogo con gli ultrà (e ha avuto i complimenti anche dei fratelli Della Valle). La stessa cosa vuole fare il n.1 del calcio, Giancarlo Abete.
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