LA STAMPA
27/12/2006
Il diritto al testamento biologico
PIERGIORGIO STRATA, Università di Torino
Piergiorgio Welby ha vinto la sua coraggiosa battaglia ed ora la storia continuerà in Senato con gli otto disegni di legge sul testamento biologico. In tema di bioetica si confrontano due culture spesso in conflitto. Da una parte prevale l’idea dell’esistenza di un essere superiore al quale dobbiamo rendere conto delle nostre azioni.
Dall’altra vi è chi ritiene che durante l’evoluzione la mente sia emersa come proprietà della materia e che nel nostro cervello si siano instaurati meccanismi che sono alla base della nostra responsabilità e libertà. Questa libertà non è incondizionata, ma una forma di controllo che ci consente di determinare le nostre azioni nel rispetto delle nostre aspettative.
L’etica è dunque insita in quella parte razionale del cervello che ci differenzia dagli animali. È ben dimostrato, tuttavia, che le decisioni in tema di bioetica sono spesso condizionate dalle nostre emozioni. Ambedue queste due vedute meritano rispetto e non vi sono elementi a priori per decretare la superiorità dell’una sull’altra.
Aldous Huxley afferma che la coscienza dell’uomo si è ribellata all’indifferenza morale della natura. La scienza ha fornito eclatanti risultati per il benessere e la salute dell’uomo, ma non può trasformarsi in strumento di tortura. La vita va intesa come mix di sentimenti e aspettative e non un insieme di cellule da nutrire. Ritengo quindi che nella legge in discussione si conceda il diritto a ciascuno di decidere la propria sorte nel rispetto di tutte le visioni.
INES TABUSSO