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Foresta equatoriale

Ultimo Aggiornamento: 20/12/2006 21:35
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20/12/2006 21:35
 
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Foresta equatoriale
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La foresta equatoriale (chiamata anche foresta pluviale) è caratterizzata da una vegetazione arborea alta e densa, e forma un ecosistema caldo e umido. A questa foresta viene talvolta attribuito il nome di foresta vergine per antonomasia.

Nelle zone presso l'Equatore si estendono immense foreste pluviali, che in passato erano assai più estese di oggi.

La più grande foresta pluviale del mondo è quella dell'Amazzonia, nell'America del Sud. Essa copre un territorio di circa 7 milioni di chilometri quadrati (pari a circa venti volte l'Italia). La seconda foresta pluviale per estensione si trova in Africa Centrale e ricopre il bacino del fiume Congo.

Queste regioni forestali forniscono una grande quantità di ossigeno, anche se l'esatta valutazione di quest'apporto è controversa (per alcuni, metà di tutto l'ossigeno contenuto nell'atmosfera). Il massiccio disboscamento a cui sono sottoposte le foreste pluviali provocano quindi conseguenze molto gravi non solo per le popolazioni locali, ma anche per l'intera umanità, perché si riduce un vero e proprio "polmone della Terra".

Dagli alberi che la compongono si ottiene il pregiato legname utilizzato in ebanisteria, ad esempio dalla Dalbergia nigra e Dalbergia latifolia (palissandro), dal Diospyros ebenum (ebano) , dalla Swietenia (mogano). Questo rende la foresta equatoriale appetibile ai fini economici, contribuendo alla sua riduzione e distruzione.

Il clima
Nella zona dell'Equatore il clima rientra tra quelli tropicali umidi: è caratterizzato dalle alte temperature, dalla continuità delle piogge e dall'elevata umidità dell'aria. Alla latitudine dell'Equatore, c'è una sola stagione, calda umida, con temperature diurne che oscillano tra i 20 e i 28 °C. Il dì e la notte si alternano con durate simili (12 ore) per tutto il corso dell'anno. Ne consegue che la temperatura non conosce ma i forti sbalzi e che l'evaporazione rende l'aria satura di umidità: si formano costantemente nubi dense che ristagnano nell'atmosfera, perché all'Equatore non spirano mai forti venti. La cappa di nubi e l'umidità mitigano almento in parte l'incidenza dei raggi solari, perché ostacolano l'irraggiamento diretto del suolo: le temperature massime diurne toccano i 35 °C, ma non raggiungono mai i valori torridi dei deserti; nelle ore notturne l'umidità abbassa le temperature di alcuni gradi. Non c'è giorno interamente sereno; nelle ore pomeridiane si scatenano improvvise le piogge equatoriali: sono vere e proprie valanghe d'acqua che si rovesciano dal cielo e trasformano i sentieri in torrenti di acqua giallastra. Poi, così come improvvisamente sono iniziati, questi acquazzoni finiscono, e il sole ricomincia a splendere. Possono cadere fino a 3-4 metri di acqua in un anno, contro la media di 70 centimentri l'anno in Italia. All'Equatore non ci sono dunque differenze stagionali, ma un'unica estate calda, piovosa e umida. È per questa caratteristica climatica che la foresta equatoriale si chiama anche foresta pluviale. Il sostantivo latino pluvia infatti significa pioggia.

Il bioma
La foresta pluviale è una barriera quasi impenetrabile: sembra un unico organismo, fitto, intricato, nel quale l'uomo può inoltrarsi soltanto con difficoltà ed estrema cautela, aprendosi la strada con il machete, una specie di spada affilata.

Il caldo e l'umidità creano le condizioni ideali per lo sviluppo della vegetazione che cresce con un ritmo rapidissimo e raggiunge dimensioni eccezionali.

La foresta è sempreverde, perché non esiste l'alternanza delle stagioni: mentre alcune foglie muoiono e cadono, altre spuntano in un ciclo continuo. Il verde prevale in ogni periodo dell'anno e la vegetazione è sempre rigogliosa.

Il manto vegetale si dispone a strati sovrapposti come se a una foresta se ne sovrapponessero altre. Lo strato più basso è formato da un fitto sottobosco, fatto di arbusti intricatissimi, di felci giganti, di piante carnivore, tra cui i raggi del sole penetrano a stento: tutte queste specie fanno a gara per uscire dalla penombra e conquistarsi un po' di luce preziosa. Intorno alle radici contorte degli alberi e intorno ai tronchi pendono e si avvolgono liane, piante rampicanti e un numero infinito di piante parassite o semplici epifite, che si appoggiano ad altre piante per vivere, formando un groviglio inestricabile.

Nello strato superiore si trovano gli esemplari di media grandezza sopra cui svettano le chiome larghe dei grandi alberi che raggiungono i 50-60 metri di altezza.

Il bioma della foresta pluviale si distingue per la ricchezza della flora e della fauna: ospita infatti il 40% delle specie vegetali e animali viventi. Non ci sono alberi simili uno accanto all'altro, ma sempre un'incredibile varietà di forme e dimensioni.

Nella foresta pluviale sono state contate fino a 10 000 specie vegetali differenti e si incontrano le piante più varie: palme di vario tipo, differenti specie di Ficus, il mogano, l'ebano e il palissandro, che offrono legno duro e pregiato. Nelle zone paludose e dove la foresta si sviluppa lungo il mare crescono le mangrovie, dotate di radici aeree che affondano nel fango o nell'acqua. Grazie a queste, riescono a resistere alle piene frequenti dei fiumi e alle alte maree.

Una caratteristica particolare della foresta è il suo rumore. La foresta tace solo negli attimi che precedono l'acquazzone della fauna e, in particolare, degli uccelli e degli insetti che lanciano richiami, volano o scavano nidi nel legno.

La foresta pluviale è l'habitat ideale per la vita di una fauna molto varia. Prevalgono gli insetti, gli uccelli e gli animali di piccole dimensioni perché la vegetazione ostacola il movimento dei grandi animali, che preferiscono gli spazi aperti. Si incontrano: scimmie, coccodrilli, anaconde e, ancora, roditori, rane, rospi e uccelli di ogni tipo: tucani, pappagalli, rapaci.

La vita umana
Le foreste dell'area equatoriale sono uno dei luoghi meno popolati della Terra: in Amazzonia, per esempio, vi è una densità inferiore a un abitante per chilometro quadrato. Queste foreste sono infatti luoghi inospitali per gli uomini, benché esse possiedano risorse importanti, tra cui soprattutto il legname. Il terreno è poco adatto all'agricoltura: nonostante l'azione del Sole, infatti, esso è sempre imbevuto dell'acqua delle piogge e delle inondazioni. Le acque stagnanti provocano la putrefazione dei materiali organici e costituiscono un ambiente ideale per gli insetti. L'afa che ristagna in queste regioni rende l'attività fisica molto pesante. Inoltre le scarse risorse agricole, le cattive condizioni igieniche, le malattie creano difficoltà alla sopravvivenza degli uomini, tanto che la vita media è molto più breve che in altre parti del mondo e la mortalità infantile molto più elevata. Gli uomini vivono in gruppi ridotti, di tipo tribale, occupano aree molto vaste e attualmente diminuiscono di numero, perché si sta riducendo l'estensione degli ambienti primordiali che costituiscono la loro patria.

"La vera bellezza non si percepisce con gli occhi, ma col cuore"


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