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INTERCETTAZIONI/LA PROPOSTA POLITO S'AVANZA(GRAZIE A PROBLEMA SENTITO DA FOLTA COMPAGNIA BIPARTISAN)

Ultimo Aggiornamento: 15/06/2006 20:46
15/06/2006 20:46
 
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Gavino Angius, Nicola Mancino, Andrea Manzella, Tiziano Treu, Paola Binetti, Marco Follini, Francesco Cossiga, Anna Maria Carloni, Andrea Pastore, Luigi Grillo, Marcello Dell’Utri, Enzo Bianco, Mauro Cutrufo, Alfredo Mantica, Luigi Malabarba...


CORRIERE DELLA SERA
15 giugno 2006
Avanza il partito anti intercettazioni
Da Angius a Dell’Utri, da Mancino a Follini e Cossiga: firme bipartisan alla proposta Polito

ROMA - La proposta, via email, è stata inviata a tutti i senatori (totale messaggi 322). Nel giro di pochi giorni hanno risposto da tutti i partiti: Ds (in 10), Margherita (11), Forza Italia ([SM=g27989], Udc (2), An (3), Rifondazione comunista (2), Udeur e Verdi uno a testa più altri del gruppo misto. Tutti tranne (almeno per ora) la Lega Nord. E così sono diventate 40 le firme sotto il disegno di legge che propone di creare al Senato una commissione d’inchiesta sulle intercettazioni telefoniche. «Segno che il problema è sentito da tutti a prescindere dalle logiche di schieramento» sorride Antonio Polito, il senatore della Margherita ed ex direttore del Riformista che ha lanciato la proposta e ne è primo firmatario. Sentito da tutti perché tutti sentiti, tutti spiati: ogni anno sono 100 mila i telefoni messi sotto controllo secondo il ministero della Giustizia per una spesa stimata intorno ai 200 milioni di euro. Cifra che - secondo quanto scriveva ieri Milano Finanza - salirebbe a 600 milioni se si volessero registrare anche le comunicazioni via internet. Il tutto senza contare le intercettazioni illegali, quelle non autorizzate dalla magistratura ma improvvisate da 007 privati, ormai alla portata di tutti come tecnologia e prezzi. Quei 100 mila telefoni, in realtà, sono molti di più. Da qui (ma non solo da qui) nasce la proposta della commissione. Di cosa si dovrebbe occupare? Controllare se per le intercettazioni autorizzate da un magistrato esiste sempre quel requisito di «assoluta indispensabilità» previsto dalla legge. Verificare gli abusi nella pubblicazione delle telefonate, «che spesso - spiega Polito - nulla hanno a che fare con reati ma rovinano la vita delle persone». E alla fine suggerire al Parlamento eventuali ritocchi alle regole. Per partire bisogna approvare il disegno di legge depositato ieri mattina dal senatore della Margherita. Se ne occuperà la commissione Giustizia del Senato e il presidente Cesare Salvi promette che la questione sarà discussa subito dopo il referendum di fine mese. Ma il numero e il peso delle adesioni sembrano disegnare una strada tutta in discesa: hanno firmato Gavino Angius, Nicola Mancino, Andrea Manzella, Tiziano Treu, Paola Binetti, Marco Follini, Francesco Cossiga, la compagna di Bassolino Anna Maria Carloni e per Forza Italia Andrea Pastore, Luigi Grillo (che nelle intercettazioni c’è anche finito per il caso Bankitalia) e Marcello Dell’Utri. Da uno schieramento all’altro, i firmatari usano gli stessi toni allarmati. «Quella delle intercettazioni - dice Enzo Bianco (Margherita) - è una vera emergenza nazionale, dobbiamo intervenire». «Oramai - aggiunge Mauro Cutrufo (Nuova Dc) - siamo alla deriva spionistica: prima si cede al vezzo di controllare il telefono di una persona e solo dopo ci si pone il problema di trovare le giustificazioni». «Il largo consenso bipartisan - dice ancora Alfredo Mantica - è la dimostrazione che tutti temono che gli abusi siano in crescita».
Per una volta tutti d’amore e d’accordo? Non proprio, non fino in fondo. «Forse - dice Enzo Bianco - i senatori Grillo e Dell’Utri hanno aderito alla proposta con motivazioni molto lontane dalle mie, anche se per una firma non si richiede un certificato di vaccinazione». «Le intercettazioni - spiega Luigi Malabarba di Rifondazione comunista - spesso violano i diritti individuali. E io sono un alfiere dei diritti individuali a prescindere da chi viene coinvolto. Lo sottolineo: a prescindere». Bipartisan sì, ma non troppo.

Lorenzo Salvia



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