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PROGETTO A.D.I.D. - AIUTO DONNE IN DIFFICOLTA'

Ultimo Aggiornamento: 02/11/2006 18:56
07/03/2006 08:10
 
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PROVINCIA REGIONALE DI PALERMO
ASSESSORATO ALLE POLITICHE SOCIALI





PREMESSA

La violenza contro le donne è, oggi, una violenza di genere riconosciuta dalla Comunità Internazionale come una violazione fondamentale dei diritti umani.
La violenza domestica, che comprende tutti quegli abusi che avvengono in casa o nel contesto familiare, è la forma di violenza sulle donne più diffusa nel mondo.
Donne di ogni classe sociale, razza, religione ed età, subiscono terribili abusi da parte degli uomini con i quali condividono le loro vite.
La violenza domestica rappresenta una violazione del diritto delle donne all’integrità fisica e psicologica e si manifesta in varie forme: abusi fisici e psicologici, atti di violenza o tortura, stupro coniugale, incesto, matrimoni forzati o prematuri, crimini d’onore.
Almeno il 20 % delle donne, a livello mondiale, ha subito abusi fisici e violenze sessuali.
Alcune forme si trovano in molte culture, altre sono specifici di alcuni contesti (mutilazioni sessuali, omicidi a causa della dote etc.).
Quella verso la donna è una combinazione di diversi tipi di violenza; un esempio è, infatti, rappresentato dalla violenza domestica dove intervengono generalmente violenza fisica – psicologica – economica e, a volte, spirituale.
La violenza contro le donne esiste, è diffusa e non appare affatto in diminuzione. Le donne sono vittime di diverse forme di violenza: ma la Comunità Internazionale ha tardato molto a considerarla come violazione dei principi teoricamente universali.
Si è dovuto aspettare fino al 1993 perché la violenza tra le mura domestiche fosse esplicitamente inserita tra le violazioni dei diritti umani e perché i diritti delle donne fossero dichiarati una componente “ inalienabile” integrale e indivisibile dei diritti umani.
La violenza contro la donna è un fenomeno molto esteso: almeno una donna su cinque, nel corso della sua vita, subisce uno stupro o un tentativo di stupro; una su quattro fa l’ esperienza di essere maltrattata da un partner o ex partner. La violenza contro le donne è un crimine ma continua ad essere considerata dagli individui o istituzioni sociali una questione privata. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani sancisce che tutti gli esseri umani hanno uguali diritti civili, politici, sociali, economici, culturali.
La Dichiarazione non fa esplicito riferimento ai diritti delle donne, ma la violenza sulle donne viola i diritti sanciti dalla Dichiarazione stessa: il diritto della donna alla libertà dalla violenza è parte integrante della Dichiarazione Universale.
La violenza non è mai normale, lecita o accettabile e non dovrebbe mai essere tollerata o giustificata.


Ognuno ( individui, comunità, governi, organismi internazionali ) ha una propria responsabilità nel porvi fine e nel riparare la sofferenza provocata.
La violenza sulle donne è parte di una cultura globale che nega alle stesse pari opportunità e pari diritti e legittima la violenta appropriazione del loro corpo per gratificazione individuale o scopi politici. Milioni di donne nel mondo sono terrorizzate da violenze domestiche, schiavizzate in matrimoni forzati, comprate e vendute per alimentare il mercato della prostituzione, violentata come trofei di guerra o torturate in stato di detenzione.



“ La Violenza sulle donne è una delle forme di violazione dei diritti umani più diffusa ed occulta nel mondo “

INTRODUZIONE

Il progresso di maturazione storico e culturale, tuttora in atto nella nostra società, ha reso possibile l’emancipazione della donna e la presa di coscienza dei suoi diritti all’interno della società e della famiglia, consentendo anche una crescente sensibilizzazione della violenza sulle donne.
La percezione della collettività rispetto alle cause della violenza verso le donne è varia: la si attribuisce maggiormente alla diffusione di alcuni comportamenti della donna come uscire da sola di sera o vestire in modo vistoso.
Occorrerebbe, invece, tenere ben saldo il principio che la violenza non è mai giustificabile con il comportamento di chi la subisce e restituire alla donna un ruolo di vittima ovvero di non responsabilità rispetto all’accaduto, per puntare l’ attenzione sulla violenza come ingiusta lesione, di un diritto la cui responsabilità ricade interamente sull’autore della violenza.
La violenza intrafamiliare, intesa come continuativa violenza psicologica, maltrattamenti fisici, molestie e in molti casi anche violenza sessuale, è la meno riconosciuta dalla donna e dal contesto sociale.
Oltretutto, la violenza esercitata sulle donne all’interno della famiglia, risulta essere, nel pensiero comune, difficilmente nominabile e definibile, in quanto contraddice le fondamenta su cui si basa la nostra immagine di famiglia come luogo di relazioni affettive privilegiate di affidamento, cura e protezione reciproca.
Tuttavia la violenza all’ interno delle mura domestiche è un fenomeno in crescita, che non è sempre facile da rilevare.
Infatti, negli ultimi anni, le denunce di violenza sessuale e di maltrattamenti fisici e psicologici nell’ambito familiare sono praticamente raddoppiati. Inoltre moltissimi incidenti con lesioni gravi denunciati come incidenti domestici riguardano, invece, violenze e maltrattamenti nell’ambito familiare.
A fronte di un disagio sommerso e difficilmente arginabile con le sole forze repressive, emerge la quasi totale assenza di spazi e servizi destinati ad accogliere le richieste di aiuto e ad attuare specifici interventi sia in emergenza ( accoglienza, protezione, aiuto materiale ) che in vista di un recupero dell’identità personale e sociale delle donne che hanno subito violenza ( sostegno psicologico, recupero dell’identità sociale ).
Il Progetto A.D.I.D. nasce dalla presa di coscienza dell’aumento dei fenomeni di violenza contro i soggetti più deboli della società, ponendo l’accento sulle donne.

OBIETTIVI

L’obiettivo principale del progetto è:

1. Costruire uno strumento di sensibilizzazione,Informazione / formazione
2. Sviluppare in modo coordinato strategie e metodi sui vari aspetti riguardanti la violenza domestica e la violenza sulle donne di strada in ogni area
3. Creazione di uno “Sportello Donna”,uno spazio comunale, interno al Servizio Sociale, in cui le donne possono trovare ascolto, riconoscimento del proprio valore, aiuto nel tentativo di ricostruire un proprio percorso di uscita dalla violenza. Luogo in cui incontrano parole, pensieri, presenze di altre donne che sono li ad ascoltarle senza esprimere giudizi, a sostenerle nel faticoso lavoro di “fare ordine”, di rileggere la propria storia, di riscoprire risorse ed energie per progettare cambiamenti e dare una nuova configurazione alla propria vita.


AZIONI PREVISTE

1. Realizzazione di un indagine sul campo, rivolta ad operatori, a cittadini, a donne che hanno subito violenze e maltrattamenti.
2. Realizzazione di un portale per la conoscenza, diffusione di informazioni, per un forum di ascolto e discussione.
3. “Pronto Intervento” in favore delle vittime delle violazioni dei diritti umani

a cui si aggiunge:

4. Un ampio e articolato “Progetto Educativo" attraverso il quale promuovere l’adesione ai valori contenuti nella Dichiarazione dei Diritti Umani: educazione, non istruzione, ai Diritti Umani; ciò vuol dire non limitarsi a trasmettere una serie di pur utili nozioni. La sola conoscenza, infatti, non è sufficiente a modificare atteggiamenti e comportamenti. Solo un processo di lungo periodo può costituire una strategia preventiva efficace di difesa della dignità e della libertà di ogni individuo.

METODOLOGIA

Contrastare la violenza, fare PREVENZIONE significa anche offrire a donne e uomini occasioni e strumenti che consentono di affrontare con consapevolezza e al di fuori da stereotipi, il problema della violenza alle donne.
A tal proposito la metodologia adottata riguarda:

1. La promozione di momenti di informazione, confronto, sensibilizzazione sulle problematiche legate alla violenza nonché sulle normative e sulle politiche che riguardano i diritti delle donne. “È possibile, in tal modo, riconoscere – prevenire – rimuovere stereotipi comportamentali che determinano la costruzione dei ruoli maschili e femminili”.
2. Produzione di materiale informativo.
3. Organizzazione di conferenze sulla violenza contro le donne e sulle attività di centri antiviolenza.
4. Colloqui di accoglienza in cui le donne possano trovare ascolto, sostegno, informazioni relative ai loro specifici bisogni.
5. Colloqui di consulenza legale, pedagogica, psicologica.
6. Collegamento con le risorse e i servizi presenti sul territorio.
7. Garanzia di anonimato e riservatezza sulla propria storia e i propri vissuti.

FINALITÀ

Le finalità del progetto riguardano:

• Il conoscere e contrastare ogni forma esplicita o implicita di violenza alla donna, in particolare quella sessuale, sia da parte di estranei sia all’interno della famiglia, adoperandoci per la rimozione di tutto ciò che ostacola l’autonomia e la libertà femminile ed il loro esercizio;
• Il promuovere e gestire uno spazio neutro dove le donne, vittime di violenza, o in situazioni di difficoltà, possano (anche con i loro figli) trovare un primo aiuto, un sostegno psicologico, offrendo alle donne consulenze tecnico – specialistiche e assistenza nei momenti di confronto con le Istituzioni e con la Giustizia.


DESTINATARI DELL’INTERVENTO

• Donne, vittime di violenza o in situazioni di difficoltà.

PERSONALE

Coordinatore del progetto.................N° 1
Pedagogista................................. ....N° 1
Assistente Sociale........................... .N° 1

AMBITO TERRITORIALE

Servizi Sociali dei Comuni di Partinico, Borgetto, Giardinello.

TEMPI

Il Progetto avrà la durata di Sei mesi


[Modificato da FidelisAdmin 07/03/2006 13.38]

31/10/2006 09:59
 
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aiutiamole
pultroppo nel mondo esistono tanti tipi di sofferenza che vengono provocate dalla fame, malattie ed altro. aiutiamo coloro che hanno bisogno affinchè non ne abbiano bisogno mai più!!
Visita vitalibera.135.it e vai nel blog :-) grazie per il sostenimento
02/11/2006 18:56
 
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Grazie! E' ciò che non smetteremo mai di fare: aiutare tutti coloro che soffrono. E non mi riferisco solo al Progetto A.D.I.D. il quale ha come destinatari del nostro intervento le donne, ma parlo a nome dell'Associazione Fidelis, che perseguirà, passo dopo passo, tutti gli obiettivi che si è prefissata di raggiungere, toccando diverse tematiche e problematiche sociali, perchè una sola cosa accomuna i progetti della Fidelis, che i nostri beneficiari sono sempre i soggetti più deboli ed indifesi della sociatà.
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