NouNou:
La differenza fra noi a mio parere non è la fede, io credo in Dio ed ho una profonda fede che viene dal mio cuore, ma la diversità nell’osservarla.
Non so se mi sono spiegata.
Perfettamente, e questo è anche il senso che volevo attribuire alla frase che hai quotato.
La differenza risiede probabilmente nel concetto di fede, e non nel fatto che essa sia presente solo in uno di noi piuttosto che nell’altro.
Cercherò di spiegarti, per quanto le mie modeste risorse mi consentano, l’oggetto preciso della mia fede, con riferimento alla questione che stiamo affrontando.
Io credo in un Dio onnipotente, il quale, in virtù di tale definizione, ha ogni opportunità di far trionfare, con l’ausilio del suo Santo Spirito, la verità sulla menzogna; arrivando, ove mai lo ritenga opportuno, a influire sui pensieri, le intenzioni e le azioni di ognuno di noi;
credo in un Dio che è in grado di esercitare un benefico ascendente sui cuori umili grazie all’intervento decisivo della sua parola ispirata, la Bibbia;
credo in un Dio che non tollera la vista del male, e ha intrapreso delle iniziative, di effetto futuro, per porvi fine;
nessuno di noi può dire, tuttavia, se e quando la sua volontà possa agire nella medesima direzione anche al presente, al doppio scopo di attenuare sia le sofferenze dei suoi servitori umani che il discredito gettato sul suo buon nome da soggetti empi;
credo in un Dio più penetrante di qualunque psicologo, più equo di qualunque uomo di legge, più acuto di qualunque agente di polizia, più amorevole di qualunque pastore spirituale, più esperto della natura umana del meglio preparato fra i medici, più benigno e soccorrevole del migliore degli assistenti sociali, e anche più intelligente e sagace del più astuto dei criminali.
Credo insomma che Dio può senz’altro arrivare dove non arriva l’uomo.
Possiamo pensare allora, NouNou, che un Dio simile avrebbe qualche difficoltà a far sì che un delitto venga alla luce, il colpevole smascherato, espulso e assicurato alla giustizia, che alle sue vittime sia restituita tutta la serenità che le umane circostanze rendono possibile,
se solo lo volesse? Dobbiamo credere, ad esempio, che l’eventualità di un delitto al quale abbia assistito un solo testimone oculare anziché due costituisca un serio ostacolo ai suoi proponimenti?
Il ‘come’ ciò avvenga, capirai bene, è un suo problema. Può mettere una seconda persona a conoscenza delle circostanze. Può indurre il trasgressore a confessare il suo peccato. Può lasciare che fatti spiacevoli divengano noti in una maniera imprevedibile. Può benissimo, se crede, servirsi di strumenti umani per raggiungere i suoi fini, ivi inclusi non solo dei testimoni di Geova, ma anche psicologi, avvocati, personale medico, ispettori sociali o di polizia. I testimoni hanno, per i professionisti come questi, tutta la fiducia che si può riconoscere a degli esseri umani e il massimo rispetto per la loro attività. Senza contare che vari testimoni esercitano un lavoro proprio in quei campi: io conosco personalmente due sorelle in fede della mia zona che sono psicologhe.
Ti assicuro che non c’era alcuna intenzione di pretesa superiorità, né tanto meno di offesa, nelle mie parole, scelte indubbiamente male (e per le quali mi scuso).
Un saluto cordiale!
ELL
[Modificato da EverLastingLife 11/10/2007 17:56]