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Terzo Valico

Ultimo Aggiornamento: 18/12/2019 23:03
04/08/2006 09:35
Ecco quanto ha detto il Ministro delle Infrastrutture Di Pietro ieri in visita a genova (da televideo di Primocanale);
"Attualmente non ci sono soldi per il terzo valico": è quanto affermato oggi dal Ministro alle Infrastrutture Antonio Di Pietro nella sua visita genovese. "Abbiamo altre priorità -ha aggiunto-. L'opera verrà presa in considerazione quando ci saranno i fondi disponibili".
Come si dice, quando cadrà una b**ascia in mare senza bagnarsi...
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04/08/2006 11:53
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Capotreno
La mia impressione è che il sacrificio del Terzo Valico sia principalmente una parte del prezzo da pagare a pezzi importanti di una coalizione ideologicamente contraria alle grandi opere, per potere costruire l'alta capacità Torino-Lione e che la questione dei finanziamenti sia solo secondaria.
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[Modificato da euge1893 04/08/2006 15.36]

04/08/2006 13:04
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E va bene. Niente terzo valico? Ke allora ci mettano DEFINITIVAMENTE una pietra sopra e qualcuno si prenda la briga di andare a rimediare alle devastazioni che hanno fatto a Paveto e Fraconalto per fare i fori pilota.
Il problema è che, secondo me, RFI potrebbe “ricattare” le amministrazioni e la città sul Terzo Valico: del tipo se non mi fate fare il Terzo Valico non faccio neanche il riassetto dell’intero nodo di Genova e così addio sogni di gloria di ferrovie urbane, quadruplicamenti, bretelle, ecc.

04/08/2006 16:03
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da quello che ho letto pare i soldi per il nodo di genova (più altre opere a livello regionale) ci sono (quasi tutti, per lo meno) e quindi i lavori si faranno (ma quando?).
Per il terzo valico le cose sono molto più complesse... ma a questo punto conviene iniziare a prendere quel che si può, nel modo migliore possibile
04/08/2006 18:57
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..in effetti di pietro ha confermato i fondi per nodo ferroviario e gronda autostradale di ponente...
05/08/2006 11:55
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Non commento perchè sennò entriamo in argomenti politici e finirei per perdere il controllo....in ogni caso....complimenti al governo...
26/10/2006 19:37
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Intervista a Burlando
Copio e incollo una intervista a Burlando pubblicata su "Il Giornale":

Burlando: «Terzo Valico fuori dal tunnel nel 2008»
di Paola Setti

Il presidente della Regione detta la tabella di marcia dell’alta velocità e insiste sul Corridoio V

(...) Presidente, la accusano di inerzia sul Terzo Valico.
«Intanto non capisco perché prendersela con me, non posso metterli io i 5 miliardi che mancano».
Però l’europarlamentare dell’Ulivo Marta Vincenzi ha proposto una doppia fase di realizzazione, il presidente della Carige Giovanni Berneschi ha rilanciato l’intervento dei privati. Lei invece tace, e pare essersi arreso.
«Ben vengano tutti i contributi. L’idea di Vincenzi è ottima, quanto ai privati al momento non mi hanno portato alcuna proposta alternativa. Comunque non mi pare che queste proposte abbiano fatto partire i cantieri».
Lei lo sapeva che la Finanziaria 2007 conferma i 15 milioni di euro all’anno per 15 anni per le opere preliminari?
«Certo. Ma quelle opere non si possono fare finché non si decide di far partire l’opera principale».
E allora perché stanziare quei fondi?
«Forse il Governo ha voluto dare un segnale politico».
La Finanziaria conferma anche lo schema di finanziamento attraverso i bond della Cassa depositi e prestiti.
«Bond, non bond. Ci arrovelliamo su discorsi improbabili, ma la verità è che mancano 5 miliardi di euro, e che non potendo superare un certo livello di impegno sul debito pubblico non si può percorrere quella via».
La Corte dei Conti l’ha approvata.
«So solo che anche chi ha teorizzato quel meccanismo, e cioè il governo precedente, poi non l’ha messo in pratica. Questi signori hanno inserito nella legge Obiettivo opere per 174 miliardi, finanziando solo 60 miliardi».
Perché non cercate il sostegno di investitori diversi?
«I privati hanno sempre chiesto allo Stato garanzie sugli interessi che, e siamo punto e a capo, vanno a incidere sul debito pubblico. Se ora ci vogliono scommettere si facciano avanti, del resto è un’opera che produce reddito».
Quindi che si fa?
«La Liguria ha bisogno di tre opere ferroviarie fondamentali. Il nodo di Genova, per il quale però i fondi sono disponibili in competenza e non in cassa. Il raddoppio della Genova-Ventimiglia, e qui l’unico cantiere aperto è nel tratto Andora-San Lorenzo, che fui io a finanziare nel ’97-’98 da ministro del Governo Prodi, mentre il tratto Finale-Andora è stato finanziato nel luglio 2005 e definanziato nel marzo 2006. Infine il Terzo Valico».
Pessima situazione.
«Io metterei non una, ma 27 firme se riuscissi a sbloccare il nodo nel 2006, la Genova-Ventimiglia nel 2007 e il Terzo Valico nel 2008».
Terzo Valico nel 2008. E come pensa di riuscirci?
«In questi anni le Ferrovie hanno triplicato la loro possibilità di spesa. Investivano 5mila miliardi di lire quando io ero ministro, sono a quota 7 miliardi di euro quest’anno, quando dal Governo potrebbero ottenere un’aggiuntività di altri 3,5 o 4. Supponendo che si mantengano questi ritmi, io spero che finite le altre tratte di alta velocità in via di completamento si potrà programmare un’operazione da 5 miliardi per far partire il Terzo Valico, perché nel giro di un anno un anno e mezzo il picco di investimenti su altre linee dovrebbe finire».
Burlando, queste sono sue speranze o ci sta lavorando con il Governo?
«Ne ho parlato con Romano Prodi a palazzo Chigi due sere fa. Entro ottobre partirà un tavolo Governo-Regioni sulle Infrastrutture che arrivi a un patto simile a quello sulla Sanità: insieme dovremo definire le priorità nell’infinito elenco di opere. Il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani ha chiesto a me di rappresentare tutte le Regioni italiane, perché da ex ministro dei Trasporti ho maggiore esperienza in materia. Parleremo di tutto, anche di metropolitana, messa in sicurezza dei torrenti, ambiente».
A proposito di tavoli. Sulla proposta dell’Ulivo in Lombardia di allargare a Piemonte e Liguria il confronto sulle infrastrutture, il governatore Roberto Formigoni ha citato la collaborazione con la piemontese Mercedes Bresso, ma non con lei.
«Non capisco perché: Formigoni mi ha chiesto di partecipare e io ho risposto che sono disponibile».
Lei ha candidato la Liguria a ospitare il tratto del Corridoio V che dovrebbe attraversare la Val di Susa, ma, dal ministro Antonio Di Pietro ai suoi colleghi piemontesi ai francesi, l’hanno bocciata tutti.
«Io dico che se si fa la Tav in Val di Susa bene. E capisco i francesi, che non vogliono dare uno schiaffo a Lione. Ma sarebbe pericoloso per l’Italia il ragionamento del “o così o niente”. È il gioco del cerino, qualcuno deve prenderlo alla fine».
Lo prende lei.
«Sì, tanto più che questo darebbe ulteriore forza al Terzo Valico, che sarebbe prioritario più di quanto lo sia oggi. Al Governo, che pure sta puntando tutto come è giusto sulla Torino-Lione, la mia posizione va abbastanza bene».
Ma 200 treni al giorno la linea ligure se li potrebbe permettere?
«Con il raddoppio della Genova-Ventimiglia e con il nuovo nodo sì. I Corridoi plurimodali possono essere ad alta velocità, ma non devono esserlo per forza».

Il Giornale.it 26/10/2006
26/10/2006 22:06
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Capotreno
Sono allibito da questa intervista!!!
Non ho parole.
26/10/2006 22:18
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Incredibile: dice di avere parlato con Prodi due sere prima e poi "suppone" che il Governo abbia stanziato i 15 mln per i lavori preliminari per dare un segnale politico.
O ci hai parlato, e allora non devi supporre
oppure non ci hai parlato e ci racconti una balla, e allora supponi.
SVEGLIA!!!!
26/10/2006 22:27
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Capotreno
Eh già Euge!!
E poi basta con questa storia di "traslocare" la TAV sulla Ge-VEntimiglia? Ma chi vuole prendere in giro? Come si fa a paragonare il traffico e la domanda di treni (passeggeri e merci) sulla direttrice Torino-Lione (diramazioni Svizzera-Germania Occidentale-Belgio) con quella Genova-Nizza-Marsiglia?
E poi i francesi hanno puntato su Lione, che interesse volete che abbiano sulla Costa Azzurra? Ce le vedo le "autostrade viaggianti" e gli interporti nelle "estesissime" lande della Val Roya o del Var......
Se si vogliono sviluppare i traffici merci con Sud Francia e Spagna è meglio puntare sulle autostrade del mare.
Va già bene se riescono a raddoppiare la Ge-Ventimiglia entro il 2020, altro che TAV!!!!
E poi? Avete visto? Sul nodo di Genova non c'è ancora nulla di sicuro...soldi non in cassa (ovvero non disponibili per la spesa e gli appalti...).
26/10/2006 23:53
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E' incredibile. Sono disgustato da tutta questa manfrina. E' veramente triste constatare che, a suo tempo, la giunta Biasotti poteva contare sul governo nazionale dello stesso colore politico. Tante chiacchiere, il CIPE, i finanziamenti ci sono... e invece? Oggi, cambiati gli attori, ci troviamo con la giunta Burlando che potrebbe godere di rapporti privilegiati con Prodi e la maggioranza di governo. E invece abbiamo sentito tutti le uscite dei vari ministri dei trasporti e delle infrastrutture (Bianchi che se ne frega del porto di Genova e vuole puntare su Gioia Tauro, e Di Pietro che candidamente del terzo valico se ne sta lavando le mani).

Lo dicono pure gli svizzeri, oggi riuniti in pompa magna a Palazzo San Giorgio nella conferenza Italo-Svizzera: ci dicono di realizzare il terzo valico, sennò è inutile riempirsi la bocca di belle parole, parlando di sistema portuale dell'alto Tirreno (come va di moda nei salotti della Genova che conta). Se le merci che arrivano a Genova continuano a restare confinate in Italia, ecco che non solo la partita con i porti del Nord Europa è irrimediabilmente persa, ma presto lo sarà anche con gli altri porti del Mediterraneo, che possono contare su una rete di infrastrutture molto più efficiente (Marsiglia, Barcellona, Valencia, etc.)

E qui chiudo, quotando euge1893: SVEGLIA!! (messaggio trasversale, rivolto a tutti i nostri cari politicanti)

27/10/2006 10:49
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Terzo valico, ora la Svizzeradetta i tempi al porto di Genova
da www.ilsecoloxix.it

Terzo valico, ora la Svizzeradetta i tempi al porto di Genova
Il ministro Bonino accoglie e rilancia le richieste della collega Leuthard. «Sviluppo lento sui moli»
27/10/2006
Genova. «Voi avete puntato con forza sul Gottardo, noi dobbiamo trovare il modo di fare il Terzo valico». Doris Leuthard, ministro dell'Economia svizzero con il pallino delle ferrovie, rapppresentante di un Paese che ha investito 15 miliardi di euro per avere collegamenti migliori con l'Italia, trova a Genova una interlocutrice disponibile ad ascoltare le sue richieste. Dopo le chiusure di Antonio Di Pietro, è Emma Bonino il ministro che rilancia la discussione sul Terzo valico ferroviario, considerata un'opera indispensabile dagli elvetici perché Genova torni ad essere porto della Svizzera.
Per ora, gli svizzeri fanno affidamento solo sui porti del Nord, e senza il collegamento veloce Genova-Milano i loro valichi (Loetschberg e Gottardo) sono destinati a funzionare in una sola direzione, portando in pianura Padana i prodotti sbarcati a Rotterdam.
Il ministro italiano non sottovaluta le ristrettezze finanziarie («il governo precedente ha approvato opere per 175 miliardi, ma i fondi sono solo 54: ne mancano 121, serve l'impegno dei privati»), ma allo stesso tempo denuncia l'esistenza di un problema politico tutto interno alla maggioranza di governo: «Lo scambio internazionale è una delle gambe più importanti dello sviluppo economico: se c'è qualche ministro che ha parere diversi, discuteremo. Il nostro sistema ferroviario è fermo all'Ottocento: un ritardo di cui non tutti sembrano consapevoli». Nel mirino, l'opposizione alle nuove infrastrutture: «La sindrome "non nel mio giardino"è un dato politico forte di cui dobbiamo tenere conto».
Il tema infrastrutture apre così"the Meeting 06 - Genova", la conferenza economica italo-svizzera organizzata dall'ambasciata elvetica in Italia e dalle Camere di Commercio di Genova, Milano, Torino e nord-Ovest. Duecento incontri previsti, 85 aziende italiane e 60 svizzere partecipanti, un obiettivo comune che è quello di spingere le Pmi dei due Paesi a lavorare assieme.
Stella polare indicata da entrambi i ministri, un'accelerazione sulle politiche di liberalizzazione. «Ma per far crescere il commercio - ammonisce Leuthard - bisogna sviluppare anche i collegamenti tra mare del Nord e Mediterraneo e noi diamo il nostro contributo investendo 15 miliardi di euro per le nuove gallerie del Loetschberg e del Gottardo». Tocca all'Italia, quindi, fornire lo sbocco a sud del corridoio 24 Genova-Rotterdam.
Karel Vinck, coordinatore Ue del progetto, presente ieri a Genova, definisce questo collegamento «quello più avanzato a livello europeo» e il primo a cui si applicherà l'Ertms, il sistema unico di segnalamento. Paure che l'Italia si tiri indietro rispetto gli impegni prese in sede europea? «Non credo, da quello che ne so io il governo è assolutamente convinto che l'asse 24 sia prioritario». «Gli impegni presi in Europa - aveva notato poco prima la Bonino - sono per noi uno stimolo ad andare avanti. Ma per ora non c'è un problema di perdere i fondi europei, si tratta solo di trovare i co-finanziamenti italiani».
Che misura di marginalizzazione rischia, senza i dovuti adeguamenti, il porto di Genova, lo spiega bene Bernhard Kunz, direttore dell'operatore intermodale svizzero Hupac.
«Nel porto di Genova - denuncia Kunz - lo sviluppo va a rilento. Tra i motivi bisogna ricordare l'insufficiente rete di trasporto inland. I porti di Anversa e Rotterdam sono collegati con le maggiori aree economiche dell'Europa centrale, ma anche dell'Italia settentrionale, attraverso i treni intermodali Hupac. Nel 2005 Hupac ha trasportato 158.000 spedizioni da/per Rotterdam, 98.000 spedizioni da/per Anversa, 13.000 spedizioni da/per Amburgo, ma solo 1.000 spedizioni da/per Genova con destinazioni d'oltralpe. Nel 2002 Hupac ha collegato il porto di Genova all'hub di Busto Arsizio/Gallarate, il più grande terminal inland del traffico intermodale europeo, ma dagli iniziali cinque treni settimanali Hupac ha dovuto ridurre la frequenza a due».
Samuele Cafasso
27/10/2006


27/10/2006 12:21
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Re:

Scritto da: Keynesian 26/10/2006 23.53
E invece abbiamo sentito tutti le uscite dei vari ministri dei trasporti e delle infrastrutture (Bianchi che se ne frega del porto di Genova e vuole puntare su Gioia Tauro...).



Non solo abbiamo sentito, a meno che non sia stata modificata in parlamento, ecco cosa prevede la finanziaria 2007

Art. 137
(Sviluppo degli hub portuali di interesse nazionale)
1. Per lo sviluppo delle filiere logistiche dei servizi
ed interventi concernenti i porti con connotazioni di
hub portuali di interesse nazionale, nonché per il
potenziamento dei servizi mediante interventi
finalizzati allo sviluppo dell’intermodalità e delle
attività di transhipment è autorizzato un contributo
di 100 milioni di euro per l’anno 2008 da iscrivere
nello stato di previsione della spesa del Ministero
dei trasporti. Il Ministro dei trasporti, sentita la
Conferenza per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e
le Province Autonome, definisce con proprio
decreto, adottato ai sensi dell’articolo 17, comma 3,
della legge 23 agosto 1988, n. 400, i criteri e le
caratteristiche per la individuazione degli hub
portuali di interesse nazionale.
2. Le risorse di cui al comma precedente sono
finalizzate, fino alla concorrenza del cinquanta per
cento, ad assicurare lo sviluppo del porto di Gioia
Tauro quale piattaforma logistica del Mediterraneo
nonché al fine di incentivare la localizzazione nella
relativa area portuale di attività produttive anche in
regime di zona franca in linea con la legislazione
comunitaria vigente in materia.


... parlando di sistema portuale dell'alto Tirreno (come va di moda nei salotti della Genova che conta).




Ma a questo proposito, qualcuno sa spiegarmi perche' lo chiamano alto Tirreno? Si chiama Mar Ligure, l'alto Tirreno e' il mare di Civitavecchia, il limite settentrionale del Tirreno e' il 43° parallelo nord (Golfo di Baratti). Persino Livorno e' un porto del Mar Ligure. Tutto cio' e' sancito per convenzione dall'IHO (International Hydrographic Organisation) di cui il referente italiano e' l'Istituto Idrografico della Marina con sede tra l'altro a Genova.

Il Mar Ligure e' correttamente indicato anche in qualsiasi atlante geografico, non solo italiano, allora perche' chiamarlo alto Tirreno? Sara' anche una questione di lana caprina ma lo trovo oltre che sbagliato, anche potenzialmente controproducente per la promozione della nostra regione. Mi piacerebbe avere un vostro parere.

E scusate per il parziale OT

Ciao
27/10/2006 15:11
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Lucamax, potresti aprire un topic sulla finanziaria 2007 e Porto di Ge, nella sezione apposita, copiando l'interessante stalcio?
Thanks [SM=g27985]
28/10/2006 15:53
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Grazie Lucamax, molto interessante ! QUOTO.
28/10/2006 18:28
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Davvero un bello schiaffo al porto di Genova. I rappresentanti liguri e genovesi in parlamento dovrebbero dimettersi, almeno ammettano che non contano una cippa. Bravo ministro Bianchi... un genio.

Sul Mar Ligure hai ragione lucamax! Persino gran parte delle coste toscane sono bagnate dal Mar Ligure, ma forse per un qualche strano campanilismo (ai pisani brucerà ancora la sconfitta subita alla Meloria, nel Mar Ligure per l'appunto... eheh) preferiscono chiamarlo Mar Tirreno. Son due cose ben diverse.
07/12/2006 11:52
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Mi pare che ieri siano usciti un po' di articoli interessanti che certificano la morte del Terzo Valico per mano del ministro Di Pietro, degli altri non so quanti ministri di questo governo che condividono con lui la pianificazione dei lavori pubblici (mediante l'utilizzo di quella strana fisarmonica che pare essere questa incredibile Finanziaria) e, ovviamente, l'incomprensibile (?) silenzio (complicità?) di Regione Liguria (Burlando, is there anybody in there? SVEGLIA! [SM=g27996] ).

Poiché io non ne sono capace, prego qualche volenteroso di mettere qui i links degli articoli che ci informavano che i (pochi) fondi che erano assegnati al TV sono stati dirottati su altre opere ferroviarie considerate - nei fatti - prioritarie dal Governo (a differenza del TV, che è prioritario solo nei libercoli del ministero dipietrista).
07/12/2006 13:26
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Il Secolo XIX 06/12/2006

Genova. Cancellato dalla Finanziaria e congelato dal consiglio d'amministrazione della Tav, che ieri ha deliberato di suggerirne la "messa in sicurezza" delle gallerie a Rfi, in attesa di una non meglio definita riapertura dei cantieri. Per il Terzo valico dei Giovi, vale a dire l'alta velocità ferroviaria fra il più importante porto italiano, Genova, e la più importante area produttiva del Paese, l'hinterland milanese, quelle che arrivano da Roma sono pessime notizie.
Trovano conferma, così, le anticipazioni del Secolo XIX di venerdì scorso: la strada imboccata, al di là di certe stucchevoli dichiarazioni di facciata, è inequivocabile. L'opera sarà realizzata solo quando il governo troverà i fondi necessari per portarla a termine. Le priorità, per il momento, sono altre. A cominciare dalla Torino-Milano-Napoli, opera a favore della quale sono state dirottate, con un emendamento al comma 84 della Finanziaria, le (poche) risorse a disposizione dello Stato.

A poco sono valse le rassicurazioni dell'amministratore delegato delle Ferrovie, Mauro Moretti, che ieri, nel corso di un'audizione informale di fronte ai deputati della commissione Trasporti, ha definito il Terzo valico «una delle priorità dell'azienda». In quello stesso momento, il consiglio di amministrazione di un'altra società, la Tav, decideva inoltrare a Rfi la richiesta di messa in sicurezza delle gallerie aperte sull'Appennino. Ovvero chiudere, di fatto, i cantieri aperti negli anni scorsi, in attesa del completamento di altre opere. Quelle sì prioritarie, nei piani del governo.

«E' un caso che non esiste - dice il senatore diessino Graziano Mazzarello, la passata legislatura membro della commissione Trasporti alla CaCamera - Il Terzo valico non può essere realizzato non per una scelta del governo Prodi, né tantomeno per l'opposizione di Moretti. La veritàè che Berlusconi ha promesso tante cose, ma non ha stanziato un solo centesimo per l'alta velocità Genova-Milano. In assenza di denaro da spendere per tutte le grandi opere annunciate da chi ha guidato il Paese prima di noi, andavano fatte scelte precise». Una di quelle è stata, appunto, la rinuncia al Terzo valico. «Ma parlare di rinuncia è sbagliato - continua Mazzarello -. Nessuno ha mai detto che il Terzo valico non si farà mai. Non possiamo realizzarlo adesso per il semplice motivo che non ci sono i soldi. Quando li troveremo, e io mi auguro che ciò accada prima del termine della legislatura, faremo immediatamente partire i lavori. Mi sorprende il clamore esploso intorno a questa vicenda. Si sapeva da tempo che il Terzo valico era un'opera virtuale, per la quale non erano stati previsti finanziamenti reali. Per altri interventi, penso al raddoppio della Genova-Ventimiglia, al nodo genovese e alla linea ferroviaria Pontremolese, il goveno ha rispettato gli impegni».

Una versione che non convince l'attuale opposizione. Che, per bocca del senatore spezzino Luigi Grillo (Fi), denuncia «il secondo colpo di mano della sinistra contro il Terzo valico»: «Era già successo nel 1998, quando Ronchi e Veltroni riuscirono a osteggiare l'alta velocità fra Genova e Milano, sospendendo il progetto per quattro lunghi anni. Oggi la storia si ripete. La maggioranza dice che il governo Berlusconi non aveva stanziato un centesimo per il Terzo valico? E' una difesa curiosa. Se non c'erano i soldi, perché questi sono stati destinati alla Torino-Milano?».
Per Grillo «il governo si è reso responsabile di un atto gravissimo, di cui prima o poi sarà chiamato a rispondere. Privare il Nord del Paese di un'infrastruttura così importante per l'economia è una scelta scellerata. Ma quello che stupisce - conclude l'esponente di Forza Italia - è la totale assenza di peso politico della Liguria, che in questa vicenda è stata calpestata da Piemonte e Lombardia. Credo, e lo dico senza cercare inutili polemiche, che lo stop al Terzo valico vada analizzato con grande serietà dagli esponenti liguri della maggioranza».
07/12/2006 13:28
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L'accusa di Bisagno
Dal Secolo XIX di oggi.

Genova. «Lo sapevo che sarebbe finita così. Non ho mai avuto dubbi». Marco Bisagno, presidente di Confindustria Genova, raggiunto telefonicamente ai Caraibi dove sta trascorrendo una breve vacanza, affida a poche battute l'amarezza per la decisione del governo e della società Tav di rimandare la realizzazione del Terzo valico.

«Che ci fosse una precisa volontà politica di non realizzare l'alta velocità Genova-Milano era un fatto risaputo, impossibile da negare - dice Bisagno al Secolo XIX -. Tutti conoscevano l'antipatia che ha sempre provato Mauro Moretti (attuale amministratore delegato di Ferrovie, ndr) per il Terzo valico. E nessuno ha mai avuto dubbi sul fatto che, nonostante le posizioni di facciata, è sempre esistito un partito del 'no' che, al buio, ha remato contro la realizzazione dell'opera. Almeno adesso non potranno più nascondersi, questi signori. Almeno adesso possiamo dare un nome e un cognome a chi ha privato Genova, e più in generale il Nord Italia, di un'infrastruttura di vitale importanza per l'economia del Paese».

Punta il dito contro una classe politica «miope, incapace di pensare al futuro», Bisagno. «Devo ammettere - continua - che l'unico che davvero ha lottato affinché il Terzo valico non rimanesse un progetto virtuale è stato il mio ex amico Sandro Biasotti. Ho contestato quasi tutto, della sua parentesi politica alla guida della Regione. Ma sull'alta velocità devo dargli atto di un impegno personale che non ha trovato riscontro nel suo successore». «A questo punto - conclude Bisagno - i nostri figli faranno bene a cercarsi un lavoro lontano da Genova. Perché una cosa deve essere chiara a tutti: senza il Terzo valico l'economia di questa città è destinata a morire».

Ieri, intanto, la questione alta velocitàè approdata nuovamente in Parlamento. E' stato il deputato dell'Udc Vittorio Adolfo a presentare un'interpellanza urgente al governo per chiedere lumi sulla «mancata realizzazione del Terzo valico dei Giovi». Ma la risposta del vice ministro dei Trasporti («il governo continua ad avere la volontà politica di andare avanti con l'opera») non ha convinto Adolfo.

«E' disarmante la leggerezza con la quale è stata presa questa decisione - racconta l'ex assessore ligure alle Infrastrutture - Durante il mio intervento ho dovuto spiegare che cosa si intende per Terzo valico, perché non tutti i colleghi ne erano al corrente. Molti pensavano si trattasse di un'opera di pertinenza ligure, o addirittura genovese. Invece, ho detto, si tratta di un'infrastruttura alla quale l'Ue aveva già concesso massima priorità, perché capace di collegare Genova a Rotterdam». Secondo Adolfo «l'aspetto più avvilente di questa vicenda è il silenzio dei parlamentari liguri, di maggioranza e opposizione, e del presidente della Regione, Claudio Burlando. Nel suo caso il silenzio è doppiamente grave, visto che stiamo parlando di un ex ministro dei Trasporti».

Serve una «reazione collettiva», ammonisce Adolfo, anche perché, se non esistono fondi pubblici, non è detto che le risorse necessarie alla realizzazione del Terzo valico non si possano trovare fra i privati. «Al governo ho fatto presente che esistono istituti di credito in grado di finanziare l'opera. Penso a Carige, piuttosto che a SanPaolo. Ma è evidente che il primo passo deve farlo la politica, non la finanza».

Tiepida, imfine, la reazioni di Sandro Repetto, presidente della Provincia di Genova: «Resto convinto che il Terzo valico sia un'opera strategica per Genova, la Liguria, il Nord Ovest e l'intero paese. Prendo atto che al momento non ci sono le risorse pubbliche necessarie per realizzarlo e che il governo ha deciso di impegnarsi su diverse priorità».

07/12/2006 14:44
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Grazie Keynesian [SM=g27985]
Osservo che Repetto, con quell'intervento di così alto contenuto politico, di così profonda analisi e così importante valenza programmatica ha soddisfatto le aspettative di noi poveri sfigati orfani del Terzo Valico.
VERGOGNA!! [SM=g27996]

[Modificato da euge1893 07/12/2006 18.12]

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