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Il Dio Lugh

Ultimo Aggiornamento: 07/08/2007 11:15
07/08/2007 11:15
 
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Delle quattro feste che compongono la ruota dell’anno celtico, la quarta, istituita l’1 Agosto, porta il nome di una importante divinità, Lugh, dal cui nome deriva la festa di Lughnasad.
Prima di parlare della festività occorre esaminare la storia e le caratteristiche di questa divinità, tanto importante da aver dato il nome a parecchie città europee, tra le quali citiamo Lione e Loden in Francia, Liegnitz in Polonia, Leiden in Olanda, Lugos in Spagna e Lucca in Italia.

Lug nasce dall’unione di Cian, figlio di Diancècht, della stirpe dei Tuata de Danann e Eithne, figlia di Balor, della stirpe dei Fomori.
La sua infanzia è alquanto intricata, infatti vi è più di una versione su chi realmente lo allevò; la storia narra che Balor, temendo l’avverarsi di una profezia che lo voleva ucciso da un suo nipote, ordinò di gettare i tre figli avuti dalla figlia, ordine che venne eseguito ma per un caso fortuito uno dei tre nipoti, Lugh, riuscì a salvarsi e venne preso dalla Druidessa Birog, la quale lo portò al Dio del mare e delle profondità Manannan Mc Lyr, che allevò il giovane dandogli il nome di Goibhniu; in un’altra versione è Goibhniu stesso ad allevare il giovane Lugh, mentre la terza versione nomina come sua tutrice Tailtu, regina dei Fir Bolg.
Gli esempi fin’ora descritti riguardano la tradizione Irlandese; ma abbiamo Lugh come personaggio importante anche nella mitologia Gallese, ma anche qui la sua infanzia non è certo tra le più normali ed il suo nome è Lleu Llaw Gyffes.
Egli è figlio di Arianrhod, una rappresentazione della Dea Bianca e di suo fratello Gwyddyon, un potente mago.
La madre irata per questa nascita non gradita getta tre geasa (imposizioni) sul bambinoil quale non poteva:
- avere un nome finchè non gli lo avesse dato lei stessa;
- impugnare le armi finchè non fosse stata lei a dargliele;
- avere una donna umana;
tre divieti atti a escludere la sua stessa esistenza.
Il padre Gwyddyon si prende a cuore le sorti del figlio/nipote, quindi decide di aiutarlo; per fargli avere il nome si trasforma in un ciabattino e obbliga con l’inganno Arianrhod ad andare in spiaggia a provare delle scarpe, ma lì vi era anche il giovane Lugh ancora senza nome, il quale vedendo uno scricciolo appoggiarsi sull’albero della nave, scagliò una freccia che andò ad inserirsi tra osso e tendine.
La madre stupita da tanta bravura esclamò:
“Il Leone ( Lleu ) ha la mano ferma (Llaw Gyffes )”, che rimarrà il suo nome.
Per ovviare al secondo geis, di fondamentale importanza per un celta, Gwyddyon utilizzando le sue arti magiche fece credere ad Arianrhod che il suo castello fosse sotto assedio, presa dal panico chiamò a sè i presenti dandogli le armi per la difesa; si presentò a lei anche il giovane L.L.G., così camuffato da non essere riconosciuto e ricevere anch’esso le armi.
Per infrangere il terzo divieto non serviva un consenso della madre, quindi Gwyddyon con l’aiuto di un altro zio del ragazzo, Math, crearono mediante la magia una donna, la più bella che si fosse mai vista, nata da una serie di fiori, il suo nome è Blodeuwedd.

La quantità di versioni e di divinità che gli avrebbero fatto da genitori a da tutori può sembrare a prima vista come una gran confusione, invece potrebbe essere dovuta proprio alle molteplici capacità che possiede Lugh.
Egli è per metà appartenente ai Fomori, i quali rappresentano le forze del caos, il disordine o come forze oscure, spesso rappresentati come demoni; ma per l’altra metà è un de Danann, popolo giunto dal nord esperto nella magia, popolo di druidi saggi ed esperti nell’arte, inoltre è un Dio luminoso, come dice il suo stesso nome, Lugh che significa per l’appunto luminoso.

Da notare che la sua tutrice Tailtu è la madre di luce; continuando con le sue caratteristiche scopriamo che Lugh è anche un esperto di medicina, tanto che nella mitologia guarì Cùchulainn, una sua manifestazione o un suo figlio, riempiendo le sue ferite con delle erbe; come poteva non esserlo il figlio di Cian e nipote di Dianchect, entrambi esperti in arti mediche?

Ma egli è anche patrono ed esperto delle arti tutte, dalla falegnameria, alla metallurgia, alla scultura alla musica, è un ottimo guerriero, così come suo nonno Balor e suoi fratelli Dagda e Ogmè.

Questa sua onniscienza che gli varrà il termine di Samildanach, colui che tutto fa, emerge prepotentemente nel racconto irlandese della Battaglia di Mag Tured, in cui si narra che durante la battaglia tra i De Danann ed i Fomori il Re Nuada perse il braccio, menomazione che gli impedì di adempiere alla sua funzione reale; al suo posto fu scelto Bres, un Fomoro, con la speranza di raggiungere così un patto di alleanza.
Purtroppo Bres si rivelò un Re inadeguato; pretendeva alti tributi senza mai organizzare feste e giochi, indebolendo Ogma, il campione dei Danann per colpa dell’inattività e lasciò che il Dagda rimase affamato.
Potè far questo fino al giorno in cui non commise l’errore di dare al file Cairpre un alloggio scomodo e del cibo scarso, il quale prese subito la palla al balzo per lanciargli contro una satira che lo costrinse ad abbandonare il trono e ritornare dalla sua stirpe; il potere venne ripreso da Nuada che nel frattempo aveva ricevuto una mano d’argento funzionante grazie alle arti magico – mediche dei tre figli di Diancecht.
La vicenda non finisce qui, Balor re dei Fomori, radunò un grande esercito per invadere l’Irlanda e ridare il trono al figlio Bres, i tuata de Danann, consci del pericolo imminente si radunarono a Tara per festeggiare lo stesso il ritorno al trono di Nuada, ordinando al portinaio di non far entrare nessuno che non fosse eccellente in almeno un’arte.
Si presenta alla porta Lugh chiedendo di entrare; alla domanda del portinaio sul quale sia l’arte che domina egli rispose falegname; ma la risposta fu negativa in quanto vi era già un altro falegname.
Lugh non si arrese e provò con fabbro, ma l’esito fu uguale; il giochino andò avanti e Lugh enunciò di essere un uomo forte, un arpista, un poeta, un eroe, un mago, un dottore, uno studioso di storia, un coppiere e un maniscalco; alla fine manda a chiedere al povero portinaio se vi fosse in sala qualcuno che possedesse tutte queste qualità.
Lugh venne fatto entrare e fu messo alla prova per stabilire se fosse vero che possedeva tutte queste qualità; per dimostrarlo avrebbe dovuto superare tre prove, una per ogni manifestazione dell’Awen, ovvero Skiant ( conoscenza e saggezza), Nertz (forza e potere), Karantez (amore e produttività), manifestazioni che si esprimono nella società, sia umana che divina, come Druidi, guerrieri e artigiani.
Come prima prova avrebbe dovuto giocare a fidchell, una sorta di gioco degli scacchi il cui nome significa “ la saggezza del legno”, prova in cui sconfisse lo stesso Nuada, superando così la prova relativa a Skiant/saggezza;
per la seconda prova riguardante Nertz/forza se la dovette vedere direttamente con Ogma, il campione dei Danann, il quale scagliò una grossa pietra al di fuori della fortezza, ma Lugh la riprese rimettendola apposto;
per la terza prova si cimentò nell’arte dell’arpista, cimentandosi in tutte e tre le arie della tradizione Bardica; sonno, tristezza e gioia, riuscendo il primo giorno a far addormentare tutti i presenti, il secondo a farli piangere ed il terzo a farli ridere gaiamente; superando così le tre prove venne dimostrato che egli era contemporaneamente un Re, un guerriero ed un druido.
Nuada stesso gli lasciò il trono in modo da guidare la battaglia contro i Fomori, vietandogli però di parteciparvi in quanto era troppo importante e non si poteva permettere che potesse perire.
Fu così che venne circondato da nove guardiani, ma ovviamente fu tutto inutile, utilizzando la magia si tramutò nel proprio auriga eludendo così la sorveglianza e gettandosi nella mischia, dove iniziò a girare intorno al nemico saltellando su un piede solo, con un occhio chiuso ed uno aperto intonando incantesimi.
Il combattimento terminò con la vittoria dei Danann quando Lugh compì l’ultima impresa; colpì con la fionda Balor uccidendolo, esattamente ciò che la profezia aveva predetto al capo dei Fomori e per la quale tentò di uccidere il Luminoso alla nascita.

Le sue molteplici caratteristiche hanno fatto sì che Lugh venisse paragonato ad altre importanti divinità europee, ad esempio ricorda Apollo, sia per la bellezza, sia perché entrambi rappresentano la luce e sia dal fatto che entrambi sono guaritori; Cesare parlando di lui lo paragonò a Mercurio, stabilendo come sua particolarità principale il patrocinio di tutte le arti; ma forse quello che più assomiglia a Lugh e che ha almeno otto punti di convergenza è Odino.
Entrambi sono valorosi condottieri, hanno come arma caratteristica la Lancia, quella di Lugh è uno dei tesori d’Irlanda, chi la impugna non conosce sconfitta;
tutti e due sono le figure principali in una guerra fra Dei;
usano entrambi la magia e nel farlo Lugh chiude un’occhio mentre Odino già non ce l’ha di suo;
entrambi hanno come animale Totem il Corvo;
lo stesso Lugh nella battaglia di Mag Tured viene avvistato dell’arrivo dei Fomori dal volo di uno stormo di corvi, allo stesso modo per la locazione di Lione fu scelta un’altura dove vi si posò uno stormo di Corvi, uccelli che tra l’altro in lingua gaelica continentale si chiamavano lugos;
un’altra comunanza tra Odino e Lugh sta nel essere entrambi patroni dei poeti, entrambi vengono equiparati dai romani a Mercurio.

Detto ciò possiamo affermare che senz’altro Lugh era la divinità più diffusa nelle Gallie, testimoni ne sono le 27 città in Europa che da lui prendono il nome, le oltre 500 iscrizioni votive e più di 350 monumenti a lui dedicati; cifre che non hanno riscontro in nessuna altra divinità.

Nonostante tutto, lui non è il Dio supremo, in quanto va ricordato che pur capitanando i Danann lui non è il Re, ma lo sostituisce soltanto, praticamente è una sorta di campione, che a sua volta non può esserlo in modo assoluto in quanto il campione è Ogma, ma soprattutto non è un Dio Padre e non genera dei figli divini come Odino o Dagda, ma nella mitologia si può considerare come il padre di due eroi mitici come Cuchulainn o Fionn, eroi ma pur sempre umani se non addirittura come emanazione stessa del Dio, non è amato da tutti, infatti nella storia di Lleu Llaw Giffes il suo rapporto con Blodeuwedd, lei si innamora di un cacciatore dal nome Gronw Pebyr ed insieme tentano di ucciderlo; quasi ci riescono, se non fosse stato per il pronto intervento del solito Gwyddyon, che lo salva e punendo anche la povera Blodeuwedd trasformandola in civetta e condannandola a fuggire di fronte alla luce del giorno, mentre Gronw Pebyr viene ucciso direttamente da Lugh con un colpo di lancia.

Così come il suo nome significa Luminoso, ma non è identificabile con il Sole alla stregua di Belenos, è più come se fosse la luce emanata dal sole, tanto è vero che uno dei suoi appellativi è quello di Lugh dal lungo braccio, il che potrebbe simbolizzare il raggio solare.

E’ un Dio importante perché ricopre tutti i campi ma senza identificarsi totalmente su una categoria e proprio per questo essere tutto ma al contempo nessuno che lo rende così prezioso ed importante, diverso da tutti gli altri dei e quindi meritevole di protezione da parte degli altri dei stessi.


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