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La storia degli indiani d'America

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2007 00:27
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28/11/2006 22:19
 
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La storia degli indiani d'America
FONTE

Gli Indiani d'America sono molto simili ai Mongoli che vivono in Asia; questo perchè l'attuale Stretto di Bering non esisteva e Asia e America, essendo attaccate fra loro, permettevano così a queste popolazioni il transito fissando la loro dimora dapprima in Canada e successivamente negli Stati Uniti. I loro primi contatti con il resto del mondo,risalgono a circa 1.100 anni d.C.;sono i Vichinghi che hanno l'onore di incontrare per primi questa nuova razza.

Ma la svolta alla loro esistenza,avviene nel 1492, quando Cristoforo Colombo,che contava di giungere nelle Indie,sbarca sulle loro spiagge e così chiama questi nuovi popoli "indiani". Qualche anno dopo, partono le prime spedizioni europee alla scoperta del nuovo continente, e quindi la colonizzazione della parte orientale degli Stati Uniti e del Canada con conseguente inizio degli scontri con le tribù insidiate in quelle terre.
mappa offerta da Frank Castle Nel 1755 gli Inglesi e i Francesi iniziano una guerra per possedere la valle dell'Ohio.Anche gli Indiani partecipano a questa guerra; gli Irochesi alleati agli Inglesi, mentre gli Algonchini si alleano ai Francesi. La guerra termina nel 1763(verrà così chiamata "la guerra dei sette anni") con la vittoria degli Inglesi, siglata dal trattato di Parigi.
Nel 1763 il Parlamento concede ai Nativi il diritto di rimanere sulle terre non ancora cedute e garantisce tranquillità alle loro popolazioni.
Ma intorno al 1770, gli Irochesi sono costretti a firmare il trattato di Stanwick che gli obbliga a spostarsi più a ovest e ad abbandonare le terre dove avevano sempre vissuto.
I coloni europei si espandono sui territori dei Nativi e, infrangendo il trattato del 1763,scacciano i Delaware e gli Shawnee, ponendosi contro gli Inglesi che erano favorevoli ad una alleanza con i Nativi.

Negli anni successivi,proseguono le guerre fra Inglesi e Americani,alle quali i Nativi prendono parte, ma quando nel 1787 nascono gli Stati Uniti, per tutte le tribù indiane è l'inizio della fine.
Il primo presidente Washington, inizia una guerra contro gli Indiani che porta alla battaglia di Fallen Timbers, dove gli Indiani subiscono una forte sconfitta ad opera dell'esercito americano guidato dal gen. Waine, complice il tradimento degli Inglesi che,in un primo tempo, avevano promesso loro aiuto.

Nell'agosto del 1795, le tribù Shawnee e Miami, sono costretti a firmare il trattato di Greenville,con il quale perdono circa 60.000 chilometri quadrati del loro territorio.
E' proprio alla luce di questi avvenimenti che Tecumseh, divenuto da giovane capo della tribù Shawnee, inizia un lungo viaggio in tutto il Nord America, con l'intento di convincere gli altri capi a creare uno stato indiano nel quale tutte le tribù risultino unite.

pellerossa Ma intanto l'uomo bianco continua a volersi espandere, e si arriva così al 1830 dove il Congresso Americano vota un decreto,l"Indian Removal Act", con il quale le tribù del sud-est sono costrette a lasciare le loro terre e a trasferirsi ad ovest del Grande Fiume Mississippi.

Fra il 1850 e il 1853 le tribù dell' ovest, Sioux,Cheyenne,Arapaho, Crow,Apache e Comanche, convinti che l'esercito li proteggerà dai pionieri, firmano trattati per la costruzione di strade e forti nei loro territori. La risposta è sempre la stessa: esercito e pionieri invadono i territori, relegando le tribù in territori insufficenti. Inizia così un periodo in cui gli Indiani, si segnalano per una serie di attacchi sia contro l'esercito che contro i pionieri.

Nel 1858 i Messicani sterminano la famiglia di Geronimo, che giurando odio eterno nei loro confronti, inizia la battaglia di uno dei più famosi e terribili capi della storia. Viene catturato e rinchiuso nella riserva di San Carlos, da cui riesce a fuggire e scatenare l'inferno nel sud-ovest; viene ripreso ma riesce a fuggire ancora dalla riserva; dopo anni di battaglie, stanco di combattere si arrende e chiede una riserva nelle terre d'origine per il suo popolo.
Finisce la sua vita come attrazione in uno spettacolo itinerante.

Fra il 1862 e il 1868, nonostante sia in corso la Guerra di Secessione, il gen Carleton e Kit Carson attaccano i Navaho che si rifiutano di trasferirsi in una riserva ad est del New Mexico. Dopo anni di lotte, stremata dalla fame e dalla malattia, la tribù accetta il trasferimento.
Lo stesso trattamento fu riservato agli Apache che,con i loro capi Manica Rossa e Cochise, prima di arrendersi, per alcuni anni seminano il terrore compiendo massacri passati alla storia.

Nel 1864 i Cheyenne attaccano un treno merci. Il col. Chivington come risposta attacca il villaggio di Sand Creek,nonostante gli Indiani espongano la bandiera bianca in segno di resa. Nella strage non si risparmiano nemmeno donne e bambini. I Sioux guidati da Nuvola Rossa e da Cavallo Pazzo, per vendicare Sand Creek, attirano in un imboscata in reggimento dell'esercito ed uccidono tutti gli uomini. Seguono una serie di scontri con perdite da una parte e dall'altra, ma che mettono in evidenza la strategia, il valore e il coraggio dei due capi Sioux.

Nel 1868 i Cheyenne di Pentola Nera,che era sopravvissuto a Sand Creek e si era battuto per la pace fra bianchi e Indiani,vengono attaccati di sorpresa da Custer sul Washita River: è un'altra strage.

pellerossa Nel 1872 sono i Modoc a fuggire da una riserva in cui erano stati confinati assieme ai Klamath con i quali non erano in buoni rapporti. Guidati da Kintpuash(Captain Jack),raggiungono le loro terre sui Lava Beds. Grazie all'astuzia del loro capo e al territorio impervio, resistono a lungo all'inseguimento degli Americani,costringendoli ad una delle guerre più dure e costose. Kintpuash viene catturato e impiccato.

Il 1876 è un anno importantissimo nella storia dei Nativi. I Sioux di Toro Seduto e Cavallo Pazzo,si uniscono ai Cheyenne di Due Lune, e tengono una grande cerimonia chiamata "Danza del Sole" sulle rive del fiume Rosebud. Dopo qualche giorno vengono attaccati dalle truppe del gen Crook, ma dopo uno scontro durissimo Cavallo Pazzo e i suoi uomini resistono e hanno la meglio.
Viene successivamente ordinato al gen. Custer, di andare in avanscoperta, ma quest'ultimo senza aspettare i rinforzi decide di attaccare . Toro Seduto fa evacuare l'accampamento,ordinando ai suoi uomini di lasciare accesi i fuochi e di nascondersi sulle colline circostanti pronti per l'attacco. Custer è convinto di prendere gli Indiani di sorpresa e lancia il suo settimo reggimento di cavalleria contro l'accampamento, ma quando si accorge che è vuoto, i guerrieri indiani escono dalle colline e per lui non c'è speranza. Questa è la vittoria più importante nella storia dei Nativi.

Nel 1877 anche i Nez Percè sono costretti a lasciare la loro terra nella valle di Wallowa,per trasferirsi in una riserva; una parte della tribù non accetta e si dà alla fuga inseguita dall'esercito. Inizia così una lunga marcia da parte dei Nativi guidati da Capo Giuseppe, durante la quale si susseguono gli scontri con l'esercito americano,e che li porterà a raggiungere l'accampamento di Toro Seduto in Canada.

Nel 1878, dopo la battaglia di Little Big Horn, i Cheyenne e gli Arapaho accettano di andare a vivere nelle riserve,con la promessa del governo americano di poter fare ritorno alle loro terre qualora la riserva non fosse di loro gradimento. Naturalmente la riserva si rivela arida e senza selvaggina da poter cacciare, e i Nativi guidati da Coltello Spuntato e Piccolo Lupo, iniziano una fuga per poter tornare nelle loro terre, che porterà ad ottenere una riserva nelle loro terre, dopo anni di scontri e numerose perdite di uomini.

Il 12 dicembre del 1890, l'esercito si reca a casa di Toro Seduto per arrestarlo. Soltanto dopo tre giorni i soldati riescono ad entrare nella casa difesa dai guerrieri fedeli al loro capo;Toro Seduto cade ferito mentre Red Tomahawk gli infligge il colpo di grazia.

Sempre nel 1890 il settimo reggimento di cavalleria, raggruppa i Sioux a Wounded Knee Creek con l'intento di trasferirli verso altre riserve. A causa di qualche scontro, i soldati aprono il fuoco e alla fine uccidono più di trecento tra uomini,donne e bambini.

Fra il 1891 e il 1898 tutti i Nativi vengono relegati per sempre nelle riserve , ad eccezione dei Chippewa che danno origine ad una rivolta che termina in un bagno di sangue.

"La vera bellezza non si percepisce con gli occhi, ma col cuore"


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14/03/2007 21:37
 
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una storia che conosco bene.... [SM=g27996]

hau!!!!!!sn uno studente italiano mezzo indiano d'america.
21/03/2007 13:20
 
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...
E' difficile credere di come si sia potuto sterminare un così onorevole popolo come i nativi (veri americani)...
Ma colombo non poteva crepare di infarto o naufragare con tutti quei porci marinai che aveva con se?
Se solo gli indiani non fossero stati così pochi o si fossero uniti in un enorme battaglione...
I bianchi hano vinto solo con l'inganno e le armi da sparo!
Hanno vinto da vigliacchi ( come sempre)
Mai avranno il coraggio di quei popoli meravigliosi!
E poi io la vedo così:i bianchi assassini sono a fare compagnia al diavolo...unico compagno che si meritano...
E gli indiani sono nell'Eterno Paradiso col Grande Spirito lontanti da ogni sofferenza...
Onore al popolo nativo americano!
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21/03/2007 16:21
 
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Onore ai nativi. Popolo al quale sento di appartenere.
MITAKUYE OYASIN


[SM=x1169429] [SM=x1169429] [SM=x1169429] [SM=x1169429] [SM=x1169429] [SM=x1169429]
22/03/2007 00:23
 
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...
Anche io mi ci ritrovo in loro...ho letto molte cose e li trovo sensazionali... Io ho conosciuto i Sami e credetemi a volte mi mancano a distanza di un anno...strano rh?
Io lo dico sempre che sei fossimo tutti indiani il mondo sarebbe un luogo stupendo...
La Madre terra non avrebbe subito tutti quei danni, non avrebbe eprsoo così tanti figli, non sarebbe così piena di petrolio nei mari, non sarebbe così spenta ora come ora e non avrebbe pianto così tanto....
Loro hanno molto da insegnarci e i bianchi ancora oggi gli rendono la Vita impossibile...
Era come diceva gesù...<< I giusti saranno perseguitati! >>
e così è....

[Modificato da lupo anziano 22/03/2007 0.30]

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05/04/2007 00:41
 
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Volevo dire che gli Indiani (anzi, i Nativi Americani) mi hanno sempre affascinata molto: concordo con tutto quello che dite...temo che se Colombo non avesse scoperto l'America l'avrebbe scoperta purtroppo qualcun altro... e conoscendo gli europei...il corso della storia non sarebbe cambiato molto da quello che è stato, temo...

No, ma volevo dire una cosa... è da molto che ci penso... non avete notato che l'uomo si comporta un po' ovunque da "estraneo"? deve distruggere e costruire cose che sono a lui più congeniali...si inventa case che sono il più lontane possibile dalle abitazioni degli animali, cerca di annientare tutto,comprese le altre specie viventi, cerca di occupare più spazio possibile e crede di essere il padrone e signore del pianeta...questo succede un po' dappertutto...è come se volesse un mondo diverso, artificiale, e cercasse ad ogni costo di ottenerlo...

Gli Indiani non erano affatto meno evoluti degli europei quando è avvenuto quel terribile incontro. Le loro conoscenze in medicina e astronomia eranoi di gran lunga superiori alle "nostre". Eppure accettavano il mondo bellissimo che ci è stato donato, vivevano in armonia con esso, rispettavano animali e piante come fratelli. Loro erano perfettamente a loro agio su questo pianeta tanto quanto "noi" ci siamo sempre sentiti estranei ad esso...

Ora, a parte il fatto che erano, sono senz'altro molto più ragionevoli di noi... vi siete mai chiesti il perchè di questa profonda, radicale differenza? vi siete mai dati una risposta? Perchè loro si sentivano a "casa" su questo pianeta e noi per sentirci a casa abbiamo bisogno di asfalto, automobili e computer, cose totalmente estranee ad esso?

Io ancora non riesco a capirlo, capisco solo che se fosse stato così per tutte le civiltà, come dite giustamente voi vivremmo in un Paradiso, mentre invece è il metodo di vita antropocentrico e sbagliato quello che ha vinto, vergognosamente... [SM=g27992]



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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05/04/2007 11:11
 
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Prendersela con colombo però mi sembra assurdo...
un uomo coraggioso, certo non era un santo, ma una persona curiosa, intelligente, di quei uomini che lasciano il segno...

che non sapeva ciò che ha scoperto e tutte le conseguenze.
E' la cattiveria dell'uomo, la sete di potere, i mercenari,
la religione....credere di essere quelli che hanno il diritto di passare su tutto e tutti...I SUPERIORI, I GIUSTI.
Che schifo.

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06/04/2007 17:33
 
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Cari fratelli e sorelle se tutti avessero il vostro buon cuore probabilmente il popolo di mio nonno srebbe ancora libero di vivere negli splendidi fondali naturali della nostra isola della tartaruga!Purtroppo quel che ha passato il popolo di mio nonno ormai fa parte della storia e per quanto possa far male bisogna sperare in un futuro più sereno ed a un ritorno alla natura. [SM=x1169385]

hau!!!!!!sn uno studente italiano mezzo indiano d'america.
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16/04/2007 21:02
 
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bella la storia degli indiani d'america!..e la loro cultura, ma so che anche i celti erano molto a contatto con la natura.



07/05/2007 13:17
 
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Lupo per gli indiani
Il lupo viene posto in relazione, nella tradizione indiana, con la stella Sirio nella costellazione del Leone, dalla quale, secondo la leggenda, provenivano i maestri dell'antichità.

Anche il lupo infatti viene considerato un maestro, che dopo un lungo girovagare fa ritorno al suo branco per riferire delle sue osservazioni e delle sue esperienze.

Vive strettamente all'interno della famiglia, ma senza rinunciare alla sua indipendenza.

Si sceglie una compagna alla quale resterà fedele per tutta la vita.

Ululando alla luna si ricongiunge alla forza di questa, alla sua energia spirituale e alla forza dell'inconscio, via d'accesso alla conoscenza.

Il lupo ci può dare l'energia per insegnare agli altri, per aiutarli a comprendere meglio la vita e a trovare la loro propria strada.

Usando la forza del lupo possiamo riuscire a riprendere contatto con il nostro maestro interiore.

fonte: www.indianiamericani.it/a-totem.php?id_totem=41

come potevo non scrivere questa cosa essende amante di questo animale che sembra venuto dal Regno?

a volte sento d'essere sento un lupo in una vita precedente...
anzi ne sono certo...



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25/05/2007 16:25
 
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Colombo era come il 90% degli Europei dell'epoca ( se nn anke di oggi..) un opportunista che voleva arricchirsi.
Certo, grande esploratore e navigatore, intelligente, ma anke un vero aguzzino delle popolazioni indigene.
Su una lettera scrisse
" I popoli locali sono così docili, mansueti " riferito alla popolazione indigena dell'odierna Cuba.
Li obbligò con la forza al cristianesimo, sfruttandoli in tutti i modi possibili, massacrandoli.
Innalzò 87 forche in continua funzione.
100 anni dopo l'arrivo di Colombo le pacifiche popolazioni indigene erano completamente mutate, giustamente, diventando loro stesse molto aggressive e cruente nei confronti degli stranieri che avevano accolto con fiori.
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25/05/2007 17:07
 
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Purtroppo la prassi che hai descritto Ithaqua è un modus operandi adottato ancora oggi però in maniera leggera. Intendo quello della conversione alla nostra vuota cultura, la "civilizzazione". Questa ammazza intere culture, le priva della loro anima direi. Non capisco poi perché debbano convertire ad altre religioni, è una cosa che non sopporto. Tutt'ora accade con le ultime popolazioni indigene, forse dietro alla civilizzazione ci sono interessi economici che mirano ad impossessarsi dei territori in cui queste popolazioni vivono. Alla fine il modo di fare dell'"Uomo Bianco" non è cambiato, adesso ha imparato però a cammufare meglio le sue vere intenzioni.

"La vera bellezza non si percepisce con gli occhi, ma col cuore"


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27/05/2007 00:27
 
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Ithaqua... ho letto anche io queste cose su Colombo. Ho letto anche che scrisse che "sembravano fatti apposta per essere assoggettati" [SM=x1169404]
E' che loro erano così pacifici e ingenui... soprattutto quelli che ha incontrato lui, nell'america centrale...
E' bruttissima la storia di convertire le popolazioni, ma ovviamente celava intenti ben peggiori di cancellare le religioni e i credi locali...
Che bella figura abbiamo fatto (e continuiamo a fare!)



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
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Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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