Stampa | Notifica email    
Autore

Specchi opposti

Ultimo Aggiornamento: 03/08/2007 23:54
03/08/2007 23:54
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 42
Registrato il: 03/10/2006
Età: 67
Sesso: Maschile
Utente Junior
Ecco una dimostrazione pratica quanto nei dischi di Battisti e Panella si possano creare emozioni dai risvolti impensabili. Immaginiamo per un attimo di perderci in un surreale gioco di specchi tra realtà e finzione, e proviamo a rendere omaggio ad uno straordinario pittore vissuto nel siglo del oro: Diego Velázquez. Quel periodo, dal 1560 al 1660, caratterizzato da guerre e dalla fine del predominio militare spagnolo in Europa, ma anche da una forte prosperità economica e da un'incredibile fioritura delle arti. Era il periodo di Cervantes e del suo Don Chisciotte, del teatro di Pedro Calderón de la Barca, di Santa Teresa d'Avila e del pittore El Greco. Tra i centri più attivi c'era Siviglia, patria di Diego Velázquez. Dopo innumerevoli viaggi in Italia, e dopo aver ritratto il papa Innocenzo X e vari personaggi della sua corte, Velázquez ritornò a Madrid, dove venne nominato " Aposentador major de Palacio ", carica che lo rese responsabile dell'andamento quotidiano del Palazzo Reale, della decorazione delle chiese e delle tribune delle feste popolari. Ed è in questi anni, che nasce il suo capolavoro assoluto " Las Meninas ". Un'opera monumentale del 1656, esposta al Museo del Prado, a Madrid. Quando Luca Giordano, il famoso pittore barocco italiano, vide " Las Meninas" esclamò : << Questa è teologia della pittura ! >> E ancora : << Così come la teologia racchiude in sé tutte le scienze, questo quadro riassume tutte le possibilità della pittura >> Il titolo del quadro, dalla parola portoghese " menina ", significa " damigella d'onore ". In realtà, è questo un ritratto collettivo della famiglia del Re di Spagna, Filippo IV, e di alcune persone a loro più vicine, tra cui lo stesso Velázquez.Questo dipinto si potrebbe definire la rappresentazione della rappresentazione. E' la rappresentazione del potere, dal punto di vista dei contenuti storici dell'opera, e, dal punto di vista dei significanti, la rappresentazione del potere dello sguardo, che fissa ciò che è visto, ciò che è intravisto, ciò che non è visibile e ciò che a noi ( spettatori) apparirà con un improvviso bagliore d'intuizione. I reali non sono in condizione di poter vedere il loro ritratto pittorico mentre si sta facendo - dal momento che essi sono al di qua della postazione del cavalletto e della tela - ma possono vedere il loro aspetto reale ( curioso gioco di parole ) rimandato dallo specchio situato di fronte a loro. Immagine speculare, assertiva e probante. Dunque, anche l'immagine sullo specchio è un ritratto! Sembra quasi di entrare nelle maglie di un avvincente film giallo che svia a lungo lo spettatore attraverso un raffinato gioco di specchi, in cui però, alla fine, tutto torna ad essere terribilmente chiaro.
Las Meninas
I personaggi in base alla identificazione accertata sono i seguenti: partendo da sinistra - in primo piano - abbiamo innanzitutto Velázquez, quindi l'infanta Margarita, figlia dei sovrani di Spagna, circondata da due damigelle d'onore: Maria Augustina a sinistra e Isabel de Velasco sulla destra. Seguono poi due nani, Mari-Barbola e Nicolasito Pertusato, con un cane accovacciato ai loro piedi. In secondo piano, sulla destra, sono ritratti donna Marcela de Ulloa, addetta al servizio delle dame di corte e don Diego Ruiz de Azcona, funzionario addetto all'accompagnamento delle donne di corte. Nel vano della porta appare don José Nieto Velázquez ( omonimo del grande pittore ) Maresciallo di palazzo.

SPECCHI OPPOSTI

Ero distratto, tu ti davi
da fare e non c'eri affatto


L'originalità di questo quadro-puzzle è nel ribaltamento del punto di vista: nei ritratti infatti ciò che in genere vediamo è l'immagine dal punto di vista di chi dipinge ( il pittore ).
In questo caso ciò che vediamo è l'immagine vista da chi è dipinto
( i sovrani in posa ) È come se fossero loro a realizzare il quadro e non viceversa. In pratica se ciò avviene è per la straordinaria capacità inventiva di Velázquez, che per rendere possibile questi ribaltamenti di punti di vista ricorre sapientemente all'uso degli specchi. Ma ricostruiamo tutte le tessere del mosaico, tutte le mosse di quel raffinato pittore - giallista: innanzitutto è facile immaginare che la parete alle spalle dei due sovrani - cioè quella alle nostre spalle se fossimo nel quadro anche noi spettatori - è occupata da un grande specchio,dove Velázquez vede riflessa appunto l'immagine che sta componendo sulla tela che ha dinanzi ( e che noi vediamo parzialmente di spalle ) e che corrisponde proprio al quadro che stiamo ora osservando. Sulla parete in fondo, un altro specchio, incorniciato da una pesante cornice nera, ci rimanda invece la figura dei due sovrani, Filippo e sua moglie Marianna. I due sovrani stanno in posa, anche se il quadro che Velázquez sta realizzando non è il loro ritratto ma l'immagine riflessa dallo specchio alle loro spalle.
I due sovrani appaiono quindi solo nello specchio di fondo, e ciò ovviamente ci dà la sensazione che sono loro i reali spettatori dell'immagine, perché chi guarda non può vedere se stesso se non come riflesso in uno specchio. Quindi appare sicuramente plausibile l'illusione che siano i due sovrani a << fare >> il quadro, perché quello che vediamo corrisponde esattamente a ciò che loro vedevano quando posavano.

Oppure ti muovevi con un ronzio
d'insetto che mi assopiva


Immaginando la posa statica di chi stava per essere ritratto e la conseguente uggia fastidiosa prodotta da cotanta immobilità, sarebbe altresì contagiosa per il fruitore dell'opera. Il ronzio d'insetto ci ricorda infatti il rumore prodotto dal sonno ( zzzz... )

Avevo le palpebre in bilico
entravo nel ciclico avvertimento
di caduta di mani per tornanti
di caduta di sonno in blocchi pesanti.


Il senso molesto causato dalla monotonia, provoca spesso sonnolenza indesiderata. Come in un flash di polaroid, ecco un sorprendente collegamento con Estetica: E' successo quello che doveva succedere. Ci siamo addormentati, perchè è venuto il sonno a fare il nostro periodico ritratto. E per somigliarci a noi più che a noi stessi, ci vuole fermi, che appena respiriamo e mobili ogni tanto. Sembra un proseguimento sorprendente di quanto sta avvenendo ora in questo frangente di Specchi opposti: i soggetti in posa ritrattisca, còlti da fastidiosa noia, per eccesso d'inerzia finiranno per assopirsi.

La distrazione questa effusione
sgretolamento e spargimento della molto
inutile attenzione ridotta a polvere.


Polvere e pulviscolo, impalpabili particelle sospese nell'aria si posano sull'immoto. Il tempo scorre inesorabile e compie il suo lavoro riducendo in polvere tutte le cose: il sedimento si posa su chi posa immobile ! Curioso gioco di parole questo, che la dice lunga sull'inventiva di Panella in fatto di padronanza grammaticale.

E debolmente io ti avvicinavo
e ti accostavo, sbagliando i tempi.


Come in un gioco di specchi, quando si cerca di capire la reale distanza di un'immagine riprodotta, non si riesce mai a captare l'esatta proporzione delle cose.

A memorabili esempi di abbandono,
di incontro, ti ascolto, capisco
ma non molto, intuisco però la
giravolta degli oggetti.


Solo guardando attentamente si riesce a cogliere il ribaltamento delle immagini causato dall'uso degli specchi.
La bella presenza di Marianna non si vede ma l'avvertiamo nitidamente: pazientemente in posa, in un rilassamento quasi collegiale, ripercorriamo la sua bellissima storia, quando appena quindicenne diventò Regina.

Tu aspetti di vedermi passare
abbracciato a qualcosa che mi
sta giostrando.


Tra le figure di questo quadro chiunque di noi potrebbe, con un po'd'immaginazione, sentirsi attratto in questa virtuosistica giostra di doppi e di giochi d'immagini...

Mi aspetti per salire mi stai
stringendo i fianchi.


Magari abbracciati e andarsene con Lei da quella porta, salendo proprio su quella scala raffigurata nel dipinto ( dove stava l'altro Velázquez )

Sei entrata nella stessa distrazione
creata perché potesse accadere qualcosa
e tutto succede quando tutto riposa.


Questo, si sa, succede solo nei sogni.
L'amore per una grande opera d'arte porta talvolta l'estasiato visitatore a compiere con la fantasia veri e propri voli pindarici.

Quando l'attenzione per essersi
sporta narcisista ai suoi sguardi
rovina e se n'è accorta appena
troppo tardi nostra fortuna.


Lei, quando con una punta di civetteria si faceva ritrarre, forse sporgendosi in pose inopportune non desiderate dal pittore.
Ma per fortuna ( di noi appassionati ) queste sue piccole licenze non hanno scalfito il fascino e la bellezza dell'opera stessa.
La nemesi di Narciso riflesso nell'acqua appare non casualmente in questo frangente: sempre a riguardo degli specchi, pure il Caravaggio intraprese una sofisticata elaborazione per compiere questo suo capolavoro. Il Narciso è un quadro poco conosciuto rispetto ai più celebri dipinti del maestro, anche per la sua paternità riconosciuta in un periodo posteriore. Si ipotizza che il Merisi avesse anticipato Velázquez con il gioco di specchi, collocandosi nell’esatta posizione di Narciso, per offrire una visione precisa dell’ipotetica realtà. Il pittore, insomma, volle rappresentare non ciò che un pittore avrebbe visto all’esterno, ma esattamente ciò che il pittore vede nella posizione di Narciso. Narciso

Ero distratto e fatta tu sei di svista.

Qualcosa che si trova, come sa chiunque abbia giocato almeno un poco con gli specchi.Il capostipite della saga degli specchi, l'inventore di questo artificio di rappresentazione indiretta di persone per mezzo di uno specchio, fu quasi sessant'anni prima il pittore fiammingo Jan Van Eyck. Con I coniugi Arnolfini, si manifestava il suo grande talento per la resa prospettica e la cura del particolare, in una raffigurazione realistica di una coppia di sposi italiana, in un interno borghese accuratamente descritto. Sul fondo della stanza uno specchio rivela la presenza nascosta dei testimoni di nozze e la firma apposta dal maestro olandese
" Johannes van Eyck hic fuit " I coniugi Arnolfini

Se fossimo simpatici uno all'altra
saremmo specchi opposti riflessi
limpidi e inebetiti tra se stessi.


Jorge Luis Borges, grande scrittore, poeta e saggista, famoso per i suoi racconti fantastici ( come il tema del doppio, delle realtà parallele del sogno o dei libri misteriosi e magici )sosteneva che lo specchio è un oggetto abominevole, un luogo di trasformazione e d’inganno, dove ambiguità e duplicazione delle apparenze possono rivelare inaspettati e sorprendenti lati dell’esistenza. Nello specchio c’è un altro che ci spia - scriveva - poiché l’essere che lo abita non riconosce chi ha davanti a sé in un gioco abominevole dove è impossibile distinguere l’immagine reale da quella riflessa, come per Narciso alla fonte. Inquietante alter ego, lo specchio è lo strumento che palesa ciò che sta altrove, al di là dei nostri limiti, fornendo l’occasione di esplorare mondi sconosciuti, di creare una connessione tra una visione reale e quella speculare dell’immagine in una gara di scambio tra verità e finzione. Esattamente come Las Meninas: il gioco degli sguardi, le sottili corrrispondenze tra i personaggi, lo smarrimento nello spettatore nella tela che guarda se stesso e la coppia reale, riflessa nello specchio. Siamo così, nello stesso tempo, all'interno e all'esterno della scena, sotto il fuoco dello sguardo calmo e indagatore di Velazquez davanti alla sua tela. Una vertigine, da cui emergiamo con la convinzione che lo studio del pittore, nell'Alcazar del palazzo dei reali di Spagna, altro non è che una raffinatissima ed enigmatica scena di teatro che si dispiega verso di noi ...

Esattamente tre secoli dopo, un altro celebre spagnolo, Pablo Picasso, il maestro del molteplice, tradurrà nel proprio personale linguaggio artistico questo grande capolavoro di Velázquez. Picasso è stato uno dei più celebri artisti del XX secolo. Dalla sua creatività e dalla sua instancabile attività, l'arte moderna ha ricevuto un impulso decisivo. Con circa 150.000 dipinti, oltre seicento sculture, opere grafiche e ceramiche, egli figura tra gli artisti più prolifici di tutta la storia. L'adattamento di LAS MENINAS, del 1957, fa parte di una serie di 44 variazioni di questo dipinto che Picasso creò in brevissimo tempo spostando il suo interesse ora su singole figure, ora sull'insieme del quadro. L'originale di Velázquez, Pablo l'aveva ammirato al Prado più di mezzo secolo prima. La tradizione spagnola di questa opera,
la sua fama mondiale, il tema " pittore e studio " possono aver ispirato Picasso. Un modello di riflessione che unisce in una grandiosa compenetrazione l'oggetto, il soggetto e il pubblico in questo nuovo evento pittorico: ora il pittore si discosta dalla sua tela, le dame di corte seguono la realizzazione del quadro, inclusa la coppia dei reali riflessa nello specchio. Non essendo più legato al dogma della prospettiva centrale, Picasso ora sposta il pittore in maniera ancora più netta in primo piano di quanto fece a suo tempo, Velázquez.
Barcellona, museo Picasso

I volti disegnati con pochi tratti, le silhouettes nervose, il carattere simbolico delle figure sulla destra, rivelano un modo di rappresentazione composto da semplici disegni astratti infantili. Questo è il linguaggio figurativo di quello che sarà l'opera tarda di Picasso, caratteristica costante della sua ultimissima fase creativa.

Il vate galante
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 16:05. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com