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Il Nome Divino: Tetragramma - Jehova/Iehova - Geova

Ultimo Aggiornamento: 27/02/2008 11:09
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18/02/2008 22:10
 
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No, Eco scrive proprio Geova, in italiano... e ad un Polymetis locale gli aveva scritto che non si deve dire, Eco risponde in una "Bustina di Minerva", la rubrica dell'Espresso, è riportata anche nel libro di BeDuhn!

Shalom [SM=g9444]
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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

FORUM TESTIMONI DI GEOVA
19/02/2008 14:02
 
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Per SimonleBon

“"questa s'è imposta", che parole grosse odo pronunciare!
Ha usato un procedimento induttivo o deduttivo per arrivare a questa verità rivelata?”

Basta leggere un qualsiasi testo delle più variegate scienze umanistiche, da quelle bibliche alla filosofia delle religioni, si usano Jahvè e derivati. Esempi? Già decenni fa la più diffusa biografia di Gesù Cristo diffusa in Italia, la “vita di Gesù Cristo” del Ricciotti, a aveva 26 occorrenze di Jahvè e 0 per Geova (dato ricavati dall’ indice analitico), forma che semplicemente nella letteratura è oggi scomparsa, in quella scientifica più che mai.

“Dunque un neologismo che richiederà decenni prima di entrare nell'uso comune”

Non è un neologismo, è una trascrizione, trascrizione che come ripeto si usa in saggistica. La Vita di Gesù del Ricciotti che ho citato avrà come minimo 40 anni.

“Sempre che nel frattempo non salti fuori qualche altra proposta in sostituzione, migliorando di qualche punto percentuale la probabilità di azzeccarci.”

Se salterà fuori altro, la sostituiremo. Non abbiamo alcun feticcio verso questo nome. Semplicemente è assurdo rifarsi ad un nome errato e scartare quella che attualmente è ritenuta la lettura migliore.

“Nel frattempo che lei tira a indovinare, lasci che i tdG usino la forma derivata dal latino e attestata nei dizionari, nella letteratura e nelle lingue moderne in tutta europa.”

Jahvè è già nell’uso comune da mezzo secolo, se voi non leggete libri di religione scritti fuori dalla cerchia dei TdG non è un problema che possa tangermi. Prendiamo una famosa introduzione alla Bibbia, stampata non dalla ditta di pulizie Azzura 7 ma dalla Paideia, il primo volume della celebre omonima collana, solo a titolo di esempio: “Le vicende dell’Esodo, in cui gli Ebrei videro la mano di Jahvè, liberatore di Mosè, si prestavano a riconoscere in lui la concretizzazione delle promesse fatte agli antenati del Dio dei Padri” (Florentino Garcia Martinez, in AA. VV., La Bibbia nel suo contesto, Brescia, Paideia, 1994, pag. 114)
O il più letto biblista italiano: “Dio non si rivela qui con un sostantivo ma con un verbo, hyh, “essere, divenire”, “continuare ad essere”, Per impedire l’uso magico di questo nome divino gli ebrei sostituirono le quattro lettere JHWH (Jahweh) col termine Adonai, le cui vocali furono apposte alle consonanti JHWH causando la lettura deforme Jehova(Geova), rinverdita ai nostri giorni falla setta dei Testimoni di Geova. In realtà più che dare una vera rivelazione e definizione del nome divino, il nostro testo forse si rifiuta di svelare l’inconoscibile essenza di Dio, proprio sulla base di quanto abbiamo detto a proposito dell’importanza del nome” (Gianfranco Ravasi, Antico Testamento, Introduzione, Casale Monferrato, 2004, Piemme, pag. 79)
Sia chiaro che non cito Ravasi per la sua immensa cultura biblica, ma unicamente perché è il biblista più letto d’Italia anche dal popolo, e dunque nel nostro discorso ci interessa per la diffusione dei suoi scritti.
Ovviamente non mi ci vuole niente a mettere insieme altre 20 citazioni come queste da opere di scienze bibliche. Vado alla biblioteca di dipartimento, sezione scienze bibliche, vedo i libri che sono stati messi a scaffale, cioè quelli più usati, più celebri, le pietre miliari, in gergo a “scaffale aperto” perché opere che altrimenti verrebbero richieste ogni tre minuti ai bibliotecari. Prendo i manuali di Storia delle religioni più diffusi nelle università italiani, quelli del Filoramo, e immancabilmente cosa trovo (una citazione a caso): “ Nel sacrificio di comunione, invece, la vittima, sgozzata come nell'olocausto, è fatta a pezzi e in parte bruciata per Yahweh sull'altare” (C. Grottanelli, La religione di Israele prima dell'esilio, in G. Filoramo et alii, Storia delle religioni, vol. II, Ebraismo e Cristianesimo, Bari, 1995, Laterza, pag 19) Andiamo avanti, sempre e solo con scritti di chiara fama e consultati da chiunque (ovviamente questo criterio della fama serve unicamente per stabilire la diffusione del termine). Veniamo dunque al Soggin (altra citazione a caso): “Il mito delle nozze tra dèi, che nel ondo cananeo veniva rappresentato nel culto sotto forma di unione tra il re sacerdote ed una sacerdotessa, è divenuto in Israele il matromonio tra Jhavé e il suo popolo” (J. Alberto Soggin, Introduzione all'Antico Testamento, Brescia, Paideia, 1979, pag 84) Lo storico delle religioni più famoso e più letto del novecento, Mircea Eliade: “Con molta probabilità ils ervo di Jhavé personifica personifica l'élite ebraica deportata e i suoi tormenti” (Mircea Eliade, Storia delle credenze e delle idee religiose, vol. II, Firenze, 1980, Sansoni, pag 251)
Altra celebre introduzione all'Antico Testamento: “Esaminando i libri profetici , ci si accorge che essi sono usati non sono solo basati su raccolte di parole di Jahvé o di episodi circolantoi tra i discepoli, ma che riportano anche brani autobiografici dei profeti stessi”. (Otto Eissfeldt, Introduzione all'Antico Testamento, Brescia, Paideia, 1970, pag 128)
E' stato citato il dizionario del Mc Kenzie, l'autore nei suoi saggi non usa Geova ma Jahvé, un esempio: “E' un'interpretazione completamente nuova della potenza e della volontà salvifiche di Yahweh” (John L. McKenzie, teologia dell'Antico Testamento, Brescia, Queriniana, 1978, pag 231)
Altro libro fondamentale, uscito dalle mani del più grande studioso dell'Ecole Biblique, R. De Vaux: “Il culto di Yahve vi si sostituisce a quello di Baal, dimostrandosi impotente a difendere i propri diritti” (R. De Vaux. Le Istituzioni dell'Antico Testamento, 1977, Marietti, pag 306)
Chiudo questa breve rassegna con l'altrettanto basilare Gerhard von Rad: “Il nostro tentativo d'intendere il primo comandamento alla luce della gelosia di Jahvé rimarrebbe incompleto ed equivoco, se non valutassimo le radici storico-salvifiche di tale richiesta”(Gerhard von Rad, teologia dell'Antico Testamento, vol. I, Brescia, Paideia, 1972 pag. 244)
In sintesi: Geova tra gli esegeti contemporanei non esiste, è stato silurato da qualunque saggio di scienze bibliche da 50 anni e più, e del resto come non ci si potrebbe vergognare a scrivere quel nome in un saggio che abbia pretese di serietà? E badate che mi sono limitato alle opere sul primo scaffale, con una percentuale di riscontro di Yahvé pressoché completa. Se dunque vogliamo discutere di “diffusione” è ovvio che da 50 anni il mondo della cultura non usa Geova.
AL contrario voi non avete prodotto nulla, se non dizionari che alla voce Geova vi informano che è una pronuncia sbagliata per Jahvè. Anzi, citare il McKenzie è stato un clamoroso autogol visto che lo studioso, che certamente ha un panorama maggiore del nostro sul lavoro dei suoi colleghi, dice: “Questo nome oggi è pronunciato dagli studiosi Yahweh”. Cosa di cui ovviamente non avevamo il benché minimo dubbio.
Da ultimo, un dizionario di italiano non riporta solo le voci “attualmente in circolo”, quindi potete smettere di citarli continuando a farvi del male (visto che puntualmente c'è un rimando a Jahvé). Sul mio Zingarelli del novantasei ad esempio c'è la parola “foco”, oltre che fuoco naturalmente, a quesri non vuol dire che noi come San Francesco lodiamo Dio per “frate foco”. Quello che volevo mettere in luce è che nella letteratura biblica Geova non esiste ed ormai è stato sostituito da Jahvé o dalla sua forma equivalente Yahvé, queste due versioni infatti sottendono la medesima pronuncia, si deve solo scegliere come traslitterare le consonanti, e non le vocali. Ah dimentica. Prima dell'era della traduzione della CEI la Bibbia più diffusa tra i cattolici italiani era la versione di mons. Garofalo, che riporta Jahvé nelle occorrenze del tetragramma. Io ho un edizione in tre volumi del 1964, citazione a caso: “L'angelo di Jahvé gli si manifestò sotto la forma di una fiamma di fuoco dal forlto del cespuglio” (Es 3,2, La Sacra Bibbia, tradotta dai testi originali e commentata, a cura e sotto la direzione di mons. Garofalo, vol. I, L'antico Testamento, Marietti, pag 162)
Per non parlare del fatto che, anche nelle Bibbie che non riportano Yhwh, i cattolici possono sempre trovare questo nome vocalizzato nelle note, per fare un esempio su quella che credo sia la Bibbia più venduta in Italia, cioè Bibbia di Gerusalemme, basta leggere la spiegazione di Es 3,14 per sincerarsene.


“Oggi sono in commercio traduzioni in lingue moderne che usano il Nome Geova.”

Lingue moderne? Generico, anche perché potrei rispondere che ve ne sono che usano Jahvè, ad esempio la Bibbia di Gerusalemme sia inglese che francese.
E poi, visto che parliamo di Italia, che traduzioni italiane in commercio usano Geova?

“Le ho già riportato una rapida statistica sull'uso comune dei nomi Geova e Jahvé (o, come talvolta scrive lei, Jhavé) nelle lingue moderne.”

E quale? Il tuo giochetto con Google? Sono tutte pagine che parlano di voi, non usi del nome di Dio. E’ del tutto evidente che se parlo dei Testimoni di Geova debba usare questa parola, per il solo fatto che vi chiamate così. Io parlo dell’uso del tetragramma nella letteratura, nella saggistica, ecc.

“Magari nel frattempo mi sono perso qualcosa e adesso tutti improvvisamente cantano, poi cantono a Jahvé, poi sanno che è l'unico Nome personale di Dio e non uno tra i tanti e infine lo usano per l'adorazione”

Come già detto è esattamente così, tranne che per “sanno che è l'unico Nome personale di Dio e non uno tra i tanti”, visto che è falso.

“Questi Nessuno d'oltralpe che danno la tesi col Prof. Cazelles devono proprio darle molto fastidio.”

Semplicemente non hanno nessuna rilevanza scientifica.

“E lei con chi l'ha data la tesi?”

Il prof. Carlo Natali.

“e ripeto. Torni tra 50 anni e vedremo che fine avranno fatto i suoi sogni..”

I 50 anni e più dall’ipotesi ed integrazione nell’uso di Jahvè sono già avvenuti. Ci sono due possibilità.
a)Usare Jahvè come fa chiunque in letteratura qualora voglia usare il nome di Dio, ed è un nome che esiste da ben più di 50 anni
b)Usare Geova, che nessuno usa più a parte voi se non per segnalare che è uno sgorbio medievale, e che è pure molto più scorretto di Jahvè.

“Io le ho citato il McKenzie che riporta Geova e non Jahvé.”

No, non è esatto, dice anzi che gliu studiosi oggi lo pronunciano Jahvè, Geova è solo un rimando.

Per Eupeptico

“Mi scuso quindi per la non perfetta aderenza.
La citazione ch ora ti trascrivo pari pari dice: "La forma Jahwe, assai comune, rimane incerta e non viene usata nel presente volume", Pag. 33, paragrafo "Nome Jhwh”

La differenza è notevole, hai fatto credere, se in buona fede o meno non ho le prove per dirlo, che questo studioso si rifiutasse di usare questo nome perché sicuramente errato. Anche questa citazione ovviamente è un clamoroso autogol, perché sebbene questo particolare biblista dice che preferisce lasciare il singolo tetragramma, dice “la forma Jahwe, assai comune”, e ci informa cioè che i suoi colleghi usano, con buona frequenza (la forma assai comune), Jahwe.

“Ribadisco quindi la mia domanda iniziale: perchè dovrei lasciare qualcosa di incerto per qualcosa di altrettanto incerto?”

Perché tra due incerti ti tieni quello più certo, in quanto da 50 anni a questa parte quello più certo, oltre ad essere più diffuso in tutta la letteratura, è altrettanto comprensibile che Geova.

Per Bruciolis

“ma la mia esperienza mi insegna che se i tdG si chiamavano t. di Jahvé,
tutto il tuo discorso sarebbe stato all'opposto.”

Non riscriviamo la letteratura scientifica per voi, non esistete per la comunità scientifica.

“quando vi siete accorti che Geova non era un'invenzione dei tdG,
avete tirato fuori il falso medioevale e via col vento.”

Ma cosa stai dicendo? Cosa vorrebbe dire “vi siete accorti che Geova non è un’invenzione dei TdG”? Mi spieghi chi avrebbe mai sostenuto una cosa simile? E soprattutto, come puoi sostenere che ci saremmo accorti solo dopo che Geova non è un’invenzione dei TdG se a vostro avviso il nome Geova è così diffuso nella lingua italiana, e dunque a nessuno sarebbe potuto venire in mente che è una vostra invenzione? Inoltre, che sia un falso medievale, lo si dice in qualunque pubblicazione scientifica, non certo solo in quelle conto i TdG.

“prima dell'avvento del GRIS non mi risulta Jahvé se non in casi veramente sporadici,”

Posso morire dal ridere! Apri la Vita di Gesù Cristo del Ricciotti, che sarà stata scritta negli anni quaranta…

Per Barnabino

“Sbagli, Geova è la traduzione italiana di YHWH.”

E’ la traduzione di Jehova, non di yhwh.

“Che poi questa traduzione sia passata per il latino Iehova è del tutto ininfluente al suo significato.”

Ma a me non interessa il suo significato, mi interessa la sua scorrettezza, scorrettezza che riguarda il nome che traduce, inesistente. Come già detto le lingue evolvono, l’uso dei nomi anche. Quando passo la mania di trasformare tutte le “e” del greco in “i”, persino le epsilon, a causa delle nefaste influenze dei reuchliniani il signor Aristotile divenne Aristotele.

“Altrimenti dimmi perchè chiami Gesù Gesù e Giosuè Giosuè, visto che traducono la stessa parola ebraica. Si tratta solo di una convenzione linguistica e storica scegliere l'uno piuttosto che l'altro.”

a)Entrambe queste parole partono da una medesima parola esistente, non è il nostro caso.
b)Se Geova è una convenzione, una convenzione di cui s’è scoperto il presupposto errato, non ci dovrebbe essere nessun problema a modificarlo, perché come ripeto ormai c’è già la convenzione opposta.

“Non esiste nessuna forma ebraica accettata e unanimamente riconosciuta “

Scusa ma ti risulta che esista nelle scienze bibliche un solo argomento unanimante riconosciuto? Il solo fatto che esistano sette fondamentaliste americane che negano qualunque acquisizione condivisa del consensus omnium bonorum rende questa operazione impossibile. Io mi baso sulla letteratura scientifica. Anche se qualche autore ritiene incerta la forma jahvé, e non ho certo intenzione di dar loro torno, è questa la forma attualmente usata, e, sopratutto, questi autori che oggi ritengono incerto Jahvé, non per questo si danno a Geova o la ritengono una forma plausibile.

“Geova rappresenta la forma letteraria storicamente più diffusa e conosciuta”

Solo nelle vostre fantasie, il mondo della cultura non usa questa forma, né la usa la Chiesa cattolica, che è colei che fa conoscere Dio alla maggior parte degli italiani. Come ripeto dal Catechismo alla liturgia cantata fino ai saggi la forma oggi utilizzata è Jahvé. Citare grammatiche del 1923, che attestano appunto una fase in cui questo nome non s'era ancora imposto, ed infatti sono di novant'anni fa, non cambia di una virgola la questione.

“Dunque ammmetti che filologicamente non è cambiato nula, solo che oggi la forma Geova è talmente desueta che nessuno (tranne i TdG) è in grado di capirla?”

E da dove avresti evinto che per me “filologicamente non è cambiato nulla”? Questo è adirtittua irrilevante ai fini della discussione, a noi interessa che, quello che era un'errore conosciuto già ad inizio secolo, come per qualunque altra cosa, ha impiegato tempo per essere eliminato dalla letteratura. Ma è ovvio, le lingue non cambiano dall'oggi al domani.

“I TdG ed anche Manganelli, Umberto Eco, la Susani, le serie televisive... insomma, nessuno. “

Allora:
a)Umberto Eco, nell'unico che abbia citato con coordinate qualcosa di suo, cioè io, usa Iahvè. Tu dici che usa “Geova” nel nome della Rosa, e io ti ho chiesto dove, perché è ovvio che se non è nella narrazione ma in bocca ad un personaggio Umberto Eco non è così imbecille da aver usato iahvé, visto che la pronuncia medievale era Geova. Un filologo e un semiologo del calibro di Eco non farebbe un errore simile, e l'uso di Geova sarebbe sol dovuto all'epoca in cui è vissuto il personaggio, come è dimostrato dal fatto che in un opera abientata nella contemporaneità mette invece in bocca ai suoi personaggi Iahvé.
b)Manganelli come ripeto è deceduto da vent'anni, ergo citi vecchiume, e non oso immaginare di che anno sia la citazione.
C)La Susani non so neppure chi sia, e non sono l'unico.
d)Aspetto ancora di sapere come voi possiate continuare a tenere il piede in due staffe. Da una parte proclamate che gli italiani non sanno che Dio ha un nome, e voi eroi glielo svelate, dall’altra invece la tradizione italiana riporterebbe come uso comune Geova e dunque non si debe cambiare una forma tanto radicata. Delle due l'una. La tua risposta non ha nessun nesso con la domanda: “e seppure il nome divino non è usato nelle scritture dalla maggior parte di traduzioni cattoliche è usato nella letteratura per indicare YHWH.” Io non ti ho chiesto chi glielo abbia rivelato, se la letteratura o la Chiesa cattolica, ti ho chiesto se gli italiani conoscono o meno il nome di Dio, perché come ripeto da una parte i tuoi correligionari strillano che nessuno di essi en sa niente, dall'altra che Geova è così radicato in italiano da essere immodificabile. E allora dove sta la verità?

“n base a cosa dici che è una "eresia filologica"?”

Ipotesi ad hoc settarie e senza metodo, dove i dati vengono piegati alle teorie anziché le teorie ai dati. Ovviamente parlo in modo semplificato, i “dati” non esistaono per qualunque esegeta che si rispetti.

“Guarda che Gertoux non sviluppa alcuna ipotesi sconvolgente”

Ma certo, il fatto che lo sgorbio medievale sia la pronuncia di yhwh è un'ipotesi del tutto pacifica nel mondo accademico... sorretta da molti... come no...

“Entrambi sostengono la scorrettezza della pronucia Jahvè “

Ma quale scorettezza, Rendtorff dice che è “assai comune”(in barba a quello che voi affermate), e non la dice “scorretta” ma “incerta”, e quanto a Ska non ho ancora visto la citazione.

“Ti ripeto, il problema è la comunicazione: usare Jahvè, YHWH o Geova impedisce la comunicazione corretta del pensiero?”

Non più di quanto chiamare qualcuno “messere” anziché “signore”, ma il fatto che una forma sia capita non dice nulla sul fatto che sia correte in letteratura.

“er quel dizionario semplicemente Geova non è la corretta pronuncia di YHWH ma non si sogna neppure di supportare YahWeh”

Ma cosa stai dicendo? C'è scritto ““La pronuncia Yahwèh è ricostruibile in base ad alcuni accenni dei Padri della Chiesa”, non prende alcuna posizione sulla scorrettezza di questa ricostruzione, dice semplicemente come è stata fatta. Comunque cita questa de esclude Geova, tanto basta.

““è uscita dalla lingua italiana, diventando un termine "sconosciuto" “

Scusa dove avrei mai detto “termine sconosciuto”. Ho detto che né gli italiani né la letteratura lo usano più, a meno che non si parli di voi anziché di Dio ovviamente. Motivo per cui Geova per riferirsi al Dio dell'Antico Testamento non è pratica usata dai cattolici, che poi sono la maggior parte della società italiana, anche fosse solo per educazione. I cattolici o si attengono a quanto consiglia la Chiesa, e usano Signore, oppure, usano Jahvé, perché è solo questa forma che i cattolici che si informano di religione troveranno nei saggi di scienze bibliche. Geova non esiste più. Cosa sostengono gli studiosi attualmente? Leggiamo la fonte più autorevole sull'argomento, scritta da ebrei per ebrei, la Jewish Encyclopedia:

“Jehovah: A mispronunciation(introduced by Christian theologians, but almost entirely disregarded by the Jews) of the Hebrew "," the (ineffable) name of God (the or "Shem ha-Meforash"). This pronunciation is grammatically impossible; it arose through pronouncing the vowels of the "kere" (marginal reading of the Masorites: Adonay) with the consonants of the "ketib" (text-reading: Yhwh) —"Adonay" (the Lord) being substituted with one exception wherever occurs in the Biblical and liturgical books.”

Chiaro, stroncante, di fonte neutra, a mio avviso questa discussione sfiora il ridicolo per l'ovvietà della conclusione. Chissà perché vi ostinate a credere di rappresentare posizioni con una qualche serietà.

“e ad un Polymetis locale gli aveva scritto che non si deve dire, Eco risponde in una "Bustina di Minerva", la rubrica dell'Espresso, è riportata anche nel libro di BeDuhn! “

Anche di queste ho la raccolta, ergo se mi dai le coordinate.


Per Parsifal

“Mi piacere sapere perché allora nelle CHIESE troviamo quanto segue. “

Lascia il campo ai tuoi fratelli che almeno hanno capito di cosa stiamo parlando. Nessuno ha mai negato che lo sgorbio medievale sia per l'appunto un errore medievale che è stato diffuso nei secoli scorsi, motivo per cui non vedo proprio cosa dovrebbero dimostrare una serie di foto di Chiese dei secoli passati per quanto concerne la diffusione di quel nome nell'italiano contemporaneo. Sarebbe come citare il Boccaccio per sapere come gli italiani usano la nomenclatura religiosa, e nme verrebbe fuori, leggendo la novella di frate Alberto da Venezia, che Maria fu visitata dall'agnolo Gabriello.

“e non dimentichiamo che, se Indiana Jones nell'ultima crociata,
avesse camminato sulle orme di Jahvè, sarebbe inesorabilmente “

Altro riferimento senza senso, quel pavimento con lettere era una creazione di un cavaliere crociato, e dunque medievale. Il prof. Jones cammina sulla forma latina medievale del nomedi Dio.

“tanto Geova che Jahvè (in italiano) comunicano benissimo il nome divino”

Jahvé comunica la pronuncia probabile riscostruita dalla comunità accademica, dire geoiva invece perpetua l'errore.

“Per essere precisi più precisi, laddove il Polymetis preferisce nascondere, la voce "Geova" non è stata cancellata dallo Zanichelli, ma solo spostata. “

Non ho nascosto un bel niente, sto parlando del lemmi. Inoltre “nascondere” implica una premeditata consapevolezza, mentre non puoi provare che io mi sia semplicemente limitato a cercare la forma “Geova”, e, non avendola trovata, l'abbia riferito. Non puoi sostenere che mi sia venuto in mente di guardare la parola “testimoni”, e che poi abbia scientemente deciso di nascondere quello che ho trovato, anche perché questa menzione non è di nessun aiuto. La parola è comunque sparita dall'elenco dei lemmi, semplicemente alla voce “testimoni” il dizionario ha riportato una frase fatta. Come ripeto non è in discussione che gli italiani sappiano cosa sono i TdG, né che capiscano la parola Geova, ma come ripeto non è più rilevante di sapere che un italiano capisce se mi rivolgo a lui dicendogli “messere”, forma che conosce probabilmente attraverso il ciname, esattamente come conoscono la parola Geova solo perché voi e solo voi continuate a rinvendirla, essendo questo lemma come ripeto decaduto dalla comunicazione, sia letteraria che parlata, di qualunque persona fuorché voi. E voi stessi continuate a ricordarlo quando vi fa comodo dicendo che gli italiani non sanno che Dio ha un nome e che questo nome è Geova. La Chiesa cattolica come ripeto usa Jahvé, se lo usa.
Ho mostrato che la diffusione di Jahvé, nei libri di storia delle religioni più letti d'Italia, è schiacciante, il vostro nome appartiene al passato, ormai è avvenuta una sostituzione.

“Possibile dire che non si dorvebbe usare Geova perchè è diventato inservibile”

Continuare a mettermi in bocca pensieri non miei è uno strataggemma alquanto patetico, dopo aver proclamato che secondo te a mio avviso Geova sarebbe non più compreso dagli italiani, che “sarebbe uscito dalla lingua italiana dal 60 in poi”, adesso affermi pure a dire che l'avrei definito “inservibile”, quando al contrario mi sono limitato a far notare la sua eclissi, e se proprio vuoi sapere il mio parere circa il fatto che sia inservibile o meno, ritengo che sia utilizzabile, per amore della correttezza filologia più probabile, solo quando si parla di voi, essendo la vostra denominazione.

“Forse il nostro pseudo-grecista (giacchè non ci ha ancora dimostrato di essere laureato in lettere... anzi, da quello che spara secondo me non è neppure diplomato!)”

Lo fai apposta a distorcere quello che scrivo. Vorrei sapere dove ho detto che sarei “laureato in lettere”, Dio me ne scampi, sono laureato in filosofia antica. Inoltre è già tre volte che ti chiedo di darti il tuo indirizzo e-mail così possiamo felicemente scambiarci la scansione di diploma e laurea, scoprendo così che sei laureato in chissà cosa, magari fisica o lettere moderne, e magari pure, Deus advertat, diplomato allo scientifico!

“pensa che un testo del 2001 usi termini obsoleti per dare un'aria "medievaleggiante" al testo, visto che si parla di Dante, così come sostiene che farebbe Eco nel nome della rosa... “

Non ho mai parlato in precedenti messaggi di alcun testo del 2001, né ho espresso giudizi sul perché questo testo, suppongo tu ti riferisca a quell'introduzione a Dante, usi quella parola. Né ho detto che Eco nel Nome della Rosa, qualora ovviamente vedessi qualla citazione, usa Geova per dare un'aria “medievaleggiante”, bensì perché da buono storico qual è sa benissimo che Jahvé nel medioevo non esisteva. Non dunque un'operazione di “tintura del testo”, ma di rigore storico.


Per Makoto

“Ti prego Polymetis, puoi avere pietà della mia ignoranza e spiegarmi:
1) l'origine dell'uomo;”

Puoi consultare un qualsiasi manuale di biologia del liceo, alla voce “evoluzione delle specie”

“2) la posizione tua, dei cattolici, dei saggi e sapienti del mondo.... insomma, non di quattro gatti settari, sul diluvio universale”

Un mito sumerico.

“3) per quale motivo, visto che secondo te crediamo nelle favole (e tu naturalmente no perchè sei un erudito), ti prendi tanta pena per spiegarci come mai dovremmo preferire un nome ad un altro.”

Non sono i sani ad aver bisogno del medico ma i malati.

Per Chemeleon

“Pensa te che "Geova" l'ho trovato usato anche in un testo universitario che ho preparato per un esame qualche anno fa (mica decenni fa...): ho appena fatto una foto digitale, la posto; ah, l'autore è un insigne italianista e docente di Letteratura Italiana (alle cui lezioni ho assistito”

Ecco il testo su Dante di cui credo parlasse anche Barnabino. Essendo un commento ad una pagina dantesca, non mi è dato sapere quale visto che le note sono semisfuocate e la pagina incompleta, posso presumere che riprenda semplicemente un termine del testo latino che commenta (non sembra infatti il commento ad un'opera italiana di Dante, parla, è vero, di Paradiso IV e di Inferno XIV, ma parlando di Davide mette in nota dei rimandi in latino a Daniele 3, forse quindi cita una fonte mediolatina). Comunque aspetto di andare oggi pomeriggio alla biblioteca del dipartimento di italianistica prima di ponunciarmi, voglio consultare il testo in questione.

Per Simon

“Beh, se il latino non è un'opinione Eco dovrebbe scrivere Jehova, parola latina, non Geova. “

Dipende se cita una frase in latino o se fa parlare uno dei suoi personaggi. Come non smetterò mai di ripetere geova è l'italianizzazione medievale di un'altrettanto medievale Geova, e siccome la nomenclatura di tutti gli altri personaggi che cita nel nome della Rosa, dagli imperatori tedeschi agli abati francesi, è in italiano, non vedo perché dovrebbe mettere un termine latino. Ha messo la forma medievale non latina ma italiana.

Ad maiora
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
19/02/2008 14:39
 
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TdG

Ecco il testo su Dante di cui credo parlasse anche Barnabino. Essendo un commento ad una pagina dantesca, non mi è dato sapere quale visto che le note sono semisfuocate e la pagina incompleta, posso presumere che riprenda semplicemente un termine del testo latino che commenta (non sembra infatti il commento ad un'opera italiana di Dante, parla, è vero, di Paradiso IV e di Inferno XIV, ma parlando di Davide mette in nota dei rimandi in latino a Daniele 3, forse quindi cita una fonte mediolatina). Comunque aspetto di andare oggi pomeriggio alla biblioteca del dipartimento di italianistica prima di ponunciarmi, voglio consultare il testo in questione.



Nessuna ripresa da testi latini, d'altronde il termine non è virgolettato, e neanche in corsivo.

[Modificato da Chameleon. 19/02/2008 14:41]
19/02/2008 15:17
 
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La differenza è notevole



Non credo proprio


hai fatto credere, se in buona fede o meno non ho le prove per dirlo



Possiamo non condividere molte posizione, ma come io non penserei mai che tu possa manipolare le citazioni con me (anche perché ti assicuro mi ci vuole molto poco per verificarle) gradire tu mostrassi un simile atteggiamento.
Non avevo accesso alla pubblicazione e ho quindi citato a memoria indicando titolo/autore. Come spiegherò a breve, non mi sembra vi sia poi questa grande differenza.


Anche questa citazione ovviamente è un clamoroso autogol



Evidentemente abbiamo opposti sistemi di valutazione


perché sebbene questo particolare biblista dice che preferisce lasciare il singolo tetragramma,



Ti rammento che questo particolare biblista, “fa scuola”. Siede sulla cattedra di von Rad.
Quindi non è un “pinco-pallo” qualsiasi che esprime un’opinione come tante, come sembra tu lo voglia far passare.

Rendtorff si rifiuta di usare la forma Jahvè e nelle sue opere si limita alla traslitterazione. Le motivazioni di questa sua scelta sono dettate dall’incertezza di questo nome. Questo era ed è il nocciolo di quello che sto cercando di dirti dal primo post. E la citazione di Rendtorff non vedo proprio come possa costituire un autogol in tal senso.

Del resto, praticamente tutti i commentari che ho in caso, e cito Rendtorff, e cito Ska e molti altri, optano per la traslitterazione e per l’abbandono della forma Jahvè.

Spero proprio che tu abbia la compiacenza di non negare questo dato di fatto. Si può discutere se la scelta di questi studiosi sia fondata o meno, ma non sul fatto che l’abbiano compiuta.

Ribadisco quindi la mia domanda iniziale: perchè dovrei lasciare qualcosa di incerto per qualcosa di altrettanto incerto?”


Perché tra due incerti ti tieni quello più certo



Quindi dovrei passare alla forma Jahvè, nonostante l’esempio di alcuni luminari che invece preferiscono abbandonarla. E’ questo che dovrei fare?


, in quanto da 50 anni a questa parte quello più certo, oltre ad essere più diffuso in tutta la letteratura, è altrettanto comprensibile che Geova.



E allora, se sono altrettanto comprensibili, dov’è il problema?
A volte ho difficoltà a capire cosa si celi dietro questa tua “guerra” contro una delle vocalizzazioni in uso del Nome di Dio.

Ciao
Eup


19/02/2008 16:31
 
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TdG
Re:
Eupeptico, 19/02/2008 15.17:



A volte ho difficoltà a capire cosa si celi dietro questa tua “guerra” contro una delle vocalizzazioni in uso del Nome di Dio.



Forse, semplicemente il fatto che la forma Geova viene utilizzata e ricondotta ai Testimoni di Geova, che per Poly, come sappiamo, in campo accademico sono considerati "il niente".



<><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><>
Alla luce dei fatti, gli apostati delle nuove religioni non possiedono gli standard di
obiettività personale, competenza e comprensione informata richiesti a testimoni esperti.

Lonnie D. Kliever
19/02/2008 17:21
 
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In primis vedo che ho fatto un errore nel mio precedente post col grassetto, ho dimenticato di mettere la stanghetta obliqua per chiudere il testo da evidenziare, anzi devo averlo fatto in due frammenti della medesima citazione. Siccome, a causa del tempo trascorso, non posso più modificare, vorrei che ci pensasse il moderatore

Per Eupeptico

“Non credo proprio “

La differenza tra “sicuramente errata” e “incerta” non ha bisogno di commenti.

“Evidentemente abbiamo opposti sistemi di valutazione “

Motivare l'opposta valutazione di cosa sarebbe un autogol non farebbe male, visto che dice che la forma è “assai comune”, cosa che certo non si può dire di Geova, che non è usata da nessun biblista della nostra era geologica.

“Ti rammento che questo particolare biblista, “fa scuola”. Siede sulla cattedra di von Rad.
Quindi non è un “pinco-pallo” qualsiasi che esprime un’opinione come tante, come sembra tu lo voglia far passare. Rendtorff si rifiuta di usare la forma Jahvè e nelle sue opere si limita alla traslitterazione. Le motivazioni di questa sua scelta sono dettate dall’incertezza di questo nome”

Questo non è di nessuna utilità alla vostra causa. Il fatto che per eccessiva acribia non voglia usare una forma vocalizzata non vuol minimamente dire che ritenga tollerabile Geova. Se non vuole utilizzare Jahvé perché gli sembra non sicuro figurarsi cosa può pensare dell'utilizzo di Geova. Inoltre, come già detto, stiamo parlando dell'uso generale, tanto in letteratura quando nel campo delle scienze bibliche, e l'autore a questo proposito non solo deve specificare e spiegare la sua scelta (cosa che già di per sé farebbe capire implicitamente che non è tipico), ma per di più ci dice esplicitamente che è comune usare la forma vocalizzata. Una forma probabile ma incerta è tralasciata, che fare dunque di una forma che oltre ad essere in disuso è pure sicuramente sbagliata ed invenzione medievale? Non c'è nessun motivo oggi per tenere Geova, non è comune né nella lingua per parlare di Dio, né nella saggistica. Come già detto se il criterio dev'essere la frequenza della forma che si è imposta nessuno sano di mente, a meno che non abbia una faccia di bronzo immane,può sostenere che Geova ricorra più di Jahvé, anzi per essere precisi la II forma, come mostrato dal mio precedente post, è attestata nelle opere che hanno fatto la storia dell'esegesi dell'AT, a fonte di un Geova che invece non esiste da decenni nei saggi.

“Del resto, praticamente tutti i commentari che ho in caso, e cito Rendtorff, e cito Ska e molti altri, optano per la traslitterazione e per l’abbandono della forma Jahvè. “

Io ho un'esperienza statistica diversa, ma ad ogni modo non ho nulla contro il lasciare la traslitterazione, che va bene quanto la scelta di fidarsi della vocalizzazione più probabile, quello che conta è sbarazzarsi degli errori del passato, o, visto che in realtà come ripeto ce ne siamo già sbarazzati da decenni, ammettere che questo è già stato fatto, e che Jahvé oggi è più frequenti Geova, in opere di qualunque tipo, dai pamphlet di Odifreddi alle opere di devozione religiosa.

“Quindi dovrei passare alla forma Jahvè, nonostante l’esempio di alcuni luminari che invece preferiscono abbandonarla. E’ questo che dovrei fare?”

Perché l'alternativa è la non vocalizzazione, non lo sgorbio, quello è già nella tomba.

“E allora, se sono altrettanto comprensibili, dov’è il problema? “

Che non vedo proprio perché un errore, per il solo fatto che è comprensibile, debba essere pubblicizzato e non sostituito. Ma questo discorso come già spiegato non ha senso, perché in realtà la sostituzione è già avvenuta.

“A volte ho difficoltà a capire cosa si celi dietro questa tua “guerra” contro una delle vocalizzazioni in uso del Nome di Dio. “

In realtà non importerebbe nulla a nessuno di questo fatto se non fosse che un cavallo di battaglia dei tdG è proprio il voler far conoscere “Dio per nome”, e l'uso di questa tecnica come piede di porco per scardinare altre strutture, quando poi questo arnese usato per fare breccia è una falsificazione. Come dicevo la cosa è alquanto ironica, i TdG infatti puntano tutto il fatto di essere testimoni di un nome che non ha senso, e questo a mio avviso dice in modo divertente e inquietante al medesimo tempo, di cosa siano testimoni i “testimoni di Geova”, testimoni del non-senso, perché Geova non vuol dire nulla.
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(Κ. Καβάφης)
19/02/2008 17:55
 
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“Evidentemente abbiamo opposti sistemi di valutazione “

Motivare l'opposta valutazione di cosa sarebbe un autogol non farebbe male, visto che dice che la forma è “assai comune”, cosa che certo non si può dire di Geova, che non è usata da nessun biblista della nostra era geologica.



Dove avrei mai detto che qualche biblista usa Geova? Non è sana abitudine attribuire ad altri certe affermazioni, e poi disputare su esse come se fossero state effettivamente affermate.
La citazione di Rendtorff non è un autogol perché è perfettamente in linea con quanto io ho sostenuto dal primo post, e non con quanto tu pensi io voglia sostenere.

Rendtorff non usa la forma Jahvè perché la ritiene incerta. Questa incertezza ha un peso significativo tanto da avergli fatto prendere questa decisione (ciò non significa né ho mai sostenuto che lui opti per Geova).


Il fatto che per eccessiva acribia non voglia usare una forma vocalizzata non vuol minimamente dire che ritenga tollerabile Geova.



Non usa la forma “Jahvè” perché la ritiene imprecisa. Non ho mai sostenuto quale sia il suo pensiero in merito a Geova. Comunque…. così…giusto per sfizio, cercherò di conoscere la sua opinione in merito (se mai ne avesse espressa una).


Se non vuole utilizzare Jahvé perché gli sembra non sicuro figurarsi cosa può pensare dell'utilizzo di Geova.



A me importa poco cosa pensi del nome “Geova”. Ciò che importa è che considera “Jahvè” una forma imprecisa tanto da spingerlo a non usarla.


Non c'è nessun motivo oggi per tenere Geova, non è comune né nella lingua per parlare di Dio, né nella saggistica.



Personalmente uso spesso “Iahvè” (specie in campo accademico). Nella vita comune di tutti i giorni, uso spesso (ma non solo) “Geova”. E questo perché nonostante tutte le parole che tu scrivi, personalmente riscontro che le persone “della strada” (chiedo scusa per l’espressione infelice) comprendono al volo il referente. Tanto mi basta.


In realtà non importerebbe nulla a nessuno di questo fatto se non fosse che un cavallo di battaglia dei tdG è proprio il voler far conoscere “Dio per nome”



E secondo te quando i TdG dicono di voler far conoscere il Dio per nome, si riferiscono alla pronuncia del tetragramma? Se pensi ciò, scusami ma hai capito male.

Eup

19/02/2008 18:13
 
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“Dove avrei mai detto che qualche biblista usa Geova? Non è sana abitudine attribuire ad altri certe affermazioni, e poi disputare su esse come se fossero state effettivamente affermate. “

Non ho scritto che tu abbia affermato una cosa simile. Rileggi, non c'è nessun riferimento: “Motivare l'opposta valutazione di cosa sarebbe un autogol non farebbe male, visto che dice che la forma è “assai comune”, cosa che certo non si può dire di Geova, che non è usata da nessun biblista della nostra era geologica.” Leggi forse “tu hai detto che Geova è usato dai biblisti”. Ho semplicemente detto che nessun biblista usa Geova per far capire che nella saggistica è un fossile, un animale estinto. Se dunque la ragione per scegliere un nome è la frequenza di utilizzo, questo è un motivo per preferire yahvè, non Geova.

“a citazione di Rendtorff non è un autogol perché è perfettamente in linea con quanto io ho sostenuto dal primo post,”

Io sto discutendo non solo con te ma a 360 gradi, e soprattutto delle riprese che altri fanno delle tue citazioni. Questa fonte, un luminare per l'appunto, ci dice che la forma “assai comune” è un altra, ma che lui per sicurezza non vuole usarla. Volevamo dunque sapere cosa fosse comune per riferirsi a Dio? L'autore citato risponde che la forma comune è jahvé, e parla uno che di libri ne deve aver letti molti.

“Non usa la forma “Jahvè” perché la ritiene imprecisa.”

No, incerto non vuol dire impreciso. Impreciso vuol dire che vedi un errore, un'imprecisione, e dunque proponi una correzione. Incerto vuol dire che la ricostruzione non ti sembra sicura al 100%, cosa che nessuno ha mai sostenuto. E comunque, se citarlo ti serve solo per dire che è una forma incerta, ho già risposto a quest'obiezione: ho cioè detto che tra l'incerto e l'errato si sceglie l'incerto, specie perché è un'incertezza col piatto della bilancia che pesa dalla parte della probabilità, e che a nulla serve replicare “perché abbandonare Geova per una forma incerta”, perché come ripeto questo presupporrebbe che questo abbandono non sia stato ancora fatto, e che dunque l'alternativa sia tra la forma diffusa e un'astrusa forma new entry ed incerta. Ma poi, al contrario, è da 50 anni che impera jahvé, il criterio frequenziale va ribaltato.

“personalmente riscontro che le persone “della strada” (chiedo scusa per l’espressione infelice) comprendono al volo il referente”

ovviamente chiedo per la quarta volta se hai ragione t o, se come dicono i tuoi colleghi, gli italiani al contrario non sappiano minimamente quale sia il nome di Dio. Voglio poi sapere perché ostinarsi ad usare una forma capita ma scorretta e desueta, col solo risultato di perpetuare un errore, quando non c'è alcun motivo per continuare ad usare questa forma, né il fatto che sia la più frequente (perché non è vero, specie in letteratura religiosa) né la più corretta.

“E secondo te quando i TdG dicono di voler far conoscere il Dio per nome, si riferiscono alla pronuncia del tetragramma? “

No, il TdG medio non si pone minimamente il problema della pronuncia, sono io che lo pongo perché trovo la faccenda alquanto divertente, e cioè che il vero nome di Dio che viene fatto conoscere è composto per la metà da lettere non sue (le vocali di Adonai), motivo per cui è spassoso notare come il cavallo di battaglia dei TdG sia lacunoso sin dalla prima battuta.
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(Κ. Καβάφης)
19/02/2008 18:50
 
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caro Polymetis, per serietà, mi aspetto che
mandi volantini ai cattolici italiani e di
tutto il mondo spiegando loro che il nome Jehovah,
in uso sia in ambienti cattolici che protestanti
fino a ieri, oggi non è più di moda, perchè,
questo il vero motivo, è usato dai Testimoni di Geova.
e questo a noi non sta bene!

ma se proprio nel nome Iehovah vi è implicato il mistero
della Trinità, e se questo nome, come dici tu, è uno sgorbio,
allora diventa sgorbio anche il mysterium trinitatis?



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19/02/2008 18:57
 
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Come dicevo la cosa è alquanto ironica, i TdG infatti puntano tutto il fatto di essere testimoni di un nome che non ha senso, e questo a mio avviso dice in modo divertente e inquietante al medesimo tempo, di cosa siano testimoni i “testimoni di Geova”, testimoni del non-senso, perché Geova non vuol dire nulla.



Ma tu immagini, un giorno dovremmo rendere conto a Dio del suo nome, e qualcuno gli dirà: "No...Geova non lo usavo...è uno sgovbio, evgo eva in disuso, pev questo evo attevvito al solo pensievo di usavlo!!"
Ogni nome subisce la sua naturale evoluzione, a partire da un'origine comune: quel che conta è che l'origine sia chiaramente riconoscibile e insita nel nome, al di là delle varie "coloriture" linguistiche che ne differenziano morfologia e pronuncia a seconda della lingua; in italiano abbiamo Geova, in rumeno Iehova, in maltese Ġeħova, e così via: quel che conta è che in ogni versione utilizzata sia riconoscibile e riconosciuta la base e l'origine: il tetragramma e il suo significato. Che poi il discorso voglia volgere artatamente verso lo sberleffo nei confronti di chi diffonde il nome di Dio, allora è un altro discorso.
[Modificato da Chameleon. 19/02/2008 19:13]
19/02/2008 19:34
 
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Re:

Se dunque la ragione per scegliere un nome è la frequenza di utilizzo, questo è un motivo per preferire yahvè, non Geova.



Dipende dall'ambito. Se parliamo di ambito accademico, non posso che darti ragione. Se parliamo di "gergo popolare" non posso che darti torto. E lo faccio in base alla mia esperienza personale che ho acquisito discutendo con le persone del "territorio".


Io sto discutendo non solo con te ma a 360 gradi



Mi sembrava avessi chiaramente scritto "Per Eupeptico".


lui [Rendtorff] per sicurezza non vuole usarla



Nemmeno noi.
Per la stessa [in]sicurezza di Rendtorff, nemmeno noi vogliamo usarla. Tanto più che la forma "Geova" è nota e usata nel gergo popolare.


ho cioè detto che tra l'incerto e l'errato si sceglie l'incerto



Noi invece fra il "certamente incerto" (Jahvè) e il "certamente errato" (Geova) preferiamo il "sicuramente noto" (Geova).
Che la cosa a te dispiaccia, dispiace, ma persiste.


è un'incertezza col piatto della bilancia che pesa dalla parte della probabilità



Direi che se Rendtorff ha deciso di dare peso a questa probabilità, l'incertezza del termine è pressochè certa.


Ma poi, al contrario, è da 50 anni che impera jahvé, il criterio frequenziale va ribaltato.



Ma dove? Nel mondo accademico forse. Non certo per le "strade".


ovviamente chiedo per la quarta volta se hai ragione t o, se come dicono i tuoi colleghi, gli italiani al contrario non sappiano minimamente quale sia il nome di Dio.



Io parlo in base alla mia esperienza. E la maggiorparte dei miei interlocutori non ha difficoltà ad associare il Nome "Geova" a Dio Onnipotente.


trovo la faccenda alquanto divertente


Mah. De gustibus. Io la trovo alquanto sterile.

Eup


19/02/2008 20:15
 
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Per bruciolis

“caro Polymetis, per serietà, mi aspetto che
mandi volantini ai cattolici italiani e di
tutto il mondo spiegando loro che il nome Jehovah,
in uso sia in ambienti cattolici che protestanti
fino a ieri, oggi non è più di moda”

Non ce n'è alcun bisogno perché come ripeto questo processo è già avvenuto da 50 anni.

“perchè,
questo il vero motivo, è usato dai Testimoni di Geova. “

Quando nessuno vi considerava, negli anni quaranta, già con la biografia che ha avuto più diffusione nella storia italiana, la vita di Gesù Cristo di Riciotti, vediamo Geova silurato e Jahvè messo al suo posto, ergo mi dispiace, non siete voi il punto focale del cambiamento. Inoltre non vorrai seriamente sostenere che tutti i biblisti che ho citato, da Soggin a Grottanelli, usino Jahvé per fare un dispetto a voi.

“ma se proprio nel nome Iehovah vi è implicato il mistero
della Trinità, e se questo nome, come dici tu, è uno sgorbio,
allora diventa sgorbio anche il mysterium trinitatis? “

Non vedo perché visto che il testo che citi giustifica il fatto che in Iehovah sia contenuto il mistero della Trinità grazie ad un'analisi delle sole consonanti, che non sono in discussione. Ma l'hai letto? Ah il latinorum....

Per Cameleon

“Ma tu immagini, un giorno dovremmo rendere conto a Dio del suo nome”

Veramente non sta scritto da nessuna parte che i cristiani debbano usarlo, ovviamente questo lo sa solo chi, magari perché può leggere in greco o conosce il modus dicendi semitico, sa che l'esegesi di Brooklyn su determinati passi è solo una delle tante possibili.

“e qualcuno gli dirà: "No...Geova non lo usavo...è uno sgovbio, evgo eva in disuso, pev questo evo attevvito al solo pensievo di usavlo!!" “

Qualora tu ci tenga proprio ad usare questo nome, non vedo proprio perché il fatto che Geova sia uno sgorbio dovrebbe indurti a non usare nessuna nomenclatura alternativa. L'alternativa non è “o Geova o il nulla”, esiste Javhé.

“Ogni nome subisce la sua naturale evoluzione, a partire da un'origine comune”

No, questa non è un'evoluzione dettata dalle leggi della fonetica, che regolano ad esempio il passaggio da greco antico a greco moderno o da latino a italiano, non è Caesar che divenga Cesare, è proprio una parola inventata nel medioevo unendo due parole diverse, e non l'evoluzione di una parola ebraica esistente.

“uel che conta è che l'origine sia chiaramente riconoscibile e insita nel nome”

L'origine non è insita nel nome Geova, non più di quanto la parola Foduraca abbia insita in sé la parola Federico. Geova deriva da un termine inesistente, non da yhwh.

“al di là delle varie "coloriture" linguistiche che ne differenziano morfologia e pronuncia a seconda della lingua; in italiano abbiamo Geova”

Sì, ma come ripeto, è un errore del passato, che non capisco proprio perché continuate ad usare visto che ormai è un fossile.


Per Eupeptico

“Dipende dall'ambito. Se parliamo di ambito accademico, non posso che darti ragione.”

E' già qualcosa.

“ Se parliamo di "gergo popolare" non posso che darti torto. E lo faccio in base alla mia esperienza personale che ho acquisito discutendo con le persone del "territorio". “

Ovviamente un'affermazione simile è gratuita quanto una mia eventuale negazione, perché come ripeto la Chiesa cattolica, qualora dica un nome, usa Jahvé, e questo sin dai canti. Motivo per cui non si può sostenere, a meno di non fare indagini statistiche che ovviamente nessuno ha eseguito, che Geova sia il noem più diffuso. Come ripeto la sparizione dalla letteratura implica che gli italiani che la recepiscano conoscano Jahvé, e non geova, che se rimane nel parlato e solo grazie all'esistenza dei Testimonio di Geova.

“oi invece fra il "certamente incerto" (Jahvè) e il "certamente errato" (Geova) preferiamo il "sicuramente noto" (Geova). “

Come dicevo questa argomentazione non ha nessun pregio, perché anche Javhé è sicuramente noto, anzi da 50 anni a questa parte è più diffuso di Geova, e massicciamente. Quindi Geova non ha né il pregio di essere più corretto, né più conosciuto, non oggi almeno. Anche annettendo ex ipothesi che gli italiani quando parlano di Dio, e non di voi ovviamente, usino in modo paritario Geova e Jahvé e parimenti li conoscano, proprio grazie a questi 50 anni di letteratura, allora, dinnanzi ad una ipotetica parità su questo piano, parità che farebbe perdere comunque a Geova il suo privilegio di essere la forma “degli italiani”, restrebbe comunque da scegliere Javhè, per quel punto in più che possiede, e cioè che, a parità ex ipothesi di diffusione, sarebbe comunque la forma più corretta filologicamente.

“Direi che se Rendtorff ha deciso di dare peso a questa probabilità, l'incertezza del termine è pressochè certa. “

Ma io non sto discutendo del fatto che esistano incertezze certe o incerte, perché nulla è certo. Ma il punto è, ammesso che è incerto, è un'incertezza che pesa sul lato della non probabilità o della probabilità. Si può scegliere di astenersi da qualcosa in entrambi i casi, qualora si voglia avere un rigore filologico massimo, ma come ripeto non è un dilemma che possa aiutare i tdG. Il dubbio dinnanzi al quale ci mette l'autore citato è se preferire Jahvé o il semplice tetragramma, l'opzione Geova giustamente non è neppure contemplata.

“Non certo per le "strade".”

Come ripeto discutere su questo non ha senso perché nessuno dei due potrebbe produrre dati, io posso solo dire che, dal mio punto di vista, è esattamente il contrario. Qui non si va da nessuna parte. L'unica cosa attestabile e la scrittura, e, siccome gli italiani leggono libri, se ne può inferire a livello probabilistico che anche Jahvé sia la forma più diffusa, mentre la deduzione che Geova sarebbe la forma più diffusa non deriva proprio da niente, è una pura presupposizione. Io dirigo un corso biblico in parrocchia, non ho mai usato Geova né ho sentito usarlo. Posso poi dire che essendo la Chiesa Cattolica la madre del linguaggio religioso della maggior parte degli italiani sin dal catechismo, e poiché la Chiesa non usa la pronuncia Geova, la tua supposizione risulta ancora più infondata, mentre lo è la mia, perché questi stessi cattolici sin da piccoli sentono cantare (attestazione scritta), ed eventualmente predicare dal pulpito, il solo Jahvé, e mai Geova.

“E la maggiorparte dei miei interlocutori non ha difficoltà ad associare il Nome "Geova" a Dio Onnipotente. “

Ma perché la tua argomentazione sull'opportunità di tenere Geova anziché Jahvé sia fondata dovresti provare che hanno più difficoltà ad associare Jahvé a Dio rispetto al nome Geova, perché solo in quel caso il nome “Geova” avrebbe un pregio, cioè la maggiore frequenza, che darebbe la parvenza di una motivazione per tenerlo, cioè che è la forma usata “dagli italiani”. Ma, se questi italiani usano tanto Geova quando Jahvé, o addirittura più Jahvé, e a questo si aggiunge che Geova è scorretto, non c'è più nessun motivo per ternerlo ed usarlo.

Ad maiora
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Re:
Polymetis, 2/19/2008 8:15 PM:

Per bruciolis
“caro Polymetis, per serietà, mi aspetto che
mandi volantini ai cattolici italiani e di
tutto il mondo spiegando loro che il nome Jehovah,
in uso sia in ambienti cattolici che protestanti
fino a ieri, oggi non è più di moda”




Non ce n'è alcun bisogno perché come ripeto questo processo è già avvenuto da 50 anni.



Si aggiorni, sig. Polymetis. Tutti i miei parenti, carnali ed acquisiti, stanno ancora aspettando. Finirà che glie lo dovro' dire io, cosi' come ho dovuto portare io la loro prima Bibbia CEI a mia nonna e mia zia, all'epoca ultraottantenni!

Inoltre se ne faccia una ragione: il nome Geova è presente in tutte le lingue europee moderne, compreso quella del suo papa. E dove non arriva la sua longa manus è molto piu' probabile che ci resti...


Quando nessuno vi considerava, negli anni quaranta, già con la biografia che ha avuto più diffusione nella storia italiana, la vita di Gesù Cristo di Riciotti, vediamo Geova silurato e Jahvè messo al suo posto, ergo mi dispiace, non siete voi il punto focale del cambiamento. Inoltre non vorrai seriamente sostenere che tutti i biblisti che ho citato, da Soggin a Grottanelli, usino Jahvé per fare un dispetto a voi.



I biblisti possono tirare indovinare a piacimento su quale sia stata a suo tempo la pronuncia del Nome di Dio. E' un'attività nobile.
Altra cosa è cambiare il dizionario delle lingue moderne, generalmente poco imparentate con l'ebraico. Questa è una battaglia contro i mulini a vento, condotta per altri scopi.
Soggin, tra i revisori del Miegge, riporta anche Geova, con la voce di rinvio a Jahweh, con la "w" e l'"h" finale.


“Ma tu immagini, un giorno dovremmo rendere conto a Dio del suo nome”




Veramente non sta scritto da nessuna parte che i cristiani debbano usarlo, ovviamente questo lo sa solo chi, magari perché può leggere in greco o conosce il modus dicendi semitico, sa che l'esegesi di Brooklyn su determinati passi è solo una delle tante possibili.



La mia impressione, leggendo i suoi post, è che lei voglia significare che "l'esegesi di Brooklyn è comunque errata, qualunque cosa essa dica". O forse che la mia sia un'impressione fallace?


Qualora tu ci tenga proprio ad usare questo nome, non vedo proprio perché il fatto che Geova sia uno sgorbio dovrebbe indurti a non usare nessuna nomenclatura alternativa. L'alternativa non è “o Geova o il nulla”, esiste Javhé.



Questo è corretto, sacrosanto, anche se Jahvé avrà bisogno di molto altro tempo per attestarsi nelle lingue moderne, al di fuori del circolo dei tre gatti che l'hanno inventato, ed entri nei dizionari di lingua, cosa che Geova ha già fatto da lunghissimo tempo.


No, questa non è un'evoluzione dettata dalle leggi della fonetica, che regolano ad esempio il passaggio da greco antico a greco moderno o da latino a italiano, non è Caesar che divenga Cesare, è proprio una parola inventata nel medioevo unendo due parole diverse, e non l'evoluzione di una parola ebraica esistente.



Il tentativo di vocalizzazione è buono tanto quanto altri: non fonde assolutamente due parole in quanto usa le vocali dell'una per tentare di vocalizzare l'altra, oltretutto sbagliando. Per noi oggi è del tutto irrilevante, altrimenti dovremmo ripulire tutte le parole di origine strana o dubbia ma comunque presenti nella lingua comune. Senza parlare dell'epurazione che dovremmo fare dei capolavori come il "Nabucco" di Verdi o il "dir dir Jehova will ich singen" di Bach.

La derivazione del Nome Geova è riportata nei dizionari etimologici e nessuno di essi si è permesso di bollarlo come "sgorbio" o "mostro". Per far questo occorreva una sforzo pubblicitario apposito...


Ovviamente un'affermazione simile è gratuita quanto una mia eventuale negazione, perché come ripeto la Chiesa cattolica, qualora dica un nome, usa Jahvé, e questo sin dai canti. Motivo per cui non si può sostenere, a meno di non fare indagini statistiche che ovviamente nessuno ha eseguito, che Geova sia il noem più diffuso. Come ripeto la sparizione dalla letteratura implica che gli italiani che la recepiscano conoscano Jahvé, e non geova, che se rimane nel parlato e solo grazie all'esistenza dei Testimonio di Geova.



Io le ho presentato l'evidenza statistica che Geova è di gran lunga piu' diffuso del suo Jahvé e anche di Jhavé in tutte le principali lingue moderne.

A lei di falsificare le mie statistiche riscontrabili da ogni lettore di questo forum!

Quanto poi sia davvero diffuso il suo Jahvé nel libro dei cantici cattolico lascio a lei l'onore di rendercelo noto. A breve comunque faro' un giro in una chiesa e chiedero' al prete se me ne dà una copia per motivi statistici.



...L'unica cosa attestabile e la scrittura, e, siccome gli italiani leggono libri, se ne può inferire a livello probabilistico che anche Jahvé sia la forma più diffusa, mentre la deduzione che Geova sarebbe la forma più diffusa non deriva proprio da niente, è una pura presupposizione. Io dirigo un corso biblico in parrocchia, non ho mai usato Geova né ho sentito usarlo. ...



Evidentemente lei ha la memoria corta, per le statistiche che non le danno ragione. Vuole provare lei a fare il conto tramite google.fr .de .com .co.uk e da ultimo .it?

Simon
19/02/2008 20:56
 
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Motivo per cui non si può sostenere, a meno di non fare indagini statistiche che ovviamente nessuno ha eseguito, che Geova sia il nome più diffuso.



Dove mai avrei detto che è il più diffuso? Ho detto che per la mia esperienza personale, nel mio territorio, chi mi ascolta capisce al volo il referente dietro al nome "Geova". Dove mai avrei detto che è il "più diffuso"?


Come dicevo questa argomentazione non ha nessun pregio, perché anche Javhé è sicuramente noto



Nel mio territorio, un po' meno.


restrebbe comunque da scegliere Javhè, per quel punto in più che possiede



Non lasceremo mai qualcosa di "noto" e "usato" (a prescindere dalle statistiche) per qualcosa di incerto (anche se più probabile).
Capisco che la cosa non ti aggrada, ma che ci vuoi fare ... abbiamo la testa dura noi TdG.


Il dubbio dinnanzi al quale ci mette l'autore citato è se preferire Jahvé o il semplice tetragramma, l'opzione Geova giustamente non è neppure contemplata.



L'autore ci dice che lui rinuncia all'uso della forma Jahvè.
Capisco che tu voglia tirare l'acqua dal versante opposto ... ma non puoi sottovalutare la portata di questa scelta facendola passare come una delle tante opzioni.


io posso solo dire che, dal mio punto di vista, è esattamente il contrario.



e si vede che frequentiamo strade diverse... che ti devo dire.
Comunque, Polymetis, cerca di essere ragionevole e di capire cosa cerco di dirti senza per una volta polemizzare su ogni virgola fuori posto: quando suoniamo ai campanelli e parliamo con una persona.... non è che come prima cosa gli chiediamo: "scusi, lei preferisce che le parli di Jahvè o di Geova? ... scusi, lei preferisce usare il termine 'vecchio testamento' o 'Tanak'".
E' chiaro che se poi, a discussione in atto, il mio interlocutore mi dice che preferisce usare Jahvè.... mi adeguo senza problemi.
Ti è così difficile comprendere che quando parliamo con le persone il nostro intento non è certo quello di iniziare discussioni filologiche sul tetragramma?

E in ultimo ... io apro la mia bella Bibbia ebraica, inizio a leggere in lingua originale, e poi quando incotro il tetragramma leggo "YeHoWa". Questo è quello che leggo.
Poi ... che le vocali siano prese da altri termini, che le vocali siano inventate, ... tutto quello che vuoi .... ma io leggo YehoWa.

Potresti dirmi perchè dovrei leggere una cosa e pronunciarne un'altra? (Fermo restando tutto quello che vuoi sulla corretta composizione).

Io credo veramente che a volte tu ci dia contro per puro spirito polemico. E penso anche ci siano argomenti migliori sui quali potresti concentrarti.

Eup

Ps
se ancora non ho parlato di Gertoux è perchè non ho letto la sua tesi e quindi non mi esprimo nè a favore nè contro.



[Modificato da Eupeptico 19/02/2008 21:01]
19/02/2008 21:12
 
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Re:
Polymetis, 2/19/2008 2:02 PM:

Per SimonleBon

“"questa s'è imposta", che parole grosse odo pronunciare!
Ha usato un procedimento induttivo o deduttivo per arrivare a questa verità rivelata?”




Basta leggere un qualsiasi testo delle più variegate scienze umanistiche, da quelle bibliche alla filosofia delle religioni, si usano Jahvè e derivati. Esempi? Già decenni fa la più diffusa biografia di Gesù Cristo diffusa in Italia, la “vita di Gesù Cristo” del Ricciotti, a aveva 26 occorrenze di Jahvè e 0 per Geova (dato ricavati dall’ indice analitico), forma che semplicemente nella letteratura è oggi scomparsa, in quella scientifica più che mai.



Ho la "vita di Gesu' Cristo" del Ricciotti che ho letto, con grande interesse, molti anni fa. Il fatto che il Ricciotti usi Jahvé 40 anni fa non è rilevante. Da quei tempi ad oggi quella parola non è ancora entrata nei dizionari di lingua, al contrario di Geova. Per questo l'ho invitata a ripresentarsi tra 50 anni su questo forum e constateremo gli eventuali cambiamenti.


“Dunque un neologismo che richiederà decenni prima di entrare nell'uso comune”




Non è un neologismo, è una trascrizione, trascrizione che come ripeto si usa in saggistica. La Vita di Gesù del Ricciotti che ho citato avrà come minimo 40 anni.



Una parola che non è mai esistita in precedenza non puo' che essere un neologismo, tantè vero che non è entrata nei dizionari di lingua. A lei l'onere di rilevare (se non le piace "dimostrare") il contrario.


“Sempre che nel frattempo non salti fuori qualche altra proposta in sostituzione, migliorando di qualche punto percentuale la probabilità di azzeccarci.”




Se salterà fuori altro, la sostituiremo. Non abbiamo alcun feticcio verso questo nome. Semplicemente è assurdo rifarsi ad un nome errato e scartare quella che attualmente è ritenuta la lettura migliore.



Non si preoccupi che siamo noi stessi interessati ad osservare i cambiamenti. Con la differenza che il Nome di Dio i tdG lo usano davvero, non lo scrivono solo nei libri per specialisti.


Jahvè è già nell’uso comune da mezzo secolo, se voi non leggete libri di religione scritti fuori dalla cerchia dei TdG non è un problema che possa tangermi.



Infatti. Sarebbe meglio ci risparmiasse le sue profezie, tanto non ci azzecca...


...
O il più letto biblista italiano: “Dio non si rivela qui con un sostantivo ma con un verbo, hyh, “essere, divenire”, “continuare ad essere”, Per impedire l’uso magico di questo nome divino gli ebrei sostituirono le quattro lettere JHWH (Jahweh) col termine Adonai, le cui vocali furono apposte alle consonanti JHWH causando la lettura deforme Jehova(Geova), rinverdita ai nostri giorni falla setta dei Testimoni di Geova. In realtà più che dare una vera rivelazione e definizione del nome divino, il nostro testo forse si rifiuta di svelare l’inconoscibile essenza di Dio, proprio sulla base di quanto abbiamo detto a proposito dell’importanza del nome” (Gianfranco Ravasi, Antico Testamento, Introduzione, Casale Monferrato, 2004, Piemme, pag. 79)



Non ho ben capito. Ha parlato di biblista o di propagandista?
Se nota, lui è rimasto ancora all'età della "setta dei tdG" nei giorni in cui anche il GRIS riconosce il contrario!
Ma quando si tratta di fare marketing ogni stratagemma è buono.
Non serviva il Ravasi per spiegare l'origine della parola Geova, bastava leggersi un dizionario etimologico.
Le risulta che il Ravasi sappia spiegare perchè Jahvé non si trova nei dizionari delle lingue moderne mentre Geova (nelle sue forme) si?


Sia chiaro che non cito Ravasi per la sua immensa cultura biblica, ma unicamente perché è il biblista più letto d’Italia anche dal popolo, e dunque nel nostro discorso ci interessa per la diffusione dei suoi scritti.



Tralascio.


Ovviamente non mi ci vuole niente a mettere insieme altre 20 citazioni come queste da opere di scienze bibliche. Vado alla biblioteca di dipartimento, sezione scienze bibliche, vedo i libri che sono stati messi a scaffale, cioè quelli più usati, più celebri, le pietre miliari, in gergo a “scaffale aperto” perché opere che altrimenti verrebbero richieste ogni tre minuti ai bibliotecari. Prendo i manuali di Storia delle religioni più diffusi nelle università italiani, quelli del Filoramo, e immancabilmente cosa trovo (una citazione a caso): “ Nel sacrificio di comunione, invece, la vittima, sgozzata come nell'olocausto, è fatta a pezzi e in parte bruciata per Yahweh sull'altare” (C. Grottanelli, La religione di Israele prima dell'esilio, in G. Filoramo et alii, Storia delle religioni, vol. II, Ebraismo e Cristianesimo, Bari, 1995, Laterza, pag 19) ...



Mi scusi se ho tagliato.
Le risulta che Jahweh sia una variante del tentativo di vocalizzazione che lei propaganda, oppure è un altro tentativo indipendente, oppure qualcos'altro ancora?
Se l'ho dimenticato nella mia statistica online lo aggiungo subito...

Simon
19/02/2008 21:30
 
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L'origine non è insita nel nome Geova, non più di quanto la parola Foduraca abbia insita in sé la parola Federico. Geova deriva da un termine inesistente, non da yhwh.




Sentiamo cosa si dice qui:

it.encarta.msn.com/encyclopedia_761552990/Geova.html


Geova:
Forma italianizzata del nome del Dio del popolo ebraico, Jehovah. Nelle Scritture il nome della divinità veniva rappresentato col tetragramma JHVH, senza le vocali, che vennero introdotte solo in epoca postbiblica nell’ebraico scritto. Col tempo gli ebrei smisero di pronunciare il nome divino in base a un’interpretazione di testi come Esodo (20:7) e Levitico (24:15). Con vocalizzazione scritta ebbero origine varie forme del nome divino, tra cui Geova e, più recentemente, Yahweh. Etimologicamente, si ritiene si tratti della terza persona singolare del verbo hawah, che significa 'essere, divenire, manifestarsi'. In questo senso il nome di Dio andrebbe tradotto con una di queste espressioni “Egli è”, “Egli diviene” o “Egli si manifesta”.



Come si nota non si parla nè di sgorbio, nè di parola inesistente: è la forma italianizzata del Dio del popolo ebraico, papale papale...
19/02/2008 22:17
 
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Re:
Polymetis, 19/02/2008 20.15:

Per bruciolis

Non vedo perché visto che il testo che citi giustifica il fatto che in Iehovah sia contenuto il mistero della Trinità grazie ad un'analisi delle sole consonanti, che non sono in discussione. Ma l'hai letto? Ah il latinorum....

Ad maiora



infatti, ma nel tuo Iahvè manca la seconda "h", ovvero
stando al testo, la natura umana del Cristo...
[SM=g8948]








--------------------------------------------
Les sots depuis Adam sont en majorité
19/02/2008 23:30
 
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Caro Polymetis,

E’ la traduzione di Jehova, non di yhwh

No, in italiano è l'italianizazione di Jehovah e la traduzione di YWHW.


Ma a me non interessa il suo significato, mi interessa la sua scorrettezza, scorrettezza che riguarda il nome che traduce, inesistente.



Ancora non capisco dove sia scorretto dire Geova piuttoso che il mostro lessicale Jahvè, Geova in italiano comunica esattamente quello che in ebraico è YHWH, dunque dal punto di vista della comunicazione è assolutamente corretto.


il signor Aristotile divenne Aristotele



La forma Geova non è arcaica, ma è chiaramente usata fino ad oggi da moltissimi autori e dai testimoni di Geova.


Entrambe queste parole partono da una medesima parola esistente, non è il nostro caso.



E quali delle due pronucie è quella corretta? Perchè scegli di chiamare il Cristo con Gesù piuttosto che con Giosuè se non per una convenzione linguistica?


Se Geova è una convenzione, una convenzione di cui s’è scoperto il presupposto errato



il presupposto errato si conosce non dagli anni sessanta ma da secoli, e questo non ha mai impedito a biblisti di tutto rispetto di usarlo nella comunicazione, visto che era solo una traduzione ed una forma letteraria comunemente accettata


Scusa ma ti risulta che esista nelle scienze bibliche un solo argomento unanimante riconosciuto?



No, quello che è certo che negli ultimi 10 anni la maggior parte di opere a livello scientifico non usa più Yahwè ma preferisce YHWH.


Solo nelle vostre fantasie, il mondo della cultura non usa questa forma, né la usa la Chiesa cattolica, che è colei che fa conoscere Dio alla maggior parte degli italiani



Il mondo della "cultura" usa ormai prevalentemente YHWH, la forma Jahvè è ritenuta plausibile solo sulla testimonianza di alcuni padri della chiesa. Comunque ti rimando al saggio di Gertoux, che, ti ripeto, non è una apologia ma è un saggio sulla storia del Nome divino molto esteso nei secoli e nelle diverse culture.


E da dove avresti evinto che per me “filologicamente non è cambiato nulla”? Questo è adirtittua irrilevante ai fini della discussione



Lo dico perchè a quanto pare a Jouon e altri il fatto di conoscere l'origine sia della forma Jahwé che quella della forma Geova non impedì di usare tranquillamente la seconda. Dunque non ha senso attaccarsi all'argomento del "mostro filologico" come fa Ravasi per rifiutare la tarduzione italiana Geova, usata da secoli nella nostra lingua ed ancora oggi.


Un filologo e un semiologo del calibro di Eco non farebbe un errore simile, e l'uso di Geova sarebbe sol dovuto all'epoca in cui è vissuto il personaggio, come è dimostrato dal fatto che in un opera abientata nella contemporaneità mette invece in bocca ai suoi personaggi Iahvé



Ti ripeto, in una bustina di Minerva il Prof. Eco risponde ad una altro Polymetis che lo accusava di aver usato la forma errata Geova, e di dover indicare il Dio dell'AT con Iahveh o Yahveh... ed egli li risponde per le rime come leggi in BeDuhn, Verità nella Traduzione, p.360. Questo nel 1986... non mi dire che in venti anni "Geova" è diventato incoprensibile agli italiani!


La Susani non so neppure chi sia, e non sono l'unico



Non è colpa mia se per te la letteratura si ferma a Odifreddi e ai canti da chiesa, così come un autore come Manganelli io lo classifico contemporaneo.


Da una parte proclamate che gli italiani non sanno che Dio ha un nome, e voi eroi glielo svelate, dall’altra invece la tradizione italiana riporterebbe come uso comune Geova e dunque non si debe cambiare una forma tanto radicata.



Che Geova nella tradizione letteraria sia ben radicata, e ancor di più con l'uso esteso fatto di testimoni di Geova non significa che questo nome, in qualunque forma, sia conosciuto dalla maggior paret di persone religiose, per cui il nome di Dio spesso resta ancora: "Dio, Gesù, Signore".

Visto che pochi conoscevano il nome di Dio in qualunque forma i TdG hanno optato per la froma letteraria italiana. Yahvè non è nè italiano nè ebraico, è un mostro lessicale che non esiste come lemma in nessun dizionario della lingua italiana.


Ipotesi ad hoc settarie e senza metodo, dove i dati vengono piegati alle teorie anziché le teorie ai dati



Mi spieghi dove Gertoux avrebbe fatto questo? [SM=g10266]


Ma certo, il fatto che lo sgorbio medievale sia la pronuncia di yhwh è un'ipotesi del tutto pacifica nel mondo accademico... sorretta da molti... come no...



Guarda, Gertoux, come ti ho detto fa un escursus lunghissimo sul nome divino e non dice affatto che la pronuncia di YWHW sarebbe quella mediavale, non capisco dove tu lo leggi in Gertoux, mi puoi dare il riferimento bibliografico? Gertoux non dice nulla del genere!


Non più di quanto chiamare qualcuno “messere” anziché “signore”, ma il fatto che una forma sia capita non dice nulla sul fatto che sia correte in letteratura



Ti ripeto, per quale italiano la forma Geova risulta arcaica? Per quale italiano forma Geova risulta incomprensibile o suona come una forma medievaleggiante?

Il fatto stesso che tutti sanno chi sono i testimoni di Geova, la stessa forma Geova risulta molto moderna e comprensibilissima.



Ma cosa stai dicendo? C'è scritto ““La pronuncia Yahwèh è ricostruibile in base ad alcuni accenni dei Padri della Chiesa”, non prende alcuna posizione sulla scorrettezza di questa ricostruzione, dice semplicemente come è stata fatta. Comunque cita questa de esclude Geova, tanto basta.



Che la escluda come pronuncia a noi importa poco e nulla! A noi interessa la comunicazione. La forma Yahvè non è definitiva e sarà passibile di mutamenti, la forma Geova invece è ormai cristalizzata e riconosciuta da anni, indipendentemente dai progressi della filologia.


Ho detto che né gli italiani né la letteratura lo usano più, a meno che non si parli di voi anziché di Dio ovviamente.



Perchè? I 250.000 testimoni di Geova ed i loro figli e parenti, ed poi i milioni di lettori delle loro pubblicazioni non sono italiani? [SM=g10255] Sicuramente tra coloro che usano Geova la maggior parte lo fa pensando al Dio dell'AT che i biblisti e la chiesa cattolica decisa di usarlo o meno! Non sono i "biblisti" o la litirgia cattolica a determinare l'uso di una parola, ma quanti la utilizzano.


Chiaro, stroncante, di fonte neutra, a mio avviso questa discussione sfiora il ridicolo per l'ovvietà della conclusione



Non vedo cosa strochi la JE, che Geova non sia la pronuncia esatta di YHWH a noi non interessa nulla... lo vuo capire? [SM=x69] ti cito l'arguta risposta di Eupeptico:

"E' chiaro che se poi, a discussione in atto, il mio interlocutore mi dice che preferisce usare Jahvè.... mi adeguo senza problemi. Ti è così difficile comprendere che quando parliamo con le persone il nostro intento non è certo quello di iniziare discussioni filologiche sul tetragramma? "

A mio parere tu manchi di equilibrio, le due forme vanno benissimo di pari passo, una non esclude l'altra, Geova è la traduzione italiana e Yahvè un tentativo di riprodurre l'ipotetica pronuncia ebraica.

Entrambe sono adatte a comunicare in maniera adeguata il significante ebraico YHWH, con la differenza che il primo è ormai cristializzato da secoli ed il secondo è un mostro linguistico, non è italiano, non è ebraico e non siamo neppure sicuri essere la pronuncia corretta.

Shalom

[Modificato da barnabino 19/02/2008 23:33]
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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

FORUM TESTIMONI DI GEOVA
20/02/2008 13:45
 
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Ho preso uno dei miei commentari all'Esodo, scritto da Fretheim, docente AT e responsabile editoriale del Journal of biblica Literature. Anch'egli opta per la traslitterazione del Tetragramma, o in alternativa per l'uso del semplice "Dio". (Confermando la tendenza degli ultimi anni che vede un crescente abbandono di Jahvè).

Ma è molto interessante ciò che afferma quando scrive: "la traslitterazione "Jehova", che si ritrova in testi recenti, non rappresenta alcuna pronuncia conosciuta" (T.E.Frtheim, Esodo, Torino 2004, pag.89)

Forse per Polymetis anche questa citazione è un autogol, ma vi invito a rileggerla attentamente. Anche i TdG sono consci che la pronuncia esatta non sia Geova (almeno questo è ciò che si legge sulle nostre pubblicazioni ufficiali) ma Fretheim dice che questa forma del nome (Jehova/Geova) si ritrova in testi recenti. Ed è proprio sulla base di questo uso nei testi recenti, di questa notorietà, che i TdG continuano ad usarla; le motivazioni sono squisitamente pragmatiche e non filologiche.

Ribadisco che mi sembra veramente di star discutendo del "nulla".

Eup.
PS
spero che Polymetis non mi voglia far credere che il Fretheim, quando parla di "testi recenti" in un manuale accademico, si riferisca alle Torri di Guardia.



[Modificato da (SimonLeBon) 20/02/2008 18:28]
20/02/2008 19:26
 
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Post: 3.451
TdG
A tutti i partecipanti alla discussione:

Se in preghiera mi rivolgo a Geova, pensate che il vero Dio, comunque lo si voglia chiamare, si "giri" verso di me sentendosi chiamato? Oppure pensa che io stia "chiamando" qualcun altro?



<><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><>
Alla luce dei fatti, gli apostati delle nuove religioni non possiedono gli standard di
obiettività personale, competenza e comprensione informata richiesti a testimoni esperti.

Lonnie D. Kliever
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