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Vecchia arcioniera

Ultimo Aggiornamento: 08/01/2006 02:06
08/01/2006 02:06
 
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Curiosando qua e là con nostalgia, alla ricerca di qualcosa di autentico ed antico, tra le rovine di una Petrella sepolta dal maledetto cemento dei condomini e dalla frenetica follia di modernità, mi sono trovato, nel cortile di una stalla semi diroccata di Via della Rapina, di fronte ad una vecchia, cadente arcioniera. Il figlio del mulattiere che dorme in me, si è svegliato ed è venuto fuori e le si è rivolto, con pretese poetiche…in dialetto; un’arcioniera non avrebbe capito un altro linguaggio…


A ‘NA VECCHIA ARCIONIERA, di Gerardo Rosci


Cara arcionièra, vecchia, consumata,

tra l’ardìca e ‘na pianta de zammuco

sbiancata dajo sòle, sconsolata

t’aggrappi a ‘na colonna e a ‘no pezzuco.



Ma tanto témpo fa, pora arcionièra,

‘n groppa a cavagli, a mui o a somari

si stata sempre comme ‘na bandiera

sventolata qua e là dagli mujari.



Quante ne si girate de montagne,

tutta armata de jàccoi e ciammélle,

carecata de lena, de filàgne,

de carbone, de fasci o de copèlle!



Allora sci, che iri tutta bella

e se poteva di’ che iri ‘no mmasto

e stivi bene fissa alla bardèlla;

…comme ci ngènne a retoccà ‘sto tasto!



Mo si remasa sòla e poverella,

si spoglia e nuda, senza finimenti;

non t’è remasa manco la bardèlla

fracicata dall’acqua e dagli vénti.



Che ci pó fa? jo tempo ci consuma,

la vita passa e ‘n torno cagna tutto;

tutto fenisce, tutto quanto sfuma

e tu remani ‘n ósso de presutto.






AD UNA VECCHIA ARCIONIERA (1)


Cara arcioniera, vecchia, consumata,

tra l’ortica e una pianta di sambuco

sbiancata dal sole, sconsolata

t’aggrappi a una colonna e ad un piolo.



Ma tanto tempo fa, povera arcioniera,

in groppa a cavalli, o a muli o a somari

sei stata sempre come una bandiera

sventolata qua e là dai mulattieri.



Quante ne hai girate di montagne,

tutta armata di corde e di ciambelle,(2)

caricata di legna, di stanghe,

di carbone, fasci o di copelle! (3)



Allora si, che eri tutta bella
e si poteva dire che eri un basto

e stavi bene fissa alla bardella; (4)

…come ci fa male toccare ancora questo tasto!



Ora sei rimasta sola e poverella,

sei spoglia e nuda, senza finimenti;

non t’è rimasta neanche la bardèlla

marcita all’acqua ed ai venti.



Che ci puoi fare? il tempo ci consuma,

la vita passa e intorno cambia tutto;

tutto finisce, tutto quanto sfuma

e tu rimani …un osso di prosciutto.






(1) l’arcioniera è il fusto di legno del basto, ad essa sono legate le varie corde ed imbracature.

(2) Le ciambelle dei basti sono anelli di legno nei quali si fanno scorrere le corde per legare la soma.

(3) La copella è un barile di legno a sezione ovale di varia capacità, per il trasporto dell’acqua potabile.
(4) La bardella è la parte imbottita del basto che va a diretto contatto con l’animale.



Mortificata per essere stata paragonata ad un osso di prosciutto scarnito, si è lasciata andare ma restando aggrappata ad un piolo di speranza; forse ha sentito passare Amadio che portava ad abbeverare i suoi muli al Puzzillo.
[Modificato da ale3000 06/07/2015 16:45]
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Cappadocia (Aq), località turistica estiva ed invernale ad un'ora da Roma:

www.cappadociaweb.it

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