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Sex crimes and Vatican, documentario BBC censurato

Ultimo Aggiornamento: 16/07/2007 09:46
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Utente Junior
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23/05/2007 18:03

Il documentario della BBC trasmesso in Inghilterra nel 2006 sugli scandali dei Preti & Pedofilia si richiama al "Crimen Sollicitationis". un documento di Ratzinger che rinnova il divieto a testimoniare in tribunali civili (pena la scomunica) per reati di abusi sessuali che avessero coinvolto religiosi. In Italia non è mai andato in onda, nè i giornali nè gli altri mezzi di informazione vi hanno fatto accenno. (traduzione di Bispensiero.it)

PARTE 1


PARTE 2


PARTE 3


PARTE 4



E' il più visto video del momento su Google Video almeno per quanto riguarda l'utenza italiana è un documento scabroso, dai contenuti durissimi, dal titolo Sex Crimes and the Vatican, che viene presentato sul sito Bispensiero.it così:

"Questo video è stato trasmesso in Inghilterra il 1 ottobre 2006. In Italia non è mai andato in onda, nè i giornali nè gli altri mezzi di informazione vi hanno fatto accenno. Il paziente lavoro di traduzione e di sottotitolatura che abbiamo fatto, è per sopperire a questa vergognosa lacuna. Ed è dedicato a Maria Di Benedetto. Ovunque sia".

La conferma che si tratta effettivamente di un video dell'autorevole emittente inglese BBC lo fornisce la stessa azienda britannica, che in un vecchio articolo lo descrive dettagliatamente. Visti i suoi contenuti, e grazie alla traduzione di Belpensiero.it, il video sta anche facendo rapidamente il giro nei blog italiani.





I VIDEO DURANO IN TOTALE 28 MINUTI,E' UNA COSA MOLTO INTERESSANTE CHE DEVE ESSERE SAPUTA DA TUTTI,GUARDATE E COMMENTATE
"Io non sopporto, non sopporto che il Vaticano abbia vietato i funerali a Piergiorgio Welby, non lo sopporto.

E invece l'ha permessi a Pinochet, a Franco e a un componente della banda della Magliana.

Ma ragazzi è giusto così, accanto a Gesù Cristo in croce non c'erano due malati di Sclerosi multipla, c'erano due ladroni"

-ANDREA RIVERA-

Post: 43
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Utente Junior
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23/05/2007 18:46

Guarda, proprio i qeuesti giorni è nata la polemica con Santoro di Anno Zero. Pare che abbiano acquistato il documentario ed andrà in onda nelle prossime puntate del programma.

Post: 10
Registrato il: 26/02/2007
Utente Junior
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25/05/2007 10:10

Tanto per sentire "l'altra campana"
Concordo che quando uno sbaglia debba pagare, a maggior ragione se riveste un ruolo di responsabilità. (Sarebbe bello però che ciò accadesse anche quando riguarda le istituzioni statali). Quello che disturba e lascia l'amaro in bocca è però la malafede di chi ci propone questi "scoop".Ma tanto si sa, che sputare sulla Chiesa e chi ne fa parte è ormai diventato di moda. Io Vi chiedo soltanto di voler leggere con onestà intellettuale e senza pregiudizio quanto di seguito. Grazie e buona giornata a tutti.

Molto rumore per nulla. Il Papa, la pedofilia e il
documentario "Sex Crimes and the Vatican"
di Massimo Introvigne
CESNUR Newsletter, 22 maggio 2007, www.cesnur.org/2007/mi_05_22a.htm


Solo la rabbia laicista dopo il Family Day spiega perché, subito dopo la grande
manifestazione romana, all’improvviso il documentario dell’ottobre 2006 della BBC “Sex Crimes and
the Vatican” abbia cominciato a circolare su Internet con sottotitoli italiani, e i vari Santoro abbiano
cominciato ad agitarsi. Il documentario, infatti, è merce avariata: quando uscì fu subito fatto a
pezzi dagli specialisti di diritto canonico, in quanto confonde diritto della Chiesa e diritto dello
Stato. La Chiesa ha anche un suo diritto penale, che si occupa tra l’altro delle infrazioni commesse
da sacerdoti e delle relative sanzioni, dalla sospensione a divinis alla scomunica. Queste pene non
c’entrano con lo Stato, anche se potrà capitare che un sacerdote colpevole di un delitto che cade
anche sotto le leggi civili sia giudicato due volte: dalla Chiesa, che lo ridurrà allo stato laicale, e
dallo Stato, che lo metterà in prigione.
Il 30 aprile 2001 Papa Giovanni Paolo II (1920-2005) pubblica la lettera apostolica
Sacramentorum sanctitatis tutela, con una serie di norme su quali processi penali canonici siano
riservati alla giurisdizione della Congregazione per la dottrina della fede e quali ad altri tribunali
vaticani o diocesani. La lettera De delictis gravioribus, firmata dal cardinale Joseph Ratzinger come
prefetto della Congregazione per la dottrina della fede il 18 maggio 2001 – quella presentata dalla
BBC come un documento segreto, mentre fu subito pubblicata sul bollettino ufficiale della Santa
Sede e figura sul sito Internet del Vaticano – costituisce il regolamento di esecuzione delle norme
fissate da Giovanni Paolo II. Il documentario al riguardo afferma tre volte il falso:
(a) presenta come segreto un documento del tutto pubblico e palese;
(b) dal momento che il “cattivo” del documentario dev’essere l’attuale Pontefice, Benedetto
XVI (per i laicisti il Papa “buono” è sempre quello morto), non spiega che la De delictis gravioribus
firmata dall’allora cardinale Joseph Ratzinger come prefetto della Congregazione per la Dottrina
della Fede il 18 maggio 2001 ha l’unico scopo di dare esecuzione pratica alle norme promulgate
con la lettera apostolica Sacramentorum sanctitatis tutela, del precedente 30 aprile, che è di
Giovanni Paolo II;
(c) lascia intendere al telespettatore sprovveduto che quando la Chiesa afferma che i
processi relativi a certi delicta graviora (“crimini più gravi”), tra cui alcuni di natura sessuale, sono
riservati alla giurisdizione della Congregazione per la Dottrina della Fede, intende con questo dare
istruzione ai vescovi di sottrarli alla giurisdizione dello Stato e tenerli nascosti. Al contrario, è del
tutto evidente che questi documenti si occupano del problema, una volta instaurato un giudizio
ecclesiastico, a norma del diritto canonico, a chi spetti la competenza fra Congregazione per la
Dottrina della Fede, che in questi casi agisce “in qualità di tribunale apostolico” (così la
Sacramentorum sanctitatis tutela), e altri tribunali ecclesiastici. Questi documenti, invece, non si
occupano affatto – né potrebbero, vista la loro natura, farlo – delle denunzie e dei provvedimenti
dei tribunali civili degli Stati. A chiunque conosca, anche minimamente, il funzionamento della
Chiesa cattolica è evidente che quando i due documenti scrivono che “questi delitti sono riservati
alla competenza esclusiva della Congregazione per la Dottrina della Fede” la parola “esclusiva”
significa “che esclude la competenza di altri tribunali ecclesiastici” e non – come vuole far credere
il documentario – “che esclude la competenza dei tribunali degli Stati, a cui terremo nascoste
queste vicende anche qualora si tratti di delitti previsti e puniti delle leggi dello Stato”. Non è in
questione questo o quell’episodio concreto di conflitti fra Chiesa e Stati. Le due lettere dichiarano
fin dall’inizio la loro portata e il loro ambito, che è quello di regolare questioni di competenza
all’interno dell’ordinamento giuridico canonico. L’ordinamento giuridico degli Stati, semplicemente,
non c’entra.
Nella nota 3 della lettera della Congregazione per la dottrina della fede – ma per la verità
anche nel testo della precedente lettera di Giovanni Paolo II – si cita l’istruzione Crimen
sollicitationis emanata dalla Congregazione per la dottrina della fede, che allora si chiamava
Sant’Uffizio, il 16 marzo 1962, durante il pontificato del Beato Giovanni XXIII (1881-1963) ben
prima che alla Congregazione arrivasse lo stesso Ratzinger (che quindi, com’è ovvio, con
l’istruzione non c’entra nulla: all’epoca faceva il professore di teologia in Germania). Questa
istruzione dimenticata, “scoperta” nel 2001 solo in grazia dei nuovi documenti, non si occupa
affatto di pedofilia ma del vecchio problema dei sacerdoti che abusano del sacramento della
confessione per intessere relazioni sessuali con le loro penitenti. L’istruzione del 1962 non
nasconde questi abusi, anzi al contrario impone a chiunque ne venga a conoscenza di denunciarli
sotto pena di scomunica. Dispone che i relativi processi si svolgano a porte chiuse, a tutela della
riservatezza delle vittime, dei testimoni e anche degli imputati, tanto più se eventualmente
innocenti. Non si tratta evidentemente dell’unico caso di processi a porte chiuse, né
nell’ordinamento ecclesiastico né in quelli statuali. Quanto al carattere “segreto” del documento,
menzionato nel testo, si tratta di un “segreto” giustificato dalla delicatezza della materia ma molto
relativo, dal momento che fu trasmesso ai vescovi di tutto il mondo. Comunque sia, anche
l’istruzione Crimen sollicitationis non riguarda in alcun modo la questione se eventuali attività
illecite messe in atto da sacerdoti tramite l’abuso del sacramento della confessione debbano essere
segnalate da chi ne venga a conoscenza alle autorità civili. Riguarda solo le questioni di procedura
per il perseguimento di questi delitti all’interno dell’ordinamento canonico, e al fine di irrogare
sanzioni canoniche ai sacerdoti colpevoli.
La lettera del 2001, al contrario di quanto fa credere il documentario, crea semmai una
disciplina più severa per il caso di abuso di minori, rendendolo perseguibile oltre i normali termini
di prescrizione, fino a quando chi dichiara di avere subito abusi quando era minorenne abbia
compiuto i ventotto anni. Questo significa – per fare un esempio molto concreto – che se un
bambino di quattro anni è vittima di abusi nel 2007, la prescrizione non scatterà fino al 2031, il che
mostra bene la volontà della Chiesa di perseguire questi delitti anche molti anni dopo che si sono
verificati e ben al di là dei termini di prescrizione consueti. Con questa nuova disciplina la durezza
della Chiesa verso i sacerdoti accusati di pedofilia è molto cresciuta con Benedetto XVI, come
dimostrano casi dove, nel dubbio, Roma ha preferito prendere provvedimenti cautelativi anche
dove non c’erano prove di presunti abusi che si asserivano avvenuti molti anni fa, e la stessa
nomina del cardinale americano William Joseph Levada, noto per la sua severità nei confronti dei
preti pedofili, a prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.
Tutte queste norme riguardano, ancora una volta, il diritto canonico, cioè le sospensioni e le
scomuniche per i sacerdoti colpevoli di abusi sessuali. Non c’entrano nulla con il diritto civile, o con
il principio generale secondo cui – fatto salvo il solo segreto della confessione – chi nella Chiesa
venga a conoscenza di un reato giustamente punito dalle leggi dello Stato ha il dovere di
denunciarlo alle autorità competenti. Certo, in passato questo non è sempre avvenuto. Il legittimo
desiderio di proteggere sacerdoti innocenti ingiustamente calunniati (ce ne sono stati, e ce ne
sono, molti) qualche volta è stato confuso con un “buonismo” che ha ostacolato indagini legittime
degli Stati. Benedetto XVI ha più volte stigmatizzato ogni forma di buonismo sul tema (si veda per
esempio il discorso ai vescovi dell’Irlanda in visita ad Limina Apostolorum, del 28 ottobre 2006): e
in realtà il trasferimento della competenza dalle diocesi, dove i giudici spesso possono avere
rapporti di amicizia con gli accusati, a Roma mirava fin dall’inizio a garantire maggiore rigore e
severità. In ogni caso, le misure prese nell’ambito del diritto canonico per perseguire i crimini di
natura sessuale commessi dal clero, e la denuncia dei responsabili alle autorità dello Stato,
costituiscono due vicende del tutto diverse. La confusione, intrattenuta ad arte per gettare fango
sul Papa, è solo frutto del pregiudizio e dell’ignoranza.

Post: 11
Registrato il: 26/02/2007
Utente Junior
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25/05/2007 10:26

no censura ma neanche spazzatura
Non invochiamo censure ma quel film è un falso
Di Andrea Tornielli
Il Giornale
23 Maggio 2007


«Il documentario della BBC non rispetta la verità, contiene dati falsi. Ma non invochiamo alcuna censura. Ci
auguriamo soltanto che, se verrà trasmesso, vi sia una presa di distanza dalle falsità che contiene». Il
segretario della Cei Giuseppe Betori, nel corso della conferenza stampa a margine della seconda giornata di
lavori dell'assemblea generale dei vescovi italiani, risponde a una domanda su un caso di abusi sessuali
commessi da un prete di Agrigento, chiamato ora a risarcire le vittime, e precisa la posizione della Chiesa.
«Ci sentiamo vicini alle vittime degli abusi - ha spiegato il vescovo - siamo pronti a collaborare in ogni caso
con le istituzioni qualora aprissero procedimenti penali o civili, ovviamente con la dovuta discrezione,
perché a volte gli accusati risultano essere innocenti». Quanto ai risarcimenti, che hanno mandato in
bancarotta diverse diocesi americane, Betori ha ricordato che la legge italiana non prevede una responsabilità
diretta dell'istituzione di appartenenza.
Ma che cosa contiene di tanto esplosivo questo documentario, acquistato dalla Rai per «Annozero», la
trasmissione di Michele Santoro, andato in onda in Gran Bretagna lo scorso ottobre, e già da tempo pubblico
sul Web? Il video è un accusa a senso unico che mescola dolorose testimonianze relative agli abusi
commessi da sacerdoti con la tesi del coinvolgimento dell'allora cardinale Joseph Ratzinger nelle presunte
coperture offerte ai sacerdoti coinvolti. Già la Conferenza episcopale inglese, dopo la prima messa in onda,
aveva invitato la BBC «a vergognarsi per lo standard giornalistico usato nell'attaccare senza motivo
Benedetto XVI».
In effetti, il documentario presenta come una novità esplosiva il testo di un vecchio documento inviato ai
vescovi di tutto il mondo, firmato dal cardinale Alfredo Ottaviani, allora capo del Sant'Uffizio, e approvato
da Giovanni XXIII. Si tratta di un testo che aggiorna direttive ancora più antiche, datate 1924. Il titolo del
documento è «Crimen sollicitationis» (crimine di provocazione) e stabilisce le norme da seguire nel caso un
prete sia accusato di aver usato il sacramento della confessione per «provocare a cose turpi». Non si parla di
pedofilia né di minori. E soprattutto si raccomanda il segreto, sotto pena di scomunica. L'autore del
documentario, sulla base di un'accusa avanzata da un avvocato americano, sostiene che Ratzinger applicando
questo documento avrebbe invocato segretezza sui preti pedofili coprendo le loro malefatte. Come si sa, nel
1962, quando il testo veniva approvato, Ratzinger non era cardinale, né vescovo, ma professore in Germania.
E per chi conosca un po' di storia della Chiesa, è noto il rigore del cardinale Ottaviani, che tutto pensava
fuorché favorire i preti implicati in queste vicende. Da una semplice lettura di «Crimen sollicitationis», la cui
esistenza è nota dal 2001 e il cui testo, vecchio e superatissimo, è stato pubblicato più volte, si evince che la
fase delle indagini sulle accuse ai preti che avrebbero abusato del confessionale è coperta dal più rigoroso
segreto (paragrafo 11), ma la segretezza permetteva ad eventuali testimoni di farsi avanti liberamente,
sapendo che le loro deposizioni non sarebbero state esposte a pubblicità. Ed è altrettanto vero che al
paragrafo 15 viene minacciato di scomunica il vescovo che ometta di denunciare il prete che ha commesso
questo tipo di peccati, «per evitare che l'offesa resti nascosta e impunita». Altro che insabbiamento! Inoltre,
è ben noto che proprio Ratzinger, da cardinale e principale collaboratore di Giovanni Paolo II, ha spinto per
un significativo giro di vite su queste materie. Proprio Ratzinger è il firmatario di un documento nel quale si
stabilisce che i processi canonici riguardanti i casi di pedofilia del clero vengono avocati a Roma fin dal
primo sospetto, proprio per rompere la logica dell'insabbiamento locale. E in questa nuova nota vengono
modificati i tempi di prescrizione dei processi canonici, facendo decorrere i dieci anni necessari dal
compimento della maggiore età della vittima, al fine di permettere all'abusato la piena facoltà di intervento
nel giudizio. Nella conferenza stampa di ieri, Betori ha spiegato che i vescovi ritengono «che non sia
necessaria una legge sul testamento biologico» e anzi temono che questa possa portare «allo scivolamento
verso derive eutanasiche». Ciò che è accaduto con la massiccia mobilitazione del Family Day, ha concluso,
potrebbe ripetersi.

25/05/2007 13:03

siete solo dei sepolcri imbiancati che negano la verità...mi fate semplicemente schifo

Post: 386
Registrato il: 27/02/2007
Utente Senior
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16/07/2007 07:43

Aggiornamento sul tema...

www.repubblica.it/2007/07/sezioni/esteri/chiesa-losangeles/chiesa-losangeles/chiesa-losange...





- Ecstasy of Gold - Il buono, il brutto, il cattivo...


Post: 62
Registrato il: 31/03/2007
Utente Junior
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16/07/2007 09:46

Se abuso c'è stato...la Chiesa cattolica americana lo ha ammesso; magari al processo si sarebbe potuto provare il contrario o cambiare le sorti...ma questa è un'ammissione secca.

Ai difensori di questa istituzione dico: pensateci bene... la pedofilia non è un reato qualunque... non pensate sempre a difendere i preti... perchè essendo umani e non divini, hanno anche loro i propri vizi e le proprie virtù e in fondo Cristo disse: "date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio" se volete metterla sul vostro stesso piano.
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Il mio blog

www.mentelibera.blogspot.com

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