Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
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Emozioni Umane

Ultimo Aggiornamento: 31/05/2007 18:24
29/05/2007 23:31
 
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Sicuro ormai di poter condividere con voi le mie passioni e i miei gusti, seguo ben volentieri il bell’esempio di Checco e lascio su internet una compilation “per tutti”.
Una compilation difficile, che mi rendo conto potrebbe addirittura disgustare chi è abituato ad altri tipi di sonorità. Dodici pezzi coesi nell’unico denominatore della passione, dell’emozione libera, dell’istinto vitale dell’uomo.
E così vado a separare i brani in quattro macro-categorie che racchiudono quattro istinti, pulsioni di noi esseri umani.
L’ascolto potrebbe sembrare davvero ostico se non a tratti impossibile, perciò mi impegno a scrivere qualche riga sui pezzi, in modo tale che essi non appaiano poi così estranei e che io stesso possa aprire ai vostri spiriti parte delle mie emozioni.

PRIMO GIRONE: AGONIA
Metto in principio lo scoglio più duro. Superato questo sarà tutto in discesa. Io stesso, tempo fa, non potevo assolutamente comprendere questo tipo di pezzi.
1. Strapping Young Lad – City. Il tema di questo album è la città cibernetica, la metropoli asfissiante, l’uomo robot, il grido che scaturisce dall’industria e dal millennio delle macchine. Il suono è, a tratti, puro caos. Ma come meglio esprimere queste sensazioni? Il caos prorompe nella seconda parte del pezzo, dove, in mezzo al frastuono industriale, si possono ancora percepire stralci di melodia e suoni distinti che divampano dall’inferno dei rumori.
2. Burzum – Filosofem. Necessaria precisazione su questo Burzum (il gruppo è una sola persona). Si tratta di un assassino. Sta scontando la massima pena in Norvegia per aver inflitto 23 pugnalate al capo di una setta satanica. Era intenzionato a prenderne il posto. Ha dato fuoco a diverse chiese, non si è mai pentito di nulla. Questa canzone nasce nel pieno del suo delirio assassino. Suoni rovinati che si ripetono sullo sfondo di una psiche malata, ci ricordano “cosa” un uomo può diventare. Lungi dal simpatizzare con queste “menti”, mi sento comunque incuriosito e affascinato dagli aspetti più distorti della nostra umanità.
3. Dark Tranquility – Lethe. Un pezzo che ci accompagna già nel secondo girone, ma che mantiene i caratteri dell’urlo straziante, dell’angoscia, del diperato grido che si traduce in poesia. L’amore può essere profondo quanto gli abissi notturni e infiniti.

SECONDO GIRONE: SOGNO
Per depurarci dalle scorie, dal putrido, dal sangue e dalle ferite del primo girone, non c’è niente di meglio di tre pezzi onirici, limpidi, dal respiro ricco della fantasia d’un sogno.
4. Pain Of Salvation – Pluvius Aestivus. La pioggia sottile di una serata estiva depura il corpo dagli incubi più inquieti per farci viaggiare al di là della terra bagnata sotto i nostri piedi. Bellissima melodia, prima o poi la userò per un corto.
5. Volapuk. Altro pezzo libero, spensierato, puro, che sa di Parigi, che sa di viottoli d’arte e domeniche in color seppia. Magari dopo un temporale, con le pozzanghere a riflettere i cornicioni sotti i tetti.
6. Ayreon – Day Nine – Playground. Uno dei miei gruppi preferiti. In questo album ogni traccia rappresenta uno dei venti giorni di coma del protagonista. Ognuno dei quali ripercorre i suoi ricordi. E abbandonandoci a questa melodia possiamo anche noi ricordare i momenti di un’infanzia che corre a un passo da noi.

TERZO GIRONE: PATHOS
Non sapevo come meglio definire questo girone caratterizzato dall’incontro tra metal e musica classica. E’ forse quello costituito dalle tracce più immediate, quindi evito di commentarle tutte. La musica classica mi carica, il metal mi carica. Il loro incontro risveglia in me le pulsioni più vivide, la forza, l’istinto epico che racchiudo nell’intimo.
7. Therion – To Mega Therion
8. Trans-Siberian Orchestra – Beethoven’s Last Night
. L’ultima notte di vita del grande compositore, i pensieri di un uomo ricattato da Mefisto che vuole la sua decima sinfonia in campio della vita di una bambina. Questo il tema di un album da cui ho preso questa traccia, ma da cui potevo estrarne qualunque altra, perché tanto son tutte belle.
9. Shaman – Fairy Tale. Gruppo brasiliano, il cui cantante e leader è anche direttore d’orchestra. L’orchestra qui non è in primo piano, ma si avverte il carattere potente di un racconto epico.

QUARTO GIRONE: MALINCONIA
Chiudiamo col grigio. Tre canzoni che amo!
10. The Gathering – Broken Glass
11. Chroma Key – Sad Sad Movie
12. Fates Warning – A Pleasant Shade Of Grey
. Una piacevole ombra di grigio che avvolge le dodici tracce dell’omonimo album, le quali fanno tutte parte di un’unica canzone. Quello che metto qui è l’ultimo frammento di questa immensa canzone (della durata di oltre 50 minuti). Il giusto modo di chiudere un album.


Ecco il link per il download:
files.filefront.com/Emozioni_Umanerar/;7641907;/fileinfo.html



[Modificato da Ennio Bunder Junior 29/05/2007 23.32]


 
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30/05/2007 00:24
 
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Non sembra proprio una passeggiata per chi come me tende a cercare sempre, o quasi, l'immediatezza e la semplicità di suoni e melodie (a volte penso che termini come "orecchiabile", "commerciale" e "radiofonico" siano usati con una certa leggerezza, ma sarebbe un discorso troppo lungo da fare). Del resto anche gran parte di Perle ai Porci 4 mi è risultato un tantino indigesto.

Insomma, da quello che leggo, facile prevedere che il terzo dovrebbe essere il 'girone' che andrà più incontro ai miei gusti... vedremo! Sono curioso!

[Modificato da Bruttoformo 30/05/2007 0.27]

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30/05/2007 09:53
 
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Sorpresa sorpresa... l'ho trovato decisamente più abbordabile di quanto pensassi!!! A leggere la presentazione pensavo chissà che... La prima parte l'ho trovata molto interessante, mentre le tracce che mi hanno preso meno sono state le ultime.

Poi magari molti pezzi non me li sarei nemmeno filati se presi singolarmente, ma inseriti nel contesto mi hanno molto incuriosito.

Ottimo lavoro! Anche se, dovendo scegliere, preferisco Beceri.
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30/05/2007 10:02
 
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grazie jean, ci voleva una compilation del genere. adesso sento un po' poi dico la mia.

conoscevo di fama il simpatico Burzum, per un aneddoto in particolare: pare che dopo aver commesso l'omicidio (tra l'altro il defunto era un altro musicista, il chitarrista dei Mayhem) l'abbiano trovato mentre mangiava i resti del cervello del defunto. sa molto di leggenda metropolitana.



p.s. ho appena scoperto che esiste un sito italiano dedicato a lui, con tanto di forum popolato da nickname tipo "vlad l'impalatore" e "burzumlibero88". pazzesco...
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Ennio Bunder Junior, 07/03/2009 13.52:

Checco come al solito non lo caga nessuno poi in realtà avrà beccato tutte le sorprese della stagione e romperà il cazzo più di tutti.


Finale Fantamoto 2009

* NON FACCIO PIU' MOTO - DIAVOLO CANE 67-53

 
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30/05/2007 14:00
 
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(a volte penso che termini come "orecchiabile", "commerciale" e "radiofonico" siano usati con una certa leggerezza, ma sarebbe un discorso troppo lungo da fare).



Magari è fuori luogo ma intanto che rispondo a questa roba ascolto la compila di Jean per cui ci sta.

La penso come te e ho superato da tempo queste etichette; non è un caso che, per esempio, come sigle pubblicitarie spesso vi siano canzoni e artisti insospettabili che nessuno mai classificherebbe come "irecchiabile", "radiofonico" e "commerciale".

Però il jingle entra in testa per il semplice fatto che viene bombardato in tv ad ogni ora, al pari di un pezzo che in radio o su MTV viene fatto girare di continuo.

E allora?
Allora la risposta è semplice, non esiste commercialità o alternativa, orecchiabilità o disgusto...
Esiste solamente una cosa, ossia che la gente mangia quello che gli viene dato da mangiare, fine.
Spesso è sufficiente anche perchè non è detto che faccia qualitativamente schifo: a volte è comunque bella roba (penso a molte cose dei Beatles...)

Però c'è anche chi non s'accontenta e va oltre e oltre c'è meno immediatezza ma è l'unica cosa che è meno presente: tante cose si intuiscono e si apprezzano dopo qualche ascolto.
Che poi ci sia più qualità non è detto anche perchè per qualità si possono intendere uno sfacelo di cose difficilmente valutabili in senso assoluto:
-la qualità di chi suona;
-la qualità degli strumenti;
-la qualità di chi canta;
-la qualità dei testi;
-la qualità delle melodie...

tutte robe difficili da analizzare e da ridurre ad una semplice definizione.

Io penso che "oltre" ci sia semplicemente roba più originale, più ricercata, più indipendente e più sperimentale.
A volte non c'è qualità da parte di chi suona e neppure negli strumenti; spesso i testi sono strani e il cantato e le melodie particolari e diverse, eppure si sente più creatività, più innovazione.
E non è poco.
Spesso c'è anche parecchia merda, ma fa parte del gioco.

Ai più grandi di tutti spetta riuscire a conciliare qualità (nelle sue mille mila forme) e creatività (nelle sue mille mila forme) tenendole entrambe ad altissimi livelli.
Ma questo nella musica come in tutte le forme artistiche.

Questo è il mio pensiero del cazzo mentre valorizzo il girone del sogno.
Accetto offese, non è male neppure il GIRONE MALINCONIA.

[Modificato da Zeman81 30/05/2007 14.01]

[Modificato da Zeman81 30/05/2007 14.02]

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30/05/2007 14:03
 
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Alla fine penso che l'unico criterio da seguire sia:
"a ME piace???"
Tuttavia riesce meno volte di quanto si crede!

[Modificato da Zeman81 30/05/2007 14.04]

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30/05/2007 14:57
 
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Bella Zeman
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"Dobbiamo prepararci a presentare le nostre scuse a Emilio Fede. L'abbiamo sempre dipinto come un leccapiedi, anzi come l'archetipo di questa giullaresca fauna, con l'aggravante del gaudio. Spesso i leccapiedi, dopo aver leccato, e quando il padrone non li vede, fanno la faccia schifata e diventano malmostosi. Fede no. Assolta la bisogna, ne sorride e se ne estasia, da oco giulivo. Ma temo che di qui a un pò dovremo ricrederci sul suo conto, rimpiangere i suoi interventi e additarli a modello di obiettività... Oggi, per instaurare un regime, non c'è più bisogno di una marcia su Roma nè di un incendio del Reichstag, nè di un golpe sul palazzo d'Inverno. Bastano i cosiddetti mezzi di comunicazione di massa: e fra di essi, sovrana e irresistibile, la televisione. (...) Il risultato è scontato: il sudario di conformismo e di menzogne che, senza bisogno di ricorso a leggi speciali, calerà su questo Paese riducendolo sempre più a una telenovela di borgatari e avviandolo a un risveglio in cui siamo ben contenti di sapere che non faremo in tempo a trovarci coinvolti". (Indro Montanelli, 1994)

 
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30/05/2007 16:23
 
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L'ho scaricata anche io!la ascolto molto volentieri!!
Cazzo, ho provato per curiosità a cercare qualche pezzo sul mulo e non si trova pochissimo!!!jean, ascolti della roba incredibile..
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hai mai parcheggiato l'ano su urano?


 
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30/05/2007 18:23
 
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Re:

Scritto da: Zeman81 30/05/2007 14.00
Io penso che "oltre" ci sia semplicemente roba più originale, più ricercata, più indipendente e più sperimentale.

Ecco, il punto è che, per quel che mi riguarda, di norma tutta la musica che viene definita (dalla critica, dal pubblico o dagli stessi artisti che la producono) con quegli aggettivi mi lascia nella più totale indifferenza, quando non la trovo proprio spiacevole.
È un fatto che preferisco di gran lunga rifugiarmi in suoni conosciuti, gradevoli e accattivanti; la ricerca di nuovi generi e sonorità ha una priorità bassissima.
Mi rendo conto che è un mio difetto, ma non ci posso fare niente... e del resto non c'è nulla di male, non ce lo ordina mica il dottore di dedicarci a un genere nuovo ogni settimana [SM=g27959]

Per il resto seguo sempre questa massima molto saggia:

Alla fine penso che l'unico criterio da seguire sia:
"a ME piace???"

Mi faccio zero problemi e sto come un pascià!!! [SM=g27964]
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30/05/2007 19:58
 
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Per risponderti ti cito un curioso e divertente aneddoto.

Dal Vangelo secondo Zeman.
Scena: baracchina, estate scorsa, io, Luca e tre amiche di Luca (Luca è pieno, io ero andato lì per Luca, avevo bisogno di lui).
Parlavano di fare una compilation da macchina, una serie di titoli che mi facevano rabbrividire, ma ad un certo punto una tizia fa:"voglio metterci un pezzo dei Negrita" ma non sapeva quale.

Le sparo HOLLIWOOD che a parte piacermi era una buona via di mezzo tra un suono accattivante come lo chiami tu e un suono ricercato come lo chiamo io.
Lei fa:" non la conosco", allora le dico di lasciare stare ma Luca le dice che gli piace e di seguire il mio consiglio.

Lei stupita fa:"Mi fido, ce la metto".
Ispirata da curiosità, forse, mi fa:"dimmi degli altri titoli"
Ma io senza indicazioni non potevo mica dirle SPECIAL CASES dei Massive Attack o STRALOV di Massimo Zamboni, sicché mi rifugio in corner e torno a farmi i miei.

Solo che lei qua insiste e fa:"Ma tu che musica ascolti?"
(la domanda tanto odiata da Checco)
E io ero tesissimo ed è intervenuto Luca che le fa:"Lascia stare, è meglio."
E lei, ancor più incuriosita:"No, dai dimmi, adesso sono curiosa".
E Luca:"No, guarda, non ti perdi niente, lascia ben stare".
E io:"No...beh...un po' di Indie Rock", poi capendo che non avevo detto niente (per lei) ho aggiunto:"sì, rock alternativo, indipendente".
Ovviamente (e giustamente) lei mi fa:"Cioè?"
E io, tesissimo, con Luca con le mani sulla fronte e lo sguardo chino per la paura che sparassi dei nomi assurdi o delle robe incomprensibili ho risposto:" Mah..boh..Bloc Party, Afterhours, Verdena, Arctic Monkeys, Litfiba"

E lei fa:"Conosco i Litfiba, gli altri non li ho mai sentiti".
E Luca:"T'avevo detto di lasciar perdere..."


Tutto questo per dire che cosa?
Per dire che è vero quel che dici, che le definizioni "alternativo", "oltre", "indie", "underground", "post rock" ecc..sono solo etichette del cazzo che non spiegano niente e di cui bisogna diffidare.
C'è anche il rischio di far e far fare figure di merda, come il brano appena letto insegna.
Io stesso nel mio blog ho lo spazio "AVETE ROTTO CAZZO CON L'INDIE ROCK", titolo che ho bellamente copiato da un topic presente su A1RS.

Tuttavia io penso che rifugiarsi

in suoni conosciuti, gradevoli e accattivanti

sia una frase molto generale.
Per me non esistono suoni conosciuti o sconosciuti, gradevoli o sgradevoli, accattivanti o un po'-più-che-di-merda.
Per me esiste ciò che conosciamo e che possiamo giudicare gradevole o accattivante e ciò che non conosciamo e di cui possiamo diffidare grandemente.
Se per la radio, per dire (ma questo lo sai anche tu) passano 10 volte HAPPY HOUR e 1 volta MUORI DELAY, non sto neanche a scommettere quale delle due diventi più conosciuta, accattivanete gradevole.
Ma dove è scritto che sia veramente così?
Se avessero trasmesso lo stesso numero di volte entrambi i pezzi?
E uno potrebbe obiettare che se una canzone è trasmessa più volte significa che è più bella; ma ciò non è vero, altrimenti i varie Vacanze di Natale sarebbero i film più belli di tutti i tempi e grazie a Dio non è così.


Io prima di conoscere i CSI (per esempio) ne diffidavo un casino e non li reputavo né gradevoli né accattivanti e meno che meno il fatto che non fossero così tanto conosciuti me li ispirava o me ne incentivava l'ascolto.
Poi, dopo il primo pesantissimo urto iniziale non mi sono girato più indietro.
Io presi il loro cd perchè m'avevano incuriosito dopo avere visto il video di "in viaggio".
Devono averlo trasmesso una volta nell'arco di 5 anni.


Ma queste sono opinioni mie, opinioni del cazzo.
Tu sei d'accordo, lui non lo è, quell'altro non lo sa; non servono a niente.


L'unica cosa in cui credo e di cui nessuno può convincermi del contrario è che la musica sia una forma d'arte.
Se è una forma d'arte allora mi deve colpire, deve intercettare la mia attenzione, deve lasciarmi lì col fiato sospeso.

Se la musica è un sovrappensiero (se si scrive con 2 p), se va bene da ascoltare in macchina, se va bene quando andiamo a cagare, se va bene mentre scrivo questo 5 minchiate e non mi distrae, allora, per me, significa che ha un valore molto basso e che non mi trovo di fronte a niente di realmente significativo.
(Premetto che ascolto musica mentre scrivo, mentre vado in macchina e mentre vado a cagare ma raramente robe che reputo "di livello")

E' come se guardassi un quadro e nel mentre parlassi con qualcuno di calcio.
E' come se stessi guardando un film e nel mentre disegnassi un coppia di conigli che fotte.
Forse né il quadro né il film sono interessanti.

Ecco, spesso a me capita che ascoltando le robe più note, più conosciute, più gradevoli, ecc, ecc, io (quando non cambio stazione, canale o quando non spengo proprio) posso fare tutt'altro perchè non mi sento di fronte a niente che abbia valore.

Quando cerco robe meno consociute, a volte (non sempre, è raro, ma quando succede è una gioia) m'imbatto in robe che rubano completamente la mia attenzione e in quei casi è molto bello.

Vabbè, basta, ho rotto il cazzo e ho scritto molto senza nessuna intenzione di convincere nessuno ma solamente di dire la mia.

Concludo dicendo che il secondo girone e il quarto hanno una marcia in più. Mi piacciono molto.


Ripeto: sono solo mie opinioni.
OGNUNO DEVE FARE COME CAZZO GLIE PARE!!!
Ogni tanto si discute tanto pèer discutere.

[Modificato da Zeman81 30/05/2007 20.01]

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30/05/2007 20:07
 
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Io prima di conoscere i CSI (per esempio) ne diffidavo un casino e non li reputavo né gradevoli né accattivanti e meno che meno il fatto che non fossero così tanto conosciuti me li ispirava o me ne incentivava l'ascolto.
Poi, dopo il primo pesantissimo urto iniziale non mi sono girato più indietro.



Prima cosa guardavi, l'ispettore Derrick?
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"Dobbiamo prepararci a presentare le nostre scuse a Emilio Fede. L'abbiamo sempre dipinto come un leccapiedi, anzi come l'archetipo di questa giullaresca fauna, con l'aggravante del gaudio. Spesso i leccapiedi, dopo aver leccato, e quando il padrone non li vede, fanno la faccia schifata e diventano malmostosi. Fede no. Assolta la bisogna, ne sorride e se ne estasia, da oco giulivo. Ma temo che di qui a un pò dovremo ricrederci sul suo conto, rimpiangere i suoi interventi e additarli a modello di obiettività... Oggi, per instaurare un regime, non c'è più bisogno di una marcia su Roma nè di un incendio del Reichstag, nè di un golpe sul palazzo d'Inverno. Bastano i cosiddetti mezzi di comunicazione di massa: e fra di essi, sovrana e irresistibile, la televisione. (...) Il risultato è scontato: il sudario di conformismo e di menzogne che, senza bisogno di ricorso a leggi speciali, calerà su questo Paese riducendolo sempre più a una telenovela di borgatari e avviandolo a un risveglio in cui siamo ben contenti di sapere che non faremo in tempo a trovarci coinvolti". (Indro Montanelli, 1994)

 
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30/05/2007 23:46
 
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Re:
Le prime tre mi dan da fare!

mi ha incuriosito la Volapuk perchè non c entra davvero un cazzo e non sono male anche The Gathering – Broken Glass Chroma Key – Sad Sad Movie
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Re:

Scritto da: Zeman81 30/05/2007 19.58
Per dire che è vero quel che dici, che le definizioni "alternativo", "oltre", "indie", "underground", "post rock" ecc..sono solo etichette del cazzo che non spiegano niente e di cui bisogna diffidare.

Sono già aggettivi diversi da quelli per cui avevo introdotto il discorso, io parlavo più di originalità e di sperimentazione nelle composizioni... sui termini che mi citi, non sapendo esattamente cosa si può indicare con essi (probabilmente molti intendono cose diverse), non penso di poterci fare un discorso sensato.
Ma forse è perché, come hai detto, non ha neanche senso voler rinchiudere i gruppi nei recinti di quelle definizioni. Non esistono l'indie, il post o neo o classic rock e compagnia bella: esiste la musica che ci piace e quella che non ci piace. Se era quello che intendevi tu, sono pienamente d'accordo.

Se per la radio, per dire (ma questo lo sai anche tu) passano 10 volte HAPPY HOUR e 1 volta MUORI DELAY, non sto neanche a scommettere quale delle due diventi più conosciuta, accattivanete gradevole.
Ma dove è scritto che sia veramente così?
Se avessero trasmesso lo stesso numero di volte entrambi i pezzi?
E uno potrebbe obiettare che se una canzone è trasmessa più volte significa che è più bella

Be', questo è un discorso stravecchio e penso che chiunque sia giunto alla conclusione che non è così... (per la cronaca, come forse ho già detto, Happy Hour fa cagare anche a me [SM=g27966] )

Se la musica è un sovrappensiero (se si scrive con 2 p), se va bene da ascoltare in macchina, se va bene quando andiamo a cagare, se va bene mentre scrivo questo 5 minchiate e non mi distrae, allora, per me, significa che ha un valore molto basso e che non mi trovo di fronte a niente di realmente significativo.
(Premetto che ascolto musica mentre scrivo, mentre vado in macchina e mentre vado a cagare ma raramente robe che reputo "di livello")

Ho capito cosa intendi, devo dire che per me non è proprio così: la musica che mi piace, 'valida' o meno, mi va bene per qualunque momento, sia che possa prestarle attenzione sia che la tenga in sottofondo. Questo personalmente non sminuisce il valore che le do. Poi magari mi capita di beccare dei momenti in cui non mi va di ascoltare brani troppo 'impegnativi' (ancorché bellissimi) se sono troppo occupato per dedicargli la dovuta attenzione.
Lo so, è una delle mie tante stranezze...

Mi aggrada molto questa discussione!!!

P.S. Se c'è qualcosa che non vi torna nei discorsi, se ho scritto cazzate enormi o eccessive banalità, tenete conto che di solito a quest'ora tendo a non essere molto lucido davanti a un computer [SM=g27964]

[Modificato da Bruttoformo 31/05/2007 0.25]

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Se la musica è un sovrappensiero (se si scrive con 2 p), se va bene da ascoltare in macchina, se va bene quando andiamo a cagare, se va bene mentre scrivo questo 5 minchiate e non mi distrae, allora, per me, significa che ha un valore molto basso e che non mi trovo di fronte a niente di realmente significativo.
(Premetto che ascolto musica mentre scrivo, mentre vado in macchina e mentre vado a cagare ma raramente robe che reputo "di livello")


Parto da questo aspetto che mi sembra molto interessante. La musica, infatti, è diversa dalle altre arti per questo. E questo mi fa anche capire che a volte è sbagliato raggruppare le varie forme artistiche nello stesso discorso generale.
Infatti questa tua frase mi ha illuminato, ma subito dopo (e anzi, proprio per questo) mi sembrano deboli gli esempi che fai riferendoti ad altre arti.
Difatti trovo IMPOSSIBILE che uno possa guardare un film nel mentre che fa altro, o guardare un quadro nel mentre che fa altro.
Queste arti richiedono tutta la tua attenzione, non si scappa. Io posso tenere la tv accesa mentre gioco a Risiko, ma non per questo posso sostenere che vi sia un genere di film più o meno adatto ad accompagnarmi in questa attività, perché, per quanto scanzonato, nei momenti in cui seguo il film non posso concentrarmi su altre attività.
Mentre guardo un quadro, guardo il quadro e basta. Magari poi mi fermo e parlo di calcio con un altro, ma le due cose in contemporanea non sono fattibili, perché nei momenti in cui cerco di carpire l'arte racchiusa in quel quadro, mi è richiesta un'attenzione COSCIENTE e partecipe.
La musica gioca molto sul livello inconscio e puoi tenerla lì in contemporanea al tuo disegnare o al tuo studiare.

Ma anche in questa prospettiva siamo al punto di prima perché come musica d'accompagnamento posso tenermi qualcosa di immediato, ma anche qualcosa di estremamente complesso. Il Jazz è considerato la musica d'accompagnamento per eccellenza. Mi hanno insegnato che per apprezzarlo devi tenerlo lì mentre fai altro e pian piano lo acquisisci. Quindi il Jazz, pur nella sua complessità, non ti richiede un'attenzione costante, come anche la musica classica, credo.

Quindi siamo al punto di partenza. Che si ascolti musica "concentrati" oppure no, possiamo comunque scegliere tra più opzioni che vanno da ciò che è più complesso a ciò che è più semplice.
E allora qual'è la discriminante per scegliere cos'è arte valida (qualunque sia la sua funzione) e cosa non lo è?
Cos'è bene e cos'è male?
Quali sono i criteri?
Semplice o complesso?
Sperimentale o diretto?
Per tutti o per pochi?
Mi piace davvero?
Penso che il mi piace preso di per sé non sia un criterio valido. Dato che il problema, spesso, è proprio il fatto che la gente non sa cosa le piace, cosa potrebbe piacerle veramente. Un napoletano tamarro e truzzo sotto il palco di Gigi D'Alessio è certo che quella roba gli piace. Però Gigi D'Alessio non è arte, è economia, è merchandising (se si scrive così).
E chi decide chi sono quelli che possono sapere veramente cosa gli piace? Il truzzo tamarro può dirti che il suo giudizio vale tanto quanto il tuo. E allora siamo al punto di partenza.
Non è il pubblico, non è il gusto personale che decreta il valore artistico di un'opera (secondo me).

L'unico criterio valido, e qui la sparo grossa, l'unico modo di dare un valore assoluto a un'opera d'arte (canzone, quadro, film, ecc...) è il seguente:
(ho avuto modo di discutere questo criterio con critici d'arte e gente dell'ambiente. Mi hanno riso in faccia e si sono opposti con gesti di sufficienza)

Il valore di un'opera è rintracciabile nella misura in cui quell'opera rispecchia la sua contemporaneità.

Secondo me il gioco è tutto qui.
Il futurismo, il cubismo erano grandi movimenti artistici nel momento in cui rispecchiavano, con le loro tecniche, la disgregazione dell'uomo, la sua frammentazione, la caduta dei suoi miti e riferimenti (che in quegli anni era rappresentata dalla distruzione operata sull'uomo dai Nietzsche, dai Freud, dalla crisi latente dello Stato democratico).
Il compito dell'arte è quello di esprimere, di tradurre, di capire prima degli altri gli anni in cui viviamo.
Questo nelle tecniche, più che nei contenuti.

Laura Pausini non esprime un cazzo, per il fatto che le sue canzoni potevano essere suonate anche 40 anni fa. Con altri strumenti, certo, con qualità inferiore, ma comunque se Mina, 40 anni fa, avesse cantato un pezzo della Pausini di adesso, nessuno si sarebbe sorpreso più di tanto.
Il Rap, quando è nato, ha rappresentato qualcosa, esprimendo i contrasti sociali e la condizione di tutta una parte della società americana di quegli anni. Più nella tecnica che nei contenuti.
Nei giorni nostri c'è quel City degli Strapping Young Lad (che ho messo nella raccolta) che credo esprima molto bene, nella seconda parte, il caos indistinto in cui ci troviamo a vivere, in cui tutto è fuso insieme.
Da un altro profilo mi interessano le avanguardie elettroniche, perché l'elettronica rappresenta il contesto in cui viviamo tutti i giorni.

Cazzo, ho scritto troppo, torno al mio cazzo di esame...

[Modificato da Ennio Bunder Junior 31/05/2007 12.04]


 
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Il valore di un'opera è rintracciabile nella misura in cui quell'opera rispecchia la sua contemporaneità.

Da un altro profilo mi interessano le avanguardie elettroniche, perché l'elettronica rappresenta il contesto in cui viviamo tutti i giorni.



Prima di risponderti sui vari punti che hai toccato e su cui argomenti molto meglio di me, quoto queste affermazioni.
Non a caso in un altro topic (questo) ho messo roba elettronica il cui testo rispecchiava la contemporaneità della società in cui è stata prodotta, senza inventare niente, senza dare giudizi alcuni, lasciando libera interpretazione.

Pensare che è bastato un programma di riproduzione vocale, una base dance e una serie di luoghi comuni, mi viene la rabbia a non averci pensato prima degli altri.


Concludo dicendo che PLUVIUS AESTIVUS mi piace molto.
Ma mi piace anche quella dove suona il telefono.
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I've been able to see them ever since my first day here. Don't worry. You're just as sane as I am.

 
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31/05/2007 15:17
 
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il discorso è interessante, ma non se ne esce. non saprei trovare un filo conduttore tra ciò che mi stimola il cervello, un comune denominatore, una definizione universale di ciò che mi piace. la pulsazione che mi fa preferire un quadro ad un altro, che mi fa godere di uno scambio di battute tra attori, o che mi fa ascoltare a ripetizione una melodia (e soprattutto una non melodia) è istintiva, primitiva, e indefinibile.

per quanto riguarda la questione di cosa è arte o no, siamo da capo. non mi convince per nulla neanche la tua definizione jean. legare l'arte al tempo mi pare troppo restrittivo, e a volte proprio sbagliato. non so, cosa esprime la contemporaneità dell'epoca fascista più delle canzoni "di regime"? sono arte? non lo so, non credo. cosa esprime veramente la contemporaneità? gli artisti di un dato periodo esprimono la stessa contemporaneità? voglio dire, non possono esistere artisti contemporanei che esprimono concetti o condizioni opposte tra loro?
non so, forse è più una questione di INTERPRETAZIONE della realtà, di reazione chimica, di realtà come causa scatenante nell'artista dell'effetto arte. ma anche qui, qual è l'interpretazione che genera l'arte? qual è la reazione che porta l'artista a creare arte e viceversa il non artista a creare una cagata? forse qualcosa di innovativo? forse un'interpretazione che nessuno aveva mai dato prima? non so, non mi convince neanche questo. a volte può essere così, ma altre volte forse no.

boh. aiutatemi.

p.s. mi piace Burzum.
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Ennio Bunder Junior, 07/03/2009 13.52:

Checco come al solito non lo caga nessuno poi in realtà avrà beccato tutte le sorprese della stagione e romperà il cazzo più di tutti.


Finale Fantamoto 2009

* NON FACCIO PIU' MOTO - DIAVOLO CANE 67-53

 
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31/05/2007 15:34
 
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Ma mi piace anche quella dove suona il telefono.



Anche se "PRONTO STRONZO" è una telefonata di un altro spessore...
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hai mai parcheggiato l'ano su urano?


 
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31/05/2007 18:24
 
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non so, cosa esprime la contemporaneità dell'epoca fascista più delle canzoni "di regime"? sono arte?


No, ma infatti anche Laura Pausini parla di ciò che provano le ragazzine d'oggi, ma non per questo penso che traduca il nostro tempo.
Non cerco la contemporaneità nei contenuti, ma nelle forme espressive che possono realizzarsi in un determinato momento storico e solo in quello.
Per seguire il tuo esempio, canzoni come quelle di regime uno può scriverle anche adesso. O poteva cantarle anche prima del fascismo. Non ci trovo grandi particolarità nella forma o nella struttura "canzone" o nelle tecniche usate. Che poi uno canti "viva il duce" o "io sono di destra ed è bello" o "abbasso gli ebrei" o "viva Mastella" cambia poco ai fini del discorso.
Per quel poco che ne so la musica che racchiudeva quell'epoca è forse più rintracciabile in Luigi Berio. Suoni sempre uguali e costanti. Mi sembra che così egli abbia espresso ciò che un totalitarismo duraturo e violento aveva prodotto nelle menti degli uomini. La freddezza, la mancanza di vie d'uscita, il pensiero unico, l'umanità vista come un'omogenea massa di carne senza libertà di pensiero e di espressione. Questo io sento in un suono freddo e meccanico che si protrae sempre uguali per tempi interminabili...

gli artisti di un dato periodo esprimono la stessa contemporaneità?


Hai pienamente ragione, non c'è solo un'espressione della contemporaneità. Ognuno poi dà la sua visione, che è parziale, ma almeno è parte di ciò che quel tempo significa per lui.
L'intento è quello, poi sono il primo a dire che non c'è una verità unica. Ma ci sono diverse interpretazioni di quello che sta accadendo e l'artista, anche inconsciamente, deve dartene una.
Anche un film fatto adesso sul medioevo uno può svelarti una faccia del tuo tempo. Ecco, "Trecento" parla degli Spartani, ma la tecnica con cui è realizzato è espressione attualissima.

Poi boh, intorno a questo problema si sono arrovellati da sempre e ancora non si trova una vera soluzione...

 
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