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Per chi ha perso un amico

Ultimo Aggiornamento: 10/07/2012 11:15
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26/01/2008 21:55
 
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No, Eva Luna, non la dimenticherai; nè quello che ha rappresentato x te, nè la sua immagine: questo tuo timore ne è la prova (non lo proveresti, altrimenti.) Vedrai che ti fioccheranno immagini magari quando non te l'aspetti, all'improvviso, quando non ci pensavi più...(non coscientemente), e anche a distanza di anni. E proverai con stupore le sensazioni che lei ti faceva provare, che la tua mente aveva rimosso, e ti accorgerai che in realtà non avevi scordato.
(Vale anche x te, Akyaky: è una reazione di autodifesa x tutelarsi contro il dolore.) Te lo dico x esperienza.
Lei resta dentro di te. Ti abbraccio forte
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01/05/2008 21:00
 
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acc, mi spiace x te....io invece da 3 anni che ho perso la mia zoppetta, un piccolo di passerotto che era caduto durante le prove di volo...ho provato a insegnarli a volare ma nn cè stato niente da fare ....è scappata da me....forse era giusto che andasse così...


non tutti nascono grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in tutti!
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02/06/2009 17:51
 
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la morte
il concetto di morte un animale non lo ha.
Solo noi umani sappiamo quanto è dura la vita, viverla senza i nostri cari, i nostri affetti, le nostre situazioni cui ci fanno star bene.
Il trapasso e tutto il resto a venire.

Un animale non ha concetto di morte, di scomparsa da questo mondo terreno.
Su svariati casi si è visto come un animale mammifero legato al branco, come un cane, un cavallo,(animali che sono stati studiati più intensamente per queste ricerche scientifiche), hanno dato un segnale negativo verso quello che è stato un affetto mancato.
Mi spiego meglio: morto il padrone, il cane legatissimo a lui, non voleva più mangiare tanto che è morto.
Intanto non chiamiamolo padrone, ma capobranco, in quanto il cane così riconosce il padrone, o il propietario.
Non mi dilungo più di tanto su questi studi di psicologia canina.
Se il nostro cane muore, riverseremo l'affetto su un altro cagnetto, ma una cosa è certa, che il nostro amato Fido non vi è più.
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02/06/2009 18:22
 
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Io non sono d'accordo che sul fatto che gli animali non abbiano il concetto di morte ed ho le mie buone ragioni. E non credo nemmeno che i sentimenti siano prerogativa umana, semmai l'uomo ha più sfaccettature.
Io vivo fin da sempre con gli animali e ogni giorno che passa mi convinco sempre più che sono individui in grado di amare e soffrire proprio come noi, in grado di capire più di quanto noi crediamo.
Ti cito solo una esperienza che ha vissuto una mia amica che ora per impegni suoi non può stare qui a raccontartela di persona. Il suo cane, separato da tempo dalla cagna con cui aveva vissuto molto in canile una notte ululò, e fu un ululato tristissimo, e lui non ululava mai. Il giorno dopo a questa mia amica arrivo un sms da parte della persona che aveva adottato la cagna con cui il suo cane era legato che diceva che era morta...
Forse la cosa che cambia tra noi e gli animali è il modo di reagire alla morte.

Dato che sembri interessato alla psicologia animale posso consigliarti i libri dello scrittore Jeffrey Masson.

"La vera bellezza non si percepisce con gli occhi, ma col cuore"


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02/06/2009 19:24
 
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Da spiegare in poche righe qui non è semplice.
Gli animali non hanno il concetto di morte, ma la divisione, il distacco, l'allontanamento da un qualcosa di caro si.
Certo soffrono anche loro, ma il distacco da un simile, una persona cara, un qualcosa cui si sentono legati lo sentono, chi più chi meno ma soffrono si.

Cercherò di spiegarlo nel modo più semplice con esempi di studi pratici effettuati su branchi indipendenti di lupi; il mammifero per eccellenza cui si applicano i concetti di famiglia selvatica conservativa, ma non sarà facile.

Un branco di lupi, tutti familiari di prima generazione, con maschio dominante, Alfa, con femmina dominante Beta, poi a venire discendenti diretti sia maschi che femmine.

I lupi vanno a caccia in branco.
Seguono l'alce per km trottandogli accanto, seguendola e studiandola finchè decidono di lanciare l'attacco contro l'alce o evitare l'attacco. Se l'attacco va a buon fine l'alce soccombe, combatte muore e cosi via.
Durante il combattimento con l'alce, vi è stato un maschio attaccante subalterno che ha subito una gravissima ferita e ormai sta morendo.
Il lupo capobranco dominante Alfa gli è vicino, lo annusa, si annusano, si leccano, mugolii pianti e cosi via, capisce che il maschio subalterno è ferito, perde sangue, non ce la fa ad andare avanti.
Queste sono reazioni avvenute veramente osservate su lupi canadesi.

Il capobranco decide di stare accanto al subalterno. Ma lì c'è anche la preda da mangiare.
Come si farà?
Da lunghe osservazioni sul campo, si è potuto constatare che gli altri maschi subalterni con ululati, hanno chiamato il resto dei componenti del branco, si sono riuniti, hanno mangiato la preda, il resto lo hanno sepolto.
Intanto il capobranco dopo aver mangiato per primo, è ritornato accanto al maschio ferito, ha cercato di dargli della carne da mangiare, ma questo non mangiava; insomma è giunta la morte.
Dopo un lungo annusarsi, mordicchiarsi, per vedere se il lupo subalterno aveva reazioni, a lungo lo hanno annusato tutti, addirittura su alcuni casi lo trascinavano con i denti per vedere le reazioni.
Tutti i lupi si sono messi ad ululare, il capobranco attaccava il primo ululato e gli altri dietro in una cacofonia di suoni.
Dopo due giorni il branco decise di andare via da quel posto, il capobranco per ultimo annusò il cadavere e quando parti lui, tutti dietro.

Caro Akela, quando il cane ululava, (una forma di disperazione, di pianto), c'era qualcosa che non andava, ma cosa?
a nessuno è venuto in mente che questo cane forse era legato alla cagna cui aveva vissuto per mesi dentro il recinto?
E provare a vedere cosa facevano assieme fuori dal recinto almeno un pò di giorni?
Mille domande ci sarebbero da fare, ma a volte non trovano risposta se non si convive intensamente con gli animali ed osservarli sempre ogni giorno,in ogni loro forma, in ogni loro movimento impercettibile che fanno col muso, con le zampe, col pelo.
Dal loro mondo c'è sempre qualcosa da imparare.

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02/06/2009 22:02
 
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Re:
antonio-8, 02/06/2009 19.24:

Da spiegare in
Caro Akela, quando il cane ululava, (una forma di disperazione, di pianto), c'era qualcosa che non andava, ma cosa?
a nessuno è venuto in mente che questo cane forse era legato alla cagna cui aveva vissuto per mesi dentro il recinto?
E provare a vedere cosa facevano assieme fuori dal recinto almeno un pò di giorni?
Mille domande ci sarebbero da fare, ma a volte non trovano risposta se non si convive intensamente con gli animali ed osservarli sempre ogni giorno,in ogni loro forma, in ogni loro movimento impercettibile che fanno col muso, con le zampe, col pelo.
Dal loro mondo c'è sempre qualcosa da imparare.




Ti posso assicurare che questa mia amica ci ha vissuto molto a stretto contatto con questi animali, perché se ne occupava lei come volontaria in canile e quei due cani si amavano. La vicenda che ti ho citato è successa diverso tempo dopo che i due si sono separati.
Mi dispiace che l'amica che ti cito è lontana dal forum in questo periodo perché lei avrebbe saputo risponderti meglio.

Mi viene solo da citare una cosa che lessi sugli elefanti che prima di morire, arrivati nei loro cimiteri, carezzano malinconicamente gli scheletri di elefanti che hanno conosciuto in vita.
Non ho molti dati alla mano e per il resto potrei solo ribattere riguardo a mie opinioni personali.

Sei un appassionato di psicologia canina?

"La vera bellezza non si percepisce con gli occhi, ma col cuore"


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04/06/2009 00:28
 
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ecco gli elefanti
gli elefanti sono un altro tasto dei mammiferi cui lo studio, soprattutto in Asia dove li usano per lavoro, ha portato a scoprire nuove cose.
Gli elefanti hanno una memoria di ferro, come le orche marine, i delfini, i capodogli.
Il ricordo di qualcosa di negativo in un animale lascia più traccia marcata per un'eventuale difesa effettuata sicuramente dopo un attacco per paura. Ma non solo per questo.
A volte quando sentiamo di incidenti avvenuti con custodi di elefanti al circo, tanto che l'elefante ha ucciso il suo custode, che sicuramente gli dava cibo, lo accudiva, lo lavava, questo vuol dire che un qualcosa di negativo è avvenuto col custode.
Infatti è avvenuto qui in Italia che un pakistano è stato pestato dall'elefante.
Successivamente si è scoperto che il custode picchiava l'elefante.
In California, negli acquari, un'orca ha ucciso la sua addestratrice semplicemente attirandola in acqua e coricandosi sopra finchè l'ha fatta annegare dentro la vasca.
C'è sempre una relazione di attacco per difesa da parte di un animale se non ha avuto un buon inprintig con l'uomo o non riconosce una certa persona nel branco cui lui appartiene. Ma non solo per difesa, può essere anche per dominanza, per difesa dei cuccioli, per difesa del territorio del cibo, ogni caso va sempre studiato a se.
Esempio: il mio cane ha morso un tizio che gli voleva fare una carezza.
Ma il mio cane non ha mai conosciuto questa persona, non è mordace e soprattutto questa persona si è avvicinata al cane in modo ostile.

Anni fa a Roma un addestratore di cani, venuto fuori dall'allevamento con addosso ancora i panni di lavoro, è stato attaccato da un gruppo di cani randagi, per poco non ci lasciava le penne. Come mai?
Forse avranno sentito odore degli altri cani dell'allevamento e si volevano imporre su questo nuovo mammifero chiamato uomo.

Non si ha mai il controllo assoluto su ogni animale, che esso sia piccolo come un topolino, che esso sia grande.
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04/06/2009 00:34
 
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mi piace il mondo animale, li osservo, li fotografo, li cerco per studiarli nel loro ambiente naturale, in libertà.
Ho fatto dei corsi di cinofilia, ho seguito convegni, mi piace, e la cavia è Ivan il mio Appenzzell, bovaro svizzero che adoro meglio della moglie.
Un amore di cane, che ha già vinto dei premi di bellezza al raduno nazionale di Borghetto di Valeggio sul Mincio a Verona.
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04/06/2009 01:03
 
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Re: ecco gli elefanti
antonio-8, 04/06/2009 0.28:


A volte quando sentiamo di incidenti avvenuti con custodi di elefanti al circo, tanto che l'elefante ha ucciso il suo custode, che sicuramente gli dava cibo, lo accudiva, lo lavava, questo vuol dire che un qualcosa di negativo è avvenuto col custode.
Infatti è avvenuto qui in Italia che un pakistano è stato pestato dall'elefante.
Successivamente si è scoperto che il custode picchiava l'elefante.
In California, negli acquari, un'orca ha ucciso la sua addestratrice semplicemente attirandola in acqua e coricandosi sopra finchè l'ha fatta annegare dentro la vasca.



Io dico che l'elefante ha fatto bene e pure l'orca! Sai che vuol dire fare una vita intera da schiavi, incatenati, rinchiusi e costretti a fare azioni contro la propria natura?

A me sembra una cosa logica una reazione di ostilità nata da qualche torto subito o per difendere qualcosa a noi caro, non lo facciamo anche noi? Alla fine siamo anche noi animali, e ci siamo evoluti su questo pianeta che ha sviluppato delle regole di sopravvivenza a cui tutte le specie viventi si attengono.
Ogni effetto ha una causa di fondo, mi sembra una cosa normale.

A mio parere per capire meglio un animale è utile vederlo come pari livello e non come un inferiore o una macchina che agisce per istinto.



"La vera bellezza non si percepisce con gli occhi, ma col cuore"


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13/06/2009 20:44
 
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La penso esattamente come te, Akela. D'altra parte l'anima del forum è proprio in accordo con il pensiero che hai espresso qui sopra.
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13/07/2009 23:53
 
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Re: Re:


Ciao Antonio, benvenuto... non ti conosco ma non siamo d'accordo praticamente su nulla... domani mi impegnerò a spiegarti meglio il mio punto di vista sulla morte, su come gli animali la percepiscono, perchè la percepiscono.. ma ora commento queste poche righe perchè si parla di me.
Vedi, io sapevo tutto quello che dici sugli ululati dei lupi. Spiegare le cose in questa maniera, a mio avviso, vuole dire sottovalutare un pochino gli altri. Avevo raccontato questa mia esperienza, che ti assicuro è una delle poche cose che non riesco a spiegare del mio vecchio cane, e Fabio l'ha raccontata benissimo... quindi non mi spiego che cosa tu non sia riuscito a capire per banalizzarla così...

"Caro Akela, quando il cane ululava, (una forma di disperazione, di pianto), c'era qualcosa che non andava, ma cosa?"
nulla di esterno. Te lo assicuro. Era una notte molto tranquilla, lui aveva mangiato e dormito. Qualcosa non andava dentro di lui, dentro al suo cuore... difficile da immaginare? no, vero?

"a nessuno è venuto in mente che questo cane forse era legato alla cagna cui aveva vissuto per mesi dentro il recinto?"
a tutti è venuto in mente; chi ti ha detto che non è venuto in mente a nessuno? lei è stata adottata per prima, lui l'ha pianta per giorni, per mesi. Io ho adottato lui tre anni dopo l'adozione di lei, quando si era, ovviamente, rassegnato ad andare avanti. E un anno dopo la sua adozione è successo quello di cui ti ha parlato Fabio.

"E provare a vedere cosa facevano assieme fuori dal recinto almeno un pò di giorni?"
credi davvero che loro due non siano mai usciti dalla gabbia? o forse volevi riunirli dopo le rispettive adozioni? la prima cosa è falsissima, uscivano sempre insieme e andavano anche in passeggiata e non facevano nulla di strano. La seconda era impossibile per motivi di distanza.

"Mille domande ci sarebbero da fare, ma a volte non trovano risposta se non si convive intensamente con gli animali ed osservarli sempre ogni giorno,in ogni loro forma, in ogni loro movimento impercettibile che fanno col muso, con le zampe, col pelo."
Ma chi sei tu per dire cosa faccio io? per anni io sono stata una cosa sola con quell'animale! ogni suo movimento lo ricordo ancora a memoria, e i due soli anni che ho potuto trascorrere con lui li ho vissuti molto più intensamente di quanto tu possa immaginare!!!

"Dal loro mondo c'è sempre qualcosa da imparare".
Sicuramente, ma bisogna avere l'umiltà di saperli ascoltare. Senza preconcetti, come quello che loro non comprendono la morte, come quello che ogni loro gesto, ogni loro pianto e battito di cuore è spiegabile attraverso la scienza, la medicina o lo studio del comportamento dei lupi. Perchè loro sono molto di più. O credi che non ci sia un'anima, dentro la bella pelliccia?

Un saluto affettuoso al tuo bel campione di concorsi.
A domani.





Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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15/07/2009 20:19
 
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Eccomi. Questo argomento, del come e perché gli animali percepiscono la morte, mi è sempre stato particolarmente a cuore, e il perché lo dico subito… la scienza, che dovrebbe portare luce sul nostro modo di percepire il mondo, quando si tratta di questo argomento… o anzi, quando si tratta di animali in generale… si comporta come se avesse le bende sugli occhi.

Me l’hanno detto tante e tante volte, gli illustri professori, soprattutto a Milano, in etologia. Gli animali non riescono a percepire la morte. Eh? Ma io dico, sono forse ciechi?
No, o almeno non più di Cartesio quando secoli fa diceva che aveva scientificamente provato che gli animali non percepivano dolore. E tutti gli altri esimii scienziati dietro di lui… tutti con le bende sugli occhi, quando un qualunque contadino su questo argomento avrebbe avuto più ragione di loro, quando alle folle che si radunavano ad esempio nei mercati all’aperto era lampante che non era così, sarebbe bastato solo osservare la reazione di un cane cui era stata pestata per sbaglio pestata una zampa.
Vogliono sapere spiegare gli animali a noi povera gente comune, questi signori… e nemmeno riescono a vederli, dall’alto di tutte le loro scienze. [SM=x1169393]

Andiamo al dunque. Per motivi che purtroppo non erano di svago ho dovuto approfondire anni fa gli studi su di un pittore che si chiama Francis bacon, sono certa che lo conoscerete… non come me, che non sapevo nulla di lui e francamente ancora adesso vivrei bene anche senza averlo incontrato così bene nel corso del mio cammino. Questo pittore dipingeva soprattutto grossi pezzi di carne. Brani di carne. In pratica, perdonatemi la spiegazione troppo semplicistica, voleva trasmettere all’umanità il messaggio che noi siamo carne da macello e basta. Famosi i suoi vitelli a pezzi sui crocefissi. Perfino il nostro Dio, è stato carne da macello. Dunque Bacon frequentava molto quelle assurde anticamere d’inferno (detto da una persona che non è vegetariana e non crede di diventarlo) che sono i mattatoi. In particolare, lui aveva una graziosa abitudine… fotografava l’espressione di un bovino nell’istante in cui vedeva morire il compagno davanti (sapete che funziona il tutto a catena, chi sta dietro vede macellare chi sta davanti). Aveva centinaia di fotografie di bovini che si stavano nell’istante dello scatto rendendo conto… di dover morire. Sfido chiunque a non trovare la morte in quegli sguardi. Non la visione di una sofferenza atroce: no. La consapevolezza della morte. Foto come queste sono reperibilissime in rete, così come video di animali che appena vedono la fine che faranno cercano di scappare. A me questa pare una gran prova, pur riconoscendo quanto non sia scientifica. Se non ci di mezzo sono numeri, o formule chimiche, pare proprio che nemmeno uno sguardo che parla possa essere sentito.

Parliamo ora dei nostri animali domestici. Io non so se chi afferma che gli animali non hanno un concetto di morte ha mai avuto un animale domestico che si è trovato di fronte a questa. Alla propria morte, o alla morte di un compagno. Se l’abbia… mai osservato sul serio, senza la benda sugli occhi delle opinioni che impone la scienza intendo. Comunque, non è forse successo proprio di recente un fenomeno che ha colpito i media (anche se un fenomeno per nulla nuovo a dir la verità)? I gatti negli ospizi, o negli ospedali, che si avvicinavano al letto del malato che era prossimo a morire, e non si spostavano. Sembrava addirittura fosse un sesto senso, ovviamente non lo era, ma di certo era chiaro che questi animali comprendessero che queste persone dovevano morire. E non si avvicinavano perché erano molto sofferenti!!!! Molti malati negli ospedali sono molto sofferenti senza essere prossimi alla morte.
I cani stanno sempre vicini al letto di morte dei loro umani. Questo avveniva soprattutto un tempo, quando le persone morivano nelle loro case. Ed era risaputo che era molto pericoloso tentare di allontanare un cane dal padrone che moriva… anche il cane più docile poteva divenire aggressivo. Cosa che non succedeva se il padrone era a letto malato.
Inoltre sono stati molti i cani che alla morte del loro umano sono rimasti vicini alla sua tomba, spesso per anni. Certo, sentivano il suo odore. Ma vi garantisco che se voi foste seppelliti vivi sotto le macerie il vostro cane sarebbe il primo che scaverebbe per riportarvi in superficie. Si è mai sentito, invece, che questi cani nei cimiteri pur sentendo l’odore del padrone scavino? A me pare di no.

Si parla tanto di cani e gatti, ma ho la fortuna di conoscere bene anche conigli e cavalli. Animali erbivori. Prede. Animali predati, costretti continuamente a stare a contatto con il loro predatore più temibile e imprevedibile. Logicamente hanno un comportamento molto diverso dai nostri "alleati" cacciatori. Già, perchè in loro domina... costante e tremenda... la paura di morire.
Questi animali non hanno paura di essere sgridati, di essere picchiati, di non soddisfarci... no, chi li conosce bene lo sa e tanto. Loro hanno paura di essere uccisi da noi.
Quindi sanno che devono morire.
Perchè io (e molti altri come me) dico che questa non è paura di soffrire? è semplicissimo purtroppo. Pansate ai cavalli spaventati. I cavalli spaventati "impazziscono". La loro follia è leggenda. Si buttano contro i recinti, si spaccano le zampe per cercare di fuggire, si feriscono gravemente, si uccidono. Sì, si uccidono. Si ammazzano per cercare di sfuggire a ciò che nella loro testa è morte. Morire per sfuggire alla sofferenza è del tutto insensato per un animale tanto intelligente... morire nel tentativo di fuggire alla morte... invece ha giù tutto un altro senso ai loro occhi.

Molti animali, sentendo avvicinare la morte, si allontanano dai loro simili... è risaputo.

Come giustamente diceva fabio, gli elefanti modificano le rotte dei loro viaggi per andare nei loro cimiteri. E accarezzano le ossa degli altri elefanti morti, e non lo fanno con le ossa di nessun altro animale. Abbiamo le bende sugli occhi fino a questo punto?

Non spenderò neanche una parola sugli animali nei circhi. Antonio, essendo un appassionato di comportamenti animali sicuramente saprai che nessun comportamentalista si mette a studiare (per trarrre conclusioni che riguardano gli animali in genere)animali rinchiusi, addirittura maltrattati e costretti ad una vita del tutto innaturale! Soltanto la prigionia altera irreversibilmente il comportamento di un animale, anche se dura poco, anche se l’animale viene poi liberato. Non si riportano mai esempi di animali in cattività per sostenere tesi che riguardano il comportamento degli animali “in generale”. Il comportamento degli animali si studia su bestie libere e nel loro habitat, sono certa che lo saprai anche meglio di me. In cattività, e a seguito di maltrattamenti, sono frequenti dei comportamenti patologici, che nulla hanno a che vedere con i comportamenti "normali" degli animali.

Adesso so quale sarà lo sviluppo successivo... agli occhi dello scienziato e dello studioso, illuminato e razionale, tutto questo mio discorso non vale niente... e verrà liquidato con un "tu umanizzi gli animali".
Perchè piace, a queste persone con la benda sugli occhi, dire che i comuni mortali umanizzano gli animali.

Ma no, signore. Mi spiace deludervi, è un errore che io nella vita non ho mai fatto, e mi guardo bene dal farlo, perchè gli animali io li adoro. Proprio per la loro diversità dall'uomo.

Adesso scriverò una cosa prettamente scientifica, anche se molto semplice. Ed è anche una cosa che si sa da tempo. Studiando l'anatomia la si impara a scuola, tranquillamente, sono cose già studiate e scoperte. Il bulbo è la parte più antica del nostro cervello. Lo sappiamo tutti, vero? Questo vuol dire che è la parte che abbiamo in comune con la maggior parte degli animali, anche con quelli che consideriamo "meno evoluti" (anche questa del meno evoluti è una stupidaggine colossale; sono "evoluti diversamente"; ma lo dico tanto per capirci). E' dal bulbo che nascono le emozioni e quelle cose che consideriamo tanto umane, che chiamiamo SENTIMENTI. Da lì nasce il "pathos" degli antichi greci. Da lì viene la "sim-patia", il provare emozioni insieme. Da lì viene anche l' "em-patia" la capacità di sentire le emozioni di un altro individuo. Sono tutte cose che gli animali hanno, perchè anatomicamente la loro parte di cervello che si occupa delle emozioni è identica alla nostra.
E' la parte che li frena, i sentimenti (la corteccia) che in noi è moolto più sviluppata! Non è certo il sentimento di carità cristiana (empatia...) che ci differenzia da loro ma quella che chiamiamo "ragione" (per me, anche a torto).

Dunque il nostro cavallo o il nostro cane capiscono se qualcosa ci turba lievemente; possono farlo, ne hanno gli strumenti...non dovrebbero dunque capire che cosa proviamo noi (o i loro compagni) quando stiamo morendo, tanto da crederci o crederli vivi successivamente??????e perchè???

Io credo che, davvero, questa benda nera bisognerebbe toglierla ed avere un pochino più di umiltà nei confronti di queste creature... che sono tutto, tranne che più stupide di noi, anche se ci teniamo per puntiglio a dimostrare il contrario.

Scusatemi se mi sono dilungata.



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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Complimenti Stefania, io non avrei saputo mettere in fila tante prove ben argomentate tutte assieme! [SM=x1368070]
Mi dispiace solo che questo tuo post non sarà letto da tutto il mondo dei "bendati" [SM=g27992]

"La vera bellezza non si percepisce con gli occhi, ma col cuore"


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:D
grazie...
... il punto è che, vedi... per chi vuole sono prove, ma per chi non vuole...



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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Post: 100
Sesso: Femminile
11/01/2010 14:48
 
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Sono qui da poco e non ne sapevo niente ... [SM=x1169397]
Poichè ho letto molti messaggi (prima) su Akela [SM=x1169385]e sul tuo coniglietto [SM=x1169373] Beh, a dirla tutta pensavo che ci fossero ancora ...
E infatti secondo me è proprio così ...
Loro non ti hanno abbandonato ... Ti stanno semplicemente osservando :è tutta una prova; se vedono che potrebbe succedere qualcosa di brutto ti manderanno un "messaggero" (cane, gatto, criceto... quello che vuoi) per aiutarti a andare avanti .
E penso veramente così ...
Forza !!!! [SM=g27985] [SM=x1169410] [SM=x1169426] [SM=x1169416] [SM=x1169390]
[Modificato da Orsola99 11/01/2010 14:49]





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Post: 1
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10/07/2012 11:15
 
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ho perso mya da 13gg soono disperata la mia dolce gattina di 2anni e mezzo dicono di averla vista investita nessuno le ha prestato soccorso e il corpicino non si trova.non so chi l'abbia presa piccolina usciva per il suo solito giretto mattutino non si allontanava mai ancora la cerco e spero che si siano sbagliati anche se mi dispiace per qualsiasi gattino.cosa posso fare? [SM=x1169425]
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