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Questa è la storia di Akela, il mio lupetto...

Ultimo Aggiornamento: 18/09/2008 13:38
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Sesso: Femminile
25/03/2007 17:12
 
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Questa è la storia di Akela, il mio lupetto, e di Moscardo, il capo dei conigli
Questa è la storia del mio Aky.

Tenetevi forte, non ho mai avuto modo di raccontarla bene, quindi temo che mi dilungherò un po’, purtroppo è sempre stato un mi difetto non riuscire a sintetizzare le cose, e sintetizzare questa storia per me sarebbe un po’ come deturparla… perché è talmente bella da sembrare venuta fuori da un libro di fiabe, anche se è tutto verissimo… [SM=x1169436]

Da dove comincio? Potrei cominciare da un vecchio filmato che ho a casa. A dirla tutta è un filmato orrendo…e io lo guardo pochissime volte, in più è ancora su una vecchia videocassetta (la tecnologia non è il mio forte…). In questo filmato compaiono un luogo che sembra l’anticamera dell’Inferno, un esorbitante numero di cani maltrattati nei modi più svariati e un tizio che non so come definire (o meglio,che so come definire ma che preferisco rimanga indefinito). In quel posto ci sono alcune roulottes, non tantissime per la verità, un soprannumero di catene, condizioni igieniche pressocchè disastrose (l’improvvisato cameraman si sofferma a lungo sullo stato indescrivibile del lavandino). Ci sono alcune pecore, ma per la verità questo posto è popolato da cani… centinaia di cani, cani ovunque… rinchiusi senza cibo, luce o acqua nelle roulottes, incatenati sotto le roulottes, legati a cortissime catene attaccate ad alberi, sotto il sole, senza un goccio d’acqua,alcuni hanno collari talmente stretti che gli si conficcano nella pelle del collo, alcuni sono completamente ricoperti di rogna, la magrezza di tutti è ai limiti della sopravvivenza, alcuni sono chiaramente in fin di vita. Ci sono dei ragazzi che fanno di tutto per mostrare le condizioni dei cani: aprono le finestre delle roulottes, indicano le ferite, dispensano cibo e carezze, mostrano i cumuli di escrementi nei quali gli animali con la catena corta sono costretti a essere immersi. E poi ogni tanto compare questo tizio, questo mostro, che parla ai ragazzi impartendo ordini e riempie di calci e ingiurie le povere bestie. Il cameraman riesce a rubare un primo piano di questo essere che non riesco ancora a definire uomo, e nemmeno la parola mostro gli si adatta troppo. Per il resto le scene in cui compare lui sono purtroppo confuse, immagino per evitare che qualcuno si accorga della presenza di una telecamera. Ma la voce si sente benissimo, nonostante il continuo abbaiare dei cani sia assordante, e il bastone che brandisce parla chiaro. La scena più brutta si svolge all’interno di una roulotte dove c’è una cagnetta con i suoi cuccioli. La cagnetta cerca di uscire, o di spostarsi, non si capisce bene: partono botte a raffica, unite alle urla del mostro, che la chiama ripetutamente “puttana”.
A un certo punto, la telecamera riprende il boschetto circostante…si intravedono tre cani uscire da un sentiero. C’è un rapido zoom ed è possibile vedere una femmina di incrocio pastore bergamasco seguita da un cucciolone magro con le zampe grosse, completamente nero, e da un golden retriever enorme. I tre rimangono con le orecchie dritte per un po’, indecisi…poi scappano verso il bosco. Il cane nero è il mio Akela. [SM=x1169427]

Che era successo? È presto detto. Quello che io ho due volte chiamato mostro, e che spesso ho sentito chiamare “pastore” a causa della presenza delle pecore, viveva in quelle roulottes su un terreno di proprietà del comune e si era messo a raccogliere cani abbandonati. Stando a numerose testimonianze lo faceva perché, con tutti quei cani, per il comune era praticamente impossibile sfrattarlo… sto parlando infatti di centinaia di cani, in uno spazio davvero ristretto…più ne aveva, più gliene arrivavano: se lui era un mostro, c’erano in giro tantissimi altri piccoli mostri che non potendo o non volendo tenere il proprio cane, glielo portavano. Lui non rifiutava mai di tenerli. Il comune aveva un canile, ovviamente saturo. In un certo senso, il “pastore” faceva comodo. Ovviamente purtroppo i cani in quelle condizioni non sopravvivevano molto…non è stato calcolato quanti ne sono morti, ma si racconta (non ho verificato) che scavando nei dintorni si possono ancora trovare le ossa di quegli innocenti che in quell’inferno ci hanno lasciato la pelle. Il “pastore” aveva l’accortezza di non eliminare le cucciolate… in quel filmato si vedeva chiaramente come la madre fosse tenuta segregata con loro perché li allattasse. Era anche successa questa cosa abbastanza singolare.. alcuni cani erano riusciti a scappare da quel posto e avevano cominciato a vivere, liberi, nel boschetto circostante, formando un piccolo branco che si avvicinava al posto dove viveva il “pastore” soltanto per rubare da mangiare, e per questo erano spessissimo generosamente bastonati. Akela è figlio di quei cani, di questo si ha quasi la certezza. Nel filmato infatti non è altro che un cucciolo, non avrebbe potuto scappare da solo dall’aguzzino, e aveva un legame molto forte con la femmina di pastore bergamasco, battezzata in seguito Ariel, la quale aveva visibilmente allattato, secondo certe testimonianze. E’ dunque estremamente probabile che il mio cane sia l’unico sopravvissuto di una cucciolata venuta al mondo in quel bosco; non so dire, invece, se i suoi genitori erano scappati da quel luogo o se loro stessi erano figli di cani fuggiti. Udite udite, che gli allevatori e i comportamentalisti inorridiscano: qui, accucciato ai miei piedi, non solo c’è un cane che non ha avuto alcun tipo di imprinting nei primi mesi di vita, i più delicati; ma addirittura ha avuto un imprinting assolutamente negativo con l’uomo, e il binomio cibo-bastonate è impresso nella sua mente in maniera ormai indelebile purtroppo.

Stiamo parlando del 1997, così riporta la data del filmato che ho conservato. Sembrava che nessuno volesse sapere di quel postaccio, che tutti se ne strafregassero… ma un giorno,una persona normalissima, dalla cima di un alto condominio vide quello che succedeva in quello spazio, che era a cielo aperto ma circondato sapientemente da una altissima recinzione. Con l’aiuto di un binocolo assistette alle scene. Faceva parte di un’associazione che non nominerò, ma è una delle associazioni animaliste più conosciute. Ha presentato il problema ai soci, ma per motivi che non posso immaginare la maggioranza di loro ha sottovalutato la cosa. Allora un gruppo, un piccolissimo gruppo di persone, si è disiscritto e ha cominciato ad occuparsi del problema. Ovviamente il “pastore” era reticente all’idea di fare entrare degli sconosciuti nel suo regno… ma dopo un po’ di insistenze, portando cibo per cani e denaro, i nostri sono riusciti ad entrare. A questo punto gli si è presentato davanti uno spettacolo che, a detta di tutti, era molto peggio di quello che posso vedere nel mio filmato…i volontari cercarono di migliorare un po’ le condizioni dei cani e poi decisero di nascondersi addosso delle telecamere…quello che ho io è solo uno dei tanti filmati che sono stati realizzati.
Riuscirono nel loro intento: il comune allontanò il “pastore”, la storia venne pubblicata su giornali locali…sempre il comune assegnò ai volontari “in eredità” il luogo del terrore e i cani che erano rimasti lì dentro, circa trecento… e assegnò loro il compito di affidarli in pochi anni, perché il terreno serviva per il polo fieristico che stava per essere costruito (veramente questo terreno è ancora oggi inutilizzato). Una volta costruite delle specie di gabbie con materiali di recupero, i volontari cercarono di recuperare anche i cani selvatici che si trovavano nel bosco. Alcuni si lasciarono catturare…altri sparirono (il golden retriever non è stato più visto)…altri ancora (Akela e Ariel) tenevano duro. Per prendere questi due cani è stato necessario sedarli.

Mi hanno raccontato che Akela è stato chiamato così appunto perché era l’ultimo maschio del “branco” ad essere catturato, e qualcuno lo aveva immaginato come “capo” del piccolo branco…in realtà lui era solo un cucciolo, il capo “vero” era ovviamente la femmina [SM=g27985] . Inoltre ho saputo che i primi giorni di gabbia sono stati per quello che sarebbe diventato il mio cane molto ma molto difficili, e che lui mostrava parecchi segni di aggressività. Akela aveva quell’imprinting negativo con l’uomo che non gli permetteva di fidarsi degli esseri a due gambe; ma a causa della inevitabile selezione severissima di quell’inferno, era anche un cane dall’intelligenza straordinaria, era fisicamente molto forte e possedeva, cosa più importante di tutte, un’ incredibile capacità di adattamento. Passato il primo periodo, Akela divenne decisamente mansueto anche con gli esseri umani. Ovviamente questo è uno solo dei tanti piccoli miracoli compiuti dall’amore senza confini dei volontari…ma non significava affatto che Akela riuscisse a instaurare con loro un rapporto normale, come tutti gli altri cani… tutti i cani, proprio tutti, anche se maltrattati all’infinito credono negli esseri umani, e sono disposti a dare loro una seconda possibilità. Magari non subito, magari solo a una persona che scelgono con cura…magari, purtroppo, solo per poco tempo. Ma la fiducia negli umani sono sempre capaci di ritrovarla. Akela no, per lui non era così…lui tollerava quegli strani esseri a due gambe, si fidava di loro perché doveva farlo, ma non poteva “amarli”, non facevano parte del suo branco mentale insomma. Era sempre pronto all’eventualità che qualcuno tirasse fuori un bastone.

Siamo nel 1999…quell’anno ha determinato una svolta incredibile nella mia vita (vado a “il bivio”??? [SM=x1169390] [SM=x1169390] ). Amavo i cavalli, andavo a cavallo da tempo. Senza scendere nei particolari, un giorno ho fatto una bruttissima caduta. Ovviamente mia madre [SM=x1169391] mi ha proibito di vedere un cavallo per il resto della mia vita (sèèèèèèèè [SM=x1169419] [SM=x1169419] ). Un giorno trovo un volantino di quelli da buttare. Parla di adottare un cane a distanza. L’idea mi piace, e anche se i cani mordono [SM=x1169391] riesco a ottenere il permesso di iniziare a fare volontariato…quando arrivo al rifugio improvvisato da quei volontari di cui vi ho parlato all’inizio era già successo il miracolo. Per merito dei giornali, di alcune apparizioni televisive, della sensibilizzazione continua nei confronti della gente della mia città e dintorni, i cani che erano rimasti erano… sei. Sei, su trecento e passa. Un vero miracolo. Non potrò mai dimenticare quei primi sei amici coi quali ho iniziato l’avventura che mi avrebbe portata alla facoltà di veterinaria…mi sono avvicinata timidamente, non sapevo nulla sui cani, mi hanno insegnato tutto loro sei… ma la prima volta che ho fatto il giro per vederli alla terza gabbia ho avuto un brivido. Un brivido, la pelle d’oca insomma. Una ragazza gentile mi stava presentando i cani. Appena lei appoggiava la mano sulle sbarre della gabbia, tutti correvano a leccargliela… tenerissimi…ma in quella terza gabbia, solo la femmina si avvicinò alla mano. Sono rimasta per qualche secondo a guardare incantata quel lupo (lupo, sì, ho proprio pensato: lupo [SM=x1169385] ) che se ne stava in un angolo. Era completamente nero, aveva il pelo, lucidissimo nonostante i cani da canile non siano mai propriamente puliti. Il suo mantello serico brillava nell’ombra, il suo sguardo fiero ma al tempo stesso diffidente nei miei confronti non si perdeva ogni mio minimo movimento.
“Lui è Akela” disse la ragazza “Non avere paura, non fa niente.”
Paura?? No, che paura… ero immobilizzata, ma era un’altra la sensazione che si era impossessata di me… era una sensazione indefinibile, che non avrei provato più nella vita. Ma per definirla mi sono dovuta inventare qualcosa, e allora dico sempre che era simile alla nostalgia…ma solo simile…perché era simile anche a quello che si prova quando ritrovi una cosa che ti era cara nella tua infanzia, della quale ti eri completamente dimenticato…tho, dici a te stesso, mi piaceva così tanto questa cosa, come ho fatto, crescendo, a dimenticarmela?...ed era simile anche a quando cerchi di ricordarti le parole di una vecchia canzone, e ti scappa una frase, e stai lì a pensarci tantissimo ma non te la ricordi, e poi proprio mentre non ci pensi ti balza in testa…ecco, ho provato tutte e tre queste sensazioni, e forse pure qualcos’altro, io, quando ho visto per la prima volta il mio Akela. Vite precedenti? Non so se crederci, ma ogni tanto ci penso. Comunque sia, era destino, al destino ci credo eccome. Ecco che il destino mi fa esclamare, davanti a quella ragazza:
“Se fossi qui per prendere un cane sceglierei quello”
“Bhè”fa lei, in effetti è uno dei più belli.”
Ma no, non era così, non era solo bello. Era stupefacente, ma non per la sua bellezza. Per la sua fierezza, per la sua nobiltà…lui era lì, sporco, in quella che sembrava la caricatura di un canile(le gabbie, lo ricordo, erano fatte con materiali di recupero), era a terra praticamente, e nonostante tutto sembrava pulitissimo e fiero come un cane di razza a un concorso. O meglio, come una tigre in una stretta gabbia da zoo.
E dentro a quegli occhi freddi da lupo si poteva vedere non solo che aveva sofferto molto ma che non te l’avrebbe mai confidato, perché lui a differenza degli altri cani non aveva bisogno degli esseri umani, ma anche che doveva avere, sotto sotto, una natura molto dolce…quegli occhi neri così profondi, così grandi, così “femminili”… non potevano non essere dolci.
“E’ proprio uno dei più belli. Vedrai che sarà adottato presto”.
Io adottai a distanza una cagnetta incredibilmente tigrata che avevano chiamato Shere Kane [SM=x1169376] (fantasia portami via…), e poi mi legai molto al cane mordace della situazione, il mio piccolo Rud. Ma Akela lo avevo in testa sempre.
La ragazza aveva ragione, Akela venne adottato prestissimo. Una volta, due, tre, quattro…ho perso il conto. Succedeva sempre così: o Akela scappava durante la prima notte senza che nessuno se ne accorgesse evadendo in maniera quasi magica e rimaterializzandosi davanti al cancello scalcinato del rifugio (Lassie è NIENTE in confronto a ciò che sanno fare i cani veri) o addirittura davanti alla sua gabbia o, le volte che veniva adottato in appartamento, il giorno dopo i suoi nuovi padroni si materializzavano con lui davanti al cancello scalcinato del rifugio. Lo riportavano indietro, come si fa con un oggetto acquistato e difettoso… succede spesso, purtroppo, nei canili. E Akela era difettoso. Non era un cane normale.
“Non da’ affetto” erano le tre parole che accompagnavano i suoi ritorni. Parole che mi rimbombavano in testa come proiettili, mi sarebbe tanto piaciuto rispondere a tono [SM=x1169414] [SM=x1169414] . Bhè, Akela con un eufemismo veniva spesso definito “indipendente”. La verità è che lui il suo affetto non lo regalava a vagonate come gli altri cani, non a degli emeriti sconosciuti poi. Aveva paura, certo, aveva paura degli esseri umani, ma non era solo questo: lui era l’unico cane a vederli come erano davvero, dei perfetti estranei rispetto alla sua specie!non potendo fidarsi di loro, come avrebbe potuto dare loro affetto? E come dargli torto, soprattutto??? Entravo nella sua gabbia, me lo stringevo e me lo coccolavo come fosse stato un cucciolo. Che esseri crudeli, come si può pretendere da un lupo l’affetto tipico di un cane, e dopo una sola notte???facevo ancora il liceo e i professori mi torturavano col greco e il latino, e allora io gli parlavo e gli recitavo quei versi di Saffo che ora non ricordo quasi più, che dicono più o meno: “Sei come una rossa mela che alta rosseggia sul ramo più alto…ma non l’hanno vista i coglitori? Sì, l’hanno vista, ma non hanno saputo raggiungerla…”. Sì, bhè, lo so che sono scema [SM=x1169384] , ma io così facevo. E secondo me la parte più profonda del suo cuore capiva quelle parole. Akela affetto veramente non ne dava nemmeno a me, era fatto in un modo che sembrava sopportare coccole e attenzioni. Ma non era così, a lui le coccole piacevano, vecchio furbone, solo che non era bravo nel chiederne, e nel darne. In compenso, il suo rapporto con i cani suoi simili era a dir poco fantastico. Akela era un cane equilibratissimo, con qualunque compagno di gabbia, anche con i maschi. Quando doveva sottomettersi lo faceva, senza alcun problema, e si lasciava guidare dal dominante. Quando invece era il nuovo venuto a sottomettersi, lui ricopriva il ruolo di capo nel migliore dei modi. In questo caso era il primo a mangiare, ma si accertava sempre che le femmine o gli eventuali cuccioli mangiassero a sufficienza. Una volta l’ho visto aggredire un suo sottoposto: questo perché questo secondo cane continuava a mordere un terzo, che aveva assunto posizione di sottomissione. Era un capo che non tollerava le ingiustizie, quando era capo.
Io e lui siamo diventati un binomio inscindibile ben presto…come facevo a non adorarlo, il mio lupo? Abbiamo più volte partecipato a sfilate di beneficenza…allora mi prendevo cura del suo splendido mantello, e lui sfilate ne ha fatte così tante e spessissimo ci piazzavamo bene. Altre volte facevamo solo la sfilata dei cercafamiglia, e magari la famiglia la trovavamo…ma finiva sempre male. Quello che è certo è che io non sono assolutamente il tipo ma lui è nato per fare sfilate. E’ bellissimo e sa di esserlo. Ha un portamento fiero e orgoglioso, a volte sembrava che gli avessi insegnato a “piazzarsi”. Più di una volta mi è stato chiesto di che razza era e dove l’avevo comprato! Ma no, era un meticcio, meticcio da generazioni, provenienza canile e pure disponibile gratuitamente. Ma niente.
Riassumendo, Akela ha passato il suo primo anno di vita, più o meno, libero nel bosco; poi si è sparato la bellezza di otto anni di canile ininterrotti. Otto. Oramai facevo veterinaria e il greco e il latino me li scordavo (non che li rimpianga troppo), ma continuavo a stringerlo e anche se Saffo non la sapevo più gli canticchiavo qualche canzone. Il suo bel pelo nero ora non era più così tanto nero…in certi punti appariva argentato (meraviglioso, ugualmente); il suo muso oramai era bianco, e negli occhi cominciava a formarsi quella sfumatura color della notte che copre come un velo di seta gli occhi dei cani anziani, quasi ad indicarci che ciò che dovevano vedere lo hanno visto, ed ora il mondo a loro può apparire sfumato, perché tanto ormai ne hanno scoperto il senso… (d’accordo! La veterinaria sconfigge la poetessa, [SM=x1169394] e va bene. Si chiama nucleosclerosi senile, volgarmente definita cataratta senile, ma io preferisco velo della notte). Il mio Akela era nell’autunno della sua vita, si approssimava al tramonto…e la cosa che faceva male era che non aveva affatto scoperto il senso della sua esistenza, non era mai stato felice, non sapeva ancora cosa voleva dire essere un cane…perché lui è un cane, anche se dico che è un lupo…e, soprattutto gli avevano tolto per moltissimi anni una cosa che per lui doveva essere stata incredibilmente importante…molto più importante di quanto lo sia per molti cani…la libertà.
I miei genitori, capitanati da mia madre [SM=x1169391] , non volevano saperne assolutamente di cani in casa. Ma per uno strano gioco del destino, per una serie di coincidenze assurde (astrali???) mio papà realizzò il sogno della sua vita comprandosi una casa con giardino. Tutta da ristrutturare… ma una volta ristrutturata mia madre non avrebbe potuto opporsi alla presenza del cane.
Non vedevo l’ora, e pregavo perché Akela…insomma, perché Akela rimanesse vivo e vegeto fino a quel giorno… [SM=x1169375] ecco sì, Gianni, l’ottimismo è il profumo della vita, ma purtroppo non è una cosa rara che gli angeli o chi per loro si vengano a prendere i cani quando sono a un passo dalla felicità…ma non vennero gli angeli, no. Venne una bambina, un diavoletto. E scelse Akela. Ovviamente io non potevo oppormi alla cosa, né volevo farlo…Akela poteva essere felice prima del previsto, sarebbe stato da egoisti impedirglielo. Ma quella bambina era davvero un diavoletto, nei cinque minuti dell’adozione gliene ha fatte tante ma tante che l’avrei presa a sberle. Non si tratta un lupo in questa maniera…comunque la mamma pareva ragionevole, speravo che col tempo riuscisse a presentarle quello sconosciuto che si chiama Rispetto Per La Vita, un tizio che davvero sono in pochi ad averlo incontrato e ad averci fatto quattro chiacchiere, quanto basta per conoscerlo un po’. Però non lo nego, quando la macchina è partita ho pianto. Io sono una piagnona, ma piango da sola. Non piango MAI in pubblico, qualunque cosa accada. Akela è riuscito a farmi piangere in pubblico. [SM=x1169397] [SM=x1169397]
Tra l’altro inutilmente, dal momento che la mattina dopo si erano tutti rimaterializzati davanti al cancello. Akela non era stato accettato dal gatto di casa (gatto) . Veramente ho pensato che fosse una scusa…adesso che lo conosco meglio so che non lo è. Akela le prende dai gatti…e tanto. No, perché a lui piacciono, vuole per forza annusarli, e li rincorre, e vuol giocarci (secondo me pensa che siano cani…)…e le prende. [SM=x1169425]

Tornando a noi, ero a un passo dall’adozione ormai… ho
incominciato col portarlo a casa il fine settimana. Questo per rendere meno traumatico questo incredibile cambiamento che sarebbe avvenuto presto nella sua vita, ma anche per rendere meno traumatico per i miei genitori [SM=x1169391] l’impatto con un “cane”, un essere vivente diverso da un essere umano, un essere vivente che non era confinato in una gabbia, un essere che respirava e che era in grado di compiere gesti volontari quali muoversi all’interno di una stanza, decidere di bere, guardare fuori dalla finestra…cose del genere.
Durante quelle brevi visite io ero felicissima…mi prendevo cura di lui continuamente, lo sommergevo di coccole ed attenzioni, lo ripulivo accuratamente…era bellissimo [SM=x1169403] , era bellissimo avere un cane in casa. Ed era terribile riportarlo la sera. Veramente lui non soffriva affatto per questa cosa… si comportava come se si trattasse di una gita, e poi era ben felice di ritornare al suo branco originario. In casa mia si comportava come il cane perfetto che tutti vorrebbero avere…mai una pipì, mai uno sgarro, sembrava desiderare soltanto una copertina sulla quale rilassarsi per un giorno lontano dallo stress del canile…era curioso, ma esplorava in maniera discreta, imparando presto a non spaventarsi per quegli strani oggetti che producevano rumori o per quella manopola che se girava faceva uscire acqua da un tubo…inoltre imparò a fare le scale senza paura, e successivamente riuscì anche a non avere paura dei miei genitori. Ancora in un periodi successivo, affrontò coraggiosamente la sua paura per i bastoni e simili, rimanendo fermo ma comunque attentissimo se qualcuno maneggiava in casa oggetti simili a scope; ma non riuscì mai, mai a mangiare, qualunque cosa gli venisse offerta. Nutrirsi era la sua paura più grande…
Il giorno dell’adozione cadde in un periodo decisamente difficile della mia vita…..il più difficile in assoluto [SM=g27999] non credo di riuscire a parlarne in maniera diffusa, (è decisamente problematico perché c’entra un argomento che è per me ancora molto delicato…il cibo, l’essere vegetariani, vegani, il mio non essere nessuna delle due cose [SM=g27992] ma forse scrivendo cercherò di rendere l’idea…..probailmente però non riuscirò a spiegarmi bene [SM=g28000] ) ho avuto diverse delusioni in ambito affettivo e anche con lo studio andava tutto malissimo…ero iscritta a veterinaria da parecchio, e cominciavo a credere di non azzeccarci niente con i veterinari, io. Mi era piovuta addosso direttamente quell’ondata di crudeltà nascosta dietro agli allevamenti, non solo quelli degli animali da carne, ed ero stata travolta completamente dall’indifferenza totale non solo dei professori, ma anche dei miei compagni, quelli che un tempo credevo amassero gli animali, quelli che un tempo gli animali li amavano veramente…come ho già detto, non sono diventata né vegetariana né vegana (è difficile per me spiegare perché, doveva essere la cosa più sensata…vegana, più che vegetariana…ma non è andata così, non c’era niente di sensato in quel periodo, che ricordo fortunatamente solo come un brutto incubo…mi sentivo in colpa anche per le piante, che vivono e soffrono,nel senso…io amo gli animali, ma come faccio a decidere che la vita di un animale è più importante di quella di una pianta [SM=x1169437] ? Chi sono, io, per deciderlo? Ma mi sentivo in colpa anche per gli esseri umani, per tutti…mi dicevo che stavo esistendo a discapito di molti altri, tutti migliori di me…e maledicevo quel Dio che aveva creato la legge secondo la quale dobbiamo tutti, per forza, ammazzarci a vicenda per vivere… [SM=x1169413] ) quindi il disagio che io provavo nei confronti di quella realtà a dir poco assurda non era riconducibile solo ai sensi di colpa riguardanti il cibo, che finalmente sapevo da dove proveniva…c’era anche qualcos’altro infatti…no, per fortuna non ho mai pensato al suicidio, io… forse solo per vigliaccheria. Volevo sparire, però, volevo non esistere più, e mi stavo dirigendo a grandi passi verso una delle più comuni malattie riguardanti, appunto, il cibo. Solo che io non facevo il conto delle calorie…ma il conto delle crudeltà inferte agli animali e alle piante, e un uovo , un bicchiere di latte, una fetta di carne o anche solo un’arancia per me significavano tutti una lunga catena di porcherie, che avrei sinceramente preferito non conoscere, e che si celavano dietro anche ad alimenti che non erano affatto carne…è per questo che non sono diventata vegana…l’essere solo vegetariana ai miei occhi appariva come un controsenso, significava rinnegare la metà delle crudeltà che ho visto inferte ad animali, mentre l’essere vegana poteva essere la soluzione, non tanto per dirmi che non avrei ucciso nessuno per vivere: sarebbe stata una bugia, le piante vivono…ma quanto per il boicottaggio di tutte le sofferenze inferte agli animali, tutte, in blocco, da questa società del cavolo basata sul commercio, ho pensato di diventarlo.
Ma non riuscivo a mettere animali e vegetali su piani diversi… tutto era uguale per me, tutto dall’uomo veniva e l’uomo portava solo sofferenza e morti atroci, sia ad animali che a vegetali, e anche ai suoi simili sfruttati sempre per il commercio…ben presto non fu solo il cibo, il problema, ma tutto ciò che usavo, che consumavo, tutto ciò che mi circondava…dietro a tutte queste cose c’era una lunga catena di atrocità, e ormai lo sapevo e ne ero complice. Ma i sensi di colpa per il cibo erano fortissimi, e non volevo mangiare niente, ma poi prendevo e mi abbuffavo di dolci come un’idiota. Nonostante i sensi di colpa mi assalissero ancora più violentemente dopo le abbuffate e mi costringessero sempre più spesso ad eliminare quel cibo perché mi facevo troppo schifo, ho messo su quindici chili in più in soli sei mesi e già non ero un figurino…inoltre cominciavo a soffrire di emicranie assurde, e io nella vita sono sempre stata maledettamente sana…“quando il mio angelo sarà con me…sarò tutto finito”, pensavo. No, purtroppo per me e soprattutto per lui non è andata così.
Ho passato interamente in bagno la notte che doveva precedere il giorno più bello della mia vita…vidi l’alba dalla finestra, quella mattina, era bellissima…e io mi odiavo per avere rovinato impunemente a quella maniera quel giorno meraviglioso…
I primi giorni dopo l’adozione sono stati orrendi…Akela voleva scappare, gli leggevo il panico negli occhi dal momento in cui aveva capito che questa volta non sarebbe tornato al suo branco. Inoltre, si è rifiutato di mangiare qualunque cosa nell’arco di quella prima settimana. I miei genitori non aiutarono affatto, anzi sono stata molto contenta di avere avuto l’accortezza di intestare quel cane a me…ma più il tempo passava più mi chiedevo se non gli stavo facendo del male invece che aiutarlo…aveva cominciato anche a fare incubi…accarezzarlo mentre dormiva era peggio…ma ho imparato presto che bastava parlargli dolcemente, e l’incubo se ne andava…poi, dopo circa una settimana, è scattata una molla: Aki stava benissimo a casa mia. Si era semplicemente adattato, poveretto…aveva usato quella che ho definito come la migliore delle sue qualità, la capacità di adattamento. E si era adattato a fare parte di un branco di esseri umani. Veramente io volevo tanto una compagna per lui [SM=x1169427] … ma mia madre [SM=x1169391] non è assolutamente stata d’accordo…
Dunque, Akela era con me e si era adattato in qualche modo a vivere con noi…in quel momento ogni tanto mi riprendevano le crisi…l’ho detto, non c’era niente di razionale in quel genere di cose… ma qualcosa era cambiato. Adesso non ero sola. Io non lo volevo far soffrire…non lui, che aveva già sofferto tanto…funzionava così: quando non mi alzavo dal letto, lui saliva ai piedi del letto e mi guardava preoccupato. In casa mia per lui è vietatissimissimo salire sul letto, o anche solo entrare in camera da letto, perché nella Bibbia Della Medicina Secondo Mia Mamma [SM=x1169391] c’è scritto che“gli animali portano un sacco di malattie”. Bhè, quando io stavo a letto e non mi alzavo lui era lì. Non c’era porta che non aprisse, non c’era genitore che lo spaventasse e lo riconducesse al suo posto da cane, non c’era bocconcino prelibato che lo facesse allontanare da me. Lui capiva che io stavo male. E mi guardava. Come si può dimenticare quello sguardo? Si tratta del ricordo più bello che ho di quel periodo. Akela si era accorto che non stavo bene. Mi sembrava perfino che parlasse
“Che c’è? Stai male? Non preoccuparti. Sono qui, io non ti lascio. [SM=g27998]
Piangi? Ecco, questa è la mia pelliccia. Non ti lascio. [SM=g27998]
Sei triste? Presto passerà. Nel frattempo non ti lascio. [SM=g27998] Ricordati che sto con te [SM=g27998]
Se mi alzavo per andare in bagno, lui mi girava intorno, contento.
“Stai bene? Visto che stai bene? Andiamo in giro? Mangiamo qualcosa?”
Se in bagno ci stavo “troppo” lo sentivo piangere, leggermente, sussurrando, da fuori dalla porta. E mi sentivo un verme.
Se tornavo a letto, poco male. “Stai ancora male eh? Non preoccuparti…sono qui! [SM=g27998]
Bhè…sfido chiunque a non rimettersi in piedi, a non guarire completamente, a continuare a desiderare di non esistere quando vedi che un animale del genere desidera ardentemente che tu viva. Akela ha fatto per me ciò che era più naturale: mi è stato vicino. Non riesco ancora a descrivere quanto è stata importante per me questa cosa… piango ancora, se ci ripenso. Il mio Principe mi ha fatto guarire, proprio lui che l’inferno lo ha visto molto più da vicino rispetto a me, proprio lui che ha tutt’oggi un rapporto col cibo più problematico del mio…oddio, che vergogna… [SM=x1169404] e io adesso sto bene, a distanza di una anno e mezzo posso dirlo: sto bene. Se non fosse stato per lui, quando e come mi sarei rialzata? Non che ancora adesso il rapporto con le cose che studio e quelle che mangio sia un idillio…e quando sono sotto stress ripartono le emicranie. Ma c’è Akela ai piedi del letto ad aspettarmi, a dirmi che finchè c’è lui niente potrà farmi stare male davvero… [SM=g27998]
Aky è diventato la mia ombra. Mangia solo in mia presenza, anche se gli viene offerto qualcosa di molto buono. Vorrebbe seguirmi ovunque vado; se mi assento da casa lui si accuccia e non fa niente… non mangia, non beve, non dorme. Aspetta. Ansia da separazione, pare…tipiche, nei cani che sono vissuti tanto al canile…purtroppo ci posso fare ben poco, non riesco a portarlo ovunque…e al mio ritorno, all’inizio mi girava intorno, apparentemente felice. Spesso mi guardava da lontano, a volte si svegliava, scopriva che non ero più in stanza con lui e mi cercava…quando mi trovava sembrava felice. Sembrava che volesse dimostrarmi il suo affetto ma che non fosse sicuro di sapere come fare… da qualche parte, in “Zanna Bianca”, c’è scritto che Zanna Bianca dopo avere conosciuto il suo ultimo padrone sembrava un innamorato che non sapeva come dichiararsi. Così sembrava, il mio Akela. Gli ho insegnato “zampa”, una cavolata…ma lui ha capito che questa cosa mi faceva felice e non mancava mai di porgermi la zampa, lo fa ancora adesso, circa cinquanta volte al giorno…poi, il vero miracolo. Akela ha cominciato a scodinzolarmi. E a farmi le feste. Lo devo filmare, al canile non ci credono. Akela mi fa le feste come un cane normale…anche se per me è un lupo, sotto sotto da qualche parte, lui ha riscoperto di essere un cane davvero… "Eccolo, il cane che non da' affetto. eccolo, il cane apatico!!!"gli dico sempre, quando torno a casa... [SM=x1169388]
L’altro ieri ha fatto una cosa che mi ha fatto quasi piangere dalla commozione: mi ha rubato un biscotto. Sembra una scemenza, eh? Ma lui ha sempre pensato che mangiare portasse inevitabilmente alle botte…rubare del cibo, poi, era una cosa che non si sarebbe mai permesso…non se non avesse avuto la certezza che nessuno gli avrebbe fatto del male. E’ una prova di fiducia… al mille per cento, nei miei confronti! [SM=g27998]

La storia è finita...ma io spero che duri ancora molto, molto tempo. [SM=x1169405]

P.S. se vi è piaciuta prossimamente racconterò come Akela Il Capo Dei Lupi diventò schiavo di Moscardo Il Capo dei Conigli...
[Modificato da Akyaky 16/09/2008 10:10]



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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25/03/2007 22:51
 
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[SM=x1169393] non ho parole, davvero... [SM=x1169410] povero piccolo, ne ha passate di tutti i colori, per fortuna ora sta con te!!!! e si sente il cane più fortunato della terra. però.... giornalista oltre che veterinaria!!! ;-)
grande akela che ti ha aiutato a superare il momento di crisi... tu aiuti lui e lui aiuta te, mi sembra giusto, questa si chiama mica simbiosi?? [SM=x1169380]

Guardavo quei bei pesci muoversi nell'acqua, guardavo i maialini appesi agli uncini e pensavo a come, a parte la miseria e la fame, l'uomo ha sempre trovato strane giustificazioni per la sua violenza carnivora nei confronti degli altri esseri vienti. Uno degli argomenti che vengono ancora usati in Occidente per giustificare il massacro annuo di centinaia di milioni di polli, agnelli, maiali e bovi è che per vivere si ha bisogno di preteine. E gli elefanti? Da dove prendono le proteine gli elefanti?
- Tiziano Terzani, "Un altro giro di giostra"
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26/03/2007 02:44
 
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GRAZIE E SENTITAMENTE ANCORA GRAZIE! Ciò che hai raccontato è stupendo, una storia che infonde speranza, dimostra ciò per cui il sito è nato, cioè che gli animali sono mooolto più di ciò che la maggioranza crede. Non sono quelle figure di cartone, sono profondi, migliori di noi, sanno amare, e se lo fanno stai sicura che sono sinceri!!! Grazie grazie!!! [SM=g27987] ...
Hai ragione, riassumere questa storia sarebbe un offesa, e sarebbe una grossa privazione a noi lettori!!!
Complimenti anche per la tua capacità di scrittura [SM=g27987] !!
Akela ti ha proprio cambiato la vita, è stato davvero il tuo "bivio" e proprio come al bivio adesso ti viene offerta un opportunità(in un certo senso è un opportunità per gli altri [SM=x1169408] ), se vuoi io sarei davvero onorato di inserire questo tuo racconto tra i racconti del sito!! Potrebbe davvero comunicare tantissimo al lettore.
Comunque voglio dirti che neanche io sono vegetariano o vegan, non so se vi diventerò. Il rispetto è doveroso verso ogni essere vivente, vegetali compresi, ma l'uomo nei suoi allevamenti e coltivazioni lo omette[SM=g27992].
Grazie ancora, sta sera ho fatto tardi per leggere questo splendido racconto e ne sono felice, quando si parla di animali è raro sentire qualcosa di positivo [SM=x1169416] ...

Saremo lieti di leggere il rapporto tra Moscardo ed Akela [SM=x1169427] ...

"La vera bellezza non si percepisce con gli occhi, ma col cuore"


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26/03/2007 09:32
 
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Grazie mille... siete davvero troppo gentili [SM=x1169410] ... bhè, ma il merito non è mio, è proprio la storia che è pazzesca...comunque sì...ci ho pensato un po' prima di mettere la parte...che riguardava me. Però fa parte integrante della storia di Akela, non potevo non metterla...quindi sì, sono onorata di accettare la proposta... anche perchè sono estremamente contenta che il mio Aky possa far riflettere qualcuno su quanto sanno dare gli animali...anche quelli che non hanno mai ricevuto nulla [SM=g27998]
Grazie, grazie di questa opportunità...chissà che il mio lupetto possa essere di aiuto a qualcuno, oltre che a me? [SM=x1169385]
Un abbraccio... a presto la storia di come un coniglio e un lupo possano essere più o meno amiconi!!!



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
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Da bambino volevo guarire i ciliegi
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F. de Andrè

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26/03/2007 20:48
 
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beh, se qualcuno per caso ci sbatterà il naso e leggerà... avrà la nostra stessa reazione, questo è poco ma sicuro [SM=x1169441]
aspetto di leggere la storia col coniglio [SM=x1169379]

Guardavo quei bei pesci muoversi nell'acqua, guardavo i maialini appesi agli uncini e pensavo a come, a parte la miseria e la fame, l'uomo ha sempre trovato strane giustificazioni per la sua violenza carnivora nei confronti degli altri esseri vienti. Uno degli argomenti che vengono ancora usati in Occidente per giustificare il massacro annuo di centinaia di milioni di polli, agnelli, maiali e bovi è che per vivere si ha bisogno di preteine. E gli elefanti? Da dove prendono le proteine gli elefanti?
- Tiziano Terzani, "Un altro giro di giostra"
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02/04/2007 00:02
 
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Volevo rassicurarvi...la storia di Moscardo [SM=x1169373] arriva, eh, la sto sistemando...lui è mooolto esigente...e io sono diventata la sua schiava... grazie per la faccina [SM=x1169373] è bellissima e capita proprio a proposito...
Mi servirà [SM=g27989]



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
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gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
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Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
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F. de Andrè

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07/04/2007 23:05
 
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si è fatta aspettare ma...
[SM=x1169373] Ecco la storia di Moscardo [SM=x1169373]
(oddio è lunghissima...)

Moscardo è arrivato nella mia vita come un fulmine a ciel sereno, e come tale si fa valere ancora adesso.

Bhè, a differenza di Akela la sua storia è perfettamente normale. I suoi occhi, tra i più belli che esistano al mondo, davvero, non parlano di bastonate, gabbie e soprusi… ma di serenità e pace, di un regno da dominare e di strani esseri da schiavizzare… [SM=x1169383]

Ma partiamo dall’inizio…ve la ricordate mia madre? [SM=x1169391] Dopo un po’ che avevo preso Aky, mi sembrava triste lasciarlo da solo…volevo prendergli una compagna [SM=x1169427] , magari non così paurosa, magari non così grande magari… [SM=x1169391] niente. Niente da fare. Ma lo spazio a casa mia è tanto (non troppo, ma ABBASTANZA per un altro animale sicuramente, e non volevo certo buttarlo via). Allora ho pensato a un gatto. [SM=x1169425] Non ho mai avuto un gatto, Akela li adora. Chissà com’è avere un gatto…dev’essere molto bello…molto diverso dall’avere un cane. Mi sarebbe piaciuto molto. Ma qui entra in scena mio fratello… [SM=x1169378] già… lui si è affezionato molto alle cocorite… [SM=x1169380] [SM=x1169380] niente da fare, un gatto in casa gli avrebbe causato problemi di ansia…ho pensato anche a una tartaruga di terra, ma ho scoperto quasi con orrore che tutti gli annunci con scritto “regalo” o “cedo” tartaruga di terra significava sempre “vendo senza licenza”. Ecco… io sono contrarissima all’acqusto di un animale [SM=g27995] …Lo sono sempre stata, anche se non mi si può certo definire un’animalista sfegatata… Penso che loro siamo meglio di noi, questo è certo. In ogni caso, secondo me vendere o comprare un essere vivente (piante comprese) e guadagnare sulla sua vita, sulla sua nascita…mi sembra orrendo. Poi sono la prima che si è spupazzata i cuccioli di razza della cagnetta di una mia “collega”, che erano nati apposta per essere venduti…insomma, mi rendo conto che è solo una mia idea e che non posso imporla a nessuno. Ma io animali non ne compro, non finchè ce ne sono di abbandonati. Mi sentirei eccessivamente in colpa… [SM=g27995] niente tartaruga.

E’ stato allora che ho pensato al coniglio. [SM=x1169373] Eh sì…non ricordo precisamente perché…ma l’idea di un coniglio che zampettava per casa non mi dispiaceva affatto. Tempo addietro un’amica mi aveva chiesto di aiutarla nella sua attività estiva di pet sitter, che diventava intensissima durante la settimana di ferragosto… mi aveva proposto di subappaltarmi uno dei suoi lavoretti, e io avevo accettato di occuparmi di un cane che era rimasto a casa da solo mentre i padroni erano in vacanza. Una volta accettato l’incarico mi resi conto che quel cane era un grosso coniglio [SM=x1169417] . Sì, un enorme coniglio bianco che viveva tranquillamente indisturbato in un appartamento vuoto. La mia amica mi spiegò minuziosamente cosa doveva mangiare e quali fossero i lavori da svolgere in casa alla mattina. Di sera sarebbe andata lei. Siccome si trattava del mio primo impegno lavorativo ho sognato conigli bianchi in fuga per parecchio tempo. I padroni di questo animale avevano pagato profumatamente perché fosse accudito tre volte al giorno: mattina, mezzogiorno, sera. Avevano dato ogni disposizione in maniera decisamente accurata… eccessivamente accurata secondo me. Insomma, era un coniglio! Perché mai doveva ricevere visite tre volte al giorno? E poi… che gente strana, un coniglio libero in appartamento, come se fosse un gatto… e lo adoravano, e spendevano tantissimo…bha! [SM=x1169417] Io comunque sarei stata pagata per svolgere il mio lavoro alla perfezione e alla perfezione l’avrei svolto. Così ho conosciuto Ciccino. Ho constatato, con mia grande sorpresa, che era pulito quanto un gatto: anche se aveva accesso ad ogni stanza dell’appartamento, sporcava solo nell’apposita cassettina…dovevo ripulirla,dargli da mangiare ciò che la mia amica aveva tirato fuori dal frigo la sera prima (catalogna, un pezzetto di mela, un cucchiaino di mangime), tirare fuori dal frigo le stesse cose perché fossero pronte per la sera e dire ciao al coniglio. Ho notato subito che quando sentiva girare la chiave Ciccino si avvicinava…ma vedendomi entrare faceva un faccino deluso e scappava. Ero “solo” io…bene, si trattava dell’estate del 2003 e faceva un caldo infernale. Non so per quale ragione quella casa era invece un ambiente molto fresco, era molto più fresca di casa mia…così è successo che mi portavo dietro i libri e studiavo un po’ lì. Ancora non riesco a capire perché ero così convinta che i conigli fossero animali non tanto stupidi quanto, bho, insignificanti quanto a compagnia. Quella settimana ha cambiato radicalmente la mia idea a riguardo! Sebbene Ciccino non mi donò la sua fiducia immediatamente mi innamorai perdutamente di lui…e l’ultimo mio giorno di lavoro ho pianto come una bambina all’idea di non doverlo più rivedere e gli ho scattato due rullini interi di fotografie. Come era potuto succedere? Non lo so. Ma i padroni ai miei occhi non erano più persone eccentriche, ma persone normalissime. Per un coniglio questo ed altro.

Non avevo però mai preso in considerazione l’idea di prenderne uno. Ma adesso potevo… se giocavo bene le mie carte. E ho propri deciso di giocarmele tutte. Ho finto di volere un serpente. [SM=x1169446]

Intendiamoci…a me i serpenti non dispiacciono affatto, anzi. Solo, non ne terrei mai in casa uno…mi sembra innaturale, ma forse è solo una mia idea. Però sapevo che l’idea di un serpente in casa, anche se rinchiuso in una teca, avrebbe spaventato a morte i miei, soprattutto mia madre [SM=x1169391] . Così ho continuato la recita per un po’, e se qualcuno mi diceva qualcosa ribattevo che non potevano dire niente: un animale che non sporca, sta in una teca, non fa rumore…più di così? Poi un giorno mi sono fatta sfuggire per caso che non mi dispiacevano nemmeno i coniglietti. E’ stato bello, per un istante, vedere mia madre [SM=x1169391] implorarmi di prendere un coniglio… quanto sono crudele però. [SM=x1169419] [SM=x1169388] [SM=g27995] [SM=g27995] [SM=g27995]

Dovevo sfruttare il momento propizio e non essendoci annunci in università mi sono fiondata su internet…informazioni sull’alimentazione, sui vet…ma soprattutto ero in cerca di una cucciolata non voluta, non programmata… e ho scoperto che abbandonano i conigli [SM=g27999] . Ci sono rimasta malissimo, non me l’aspettavo…ci sono associazioni che si prendono cura di conigli abbandonati…ehm… ma che mondo è mai questo? Purtroppo però c’era un problema. Un bellissimo problema. Il mio cane. [SM=x1169385] Io sapevo perfettamente che Aky non avrebbe mai e poi mai fatto del male al coniglio. Lo avrebbe rispettato in quanto “cosa” mia. Ma avevo paura che il coniglio fosse eccessivamente intimorito dal cane…Pesa ventiquattro chili, Aky, io non lo considero grande ma tutti non fanno che ripetermi che è enorme…ecco, avrei preso volentieri un adulto abbandonato, ma oltre al trauma della casa nuova si sarebbe sorbito il trauma della vicinanza con un cane!! Era meglio un cucciolo, ho conoscenti che hanno preso conigli cuccioli che al cane si sono abituati benissimo…ho messo un annuncio io, in cerca di questa cucciolata non voluta. L’unico merito che avevano gli umani di Moscardo era avere risposto per primi. Avrei ricevuto quasi cento risposte successivamente…ho telefonato, e sono riuscita solo a capire che i conigli stavano crescendo e che dovevo sbrigarmi a venire a prenderlo, non potevano tenerlo [SM=x1169417] . Ho detto che sarei venuta il giorno dopo… e ho chiesto come erano i conigli. Per farmi un’idea. “Nani”, fu la risposta. “sì, ma colore? È solo una curiosità…” “Uno è nero. L’altro è un po’ macchiato.” Fine. [SM=x1169399]

Quella sera hanno trasmesso Dumbo. [SM=x1169441] Non lo vedevo da quando ero piccola. E’ stato bello rivedere le scene iniziali, mi immaginavo anche io in mezzo agli animali ad aspettare il mio pacchetto…(forse ho un minimo d’istinto materno anche io? [SM=x1169448] Bho.). poi quando ho visto…le orecchie di Dumbo ho avuto un fremito… [SM=x1169399] [SM=x1169399] [SM=x1169399] oddio, ho pensato, speriamo che sia un coniglio come si deve…un coniglio come natura vuole insomma…non uno di quei cosi con le orecchie enormi, non un coniglio con il pelo lungo…ecco, anche qui… sarà un’idea mia, ma non mi piacciono gli animali troppo artefatti… quelli troppo modellati a piacimento umano…insomma, per fare un esempio, perché mai bisognerebbe condannare un cane a respirare male per tutta la vita perché lo si vuole col muso piatto? Io i cani li adoro tutti, e dietro al muso piatto di pechinesi e boxer c’è sempre, per fortuna, un magnifico cuore di cane… ma perché decidere di farlo soffrire così? [SM=x1169398] Lo stesso vale per i gatti persiani…bellissimi… ma perché quel muso piatto che impedisce loro di risvegliarsi dalle anestesie in tempi normali? Senza contare gli animali da allevamento…i mostri [SM=x1169407] creati da noi, le mucche che producono quantità spropositate di latte, e che vengono munte un sacco di volte al giorno…stanno bene? Certo che no…una donna qualunque che abbia allattato ve lo può dire di certo come quelle mucche stanno continuamente…e le galline ovaiole…imbottite di coloranti, messe sotto luci artificiali per tantissime ore al giorno, molte di più di quanto sarebbe naturale…solo perché mangino di più, facciano più uova? E i mostri creati per farci da carne?...molte di quelle mucche pur essendo enormi non riescono a partorire vitelli tanto grandi…oddio, non volevo [SM=x1169413] , non vorrei scatenare un polverone, non è affatto mia intenzione. Purtroppo mangio anche io...ho già detto troppo. [SM=g27995] [SM=x1169397] Comunque come specie facciamo pena, e nemmeno le piante sfuggono ai nostri supplizi e alle nostre torture… [SM=x1169387]

Tornando al coniglio nano…temevo mi sarebbe arrivato un pelouche…un coniglio pelouchoso da fare impazzire una bambina di tre anni. Ero quasi sicura di volere il nero. Ma se avessi domandato il sesso e me lo avessero chiesto, avrei preso la femmina. Non mi ricordo nemmeno la motivazione…in ogni caso, se uno dei due aveva altri pretendenti oltre a me, avrei preso l’altro.

Così mi sono ritrovata su un pullman affollatissimo che si dirigeva lontano dalla città in cui studio…andava sempre più in periferia, io dovevo scendere al luna park. Nessuno mi aveva detto che il luna park era in disuso da parecchio… non c’è niente di più pauroso di un luna park fantasma… [SM=x1169400] ma ecco la ragazza, per fortuna…aveva poco tempo, doveva andare a lavorare…mi introduce in un appartamentino pieno zeppo di ragazzi e ragazze di ogni sorta, vestiti in tutti i modi possibili che parlavano tutti molti accenti diversi… [SM=x1169390] tutto sommato quel posto era simpatico.

Sussulto, nel vedere sul divano i due coniglietti…orecchie ENORMI e pelo lunghissimo. Tutti e due. [SM=x1169441] [SM=x1169441]
“Sono stati un incidente!!! Di solito i genitori non stanno mai fuori dalla gabbia insieme!!! La mamma ha avuto un parto molto difficile”
Ecco, la mamma. Un coniglio ariete che sembrava far parte della carica dei centouno. Aveva il mantello pezzato come un dalmata. Il papà sembrava invece un gattone nero dal pelo lungo… ma anche lui ariete (cioè anche lui con le orecchie lunghe). Ho temuto che mi facessero pagare i piccoli quasi di razza, ma non era così. Mi dissero che il nero era femmina, il macchiato un maschio. In teoria non avrei dovuto avere dubbi, ma…

…ma la nerina stava continuamente attaccata alla mamma. Era timida, scappava. Il macchiato (macchiato bianco-beige, color caffelatte) invece mi veniva vicino, ringhiando. Ho cercato di prenderlo in mano e mi ha graffiato, soffiava come un gatto. “Tu non avrai mai paura del cane” pensai. Perfetto, mi avevano già sbattuta in strada con l’Incidente Macchiato [SM=g27999] , dal momento che non conoscevo nessuno per l’altro coniglietto. Avevo a mala pena fatto in tempo a dire che avevo un cane.

Sul pullman mi resi conto che quella specie di peluche non aveva un nome. Mi sembrava stupido telefonare per una cosa del genere… ma proprio non l’aveva un nome o si erano dimenticati di dirmelo? Mi trovavo per la prima volta in vita mia… davanti alla necessità di dare un nome a qualcuno. Sono una patita dei nomi,i nomi sono importantissimi (sarà che non mi piace il mio?)…Avevo voluto più volte dare dei nomi ai cani del canile ma erano stati tutti cambiati…i nomi miei erano sempre troppo ricercati…ai cani in canile servono nomi che si ricordino facilmente: Vito, Luca, Luigi, Roberto, Lisa, Anna, Stefy. Anche Stefy, sì, il mio nome. L’unico nome che sono riuscita a dare. Ho guardato negli occhi il coniglio e mi ci sono persa. Anche se era un surrogato dell’incrocio tra il prodotto di qualcuno che voleva rendere un coniglio un animale da compagnia e il prodotto di qualcuno che voleva renderlo un animale da pelliccia, gli occhi di quel coniglio erano bellissimi. Come gli occhi di tutti i conigli. E quel suo continuo soffiare e ringhiare… mi faceva capire che aveva ancora il cuore di un coniglio selvatico. Due belve, ho pensato. Akela, il capo dei lupi del libro della Giungla [SM=x1169385] …e Moscardo-rà, il Principe Moscardo, il capo dei conigli dalla collina dei conigli [SM=x1169373] . “sei un’esaltata!!!” mi sono detta. Ma il pensiero mi faceva gongolare. Due capi devono per forza andare d’accordo. (a mente lucida mi rendo conto di quanto questa motivazione sia assurda…due capi non vanno mai d’accordo… ma il nome rimase ugualmente Moscardo-rà).

Mentre mi gongolavo esaltata, il ragazzo che fino a quel momento aveva occupato silenziosamente il posto a fianco del mio in pullman si tolse dalle orecchie le cuffie e mi fece una domanda che avrei dovuto sentire in seguito molte, molte volte:
“Che ca**o di animale è?” [SM=x1169417]
“E’ un coniglio!” risposi esaltata tenendo stretto il mio tesoro.
“Un coniglio?... no, non è un coniglio.”
Nessuno pensa di primo acchito che Moscardo sia un coniglio. E anche se lo spiego pazientemente, rimangono tutti della loro idea. “io so come è fatto un coniglio e quello non è un coniglio” sembrano dire tutti. E come dare loro torto? È una palla di pelo e basta… e così è rimasto, crescendo non è migliorato. Se magari lo si guarda da vicino proprio in faccia può venire in mente a qualcuno che Mos in un certo qual modo possa lontanamente ricordare un coniglio, ma da lontano è, più frequentemente una cavia, un po’ meno frequentemente un gattino e ho dovuto convincere la mia vicina che no, non si trattava di un temibile topo, non erano arrivati i topi a casa mia... Oggi, se qualcuno me lo chiede, rispondo seriamente che è un gremlins. [SM=x1169414] Effettivamente, a parte le orecchie, è la “cosa” che più gli somiglia. Di solito dopo non cercano di contraddirmi.

Quando l’ho portato a casa ero stremata, e lui pure. Lo ho messo in gabbia, perché si ambientasse almeno per la prima notte…Aky mi ha fatto le feste come al solito ma si leccava minacciosamente i baffi. Non dormo con loro, purtroppo…li ho lasciati così, uno in gabbia e l’altro davanti alla gabbia a leccarsi i baffi, e la mattina dopo il capo dei lupi si era definitivamente sottomesso al capo dei conigli. Moscardo non ha avuto problemi di convivenza col cane, mai e poi mai. Ebbi prestissimo la prova che non avrebbe mai avuto paura di Aky: la mattina stessa, diedi una carota a Moscardo e le crocchette ad Aky. Un istante dopo Aky, incrocio di ventiquattro chili e dieci anni, si dava alla fuga iseguito da un botolo ringhiante e soffiante di mezzo chilo e due mesi scarsi che rivendicava il possesso delle crocchette per cani [SM=x1169400] . Pessima fine per l’onore del Capo Dei Lupi… ma d’atronde, il cibo è sempre stato il suo punto debole. Ancora adesso quando mangiano sono costretta a separarli.

Passata la paura iniziale per quella “cosa” che mi ero permessa di portargli a casa Aky mi tolse il muso. E si affezionò molto a Moscardo… non so, non l’avrei mai pensato… non pensavo che tra un cane e un coniglio potesse nascere un legame d’amicizia tanto forte… ma Aky aveva i suoi motivi: Moscardo attaccava ogni cosa facesse paura al mio cane: scope, persone, persino gatti. Akela si avvicinava ai gatti per fare amicizia; loro lo graffiavano; Akela scappava; arrivava Mos; Mos ringhiava, soffiava e graffiava; il gatto scappava; Akela tornava. Sarebbe stato bellissimo fare un filmato e mandarlo a Paperissima!! Peccato che ora nessun gatto si avvicina mai al mio giardino. Quando è con Moscardo Aky è molto più sicuro di sé… se ci sono ospiti e io vado da loro con in braccio il coniglio che si dimena, Akela mi segue… non rimane in mezzo al corridoio in bilico tra la curiosità e la paura. Non so se pensa: “Se non fanno male al coniglio non lo fanno a me” o se pensa “non mi faranno male perché in tal caso il coniglio li sbrana” ma viene… ed è bellissimo, è come se lo consideri un piccolo cane. Inoltre da quando c’è Moscardo Akela prende spesso delle iniziative che sono l’espressione di una sicurezza interiore più salda: scava in giardino (prima non si sarebbe mai permesso) e prende il cibo dalle mani, perché Moscardo lo fa. Veramente a volte ho l’impressione che Aky scavi dove Mosk gli dica di scavare… e a volte il cibo dalla mano lo prende per darlo a Mosk. Ma non posso certo criticare la sua dignità perduta, dal momento che io sono conciata peggio di lui.

Avere un coniglio…è un’esperienza che consiglio a tutti, e a nessuno! [SM=x1169386] Ci ho messo tanto all’inizio: la sua fiducia non era inclusa nel rapido contratto che avevo stipulato con la sua ex umana. Me ne sono resa conto immediatamente. Graffiava, soffiava, ringhiava come un piccolo mostro [SM=x1169400] . Ma io ne ero ben felice… nonostante l’aspetto, che avrebbe reso entusiasta una bambina di tre anni amante dei peluche, quello era un coniglio vero, era molto più selvatico lui del buon vecchio Ciccino. Sembrava davvero uscito dal libro: “La collina dei conigli” [SM=x1169373] !Durante il primo periodo in cui cercavo di guadagnarmi la sua fiducia alcune persone a me vicine mi fecero notare che avevo dei tagli giusto all’altezza delle vene dei polsi…stava cercando di uccidermi, e siccome era furbo voleva farlo passare per un suicidio…eh eh… piccolo gremlins, dovrai vedertela con me! [SM=x1169400] ero felice, avevo Akela che mi aveva riempito la vita e non mi mancava più nulla… ma volevo la fiducia di quel coniglio selvatico… e piano piano, non so come, un passino alla volta ( i conigli non hanno MAI fretta…) la ottenni. A rate ovviamente…prima si lasciò spazzolare quel pelo assurdo, un misto tra seta, angora e velluto, come ho sempre detto…poi cominciò a leccarmi un po’ le mani, anche non in presenza di cibo… accettava i NO, ma solo se c’ero io. D’altronde ha ragione, mica è un cane. Perché dovrebbe non fare una cosa che mi dispiace se non ci sono? Non fa una grinza…ma presto riuscii a coccolarlo quasi come si deve…e la vigilia di natale mi leccò la guancia, gesto che ora fa quasi abitualmente!
Sempre, quando mi sembrava che il nostro rapporto andasse a gonfie vele e che godessi della sua piena fiducia, lui mi faceva un regalo inaspettato… ho imparato che, esattamente come con i rapporti con gli esseri umani, l’amicizia con un coniglio va coltivata giorno dopo giorno, che bastava un nonnulla per rovinare un lavoro di mesi, che non potevo trascurarla né darla per scontata, e che questa amicizia era ed è tuttora in continua evoluzione… proprio, dicevo, come i rapporti con gli esseri umani. Nella mia testa ho sempre paragonato i conigli ai cavalli…bene o male, il rapporto che abbiamo con loro è lo stesso… se qualcuno vuole un coniglio da tenere in gabbia o un cavallo da rendere schiavo, prego, si accomodi, si può fare eccome… ma questo qualcuno non sa quanto sono grandi e meravigliosi il cuore di un coniglio e il cuore di un cavallo, anche se ci vuole una vita per intravederli…ecco, secondo me è così.
Di conseguenza, se Aky mi ha fatto l’enorme regalo di trovare la voglia e il gisto di riprendere a vivere, se non altro per lui, per gli animali, per il mestiere che ho scelto… Moscardo mi ha regalato una cosa altrettanto importante, che è anche un po’ merito dei cavalli a dire la verità. La fiducia negli esseri umani, in alcuni, non in tanti… ma se l’ho riscoperta è grazie a lui!
Perché ecco, è difficile da spiegare a chi non l’ha provato…un coniglio, con le sue continue esigenze, le sue continue “pretese”, i suoi rari ma meravigliosi regali… ti fa davvero riscoprire la bellezza di un rapporto con qualcuno. Ti prende il cuore e te lo cambia, a forza, anche se non vuoi. E quando te ne accorgi ci sei dentro fino al collo…io, futuro medico si spera, parlo spesso di incantesimi e magia quando parlo di Moscardo. Si deve trattare di una magia per forza! Ho conosciuto persone che possedevano conigli: il punto è che siamo schiavi di loro e la pensiamo tutti allo stesso modo sulla magia!

Vedo le persone in modo diverso, grazie a lui. Perché lui mi ha un po’ insegnato a pensare “da coniglio”, a pretendere, ovviamente nei limiti, il meglio da chi mi sta intorno; se no pazienza. No, non schiavizzo la gente… solo, mi voglio un po’ più di bene. E vedo anche le persone come se fossero “conigli”. Con loro mi comporto come con Moscardo. Pazienza, tanta, e tenacia. E se qualcosa non va bene va detto subito. E se nasce un’amicizia, bisogna coltivarla, sempre, mai lasciarla andare…nulla è scontato, anche le piccole cose hanno un grande valore; e l’amicizia, se è vera, persiste nel tempo ma si evolve…

Probabilmente penserete che sono pazza, se mi è servito un coniglio per capire queste cose… ma va bhè, pazienza. Davvero nessun essere umano era mai riuscito a insegnarmi il modo giusto di procedere con gli altri esseri umani, e ancora adesso faccio una gran fatica!
[SM=x1169405] [SM=x1169405]
P.S. non lascerei Mosk per andare in vacanza per niente al mondo… ma se dovesse succedere, pagherei profumatamente perché venga visitato DIECI volte al giorno…



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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08/04/2007 12:47
 
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Grazie per aver condiviso con noi quest'altra splendida storia [SM=x1169390] ...
Chi non ha mai avuto un coniglio non può immaginarle nemmeno certe cose, a guardarli sembra non siano in grado di dare tanto. Come però ho capito e spero che molti abbiano capito, gli animali sono molto più di ciò che possiamo vedere, sono esseri viventi speciali come noi se non di più!
Moscardo ha decisamente carattere, un coniglio che ha coraggio da vendere, ed è bello leggere che la sua presenza ha donato insegnamenti sia a te che al tuo Akela, infondendogli coraggio e sicurezza... [SM=g27987]

"La vera bellezza non si percepisce con gli occhi, ma col cuore"


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15/07/2007 20:56
 
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Bhè, ecco...
Sono qui. Mi pesa tantissimo...ma da qualche parte devo scriverlo, Akela mi ha lasciata.
Il 9 luglio.
Ha cominciato ad avere dei piccoli disturbi... che in realtà nascondevano una cosa molto più grossa, un tumore ai polmoni. Purtroppo ha sofferto tantissimo...era irriconoscibile... anche se, ecco...il tutto non è durato più di due settimane.
Lui era... il mio angelo, era tutto per me. E' stato molto più difficile di quanto avessi immaginato lasciarlo andare. In fondo non era così tanto vecchio...
E' stato un cane sfortunatissimo...la felicità per lui è durata tanto poco... e io mi sento proprio persa, senza il mio lupacchiotto.
Ma immagino che sia così per tutti, quando un amico viene a mancare.



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
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mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
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F. de Andrè

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Sesso: Maschile
16/07/2007 00:29
 
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Mi dispiace molto...
COme ti ho detto una parte di lui è in te che ti segue sempre, non ricordarlo sofferente... E' stato un cane molto fortunato, ha trovato un amica vera, e lui lo sapeva...

"La vera bellezza non si percepisce con gli occhi, ma col cuore"


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16/07/2007 18:45
 
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Grazie. grazie di cuore.



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
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16/07/2007 20:51
 
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Mi dispiace tanto! so cosa si prova a perdere un amico, a me è successo 4 anni fa! Un Tumore alla prostata si è portato via Stark il primo,è stata una cosa straziante. Ho pianto per tato tempo e qualche volta lo faccio ancora adesso, sopra il pc ho l'ingrandimento di una sua foto e gli parlo ancora, come ero solita fare durante le nostre passeggiate nei boschi, con il sole, la pioggia, con mezzo metro di neve....Adesso ho un altro Stark, di cui sono innamorata ma l'altro saràsempre parte di me!
A me piace ricordarlo che corre felice nei prati, Mentre scrivo questo mi sto commuovendo..Fatti coraggio!
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Post: 1.436
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16/07/2007 22:33
 
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Grazie... come ti capisco... [SM=x1169410]
Anche io ora ho una cagnetta bellissima... ma Akela sarà sempre Akela. [SM=g27998]



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

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Post: 278
Sesso: Femminile
18/07/2007 23:57
 
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Dolcissimo Akela, da pochi giorni hai una nuova casa in un mondo che non è più questo. In un mondo dove potrai dimenticare tutte le umiliazioni che hai subito, le violenze che hai visto e vissuto, ma che non ti farà dimenticare l'amore che hai avuto. Non dimenticarti mai di Stefy; abbi sempre un sorriso per lei anche se non potrà vederlo. Quando arriverai dall'altra parte dell'arcobaleno, troverai un coniglietto di un mese, tutto nero come te. Si chiama Rabbit. Giocaci insieme e abbi cura di lui perchè è malato. Per il resto ti auguro tanta felicità, ma anche senza questo augurio, tutti sappiamo già che è tua. Ciao, Aky; anche al tuo prossimo compleanno saremo tutti qui a ricordarci di te. Fai buon viaggio.

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Post: 1.436
Sesso: Femminile
19/07/2007 23:27
 
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[SM=x1169410]
Marina, Rabbit giocherà insieme ad Aky, a lui piacevano i conigli... ma ora non è più malato... così come non lo è più Akela...ora...non soffrono più [SM=g27998]



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Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

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la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
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F. de Andrè

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Post: 1.436
Sesso: Femminile
21/07/2007 23:21
 
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Ecco il mio addio...
Concedetemelo... è stato pubblicato. E rimarrà lì sempre... [SM=x1169385]

www.inseparabile.com/status.htm



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

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F. de Andrè

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Post: 4.085
Sesso: Maschile
22/07/2007 00:05
 
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Belle parole di addio [SM=x1169418]

"La vera bellezza non si percepisce con gli occhi, ma col cuore"


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Post: 478
Sesso: Femminile
23/07/2007 07:29
 
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Al termine della strada.

Al termine della strada,
non c’è la strada
ma il traguardo.

Al termine della scalata,
non c’è la scalata
ma la sommità.

Al termine della notte,
non c’è la notte
ma l’aurora.

Al termine dell’inverno,
non c’è l’inverno,
ma la primavera.

Al termine della disperazione,
non c’è la disperazione,
ma la speranza.

Al termine della morte,
non c’è la morte
ma la vita.

Al termine dell’umanità,
non c’è l’uomo,
ma c’è l’Uomo –Dio

(Joseph Folliet)

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Post: 1.436
Sesso: Femminile
23/07/2007 11:53
 
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Grazie... è bellissima! [SM=x1169410] [SM=x1169410] [SM=x1169389]



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
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Quando brillava il vespero vermiglio,
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gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
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Da bambino volevo guarire i ciliegi
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la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
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perchè i ciliegi tornassero in fiore,
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F. de Andrè

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Post: 278
Sesso: Femminile
24/07/2007 20:19
 
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[SM=x1169393] Mi stanno ancora scendendo le lacrime. Mi hai commossa, mi ha commossa quella canzone e tutti qui ricordi....
Mi hanno commossa quelle persone davanti e dietro di te e per alcuni di quegli sfortunati animaletti mi si è straziato il cuore.
Ho capito, da queste cose, che anch'io ero pronta ad avere un animale e a prendermene cura anche se, prima di Maccholina e Rabbit non l'avevo mai fatto.

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