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Sfregio in Marmolada....... presto l'udienza in tribunale

Ultimo Aggiornamento: 18/05/2010 13:40
12/06/2007 17:32
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«Sfregio» del ghiacciaio dal giudice di pace

Il 16 luglio l'udienza per il caso Marmolada

di BRUNO ZORZI VAL DI FASSA - Il 16 luglio prossimo gli amministratori delle Funivie Tofana - Marmolada spa dovranno presentarsi davanti al giudice di pace di Cavalese. Niente «rogne» con le quattro ruote, nessuna storia di liti con i vicini, no, in giudizio ci vanno per la vicenda del «biscione» tracciato dai gatti delle nevi sul ghiacciaio della Marmolada agli inizi di agosto di due anni fa. La strada, i nove tornanti incisi nel ghiaccio, che servirono per i lavori del terzo tronco della funivia che porta a Punta Rocca. Il «caso» Marmolada esplose come una vera bomba mediatica il due agosto del 2005 quando Luigi Casasanova di Mountain Wilderness divulgò le foto di quello che definì «un espisodio sconcertante, osceno, offensivo». In seguito alla denuncia e alla pubblicazione delle fotografie l'assessore all'ambiente Mauro Gilmozzi e Lorenzo Dellai bloccarono subito i lavori per il terzo tronco della funivia e alla società che ha sede a Cortina d'Ampezzo. «La Provincia - disse il presidente - non ha dato alcun permesso alla società per fare quello che ha fatto, anche perché non può esserci il permesso di distruggere il ghiacciaio» Ma per giorni attorno a questa vicenda si accese una polemica sull'efficacia dei controlli ambientali, sulla stessa politica ambientale in Trentino. La società, lo stesso presidente Mario Vascellari , si difese dicendo che gli ambientalisti avevano montato un caso ad arte per ottenere visibilità. Che il ghiacciaio, negli ultimi 35 anni, è sempre stato percorso anche d'estate dai «gatti». Che i danni al manto nevoso non vengono da questi interventi ma dalla situazione climatica. La Procura di Trento avviò un'inchiesta. Il procuratore capo Stefano Dragone incaricò i sostituti Salvatore Ferraro e Carmine Russo di indagare di spulciare prima di tutto tra le carte dell'iter che portò al via libera ai lavori per la funivia. Poi venne dato l'incarico al Corpo forestale dello Stato di condurre un'indagine che risultò approfondita. Basti pensare che i forestali produssero una documentazione di ben 500 pagine. Nelle quali i danni al ghiacciaio emersero. A quasi due anni dai fatti, si diceva, si arriva in un'aula di tribunale. Quella del giudice di pace che non ha titolo per giudicare reati gravi, tutt'altro. L'ipotesi di reato più probabile, stando a quando ci ha detto l'avvocato di Mountain Wilderness, Lorenza Cescatti è quella di distruzione di bellezza ambientale. Ipotesi, perché il legale non ha ancora ricevuto l'intera documentazione. Quella dello sfregio al ghiacciaio della Marmolada è stata anche una «guerra» di perizie. Quella di parte della società funiviaria fatta dal dottor Rossi secondo la quale i danni furono solo superficiali. La perizia della Procura, redatta da Luca Mercalli e da Franco Seccheri , anche questa rassicurante rispetto al danno provocato dalla strada incisa dai gatti delle nevi. Di tutt'altro avviso invece Riccardo Scotti (il "nostro" Nibi [SM=g27811] ), glaciologo valtellinese, che studiò il caso Marmolada per conto di Mountain Wilderness. Secondo lui i danni c'erano stati: il tracciato avrebbe inciso pesantemente il corpo del ghiacciaio. Una «carreggiata» larga 4 metri, in alcuni tornanti 8 e profonda fino a tre metri non poteva, dicono gli ambientalisti, non lasciare traccia. Quando, a pochi giorni dalla denuncia, la giunta provinciale bloccò i lavori, Casanova ebbe parole di approvazione per Gilmozzi e Dellai. «Poi però la Provincia - dice oggi - s'è comportata come ha fatto in Paganella con el "Bus del Giaz": non si è costituita parte civile, non ha nominato un perito. E, nell'ottobre 2005, ha imposto il ripristino del ghiacciaio. I periti del tribunale sono andati a fare il sopralluogo nel giugno del 2006 e il 27 agosto 2006».

Da l'Adige del 12/06/07

Solo le parole che ho sottolineato del "Sig" Mario Vascellari bastano per capire quanto interessi l'ambiente e la Marmolada in particolare a certe persone........ spero in una dura, durissima condanna.
[SM=x948648]



[Modificato da ClaudioTN 12/06/2007 17.49]

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Sperate sempre in ciò che aspettate, ma non aspettate mai ciò in cui sperate. Credete solo in ciò che vi convince, ma lasciatevi convincere solo da ciò in cui credete.

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12/06/2007 17:37
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[SM=x948581]
13/06/2007 11:49
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io invece mi aspetto (purtroppo) la solita bolla di sapone, una pacca sulla spalla, una multina ridicola e via, pronti a ripetere lo scempio... [SM=x948580]
Ormai la lezione l'ho imparata: se fai il furbo la passerai sempre liscia. [SM=g27816] [SM=g27832]
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13/06/2007 19:36
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Re:

Scritto da: ClaudioTN 12/06/2007 17.32
In seguito alla denuncia e alla pubblicazione delle fotografie l'assessore all'ambiente Mauro Gilmozzi e Lorenzo Dellai bloccarono subito i lavori per il terzo tronco della funivia e alla società che ha sede a Cortina d'Ampezzo. «La Provincia - disse il presidente - non ha dato alcun permesso alla società per fare quello che ha fatto, anche perché non può esserci il permesso di distruggere il ghiacciaio»



I lè conta che le par vere [SM=x948595] ...

per il resto quoto le parole di Paolo [SM=g27813] !
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"Tu hai una tale voce, o grande montagna, da annullare gli inganni e i dolori, voce non da tutti compresa, ma che i grandi, e i saggi e i buoni interpretano, e profondamente sentono, e fanno sentire agli altri". P.B. Shelley

"Fatto stupendo o cosa strana! L'orso. La belva si fa umana.
Stupor maggior che l'uomo nato, in belva or cerchi esser cangiato."
06/11/2007 22:56
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La Marmolada vale 2500 euro [SM=x948672] [SM=x948615] [SM=x948618] [SM=x948672]

Da l'Adige di oggi....

di BRUNO ZORZI CAVALESE - Sia chiaro, la «colpa» non è certo del giudice Francesco Forlenza e tanto meno dei tre imputati il presidente della società Tofana - Marmolada spa, Mario Vascellari , del direttore tecnico Luciano Sorarù e dell'addetto alla sicurezza Mario De Cesaro , ancor di meno è «colpa» degli ambientalisti di Mountain Wilderness se un reato come quello di «distruzione e deturpamento di bellezze naturali» è una bazzecola. Un «multone» che, ad essere pignoli, va da 1032 euro ai 6197 euro, e che è la massima «pena» prevista dal codice penale per questo reato. E così, ieri mattina durante il processo per lo «stradone» tracciato, nella primavera 2005 sul ghiacciaio della Marmolada, che si è svolto ieri mattina nella sede distaccata del tribunale di Trento, l'avvocato Sandro De Vecchi ha deciso di mettere mano al portafoglio e con qualcosa come 2500 ha tolto dal processo il reato. Oblato ed estinto. Via, anche con l'assenso forzato dei due pubblici ministeri Carmine Russo e Salvatore Ferraro .«Anche se - ha ribadito con forza il legale della società funiviaria - noi non abbiamo creato danni al ghiacciaio! Questo lo dicono le stesse perizie del tribunale. Abbiamo accettato di pagare perché con qualcosa più di 2000 euro togliamo il reato». Insomma, mettiamoci anche le spese processuali, la «pena» è così irrisoria che conviene pagare. Per quanto riguarda invece i danni, in effetti, sentendo le deposizioni del climatologo «star» televisiva, Luca Mercalli e dal glaciologo Franco Secchieri , periti nominati dal giudice delle indagini preliminari, di danni permanenti il ghiacciaio della Marmolada non ne ha riportati. Secondo Mercalli è stata intaccato lo strato nevoso dell'anno e quello sottostante, quello che viene chiamato il «nevato», ma non il ghiaccio. «I mezzi usati - ha detto - non avrebbero avuta la forza». Certo è, invece, (e per capirlo basta guardare le foto scattate nell'agosto del 2005 dai militanti di Mountain Wilderness che lo denunciarono) che questa «strada» lunga 500 metri, in alcuni punti profonda tre metri, che è servita a portare a Punta Rocca da Serauta gli operai addetti ai lavori del terzo tronco della funivia, uno scempio lo è stato. Secchieri su questo non ha avuto dubbi, anche se ha ribadito che non s'è trattato di uno sfregio permanente. «L'impatto c'è stato all'inizio», ha detto. «In che termini di grandezza?» ha chiesto il giudice Forlenza. «Da 0 a 10 - ha risposto il glaciologo di Rovigo - direi sette». Del resto, in base a queste perizie, il danno è uscito dal processo prima di entrarci e il deturpamento di una bellezza naturale è stato «lavato» con un'ammenda. E allora di che cosa si è discusso ieri a Cavalese e di che cosa si discuterà nell'udienza fissata il 3 dicembre? Di un reato che riguarda la mancata autorizzazione a realizzare l'ormai arcifamosa pista sul ghiacciaio. La violazione di un articolo, il 181, del decreto sulle autorizzazioni in materia ambientale. Reato che prevede da uno a quattro anni, ma che certo, a livello sociale, non ha lo stesso impatto del deturpamento. Del resto l'avvocato De Vecchi anche su questo minimizza: «Se l'avessimo chiesta l'autorizzazione - ha affermato fuori dall'aula - ce l'avrebbero data. Ma non è stata chiesta perché si è semplicemente fatto quello che si è sempre fatto. Anzi! Battendo le piste abbiamo fatto del bene al ghiacciaio». Ragionamento supportato anche dalla deposizione di Mercalli. L'avvocato Nicola Canestrini , difensore di parte civile, cioè di Mountain Wilderness, è, ovviamente, di tutt'altro avviso: «Alla fine tutto si riduce ad un abuso edilizio. Un cittadino che fa qualcosa in casa sua senza autorizzazione rischia di più di chi ha fatto una cosa del genere sul ghiacciaio della Marmolada!»


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P. Preuss

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07/11/2007 19:44
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Che vergogna!!!! [SM=x948672]
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xché l'uomo non può vivere tra acciaio e cemento,
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finchè l'uomo non imparerà a rispettare la vita"
-Nomadi-
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04/12/2007 21:11
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Marmolada, lo sfregio non è stato l'unico
Il presidente delle Funivie: «Abbiamo sempre fatto così»

di BRUNO ZORZI CAVALESE

Se sfregio è stato, si è trattato di uno sfregio ripetuto. Questo è uscito chiaro chiaro dall'udienza di ieri del processo Marmolada. Ad un certo punto il giudice Francesco Forlenza ha dovuto «stoppare» i pubblici ministeri Carmine Russo e Salvatore Ferraro nell'esame dell'ex caposervizio della società Funivie Tofana - Marmolada, Remo Olivotto perché altrimenti le sue parole sarebbero diventate un'autodenuncia. «E un teste - ha ricordato Forlenza - è obbligato a dire la verità ma non è obbligato ad autoincriminarsi». Sì, perché Olivotto, molto candidamente, ha detto e ripetuto che di piste (quindi, vista dagli ambientalisti, di sfreghi) sul ghiacciaio della Marmolada ne sono stati fatti altri. Al punto che l'ex caposervizio (alle Funivie ha lavorato dal '67 al 2000) ha consegnato nelle mani del giudice una foto del '91 («l'ho trovata - ha detto - negli archivi degli uffici di Bolzano») che ritrae un'altra pista, quasi identica a quella «scoperta» da Ruggero Vaia , di Mountain Wilderness nell'agosto del 2005 e che al centro del processo che si sta tenendo a Cavalese. Ma perché ha detto questo? Evidentemente per dire che nessuno, prima dell'estate 2005, se n'è accorto, che il ghiacciaio non ha subito danni irreparabili e per dimostrare la buona fede della società. L'unica differenza tra il «zig - zag» finito in tribunale e gli altri del passato è che il primo è stato fatto per portar su a Punta Rocca gli operai impiegato alla realizzazione del terzo tronco della nuova ferrovia, gli altri per fare arrivare in cima i «gatti» per battere la piste. D'altra parte Mario Vascellari , presidente della società (coimputato con Luciano Soraru , caposervizio e l'addetto alla sicurezza Mario De Cesaro ) ieri lo ha detto e ripetuto: «Abbiamo seguito anche in questo caso una prassi consolidata». Anche perché, ha detto Vascellari, la concessione della Provincia implica l'uso del ghiacciaio per la manutenzione delle piste. E questo è stato uno dei campi di battaglia, della vera e propria battaglia che si è svolta in tribunale tra l'avvocato Nicola Canestrini , per la parte civile, cioè Mountain Wilderness, i due Pm e i difensori degli imputati, l'avvocato Sandro De Vecchi , in testa. Canestrini nel controesame dei testi ha insistito su un punto: la pista, hanno detto gli imputati, è stata fatta per portare su a Punta Rocca gli operai in sicurezza. «Bene - ha ribattuto l'avvocato roveretano -, ma i "gatti" usati non erano omologati per il trasporto di persone. Bella preoccupazione per la sicurezza». De Cesaro ha dovuto ammetterlo, anche se ha precisato che i mezzi erano stati dotati di una cabina. Vascellari e Soraru han detto che è stato scartata l'ipotesi dell'elicottero perché, seppur probabilmente meno costoso dei «gatti», troppo soggetto alle condizioni meteo. E qui il caposervizio delle Funivie ha «sfoderato» un'altra foto: un elicottero «inghiottito» da una nevicata in Marmolada. Insomma, scontro duro. «Ci stiamo scaldando sul ghiacciaio», ha detto per rasserenare gli animi il dottor Forlenza. E lo scontro è tra due visioni della montagna. Non a caso Luigi Casanova , portavoce di Mountain Wilderness ha parlato di valore simbolico della Marmolada. «La montagna - ha ricordato - dalla quale padre Alex Zanotelli lanciò l'appello perché l'acqua rimanga un bene pubblico». «La montagna che, già nell'assemblea di fondazione di Mountain Wilderness, a Biella nell'87, venne considerata, col monte Bianco, un simbolo della lotta per salvare l'ambiente d'alta montagna». «La Marmolada che - ha ricordato Casanova - fu al centro di un patto con le amministrazioni e imprenditori dal quale la nostra associazione si è ritirata proprio a causa di questa vicenda: si era creato un clima di fiducia, ma viste come sono andate le cose abbiamo avuto l'impressione che qui qualcuno si sente solo padrone di un bene pubblico». «Per noi - ha rincarato la dose Vaia - la Marmolada, l'unico ghiacciaio delle Dolomiti - è una madre che qualcuno, però, vuol far prostituire!». Insomma, al di là delle valutazioni tecniche dei consulenti che dal volto noto tv Luca Mercalli a Franco Secchieri (periti del tribunale) a Giancarlo Rossi della difesa, hanno detto che la «pista» non ha fatto male al ghiacciaio, anzi avrebbe fatto bene; al di là del fatto che Riccardo Scotti , perito di parte civile ha strenuamente difeso la linea dello sfregio, il cuore di questo processo è lo scontro tra ambientalisti e il «partito» dello sviluppo turistico «pesante».

L'Adige - 04/12/2007

Plauso al "nostro" Riky nibi! [SM=g27811]
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04/12/2007 22:46
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Camminatore
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Re:
l'udienza di ieri è stata veramente molto appassionante, gli imputati erano in netta difficoltà nel rispondere alle domande dei PM e soprattutto del super incisivo avvocato Canestrini!

il giorno della verità sarà il 4 febbraio!

grazie a tutti!
Ricky
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Coordinatore del Servizio Glaciologico Lombardo. www.sgl.cluster.it www.meteovaltellina.it
05/12/2007 09:30
Post: 2.788
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"Ci sono delle persone che si incontrano, prima si assaggiano... poi vedono se possono camminare insieme, come noi adesso.." M. Rigoni Stern
26/06/2009 08:05
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DIRETTAMENTE DALLA MAILING LIST DI MW


Confermata in appello la condanna a Mario Vascellari per lo sfregio
al ghiacciaio della Marmolada.
A Mountain Wilderness e alla Provincia vengono riconosciuti i danni
morali.

Una sentenza pilota in tutta Italia.

La Corte di Appello di Trento ha confermato oggi, dopo una lunga
camera di consiglio, e su conforme richiesta della pubblica accusa,
la sussistenza del reato ambientale commesso con lo sfregio della
Marmolada accertato nell’agosto 2005 a carico del legale
rappresentante della società Funivie Tofana e Marmolada SPA e di un
suo dipendente condannandoli alla pena detentiva convertita con la
condizionale. Il reato per il quale è intervenuta la condanna
prevista all’art. 181 (comma 1 bis, lett. a) del Codice del paesaggio
che punisce il fatto di chi, senza la prescritta autorizzazione o in
difformità di essa, esegue lavori di qualsiasi genere su beni
paesaggistici.
Ha altresì riconosciuto il diritto di Mountain Wilderness al
risarcimento del danno, sia in proprio che quale sostituto
processuale dell’ente territoriale Provincia Autonoma di Trento
purtroppo rimasto – ancora una volta, nonostante le promesse anche a
mezzo stampa – silente ed inerte. La battaglia ha visto Mountain
Wilderness promotrice della vertenza penale per il tramite del socio
che per primo segnalò lo scempio poi denunciato alla polizia
giudiziaria, Mountain Wilderness unico esponente nel processo della
società civile in difesa della montagna, Mountain Wilderness
appellante affinché venisse riconosciuta la sussistenza di danni da
liquidarsi anche in favore della collettività.

Si tratta di un'importante vittoria giudiziaria e politica. Con
questa sentenza, per la prima volta in Italia, vengono sanzionati
precisi reati paesaggistici e specialmente viene riconosciuto ad una
associazione ambientalista, Mountain Wilderness, il diritto al
risarcimento morale. Viene inoltre riconosciuto ad una associazione
il diritto di tutelare la collettività intera quando l’ente pubblico,
in questo caso la provincia Autonoma di Trento, in modo scandaloso,
decide di rimanere assente dalla scena nella quale si difende il
territorio, in questo caso l’ultimo grande ghiacciaio delle Dolomiti.
Mountain Wilderness ora ripropone la massima attenzione verso la
Marmolada e chiede che la Provincia rispetti le promesse avanzate,
quelle della tutela, del ripristino ambientale, dell’avvio della
riqualificazione di una montagna che è stata abbandonata e lasciata
alla libera gestione di singoli imprenditori. Nel rispetto del
patrocinio dell’UNESCO, delle Dolomiti patrimonio naturale dell’umanità.

Mountain Wilderness
Luigi Casanova
Portavoce nazionale

Per informazioni contattare l’avvocato Nicola Canestrini del foro di
Rovereto (TRENTO)

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26/06/2009 10:58
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E oggi si decide se le Dolomiti saranno patrimonio dell'umanità... vediamo se la regina delle Dolomiti come è chiamtata la Marmolada, sarà ancora sfregiata nei prossimi anni. La mano sul fuoco non ce la metto.
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18/05/2010 13:40
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Comunicato stampa di Mountain Wilderness Italia


22 aprile, processo di Cassazione per lo sfregio in Marmolada (estate 2005):
Vascellari e la società funivie Tofane-Marmolada definitivamente condannati.

Il 22 aprile a Roma si è tenuta l’udienza in Cassazione contro Mario
Vascellari, presidente della società Funivie Tofane-Marmolada Spa e Luciano
Soraru, caposervizio degli impianti sciistici della Marmolada, imputati perché
in concorso tra loro realizzavano, senza autorizzazione, la pista di cantiere
nel ghiacciaio della Marmolada che porta a Punta Rocca, area di interesse
pubblico (D.M. del 9.9.1956) e area SIC (25.03.2004), per il reato previsto e
punito dal c.p, art. 734, alterando la bellezza naturale del ghiacciaio. Gli
imputati erano ricorsi al terzo grado di giudizio perché condannati anche in
appello a Trento il 24 giugno 2009, dopo aver subito la prima condanna dal
Tribunale di Trento, sezione distaccata di Cavalese, il 4 febbraio 2008, con
sentenza depositata l’11 marzo 2008.

La sentenza della Cassazione costruisce un nuovo percorso nella tutela dell’
ambiente in quanto innova la lettura qualitativa del “paesaggio”. Il paesaggio
non è da intendersi solo “nel suo significato riduttivo e tradizionale di
contemplazione di ambiti naturali di non comune bellezza, ma di godimento
complessivo che l’uomo trae dal contesto ambientale quando di quest’ultimo non
siano stati stravolti o annullati i suoi aspetti qualificanti”. Quindi, in una
più ampia accezione, il paesaggio non consisterebbe nella sola fisionomia
assunta dal territorio, in continua mutazione spaziale e temporale, visivamente
percepibile, ma anche in ogni altra sensazione avvertibile con i sensi, vale a
dire i profumi, i rumori, perfino il silenzio, che di quella determinata forma
territoriale sarebbero l’immediata, inconfondibile e tipica risultante.

E’ stato inoltre confermato che un ghiacciaio è un “patrimonio pubblico”,
primo ciclo dell’acqua, un “santuario”, stabilendo come il silenzio delle
autorità pubbliche non scusi alcun comportamento illecito. Altro passaggio
fondamentale, che non solo consolida ma anche costruisce nuova giurisdizione,
sta nell’accettazione dell'associazione Mountain Wilderness come parte civile,
con un risarcimento danni confermato in 25.000 €. La stessa associazione ha
avuto il diritto di costituirsi parte civile a nome della Provincia Autonoma di
Trento, ritenendo doveroso tutelare l’ente ed i cittadini rappresentati davanti
al grave danno ambientale perpetuato; le associazioni ambientaliste quindi
potranno sostituire gli enti pubblici che riterranno di non doversi tutelare in
presenza di atti illeciti verso il territorio. Alla provincia di Trento, grazie
all'associazione Mountain Wilderness, è stato riconfermato, come da sentenza di
appello, il risarcimento di 50.000 € di danni.

Si tratta di un'importante vittoria giudiziaria e politica di Mountain
Wilderness e di tutto l’ambientalismo nazionale. Con questa definitiva
pronuncia della Cassazione, per la prima volta in Italia, vengono sanzionati
precisi reati paesaggistici e specialmente si riconosce ad un'associazione
ambientalista il diritto al risarcimento morale, nonché il diritto di tutelare
la collettività intera quando l’ente pubblico -nella fattispecie la provincia
Autonoma di Trento- in modo scandaloso decide di rimanere assente dalla scena
nella quale si difende il territorio, in questo caso
l’ultimo grande ghiacciaio delle Dolomiti.

Il Consiglio direttivo di Mountain Wilderness Italia

2 maggio 2010
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