Per SimonleBon
“"questa s'è imposta", che parole grosse odo pronunciare!
Ha usato un procedimento induttivo o deduttivo per arrivare a questa verità rivelata?”
Basta leggere un qualsiasi testo delle più variegate scienze umanistiche, da quelle bibliche alla filosofia delle religioni, si usano Jahvè e derivati. Esempi? Già decenni fa la più diffusa biografia di Gesù Cristo diffusa in Italia, la “vita di Gesù Cristo” del Ricciotti, a aveva 26 occorrenze di Jahvè e 0 per Geova (dato ricavati dall’ indice analitico), forma che semplicemente nella letteratura è oggi scomparsa, in quella scientifica più che mai.
“Dunque un neologismo che richiederà decenni prima di entrare nell'uso comune”
Non è un neologismo, è una trascrizione, trascrizione che come ripeto si usa in saggistica. La Vita di Gesù del Ricciotti che ho citato avrà come minimo 40 anni.
“Sempre che nel frattempo non salti fuori qualche altra proposta in sostituzione, migliorando di qualche punto percentuale la probabilità di azzeccarci.”
Se salterà fuori altro, la sostituiremo. Non abbiamo alcun feticcio verso questo nome. Semplicemente è assurdo rifarsi ad un nome errato e scartare quella che attualmente è ritenuta la lettura migliore.
“Nel frattempo che lei tira a indovinare, lasci che i tdG usino la forma derivata dal latino e attestata nei dizionari, nella letteratura e nelle lingue moderne in tutta europa.”
Jahvè è già nell’uso comune da mezzo secolo, se voi non leggete libri di religione scritti fuori dalla cerchia dei TdG non è un problema che possa tangermi. Prendiamo una famosa introduzione alla Bibbia, stampata non dalla ditta di pulizie Azzura 7 ma dalla Paideia, il primo volume della celebre omonima collana, solo a titolo di esempio: “Le vicende dell’Esodo, in cui gli Ebrei videro la mano di Jahvè, liberatore di Mosè, si prestavano a riconoscere in lui la concretizzazione delle promesse fatte agli antenati del Dio dei Padri” (Florentino Garcia Martinez, in AA. VV., La Bibbia nel suo contesto, Brescia, Paideia, 1994, pag. 114)
O il più letto biblista italiano: “Dio non si rivela qui con un sostantivo ma con un verbo, hyh, “essere, divenire”, “continuare ad essere”, Per impedire l’uso magico di questo nome divino gli ebrei sostituirono le quattro lettere JHWH (Jahweh) col termine Adonai, le cui vocali furono apposte alle consonanti JHWH causando la lettura deforme Jehova(Geova), rinverdita ai nostri giorni falla setta dei Testimoni di Geova. In realtà più che dare una vera rivelazione e definizione del nome divino, il nostro testo forse si rifiuta di svelare l’inconoscibile essenza di Dio, proprio sulla base di quanto abbiamo detto a proposito dell’importanza del nome” (Gianfranco Ravasi, Antico Testamento, Introduzione, Casale Monferrato, 2004, Piemme, pag. 79)
Sia chiaro che non cito Ravasi per la sua immensa cultura biblica, ma unicamente perché è il biblista più letto d’Italia anche dal popolo, e dunque nel nostro discorso ci interessa per la diffusione dei suoi scritti.
Ovviamente non mi ci vuole niente a mettere insieme altre 20 citazioni come queste da opere di scienze bibliche. Vado alla biblioteca di dipartimento, sezione scienze bibliche, vedo i libri che sono stati messi a scaffale, cioè quelli più usati, più celebri, le pietre miliari, in gergo a “scaffale aperto” perché opere che altrimenti verrebbero richieste ogni tre minuti ai bibliotecari. Prendo i manuali di Storia delle religioni più diffusi nelle università italiani, quelli del Filoramo, e immancabilmente cosa trovo (una citazione a caso): “ Nel sacrificio di comunione, invece, la vittima, sgozzata come nell'olocausto, è fatta a pezzi e in parte bruciata per Yahweh sull'altare” (C. Grottanelli, La religione di Israele prima dell'esilio, in G. Filoramo et alii, Storia delle religioni, vol. II, Ebraismo e Cristianesimo, Bari, 1995, Laterza, pag 19) Andiamo avanti, sempre e solo con scritti di chiara fama e consultati da chiunque (ovviamente questo criterio della fama serve unicamente per stabilire la diffusione del termine). Veniamo dunque al Soggin (altra citazione a caso): “Il mito delle nozze tra dèi, che nel ondo cananeo veniva rappresentato nel culto sotto forma di unione tra il re sacerdote ed una sacerdotessa, è divenuto in Israele il matromonio tra Jhavé e il suo popolo” (J. Alberto Soggin, Introduzione all'Antico Testamento, Brescia, Paideia, 1979, pag 84) Lo storico delle religioni più famoso e più letto del novecento, Mircea Eliade: “Con molta probabilità ils ervo di Jhavé personifica personifica l'élite ebraica deportata e i suoi tormenti” (Mircea Eliade, Storia delle credenze e delle idee religiose, vol. II, Firenze, 1980, Sansoni, pag 251)
Altra celebre introduzione all'Antico Testamento: “Esaminando i libri profetici , ci si accorge che essi sono usati non sono solo basati su raccolte di parole di Jahvé o di episodi circolantoi tra i discepoli, ma che riportano anche brani autobiografici dei profeti stessi”. (Otto Eissfeldt, Introduzione all'Antico Testamento, Brescia, Paideia, 1970, pag 128)
E' stato citato il dizionario del Mc Kenzie, l'autore nei suoi saggi non usa Geova ma Jahvé, un esempio: “E' un'interpretazione completamente nuova della potenza e della volontà salvifiche di Yahweh” (John L. McKenzie, teologia dell'Antico Testamento, Brescia, Queriniana, 1978, pag 231)
Altro libro fondamentale, uscito dalle mani del più grande studioso dell'Ecole Biblique, R. De Vaux: “Il culto di Yahve vi si sostituisce a quello di Baal, dimostrandosi impotente a difendere i propri diritti” (R. De Vaux. Le Istituzioni dell'Antico Testamento, 1977, Marietti, pag 306)
Chiudo questa breve rassegna con l'altrettanto basilare Gerhard von Rad: “Il nostro tentativo d'intendere il primo comandamento alla luce della gelosia di Jahvé rimarrebbe incompleto ed equivoco, se non valutassimo le radici storico-salvifiche di tale richiesta”(Gerhard von Rad, teologia dell'Antico Testamento, vol. I, Brescia, Paideia, 1972 pag. 244)
In sintesi: Geova tra gli esegeti contemporanei non esiste, è stato silurato da qualunque saggio di scienze bibliche da 50 anni e più, e del resto come non ci si potrebbe vergognare a scrivere quel nome in un saggio che abbia pretese di serietà? E badate che mi sono limitato alle opere sul primo scaffale, con una percentuale di riscontro di Yahvé pressoché completa. Se dunque vogliamo discutere di “diffusione” è ovvio che da 50 anni il mondo della cultura non usa Geova.
AL contrario voi non avete prodotto nulla, se non dizionari che alla voce Geova vi informano che è una pronuncia sbagliata per Jahvè. Anzi, citare il McKenzie è stato un clamoroso autogol visto che lo studioso, che certamente ha un panorama maggiore del nostro sul lavoro dei suoi colleghi, dice: “Questo nome oggi è pronunciato dagli studiosi Yahweh”. Cosa di cui ovviamente non avevamo il benché minimo dubbio.
Da ultimo, un dizionario di italiano non riporta solo le voci “attualmente in circolo”, quindi potete smettere di citarli continuando a farvi del male (visto che puntualmente c'è un rimando a Jahvé). Sul mio Zingarelli del novantasei ad esempio c'è la parola “foco”, oltre che fuoco naturalmente, a quesri non vuol dire che noi come San Francesco lodiamo Dio per “frate foco”. Quello che volevo mettere in luce è che nella letteratura biblica Geova non esiste ed ormai è stato sostituito da Jahvé o dalla sua forma equivalente Yahvé, queste due versioni infatti sottendono la medesima pronuncia, si deve solo scegliere come traslitterare le consonanti, e non le vocali. Ah dimentica. Prima dell'era della traduzione della CEI la Bibbia più diffusa tra i cattolici italiani era la versione di mons. Garofalo, che riporta Jahvé nelle occorrenze del tetragramma. Io ho un edizione in tre volumi del 1964, citazione a caso: “L'angelo di Jahvé gli si manifestò sotto la forma di una fiamma di fuoco dal forlto del cespuglio” (Es 3,2, La Sacra Bibbia, tradotta dai testi originali e commentata, a cura e sotto la direzione di mons. Garofalo, vol. I, L'antico Testamento, Marietti, pag 162)
Per non parlare del fatto che, anche nelle Bibbie che non riportano Yhwh, i cattolici possono sempre trovare questo nome vocalizzato nelle note, per fare un esempio su quella che credo sia la Bibbia più venduta in Italia, cioè Bibbia di Gerusalemme, basta leggere la spiegazione di Es 3,14 per sincerarsene.
“Oggi sono in commercio traduzioni in lingue moderne che usano il Nome Geova.”
Lingue moderne? Generico, anche perché potrei rispondere che ve ne sono che usano Jahvè, ad esempio la Bibbia di Gerusalemme sia inglese che francese.
E poi, visto che parliamo di Italia, che traduzioni italiane in commercio usano Geova?
“Le ho già riportato una rapida statistica sull'uso comune dei nomi Geova e Jahvé (o, come talvolta scrive lei, Jhavé) nelle lingue moderne.”
E quale? Il tuo giochetto con Google? Sono tutte pagine che parlano di voi, non usi del nome di Dio. E’ del tutto evidente che se parlo dei Testimoni di Geova debba usare questa parola, per il solo fatto che vi chiamate così. Io parlo dell’uso del tetragramma nella letteratura, nella saggistica, ecc.
“Magari nel frattempo mi sono perso qualcosa e adesso tutti improvvisamente cantano, poi cantono a Jahvé, poi sanno che è l'unico Nome personale di Dio e non uno tra i tanti e infine lo usano per l'adorazione”
Come già detto è esattamente così, tranne che per “sanno che è l'unico Nome personale di Dio e non uno tra i tanti”, visto che è falso.
“Questi Nessuno d'oltralpe che danno la tesi col Prof. Cazelles devono proprio darle molto fastidio.”
Semplicemente non hanno nessuna rilevanza scientifica.
“E lei con chi l'ha data la tesi?”
Il prof. Carlo Natali.
“e ripeto. Torni tra 50 anni e vedremo che fine avranno fatto i suoi sogni..”
I 50 anni e più dall’ipotesi ed integrazione nell’uso di Jahvè sono già avvenuti. Ci sono due possibilità.
a)Usare Jahvè come fa chiunque in letteratura qualora voglia usare il nome di Dio, ed è un nome che esiste da ben più di 50 anni
b)Usare Geova, che nessuno usa più a parte voi se non per segnalare che è uno sgorbio medievale, e che è pure molto più scorretto di Jahvè.
“Io le ho citato il McKenzie che riporta Geova e non Jahvé.”
No, non è esatto, dice anzi che gliu studiosi oggi lo pronunciano Jahvè, Geova è solo un rimando.
Per Eupeptico
“Mi scuso quindi per la non perfetta aderenza.
La citazione ch ora ti trascrivo pari pari dice: "La forma Jahwe, assai comune, rimane incerta e non viene usata nel presente volume", Pag. 33, paragrafo "Nome Jhwh”
La differenza è notevole, hai fatto credere, se in buona fede o meno non ho le prove per dirlo, che questo studioso si rifiutasse di usare questo nome perché sicuramente errato. Anche questa citazione ovviamente è un clamoroso autogol, perché sebbene questo particolare biblista dice che preferisce lasciare il singolo tetragramma, dice “la forma Jahwe, assai comune”, e ci informa cioè che i suoi colleghi usano, con buona frequenza (la forma assai comune), Jahwe.
“Ribadisco quindi la mia domanda iniziale: perchè dovrei lasciare qualcosa di incerto per qualcosa di altrettanto incerto?”
Perché tra due incerti ti tieni quello più certo, in quanto da 50 anni a questa parte quello più certo, oltre ad essere più diffuso in tutta la letteratura, è altrettanto comprensibile che Geova.
Per Bruciolis
“ma la mia esperienza mi insegna che se i tdG si chiamavano t. di Jahvé,
tutto il tuo discorso sarebbe stato all'opposto.”
Non riscriviamo la letteratura scientifica per voi, non esistete per la comunità scientifica.
“quando vi siete accorti che Geova non era un'invenzione dei tdG,
avete tirato fuori il falso medioevale e via col vento.”
Ma cosa stai dicendo? Cosa vorrebbe dire “vi siete accorti che Geova non è un’invenzione dei TdG”? Mi spieghi chi avrebbe mai sostenuto una cosa simile? E soprattutto, come puoi sostenere che ci saremmo accorti solo dopo che Geova non è un’invenzione dei TdG se a vostro avviso il nome Geova è così diffuso nella lingua italiana, e dunque a nessuno sarebbe potuto venire in mente che è una vostra invenzione? Inoltre, che sia un falso medievale, lo si dice in qualunque pubblicazione scientifica, non certo solo in quelle conto i TdG.
“prima dell'avvento del GRIS non mi risulta Jahvé se non in casi veramente sporadici,”
Posso morire dal ridere! Apri la Vita di Gesù Cristo del Ricciotti, che sarà stata scritta negli anni quaranta…
Per Barnabino
“Sbagli, Geova è la traduzione italiana di YHWH.”
E’ la traduzione di Jehova, non di yhwh.
“Che poi questa traduzione sia passata per il latino Iehova è del tutto ininfluente al suo significato.”
Ma a me non interessa il suo significato, mi interessa la sua scorrettezza, scorrettezza che riguarda il nome che traduce, inesistente. Come già detto le lingue evolvono, l’uso dei nomi anche. Quando passo la mania di trasformare tutte le “e” del greco in “i”, persino le epsilon, a causa delle nefaste influenze dei reuchliniani il signor Aristotile divenne Aristotele.
“Altrimenti dimmi perchè chiami Gesù Gesù e Giosuè Giosuè, visto che traducono la stessa parola ebraica. Si tratta solo di una convenzione linguistica e storica scegliere l'uno piuttosto che l'altro.”
a)Entrambe queste parole partono da una medesima parola esistente, non è il nostro caso.
b)Se Geova è una convenzione, una convenzione di cui s’è scoperto il presupposto errato, non ci dovrebbe essere nessun problema a modificarlo, perché come ripeto ormai c’è già la convenzione opposta.
“Non esiste nessuna forma ebraica accettata e unanimamente riconosciuta “
Scusa ma ti risulta che esista nelle scienze bibliche un solo argomento unanimante riconosciuto? Il solo fatto che esistano sette fondamentaliste americane che negano qualunque acquisizione condivisa del consensus omnium bonorum rende questa operazione impossibile. Io mi baso sulla letteratura scientifica. Anche se qualche autore ritiene incerta la forma jahvé, e non ho certo intenzione di dar loro torno, è questa la forma attualmente usata, e, sopratutto, questi autori che oggi ritengono incerto Jahvé, non per questo si danno a Geova o la ritengono una forma plausibile.
“Geova rappresenta la forma letteraria storicamente più diffusa e conosciuta”
Solo nelle vostre fantasie, il mondo della cultura non usa questa forma, né la usa la Chiesa cattolica, che è colei che fa conoscere Dio alla maggior parte degli italiani. Come ripeto dal Catechismo alla liturgia cantata fino ai saggi la forma oggi utilizzata è Jahvé. Citare grammatiche del 1923, che attestano appunto una fase in cui questo nome non s'era ancora imposto, ed infatti sono di novant'anni fa, non cambia di una virgola la questione.
“Dunque ammmetti che filologicamente non è cambiato nula, solo che oggi la forma Geova è talmente desueta che nessuno (tranne i TdG) è in grado di capirla?”
E da dove avresti evinto che per me “filologicamente non è cambiato nulla”? Questo è adirtittua irrilevante ai fini della discussione, a noi interessa che, quello che era un'errore conosciuto già ad inizio secolo, come per qualunque altra cosa, ha impiegato tempo per essere eliminato dalla letteratura. Ma è ovvio, le lingue non cambiano dall'oggi al domani.
“I TdG ed anche Manganelli, Umberto Eco, la Susani, le serie televisive... insomma, nessuno. “
Allora:
a)Umberto Eco, nell'unico che abbia citato con coordinate qualcosa di suo, cioè io, usa Iahvè. Tu dici che usa “Geova” nel nome della Rosa, e io ti ho chiesto dove, perché è ovvio che se non è nella narrazione ma in bocca ad un personaggio Umberto Eco non è così imbecille da aver usato iahvé, visto che la pronuncia medievale era Geova. Un filologo e un semiologo del calibro di Eco non farebbe un errore simile, e l'uso di Geova sarebbe sol dovuto all'epoca in cui è vissuto il personaggio, come è dimostrato dal fatto che in un opera abientata nella contemporaneità mette invece in bocca ai suoi personaggi Iahvé.
b)Manganelli come ripeto è deceduto da vent'anni, ergo citi vecchiume, e non oso immaginare di che anno sia la citazione.
C)La Susani non so neppure chi sia, e non sono l'unico.
d)Aspetto ancora di sapere come voi possiate continuare a tenere il piede in due staffe. Da una parte proclamate che gli italiani non sanno che Dio ha un nome, e voi eroi glielo svelate, dall’altra invece la tradizione italiana riporterebbe come uso comune Geova e dunque non si debe cambiare una forma tanto radicata. Delle due l'una. La tua risposta non ha nessun nesso con la domanda: “e seppure il nome divino non è usato nelle scritture dalla maggior parte di traduzioni cattoliche è usato nella letteratura per indicare YHWH.” Io non ti ho chiesto chi glielo abbia rivelato, se la letteratura o la Chiesa cattolica, ti ho chiesto se gli italiani conoscono o meno il nome di Dio, perché come ripeto da una parte i tuoi correligionari strillano che nessuno di essi en sa niente, dall'altra che Geova è così radicato in italiano da essere immodificabile. E allora dove sta la verità?
“n base a cosa dici che è una "eresia filologica"?”
Ipotesi ad hoc settarie e senza metodo, dove i dati vengono piegati alle teorie anziché le teorie ai dati. Ovviamente parlo in modo semplificato, i “dati” non esistaono per qualunque esegeta che si rispetti.
“Guarda che Gertoux non sviluppa alcuna ipotesi sconvolgente”
Ma certo, il fatto che lo sgorbio medievale sia la pronuncia di yhwh è un'ipotesi del tutto pacifica nel mondo accademico... sorretta da molti... come no...
“Entrambi sostengono la scorrettezza della pronucia Jahvè “
Ma quale scorettezza, Rendtorff dice che è “assai comune”(in barba a quello che voi affermate), e non la dice “scorretta” ma “incerta”, e quanto a Ska non ho ancora visto la citazione.
“Ti ripeto, il problema è la comunicazione: usare Jahvè, YHWH o Geova impedisce la comunicazione corretta del pensiero?”
Non più di quanto chiamare qualcuno “messere” anziché “signore”, ma il fatto che una forma sia capita non dice nulla sul fatto che sia correte in letteratura.
“er quel dizionario semplicemente Geova non è la corretta pronuncia di YHWH ma non si sogna neppure di supportare YahWeh”
Ma cosa stai dicendo? C'è scritto ““La pronuncia Yahwèh è ricostruibile in base ad alcuni accenni dei Padri della Chiesa”, non prende alcuna posizione sulla scorrettezza di questa ricostruzione, dice semplicemente come è stata fatta. Comunque cita questa de esclude Geova, tanto basta.
““è uscita dalla lingua italiana, diventando un termine "sconosciuto" “
Scusa dove avrei mai detto “termine sconosciuto”. Ho detto che né gli italiani né la letteratura lo usano più, a meno che non si parli di voi anziché di Dio ovviamente. Motivo per cui Geova per riferirsi al Dio dell'Antico Testamento non è pratica usata dai cattolici, che poi sono la maggior parte della società italiana, anche fosse solo per educazione. I cattolici o si attengono a quanto consiglia la Chiesa, e usano Signore, oppure, usano Jahvé, perché è solo questa forma che i cattolici che si informano di religione troveranno nei saggi di scienze bibliche. Geova non esiste più. Cosa sostengono gli studiosi attualmente? Leggiamo la fonte più autorevole sull'argomento, scritta da ebrei per ebrei, la Jewish Encyclopedia:
“Jehovah: A
mispronunciation(introduced by Christian theologians, but almost entirely disregarded by the Jews) of the Hebrew "," the (ineffable) name of God (the or "Shem ha-Meforash"). This pronunciation is grammatically impossible; it arose through pronouncing the vowels of the "kere" (marginal reading of the Masorites: Adonay) with the consonants of the "ketib" (text-reading: Yhwh) —"Adonay" (the Lord) being substituted with one exception wherever occurs in the Biblical and liturgical books.”
Chiaro, stroncante, di fonte neutra, a mio avviso questa discussione sfiora il ridicolo per l'ovvietà della conclusione. Chissà perché vi ostinate a credere di rappresentare posizioni con una qualche serietà.
“e ad un Polymetis locale gli aveva scritto che non si deve dire, Eco risponde in una "Bustina di Minerva", la rubrica dell'Espresso, è riportata anche nel libro di BeDuhn! “
Anche di queste ho la raccolta, ergo se mi dai le coordinate.
Per Parsifal
“Mi piacere sapere perché allora nelle CHIESE troviamo quanto segue. “
Lascia il campo ai tuoi fratelli che almeno hanno capito di cosa stiamo parlando. Nessuno ha mai negato che lo sgorbio medievale sia per l'appunto un errore medievale che è stato diffuso nei secoli scorsi, motivo per cui non vedo proprio cosa dovrebbero dimostrare una serie di foto di Chiese dei secoli passati per quanto concerne la diffusione di quel nome nell'italiano contemporaneo. Sarebbe come citare il Boccaccio per sapere come gli italiani usano la nomenclatura religiosa, e nme verrebbe fuori, leggendo la novella di frate Alberto da Venezia, che Maria fu visitata dall'agnolo Gabriello.
“e non dimentichiamo che, se Indiana Jones nell'ultima crociata,
avesse camminato sulle orme di Jahvè, sarebbe inesorabilmente “
Altro riferimento senza senso, quel pavimento con lettere era una creazione di un cavaliere crociato, e dunque medievale. Il prof. Jones cammina sulla forma latina medievale del nomedi Dio.
“tanto Geova che Jahvè (in italiano) comunicano benissimo il nome divino”
Jahvé comunica la pronuncia probabile riscostruita dalla comunità accademica, dire geoiva invece perpetua l'errore.
“Per essere precisi più precisi, laddove il Polymetis preferisce nascondere, la voce "Geova" non è stata cancellata dallo Zanichelli, ma solo spostata. “
Non ho nascosto un bel niente, sto parlando del lemmi. Inoltre “nascondere” implica una premeditata consapevolezza, mentre non puoi provare che io mi sia semplicemente limitato a cercare la forma “Geova”, e, non avendola trovata, l'abbia riferito. Non puoi sostenere che mi sia venuto in mente di guardare la parola “testimoni”, e che poi abbia scientemente deciso di nascondere quello che ho trovato, anche perché questa menzione non è di nessun aiuto. La parola è comunque sparita dall'elenco dei lemmi, semplicemente alla voce “testimoni” il dizionario ha riportato una frase fatta. Come ripeto non è in discussione che gli italiani sappiano cosa sono i TdG, né che capiscano la parola Geova, ma come ripeto non è più rilevante di sapere che un italiano capisce se mi rivolgo a lui dicendogli “messere”, forma che conosce probabilmente attraverso il ciname, esattamente come conoscono la parola Geova solo perché voi e solo voi continuate a rinvendirla, essendo questo lemma come ripeto decaduto dalla comunicazione, sia letteraria che parlata, di qualunque persona fuorché voi. E voi stessi continuate a ricordarlo quando vi fa comodo dicendo che gli italiani non sanno che Dio ha un nome e che questo nome è Geova. La Chiesa cattolica come ripeto usa Jahvé, se lo usa.
Ho mostrato che la diffusione di Jahvé, nei libri di storia delle religioni più letti d'Italia, è schiacciante, il vostro nome appartiene al passato, ormai è avvenuta una sostituzione.
“Possibile dire che non si dorvebbe usare Geova perchè è diventato inservibile”
Continuare a mettermi in bocca pensieri non miei è uno strataggemma alquanto patetico, dopo aver proclamato che secondo te a mio avviso Geova sarebbe non più compreso dagli italiani, che “sarebbe uscito dalla lingua italiana dal 60 in poi”, adesso affermi pure a dire che l'avrei definito “inservibile”, quando al contrario mi sono limitato a far notare la sua eclissi, e se proprio vuoi sapere il mio parere circa il fatto che sia inservibile o meno, ritengo che sia utilizzabile, per amore della correttezza filologia più probabile, solo quando si parla di voi, essendo la vostra denominazione.
“Forse il nostro pseudo-grecista (giacchè non ci ha ancora dimostrato di essere laureato in lettere... anzi, da quello che spara secondo me non è neppure diplomato!)”
Lo fai apposta a distorcere quello che scrivo. Vorrei sapere dove ho detto che sarei “laureato in lettere”, Dio me ne scampi, sono laureato in filosofia antica. Inoltre è già tre volte che ti chiedo di darti il tuo indirizzo e-mail così possiamo felicemente scambiarci la scansione di diploma e laurea, scoprendo così che sei laureato in chissà cosa, magari fisica o lettere moderne, e magari pure, Deus advertat, diplomato allo scientifico!
“pensa che un testo del 2001 usi termini obsoleti per dare un'aria "medievaleggiante" al testo, visto che si parla di Dante, così come sostiene che farebbe Eco nel nome della rosa... “
Non ho mai parlato in precedenti messaggi di alcun testo del 2001, né ho espresso giudizi sul perché questo testo, suppongo tu ti riferisca a quell'introduzione a Dante, usi quella parola. Né ho detto che Eco nel Nome della Rosa, qualora ovviamente vedessi qualla citazione, usa Geova per dare un'aria “medievaleggiante”, bensì perché da buono storico qual è sa benissimo che Jahvé nel medioevo non esisteva. Non dunque un'operazione di “tintura del testo”, ma di rigore storico.
Per Makoto
“Ti prego Polymetis, puoi avere pietà della mia ignoranza e spiegarmi:
1) l'origine dell'uomo;”
Puoi consultare un qualsiasi manuale di biologia del liceo, alla voce “evoluzione delle specie”
“2) la posizione tua, dei cattolici, dei saggi e sapienti del mondo.... insomma, non di quattro gatti settari, sul diluvio universale”
Un mito sumerico.
“3) per quale motivo, visto che secondo te crediamo nelle favole (e tu naturalmente no perchè sei un erudito), ti prendi tanta pena per spiegarci come mai dovremmo preferire un nome ad un altro.”
Non sono i sani ad aver bisogno del medico ma i malati.
Per Chemeleon
“Pensa te che "Geova" l'ho trovato usato anche in un testo universitario che ho preparato per un esame qualche anno fa (mica decenni fa...): ho appena fatto una foto digitale, la posto; ah, l'autore è un insigne italianista e docente di Letteratura Italiana (alle cui lezioni ho assistito”
Ecco il testo su Dante di cui credo parlasse anche Barnabino. Essendo un commento ad una pagina dantesca, non mi è dato sapere quale visto che le note sono semisfuocate e la pagina incompleta, posso presumere che riprenda semplicemente un termine del testo latino che commenta (non sembra infatti il commento ad un'opera italiana di Dante, parla, è vero, di Paradiso IV e di Inferno XIV, ma parlando di Davide mette in nota dei rimandi in latino a Daniele 3, forse quindi cita una fonte mediolatina). Comunque aspetto di andare oggi pomeriggio alla biblioteca del dipartimento di italianistica prima di ponunciarmi, voglio consultare il testo in questione.
Per Simon
“Beh, se il latino non è un'opinione Eco dovrebbe scrivere Jehova, parola latina, non Geova. “
Dipende se cita una frase in latino o se fa parlare uno dei suoi personaggi. Come non smetterò mai di ripetere geova è l'italianizzazione medievale di un'altrettanto medievale Geova, e siccome la nomenclatura di tutti gli altri personaggi che cita nel nome della Rosa, dagli imperatori tedeschi agli abati francesi, è in italiano, non vedo perché dovrebbe mettere un termine latino. Ha messo la forma medievale non latina ma italiana.
Ad maiora
---------------------
Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)