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Emozioni Umane

Ultimo Aggiornamento: 31/05/2007 18:24
31/05/2007 11:59
 
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Se la musica è un sovrappensiero (se si scrive con 2 p), se va bene da ascoltare in macchina, se va bene quando andiamo a cagare, se va bene mentre scrivo questo 5 minchiate e non mi distrae, allora, per me, significa che ha un valore molto basso e che non mi trovo di fronte a niente di realmente significativo.
(Premetto che ascolto musica mentre scrivo, mentre vado in macchina e mentre vado a cagare ma raramente robe che reputo "di livello")


Parto da questo aspetto che mi sembra molto interessante. La musica, infatti, è diversa dalle altre arti per questo. E questo mi fa anche capire che a volte è sbagliato raggruppare le varie forme artistiche nello stesso discorso generale.
Infatti questa tua frase mi ha illuminato, ma subito dopo (e anzi, proprio per questo) mi sembrano deboli gli esempi che fai riferendoti ad altre arti.
Difatti trovo IMPOSSIBILE che uno possa guardare un film nel mentre che fa altro, o guardare un quadro nel mentre che fa altro.
Queste arti richiedono tutta la tua attenzione, non si scappa. Io posso tenere la tv accesa mentre gioco a Risiko, ma non per questo posso sostenere che vi sia un genere di film più o meno adatto ad accompagnarmi in questa attività, perché, per quanto scanzonato, nei momenti in cui seguo il film non posso concentrarmi su altre attività.
Mentre guardo un quadro, guardo il quadro e basta. Magari poi mi fermo e parlo di calcio con un altro, ma le due cose in contemporanea non sono fattibili, perché nei momenti in cui cerco di carpire l'arte racchiusa in quel quadro, mi è richiesta un'attenzione COSCIENTE e partecipe.
La musica gioca molto sul livello inconscio e puoi tenerla lì in contemporanea al tuo disegnare o al tuo studiare.

Ma anche in questa prospettiva siamo al punto di prima perché come musica d'accompagnamento posso tenermi qualcosa di immediato, ma anche qualcosa di estremamente complesso. Il Jazz è considerato la musica d'accompagnamento per eccellenza. Mi hanno insegnato che per apprezzarlo devi tenerlo lì mentre fai altro e pian piano lo acquisisci. Quindi il Jazz, pur nella sua complessità, non ti richiede un'attenzione costante, come anche la musica classica, credo.

Quindi siamo al punto di partenza. Che si ascolti musica "concentrati" oppure no, possiamo comunque scegliere tra più opzioni che vanno da ciò che è più complesso a ciò che è più semplice.
E allora qual'è la discriminante per scegliere cos'è arte valida (qualunque sia la sua funzione) e cosa non lo è?
Cos'è bene e cos'è male?
Quali sono i criteri?
Semplice o complesso?
Sperimentale o diretto?
Per tutti o per pochi?
Mi piace davvero?
Penso che il mi piace preso di per sé non sia un criterio valido. Dato che il problema, spesso, è proprio il fatto che la gente non sa cosa le piace, cosa potrebbe piacerle veramente. Un napoletano tamarro e truzzo sotto il palco di Gigi D'Alessio è certo che quella roba gli piace. Però Gigi D'Alessio non è arte, è economia, è merchandising (se si scrive così).
E chi decide chi sono quelli che possono sapere veramente cosa gli piace? Il truzzo tamarro può dirti che il suo giudizio vale tanto quanto il tuo. E allora siamo al punto di partenza.
Non è il pubblico, non è il gusto personale che decreta il valore artistico di un'opera (secondo me).

L'unico criterio valido, e qui la sparo grossa, l'unico modo di dare un valore assoluto a un'opera d'arte (canzone, quadro, film, ecc...) è il seguente:
(ho avuto modo di discutere questo criterio con critici d'arte e gente dell'ambiente. Mi hanno riso in faccia e si sono opposti con gesti di sufficienza)

Il valore di un'opera è rintracciabile nella misura in cui quell'opera rispecchia la sua contemporaneità.

Secondo me il gioco è tutto qui.
Il futurismo, il cubismo erano grandi movimenti artistici nel momento in cui rispecchiavano, con le loro tecniche, la disgregazione dell'uomo, la sua frammentazione, la caduta dei suoi miti e riferimenti (che in quegli anni era rappresentata dalla distruzione operata sull'uomo dai Nietzsche, dai Freud, dalla crisi latente dello Stato democratico).
Il compito dell'arte è quello di esprimere, di tradurre, di capire prima degli altri gli anni in cui viviamo.
Questo nelle tecniche, più che nei contenuti.

Laura Pausini non esprime un cazzo, per il fatto che le sue canzoni potevano essere suonate anche 40 anni fa. Con altri strumenti, certo, con qualità inferiore, ma comunque se Mina, 40 anni fa, avesse cantato un pezzo della Pausini di adesso, nessuno si sarebbe sorpreso più di tanto.
Il Rap, quando è nato, ha rappresentato qualcosa, esprimendo i contrasti sociali e la condizione di tutta una parte della società americana di quegli anni. Più nella tecnica che nei contenuti.
Nei giorni nostri c'è quel City degli Strapping Young Lad (che ho messo nella raccolta) che credo esprima molto bene, nella seconda parte, il caos indistinto in cui ci troviamo a vivere, in cui tutto è fuso insieme.
Da un altro profilo mi interessano le avanguardie elettroniche, perché l'elettronica rappresenta il contesto in cui viviamo tutti i giorni.

Cazzo, ho scritto troppo, torno al mio cazzo di esame...

[Modificato da Ennio Bunder Junior 31/05/2007 12.04]


 
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